Le migliori pratiche per l applicazione di Etichette Ambientali e analisi LCA alle PMI

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1 Le migliori pratiche per l applicazione di Etichette Ambientali e analisi LCA alle PMI Alcuni casi applicativi per il settore dei materiali da costruzione

2 Autori: - Francesca Falconi, LCA-lab srl - Germana Olivieri, LCA-lab srl Si ringraziano: - CORMO soc. coop. - ASSOTEGOLE

3 3/24 INDICE 1. Introduzione agli strumenti di qualificazione ambientale per le PMI produttrici di materiali da costruzione Il Life Cycle Assessment Le principali tipologie di etichette ambientali di prodotto Ecolabel Europeo EPD International System Il marchio Natureplus Il marchio Anab Casi reali di applicazioni di successo a PMI produttrici di materiali da costruzione L applicazione dell LCA alla produzione delle tegole in calcestruzzo per l ottenimento della EPD L EPD dei serramenti in legno Valutazioni conclusive I costi per le PMI che aderiscono a sistemi di etichettatura Bibliografia e linkografia... 23

4 4/24 1. Introduzione agli strumenti di qualificazione ambientale per le PMI produttrici di materiali da costruzione La qualità ambientale di prodotti e servizi è divenuta una variabile strategica per la competitività delle imprese. Poiché ritenuta un valore aggiunto nell acquisto di beni e servizi da parte dei consumatori, è considerato un elemento di notevole importanza nelle decisioni di acquisto da parte delle aziende. La qualità ambientale è inserita negli obiettivi strategici aziendali di quelle imprese che, in un ottica di previsione a lungo termine, vogliono tenere sotto controllo ciascuna fase della propria attività produttiva che possa influenzare maggiormente l ambiente e l uso delle risorse. Per far questo, le imprese hanno a disposizione diversi strumenti di indagine e gestione dei cicli produttivi e allo stesso tempo di qualificazione della propria immagine ambientale. In particolare, il settore dei materiali da costruzione, certamente sensibile a tale tematica visti gli importanti consumi di materiali e risorse, è considerato un fattore chiave nell ambito delle politiche orientate allo sviluppo sostenibile. La tendenza è sempre più quella di considerare le prestazioni ambientali come una caratteristica di prodotto al pari di altre proprietà come resistenza, trasmittanza, etc. L attenzione alle performance ambientali ed energetiche delle aziende che operano nel settore dei materiali da costruzione ha fatto si che l orientamento della domanda verso informazioni chiare e attendibili in tale ambito sia stata trainata anche dalle attività tecniche del CEN TC 350 Sustainability of Construction Works e di Green Public Procurement (GPP) -Acquisti Verdi Pubblici-(PAN, Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazioni, adottato con il Decreto Interministeriale dell'11 aprile 2008). Il panorama degli strumenti di gestione ambientale d impresa è piuttosto variegato, l obiettivo di questa guida è di fornire un quadro generale ed il più possibile esaustivo di questi strumenti, con particolare attenzione a: - l analisi del ciclo di vita, LCA (Life Cycle Assessment) (ISO ); - i sistemi di etichettatura ambientale di prodotto più noti (ISO 14020); - la Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD (ISO 14025) dell International EPD Sistem a cui aderisce l Italia; - la descrizione di casi studio di PMI Italiane del settore dei materiali da costruzione che hanno applicato l LCA ai propri prodotti e hanno ottenuto delle certificazioni ambientali.

5 5/24 2. Il Life Cycle Assessment L analisi del ciclo di vita (LCA -Life Cycle Assessment-) è uno strumento per valutare il potenziale impatto ambientale di un prodotto, un processo o un servizio durante l intero ciclo di vita attraverso la quantificazione degli input (utilizzo di materie prime e risorse) e degli output (emissioni in aria, acqua, suolo e rifiuti) associati al sistema oggetto di analisi. La singolarità dell LCA è che il ciclo produttivo viene studiato dall estrazione delle materie prime fino allo smaltimento dopo l uso. Il prodotto-servizio viene seguito e analizzato in ogni fase della sua vita, dalla culla alla tomba ( from cradle to grave ) poiché ogni azione associata ad una fase può avere riflessi sulle fasi precedenti o su quelle successive. L obiettivo generale di un LCA è quello di valutare gli impatti ambientali associati all intero prodotto e alle varie fasi del ciclo di vita, nella prospettiva di un miglioramento ambientale del processo che ha portato alla produzione del bene/servizio analizzato. La metodologia è standardizzata a livello internazionale dalle norme UNI EN ISO 14040:2006 e UNI EN ISO 14044: 2006 che ne definiscono le seguenti fasi di analisi: 1. Goal Definiton and Scoping: definizione degli obiettivi, del campo di applicazione e dei confini del sistema. Vengono definite le finalità dello studio, il campo di applicazione del sistema che si vuole studiare, l unità funzionale a cui riferire i dati e i risultati dell analisi, il fabbisogno di dati, le assunzioni necessarie e i limiti dello studio. In particolare l obiettivo di un LCA deve stabilire senza ambiguità quali siano le applicazioni previste, ad esempio monitoraggio interno, etichettatura ambientale o confronto fra prodotti aventi la medesima funzione. 2. Life Cycle Inventory Analysis LCI: analisi di inventario. L inventario consiste nell individuazione e quantificazione dei flussi in ingresso e in uscita per il ciclo di vita del sistema oggetto di analisi: verranno identificati e quantificati i consumi di risorse (materie prime, acqua, prodotti riciclati), di energia (termica, elettrica, da fonti rinnovabili) e le emissioni in aria, acqua e suolo in modo da strutturare un vero e proprio bilancio ambientale. 3. Life Cycle Impact Assessment LCIA: analisi degli impatti. L inventario precedentemente definito viene studiato per analizzare l impatto ambientale provocato da un processo produttivo o da un attività. Lo studio viene effettuato mediante l ausilio di alcuni indicatori aggregati di uso internazionale che consentono di quantificare gli impatti e confrontare le eventuali alternative di processo o di prodotto. In pratica in questa fase si passa dal dato numerico raccolto nell inventario al giudizio di pericolosità tramite l ausilio di metodi di valutazione e indicatori riconosciuti a livello internazionale. 4. Life Cycle Interpretation and Improvement: interpretazione dei risultati e valutazione dei miglioramenti. È la fase finalizzata ad interpretare i risultati dell analisi identificando le criticità ambientali e mettendo in evidenza le potenzialità di miglioramento sia tecniche che gestionali del sistema analizzato. In genere, in questa fase, possono essere effettuate delle analisi di sensibilità per valutare e confrontare scenari alternativi. Nel settore dei materiali da costruzione l applicazione della metodologia LCA risulta un valido strumento soprattutto per due aspetti principali: - la fase di confronto e selezione dei manufatti da utilizzare, grazie alla possibilità di individuare i materiali maggiormente sostenibili; - la fase di progettazione degli scenari di dismissione dei materiali a fine vita, grazie alla possibilità di valutarne il riutilizzo o il recupero.

6 6/24 3. Le principali tipologie di etichette ambientali di prodotto Le etichette ambientali di prodotto hanno la funzione di fornire informazioni sulle performance ambientali ed energetiche associate ad un prodotto. Le informazioni possono essere di tipo complessivo, parziale, qualitativo o quantitativo, a seconda delle caratteristiche delle varie etichette. Tra gli obiettivi più comuni delle aziende utilizzatrici di etichette ambientali c è quello di evidenziare le migliori prestazioni del proprio prodotto rispetto ai competitor. Tale strategia induce i consumatori finali a scegliere prodotti più rispettosi dell ambiente, promuovendo in tal modo un consumo più responsabile. Le norme ISO disciplinano le tipologie di etichette ambientali di tipo volontario distinguendole in: - etichette ambientali di tipo I (ISO 14024); - etichette ambientali di tipo II (ISO 14021); - etichette ambientali di tipo III (ISO 14025). ETICHETTE DI TIPO I CARATTERISTICHE DESTINATARI COME OTTENERLA ESEMPIO Sono basate su un sistema che considera diversi criteri di eccellenza (sviluppati da organismi indipendenti) che contengono i valori soglia da rispettare ai fini dell ottenimento del marchio. Tali etichette hanno lo scopo di informare il consumatore finale delle migliori prestazioni ambientali di un prodotto che appartiene ad una particolare categoria. Sono etichette del tipo B2C (Business to Consumer) perché indirizzate all utilizzatore finale. Per ottenere questo tipo di etichetta è necessaria la certificazione di un ente terzo e indipendente che certifica che siano applicati i criteri previsti dalla norma per la specifica categoria a cui appartiene il prodotto e che siano rispettati i valori soglia. Eu-Ecolabel ALTRI ESEMPI DI ETCHETTE DI TIPO I Nordic Label: nato nel 1989 come marchio comune di qualità ecologica per i Paesi Scandinavi (Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda) viene rilasciato da ogni singolo organismo nazionale ed è assegnato a categorie di prodotti non alimentari caratterizzati da un minor impatto ambientale rispetto ad altri analoghi. L etichetta ha una durata temporale limitata che varia da sei mesi a tre anni. I parametri presi in esame riguardano: produzione e riciclaggio, confezione, utilizzo, emissioni, riconsegna e smaltimento, dichiarazione di conformità del prodotto. Der Blaue Angel Mark: gli standard per la certificazione tengono conto dell intero ciclo di vita del prodotto, della tutela della salute, di tutti gli aspetti legati alla protezione ambientale (emissioni, contenuto di sostanze pericolose, risparmio energetico, smaltimento). Per ottenere il marchio il prodotto viene sottoposto all esame di un organismo composto da rappresentanti dello Stato, dei gruppi ambientalisti,dei consumatori, dei sindacati, di istituzioni scientifiche, di industrie e mezzi di comunicazione. Tab. 1 Caratteristiche delle etichette di tipo I (ISO 14024). ETICHETTE DI TIPO II CARATTERISTICHE DESTINATARI COME OTTENERLA ESEMPIO Sono delle auto-dichiarazioni ambientali, definite come claims e fornite dai produttori. Tali autodichiarazioni riguardano le caratteristiche ecologiche del prodotto e devono essere accurate, verificabili e non ingannevoli. In generale si riferiscono ad un singolo aspetto del ciclo di vita dei prodotti: ad esempio la percentuale di materiale riciclato contenuto nel prodotto, la biodegradabilità del prodotto o l'assenza di sostanze tossiche o dannose per l'ambiente. Per la redazione di tali etichette Possono essere sia B2C, ovvero destinate ai consumatori finali, che B2B, ovvero destinate ad altre figure all'interno della filiera produttiva. Poiché queste etichette si basano su auto-dichiarazione, non sono verificate da un ente terzo indipendente, ma prevedono solo il rispetto delle modalità di diffusione e dei requisiti relativi ai contenuti dell'informazione. Marchio adottato per i materiali riciclabili (cosiddetto ciclo di mobius) viene richiesto l'utilizzo di metodologie verificate e provate su basi scientifiche, che consentano di ottenere risultati attendibili e riproducibili. Tab. 2 Caratteristiche delle etichette di tipo II (ISO 14021).

7 7/24 ETICHETTE DI TIPO III CARATTERISTICHE DESTINATARI COME OTTENERLA ESEMPIO Sono le cosiddette Dichiarazioni ambientali di prodotto: riportano le informazioni relative a un prodotto sulla base di E' un etichetta che nasce come B2B perché fornisce Un organismo accreditato e indipendente verifica e convalida lo studio LCA e la conseguente parametri prestabiliti. Tale etichetta indicazioni sui dichiarazione EPD, garantendo Environmental consiste in una scheda di prodotto prodotti e i servizi la veridicità delle informazioni Product relativa ai potenziali impatti ambientali lungo la filiera contenute nello studio del ciclo Declaration riferiti all intero ciclo di vita. Uno degli scopi produttiva ma è di vita e nella dichiarazione fondamentali di una etichetta di tipo III è di fornire informazioni in modo che si possa fare un confronto tra diversi prodotti appartenenti alla medesima categoria. Alla base di una dichiarazione ambientale di prodotto c è il calcolo delle performance ambientali mediante uno studio LCA. utilizzabile anche per prodotti B2C. ambientale di prodotto. International EPD Sistem Ogni programma EPD ha un proprio marchio registrato (logo), che può essere utilizzato sull imballaggio (o in altre forme di comunicazione). Esso sta a significare che per quello specifico prodotto è stata realizzata una EPD conforme al sistema di regole stabilite nell ambito di quel programma specifico. EPD di differenti programmi non possono essere comparate. ALTRI ESEMPI DI ETICHETTE DI TIPO III IBU Declaration: è un sistema per le dichiarazioni ambientali di prodotto che nasce in Germania, a cura dall Institut Bauen und Umwelt. EPD-Norge: è un sistema per le dichiarazioni ambientali di prodotto di origine norvegese Ecoleaf: è un sistema per le dichiarazioni ambientali di prodotto di origine giapponese Tab. 3 Caratteristiche delle etichette di tipo III (ISO 14025). Le etichette ambientali possono essere loghi, simboli o dichiarazioni che forniscono informazioni su un prodotto o su un servizio in termini di performance ambientali. L obiettivo è di promuovere la domanda e l offerta di prodotti e servizi in grado di causare un minore impatto sull ambiente, stimolando così un processo di miglioramento ambientale continuo. Le informazioni che riguardano i prodotti oggetto di una qualunque etichettatura ambientale sono destinate a potenziali acquirenti in modo da consentire loro di effettuare le proprie scelte in maniera consapevole valutando anche gli aspetti ambientali del prodotto. Nell ambito delle etichette di tipo III per il settore delle costruzioni, la ISO sulle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto è supportata dalla norma tecnica ISO 21930:2007 Sustainability in building construction- Environmental declaration of building products. I tipi di etichettature ambientali si distinguono, tra l altro, per la diversa applicazione della filosofia e della metodologia del ciclo di vita LCA, si riporta di seguito, una comparazione fra le varie etichette (tab. 4). CARATTERISTICHE VERIFICA ETICHETTE TIPO I ETICHETTE TIPO II ETICHETTE TIPO III Rispetto di limiti prestazionali Ente terzo accreditato e indipendente Auto-dichiarazione del produttore Non richiesta Quantificazione degli impatti ambientali mediante LCA e specifici indicatori Ente terzo accreditato e indipendente DESTINATARI B2C B2C B2B e B2C SCOPO Selezione Informazione Informazione, quantificazione e comparazione UTILIZZO LCA Nei criteri ecologici Non richiesta Obbligatorio Tab. 4 Confronto fra le tre tipologie di etichettatura ambientale.

8 8/24 Si indicano, di seguito, le caratteristiche principali delle etichette ambientali di Tipo I Ecolabel Europeo e di Tipo III Dichiarazione Ambientale di Prodotto-EPD-, per le quali esistono dei casi di successo tra PMI Italiane produttrici di materiali da costruzione. Inoltre, si citano altri schemi di certificazioni di prodotto che non hanno dei riferimenti normativi ISO (International Standard Organization), come quelle descritte, ma che sono disciplinate da protocolli di altre organizzazioni, come il marchio NaturPlus e il marchio ANAB, per i materiali da costruzione. 3.1 Ecolabel Europeo L'Ecolabel (Regolamento CE n. 66/2010) è il marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale che a parità di standard prestazionali, si diversificano dai prodotti tradizionali presenti sul mercato. Il marchio Ecolabel, il cui logo è rappresentato da un fiore (fig. 1), è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello Europeo. Fig. 1 Simbolo del marchio Ecolabel europeo. L' Ecolabel è un attestato di eccellenza e pertanto viene concessa solo a quei prodotti che hanno un ridotto impatto ambientale. Il ridotto impatto viene garantito dal rispetto di definiti criteri ecologici 1 che riguardano specifici aspetti ambientali come: - consumo di energia, - inquinamento delle acque e dell aria, - protezione del suolo, - risparmio di risorse naturali, - produzione di rifiuti. I criteri ecologici per l Ecolabel, basati su un approccio LCA, sono frutto di studi specifici e tavoli tecnici di lavoro che coinvolgono diversi soggetti indipendenti e specialisti di settore. Finora sono stati sviluppati criteri per le categorie di prodotto e servizio elencate in tab. 5. PRODOTTI Ammendanti Calzature Carta per copia e carta grafica Coperture dure Detergenti multiuso Detersivi per bucato Detersivi per lavastoviglie Detersivi per piatti Prodotti tessili Prodotti vernicianti per interni ed esterni Saponi, shampoo e balsami per capelli Substrati di coltivazione Tessuto-carta SERVIZI Servizio di campeggio Servizio di ricettività turistica Tab. 5 Categorie di prodotti e servizi per i quali esistono i criteri Ecolabel. 1

9 9/24 Quando un azienda richiede il marchio Ecolabel per i propri prodotti, segue l iter indicato in fig.2. L azienda compila la documentazione tecnica specifica seguendo i criteri ecologici della categoria di prodotto a cui fa riferimento, invia la documentazione al Comitato Ecolabel-Ecoaudit, che avvalendosi del supporto tecnico di ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale) esamina, tramite un istruttoria i documenti ricevuti. Se l iter è positivo, viene effettuata la Notifica alla Commissione Europea e rilasciato il Marchio. Fig. 2 Iter per la richiesta del marchio Ecolabel. Il dossier del richiedente conterrà: - i modelli specifici compilati; - i rapporti di prova (contenenti i risultati delle analisi di laboratorio e il rispetto dei limiti soglia indicati nei criteri ecologici); - tutti i dati tecnici e le dichiarazioni riferite al prodotto da etichettare. Per ciascuna delle categorie di prodotto in tab. 5 esistono dei manuali tecnici (scaricabili all indirizzo web: che hanno lo scopo di fornire le informazioni e la documentazione necessarie per realizzare il dossier tecnico da allegare alla domanda di assegnazione dell Ecolabel. Nel settore dei materiali da costruzione, ad oggi, sono stati redatti i criteri per: - Prodotti vernicianti per interni ed esterni (requisiti generali ed esempi di alcuni criteri riportati in tab.6). L intero catalogo è scaricabile al link: _rev2.pdf. - Coperture dure, con una specifica tecnica per le sottocategorie rivestimenti tessili per pavimenti e rivestimenti in legno per pavimenti (requisiti generali ed esempi di alcuni criteri riportati in tab.7). L intero catalogo è scaricabile al link: %20EU%20ECOLABEL%20Coperture%20Dure.pdf.

10 10/24 PRODOTTI VERNICIANTI PER INTERNI/ESTERNI Comprende prodotti vernicianti per decorazione di interni, coloranti del legno e prodotti connessi destinati, ad uso professionale e non professionale, concepiti principalmente per al decorazione di interni e commercializzati come tali. REQUISITI GENERALI - un impiego efficiente del prodotto e la riduzione al minimo dei rifiuti, - diminuire i rischi ambientali e di altro genere (ad esempio per l ozono troposferico), riducendo le emissioni di solventi;, - ridurre il rilascio nelle acque di sostanze tossiche o comunque inquinanti. ESEMPI DI CRITERI CRITERIO PIGMENTO La pittura deve avere un contenuto in pigmenti bianchi pari o inferiori a 38 BIANCO CRITERIO 2 - IL CONTENUTO DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI CRITERIO METALLI PESANTI CRITERIO SOSTANZE CHIMICE g/m 2 di pellicola essiccata, con opacità pari a 98%. Contenuto di COV: pitture per pareti 30 g/l; altre pitture con una resa di 15 m2/l, con un potere coprente al 98% di opacità: 250 g/l tutti gli altri prodotti (comprese le pitture non destinate al rivestimento murale e con una resa inferiore a 15m2/l, le vernici, i coloranti per legno, i rivestimenti e le pitture per pavimenti e i prodotti correlati): 180 g/l. I componenti (sostanze o preparati) utilizzati nella formula non devono contenere i seguenti metalli pesanti: cadmio, piombo, cromo VI, mercurio, arsenico. Possono tuttavia contenere tracce o impurità provenienti dalla materia prima. Il contenuto di formaldeide libera nel prodotto non può superare i 10 mg/kg. Le sostanze che cedono formaldeide possono essere aggiunte solo in quantità tali da garantire che il contenuto totale di formaldeide libera non superi 10 mg/kg. Tab. 6 Alcuni criteri per i prodotti vernicianti per interni ed esterni. COPERTURE DURE PER PAVIMENTI E PARETI Comprende prodotti duri, per uso interno o esterno, che non abbiano rilevante funzione strutturale: pietra naturale, agglomerati lapidei, masselli, marmette di graniglia, piastrelle in ceramica e laterizi. CLASSIFICAZIONE DELLE COPERTURE DURE: - PRODOTTI NATURALI - PRODOTTI LAVORATI: prodotti induriti (agglomerati lapidei, masselli e marmette di graniglia) e prodotti cotti (piastrelle in ceramica e laterizi) REQUISITI GENERALI - la riduzione degli impatti sugli habitat e sulle rispettive risorse, - la riduzione del consumo di energia, - la riduzione delle sostanze tossiche o inquinanti rilasciate nell ambiente, - la riduzione dell uso di sostanze pericolose nei materiali e nei prodotti finiti, - la sicurezza e l assenza di rischi per la salute nell ambiente abitativo, - le informazioni che consentano al consumatore di usare il prodotto in maniera efficiente, riducendo al minimo l impatto ambientale complessivo. ESEMPI DI CRITERI CRITERIO 2 - SCELTA DELLE MATERIE PRIME CRITERIO 5 - GESTIONE DEI RIFIUTI Non può essere aggiunta alle materie prime alcuna sostanza o preparato cui è stata assegnata, o potrebbe essere assegnata al momento della domanda, una delle seguenti frasi di rischio (o combinazioni delle stesse): R45 (può provocare il cancro), R46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie), R49 (può provocare il cancro per inalazione), R50 (altamente tossico per gli organismi acquatici), R51 (tossico per gli organismi acquatici), R52 (nocivo per gli organismi acquatici), R53 (può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico), R54 (tossico per la flora), R55 (tossico per la fauna), R56 (tossico per gli organismi del terreno), R57 (tossico per le api), R58 (può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente), R59 (pericoloso per lo strato di ozono), R60 (può ridurre la fertilità), R61 (può danneggiare il feto), R62 (possibile rischio di ridotta fertilità), R63 (possibile rischio di danni al feto), R68 (possibilità di effetti irreversibili), come previsto dalla direttiva 67/548/CEE del Consiglio (direttiva sulle sostanze pericolose), e tenendo conto della direttiva 1999/45/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (direttiva sui preparati pericolosi). Tutti gli stabilimenti interessati alla produzione devono disporre di un sistema per il trattamento dei rifiuti e dei prodotti residui derivanti dal

11 11/24 CRITERIO 8 - IDONEITÁ ALL USO CRITERIO 1.1- MATERIE PRIME Applicabile solo ai prodotti naturali processo di produzione. Il sistema è documentato e spiegato nella domanda e sono fornite informazioni riguardanti almeno i tre aspetti seguenti: procedure per separare e utilizzare materiali riciclabili contenuti nel flusso dei rifiuti, procedure per il riciclo di materiali per altri usi, procedure per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Il prodotto deve essere idoneo all uso. La relativa documentazione potrà comprendere dati ottenuti mediante opportuni metodi di prova ISO, CEN o equivalenti, quali procedure di prova nazionali o interne all azienda. Deve essere specificato chiaramente il tipo d uso cui è destinato il prodotto: parete, pavimento o parete/pavimento se è idoneo per entrambi gli impieghi. a) Per le cave e le attività estrattive di pietre naturali tutte le seguenti condizioni devono essere rispettate: assenza di interferenze con l eventuale acquifero confinato, assenza di interferenze con corpi idrici superficiali dove esistono punti di captazione o sorgenti, oppure se il corpo idrico è compreso nel registro delle zone protette di cui alla direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, oppure se il flusso medio del corso d acqua è > 5 m 3 /s, esistenza di un sistema chiuso per il recupero delle acque di scarico, per evitare la dispersione nell ambiente degli scarichi delle segatrici e per alimentare il circuito di riciclo. L acqua deve essere contenuta in stretta prossimità del luogo delle operazioni estrattive e successivamente convogliata in tubature chiuse all impianto di trattamento. L acqua deve essere riciclata dopo la depurazione. b) Inoltre, la gestione dell estrazione delle materie prime per le pietre naturali è valutata con un punteggio calcolato sulla base di una matrice di 6 indicatori. Il punteggio totale è basato sulla somma dei punteggi individuali assegnati a ciascun indicatore, moltiplicato da un fattore di ponderazione (W). Le cave devono ottenere un punteggio ponderato minimo di 19 punti per poter ricevere il marchio Ecolabel. Inoltre, il punteggio per ogni indicatore deve essere superiore o inferiore alla soglia specificata, a seconda del caso. per il calcolo del punteggio si rimanda al dettaglio del manuale. Tab. 7 Alcuni criteri per i prodotti coperture dure per pavimenti e pareti. Ad oggi, in Italia, i prodotti a marchio Ecolabel sono complessivamente 673 di cui 328, appartenenti al gruppo di prodotti coperture dure e 34 al gruppo di prodotti vernicianti per interni ed esterni. Al link: è possibile visionare quali sono, per ogni categoria di prodotto: - le aziende produttrici - i prodotti a marchio Ecolabel, - il numero complessivo di registrazione Ecolabel. 3.2 EPD International System L EPD (Environmental Product Declaration) è un documento che accompagna prodotti e servizi e permette di comunicare informazioni dettagliate, credibili e verificabili, relative alla prestazione ambientale dei prodotti stessi. È uno strumento volontario di informazione ambientale che contiene i dati relativi ai potenziali impatti generati da prodotti o servizi nell arco del loro intero ciclo di vita. L EPD appare come un insieme di dati ambientali quantificati riferiti a indicatori prestabiliti (categorie di impatto), la quantificazione degli impatti è basata su uno studio di LCA. La finalità principale di questo strumento è quella di evidenziare le performance ambientali di un prodotto o servizio, aumentandone la visibilità e l accettabilità sociale e promuovendo un confronto tra prodotti funzionalmente equivalenti.

12 12/24 Le Linee Guida di riferimento per lo schema di convalida sono state sviluppate in Svezia dallo Swedish Environmental Management Council e prevedono la verifica da parte di un Organismo accreditato indipendente che garantisca la veridicità delle informazioni contenute nella EPD, la norma di riferimento è la General Programme Instructions, The International EPD system Corporation (IEC),version 1 del 29/02/2008, nella quale sono contenuti i requisiti e le modalità da seguire per l implementazione di una EPD. Tale norma ha sostituito il precedente regolamento MSR1999:2. Lo schema dell EPD International System, che fa parte del network Global Type III Environmental Product Declarations Network (GEDnet) è gestito da una Segreteria tecnica e da un Comitato tecnico, composto da membri internazionali, coordinato mediante un portale online ( nel quale è possibile ottenere e scambiare tutte le informazioni relative al sistema, effettuare consultazioni aperte ed accedere ai documenti EPD di tutte le aziende certificate. I contenuti di una EPD, generalmente comprendono: - la descrizione dell azienda e del servizio o prodotto oggetto della dichiarazione; - la dichiarazione della presentazione ambientale del prodotto o servizio: è la parte fondamentale poiché in tale sezione l azienda comunica al pubblico il profilo ambientale del prodotto, attraverso i parametri quantificati la cui validità è garantita dalla convalida dell Organismo indipendente di certificazione; - le informazioni aggiuntive provenienti dall azienda (circa le modalità per un uso ecologicamente corretto del prodotto o per il suo appropriato smaltimento); - altre informazioni in cui sono dichiarate, ad esempio, altre certificazioni in possesso dell azienda e altre informazioni necessarie come i riferimenti dell Organismo indipendente di certificazione. Le informazioni pubblicate su una EPD devono essere appropriate per gruppo di prodotto ed è per questo che il sistema prevede, l elaborazione delle cosiddette PCR (Product Category Rules) che costituiscono il documento identificativo di ogni singolo gruppo di prodotti, a cui il produttore deve far riferimento per essere conforme al sistema. La PCR contiene la definizione delle caratteristiche tecniche e funzionali della categoria di prodotto specifica e i requisiti da seguire per l effettuazione dello studio LCA e la redazione della EPD. Lo scopo di una certificazione di questo tipo è di incoraggiare la domanda e l offerta di quei prodotti che possano essere meno d impatto sull ambiente e innescare un meccanismo di miglioramento continuo delle prestazioni competitive e ambientali. L EPD ha una validità di 3 anni durante i quali è sottoposta ad una revisione di mantenimento annuale, convalidata dall Organismo competente, per consentire l aggiornamento dei dati di produzione. I vantaggi di una dichiarazione ambientale di prodotto posso essere espressi in termini di: - informazione e trasparenza verso i consumatori e gli utilizzatori professionali; - maggiore competitività del prodotto sul mercato; - miglioramento dell immagine; - strumento di benchmarking; - sinergia con altri strumenti di gestione ambientale; - acquisizione di dati utili alla conoscenza dei propri sistemi produttivi e monitoraggio nel tempo delle performance ambientali ed energetiche. Il trend dei prodotti/servizi certificati EPD in Italia mostra segnali di crescita positivi. A luglio 2011, sul territorio nazionale, si contava all incirca il 16% in più di prodotti/servizi certificati EPD (da 55 a 64). Rispetto agli altri Paesi nel mondo, l Italia è al secondo posto con il 40% dei totali prodotti/servizi certificati EPD, dopo la Svezia. In figura 3 il rapporto tra certificazioni EPD in Italia rispetto al mondo, per categoria merceologica.

13 3 13/ WOOD AND PAPER TILE AND FURNITURE, ETC. CTS AND BEVERAGES RUBBER, PLASTICS, GLASS AND CHEMICALS TRANSPORT EQUIPMENT AND SERVICES MACHINERY AND APPLIANCES SERVICES ENERGY AND WATER FOOD PRODUCTS AND BEVERAGES TEXTILE AND FURNITURE, ETC WOOD AND PAPER 3 27 RUBBER, PLASTICS, GLASS AND CHEMICALS MACHINERY AND APPLIANCES TRANSPORT EQUIPMENT AND SERVICES ITALIA MONDO ITALIA MONDO SERVICES Fig. 3 Certificazioni EPD in Italia e nel mondo. Nel settore dei materiali da costruzione, ad oggi, esistono diverse EPD di aziende italiane quali: - tegole in calcestruzzo; - serramenti, - isolanti plastici; - vernici; - cemento; - blocchi in cemento. 3.3 Il marchio Natureplus Il marchio Natureplus è un marchio di qualità internazionale che individua i prodotti caratterizzati da un alto livello di qualità rispetto a salute, impatto ambientale e funzionalità. L etichetta nasce su iniziativa di un associazione di origine tedesca che si occupa di certificazione di prodotti da costruzione e arredamento per la casa (Internationaler Verein für zukunftsfähiges Bauen und Wohnen natureplus e.v.) ed è rappresentato dal logo in fig.4. Fig. 4 Logo del marchio tedesco Naturplus. I prodotti certificati Natureplus devono rispettare i criteri generali che vengono presentati nel documento Award guide line 0000 Basic Criteria for awarding the seal of quality Nature Plus e quelli più specifici per le diverse tipologie di prodotto, ad esempio per gli isolanti esiste il riferimento Award guideline Insulating material made from renewable raw material. Il marchio Natureplus nasce per garantire ai prodotti certificati un immagine di rispetto per la salute, di produzione sostenibile, di risparmio di risorse naturali non rinnovabili e di facilità di posa in opera. I prodotti contrassegnati con questo marchio sono costituiti per una percentuale maggiore da materie prime rinnovabili o rigenerabili.

14 14/24 I criteri per la certificazione sono definiti scientificamente, su incarico dell organizzazione di Natureplus, da parte di esperti indipendenti provenienti da istituti di controllo, associazioni di consumatori e organizzazioni ambientaliste, in collaborazione con l'industria (alcuni esempi in tab.8). Il marchio è pensato per essere utile ai consumatori, agli architetti, agli artigiani, alle aziende di costruzioni e, più in generale, a tutti gli interessati del settore edile, quale strumento di orientamento nella scelta di prodotti sostenibili e, quindi, rispettosi dell'ambiente e della salute. ESEMPI DI CRITERI NATURPLUS Il prodotto: - non deve contenere sostanze pericolose per la salute e l ambiente (vengono indicate le prove di laboratorio e i livelli limite (mg/kg)). - viene valutato l impatto in fase di produzione del materiale per minimizzare: i consumi di energia in fase di produzione, l inquinamento di acqua e aria, gli scarti, le produzioni ad elevato rischio per la salute dell uomo e dell ambiente. - viene valutato il processo anche nelle fasi di imballaggio, installazione e utilizzazione finale. Tab. 8 Alcuni criteri del marchio Natureplus. 3.4 Il marchio Anab ANAB (Associazione Nazionale Architettura Biologica) ha sviluppato in Italia uno standard di valutazione per la sostenibilità dei prodotti per l'edilizia. L'attività è iniziata nel 1999, con l'istituzione del marchio di qualità bioecologica ANAB-IBO-IBN e oggi ha il logo indicato in fig.5. Fig. 5 Logo del marchio ANAB prodotto certificato per la bioedilizia L ottenimento di tale marchio è basato su metodi di valutazione, tra cui l analisi del ciclo di vita LCA, con criteri indicati in un protocollo messo a punto da ANAB. L organismo per le attività di controllo è ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale). Le categorie merceologiche in cui è attualmente possibile reperire materiali e prodotti certificati ANAB per la bioedilizia sono le seguenti: - laterizi termici; - laterizi per muratura/pavimentazione; - blocchi-cassero per solaio; - isolanti termici/acustici; - isolanti premiscelati; - malte/intonaci; - pietra ricostruita; - trattamenti per legno; - prodotti ceramici.

15 15/24 4. Casi reali di applicazioni di successo a PMI produttrici di materiali da costruzione Ai materiali e componenti per l edilizia viene attribuito un ruolo fondamentale nell incremento degli impatti ambientali di un manufatto architettonico: l estrazione di materie prime causa la diminuzione delle risorse, la produzione e il trasporto di prodotti edili consuma risorse e genera emissioni mentre i rifiuti edili spesso generano problemi legati all inquinamento del suolo (quando soprattutto la loro destinazione è la discarica anziché il riuso come sottofondi stradali). Negli ultimi anni infatti, molte aziende produttrici di materiali da costruzione orientano le proprie produzioni verso il contenimento degli impatti ambientali e dei consumi energetici. In tale direzione la metodologia LCA ha trovato consenso nell applicazione come supporto fondamentale a partire dalla fase di progettazione, soprattutto nella scelta di materiali meno impattanti e nel monitoraggio dei cicli produttivi. È stato stimato che In Europa il settore edilizio e dei materiali da costruzione è responsabile del: - 45% dell energia totale prodotta; - 50% dell inquinamento atmosferico generato; - 50% delle risorse usate. - 50% dei rifiuti prodotti all anno. Si stima infatti che i comparti che risultano più colpiti siano: lo sfruttamento di risorse materiali ed energetiche non rinnovabili, l uso del territorio e la produzione di rifiuti da demolizione. L obiettivo principale di uno studio LCA è quello di calcolare gli impatti ambientali di un prodotto, processo o attività: per impatto si intende, in termini molto generali, l effetto che una determinata azione può avere potenzialmente su alcuni problemi ambientali, definiti da specifici indicatori (ad es.): riscaldamento globale, assottigliamento della fascia di ozono, fenomeni di acidificazione ed eutrofizzazione, tossicità acquatica o del suolo ecc. In pratica, con uno studio LCA, è possibile quantificare il contributo che il rilascio di una sostanza, il consumo di risorse o la produzione di rifiuti può arrecare a specifiche categorie di impatto ambientale: ad esempio l emissione in aria di formaldeide contenuta nelle vernici può generare effetti nocivi in termini di tossicità delle acque. Si indicano di seguito, due casi di successo di aziende italiane del settore: - l esperienza dell Associazione Produttori Tegole in Cemento (APTC) che ha incoraggiato i suoi associati al conseguimento dell etichetta EPD di quattro aziende; - l esperienza della CORMO soc. coop., produttore di porte e finestre che, dopo avere condotto studi LCA per alcuni dei suoi prodotti, ha ottenuto l EPD per 2 tipologie di serramenti e componenti oscuranti. 4.1 L applicazione dell LCA alla produzione delle tegole in calcestruzzo per l ottenimento della EPD L applicazione della Dichiarazione Ambientale EPD al prodotto tegola in calcestruzzo è frutto di un progetto avviato in collaborazione con l Associazione Produttori Tegole in Cemento (APTC) volto a incoraggiare la sostenibilità ambientale tra le aziende associate e sviluppare la diffusione dell etichettatura EPD per un prodotto innovativo per le coperture. L obiettivo è anche quello di promuovere i vantaggi ambientali legati alla tegola in calcestruzzo quali la possibilità di recuperare completamente gli scarti di produzione, la durabilità nel tempo e il risparmio energetico. Al progetto (2007) hanno partecipato le quattro associate all APTC, le quali hanno dimostrato un forte interesse per la comunicazione e all impegno ambientale.

16 16/24 Per lo studio LCA i confini del sistema (fig.6) vanno dall approvvigionamento delle materie prime, di cui si includono l estrazione, la trasformazione e i trasporti, fino alla distribuzione del prodotto finito agli utilizzatori. Le fasi del ciclo produttivo della tegola in calcestruzzo comprendono: - estrazione materia prima, - trasporto della materia prima nei siti di produzione, - manifattura all interno dello stabilimento (impasto, presso-estruzione, boiaccatura, resinatura, essiccazione naturale, distacco dal fondello, imballaggio del prodotto finito, manutenzione ordinaria dei macchinari, scarti di tegola ed emissioni in aria). Per la fase d uso si includono i trasporti di distribuzione agli utenti finali. Fig. 6 Confini del sistema e ciclo produttivo delle tegole in calcestruzzo. L unità di riferimento (la cosiddetta unità funzionale) per la raccolta dati e per l elaborazione dei risultati è 1 tonnellata (t) di tegole con superficie boiaccata pronte per la vendita (ovvero considerando le tegole prodotte escluso le tegole scartate), il riferimento temporale per la raccolta dei dati è pari ad un anno di produzione. I dati raccolti nell inventario sono stati processati ed elaborati (mediante un software per LCA) in modo da avere, per ciascuno degli specifici indicatori richiesti dal sistema EPD, un valore numerico di impatto. Ciascuna di queste categorie ha una propria unità di misura espressa in termini di sostanze equivalenti. In tab. 9 si indicano i risultati dell analisi di impatto ambientale relativa alle fase di produzione di 1 t di tegole in calcestruzzo con superficie boiaccata per le cinque categorie d impatto, in base al regolamento MSR 1999:2. I valori indicati in tabella rappresentano una media fra i valori di ciascuna delle 4 aziende che hanno conseguito l EPD del proprio prodotto tegola in calcestruzzo con superficie boiaccata. Tali valori, quindi, non sono quelli riportati nelle EPD di ciascuna azienda ma costituiscono un valore rappresentativo per la categoria di prodotto tegola in calcestruzzo.

17 17/24 INDICATORI POTENZIALI IMPATTI AMBIENTALI QUANTITÀ DI SOSTANZA EMESSA PER 1 t DI PRODOTTO RISCALDAMENTO GLOBALE (GWP100) 270 kg CO 2 eq ASSOTTIGLIAMENTO STRATO DI OZONO (ODP) 1,5E-5 kg CFC-11 eq FORMAZIONE OSSIDANTI FOTOCHIMICI 0,016 kg C 2H 4 eq EUTROFIZZAZIONE 3,9 kg O 2eq ACIDIFICAZIONE kmol H+ eq Tab. 9 Impatti potenziali calcolati della produzione della tegola in calcestruzzo [valori medi per 1 t di tegole]. Dall analisi del ciclo di vita della tegola, si può evidenziare, ad esempio per la categoria Global Warming, quali sono le fasi e i flussi che maggiormente incidono sui potenziali impatti. Il grafico in figura 7 descrive una delle informazioni che si possono avere mediante uno studio LCA come, ad esempio, la valutazione del contributo agli impatti di ciascuna delle fasi della produzione della tegola. 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% cemento elettricità trasporti Global w arming metano imballaggi additivi altri Fig. 7 Contributo all impatto per l indicatore Riscaldamento globale (kg CO 2 eq) dei processi principali del ciclo di vita della tegola in calcestruzzo [% per 1 t di tegole medie] Come si evidenzia dal grafico il contributo maggiore è dovuto alla produzione di cemento (con una incidenza pari all 80% circa), materiale che di per sé è molto energivoro. Le altre componenti che intervengono nel processo produttivo come ad esempio l energia elettrica di stabilimento, i trasporti per l approvvigionamento delle materie prime, le sostanze additivanti o gli imballaggi, non hanno lo stesso peso significativo. La durabilità delle tegole in calcestruzzo La fase d uso per il prodotto tegola in cemento riguarda, oltre alla gestione delle fasi di cantiere e alla gestione del piano di sicurezza per lavori in quota: il progetto della copertura, la posa in opera degli elementi del manto impermeabile e la manutenzione della copertura, che sono aspetti particolarmente finalizzati alla durabilità del tetto. La caratteristica della durabilità è un aspetto fondamentale di un opera edilizia perché gli consente di durare nel tempo ed esplicare le proprie prestazioni il più a lungo possibile. La durabilità di una copertura dipende dalla qualità dei materiali, dalle tecniche adottate per la messa in opera e dagli eventi a cui è soggetta. Le tegole in calcestruzzo generalmente sono garantite 30, 40 anni ma hanno una durata stimabile pari a quella stessa dell edificio ( anni). La gestione del fine vita In un ottica di ciclo di vita è molto importante comunicare quali sono i trattamenti di smaltimento finale, nel rispetto della normativa ambientale vigente, per le tegole in calcestruzzo. L ottica è quella di seguire le migliori tecnologie disponibili favorendo trattamenti di recupero o di riciclo del materiale anziché la dismissione in discarica. Una delle caratteristiche principali delle tegole in calcestruzzo è che possono essere totalmente reimpiegabili, dopo frantumazione, come inerti in altre produzioni e/o manufatti. Questo induce a favorire la diffusione di criteri di demolizione selettiva degli edifici.

18 18/ L EPD dei serramenti in legno In un ottica di miglioramento delle proprie prestazioni ambientali e di comunicazione attendibile e trasparente delle performance del proprio ciclo produttivo la Cormo soc. coop. di Reggio Emilia ha deciso di intraprendere, dal 2008, un percorso di certificazione volontaria di alcuni dei prodotti che commercializza mediante lo strumento della dichiarazione ambientale di prodotto EPD. I prodotti scelti sono i due serramenti denominati S1 ed S3 e due delle soluzioni oscuranti abbinate ad S1 ed S3. Ai fini della implementazione della EPD è stato necessario procedere ad una analisi LCA in cui sono state evidenziate le fasi di produzione e uso del prodotto inteso come utilizzo in un abitazione tipo ove le finestre possono essere installate (fig.8). Fig. 8 Modelli di serramento/corpo finestrato certificati EPD. Lo studio ha considerato l intero ciclo di vita del serramento, dalla raccolta delle materie prime per la produzione della finestra (principalmente legno) e relativi accessori, fino al utilizzo del serramento in edilizia. Il ciclo di vita può essere distinto nelle due grandi fasi: - produzione: comprende la produzione del legno, la sua lavorazione (segatura, profilatura, ecc.), la produzione di tutta le ferramenta e delle colle utilizzate per l assemblaggio del serramento e la produzione delle vernici della finestra. - uso: comprende il trasporto del prodotto in cantiere, la sua posa in opera, il calcolo del fabbisogno energetico che interessa la finestra e necessario al riscaldamento invernale e condizionamento estivo per 30 anni (durata del serramento) e la manutenzione della finestra. Per la EPD, nella caratterizzazione degli impatti, non si considera il fine vita della finestra poiché la Cormo non è in grado di fornire dei dati certi sul suo smaltimento finale, strettamente legato al comportamento dell utilizzatore finale. Il ciclo di vita del serramento/corpo finestrato è indicato, sinteticamente, in fig.9. APPROVVIGIONAMENTO LEGNO PRODUZIONE MATERIALI AUSILIARI PRODUZIONE SERRAMENTO FASE DI PRODUZIONE TRASPORTO IN CANTIERE FASE DI USO POSA IN OPERA MANUTENZIONE FABBISOGNO ENERGETICO Fig. 9 Confini del sistema del serramento/corpo finestrato. L unità funzionale di riferimento per lo studio è l area visibile del serramento, misurata in m 2. Per ciascuno dei 4 prodotti vengono evidenziati i valori di impatto separatamente per le fasi di produzione e uso (tab.10). Gli impatti sono calcolati in base al regolamento MSR 1999:2.

19 19/24 FINESTRA S1 IN PINO MASSICCIO SVEDESE DOPPIA ANTA FINESTRA S1 IN PINO MASSICCIO SVEDESE DOPPIA ANTA CON AVVOLGIBILE IN PVC E CASSONETTO IN PINO (MONOBLOCCO) FINESTRA S3 IN PINO MASSICCIO SVEDESE DOPPIA ANTA FINESTRA S3 DOPPIA ANTA CON ANTONE INTELAIATO IN PINO MASSICCIO SVEDESE (BLOCCO) INDICATORI IMPATTO U.M. PRODUZIONE USO RISCALDAMENTO GLOBALE kg CO2 eq 138, ,19 (GWP100) ASSOTTIGLIAMENTO STRATO DI kg CFC-11eq 4E-5 1,85E-5 OZONO (ODP) FORMAZIONE OSSIDANTI kg C2H4 eq 0,0073 0,04 FOTOCHIMICI EUTROFIZZAZIONE kg O2 eq 3,34 13,43 ACIDIFICAZIONE kmol + eq 18,12 49,07 INDICATORI IMPATTO U.M. PRODUZIONE USO RISCALDAMENTO GLOBALE kg CO2 eq 185, ,45 (GWP100) ASSOTTIGLIAMENTO STRATO DI kg CFC-11eq 5,1E-5 1,69E-5 OZONO (ODP) FORMAZIONE OSSIDANTI kg C2H4 eq 0,009 0,0346 FOTOCHIMICI EUTROFIZZAZIONE kg O2 eq 5,052 11,5 ACIDIFICAZIONE kmol + eq 25,22 42,28 INDICATORI IMPATTO U.M. PRODUZIONE USO RISCALDAMENTO GLOBALE kg CO2 eq 161, ,74 (GWP100) ASSOTTIGLIAMENTO STRATO DI kg CFC-11eq 4,55E-5 1,78E-5 OZONO (ODP) FORMAZIONE OSSIDANTI kg C2H4 eq 0,0082 0,0384 FOTOCHIMICI EUTROFIZZAZIONE kg O2 eq 3,93 12,89 ACIDIFICAZIONE kmol + eq 21,23 47,19 INDICATORI IMPATTO U.M. PRODUZIONE USO RISCALDAMENTO GLOBALE kg CO2 eq 283,2 1857,42 (GWP100) ASSOTTIGLIAMENTO STRATO DI kg CFC-11eq 0,843E-4 1,75E-5 OZONO (ODP) FORMAZIONE OSSIDANTI kg C2H4 eq 0,013 0,0342 FOTOCHIMICI EUTROFIZZAZIONE kg O2 eq 8,02 11,28 ACIDIFICAZIONE kmol + eq 45,96 41,66 Tab. 10 Impatti potenziali calcolati per le 4 tipologie di finestre [valori EPD anno 2010]. I valori in tabella che forniscono le informazioni relative agli impatti del ciclo di vita delle finestre, analizzando in maniera più approfondita la fase di produzione si desume che per tutti e quattro i prodotti le criticità maggiori riguardano: - la materia prima legno, coltivata e raccolta in Svezia e trasportata in Italia su rotaia; - i consumi energetici e idrici per le varie fasi di lavorazione del legno (segatura, profilatura, ferramentatura, ecc.). Nella fase di uso, invece, seppure con contributi poco differenti, l impatto prevalente è quello del fabbisogno energetico per il condizionamento ambientale, in particolare per ciascun serramento il corrispondente corpo finestrato comporta un risparmio energetico poiché, grazie all azione dei componenti oscuranti, la trasmittanza si riduce e così il fabbisogno energetico. Un risultato interessante è che, comparando il ciclo di vita del serramento S1 con quello del serramento S3, i risultati globali dimostrano che S1 è meno impattante rispetto ad S3 per la fase di produzione, mentre nella fase di uso la finestra S3 ha una criticità ambientale minore a causa di un fabbisogno energetico più ridotto. Nel complesso, quindi, e considerando l intero ciclo di vita, i due serramenti risultano in qualche modo analoghi (fig. 10).

20 20/ FINESTRA S1 IN PINO MASSICCIO SVEDESE DOPPIA ANTA FINESTRA S3 IN PINO MASSICCIO SVEDESE DOPPIA ANTA Riscaldamento globale (gwp100) Assottigliamento strato di ozono (odp) Formazione ossidanti fotochimici Eutrofizzazione Acidificazione Fig. 10 Confronto fra impatti del serramento S1 e impatti del serramento S3. Valutazioni conclusive I due casi studio illustrati dimostrano le potenzialità sia dello strumento LCA che della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD). La Dichiarazione Ambientale di Prodotto è uno strumento efficace per dimostrare la responsabilità nell utilizzo e nella gestione delle risorse, oltre che un mezzo per comunicare con consumatori e stakeholders l impegno delle aziende allo sviluppo sostenibile. Il supporto di un metodo scientifico come l LCA garantisce l autorevolezza delle informazioni e permette di dare garanzia sia ai consumatori che alle aziende stesse. Infatti le imprese, utilizzando tali strumenti sono in grado di: - monitorare nel tempo le proprie performance ambientali; - progettare con un approccio di eco-design; - valutare miglioramenti dei ciclo produttivi; - generare risparmi economici derivanti da un minore o migliore uso di risorse e di energia. In entrambi i casi le aziende hanno utilizzato le etichette EPD per aprirsi a nuovi mercati orientati alla sostenibilità, è stata quindi perseguita un ottica di benchmarking con prodotti analoghi con l obiettivo di risultare più competitivi nelle aree dell'ambiente, dell'energia, della sicurezza-salute, della qualità di sistema e qualità di prodotto. Inoltre l utilizzo della metodologia LCA ha consentito la definizione di strategie aziendali anche in termini di progettazione di prodotti e/o processi alternativi e più sostenibili.

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