DIRITTI UMANI E CULTURA DI PACE L.R. 55/1999 VOUCHER EDUCATIVI CARATTERISTICHE DEL PERCORSO

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1 TITOLO PERCORSO Ente no profit Sede legale Referente progetto DIRITTI UMANI E CULTURA DI PACE LIBERI DI ESSERE A ZIGZAG SOS BAMBINO INTERNATIONAL ADOPTION ONLUS Via Monteverdi 2/A Vicenza (VI) Federica Ferro progetti@sosbambino.org telefono: fax: CARATTERISTICHE DEL PERCORSO 1. DURATA N. incontri 3 N. ore per incontro 3 Tot. ore 9 Incontro con insegnanti - 2. PROVINCE Padova (città e Provincia), Rovigo (solo città), Treviso (città e Provincia), Venezia (città e Provincia), Verona (città e Provincia), Vicenza (città e Provincia) 3. AMBITO/I TEMATICO/I Il bullismo come violazione dei diritti umani nella scuola 4. SCUOLE E CLASSI INTERESSATE Scuola Primaria Classi 3, 4, 5 Scuola Secondaria di Primo Grado Classi 1, 2, 3 5. CONTENUTI DEL PERCORSO La proposta educativa, destinata agli studenti delle scuole primarie e secondarie della Regione Veneto, che presentiamo con il presente progetto prevede 3 incontri di 3 ore ciascuno tenuti da personale esperto sia sui diritti dell infanzia sia sulla tutela degli stessi. In particolare sarà gradualmente affrontato il tema della discriminazione in generale e in particolar modo nel caso del minore adottato nel contesto scolastico. Discriminazione che può essere originata da fattori diversi ognuno dei quali con le proprie peculiarità quali ad esempio: 1. difficoltà di apprendimento; 2. diversità culturali; 3. etnia diversa; 1

2 4. colore della pelle; 5. diversità fisiche; 6. problemi di autostima legati all abbandono; 7. difficoltà emotive e relazionali. Il titolo di questo progetto prende spunto dal romanzo dello scrittore israeliano David Grossman intitolato Ci sono bambini a zigzag scritto nel 1994 e pubblicato da Mondadori nel Di particolare rilevanza, non tanto il contenuto del libro se pur di grande spessore, quanto una frase che metaforicamente può rappresentare i minori adottati meglio di molti trattati specifici sul tema: Ci sono persone rotonde, mia cara signora, ci sono bambini a forma, diciamo, di triangolo, perché no, e ci sono... Ci sono bambini a zigzag!. La storia di un bambino adottato è fatta di strade percorse proprio a zigzag dentro e fuori dal proprio sé. Un cammino, quasi mai lineare, che dalla nascita è stato segnato da molteplici e diversi fattori. Una condizione che li accomuna tutti però è l abbandono che, con tempi e modi soggettivi, deve essere prima di ogni cosa compreso e poi, ci si augura, accettato dal minore. A questa tempesta emotiva se ne aggiungono poi altre legate all adozione, percepite e vissute dal minore, anche in questo caso, soggettivamente. Egli, non solo viene catapultato in una nuova famiglia, ma anche in un contesto sociale complesso in cui la scuola è solo uno degli ambienti dove inserirsi. Anche se la scuola è l ambiente che più incide perché il primo fuori della famiglia dove il bambino si misura e viene valutato. La famiglia adottiva è molto preparata (vedi i vari percorsi che i genitori fanno per ottenere l idoneità), mentre la scuola non a sufficienza. L ambiente scolastico agli occhi di un adulto viene associato certamente a formazione ed educazione, ma spesso e superficialmente, solo a spensieratezza, gioco, amicizia e serenità. Occhi più esperti e attenti intravedono invece anche potenziali insidie, difficoltà e purtroppo anche crudeltà. Quando avvengono episodi di violenza nelle scuole, sia essa intesa in termini verbali e/o in termini fisici o entrambi contemporaneamente, c è sempre qualcuno che subisce e qualcuno che agisce. Le fragilità di un bambino/ragazzo, di qualunque natura (psichiche, linguistiche, fisiche, etc.) anziché provocare un atteggiamento di comprensione e di protezione, il più delle volte inducono singoli o gruppi di coetanei alla denigrazione, all aggressività e all emarginazione. Una semplice iniziale difficoltà di comprensione e produzione di un concetto nella nuova lingua può essere per il minore adottato il primo passo per essere ghettizzato come ritardato. Questo naturalmente è solo uno degli innumerevoli esempi. Anche se successivamente il minore potrà avere la possibilità di mostrare capacità anche superiori rispetto agli altri, le violenze subite durante il periodo di difficoltà possono aggravare lo stato emotivo aggiungendo al già pesante fardello una ferita in più che deve essere, per quanto possibile, evitata. È proprio quando sussistono disequilibri di questo tipo che potenzialmente si possono sviluppare le dinamiche tipiche di quello che viene ormai comunemente definito bullismo. Questo fenomeno, da molti purtroppo ancora sottovalutato, è caratterizzato da un azione di prepotenza, ripetuta nel tempo, messa in atto da un soggetto (o un gruppo) più forte nei confronti di uno più debole, che non riesce a difendersi. Dinamiche queste che compromettono un sano sviluppo evolutivo sia in chi agisce sia in chi subisce. La scuola ha un ruolo fondamentale non solo nell educazione ma anche nella crescita dei bambini e dei ragazzi che proprio in questo ambiente hanno l opportunità di socializzazione. Una socializzazione che deve essere necessariamente monitorata con competenza e corretta se produce dinamiche relazionali distorte e non sane ai fini di uno sviluppo adeguato del minore. La scuola deve essere pertanto intesa come luogo privilegiato per la strutturazione di interventi a carattere preventivo e di promozione del benessere di bambini e adolescenti. Gli autori della pubblicazione Kit No-Bullismo hanno sottolineato che è proprio per il dolore tenuto dentro, per la sofferenza che non si è avuto la possibilità di confidare a nessuno, che ci inasprisce, condannando se stessi a subire per sempre oppure diventando prepotenti verso gli altri. Se questo stato d animo può essere considerato come l humus in cui vittima, bullo e spettatore passivo sviluppano le loro dinamiche, diventa fondamentale contrastare questo fenomeno, 2

3 spesso silente, con degli interventi ad hoc a scuola sulle seguenti tematiche: 1. principi fondamentali sui diritti umani e in particolare sui diritti dei bambini: allo scopo di aumentare la consapevolezza nei bambini e nei ragazzi su questo tema; 2. le emozioni: allo scopo di consentire ai bambini e ai ragazzi di riconoscere i propri sentimenti, imparare ad ascoltarli, a comunicarli e a gestirli, in particolar modo le emozioni più forti come la rabbia e la paura; 3. l empatia: al fine di educare a mettersi nei panni dell altro, suscitando riflessioni sul proprio sentire e su quello altrui in particolari situazioni (giochi di ruolo e simulazioni di dinamiche comuni negli atti di bullismo); 4. percezione di sé e dell altro con l obiettivo di potenziare l autostima e migliorare le relazioni all interno del gruppo classe. L intento è quello di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e dell emarginazione, in particolar modo facendo dei riferimenti e approfondimenti sul minore adottato. Dopo un attenta riflessione proponiamo pertanto il seguente PROGRAMMA dell intervento che prevede attività specifiche per fasce di età e incontri a cadenza settimanale. 6. METODO FORMATIVO E MODALITA DIDATTICHE 1 INCONTRO (totale 3 ore): Accoglienza e presentazione Sondaggio sul concetto di Diritto e di Bullismo Definizione di bullismo come violazione dei diritti Giochi di ruolo 2 INCONTRO (totale 3 ore): Accoglienza Trasmissione di film (o parti di film) o cartoni animati sul tema del bullismo Discussione sul video trasmesso Giochi di gruppo Riflessioni finali: cosa penso e cosa sento 3 INCONTRO (totale 3 ore): Accoglienza Sondaggio sul concetto di Diverso Trasmissione di film (o parti di film) o cartoni animati sul tema della diversità Discussione sul video trasmesso Riflessioni finali: chi penso di essere, chi penso siano gli altri e chi penso siamo noi Il METODO prevede un continuo coinvolgimento dei ragazzi con dinamiche interattive e stimolanti, anche attraverso esercitazioni pratiche, studiate ad hoc da psicologi esperti che privilegeranno soluzioni comunicative frizzanti e divertenti allo scopo di catturare e mantenere sempre alta l attenzione dei bambini e dei ragazzi. Gli incontri si svolgeranno in classe valorizzando la circolarità della comunicazione interpersonale e la pari dignità di ogni membro del gruppo. Nel percorso educativo sarà data enfasi alla fase di ascolto in quanto propedeutica e fondamentale per la conoscenza del proprio sé e degli altri. Il conduttore (esperto della tematica) lascerà ampio spazio alla libera espressione dei bambini e dei ragazzi sui diversi temi dando solo degli spunti di riflessione al fine di fungere da stimolo per la discussione di gruppo. Imparare veramente ad ascoltare se stessi e gli altri non è immediato, ma è una competenza che può essere acquisita. È necessaria una buona dose di esercizio che sarà compito dell esperto far sembrare meno faticosa di quanto in realtà non sia. Ma è un passaggio fondamentale per prevenire le incomprensioni e i conflitti. Sarà trasmesso il concetto secondo cui ascoltare l altro significa avere degli elementi per meglio comprenderlo anche se dall ascolto non è detto si generi condivisione. Tuttavia è fondamentale il rispetto. Concetto quest ultimo che potrà meglio 3

4 essere trasmesso attraverso i giochi di ruolo che consentiranno ai bambini e ai ragazzi di sperimentare punti di vista altri interpretando ruoli, personaggi e situazioni. I sondaggi, sui concetti che di volta in volta saranno poi approfonditi, potranno svolgersi, a seconda delle fasce d età, mediante libera espressione con la tecnica di creatività di gruppo definita brainstorming, oppure attraverso lavori di grafica e disegno da svolgersi singolarmente o in gruppo. Senza un preciso confine tra un attività e l altra, i bambini e i ragazzi saranno educati a manifestare le proprie emozioni con continue e velate sollecitazioni. Le emozioni cercate nei toni di voce, nelle posture, nelle espressioni facciali oltre che nelle manifeste espressioni verbali dei bambini e dei ragazzi saranno in particolar modo: la rabbia, la tristezza, il risentimento, l invidia, la paura, in quanto potenzialmente pericolose per il manifestarsi di fenomeni di bullismo. I bambini e i ragazzi saranno accompagnati nel riconoscimento di queste emozioni e sarà loro insegnato come poterle gestire per poter vivere serenamente con se stessi e con gli altri. A scuola infatti solitamente viene insegnata la storia in quanto costituita prevalentemente da guerre, ma raramente viene insegnato come poterle evitare. La nostra è una società tecnologicamente avanzata, ma quasi analfabeta sul piano comunicativo, emozionale e relazionale e per prevenire disagi sociali è fondamentale sviluppare nei bambini e nei ragazzi, oltre che l intelligenza razionale, anche altre forme di intelligenza quali, appunto, quella emotiva e quella comunicativo-relazionale. Allo scopo di rafforzare l autostima nei soggetti fragili, durante uno degli incontri l esperto farà emergere come io mi vedo e come penso mi percepiscono gli altri mediante l utilizzo di tecniche variabili a seconda dell età e del tipo di gruppo-classe con cui l esperto si ritroverà a lavorare. In alcuni casi infatti saranno fornite delle schede che gli studenti dovranno compilare anonimamente e poi l esperto indurrà una discussione su un caso di particolare interesse senza fare alcun riferimento, mentre in altri casi sarà privilegiata l espressione grafica o nelle classi dove è possibile instaurare una buona comunicazione saranno incentivati confronti aperti. Ove possibile inoltre saranno introdotti dei giochi di gruppo per favorire lo star bene insieme agli altri pur non perdendo la concentrazione. A titolo di esempio si cita il gioco Io sono in cui sarà chiesto ai bambini e ai ragazzi di descriversi e, successivamente, di riconoscersi reciprocamente. Ognuno avrà la possibilità di rappresentarsi sia con modalità descrittive sia con altre tecniche più creative come ad esempio ritagliando e incollando immagini tratte da giornali e riviste. La MODALITA DIDATTICA si avvale pertanto in sintesi dell utilizzo di: materiale audiovisivo; giochi di ruolo; lavori di gruppo; giochi di gruppo; momenti di discussione. Siamo consapevoli che l intervento pedagogico che pensiamo di strutturare, per essere davvero efficace e non disperdersi, non può esaurirsi in un paio di incontri. L obiettivo, forse ambizioso, che ci poniamo è quello di dare degli spunti anche agli insegnanti affinché tutto il percorso didattico nel suo insieme tenga conto delle tematiche affrontante affinché ci sia coerenza e continuità. 7. INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE Spazi necessari La classe 4

5 Numero alunni massimo Materiali e dotazioni necessarie a carico dell Associazione: materiale audiovisivo, materiale didattico (schede, questionari, etc.); a carico della scuola: proiettore, schermo per proiettare, materiale di consumo (cancelleria, fotocopie, etc.). 5

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