LA RELAZIONE D AIUTO di: Sergio CARRARINI
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- Luisa Santoro
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1 LA RELAZIONE D AIUTO di: Sergio CARRARINI Vi comunico un esperienza vissuta in tanti anni di impegno con persone in difficoltà e di verifiche con operatori che mi hanno aiutato a crescere. ora le vivo più le persone che vengono spontaneamente a chiedere aiuto. 1 Spogliarsi dei pregiudizi e vincere le paure per entrare in un atteggiamento di ricerca, curiosità, scoperta del bene del male che c è in ogni realtà, in ogni vita, in ogni storia. (Gesù che esce oltre i confini... Paolo a Troade verso l Europa Pietro a Cornelio). 2 Riempire il ruolo di autorevolezza. Il ruolo può aiutare (fiducia accordata e garanzia di serietà) ma anche allontanare e creare impedimenti (precomprensioni, ufficialità, dipendenza, falsità ). L autorevolezza si costruisce nel tempo, con i segni e la fedeltà, con lo stile e le scelte della propria vita, con la pazienza dell amore. 3 Entrare in empatia simpatia con la persona cercando di stabilire un contatto a livello profondo. L empatia è l insieme di tanti atteggiamenti (sentimento di favore, attenzione all altro, comprensione di ciò che mi vuole comunicare, ascolto, compassione, schiettezza, solidarietà, verifica, dialogo ). Stabilire il contatto che vada al di là del ruolo e delle precomprensioni; della risposta ai bisogni immediati o dell assolvere un dovere 4 Ascoltare in profondità, oltre le parole dette, oltre alle comprensioni che uno ha o esprime tentare di ascoltare il non detto, i sentimenti, le paure, i desideri, i bisogni inespressi le sofferenze, le ansie, l aggressività cogliere gli atteggiamenti del corpo, le espressioni che ricorrono più spesso Sono i metamessaggi che una persona esprime, anche se a volte non ha piena coscienza, o non vuole verbalizzare o tenta di negare con la razionalità. 5 Spesso la cosa che più serve è fare da specchio, perché una persona possa vedersi meglio, conoscere se stesso con verità, fare chiarezza, dentro di sé, nelle idee, nei sentimenti, nei rapporti con gli altri, nelle scelte di vita Aiutare (per quanto si può) a mettere ordine, a trovare il proprio ordine, quello che si desidera e si cerca Spesso si può anche aiutare (senza giudizi e con semplicità) a prendere atto della realtà (spesso dolorosa per quanto sfuggita) senza cullarsi nel mondo dei sogni o dare sempre la colpa agli altri, alla società al destino, alla sfortuna 6 Superare ogni forma di giudizio (anche morale) per cercare di capire in profondità e andare oltre, superare i sensi di colpa, i se, i bisogna, i non accetto, i non è possibile ; il fatalismo e la rassegnazione Ogni atteggiamento
2 moralista o assolutista impedisce il dialogo, l ascolto, l aiuto il superare le difficoltà Questo sia da parte di chi aiuta (altrimenti crea dipendenza), sia da parte di chi chiede aiuto (altrimenti cerca solo approvazioni alle sue scelte e alleanze). La relazione di aiuto è libera dal giudizio e libera le persone da ogni moralismo e imposizione 7 Rimandare messaggi di fiducia in se stessi, negli altri, nel futuro, nella possibilità di cambiare, di fare dei passi (anche piccoli). Più che dare risposte, soluzioni (che creano dipendenza) dare la fiducia di trovarle Non devi ma puoi ; non bisogna ma se vuoi ; non se allora ma ora decido. Aiutare a maturare delle scelte (anche piccole) nell oggi più che attendere i grandi cambiamenti concentrarsi sul possibile, sul qui e ora che può innescare un meccanismo di cambiamento e dare un senso di partenza. Si può anche consigliare sulle scelte, valutare insieme ma non sostituirsi nelle decisioni. 8 Sostenere sempre e incoraggiare le scelte fatte, i piccoli passi, la capacità di valutare gli errori, di imparare a superarli incoraggiare anche nelle scelte che non si condividono se per l altro sono importanti e sono un passo in avanti (questo per noi specie sul piano della morale cattolica o di scelte legate alla fede o nostri valori ) 9 Il traguardo di un relazione d aiuto è che uno non abbia più bisogno d aiuto, che diventi autonomo e cammini con le sue gambe. Non necessariamente deve continuare il rapporto e esserci amicizia e riconoscenza. Se c è, meglio ma la vera efficacia è quando uno si sgancia e magari lui stesso aiuta un altro (senza necessariamente mandarlo da noi!). Alcune icone bibliche oltre al brano di Atti 3, 6-8 citato nell invito: Gesù è in territorio pagano oltre il confine, nel regno del male, della violenza. I due ultimi sono paralleli Marco 5,1-20: l indemoniato di Gerosa: Gesù libera dallo spirito della violenza Marco 7,24-30: la donna fenicia: l incontro con la donna libera Gesù dai pregiudizi Marco 7,31-37: il sordomuto della Decapoli: la relazione d aiuto delle sue condizioni Marco 8,22-26: il cieco di Betsaida: la relazione d aiuto i suoi tempi. Alcune linee comuni che caratterizzano il rapporto di Gesù con queste persone: - Gesù supera i pregiudizi, le paure verso i pagani ed entra in rapporto con loro - Gesù è mosso dalla compassione e dona la sua forza di liberazione dal male - Il rapporto con le persone e la relazione d aiuto ha sempre degli aspetti strani e problematici (contrattare con i demoni e la perdita dei porci; i figli e i cani; i gesti magici della guarigione; il parziale insuccesso del primo tentativo ): ci sono tutte le motivazioni culturali, (comunicare con i gesti più che con le parole), i passi lenti delle persone, le fatiche e gli insuccessi.
3 - Gesù stesso è arricchito da ciò che scopre nelle persone e a sua volta arricchisce, reintegrando sempre le persone nel loro cambiamento (anche se a volte tornano ad essere rifiutate). - Lo sbocco finale ha connotati diversi: c è chi diventa discepolo e chi no ; a volte la gente applaude e loda Dio, a volte si chiude ancora di più e lo rifiuta - C è sempre un invito a vivere questi incontri come fatti spirituali, interiori, profondi e non come eventi miracolistici o di propaganda (segreto messianico). Attraverso i segni, l incontro, la relazione d aiuto (con i suoi modi e i suoi tempi arrivare a rinnovare la propria vita e a credere. LA RELAZIONE D AIUTO È distinta sia dal ruolo di operatore di un servizio sociale o istituzionale che si fa carico del problema di una persona, sia dal gruppo di autoaiuto che presuppone la condivisione del problema e un rapporto paritario (è volontariato?). È una relazione interpersonale fondata su una libera scelta di entrambi, anche se con posizioni di partenza e motivazioni diverse. Ma la libertà e la gratuità (sia economica che di altri fini sociali, religiosi o di gruppo) sono il presupposto indispensabile. Vista la realtà di violenza e di costrizione del carcere è da porsi l interrogativo: è possibile una relazione d aiuto nel carcere? Con chi e a quali condizioni? Si colloca nell abito delle funzioni del cappellano o più del volontariato? L ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE È un cammino spirituale di crescita nella fede di conoscenza del Vangelo, di amore a Gesù Cristo, di scoperta delle scelte da fare e delle volontà di Dio sulla propria vita. Può essere legato al ministero di pastore di una comunità o a dei doni particolari fatti ad una persona. Un dono del discernimento delle scelte e il superamento della dipendenza. È sempre legato alla vita della comunità cristiana e ai suoi ritmi e sacramenti. L ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE È un aspetto strettamente inerente l impegno di cappellano e la pastorale nel carcere. È un esperienza più particolare, personale, interiore con alcune dinamiche della relazione d aiuto, ma molte altre legate al cammino della fede esplicita e delle scelte che essa comporta. Confesso una certa ritrosia a questo impegno (che valuto invece molto impegnativo ed esigente da parte di chi lo compie) per due motivi: la centralità della comunità nell esperienza della fede l esperienza della direzione spirituale dei nostri tempi o dei santoni di oggi che crea dipendenza e moralismi. Cosa si intende per accompagnamento spirituale? Verso chi è rivolto?
4 È una prima evangelizzazione verso persone che chiedono di riscoprire la fede o ricevere i sacramenti. Si configura allora come cammino di liberazione da una falsa religiosità a scoperta di Gesù Cristo e del suo messaggio di amore e perdono. È una catechesi di approfondimento della fede e della Parola di Dio su aspetti particolari. È una direzione spirituale, cioè un aiuto a scoprire e fare la volontà di Dio in alcuni momenti e scelte particolari della vita. Occorre il dono del discernimento e una grande sapienza e libertà interiore per guidare verso Dio. Mc 8,34-38: Seguire Gesù Cristo nelle sue scelte di vita dalla religione alla fede Mc 10,17-23: La proposta di radicalità da fare a tutti, nonostante i limiti Mc 10,46-52: La gioia di chi diventa discepolo e cammina al seguito di Gesù Cristo Mc 12,41-44: I gesti valgono più delle parole, la via della piccolezza e del cuore Mc 14,3-9: La relazione d aiuto verso i poveri e il rapporto con Cristo! Alcuni brani legati all impegno di Gesù di formare i discepoli: 8,34: Il tema della via, del seguire Gesù Cristo nella sua via, che è la via della croce, del dono della vita per amore. Al centro c è sempre Gesù Cristo e il rapporto con lui, seguirlo. Essere cristiani non è praticare una religione, ricevere i Sacramenti, dire delle preghiere, ma seguire un maestro, vivere come lui è vissuto e ci ha insegnato. 10,17: La sequela di Cristo comporta una radicalità che supera la religione e le pratiche e tocca la mentalità profonda delle persone e il rapporto con i beni Dio guida le persone a cambiare radicalmente propone a tutti, nonostante i molti rifiuti il coraggio di proporre scelte radicali oggi ci manca 10,46: Dai margini della strada (emarginato) e dalla condizione di cecità (perdita della fede) Bartimeo grida verso Gesù e chiede aiuto, attenzione, compassione. La folla (società) vuole che resti emarginato e silenzioso, che stia al suo posto e non protesti Questo anche quelli che gli fanno coraggio, lo aiutano ad alzarsi, e lo accompagnano da Gesù (accompagnamento spirituale). L entusiasmo e la gioia del cieco lo porta anche a gesti totalizzanti, ad una radicalità esterna (abbandona il mantello, sua unica ricchezza e protezione per la notte, si mette a saltare con il rischio di cadere e rompersi l osso del collo) Gesù aiuta l uomo a scoprire cosa aveva dentro, il suo bisogno profondo: tornare a credere, ad avere un rapporto con Dio di nuovo indica un esperienza già vissuta spesso anche per noi è aiutare a riscoprire ciò che uno ha perduto. Con la forza dello Spirito e incontrando Gesù Cristo Bartimeo torna a vedere la luce, a credere. Ma la sua scelta ora non è più quella di tornare alla vita di prima, alla religione tradizionale, alle pratiche religiose, ma quella di essere discepolo di seguire Gesù Cristo lungo la via dell amore, del servizio, del dono della vita. 12,41: A conclusione del suo insegnamento nel tempio Gesù richiama il fatto che la fede di una persona non si misura dai gesti esteriore che compie, dalle professioni di fede o dalla frequenza alla chiesa, ma dal cuore : ama Dio con tutto il cuore e il prossimo donando tutto te stesso. La vedova vive
5 pienamente l unico comandamento perché è nella via della piccolezza e del cuore. 14,3: Il gesto della donna è fondamentale per capire il Vangelo, l essenziale del messaggio di Gesù Cristo. Il contesto è quello della liberazione da una condizione di emarginazione (lebbroso guarito) e di festa, di ringraziamento a Dio e a Gesù Cristo (cena=eucarestia, Sacramenti). Il segno è quello della gratuità (profumare), del rispetto (al capo) e della totalità (valore). La reazione dei presenti è legata alla religione delle opere, del fare per Dio (=chiese belle) o per gli altri (=opere di carità, assistenze) è l idea della fede legata alle opere. La risposta di Gesù richiama alla fede legata al rapporto con le persone: rapporto con Dio nell amore e nell obbedienza alla sua volontà (Gesù che va verso la croce), rapporto con i poveri non come categoria, ma come persona (tra loro il più povero era Gesù perché andava verso la morte) al centro del cammino di fede c è il rapporto con le persone.
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