Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk
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- Gerardina Simone
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1 MOBILE Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk MAURO ROSSOTTO STEFANO SPELTA Pensiamo di voler inviare immagini scattate con il telefono cellulare o documenti presenti su uno smart phone ad un corrispondente remoto senza disporre di un PC ed una connessione di rete. Ad oggi si può pensare di usare la tecnologia degli MMS, con pesanti limitazioni di dimensioni degli oggetti trasferiti e con modalità di delivery non in tempo reale. Immaginiamo poi di voler condividere con un gruppo di amici, che dispongono di terminali prodotti da diverse manifatturiere, un video, che stiamo registrando in tempo reale. Esistono soluzioni proprietarie che soddisfano questa esigenza, ma sono legate ad uno specifico tipo di terminale e/o applicazione e quindi non utilizzabili, se i membri del gruppo dispongono di un insieme di terminali disomogeneo. Immaginiamo, infine, di voler comunicare contemporaneamente con un gruppo di amici, parlando e scambiando immagini e video. Ad oggi esiste il Push-to-Talk over Cellular (PoC), un sistema di comunicazione half-duplex, che prevede la pressione di un pulsante sul terminale o un sistema di selezione analogo, per richiedere il diritto di parlare agli altri partecipanti alla sessione. Il rilascio del pulsante permette di ascoltare i messaggi degli altri partecipanti, che avranno, a loro volta, ottenuto il diritto di parola. Il PoC permette di comunicare con un gruppo di amici, ma solo scambiandosi messaggi audio in stile walkie-talkie. Nonostante a prima vista si possa pensare ad una serie di servizi mobili del futuro completamente differenti e distanti tra loro, in realtà essi potrebbero essere tutti abilitati da una nuova tecnologia che sta per uscire dal processo di standardizzazione per entrare nella disponibilità commerciale. Si tratta del Push-to-X (PtX), termine con cui è comunemente identificato l enabler OMA PoC v2.0, cioè l evoluzione dello standard del PoC. Di questo tratterà l articolo. 1. Introduzione Il Push-to-X è, fondamentalmente, l evoluzione multimediale del PoC. Oltre alla conversazione audio offerta dal PoC in modalità streaming, il Push-to-X include, quindi, anche il supporto del flusso audio/video in modalità streaming e dello scambio di tutti quei media, come immagini, testo, clip video e audio, che si traducono nel trasferimento di un file di formato opportuno. Del suo predecessore PoC, il Push-to-X mantiene lo stesso concetto di floor-control per la gestione del diritto trasferimento dei media in modalità streaming. Quindi come nel PoC era necessario premere l apposito pulsante per richiedere ed, eventualmente, ottenere il diritto a parlare, così nel Push-to-X è necessario ottenere dal server l autorizzazione a trasmettere, prima di inviare flussi audio o video dal proprio terminale. Il Push-to-X, come il PoC, è un servizio che si fonda sull infrastruttura IMS (IP Multimedia Subsystem), sfruttandone le funzionalità di base come autenticazione, billing, provisioning. Di fondamentale importanza è la standardizzazione del servizio da parte di un ente come OMA (Open Mobile Alliance), il principale ente di standardizzazione internazionale per quanto riguarda le tecnologie abilitanti per i servizi di telefonia mobile. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio
2 La definizione di uno standard da parte di un ente autorevole come OMA, al quale partecipano attivamente costruttori di apparati e terminali, Operatori e attori del mondo IT, fa sì che la relativa tecnologia sia implementata in modo interoperabile indipendentemente dal tipo di terminale e di server utilizzato, garantendo la disponibilità del servizio ai possessori di terminali mobili di diversi produttori. L enabler OMA PoC v2.0 sta per raggiungere la fase di OMA Candidate Enabler, nella quale le specifiche sono congelate, affinché i costruttori possano implementare i prototipi da sottoporre ai test di interoperabilità. Al termine di questa fase di testing, apportate le opportune eventuali correzioni alle specifiche, lo standard sarà rilasciato al pubblico in formato definitivo nello stato OMA Approved Enabler. 2. Push-to-talk over Cellular: stato dell arte 2.1 Un po di storia La prima implementazione di successo del Push-to-Talk vede la luce nel 2001, quando l Operatore statunitense Nextel (ora incorporato in Sprint) lancia sul mercato il servizio Direct Connect, utilizzando la tecnologia proprietaria Motorola denominata iden. Tale servizio offre la possibilità di utilizzare i terminali Nextel in modalità walkie-talkie con tutti gli altri utenti Nextel e con la copertura geografica di tutti gli Stati Uniti. Per Nextel il servizio Push-to-Talk diventa il principale punto di forza con ingenti ritorni in termini di ricavi e profitti. Negli anni successivi nasce l esigenza di far evolverle la tecnologia Push-to-Talk verso reti di accesso e tecnologie non proprietarie, al fine di garantire la possibilità di interconnessione tra utenti di diversi Operatori e l utilizzo di terminali di diversi produttori. A tal fine viene creato l Industry Consortium, composto da Nokia, Ericsson, Motorola e Siemens, che, a settembre del 2003, annunciano il completamento dello sviluppo congiunto delle specifiche per un nuovo servizio di chiamata diretta sullo stile walkie-talkie tramite terminali GPRS. Da questo momento la tecnologia Push-to-Talk prende il nome di Push-to-Talk over Cellular (PoC) ed inizia la sua scelta dell'ip Multimedia Subsystem (IMS), definito dal 3GPP come tecnologia abilitante per la realizzazione di connessioni IP con i terminali mobili. Alla fine del 2003 le specifiche del PoC sviluppate dall Industry Consortium, ricevuto anche il supporto di AT&T Wireless Services, Cingular, Sonim Technologies e Sony Ericsson, sono sottoposte alla Open Mobile Alliance (OMA), con l'obiettivo di definire uno standard globale per il PoC. 2.2 Il PoC in OMA L'obiettivo dichiarato è quello di condividere tali specifiche con tutti gli attori dell industria della telefonia mobile e di sfruttarle come punto di partenza per lo sviluppo di uno standard basato su IMS. La speranza è di evitare la frammentazione del mercato GPRS, rendendo disponibili funzionalità unificate del servizio Push-to- Talk, in modo da realizzare quelle stesse economie di scala che sono state alla base del successo del GSM. La specifica OMA PoC si configura come uno standard aperto, come il punto di partenza per realizzare uno standard per il PoC indipendente nell'accesso e globalmente interoperabile. L'adozione di uno standard condiviso garantisce l'interoperabilità, permettendo agli utenti di scambiarsi messaggi in maniera trasparente. Inoltre lo standard aperto offre a tutti i costruttori di terminali l'opportunità di implementare le funzionalità Push-to-Talk sui loro terminali, lasciando agli utenti finali piena di libertà di scelta in sede di acquisto. A giugno 2006 la versione 1.0 dell enabler OMA PoC raggiunge lo stato di Approved Enabler Release. Si tratta dell ultimo passo del processo di standardizzazione in OMA, raggiunto dopo aver effettuato una serie di test di interoperabilità di prodotti basati sulle specifiche dell enabler in stato Candidate. Le specifiche sono a questo punto congelate e rese pubbliche. Esse possono essere utilizzate per l implementazione dei prodotti commerciali ed eventuali minime modifiche sono apportate solo in seguito ad evidenti carenze nella specifica. L enabler OMA POC v1.0 supporta le seguenti funzionalità di comunicazione di base: comunicazione voce tra due soli utenti (1-to-1 PoC Session); comunicazione voce con una molteplicità di utenti (1-to-many PoC Session) in modalità ad hoc o pre-definita; richiesta ad un utente di stabilire una 1-to-1 PoC Session quando per lui più conveniente (Instant Personal Alert). L enabler PoC v1.0 fornisce poi funzionalità di creazione e di gestione di gruppi di utenti ed integra eventuali informazioni di presence nel processo di set up della sessione. 2.3 L architettura L architettura di riferimento dell Enabler OMA PoC v1.0 si fonda su un Application all interno di una SIP/IP Core Network, che è solitamente identificata con il dominio IMS, così come specificato da 3GPP/3GPP2. Alla piattaforma IMS sono demandate tutte le funzionalità di autenticazione, billing e gestione delle sessioni basate sul protocollo SIP. Il server PoC gestisce le operazioni specifiche del Push-to-Talk come la gestione del floor control, l interazione con l enabler di Group and List Management per la gestione dei gruppi predefiniti e l interoperabilità con i PoC server di altri Operatori. 72 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
3 L architettura generale dell Enabler OMA POC v1.0 è rappresentata in figura 1. Gli elementi funzionali specifici dell Enabler OMA PoC, e quindi standardizzati dalla specifica sono: il PoC Client, che risiede sul terminale mobile e permette a questo l accesso al servizio PoC; l XML Document Management Client, un client XCAP che permette la gestione di documenti XML memorizzati in rete e destinati alla rappresentazione dei gruppi predefiniti di utenti; il PoC, che implementa le funzionalità applicative del servizio PoC; il PoC XML Document Management, un server XCAP che gestisce documenti XML specifici del servizio PoC destinati a rappresentare i gruppi di utenti predefinti. Oltre alla già citata piattaforma IMS, la specifica DM Client Preference Source Watcher XDMC Poc Client DM PoC UE XDM XDMC XDMS DM-1 OMA PoC v1.0 prevede anche l interazione degli elementi funzionali specifici con un serie di entità esterne che forniscono all enabler funzionalità specifiche. I principali sono: lo Shared XML Document Management, un server XCAP che gestisce documenti XML utilizzati dal PoC e condivisibili con altri enabler come quello di Presence. Tipicamente si tratta della lista dei contatti dell utente. l Aggregation Proxy, che agisce come singolo punto di contatto tra l XML Document Management Client ed i differenti XML Document Management presenti in rete; il Presence, l entità che accetta, memorizza e distribuisce le informazioni di presence relative ai client PoC; il Presence Source, l entità che pubblica le informazioni di presence del client presso un Presence. L interazione tra gli elementi funzionali precedentemente descritti avviene attraverso le interfacce secondo protocolli standard: SIP per il controllo delle sessioni e la segnalazione tra client e server; RTP/RTCP per la gestione dello streaming del media; XCAP per l interazione con i documenti XML. L Enabler OMA PoC v1.0 specifica solamente il protocollo TBCP (Talk Burst Control Protocol), basato sull utilizzo dei messaggi RTCP/APP ed UE PRS-1 PRS-2 ACCESS NETWORK XDM-0 PoC-1 PoC-3 DM SIP / IP Code Device Management Push-to-talk over Cellular User Equipment XLM Document Management XDM Client XDM FIGURA 1 Architettura OMA PoC v.1.0. PRS-3 XDM-3 PoC-6 PoC-2 Presence XDM-2 Aggregation Proxy Poc XDMS POC-7 POC-8 Poc IP-1 utilizzato per le operazioni di richiesta, concessione e diniego del floor control durante una sessione PoC. 2.4 I servizi abilitati XDM-4 POC-3 PRS-5 XDM-3 PoC-4 Shared XDMS XDMC Bold boxes identity PoC functional entities Il PoC è un servizio che si adatta bene alle esigenze comunicative delle utenze business, soprattutto in quei contesti nei quali sia utile/necessario poter comunicare contemporaneamente con gruppi di persone distribuite sul territorio (comunicazioni di gruppo). Alcuni esempi di applicazioni corporate verticali, in cui l uso del PoC rappresenta un vantaggio/valore per l utenza sono: Gestione flotte (corrieri, taxi,...): - taxisti e corrieri possono ricevere istruzioni dalla centrale in modo personale (comunicazione 1-to-1) o in forma generalizzata (1-tomany); a loro volta gli autisti possono interagire con singoli colleghi o trasmettere a tutti informazioni di tipo generale (problemi di traffico, informazioni di emergenza); - possono essere implementati modelli di comunicazione di tipo 1-to-many-to-1 dove gli autisti possono interagire solo con l utente centralizzato e non tra di loro; - si possono integrare informazioni di localizzazione; Gestione operativa del personale (alberghi, Remote PoC Network NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio
4 supermercati, magazzini,...): - i supervisori possono impartire istruzioni e ricevere notifiche in tempo reale sull esecuzione dei compiti assegnati (preparazione delle camere, disposizione delle merci sugli espositori, ricevimento ed immagazzinamento colli); Coordinamento di progetti (cantieri, produzioni industriali a ciclo continuo,...): - è possibile comunicare in tempo reale cambiamenti di progetto, imprevisti, arresti improvvisi e decidere le azioni da intraprendere, in modo coordinato con tutti i responsabili delle diverse fasi del processo. Security: - la frequenza di comunicazione per segnalare la propria posizione e la situazione nei vari punti ha costi notevoli che possono essere ridotti con l uso del PoC; - comunicazione contemporanea a tutto il gruppo, e aggiornamenti continui ed in tempo reale. L adozione dello standard OMA PoC v1.0 può essere un mezzo per abilitare altri servizi, sia nel mondo business, che in quello consumer, in quanto la disponibilità del client OMA PoC sui terminali commerciali potrebbe rendere interessante l uso di questo client, anche per servizi non tipicamente associati al PoC. Un esempio è la possibilità di utilizzare l infrastruttura PoC per fornire in tempo reale dei contenuti audio di valore, come il goal di una partita di calcio, senza dover attendere i tempi di consegna di un MMS. Inoltre la presenza di uno standard noto, può favorire la creazione di client utilizzabili su dispositivi diversi dai terminali mobili. Il primo esempio è il PC, che all interno di una configurazione di work-force management potrebbe essere dotato di un client PoC. Il manager, a cui è assegnata tale console, può comunicare con tutte le sue risorse direttamente dal suo ufficio, magari arricchendo le informazioni di presence fornite dal Presence con quelle di localizzazione fornite dall Operatore. Un altro esempio è la possibilità di dotare alcuni mezzi di trasporto (pubblico e privato) di client PoC sulle unità di bordo, in modo da permettere una comunicazione tra la centrale e i vari mezzi, definendo una modalità di fruizione adeguata per l attività svolta (es. auricolari per ricevere comunicazioni dalla centrale e un solo tasto per dire ricevuto durante la guida). 3. Push-to-X: evoluzione del PoC OMA PoC 2.0 OMA PoC 2.1 Post OMA PoC 2.1 Q1 Req. OMA PoC in versione 1.0, all interno di OMA è sorta l esigenza di apportare dei miglioramenti all enabler, al fine di soddisfare nuovi use cases emersi dall analisi delle esigenze degli Operatori. Nasce così il nuovo work item destinato a dare origine all Enabler OMA PoC v2.0, comunemente denominato anche Push-to-X. L Enabler OMA PoC v2.0 si propone di integrare la versione precedente con l aggiunta della possibilità di trasferire nuovi media oltre alla voce (video, immagini, testo), di nuove modalità di comunicazione di gruppo (per supportare la modalità 1-to-Many-to-1 tipica dei taxi), di nuove modalità di definizione dei gruppi (possibilità di creare gruppi in base a parametri di contesto, ad esempio localizzazione), dell integrazione con altri enabler e sistemi di comunicazione non-poc. Oltre all interworking con altri sistemi PTT/PoC non OMA, si prevede naturalmente la backward compatibility con OMA PoC v.1.0 e un miglioramento delle performance. Viste le pressioni ed i tempi ridotti richiesti dall industria della telefonia mobile per la redazione del nuovo standard, è stato deciso un rilascio in due fasi dell enabler: OMA PoC v.2.0: primo rilascio dell Enabler OMA PoC v2.0 all interno del quale è standardizzato un sottoinsieme delle funzionalità previste dal documento dei requisiti originariamente previsti per la seconda versione dell Enabler OMA PoC; OMA PoC v.2.1: previsto in fase Candidate 9 mesi dopo il rilascio dell Enabler OMA PoC v2.0, è costituito da tutte le funzionalità residue presenti nel documento dei requisiti. Per questo secondo rilascio dell enabler è stato deciso di non aggiungere alcun requisito nuovo rispetto a quelli già previsti per la seconda release dell enabler e di non includere nessuno dei requisiti già destinati alle release successive alla seconda (figura 2) Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 A Specification Approved Enabler OMA Open Mobile Alliance PoC Push-to-talk over Cellular C Interoperabilty Test Specification Req. C A C Interoperabilty Test A Specification Candidate Enabler In parallelo all attività di chiusura dello standard dell Enabler FIGURA 2 Time line delle attività di specifiche OMA PoC 2.0 e seguenti. 74 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
5 Le funzionalità da includere nella release OMA PoC 2.0 sono state selezionate dai partecipanti al gruppo di standardizzazione in base al risultato di una serie di sondaggi condotti durante la redazione del documento dei requisiti. Le principali funzionalità incluse nella prima fase del rilascio dell enabler sono le seguenti: Supporto di nuovi media: - affiancamento di nuovi media in aggiunta alla voce (video, immagini, testo) che trasformano il servizio Push-to-Talk nei corrispettivi Push-to-Watch, Push-to-Show,... o più genericamente Push-to-X; Gestione evoluta dei gruppi: - possibilità di inserire un gruppo tra gli invitati ad un gruppo ad hoc; - gruppi moderati; - attivare gruppi i cui membri sono selezionati in base al soddisfacimento di una regola data; - estensione delle funzionalità di comunicazione secondo il modello 1-many-1; PoC Box: - Corrispettivo POC della funzionalità voice mail; Evoluzione della fase di creazione della sessione: - associazione di media alla richiesta di apertura sessione o invito ad un gruppo; - associazione all invito ad un gruppo dell elenco di tutti i partecipanti invitati; Evoluzione della gestione della sessione: - indicazione all utente del tempo di trasmissione residuo nel talkburst; - possibilità di sospendere una o più sessioni PoC quando una sessione con priorità maggiore richiede risorse aggiuntive per essere instaurata con la QoE richiesta; Interazioni con altre piattaforme: - trasformazione della sessione PoC in una chiamata full duplex; - interoperabilità tra enabler PoC e reti P2T esterne (Legacy); - possibilità di attivazione di una sessione PoC a partire da un browser grazie ad un opportuno PoC Session Invocator; - accesso al servizio Poc da parte dell utente non connesso alla rete PoC e/o non attraverso un client PoC; PtX Client PtX Client IMS IP PtX SIP XDM PtX Presence - messaggio testuale libero inviato dal server al client per trasmettere informazioni varie. Alla seconda fase dell enabler (OMA PoC v2.1) sono rimandate altre funzionalità presenti nel documento dei requisiti che vanno ad aggiungersi a quelle sopra descritte. L architettura prevista dal nuovo enabler (figura 3) ricalca quella della versione precedente con l aggiunta, tra gli elementi funzionali specifici dell Enabler OMA PoC e quindi standardizzati dalla specifica, di nuovi elementi finalizzati al supporto della funzionalità di PoC BoX (Voice mail per il PoC). L interazione tra gli elementi funzionali avviene attraverso protocolli standard: SIP per il controllo delle sessioni e la segnalazione tra client e server; RTP/RTCP per la gestione dello streaming del media; MSRP per il trasferimento dei media discreti all interno di una sessione PoC; XCAP per l interazione con i documenti XML. L Enabler OMA PoC v2.0 aggiunge alla release precedente della specifica il protocollo MBCP (Media Burst Control Protocol), naturale evoluzione del protocollo TBCP specificato nella prima release dell enabler, per supportare lo streaming video oltre a quello audio. Anche il MBCP sfrutta i messaggi RTCP/APP per gestire le operazioni di richiesta, concessione e diniego del floor control per la trasmissione di media in modalità streaming durante una sessione PoC. Wireless Network SIP/IP Core (o IMS) XDM Segnalazione di sessione e di gestione Floor-Control; Flusso dati per streaming e scambio file discreti IP Multimedia Subsystem Internet Protocol Push-to-X Session Initiation Protocol XML Document Management FIGURA 3 Architettura logica di OMA PoC v.2.0 (Push-to-Talk). Public Internet PtX Client PtX Client NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio
6 Il Push-to-X rappresenta innanzitutto la naturale evoluzione del PoC, per cui i servizi e i contesti nei quali la comunicazione PoC trova applicazione, sono anche quelli nei quali l evoluzione multimediale del Push-to-X può portare ulteriore valore. Si parla quindi delle applicazioni corporate verticali alle quali si aggiunge la capacità di comunicazione di gruppo basata su streaming video. Gli scenari di utilizzo sono analoghi, nel senso che l uso del floor control permette la comunicazione di gruppo, dove chi ottiene il diritto di parola, potrà inviare il proprio flusso (a sua scelta se audio/video o solo video) in streaming, mentre gli altri potranno solo ricevere. Una volta rilasciato il diritto di parola (o video ), un altro utente potrà richiederlo e iniziare lui stesso a fornire il nuovo flusso in streaming (audio o audio/video). Un nuovo concetto che è introdotto nel Pushto-X è legato alla possibilità di inviare file discreti (immagini, clip audio o audio/video, testo, o file generici ). Questa funzionalità non è legata al floor control, e quindi in uno specifico momento un client potrà inviare e ricevere dei contenuti discreti. Inoltre, la creazione iniziale della sessione Push-to-X è una procedura tipica del mondo IMS su protocollo SIP, per cui in fase di Session Set-Up si definiscono i media supportati da tutti i partecipanti alla sessione. Non vi sono indicazioni che impediscano di attivare sessioni finalizzate solo allo scambio di file discreti, come in uno scenario tipicamente Application-to- Person-to-Application. Questo significa che l enabler Push-to-X fornisce tutte le potenzialità e strumenti per realizzare dei servizi che possono essere significativamente distanti dal PoC originario. 4. Push-to-X: servizi abilitati Service Concept Push-to-View Push-to-Show Push-to-Watch Push-to-Browse Push-to-Paint Push-to-Game I servizi abilitati dal Push-to-X si possono dividere in due grandi categorie: servizi Person-to-Person (P2P); servizi Application-to-Person-to-Application (A2P2A). 4.1 I servizi Person-to-Person La prima categoria riguarda la comunicazione Person-to-Person (P2P), che rappresenta l evoluzione naturale del servizio PoC. Si adatta alla comunicazione di gruppo e personale, ma utilizzando il concetto di floor control per l assegnazione del diritto di parola/video. Descrizione Scambio di immagini durante una sessione PoC Scambio di streaming audio/video durante una sessione PoC Visione di uno stesso streaming (es. TV) e scambio di commenti usando il PoC Condivisione della navigazione Web durante una sessione PoC audio Condivisione di un area di lavoro durante una sessione PoC audio Giochi di gruppo/di ruolo con scambio di commenti tramite sessione PoC audio PoC Push-to-talk over Cellular TABELLA 1 Service Concept di tipo Person-to-Person supportati dal Push-to X. Principali use cases Condivisione di foto/immagini in tempo reale PoC Audio e Video Mobile TV condivisa Video Sorveglianza Help-desk browsing Push-to-Find guidato Giochi a turno interattivi Anche lo scambio di file discreti viene visto come un aggiunta finalizzata alla comunicazione personale (es. stiamo parlando, ti invio questa foto e la commentiamo insieme oppure vediamo insieme uno streaming di un server esterno). I service concept presentati nella tabella 1 possono essere realizzati singolarmente o possono essere delle componenti di un servizio unificante, che abilita la comunicazione interpersonale evoluta. La User Experience (figura 4) di questi servizi è tutta da ideare, e deve tenere conto delle limitazioni intrinseche dei terminali mobili (display di dimensione limitata, tastiera ridotta, ). Una possibile direzione è quella che vede il Push-to-X come evoluzione del PoC e dell IM, e che quindi abilita uno storyboard di sessione. 4.2 I servizi Application-to-Person-to-Application L altra categoria di servizi è quella che vuole sfruttare l enabler Push-to-X per realizzare delle comunicazioni che non sono solo tra persone, ma che sono incentrate sul contenuto scambiato. Nella tabella 2 vengono elencati alcuni primi esempi di service concept e relativi use cases che si basano sulla creazione di una sessione, in cui la comunicazione PoC (audio o audio/video in streaming) non è l elemento fondamentale (come nel caso P2P), o addirittura non è presente. I primi service concept (Push-to-Content e streaming -to-client) abilitano la fornitura di contenuti pregiati in tempo reale agli utenti (il goal, le informazioni del traffico, gli aggiornamenti delle notizie), che devono essere forniti in Push (azione scatenata dal server) e nel minor tempo possibile. Il formato del media può essere lo streaming audio/video o il clip audio/video a seconda della specifica di servizio. L utilizzo del Push-to-X assicura ampia diffusione e tempi di consegna nearreal-time e senza limiti di dimensioni (aspetti differenzianti rispetto agli MMS). 76 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
7 Gli altri service concept permettono lo scambio di media tra utenti e/o verso applicazioni nell ottica di portare i protocolli di trasporto stile FTP o Peer-to- Peer su rete mobile e abilitare tutti i servizi annessi. La presenza del server Pushto-X nella rete dell Operatore è però garanzia di correttezza, legalità e controllo di questa tipologia di servizi, assicurando al contempo agli utenti la realizzabilità e la User Experience nota nel mondo PC e all Operatore la possibilità di creare servizi di grande attrazione per il mercato di massa e non solo per il mondo business. Unica sessione di comunicazione per tutti i media (può essere 1to1 o 1toMany). Storia completa della comunicazione. Accesso in ogni momento ai media scambiati. Instant Messagging a standard SIP - Simple Session-Based. Area dedicata alla fruizione dei media in steaming (video) o alla presentazione dei media discreti forniti (immagini, Clip audio/video). Informazioni legate all utente durante la ricezione di una conversazione PoC. Per screen di dimensione limitata appare solo per la fruizione effettiva del media. SIP Session Initiation Protocol PoC Push-to-talk over Cellular Conversazione PoC (se abilitato il PoC Box in rete è possibile risentire il messaggio). Push-to-Show Video (se abilitato il PoC Box in rete è possibile rivedere il messaggio). Push-to-View Immagine (salvato in locale e fruibile anche fuori dalla sessione). Push-to-View Video clip (salvato in locale e fruibile anche fuori dalla sessione). FIGURA 4 Esempio di user experience per un servizio Push-to-X di comunicazione person-to-person. 5. Conclusioni Il Push-to-X è una tecnologia nata in un settore/contesto (PoC) di diffusione ridotta, in quanto finalizzata al mercato Business. Però, come molto spesso avviene, è in contesti particolari che può nascere un opportunità che l Operatore deve saper cogliere. Il Push-to-X sarà il primo Service Concept Push-to-Content Multimediale Streaming -to-client File Transfer -to-client File Transfer Client-to- File Transfer Client-to-Client servizio multimediale, basato su IMS e standardizzato in OMA che supporta servizi di tipo Person-to- Person e Application-to-Person-to-Application. Questa concetto racchiude molti messaggi importanti: multimediale: risponde ai requisiti degli utenti di poter creare, ricevere contenuti video sia in streaming che come file discreti; basato su IMS: risponde ai requisiti degli Operatori di creare valore dagli investimenti effettuati su questa tecnologia fondamentale per i prossimi anni; standardizzato in OMA: risponde ai requisiti delle manifatturiere dei terminali mobili che possono disporre di un applicazione interoperante inter-operatore e tra terminali di produttori diversi; Person-to-Person: risponde alle esigenze dei clienti di comunicazione di gruppo e personale in evoluzione al PoC; Application-to-Person-to-Application: risponde alle esigenze dei clienti di scambio/ricezione di contenuti di valore e/o autoprodotti. Lo standard a livello di Candidate Release è Descrizione Distribuzione in tempo reale di contenuti informativi audio/video Distribuzione in tempo reale di streaming audio/video programmati Distribuzione/Condivisione di file disponibili su un server Pubblicazione/Condivisione di un contenuto multimediale autoprodotto Scambio di file peer-to-peer (mediata dal server) Push-to-Goal ormai chiuso: spetta a chi progetta servizi spingere sulle manifatturiere e sui software vendor, affinché la realizzazione di questo enabler (soprattutto lato client su terminale mobile) non sia chiusa in una semplice evoluzione del PoC, ma abiliti tutti i possibili utilizzi, configurando il Push-to-X come un enabler a disposizione di diversi servizi. Telecom Italia vede nel Push-to-X un interessante opportunità per sviluppare nuovi servizi per il cliente; a tale scopo oltre a partecipare direttamente alla definizione di questo standard, cerca di studiarne e guidarne la sua applicazione in soluzioni commerciali, che potranno essere testate nei suoi laboratori. mauro.rossotto@telecomitalia.it stefano.spelta@telecomitalia.it Principali use cases Mobile Radio/Web Radio PodCasting Buyer s Guide, Push-to Mail Multimediale, Push-to-Share/Push-to-Publish Mobile FTP Transfer TABELLA 2 Service Concept di tipo Application-to-Person-to-Application supportati dal Push-to-X. NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio
8 BIBLIOGRAFIA ACRONIMI Specifiche OMA PoC Approved release poc-v1_0_1.html Specifiche OMA PoC Work in progress poc.html Documento di Progetto TILAB DPC Survey mercato Push-to-Talk, OMA PoC e PtX Documento di Progetto TILAB DPC Attività standardizzazione POC in OMA e impatti sui servizi Push-to-X innovativi Documento di Progetto TILAB DPC Push-to-X: nuovi service concept e use case A2P2A DM IMS MBCP OMA P2P PoC PtX SIP TBCP UE XDM XDMC XDMS Application-to-Person-to-Application Device Management IP Multimedia Subsystem Media Burst Control Protocol Open Mobile Alliance Person-to-Person Push-to-talk over Cellular Push-to-X Session initiation Protocol Talk Burst Control Protocol User Equipment XML Document Management XDM Client XDM Mauro Rossotto dal 1995 in Telecom Italia dove si è inizialmente occupato degli aspetti di analisi dati a scopo CRM e Antifrode. Dal 2002 è entrato nell area che si occupa dello sviluppo di servizi mobili collaborando e studiando diverse tecnologie di rete come il DVB-H e ambienti di sviluppo su terminale mobile come Symbian e J2ME. Ha collaborato a diversi progetti europei legati ai servizi mobili. Da due anni è il responsabile del progetto di ricerca Sviluppo servizi PoC ed evoluzione al Push-to-X dell area Service Creation&Application e all interno del quale sono progettati, prototipati e realizzati (anche per la commercializzazione) alcuni service concept legati al Push-to-talk Over Cellular. All interno di questo progetto viene dedicato un forte impegno allo sviluppo del Push-to-X sia per gli aspetti tecnologici e di standardizzazione sia quelli legati all ideazione di nuovi servizi basati sul Push-to-X. Stefano Spelta dal 2001 in Telecom Italia dove ha iniziato l'attività su progetti di datawarehousing a scopo antifrode e di analisi prestazionali di apparati di rete. Dal 2002 è entrato nell area che si occupa dello sviluppo di servizi mobili iniziando a partecipare al processo di standardizzazione delle tecnologie di Mobile Broadcasting come delegato Telecom Italia nella Open Mobile Alliance (OMA). Dalla fine del 2005 ha iniziato a collaborare al progetto di ricerca Sviluppo servizi PoC ed evoluzione al Push-to-X indirizzando parallelamente la sua partecipazione in OMA verso il gruppo Push-to-Talk Over Cellular (POC) che si occupa della standardizzazione del servizio Push-to- Talk e delle sue evoluzioni verso il Push-to-X. All'interno del progetto coordina il task relativo all'analisi funzionale di prodotti e prototipi compatibili con la prima versione dello standard OMA PoC ed il task relativo allo sviluppo di nuovi servizi basati sulla tecnologia Push-to-X. 78 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 16 n. 2 - Luglio 2007
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