I LAGHI LAGOAGO MAGGIOREAGGIORE. Bacino imbrifero e sotto bacini del Lago Maggiore
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- Irene Roberto
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1 I LAGHI Carta delle vocazioni ittiche - Risultati LAGOAGO MAGGIOREAGGIORE Latitudine ( N): Longitudine ( E): Altitudine (m s.l.m.) 193,8 Altitudine max bacino imbrifero (m s.l.m.) Superficie lago (km 2 ) 212 Superficie bacino imbrifero naturale (km 2 ) Rapporto areale bacino /lago 31 Lunghezza della costa 170 (km) Profondità massima (m) 370 Profondità media (m) 177 Volume d acqua (km 3 ) 37,5 Bacino imbrifero e sotto bacini del Lago Maggiore Tempo teorico di ricambio (anni) 4,1 Origine Glaciale terminale Emissario Fiume Ticino Fiume Po SVIZZERA PIEMONTE LOMBARDIA (Prov ov. Varese) TOTALE Bacino imbrifero [km 2 ] Bacino lacustre [km 2 ] 42, ,6 79
2 Il Lago Maggiore, noto anche come Verbano, è ubicato sul confine tra Lombardia, Piemonte e territorio svizzero: in particolare è costituito da un area elvetica compresa nel Cantone Ticino e da due zone, separate, in territorio italiano: una, a Est, in provincia di Varese ed una, a Ovest in Piemonte. Assieme al Lago di Como, al Lago di Garda, al Lago di Iseo, al Lago di Lugano e al Lago d Orta il Verbano appartiene ai grandi laghi glaciali terminali prealpini. Il Bacino Imbrifero ricopre una superficie di notevole estensione (6599 km 2 ), equamente ripartita tra Italia e Svizzera, rispettivamente e km 2. Queste elevate superfici determinano un rapporto fra l intero bacino imbrifero e lo specchio lacustre particolarmente elevato (30,05) che è indice evidente dell influenza del territorio sulle caratteristiche idrologiche, chimiche e biologiche del lago. Nelle sue linee generali, il bacino è caratterizzato da rilievi montuosi assai elevati (altitudine massima Punta Dufour m s.l.m.) ubicati in prevalenza nel territorio piemontese e svizzero, mentre l altimetria è contenuta nelle prealpi varesine dove raggiunge la quota massima sul Monte Paglione (1594 m s.l.m.), sul confine con il territorio elvetico. Per quanto riguarda la porzione di bacino imbrifero interna alla Provincia di Varese, essa si estende per circa 700 km 2, corrispondenti a poco più del 10% dell intero bacino imbrifero. All interno dell area varesina scorrono alcuni dei principali immissari di sponda sinistra tra cui si citano: il Torrente Giona, che raccoglie le acque della Val Veddasca, il Fiume Tresa, emissario del Lago di Lugano; il Torrente Margorabbia, che si immette nel Fiume Tresa poco prima della confluenza nel lago, il Torrente Boesio, che raccoglie le acque della Val Cuvia, il Fiume Bardello, emissario del Lago di Varese ed il Torrente Acquanera, emissario del Lago di Monate. L emissario del Lago Maggiore è il Fiume Ticino che segna il confine tra Lombardia e Piemonte fino all ingresso nella provincia di Pavia, per poi immettersi nel Fiume Po. Caratterizzazione chimico-fisica delle acque In questa parte viene analizzato l andamento dei parametri chimico-fisici descritti nella precedente parte metodologica. In particolare, per i parametri d interesse, sono stati costruiti dei grafici che descrivono l andamento temporale lungo la colonna d acqua nel triennio ; i dati di riferimento sono stati desunti dai rapporti dell' Istituto Italiano di Idrobiologia C.N.R: Ricerche sull evoluzione del Lago Maggiore. Aspetti limnologici. Programma quinquennale Campagne Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere. I grafici rappresentano chiaramente l evoluzione stagionale dei parametri. La stazione di Ghiffa, a cui si riferiscono i valori dei parametri presentati in questa parte, rappresenta il punto più profondo del lago in cui il fondale raggiunge i 370 metri (è localizzata in corrispondenza di Porto Valtravaglia). In Figura 61 è possibile osservare l andamento della temperatura; dal grafico si evince che le acque del lago raggiungano l isotermia alla fine dell inverno, periodo in cui la temperatura è compresa tra i 6,4 ed i 7 C lungo l intera colonna d acqua. Sembrerebbe inoltre che nel triennio rappresentato nel grafico si sia verificato un lieve riscaldamento delle acque ipolimnetiche. Durante l estate avviene invece la stratificazione delle acque lacustri: alla fine dell estate il lago è completamente stratificato e viene raggiunta una temperatura in superficie di 22 C che determina un gradiente tra fondo e strato superficiale di circa 16 C. La stratificazione termica interessa di fatto i primi metri di profondità, al di sotto dei quali la temperatura dell acqua è costantemente compresa tra i 5,5 C i 7 C gradi centigradi. 80
3 In Figura 62 è invece riportato l andamento della percentuale di saturazione dell ossigeno disciolto nel periodo Dal grafico si vede con chiarezza che in superficie permane per tutta l estate uno stato di sovrasaturazione dovuta alla produzione primaria da parte delle alghe; tale fenomeno è particolarmente evidente durante la stagione primaverile in cui si hanno le più importanti fioriture algali. Terminata la produzione primaria, si osserva un consumo d ossigeno nelle acque tra i mesi d agosto ed ottobre che interessa una profondità compresa tra i 20 ed i 40 metri, ma che non determina particolari deficit d ossigeno (la concentrazione si mantiene costantemente superiore ai 6 mg/l). Altro aspetto particolarmente interessante che si evince dal confronto tra temperatura ed ossigeno disciolto sulla colonna, a circolazione invernale terminata (febbraio-marzo), è la profondità massima di mescolamento delle acque del lago (Figura 65). Dal grafico si nota che il completo mescolamento non avviene tutti gli anni: dai dati sperimentali si rileva, infatti, che l ultimo completo mescolamento risale al 1970, mentre negli ultimi anni il rimescolamento delle acque lacustri ha mediamente interessato i primi 150 metri della colonna d acqua. Figura 61: Andamento della temperatura nel periodo (Stazione di Ghiffa) Figura 62: Andamento dell ossigeno disciolto (% di saturazione) nel periodo (Stazione di Ghiffa) 81
4 Figura 63: Andamento del fosforo nel periodo (Stazione di Ghiffa) Figura 64: Andamento della trasparenza nel periodo (Stazione di Ghiffa) Figura 65: Profondità di rimescolamento del Lago Maggiore (periodo ) 82
5 Il fosforo, come per gli altri laghi esaminati in questo studio, rappresenta l elemento che controlla la produzione algale. L andamento storico evidenzia una marcata diminuzione della concentrazione del nutriente nelle acque lacustri; negli ultimi trenta anni si è, infatti, passati da µg/l a valori prossimi a 10 µg/l (Figura 63). Tale netto miglioramento è ascrivibile alla diminuzione del carico di fosforo esterno apportato annualmente al lago che, dal 1979 ad oggi, si è ridotto di oltre il 60 %; si è infatti passati da un carico afferente di 600 tonnellate di P/anno alle attuali 219 (dato relativo al 1997). Per quanto concerne infine la trasparenza, nel Lago Maggiore la massima trasparenza si ha nei mesi invernali (fino a 14 metri), mentre durante le fioriture primaverili o estive il valore del disco di Secchi scende fino a 3 metri. Il Lago Maggiore secondo il Decreto legislativo n 152/1999n La procedura di classificazione proposta dal Testo Unico sulla tutela delle acque dall inquinamento (Dlgs n 152/99) è stata applicata utilizzando i valori riferiti al 1997, campionati presso la stazione di Ghiffa (Fonte dati: Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere). La valutazione dello stato ecologico del Verbano, secondo la metodologia di classificazione descritta nelle metodologie, lo pone in CLASSE 3. Tale risultato è ascrivibile alla concentrazione massima di clorofilla misurata nelle acque. Lo stato ambientale del Verbano, secondo lo schema illustrato in Figura 66 è SUFFICIENTE. In conclusione, secondo le metodiche proposte dal recente strumento normativo, il Lago Maggiore si trova attualmente in discrete condizioni sia dal punto di vista ambientale che da quello ecologico. Sarà interessante confrontare i risultati appena esposti con quelli emersi in sede di classificazione trofica del lago. Figura 66: Stato ecologico del Lago Maggiore Livello trofico naturale del Lago Maggiore e classificazione delle sue acque È stata calcolata la concentrazione di fosforo naturale secondo le diverse metodiche precedentemente descritte, che fanno uso dell indice morfoedafico; analogamente è stato determinato il livello naturale e la concentrazione obiettivo, seguendo le indicazioni proposte da Piano Regionale di Risanamento delle Acque. I risultati sono riportati in Tabella
6 Per quanto concerne invece l andamento trofico delle acque lacustri negli ultimi anni, sono state applicate le metodiche OECD a valori fissi e probabilistica, utilizzando i dati raccolti dalla Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere, relativi alle campagne svolte negli anni 1978, 1988 e In Tabella 30 sono riportati i risultati dell applicazione della classificazione a valori fissi secondo le classi riportate nelle metodologie. In Figura 67 è invece riportato il risultato della classificazione probabilistica secondo la concentrazione di fosforo totale. Dall applicazione delle diverse metodiche di classificazione per caratterizzare lo stato trofico del Lago Maggiore emerge quanto segue: La concentrazione naturale di fosforo, calcolata con la metodica MEI, risulta essere compresa tra 3 e 7 µg di P/l, a cui corrisponde un livello trofico naturale di oligotrofia (Tabella 29). La concentrazione naturale di fosforo, calcolata secondo quanto proposto dal PRRA, risulta essere di 7 µg di P/l (oligotrofia); la concentrazione obiettivo finale, stabilita dal PRRA come concentrazione naturale aumentata del 25%, risulta invece di circa 8,7 µg di P/l (Tabella 29). Secondo la classificazione OECD a valori fissi (Tabella 30) eseguita utilizzando tutte le grandezze di riferimento contemplate, il lago risulta attualmente in condizioni di oligo-mesotrofia. Dall andamento temporale dei dati utilizzati per tale classificazione emerge un netto miglioramento del livello trofico delle acque, che risulta particolarmente evidente dall incremento che ha subito la trasparenza, sia nei valori medi che nel minimo annuo. Dalla classificazione probabilistica OECD relativa alla concentrazione media annua di fosforo totale (Figura 67), applicata alle tre annate tipo, si desume che: 1. la probabilità che il lago sia mesotrofo passa dal 65 % nel 1978 al 19 % nel 1997; 2. la probabilità che il lago sia oligotrofo passa dal 19 % nel 1978 al 65 % nel 1997; 3. la probabilità che il lago sia ultraoligotrofo passa dallo zero % nel 1978 al 13 % nel Anche secondo la classificazione probabilistica OECD, in questi anni lo stato del lago è quindi migliorato, tanto da aver raggiunto la concentrazione obiettivo del PRRA, ad un passo dal livello trofico naturale. Tabella 29: Livello trofico naturale secondo l indice MEI DETERMINAZIONE DEL LIVELLO TROFICO NATURALE ATTRAVERSO L INDICE MEI Parametro Valore medio Indice MEI Livello trofico Intervallo di guida misurato [1997] naturale [µg/l][ variazione [µg/l][ Alcalinità 0,75 [meq / l] 0, Conducibilità 144 [µs[ S /cm] 0, ,8 7,1 DETERMINAZIONE DEL LIVELLO TROFICO NATURALE ATTRAVERSO LE INDICAZIONI DEL Valore naturale 7 [µg/l][ Valore obiettivo 8,7 [µg/l][ DEL PRRA 84
7 Tabella 30: Classificazione OECD a valori fissi PARAMETROARAMETRO Fosforo totale Valore [µg/l][ media annua Classe trofica Oligotrofia Clorofilla Valore [µg/l][ 6,7 5 4 media annua Classe trofica Clorofilla Valore [µg/l][ 11,61,6 12 9,5 massimo annuo Classe trofica Trasparenza media annua Trasparenza minimo annuo Valore [m] 5,8 6,5 6,3 Classe trofica Oligotrofia Oligotrofia Valore [m] 2,7 3,3 3,1 Classe trofica Oligotrofia Oligotrofia Figura 67: Classificazione probabilistica OECD attraverso la concentrazione media annua di fosforo. Relazione tra stato trofico e carico di nutrienti In Figura 68 è rappresentata, sul grafico di Vollenweider, la condizione trofica all equilibrio del lago, nel caso in cui il carico entrante resti, costantemente, quello attuale (non si prevedono ulteriori riduzioni degli apporti puntiformi). La metodica di correlazione è stata applicata utilizzando come input una stima del carico in ingresso fatta dalla Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-elvetiche (misura del carico di fosforo in ingresso attraverso gli immissari); in particolare sono stati utilizzati i seguenti carichi di fosforo apportato al lago: 600 e 219 tonnellate annue rispettivamente per gli anni 1979 e Il grafico di Vollenweider conferma i risultati emersi nei precedenti paragrafi: il lago sta evolvendo verso una condizione di piena oligotrofia. 85
8 Figura 68: Applicazione del grafico di Vollenweider V per il Lago Maggiore La comunità ittica del lago L attuale composizione della comunità ittica del Lago Maggiore è riassunta dal seguente prospetto, con l indicazione dell abbondanza e della tendenza recente delle specie ittiche che la compongono. Le informazioni che hanno portato alla redazione del prospetto sono desunte da fonti bibliografiche, e dalle notizie fornite dai pescatori di professione. Tabella 31: la comunità ittica del Lago Maggiore Nome comune SALMONIDI Trota fario Trota lacustre Trota marmorata Salmerino alpino Coregone lavarello Coregone bondella Coregone ACIPENSERIDI Storione cobice ANGUILLIDI Anguilla BLENNIDI Cagnetta CENTRARCHIDI Persico trota Persico sole Nome scientifico Abbondanza Tendenza Salmo (trutta) trutta ++ Salmo (trutta) trutta +++ Salmo (trutta) marmoratus + Salvelinus alpinus + Coregonus forma hybrida ++ Coregonus macrophtalmus ++++ Coregonus sp. ++ Acipenser naccarii + Anguilla anguilla ++ Salaria fluviatilis ++ Micropterus salmoides ++ Lepomis gibbosus ++ - continua - 86
9 - segue - Tabella 31 Nome comune CIPRINIDI Vairone Triotto Cavedano Pigo Sanguinerola Scardola Alborella Savetta Gobione Barbo Carassio Carpa Tinca Gardon CLUPEIDI Agone COBITIDI Cobite COTTIDI Scazzone ESOCIDI Luccio GADIDI Bottatrice GOBIDI Ghiozzo padano ICTALURIDI Pesce gatto PERCIDI Pesce persico Lucioperca ca o sandra Nome scientifico Abbondanza Tendenza Leuciscus souffia fia ++ Rutilus erythrophthalmus ++ Leuciscus cephalus +++ Rutilus pigus ++ Phoxinus phoxinus ++ Scardinius erythrophtalmus ++ Alburnus alburnus alborella ++ Chondrostoma soetta +++ Gobio gobio ++ Barbus barbus plebejus ++ Carassius carassius ++ Cyprinus carpio ++ Tinca tinca +++ Rutilus rutilus +++ Alosa fallax lacustris +++ Cobitis taenia ++ Cottus gobio ++ Esox lucius +++ Lota lota +++ Padogobius martensi ++ Ictalurus melas ++ Perca fluviatilis +++ Stizostedion lucioperca ++ La comunità ittica del Lago Maggiore è caratterizzata dalla presenza di molte specie, tra le quali assume un significato particolare il popolamento di coregoni, che rappresenta la componente più abbondante della biomassa ittica del lago. I coregoni, presenti con tre forme, rappresentavano anche la specie di maggior interesse della pesca professionale, prima del divieto di pesca causato dall inquinamento del lago da DDT. Oltre ai coregoni, nell ambito della famiglia dei Salmonidi, è presente la trota lacustre che nel complesso pare in ripresa e che da alcuni anni è oggetto di un importante progetto di recupero avviato dalla Provincia di Varese attraverso ingenti pratiche di ripopolamento attuate con novellame di trota lacustre seminato nel tratto terminale dei principali immissari. La trota lacustre è accompagnata da altre forme o sottospecie di trota: la trota fario, che discende dai tanti torrenti tributari del Verbano e che, una volta ambientatasi in lago, assume anch essa una livrea argentata con pochi segni neri a forma di x, e la trota marmorata, abbondante nel Fiume Toce e presente nel Ticino immissario ed 87
10 emissario e che per contiguità può raggiungere anche il lago, assumendo livrea argentata a macchie nere e mantenendo una certa marmoreggiatura a livello dell opercolo. Ancora nell ambito dei Salmonidi si osserva la presenza di una popolazione di salmerino alpino, di scarsa consistenza. Tra le altre specie di particolare rilievo sono abbondanti le popolazioni di pesce persico, sostenuta anche in questo lago dalla posa di legnaie per favorirne la riproduzione, di agone, che attraversa in questi anni una fase di netta espansione, di lucioperca, presumibilmente disceso dal Ceresio attraverso il Fiume Tresa, che pare, come la specie precedente anch essa in espansione. L anguilla è in calo, impedita nella colonizzazione del lago dalle dighe poste lungo il Ticino, in particolare da quella di Porto della Torre. Tra i Ciprinidi l alborella, che era quasi scomparsa pochi anni addietro, è in fase di ripresa, mentre si mantengono a livelli più o meno costanti cavedano, pigo, savetta e scardola. In espansione è purtroppo una specie esotica proveniente dal Ceresio, il gardon, che viene costantemente pescato in tutto il lago e che sta già colonizzando anche il Ticino emissario. Luccio e tinca mantengono popolazioni di buona consistenza. 88
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