COMUNE DI TERRALBA. Provincia di Oristano BORGATA DI MARCEDDI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO (ZONA A) CON VALENZA DI PIANO DI RISANAMENTO

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2 COMUNE DI TERRALBA Provincia di Oristano BORGATA DI MARCEDDI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO (ZONA A) CON VALENZA DI PIANO DI RISANAMENTO RELAZIONE ILLUSTRATIVA E PIANO FINANZIARIO

3 COMUNE DI TERRALBA Provincia di Oristano BORGATA DI MARCEDDI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO (ZONA A) CON VALENZA DI PIANO DI RISANAMENTO RELAZIONE ILLUSTRATIVA

4 COMUNE DI TERRALBA Provincia di Oristano BORGATA DI MARCEDDI PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO (ZONA A) CON VALENZA DI PIANO DI RISANAMENTO RELAZIONE ILLUSTRATIVA GENERALITA Il nucleo residenziale, composto da 285 unità, si è costituito nel tempo con la realizzazione dapprima di costruzioni improntate a una tipologia povera e precaria, prevalentemente non in muratura, su un area demaniale, in assenza di un disegno urbanistico generale ed in modo spontaneo, che successivamente, in maniera graduale, ha assunto una connotazione meno precaria per gli interventi di sostituzione e di ampliamento edilizio, determinando un agglomerato con isolati a maglia regolare, ma caratterizzato dal disordine formale derivante dall impiego casuale dei più diversi materiali costruttivi, dalla giustapposizione di volumi accessori e dalla assoluta carenza di opere di urbanizzazione. La Borgata e il suo contesto individuano nel villaggio dei pescatori, nella Torre Vecchia di Marceddì (che risale al 1500) e nell insieme delle risorse ambientali costituite sia dalle zone umide (stagni, ambiti fluviali e lagunari ed aree adiacenti coi relativi habitat naturalistici) che dalle pinete, i punti di forza sui quali fondare lo sviluppo. Mancano del tutto idonee aree ed attrezzature di uso pubblico o suscettibili di attività di pubblico interesse, se si escludono la chiesa di Nostra Signora di Bonaria, il fabbricato (attualmente inutilizzato) già sede della Dogana, l area attrezzata alla quale conduce la via della pineta (l unica sistemata e dotata di illuminazione pubblica) e l arenile tradizionalmente utilizzato per il rimessaggio all aperto delle imbarcazioni dei pescatori. Nel contesto territoriale su cui gravita la Borgata, si evidenziano gli interventi di sistemazione idraulica, dalla vasca di acquacoltura ricavata con la bonifica della palude a ridosso del villaggio, alle opere tradizionali ed a quelle più Relazione illustrativa Pag. 2 / 30

5 recenti di iniziativa Regionale, per l incremento dell itticoltura negli stagni di S. Giovanni e di Marceddì, e tra queste la traversa che consente di raccordare Marceddì con la sponda opposta dello stagno e favorisce il collegamento con la Costa verde. LE ORIGINI DELL INSEDIAMENTO Terralba, che oltre Marceddì comprende anche la frazione di Tanca Marchese, si trova nel basso Oristanese e conta abitanti. L intera area comunale, occupante circa 35 kmq sulla pianura del campidano, è delimitata a nord dai comuni di Arborea, Marrubiu e Morgongiori, ad est da Mogoro e Uras, a sud da Arbus e Guspini, a ovest dal Mare di Sardegna. Oggi, dopo il capoluogo, è il centro più importante della provincia di Oristano, anche se di poche unità è in costante aumento demografico, ed è in pieno sviluppo grazie alle attività commerciali, all agricoltura - incentrata sulla produzione ortofrutticola ai servizi, alla viticoltura d avanguardia e alla produzione ittica di Marceddì. Neapolis, città fra le più importanti dell isola, nel 1017 viene abbandonata a causa delle invasioni da parte delle popolazioni barbariche. Verosimilmente come naturale conseguenza nasce Terralba. Successivamente, dopo circa 500 anni, nel 1527, si ha notizia della fuggita dei terralbesi verso la campagna a causa dell assalto dei Corsari. Solo nel 1640, grazie al barone di Uras, si può documentare il reinsediamento dei terralbesi nell abitato storico. E di questo periodo la testimonianza delle tre torri: Marceddì, Torre Nuova e Flumetorgiu, edificate per la difesa della costa dai pirati saraceni. Negli anni successivi la malaria e le piene del Rio Mogoro e dei torrenti provenienti dal Monte Arci, affliggono la cittadina e provocano effetti disastrosi sui terreni agricoli. Le prime testimonianze antropiche nella borgata di Marceddì si possono far risalire a metà dell 800 quando il re Carlo Alberto, constatando il dinamismo delle attività commerciali, istituisce la sede della dogana nel porto di Marceddì. Se nei primi anni del 1900 vengono realizzate diverse opere per contenere i danni dovuti alle frequenti e intense piogge, dopo circa vent anni, nel 1920, si avviano le opere di bonifica del territorio, fino ad allora quasi del tutto ricoperto da stagni e Relazione illustrativa Pag. 3 / 30

6 paludi. Nel 1956 il compendio di Marceddì passa dal Conte Castaldi, fino ad allora possessore unico del diritto di pesca, alla Regione Sarda. Il sito dove sorge la borgata è carico di segni legati non solo agli elementi naturali, ma anche al processo di antropizzazione del paesaggio, prima tra tutti la bonifica, che ha portato in Sardegna un sistema insediativo totalmente estraneo alla tradizione: l insediamento diffuso, fatto di case sparse e borghi. Nel tempo si definisce su un area demaniale il borgo di Marceddì. Nasce in modo spontaneo, senza regole, senza un disegno urbanistico generale e in totale assenza di servizi. Consapevoli di questo stato di indeterminatezza, nel 1968 il Comune di Terralba richiede la classificazione dell'area abitativa di Marceddì per poter chiedere la sdemanializzazione. Nel tempo, gradualmente, con continui interventi di sostituzione e di ampliamento edilizio, si definisce un disegno urbano con isolati a maglia regolare e con gli spazi pubblici che costituiscono il residuo dell urbanizzazione. Il disordine formale trova in Marceddì la sua definizione naturale: tipologie del tutto spontanee, utilizzo di materiali costruttivi più diversi, carenza totale di opere di urbanizzazione. La borgata ha beneficiato di numerosi interventi di sistemazione idraulica finalizzati al miglioramento dell attività ittica: dalla realizzazione della vasca per l acquacoltura, con la bonifica della palude a ridosso del villaggio, alle opere tradizionali e a quelle più recenti di iniziativa Regionale per l incremento dell itticoltura negli stagni di S. Giovanni e di Marceddì, e, tra queste, la traversa che consente di raccordare la borgata con la sponda opposta dello stagno. In particolare con la costruzione del ponte che conduce a Santadi oggi la borgata costituisce una importante meta del flusso turistico che collega la Costa Verde con la costa oristanese. Dai primi mesi del 1993 ai numerosi proprietari delle case sorte in area demaniale vennero inviate ingiunzioni di demolizione in quanto ritenute abusive dallo Stato. Tempestivamente i proprietari costituirono l Associazione Corru e Prama con lo scopo di coordinarsi nel contenzioso con il Demanio ma anche per promuovere iniziative di salvaguardia e valorizzazione del territorio e delle tradizioni marine della borgata. Successivamente, dopo diverse iniziative politiche volte alla sdemanializzazione dell area, ai proprietari giunsero delle multe di importo elevatissimo per Relazione illustrativa Pag. 4 / 30

7 occupazione di suolo demaniale senza averne titolo. Solo nel 1997 i legali dei proprietari patteggiarono con semplice ammenda. La connotazione fondamentale del territorio comunale di Terralba è quella di porsi come elemento di sintesi della porzione terminale verso nord della pianura del Campidano, con la nuova realtà agraria della Bonifica di Arborea in cui sono evidenti i caratteri innovativi rispetto a quelli della tradizione locale. Se questo è l aspetto più evidente per chi transita nel territorio percorrendo la statale 126 lungo la direttrice S. Nicolo d Arcidano Arborea, una lettura appena più attenta evidenzia che i poli di interesse presenti sono numerosi ed articolati, contrassegnati dagli insediamenti della Borgata di Tanca Marchese col contiguo Centro Rurale, delle case coloniche per la conduzione agricola dei campi della bonifica, e della Borgata di Marceddì. Si scoprono così le importanti risorse costituite dalle zone umide e dalle peschiere, dall agricoltura tradizionale (orti e vigneti) e da quella industrializzata (foraggere, allevamenti razionali, attività casearie e serricole), con i rispettivi indotti turistici attuali e da potenziare attraverso appropriati interventi (agriturismo, itinerari turistici, agenzie del territorio) e, non ultime, dalla crescente imprenditorialità artigianale e commerciale, il cui fulcro è rappresentato dal PIP lungo la provinciale di Santa Suina. Nel centro Urbano di Terralba convivono accanto ad un considerevole patrimonio di ambiti che conservano caratteri architettonici e d impianto urbano tradizionali, gli aspetti urbanistici propri di una nuova realtà sociale che tende ad organizzarsi in funzione delle moderne risorse legate al terziario, con poli di riferimento individuabili nei principali fattori di gravitazione (i comuni di Oristano, Arborea, Marrubiu, Guspini; la Provinciale di S. Suina (che immette nella Carlo Felice e lambisce le aree del PIP e degli impianti sportivi comunali), poli che determinano le direttici di espansione dell abitato. Fig. 1 Inquadramento territoriale Relazione illustrativa Pag. 5 / 30

8 IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO Per comprendere il lavoro svolto per la definizione delle basi metodologiche relative alla redazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico (Zona A) con valenza di Piano di Risanamento della borgata di Marceddì, occorre partire dalle previsioni del Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) e dal quadro normativo definito con la recente approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.). Se per un verso il P.P.R. definisce la cornice entro la quale modellare il territorio, che nella fattispecie per la borgata di Marceddì rinvia allo strumento del Piano di Riqualificazione quale strumento esecutivo, per altro verso il Piano Urbanistico Comunale, nella stesura vigente, limita notevolmente le possibilità d intervento. Le previsioni del P.P.R. Marceddì come l intero territorio terralbese sono inseriti nell Ambito N.9 definito del GOLFO DI ORISTANO. L Ambito comprende l intero golfo di Oristano dal promontorio di Capo San marco a Capo Frasca. E delimitato a nord dalla regione del Montiferru e verso est dal sistema orografico del Monte Arci-Grghine. È delimitato a nord dalla regione del Montiferru e verso est dal sistema orografico del Monte Arci-Grighine. Si estende all interno verso i Campidani centrali ed è definito a sud dall arco costiero del sistema dell Arcuentu e dal Capo Frasca, promontorio vulcanitico che rappresenta la sponda meridionale del Golfo. Il sistema ambientale e insediativo è strutturato nella parte nord, dagli stagni e dal relativo bacino di alimentazione dello stagno di Cabras e nella parte centrale dalla rete idrografica e dal bacino fluviale del Medio e Basso Tirso. Il sistema così definito richiede necessariamente una gestione unitaria delle acque, da un punto di vista idraulico e qualitativo, il controllo del loro utilizzo e prelievo per garantire gli apporti, la gestione delle relazioni tra usi agricoli e risorse idriche. L Ambito comprende una serie complessa di aree diverse: quelle dei bacini naturali, artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata. La particolare importanza di queste zone, risiede non solo nel fatto che rappresentano una risorsa ecologica di rilevante interesse in termini di conservazione della biodiversità in ambito mediterraneo (e per tale motivo molte di queste sono state inserite negli obiettivi di protezione di numerose Relazione illustrativa Pag. 6 / 30

9 direttive comunitarie), ma anche in relazione alle notevoli potenzialità di sviluppo economico delle diverse aree. Difatti, assumono un ruolo di rilievo i sistemi stagnali e lagunari costieri in quanto rappresentano ambienti di primario interesse ecologico, habitat di straordinaria rilevanza per l avifauna acquatica e per le numerose specie ittiche e bentoniche, per questo motivo spesso oggetto di sfruttamento per la produzione ittica. Gli ambienti lagunari e stagnali che si sviluppano lungo la fascia costiera compresa tra Capo Mannu e Capo Frasca (Is Benas, Mistras, Cabras, Santa Giusta, Pauli Maiori, S Ena Arrubia, Corru s Ittiri e Corru Mannu San Giovanni e Marceddì), oltre a costituire il naturale sistema di espansione idraulica dei corsi d acqua ed avere rilevanza paesaggistica ed ecologica, sono sede di importanti attività economiche quali l allevamento ittico. Questi sono ambienti produttivi che periodicamente vengono compromessi dallo stato in cui vertono questi ecosistemi, che richiedono un coordinamento nella gestione ambientale dei bacini di alimentazione. La struttura dell insediamento costiero presenta situazioni ibride (stagionali e permanenti) intorno ai principali centri: Oristano (borgata marina di Torre Grande), Arborea (Colonie Marine), Cabras (località marine di San Giovanni di Sinis e Funtana Meiga), San Vero Milis (S Arena Scoada, Putzu Idu, Mandriola, Su Pallosu, Sa Rocca Tunda), Terralba (villaggio di pescatori di Marceddì). Nell'ambito della bonifica integrale del comprensorio dello stagno di Sassu, fu costituita con Regio Decreto del 29 dicembre 1930 la città di fondazione di Mussolinia di Sardegna, ridenominata Arborea con R. D. del 17 febbraio L'urbanistica del centro urbano e di alcune strutture dell'area di bonifica (in particolare l'idrovora di Sassu) rappresentano alcuni degli episodi più significativi dello spirito razionalista dell'architettura della Sardegna. Il paesaggio agrario occupa una preponderante estensione, rilevata dalle grandi superfici coltivate a seminativi e testimoniata dall importante presenza della filiera agroindustriale della bovinicoltura da latte, favorita dalle rilevanti estensioni irrigue lungo l asse del Tirso e nella piana di Terralba e Arborea. Le colture di tipo intensivo interessano inoltre la coltivazione di specie erbacee (riso, carciofo, fragola, melone, anguria, pomodoro, barbabietola) e di quelle arboree (agrumi, viti, olivi, mandorli). Le aree agricole e i sistemi agroforestali delle zone sottoposte a interventi di bonifica sono diffuse sull intero territorio fatta eccezione per le Relazione illustrativa Pag. 7 / 30

10 superfici con caratteristiche geomorfologiche ed ambientali non adatte ad un utilizzo agricolo. Con l approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (Del. G.R. n. 36/7 del 5 settembre 2006) vengono definiti i beni paesaggistici d insieme sottoposti a tutela ai sensi dell art. 143, comma 1, lett. i, del D. Lgs. 22/01/2004, n. 42 e successive modificazioni, e tra questi le Aree caratterizzate da insediamenti storici: i nuclei di primo impianto e di antica formazione. Come conseguenza, a seguito di un dialogo intercorso tra la stessa RAS e l Ente locale, si è addivenuti alla definizione di un centro matrice relativo alla borgata di Marceddì che coinvolge due soli comparti di primo impianto: Fig. 3 Marceddi : il centro di prima e antica formazione Gli indirizzi dell ambito comprendono i suggerimenti seguenti: Conservare o ricostruire da un punto di vista ambientale i margini di transizione, riconosciuti come luoghi in cui si concentra un alto fattore di biodiversità, fra i diversi elementi di paesaggio dell Ambito, fra insediamenti urbani e il paesaggio rurale, fra i sistemi agricoli e gli elementi d acqua presenti, fra sistemi agricoli e sistemi naturali o semi naturali. Particolare attenzione deve essere riservata alle fasce peristagnali di Santa Giusta, Corru S Ittiri, Marceddì, San Giovanni, Cabras, ai corpi idrici in generale, agli spazi di transizione tra colture irrigue e asciutte. Riqualificazione delle borgate marine (Porto Palma, Torre dei Corsari, Marina di Torregrande, Putzu Idu, San Giovanni di Sinis, Marceddì, Relazione illustrativa Pag. 8 / 30

11 Mandriola) con l incentivazione alla realizzazione delle strutture ricettive (Bed & Breakfast, albergo diffuso) e dei servizi alla fruizione della spiaggia. Fig. 4 Piano Paesaggistico Regionale: il progetto Le previsioni del P.U.C. Le norme di Attuazione di tale Piano definiscono l area all interno degli Ambiti di Tutela Paesistica, accomunati da una spiccata vocazione naturalistica, paesaggistica ed ambientale che impone l adozione di speciali misure di salvaguardia e la promozione di interventi di riqualificazione ambientale, naturalistica e paesaggistica. Per l ambito in questione l apposito Piano Particolareggiato di recupero e riqualificazione ambientale ed urbanistica disciplinerà qualunque attività che comporti modifiche dello stato di fatto. Fig. 2 Le previsioni del PUC vigente Relazione illustrativa Pag. 9 / 30

12 All interno di tale zona vengono definite due sotto-zone: A1 - Area antropizzata con vincoli di recupero e riqualificazione ambientale ed urbanistica, nella quale sono consentite le seguenti destinazioni d uso: residenze stagionali e fabbricati di supporto per attività produttive; Sono consentiti gli interventi volti alla manutenzione ordinaria e straordinaria, consolidamento statico e restauro conservativo degli edifici esistenti secondo le definizioni della L. 457/1978. E ammessa, anche la realizzazione delle nuove opere strettamente necessarie per i servizi tecnologici accessori della residenza, finalizzati alla riqualificazione igienico sanitaria ed urbanistica. Le destinazioni d uso dei fabbricati sono quelle consolidate a carattere residenziale (di tipo stagionale e produttivo, prevalentemente connesse alla pesca ed al suo indotto), artigianale (legate alla pesca ed al turismo) e pararicettivo. A2 - Area di recupero ambientale effettuato mediante la definizione urbanistica degli isolati, nella quale sono consentite le seguenti destinazioni d uso: ricettività, residenze stagionali e fabbricati di supporto per attività produttive. Previa predisposizione del Piano attuativo di cui al precedente art. 75, è ammessa la realizzazione delle nuove volumetrie destinate alla coerente ed organica riqualificazione urbanistica del territorio, che saranno riservati ad attività ricettive e pararicettive, ma anche a quelle consolidate con carattere residenziale (di tipo stagionale e produttivo, prevalentemente connesse alla pesca ed al suo indotto), artigianale (legate alla pesca ed al turismo). La densità fondiaria non dovrà superare il valore di 2.5 e 2.00 mc/mq rispettivamente nei comparti 1 e 2 indicati nell allegato Studio di Compatibilità Ambientale, ricavati in base alla valutazione di quelli medi delle adiacenti aree edificate (depurati del contributo delle sovrastrutture di epoca recente prive di valore ambientale), con altezza massima di metri E quindi del tutto evidente che allo stato, nella sotto-zona A1 non sia possibile alcun intervento se non di carattere manutentivo, di restauro o simile. In termini quantitativi le previsioni del P.U.C. possono sintetizzarsi nel seguente quadro: Superfici parziali Superfici totali A1 mq ,15 Superficie territoriale ,75 A2 mq 4 579,60 S1 mq - S2 mq 3 900,95 Superficie spazi pubblici ,95 S3 mq ,00 S4 mq 3 953,00 Superfici per viabilità mq ,84 Relazione illustrativa Pag. 10 / 30

13 In cui nell ambito. risultano detratte la superfici della zona C e della zona H incluse EVOLUZIONE TIPOLOGICA La tipologia edilizia di Marceddì ha certamente origine in quei tipi ove risultano consolidate le attività agricole legate in particolare alla cerealicoltura e alla viticoltura nelle quali la realtà terralbese si riconosce. La continuità degli allineamenti edilizi, accompagnata dalla necessità di limitare l affaccio sulle proprietà confinanti, costituisce una delle invarianti insediative di villaggi come quello in studio. Poche e semplici regole insediative che determinano i rapporti con i terzi confinanti: la eliminazione delle ombre portate sui lotti limitrofi e la limitazione dei problemi legati alla introspezione fra le diverse unità edilizie. La matrice tipologica a cui i primi insediamenti possono fare riferimento è certamente da rintracciare tra le tipologie consolidate del centro storico del capoluogo. La ricognizione storico-tipologica, particolarmente importante per le conseguenze storico culturali e operative, permette di individuare nella tipologia a corte retrostante la cellula elementare a cui fare riferimento, tipica della tradizione contadina. La corte è monofamiliare, è luogo dell abitare ma anche luogo del lavoro. Di conseguenza si sviluppa la necessità degli annessi rustici distribuiti in aggiunta ai corpi principali ovvero all interno della corte che nel centro antico venivano destinati a funzioni diverse e nella borgata al solo uso igienico-sanitario. La tipologia certamente più diffusa e riconoscibile, tipica del Campidano settentrionale o Campidano maggiore, è certamente la casa a corte retrostante in cui il corpo di fabbrica residenziale trova collocazione sul fronte dell area a filo strada. Nel rapporto tra la corte, il corpo residenziale e gli spazi pubblici si definisce la distribuzione interna, l uso degli spazi scoperti, la consistenza e la forma del fabbricato. La dinamicità nella organizzazione degli spazi costruiti e la complementarietà degli spazi aperti rapportata alle diverse esigenze del nucleo familiare e alle sue Relazione illustrativa Pag. 11 / 30

14 variazioni determinano l evoluzione tipologica: sviluppo e accrescimento per addizione e giustapposizione di nuovi volumi, frazionamento dell area per ragioni ereditarie o altro. Appare stupefacente come, in entrambi i casi si può riscontrare il ripetersi delle tipologie originarie con le medesime regole. Tale fenomeno ha certamente determinato, per certi versi, la densità del costruito, senza modificare il fronte dei comparti edificati. In Marceddì è certamente evidente come l edificazione risponde a criteri di economia, ove il necessario prevale sul superfluo e di conseguenza le scelte tipologiche risultano essenziali per la definizione di cellule elementari in cui lo spazio abitato si riduce alla statica delle pareti perimetrali, alle travi che ne coprono la luce e alla distribuzione interna riconducibile ad uno schema elementare La costanza applicativa delle regole tradizionali emerge dal confronto tra i fronti in cui le aperture e il coronamento sono gli unici elementi distintivi. Il tipo edilizio più diffuso si sviluppa originariamente su un livello, per mezzo di un impianto planimetrico a due o tre cellule semplicemente accostate, disposte nella parte anteriore del lotto, opportunamente modellato secondo la profondità della singola cellula. L accesso al corpo di fabbrica e alla corte posteriore infatti avviene attraverso il corpo di fabbrica ovvero, quando presente, direttamente dall ingresso posteriore ubicato sul fondo del lotto. Raramente l accesso alla corte posteriore avveniva attraverso un passaggio laterale al corpo di fabbrica, ma solitamente mediante apertura di ridotte dimensioni disposta nel vano cucina. A questa si assommano una varietà di volumi talvolta integrati con il corpo principale ma più spesso completamenti slegati fino alla realizzazione del volume sul fondo del lotto nel quale spesso trova ubicazione il servizio igienico. Come può intuirsi, quindi, l evoluzione è strettamente correlata con le esigenze funzionali legata spesso alla dimensione del nucleo familiare che talvolta si determina anche di tipo plurifamiliare: Relazione illustrativa Pag. 12 / 30

15 Fig. 5 - Tipologia A L evoluzione oramai consolidata della unità elementare è rappresentata dalla sopraelevazione dell originaria cellula che realizza il piano superiore pur mantenendo l ingombro planimetrico di base: Fig. 6 - Tipologia B Una ulteriore evoluzione tipologica di riferimento, pur nel variegato ventaglio di possibili soluzione che nel tempo si sono consolidate, può essere sintetizzata dalla precedente ma con l aggiunta del loggiato adiacente il corpo principale: Fig. 7 - Tipologia C Infine, ma certamente come evoluzione più recente in quanto determinata dalla saturazione dei vuoti fondiari che nel tempo si sono determinati, può essere considerato come tipo di riferimento l unità pluricellulare su due livelli non occupante l intero fronte: Relazione illustrativa Pag. 13 / 30

16 Fig. 8 - Tipologia D GLI OBBIETTIVI DEL PIANO Il Piano Particolareggiato spazia all interno della cornice della sostenibilità ambientale in chiave artigianale e turistica finalizzata al miglioramento e adeguamento del sistema delle infrastrutture e dei servizi funzionali al progetto di sviluppo turistico delineato in sede pianificatoria generale. In tale quadro vengono individuati alcuni obiettivi generali: - il miglioramento della qualità della vita per i residenti e per i non residenti, - la riqualificazione impostata sulla conservazione, recupero e trasformazione del tessuto edilizio esistente, - la definizione di tipologie edilizie riferite ai caratteri identitari della borgata quali elementi costitutivi di definizione del più ampio intervento di riqualificazione, - il recupero e potenziamento delle infrastrutture pubbliche per l urbanizzazione primaria e secondaria, - la individuazione di ambienti idonei a definire e qualificare le attività artigianali prevalentemente degli immobili prospicienti il water-front e la ricettività turistica attraverso il sistema ricettivo alberghiero (albergo diffuso e ittiturismo) e sul sistema ricettivo extralberghiero (b&b, locande, affittacamere, ecc.), e integrarli con un sistema di strutture ricettive omogenee a scala più ampia, - valorizzare e potenziare qualitativamente gli attrattori turistici naturali e culturali, nonché individuarne dei nuovi. All interno di tale schema generale vengono messi a fuoco alcuni obbiettivi strategici specifici, sinteticamente rappresentati nello specifico elaborato grafico e che possiamo sintetizzare in: Relazione illustrativa Pag. 14 / 30

17 - individuazione delle porte della borgata sulle quali intervenire in termini di riqualificazione specifica e di servizi per un approccio diretto e multifunzionale all insediamento; - attraverso il recupero, la riqualificazione e la riconversione funzionale, individuazione di potenziali unità o parti di unità idonee alla definizione di un sistema ricettivo alberghiero di tipo diffuso o ittituristico, - infrastrutturazione del fronte del mare mediante interventi sostenibili finalizzati alla rifunzionalizzazione e qualificazione degli spazi aperti del fronte in stretta simbiosi tra le diverse attività: approdo, rimessaggio, esercizio delle attività artigianali e ricreativo, approdo e qualificazione urbana, - riqualificazione-riconversione dell ambito edificato del fronte a fini strettamente artigianali, commerciali e di servizi, e di supporto ad attività di pescaturismo, - utilizzo dei vuoti fondiari ai fini della integrazione funzionale delle diverse attività della borgata, - riconoscimento dell edificato attraverso un abaco di tipologie consolidate, - Individuazione di tipologie e regole attraverso le quali giungere alla riqualificazione urbanistica e ambientale della borgata, - riqualificazione del sistema viario dotandolo di una specifica qualità urbana contemporanea e imprimendogli sensibili connotati volti ai rapporti relazionali. I suddetti obiettivi possono essere perseguiti attraverso: - l analisi quali-quantitativa del tessuto urbano e dell edilizia consolidata, - l adozione di metodologie di progettazione partecipata e integrata, - l individuazione di eventuali edifici meritevoli di conservazione dai quali trarre la matrice delle nuove tipologie, - la individuazione di un insieme di regole per la definizione delle tipologie d intervento e la conseguente stesura del quadro di riferimento planivolumetrico, - la individuazione di percorsi finanziari atti alla concreta realizzazione delle previsioni, - definizione di un marchio che unisca strategicamente le risorse ambientali e naturalistiche, i prodotti dell artigianato e della pesca collegati alle attività turistiche e non solo. Relazione illustrativa Pag. 15 / 30

18 Il Piano Particolareggiato del Centro Storico (Zona A) con valenza di Piano di Risanamento relativo alla borgata di Marceddì si basa sulla considerazione, elementare ma fondamentale, che l abitazione costituisce la prima forma di spazio edificato della quale, nel tempo, l uomo conserva la nozione più spontanea: l edilizia di base. La continua trasformazione dell edilizia di base mediante ampliamenti, sovrapposizioni e nuove edificazioni dettate da esclusive esigenze di carattere funzionale, slacciate da un disegno urbanistico preordinato, negli anni ha determinato un agglomerato edilizio privo di caratteri identitari e di elementi di riconoscibilità. Sorge pertanto la necessità di interventi di riqualificazione inquadrati in un'ottica politica, economica e culturale, finalizzati al bilanciamento di condizioni e di standard abitativi tra i differenti spazi urbani, al fine di rivalutare i valori storici e ambientali generanti spazi urbani mediante la stratificazione di processi antropici di non facile lettura ed interpretazione. Detta necessità può definirsi concretamente con il raggiungimento di obiettivi e forme d'intervento diversificate rispetto ai particolari valori storici e culturali riconoscibili con sufficiente oggettività. Gli obiettivi prefissati in sede di approccio metodologico alla redazione del Piano possono riassumersi in: contribuire al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti edilizi nel loro complesso verificando, nel contempo, l adeguata dotazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie e prevedendone, ove necessario, l integrazione; migliorare la qualità a livello di organismo architettonico con il recupero del patrimonio edilizio abbandonato, degradato o sotto utilizzato attraverso la precisazione delle modalità e dei limiti degli interventi; favorire il mantenimento delle funzioni tradizionali: residenzialità stagionale e artigianale legata all attività della pesca e nel contempo Relazione illustrativa Pag. 16 / 30

19 individuare gli spazi che consentono ai privati di partecipare alla attivazione di una ricettività diffusa; adeguare la qualità tecnica delle costruzioni con interventi tesi al recupero degli edifici recuperabili, mediante operazioni di manutenzione straordinaria o di ristrutturazione, al fine di poter essere utilizzati per lo svolgimento delle funzioni originarie ovvero per destinazioni d uso compatibili con il contesto attuale in cui gli stessi ricadono. IL QUADRO CONOSCITIVO Tale fase, della conoscenza, è stata scissa in tre sub-fasi, caratterizzate da un insieme di valutazioni finalizzate alla classificazione quali-quantitativa della zona omogenea in studio e impostata su alcune definizioni di riferimento: - il comparto, che si presenta in una configurazione fisica definita e caratterizzato da omogeneità storico-architettoniche, in cui sono presenti tipologie recenti e tipologie storicizzate; tale fenomeno condizionerà la fase progettuale così da adottare parametri di valutazione e quindi normative differenziate all'interno dello stesso comparto; esso risulta delimitato da segmenti di viabilità consolidata ed è configurabile con l isolato. - l'unità edilizia, intesa come spazio planivolumetrico avente omogenea continuità e destinazione d'uso, come spazio funzionalmente organico del fabbricato e della corte e avente per carattere imprescindibile l utilizzo monofamiliare. - il volume elementare, inteso come elemento tridimensionale avente configurazione e caratteristiche proprie. Sub-fase a.1 - La prima parte dall'analisi interessa gli aspetti morfologici dell ambito di studio e dei diversi comparti, per individuare omogeneità e relazioni, forma, composizione, rapporti tra spazi coperti e scoperti, rapporti con gli spazi pubblici esistenti, rapporti con gli spazi pubblici esterni, grado di accessibilità dei vari servizi pubblici e privati, presenza di ambiti omogenei o emergenze di rilievo. In particolare, procedendo progressivamente con le lettere dell alfabeto si definiscono 24 comparti edificati: Relazione illustrativa Pag. 17 / 30

20 Fig. 9 Marceddì: i comparti di attuazione Comparto A B C D E F G H I L M N Comparto O P Q R S T U V X Y Z AA Ad ognuno dei suddetti 24 comparti, delimitati fisicamente da segmenti di viabilità, corrispondono aree del tessuto urbano omogeneo per caratteri morfologici e tipologici, per affinità di destinazione d uso, per identica precarietà di condizioni statiche ed igieniche. Sub-fase a.2 - la seconda rivolge l'attenzione alla conoscenza della struttura fondiaria rilevando le diverse pertinenze e individuando l unità elementare d intervento: l unità edilizia, riconoscibile con una numerazione progressiva all interno di ogni comparto, costituita da un insieme di volumi elementari e superfici scoperte correlati da una unitarietà d uso. Risultano quindi classificate 285 unità edilizie. Sub-fase a.3 - infine la terza sub-fase è stata finalizzata alla conoscenza Relazione illustrativa Pag. 18 / 30

21 intrinseca della unità abitativa: con la scomposizione in volumi elementari è stato possibile disarticolare l unità edilizia definendo complessivamente 642 di tali corpi semplici per i quali è stata effettuata una analisi dettagliata di tutte le sue componenti e degli elementi architettonici tipologici di riferimento, nonché un ampia documentazione fotografica. Comparto Unità Edilizie Volumi Elementari Comparto Unità Edilizie Volumi Elementari A B C D E F G 8 15 H 3 5 I L M N O P Q R S 5 4 T 5 11 U V 4 6 X 3 9 Y Z 5 15 AA 9 12 Il supporto operativo dell'indagine è rappresentato dalla compilazione ed elaborazione di apposite schede nelle quali sono stati annotati tutti gli elementi indispensabili per la definizione delle tavole di analisi. Sono stati classificati: - il numero dei piani, - i caratteri strutturali degli elementi di fabbrica, - lo stato di conservazione, - la destinazione d uso, - il tipo d uso, - i caratteri epidermici dei corpi di fabbrica - l analisi tipologica di riferimento - i caratteri tipologici, - le superfetazioni presenti, - gli edifici di pregio. Altro elemento complementare alla compilazione delle schede di indagine è rappresentato dalla vasta documentazione fotografica dei singoli edifici e degli Relazione illustrativa Pag. 19 / 30

22 elementi formali di maggiore pregio e interesse. La sintesi di tale fase è stata cartografata planimetricamente nelle tavole di Analisi che costituiscono parte integrante del Piano Particolareggiato: - Riferimenti alfanumerici relativi al patrimonio edilizio; - Caratteri epidermici e tipologici delle coperture; - Stato di conservazione e d uso; - Consistenza planivolumetrica del patrimonio edilizio; - Destinazioni d uso. Quindi è stata ricostruita l immagine visiva immediata dei profili esistenti mediante un insieme sistematico di riprese fotografiche nonché in termini essenzialmente tecnici ripuliti di qualsivoglia elemento superficiale. Sotto l aspetto quantitativo, considerando che all interno del perimetro dell ambito di tutela da sottoporre a Piano Particolareggiato sono inerite due zone autonome e distinte quali la zona C Espansione Residenziale IACP già attuata (mq ,10) e una zona H di salvaguardia (mq ,15), la superficie complessiva risulta pari a mq ,00 e al netto della C e della H risulta pari a mq ,75. Allo stato attuale, poiché è problematica l individuazione degli spazi pubblici dalla viabilità a causa della sommaria definizione degli uni e dell altra, da una prima sommaria valutazione i relativi parametri rilevati vengono riportati nella tabella seguente: Superficie Superficie territoriale mq ,75 Superficie fondiaria mq ,96 Volumetria edificata mc ,04 Indice territoriale (It) mc/mq 0,42 Indice fondiario medio (If) mc/mq 1,88 e in dettaglio per i singoli comparti: Relazione illustrativa Pag. 20 / 30

23 Superficie Volume If ISOLATO A ISOLATO B ISOLATO C ISOLATO D ISOLATO E ISOLATO F ISOLATO G ISOLATO H ISOLATO I ISOLATO L ISOLATO M ISOLATO N ISOLATO O ISOLATO P ISOLATO Q ISOLATO R ISOLATO S ISOLATO T ISOLATO U ISOLATO V ISOLATO X ISOLATO Y ISOLATO Z ISOLATO AA sommano mq mc mc/mq 2 212, ,68 2, , ,66 2,62 740, ,17 2, , ,36 2, , ,81 2, , ,81 1,93 813, ,66 1,96 335,69 574,44 1, , ,22 1, , ,89 1, , ,16 1, , ,02 1, , ,24 1, , ,82 1, , ,93 1, , ,71 1,36 886,46 614,98 0,69 620, ,55 1, , ,21 1,34 917,66 840,89 0,92 920, ,16 2, , ,24 1,61 445, ,27 2,96 415, ,14 5, , ,04 1,88 Dai quali emerge il riferimento quantitativo rappresentato dall Indice Fondiario medio che risulta pari a 1,88 mc/mq. Nel contempo è stata effettuata una attenta analisi tipologica finalizzata al riconoscimento dei tipi matrice sopra definiti e al riconoscimento delle varianti sincroniche che possono costituire i Riferimenti Tipologici della successiva fase propositiva. LA PROPOSTA DI PIANO Il processo conoscitivo della storia e della forma urbana è stato finalizzato alla individuazione dei caratteri funzionali e delle interrelazioni consolidate tra i diversi micro-ambiti dell area di studio. Relazione illustrativa Pag. 21 / 30

24 L'analisi tipologica è stata assunta come metodo generale di conoscenza storicocritica della struttura urbana, finalizzata alla ricomposizione parziale o totale del tessuto abitativo. Nel caso specifico dell area in esame, il risultato è una logica conseguenza delle valutazioni diversificate operate nelle fasi precedenti. Pertanto il Piano ha inteso privilegiare le possibilità differenziate di intervento, da adattare alle singole situazioni nel rispetto dei precisi orientamenti forniti caso per caso dalla lettura analitica dell'area interessata. Per definire la fase propositiva si è dapprima percorsa una fase di impostazione ove, partendo dagli elementi raccolti nella fase conoscitiva e dalle indicazioni del Piano quadro si sono sintetizzati tutti quegli elementi necessari per la successiva fase applicativa o d intervento e finalizzati al raggiungimento degli obbiettivi prefissati. Il raggiungimento dei suddetti obbiettivi, impegnativi sotto il profilo della metodologia operativa, si rivela assai complesso per la necessità di mediare nella pratica gli aspetti giuridici ed economici, soprattutto quest'ultimo raramente generalizzabile. Con la definizione particolareggiata dell area, con i vincoli di diversa natura che è stato possibile rilevare e con le esigenze reali determinate dalla dimensione di scala, è stato possibile realizzare un disegno urbano sostanzialmente non dissimile da quanto previsto nel PUC ma certamente più concreto e rispondente alle reali e variegate osservazioni emerse in sede di copianificazione con gli attori dell ambito di studio. L operazione svolte in sede progettuale ha visto mettere in attuazione le previsioni del PUC, quindi la conferma dell assetto viario interno, la definizione dei comparti e la soppressione del comparto AA definito sa costixedda a brevissima distanza dal bagnasciuga. E del tutto evidente che la zonizzazione che scaturisce dalla elaborazione progettuale del P.P. rappresenta un dettaglio delle previsioni del Piano generale, quindi con possibili variazioni non sostanziali ma di sola analisi puntuale. Pertanto, facendo riferimento alla zonizzazione del PUC, il quadro che ne deriva risulta: Relazione illustrativa Pag. 22 / 30

25 STATO ATTUALE Superfici parziali Superfici totali Superficie territoriale A1 mq ,15 A2 mq 4 579, ,75 S1 mq - Superficie spazi pubblici S2 mq 3 900,95 S3 mq , ,95 S4 mq 3 953,00 Superfici per viabilità mq ,84 Superfici fondiarie mq ,96 Gli interventi previsti nel Piano Particolareggiato del Centro Storico (Zona A) con valenza di Piano di Risanamento della borgata di Marceddì sono specificati nelle schede quali-quantitative relative ad ogni singola unità edilizia, nelle quali vengono riassunti gli elementi dell analisi e vengono indicati dettagliatamente gli interventi consentiti. L individuazione del Comparto nel quale è inserita la singola Unità Edilizia è determinante per l individuazione della scheda di riferimento. Qualsiasi intervento sui suoli o sui fabbricati inseriti all interno della zona A, quindi regolati dal Piano Particolareggiato, è regolato dalla consultazione congiunta degli elaborati grafici, delle schede relative alle singole unità edilizie e delle Norme di Attuazione. Gli elaborati grafici del P.P. sono stati redatti in scala 1:500, tipica della pianificazione particolareggiata, pertanto con tutte le approssimazioni della scala metrica. Ne consegue che i perimetri degli immobili individuati, in particolare nella fase progettuale, hanno significato in termini urbanistici e di tipologia edilizia e non di tipo metrico. Tale fase, certamente fondamentale nella stesura del Piano Particolareggiato prende avvio dallo studio del tessuto urbano attraverso l evoluzione della tipologia consolidata e sulla relativa aggregazione/disaggregazione. Dalla situazione definita nella fase precedente e, con l ausilio fondamentale dei riferimenti tipologici intrinseci della realtà locale, si è operato un timido tentativo di riorganizzazione spaziale e di riordino all interno delle singole unità edilizie e di più unità edilizie seguendo il metodo della rilettura critica di trasformazione delle tipologie edilizie definendo alcune di riferimento e avendo come supporto l'insieme delle categorie Relazione illustrativa Pag. 23 / 30

26 edilizie di intervento definite dalla Legge 457/78. In proposito occorre osservare che anche in presenza di una così vasta gamma di possibilità di intervento, il Piano particolareggiato, attraverso la formulazione di precisi riferimenti quadro, indirizza le operazioni attuative all ottenimento dei risultati voluti. Ogni scheda contiene gli interventi ammessi per la singola unità edilizia, attraverso la individuazione di un sistema incrociato di indicazioni che classificano la stessa entro dei Riferimenti Tipologici (R.T.) definiti e ne permettono l attuazione mediante le diverse Categorie d Intervento Edilizio (C.I.E.) in cui la categoria assegnata implica anche l applicazione delle categorie che nel precedente elenco e nell elenco riportato all art. 10 delle Norme di Attuazione la precedono. Le diverse Tipologie di Riferimento che derivano dall analisi condotta e dai tipi matrice che li hanno generati sono costituite da schemi che riassumono, anche graficamente, i riferimenti principali di progetto per le unità medesime. Ad ogni Unità Edilizia definita nel P.P. viene associato un tipo edilizio definito nel R.T. e da esso ne assume il comportamento condizionato dalla morfologia del lotto, da fattori inerenti l adeguata fruizione igienico-sanitaria e da situazioni che richiedono il rispetto dei valori paesaggistici e ambientali. Allo scopo viene istituto un abaco, articolato in 6 (A, B, C, D, E, F): TIPO A: A.1 A.2 A.3 A.4 A.5 A.6 A.7 TIPO B: B.1 B.2 B.3 B.4 B.5 B.6 B.7 TIPO C: C.1 C.2 C.3 C.4 C.5 TIPO D: D.1 D.2 D.3 D.4 TIPO E: E.1 E.2 TIPO F: F.1 Talvolta nelle schede relative alle singole Unità Edilizie non risulta presente il tipo edilizio a cui fare riferimento in quanto la proposta non è stato possibile definirla in un quadro ripetibile di interventi, pertanto in sede esecutiva si farà riferimento alle indicazioni scaturibili dagli elaborati di Piano e sulla base dei suggerimenti che verranno proposti dall Ufficio tecnico comunale. Il raggiungimento compiuto delle tipologie volute ha pertanto guidato la definizione di un prototipo d intervento articolato su più tipologie definibili nel quadro dell art. Relazione illustrativa Pag. 24 / 30

27 31 della Legge n. 457 del 05 agosto 1978 ma con adeguate integrazioni. Per la singola Unità Edilizia, nell ambito del riferimento tipologico attribuitogli, viene indicata la Categoria d Intervento Edilizio che consente il raggiungimento del tipo previsto. Con l indicazione della Categoria d Intervento Edilizio indicata nella scheda dell Unità Edilizia sono consentiti tutti gli interventi che la precedono nell elenco riportato di seguito: M.O. - Manutenzione ordinaria M.S. - Manutenzione Straordinaria R./R.C. - Restauro e Risanamento Conservativo D. - Demolizione senza ricostruzione R.E./1 - Ristrutturazione Edilizia senza alterare la volumetria esistente R.E./2 - Ristrutturazione Edilizia con ampliamento D.R. - Demolizione e ricostruzione N.C. - Nuova Costruzione La rete stradale all interno dell edificato non ha subito alterazioni, è stato confermato lo schema a maglie ortogonali che si connette con l esterno con un sistema di accessibilità certamente più razionale e rispondente alle esigenze intrinseche. Tale metodologia ha consentito il raggiungimento di un disegno urbano che si è prefisso lo scopo di non alterare la conformazione del tessuto urbano originario, attraverso un equilibrato rapporto tra interventi nuovi ed edifici consolidati e la conservazione complessiva degli elementi caratterizzanti l'habitat del nucleo originario. La consistenza quantitativa complessiva per i singoli comparti e relativa all intera area d intervento può essere riassunta nei quadri successivi: Relazione illustrativa Pag. 25 / 30

28 Superficie Volume If ISOLATO A ISOLATO B ISOLATO C ISOLATO D ISOLATO E ISOLATO F ISOLATO G ISOLATO H ISOLATO I ISOLATO J ISOLATO L ISOLATO M ISOLATO N ISOLATO O ISOLATO P ISOLATO Q ISOLATO R ISOLATO S ISOLATO T ISOLATO U ISOLATO V ISOLATO X ISOLATO Y ISOLATO Z ISOLATO AA sommano mq mc mc/mq 2 212, ,91 2, , ,82 2, , ,87 2, , ,96 2, , ,55 2, , ,97 2,05 813, ,39 2,07 335,69 647,47 1, , ,84 2, , ,08 1, , ,02 1, , ,04 1, , ,19 2, , ,39 2, , ,88 2, , ,75 1, , ,68 1,66 886, ,54 1,88 620, ,13 1, , ,20 1, , ,09 1,98 920, ,16 2, , ,51 2,27 445, ,27 2,96 0,00 0,00 0, , ,71 2,15 In cui alla soppressione del fabbricato nell area di sa costixedda e alla eliminazione dell unità che non consentiva la regolarità dello schema viario, ha fatto seguito la individuazione di 33 unità capaci di riequilibrare il rapporto con il demolito e di consentire all Ente di trovare eventuali soluzioni per l attuazione del Piano. Sulla scorta degli elementi di cui sopra, è possibile definire una tabella di sintesi in cui si riportano le diverse aree destinate a servizi coerenti con la stato dei luoghi. Relazione illustrativa Pag. 26 / 30

29 Parziali Totali Superficie territoriale mq ,75 S1 mq - Superficie aree per servizi S2 mq 1 735,05 S3 mq , ,35 S4 mq 3 811,50 Superficie fondiaria mq ,17 Superficie viabilità mq ,23 Volumetria edificabile mc ,71 Indice territoriale (It) mc/mq 0,55 Indice fondiario medio (If) mc/mq 2,15 Si perviene quindi ad una volumetria edificabile fondiaria complessiva di ,71 mc., con un aumento di ,67 mc dovuto al contributo di incrementi volumetrici diffusi e non localizzabili puntualmente: adeguamenti formali di tipo planimetrico e altimetrico, razionalizzazione delle volumetrie all interno delle singole unità edilizie, nonché dalla volumetria insediata negli ambiti di recupero ambientale che definiscono urbanisticamente gli isolati (sottozona A2). Sempre per agevolare la lettura e l interpretazione degli elaborati di Piano, nelle schede vengono riportate alcune prescrizioni, con carattere vincolistico o indicativo strettamente necessarie per il raggiungimento degli obbiettivi. A completamento degli elaborati sono stati redatti i profili dell edificato che consentono di determinare, sempre con le approssimazioni più sopra specificate, gli sviluppi altimetrici. Inoltre, certamente fondamentale per il raggiungimento dei risultati voluti, l aspetto cromatico definito rappresenta un aspetto fondamentale. Poiché negli elaborati di Piano viene assegnato un colore ad un volume elementare prospiciente il suolo pubblico e viene codificata la regola del positivo e del negativo, nel senso che per l Unità Edilizia che si estende su due fronti stradali paralleli la coloritura del pieno e del vuoto di un prospetto si invertono nel secondo prospetto, è del tutto evidente che quanto rappresentato è il colore base e in corso di esecuzione sarà possibile fare ricorso a intensità diverse.. Ragionando in termini di dotazione di standards e considerando che certamente l incremento volumetrico determinato con il Piano Particolareggiato è prevalentemente distribuito sulle unità edilizie già insediate e definite, si può affermare che viene soddisfatta ampiamente la dotazione per abitante in quanto con il P.P. sostanzialmente si confermano le superfici complessive per servizi Relazione illustrativa Pag. 27 / 30

30 rispetto a quanto stabilito nel PUC vigente con un incremento, seppure modesto, delle aree per verde pubblico (S3) a scapito delle aree d interesse comune (S2) originariamente previste lungo la battigia. Per le aree verdi occorre fare ulteriori precisazioni di merito, nel senso che per la borgata di Marceddì esse devono svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo sociale ed economico. Allo scopo potranno realizzarsi infrastrutture sportive prettamente sostenibili con il contesto di riferimento e un percorso-vita vario e articolato che avvolge l intero ambito e si sviluppa lambendo gli specchi d acqua, la pineta e il fronte del mare. Ma il nodo dello sviluppo, il motore di una macchina dalle grandi potenzialità, è rappresentato dalla capacità ricettiva extralberghiera che si è cercato di indirizzare con il progetto del P.P., dallo stimolo all insediamento di attività artigianali legate alla pesca e la ricomposizione complessiva morfologica che si cercato da dare all intera borgata marina di marceddì.dotazione di aree per i servizi dello sport. GLI ELABORATI DEL PIANO Il presente Piano Particolareggiato del Centro Storico (Zona A) con valenza di Piano di Risanamento della borgata di Marceddì risulta costituito dei seguenti elaborati: All. A All. B Relazione illustrativa e piano finanziario Norme Tecniche di attuazione All. C L Analisi Tav. 01 Inquadramento territoriale e catastale Tav. 02 Le previsioni del Piano Urbanistico Comunale e del P.P.R. Tav. 03 La borgata di Marceddì: - il centro di antica e prima formazione, - le Unità Minime d Intervento (U.M.I.) - gli spazi pubblici esistenti Tav. 04 Analisi del patrimonio edilizio esistente: - i riferimenti alfanumerici Tav. 05 Analisi del patrimonio edilizio esistente: - caratteri epidermici e tipologici delle coperture Tav. 06 Analisi del patrimonio edilizio esistente: - stato di conservazione e uso Tav. 07 Analisi del patrimonio edilizio esistente: Relazione illustrativa Pag. 28 / 30

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