INDICE 4. CARATTERIZZAZIONE METEOMARINA DELLE UNITA FISIOGRAFICHE Esposizione del paraggio
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2 INDICE 1. PREMESSA pag INQUADRAMENTO TERRITORIALE pag STATO DEI LUOGHI pag CARATTERIZZAZIONE METEOMARINA DELLE UNITA FISIOGRAFICHE 4.1 UNITÀ FISIOGRAFICA D Esposizione del paraggio Condizioni ondose di largo Condizioni ondose di sottocosta UNITÀ FISIOGRAFICA D Esposizione del paraggio Condizioni ondose di largo Condizioni ondose di sottocosta CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E MORFOLOGICA DEL LITORALE DI S.MAURO C.TO (SA) 5.1 Inquadramento geologico 5.2 Inquadramento morfologico 5.3 Franosità della costa alta pag. 5 pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 6 pag. 6 pag. 7 pag. 7 pag. 7 pag. 8 pag PERICOLOSITA 6.1 Pericolosità da erosione coste basse Descrizione della fascia a pericolosità alta(p3) Descrizione della fascia a pericolosità media(p2) Descrizione della fascia a pericolosità bassa(p1) 6.2 Pericolosità da frana coste alte pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 12 pag VULNERABILITA E DANNO 7.1 Vulnerabilità Danno.. pag. 13 pag RISCHIO 8.1 Rischio da erosione Rischio da frana.... pag. 16 pag. 17 pag CONCLUSIONI pag. 18 APPENDICE 1 Documentazione fotografica APPENDICE 2 Tabelle e figure 1
3 1. PREMESSA In data 29/11/99 è stato pubblicato, sul BURC n. 77, il Piano Straordinario per l Assetto Idrogeologico, nell ambito del quale è stato predisposto il Piano Straordinario per l Erosione Costiera dell Autorità di Bacino Sx Sele, con il quale sono state definite le aree a rischio da erosione costiera relative alla fascia litoranea del territorio di competenza. Successivamente, in ottemperanza a quanto disposto della legge 183/89 e s.m.i., si è proceduto alla redazione del Piano Stralcio da Erosione Costiera. La presente relazione descrive le metodologie adottate nella individuazione, perimetrazione e classificazione delle aree a pericolosità e rischio nell ambito del territorio di competenza dell Autorità di Bacino Sinistra Sele. Lo studio è partito dalla individuazione delle Unità Fisiografiche di riferimento, dalla definizione delle caratteristiche meteomarine, dell assetto geologico, strutturale e geomorfologico della fascia costiera di riferimento e dello studio idrologico (definizione apporto e trasporto solido) dei bacini, ed ha consentito di valutare gli elementi utili alla definizione della pericolosità da erosione per la costa bassa e geologica della costa alta, nonché del rischio. A tal fine sono state svolte le seguenti attività: - consultazione della bibliografia scientifica esistente; - analisi della cartografia prodotta dall Autorità di Bacino Regionale Sinistra Sele per la redazione del Piano Straordinario da Erosione Costiera; - analisi stereoscopica di aerofoto; - analisi diacronica della cartografia esistente con ricostruzione storica dell andamento della linea di riva; - rilevamento batimetrico e sedimentologico della fascia costiera sino alla batimetrica 10m; - rilievo delle aste fluviali ed analisi granulometrica di campioni prelevati in alveo e sui versanti (definizione apporto solido fluviale); - rilevamento dell assetto geologico, stratigrafico e strutturale in scala 1:5.000; - rilevamento geomorfologico alla scala 1:5.000, con particolare riferimento alla individuazione, delimitazione e caratterizzazione delle frane e degli indicatori di movimenti di massa; - analisi e trasposizione dei dati ondametrici della Rete Ondametrica Nazionale; - caratterizzazione meteomarina dell Unità Fisiografica di riferimento; - verifica, controllo e definizione del tipo di danno al suolo e sulle opere antropiche connesso ai fenomeni da erosione costiera e franosi, con particolare riferimento alle: a) segnalazioni degli Enti Locali; 2
4 b) rilevamento lungo la costa dei dissesti e danni; c) confronto dei dati raccolti con la bibliografia esistente e con gli elaborati specialistici prodotti per la pianificazione urbanistica e territoriale a scala comunale (P.R.G., progetti per il riassetto idrogeologico, ecc ) e per i singoli interventi urbanistici già progettati e/o realizzati (strade, impianti sportivi, ecc ); Le risultanze del Piano, finalizzate all individuazione e perimetrazione delle aree a Pericolosità e Rischio secondo classi predefinite, pongono particolare attenzione alle zone nelle quali la maggiore vulnerabilità del territorio si lega a maggiori pericoli per le persone, le cose ed il patrimonio ambientale, al fine di individuare forme di gestione del territorio che consentano il permanere di attività socio economiche in detti contesti (vedi piani di protezione civile e/o altre forme di intervento non strutturale e di gestione delle situazioni di pericolosità e rischio individuate). Così come è stato redatto il Piano Stralcio Erosione Costiera ed in particolare il suo S.I.T. è possibile l aggiornamento in funzione delle modifiche dell assetto territoriale. La presente relazione espone, quindi, i risultati delle attività conoscitive, di studio ed indagini svolte per la suddivisione della fascia costiera del Comune di S. Mauro C.to in aree caratterizzate dai differenti valori della pericolosità e del rischio, i cui passaggi sono i seguenti: 1. Delimitazione delle aree caratterizzate da uguali valori della pericolosità; 2. Stima del danno conseguente agli eventi; 3. Redazione delle carte del rischio; 4. Norme di salvaguardia. Inoltre, il Piano Stralcio da Erosione Costiera è accompagnato da progettazione preliminare di alcuni siti campioni, a supporto di un più generale programma di opere ed interventi di mitigazione del rischio da erosione costiera. 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il tratto costiero del territorio comunale di S.Mauro Cilento è compreso tra la Baia di Capitello ed un impluvio. La lunghezza dell intero perimetro costiero è di circa 2,1 km. L entroterra è collinare (circa il 50%) e l altro sub-pianeggiante (circa 50%). I corsi d acqua hanno un carattere essenzialmente stagionale e/o torrentizio a decorso rettilineo parallelo alcuni in fase di reincisione ed approfondimento. 3
5 3 STATO DEI LUOGHI Nell ambito della fase conoscitiva del tratto di costa di competenza dell Autorità di Bacino, e stata predisposta la redazione di schede informative sulle condizioni dello stato dei luoghi e sulle principali caratteristiche geometriche e morfologiche di ciascun litorale. L intera fascia costiera è stata suddivisa in tratti di costa con caratteristiche di esposizione al moto ondoso sostanzialmente omogenee, separati da promontori che ne delimitano l estensione. Ciascun tratto di costa, definito come ambito costiero, racchiude una, o più unità fisiografica. L unità fisiografica si definisce come quel tratto di costa i cui sedimenti che formano o contribuiscono a formare la spiaggia, non vengono scambiati con le spiagge delle unità limitrofe o, al più, lo sono ma in quantitativi di flusso trascurabili. L individuazione delle unità fisiografiche deriva dalla necessità di caratterizzare i litorali per i quali sviluppare gli studi sugli effetti evolutivi. Il tratto di costa relativo al Comune di San Mauro Cilento rientra nell ambito D. Al Comune appartiene l unità fisiografica denominata D1 ed una parte dell unità D2. A seguito dei sopralluoghi effettuati e dalle analisi delle informazioni reperite, per ciascuno degli ambiti sono state compilate delle schede di sintesi riportanti indicazioni di carattere generale del sito. Le informazioni riportate sulle schede, relativamente a ciascuna unità di costa, sono: gli sviluppi in lunghezza dell intero tratto in esame, i limiti amministrativi comunali insistenti sul tratto di costa, le estensioni delle parti interessate da strutture e/o opere costiere presenti attualmente ed eventualmente da quelle in corso di realizzazione (o in progetto), la tipologia di tali opere, il tipo di spiaggia, i principali bacini di apporto solido alla spiaggia dell ambito costiero esaminato, le principali caratteristiche fisico-dinamiche dei sedimenti costituenti la spiaggia sia emersa che sommersa. Infine, per ciascuna unità fisiografica sono state riportate le notizie sulla evoluzione storica della linea di costa al fine di individuare l attuale regime litoraneo (erosione, ripascimento, ecc.) e, laddove esistenti valutare gli effetti delle strutture realizzate. 4
6 4 CARATTERIZZAZIONE METEOMARINA DELLE UNITA FISIOGRAFICHE 4.1 UNITÀ FISIOGRAFICA D1 (DA PUNTA ZAMARRO SINO A 650 METRI A SUD) Esposizione del Paraggio Il paraggio relativo all'area di interesse è localizzato al centro del settore geografico di traversia delimitato dalle direttrici per 150 N e per 300 N (Figura 3.1). Il fetch geografico minimo, pari a circa 182 km, corrisponde alla direttrice orientata per la 150 N; il fetch massimo, pari a circa 460 km, corrisponde alla direttrice orientata per 280 N. In Figura 3.2 e nella Tabella 3.1 sono stati riportati, per ciascun settore direzionale di ampiezza 10, i valori dei fetch geografici e di quello efficace. Per il calcolo dei fetches efficaci è stata utilizzata la relazione di dispersione angolare del moto ondoso ricavata dai risultati della campagna sperimentale JONSWAP. In particolare si è assunto che la distribuzione direzionale dell energia del moto ondoso abbracci un settore di ±90 rispetto alla direzione di provenienza del vento e, che ciascuna direzione compresa in questo settore fornisca un contributo energetico proporzionale al quadrato del coseno dell angolo che essa forma con la direzione di propagazione Condizioni ondose di largo La ricostruzione del clima ondoso al largo è stata effettuata, a partire dalle registrazioni della stazione ondametrica di Ponza, utilizzando il criterio di trasposizione geografica della serie di dati basata sulla similitudine dei fetches efficaci (Contini e De Girolamo). La stazione ondametrica di Ponza fa parte della Rete Ondametrica Nazionale, gestita dal Servizio Idrografico e Mareografico ed è in esercizio dal 1 luglio Essa è costituita da un ondametro direzionale (modello Wavec della Datawell) disposto nel punto di coordinate: 40 52,5 N; 12 57,6 E ed è ancorata su fondali di circa 100m. L ipotesi di base del criterio di trasposizione geografica consiste nel supporre che lo stesso evento climatico registrato a Ponza ha interessato anche l area di generazione delle mareggiate che investono il sito costiero in esame. La caratterizzazione climatica del moto ondoso, ovvero la ripartizione in frequenza delle altezze d'onda significative Hs al largo dell unità fisiografica D1 per classi di altezza e settori direzionali, ricavata sulla base della suddetta trasposizione geografica, è riportata in Tabella 3.2 e, sottoforma di rosa dello stato del mare, in Figura
7 Esaminando i risultati si evince che le direzioni di largo da cui provengono le mareggiate di maggiore intensità risultano comprese nel settore delimitato dalle direzioni 270 N e 280 N. Al fine di avere una utile indicazione nei riguardi degli effetti indotti sul trasporto solido litoraneo è stato calcolato per ciascun settore direzionale di ampiezza di 10, il contributo al flusso di energia. Il risultato è illustrato nella rappresentazione polare di Figura 3.4 ove è anche indicata la direzione della risultante energetica: N. Allo scopo di valutare le altezze d'onda, con prefissato periodo di ritorno ed assegnato rischio di accadimento, da assumere a base della progettazione degli interventi si è applicata la legge asintotica del valore estremo o di Gumbel. Avendo assunto un periodo di ritorno T R = 50 anni, dall analisi statistica eseguita si e ottenuta una condizione ondosa estrema di largo da assumersi per le elaborazioni successive pari a: H s = 7.34 m T = sec Condizioni ondose di sottocosta Allo scopo di determinare qualitativamente l andamento dei fenomeni evolutivi della linea di costa, le caratteristiche ondose di largo precedentemente individuate sono state propagate sottocosta fino alla batimetrica -10 m, che risulta prossima alla linea di riva e, al tempo stesso, al di fuori della zona di frangimento. Il trasferimento delle condizioni di moto ondoso da largo sotto costa è stato effettuato utilizzando un modello matematico bidimensionale di rifrazione e diffrazione. 4.2 UNITÀ FISIOGRAFICA D2 (DA MEZZATORRE A TORRE DI ACCIAROLI) Esposizione del Paraggio Il paraggio relativo all'area D2 è localizzato al centro del settore geografico di traversia delimitato dalle direttrici per 150 N e per 320 N (Figura 4.1). Il fetch geografico minimo, pari a circa 88 km, corrisponde alla direttrice orientata per la 310 N; il fetch massimo, pari a circa 460 km, corrisponde alla direttrice orientata per 280 N. In Figura 4.2 e nella Tabella 4.1 sono stati riportati, per ciascun settore direzionale di ampiezza 10, i valori dei fetch geografici e di quello efficace. 6
8 4.2.2 Condizioni ondose di largo La caratterizzazione climatica del moto ondoso, ovvero la ripartizione in frequenza delle altezze d'onda significative Hs al largo dell unità fisiografica D2 per classi di altezza e settori direzionali, ricavata sulla base della suddetta trasposizione geografica, è riportata in Tabella 4.2 e, sottoforma di rosa dello stato del mare, in Figura 4.3. Esaminando i risultati si evince che le direzioni di largo da cui provengono le mareggiate di maggiore intensità risultano comprese nel settore delimitato dalle direzioni 270 N e 280 N. Il flusso di energia di largo è illustrato nella rappresentazione polare di Figura 4.4 ove è anche indicata la direzione della risultante energetica: 238 N. Allo scopo di valutare le altezze d'onda, con prefissato periodo di ritorno ed assegnato rischio di accadimento, si è applicata la legge asintotica del valore estremo o di Gumbel. Avendo assunto un periodo di ritorno T R = 50 anni, dall analisi statistica eseguita si e ottenuta una condizione ondosa estrema di largo da assumersi per le elaborazioni successive pari a: H s = 7.60 m T = sec Condizioni ondose di sottocosta Le caratteristiche ondose di largo precedentemente individuate sono state propagate sottocosta fino alla batimetrica -10 m. 5 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E MORFOLOGICA DEL LITORALE DI S.MAURO C.TO 5.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO Lungo la fascia costiera del territorio comunale è stato eseguito un rilevamento geologico di dettaglio, i cui risultati sono riportati nell apposita carta geologica. I terreni affioranti dall alto stratigrafico sono: Terreni di copertura: - depositi di spiaggia attuale (sps), costituiti da sedimenti sciolti a prevalente granulometria sabbiosa. Questi affiorano a sud della località Mezzatorre dove formano delle fasce ampie fino circa a 20 m. - depositi di spiaggia attuale (sp gc ), costituiti da sedimenti sciolti a prevalente granulometria ghiaioso-ciottolosa. Questi affiorano a nord del Vallone Ruoccio. - depositi colluviali e/o detritici di versante (dc), formati da limi ed argille con inclusi clasti eterometrici e poligenici a spigoli vivi. Comprende depositi detritici continentali recenti 7
9 accumulatisi, in seguito a processi gravitativi ed erosivi agenti sui versanti, in corrispondenza di concavità morfologiche ed alla base dei pendii stessi. Lo spessore di tali coperture risulta variabile e tendente ad aumentare al piede dei versanti. Questi depositi affiorano diffusamente nell area, e precisamente nell area di raccordo con tra il fondovalle e la costa. - Sabbie dunari (s), costituiti da sabbie dunari gialle ed antiche ben cementate a stratificazione incrociata e depositi di spiagge antiche prevalentemente sabbiose. I depositi sabbiosi antichi, rinvenuti a sud della località Mezzatorre, sono caratterizzati da granulometria mediogrossolana. Terreni del substrato: - Formazione di San Mauro Membro arenaceo pelitico (Sm ap ), costituito da strati centimetrici di arenarie intercalate a sottili livelli pelitici. Dal punto di vista geotecnico, questi depositi rientrano tra i Terreni strutturalmente complessi (Esu,1977; Picarelli,1986), classificabili nel Gruppo B Classe B1. Il membro arenaceo- pelitico, affiora lungo il versante di SW del Colle della Sala. - Formazione di Pollica (P), costituita da arenarie, in strati e straterelli da centimetrici a decimetrici, intercalate da sottili livelli pelitici. Questi terreni, di età Miocene, vengono attribuiti ai termini intermedi del Flysch del Cilento (Ietto et alii, 1965). Dal punto di vista geotecnico, questi depositi rientrano tra i Terreni strutturalmente complessi (Esu,1977; Picarelli,1986) e classificabili nel Gruppo B Classe B1, per l alternanza più regolare di strati lapidei e strati argillitici. Anche questi litotipi sono caratterizzati da una ridotta degradabilità ed erodibilità per la prevalenza di termini lapidei più resistenti che conferiscono ai pendii delle pendenze medie abbastanza elevate (circa 30 ). Nell area in oggetto, questi terreni affiorano diffusamente in tutto il territorio comunale e costituiscono il substrato relativo. I contatti, tra il locale bed rock (F. di Pollica) e il Flysch di S. Mauro, generalmente sono di natura stratigrafica. 5.2 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO Scopo della carta geomorfologica di dettaglio è quello di dare una rappresentazione del territorio in funzione processi morfogenetici endogeni ed esogeni. Partendo dall analisi delle forme del rilievo e dei depositi loro associati è possibile risalire alle tendenze morfoevolutive del passato, e quindi, ad una maggiore comprensione dell attuale assetto e ad un attendibile previsione del futuro. La carta realizzata rappresenta tutte le componenti morfosedimentologiche della fascia costiera, nonché le forme denudazionali (erosionali e/o gravitative) e deposizionali legate 8
10 all evoluzione recente della superficie terrestre ed ai processi che ne determinano il modellamento attuale. Dal rilevamento di campagna e da interpretazione di foto aeree si sono riconosciuti i seguenti morfotipi legati all evoluzione geomorfologia costiera : costa a falesia bassa inferiore ai 10 m.(b 2 ); costa bassa e sabbiosa (D); costa con pocket beach con falesia attiva retrostante (C 2 ); La costa a falesia bassa (B 2 ) ha un estensione di circa 0,5 km e interessa il promontorio a sud di P. Capitello. Essa è impostata sull incisione della potente falda detritica che si trova al piede dei rilievi collinari di questa zona. Al piede delle falesie è presente una spiaggia emersa dell ampiezza massima di circa 3 m, di natura prevalentemente ghiaioso ciottolosa. La costa bassa e sabbiosa (D) ha un estensione di circa 1,3 km e si trova a sud della loc. Mezzatorre. È caratterizzata da granulometria prevalentemente sabbiosa, i tratti di spiaggia sommersi, risultano a gradiente di circa 3-7 inoltre sono presenti distinti ordini di cordoni dunari attivi e/o antropizzati. I cordoni dunari risultano stabilizzati, con altezza media di circa 2 mt. Le dune sono costituite da sabbie con stratificazione incrociata e coperte da vegetazione bassa, tipica di questo ambiente. La granulometria della costa bassa è costituita da sabbie medio-fini ed in prossimità della battigia da ghiaie e sabbie medio-grossolane. La morfologia della spiaggia emersa presenta alcuni protendimenti verso il largo descritti in letteratura come sand-waves a cui corrispondono nella spiaggia sommersa delle barre. Sono presenti diversi ordini di barre sommerse lungo il litorale. La spiaggia è di tipo dissipativo/riflessivo caratterizzato dall'alternanza di settori con barre sommerse e da un basso gradiente della spiaggia sommersa compreso tra i 3 e 9. Il morfotipo descritto, fa si che l energia delle onde incidenti venga per l appunto dissipata in corrispondenza delle barre. La costa con pocket beach con falesia attiva retrostante (C 2 ) ha un estensione di circa 0.3 km e caratterizza una serie di spiagge comprese fra Baia del Capitello e Mezzatorre. Data la loro esiguità il moto ondoso interessa la falesia retrostante in occasione di eventi di una certa intensità. Si è rilevata la presenza di falda detritica, formata dallo smantellamento del substrato, alla base dei rilievi collinari e ai margini di alcuni impluvi. Vi è una piattaforma di abrasione localizzata lungo il tratto di costa compreso fra Mezzatorre e il confine comunale. Inoltre sono stati riconosciuti da fotointerpretazione versanti a controllo strutturale e la presenza lungo il litorale di cordoni dunari e/o antropizzati oltre che a numerose mura perimetrali in c.a. 9
11 Il reticolo idrografico superficiale è rappresentato dai tratti terminali dei corsi d acqua aventi un carattere essenzialmente stagionale e/o torrentizio a decorso rettilineo parallelo alcuni in fase di reincisione ed approfondimento. Allo sbocco del vallone Ruoccio presso località Mezzatorre si rileva una morfologia attribuibile a coni di deiezione attivi così come per altri impluvi lungo la costa alta. 5.3 FRANOSITÀ DELLA COSTA ALTA Nell analisi dei dati si è tenuto conto di tutte le segnalazioni danni pervenute all Autorità di Bacino Sx Sele da parte degli Enti interessati, nonché di quelle rilevate direttamente dai tecnici della stessa Autorità. Si allegano le segnalazioni pervenute all Autorità di Bacino Sx Sele, riguardo i movimenti franosi e di mareggiata avvenuti lungo il litorale. N. ENTE N ORDINANZA DATA EMISSIONE 1 Comune 06/ /03/1997 OGGETTO LOCALITA DESCRIZIONE PERICOLO DI FRANA Mezzatorre: N.N. 2 Privati 18/02/2002 MAREGGIATE Mezzatorre Possibili danni alle abitazioni Possibili danni alle abitazioni Nel presente lavoro sono state riconosciute attaverso rilevamenti diretti di campagna e interpretazioni da foto aeree, fenomenologie legate a processi di dissesto con tipologie, stato di attività e cinematismi diversi e cartografabili alla scala di studi adottata. I movimenti gravitativi di versante sono localizzati a nord-ovest della località Mezzatorre con cinematismo a rapida evoluzione del tipo crollo e/o ribaltamenti in roccia. 6 PERICOLOSITA 6.1 PERICOLOSITÀ DA EROSIONE (COSTA BASSA) Al fine di stimare la probabilità che gli eventi selezionati possano verificarsi in una data area, in un dato orizzonte temporale (fissato in 20 anni), è stato effettuato uno studio sul clima meteomarino cui è stato sottoposto il paraggio e sulla tendenza evolutiva che ha mostrato la costa nel tempo. Sulla scorta delle analisi effetuate si è proceduto a trasporre sulla cartografia di di riferimento : 1. le coordinate planimetriche dei punti delle sezioni interessate dai fenomeni di breve periodo (modellamento trasversale e risalita del moto ondoso e conseguente allagamento); 2. i tratti di litorale interessati da fenomeni erosivi e le coordinate planimetriche dei punti della posizione della nuova linea di riva; 10
12 3. con riferimento ai tratti di cui al precedente punto, le nuove coordinate planimetriche dei punti delle sezioni interessate dai fenomeni di breve periodo (modellamento trasversale e risalita del moto ondoso e conseguente allagamento) 4. le aree oggetto della segnalazioni dei danni. La perimetrazione delle aree di pericolosità è avvenuta, in linea generale, attraverso l unione dei punti delle sezioni interessate dagli effetti delle mareggiate di riferimento riferiti alla linea di costa attuale e a quella calcolata sulla base dei ratei medi di erosione (punti 1 e 3), che hanno portato, rispettivamente, alla individuazione della Fascia ad alta pericolosità, P3, e di quella a media pericolosità, P2. Sono state, altresì, individuate e perimetrate, le cosiddetta aree di attenzione, fascia di bassa pericolosità P1, definite come porzioni di territorio potenzialmente interessate (es. crolli, dissesti) dagli effetti indiretti della evoluzione morfologica a breve termine nelle quali il livello di attenzione può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggiore dettaglio. Nella determinazione delle fasce, nei tratti intermedi tra le sezioni di calcolo si è cercato di seguire l andamento planimetrico della zona in esame. Quando, principalmente nei tratti pianeggianti, la suddetta procedura ha determinato una notevole estensione delle aree allagabili in seguito ai fenomeni di risalita del moto ondoso, in considerazione della limitatezza dei tiranti massimi in tali aree (tiranti di pochi centimetri), la larghezza delle stesse è stata limitata in corrispondenza di rilevati stradali o ferroviari, o altri punti di discontinuità altimetrica. Nei tratti di spiaggia protetti da scogliere distaccate, in cui dai risultati delle simulazioni è risultata una larghezza dell erosione a breve termine di modesta entità, il limite superiore verso terra della fascia di pericolosità è stato valutato in funzione della risalita dell onda e delle infrastrutture esistenti in dette aree. Nel seguito si descrivono i risultati delle analisi effettuate per i comune in oggetto, rimandando alle relazioni tecniche per la descrizione dei criteri con i quali sono state tracciate le linee definite in precedenza Descrizione della fascia a pericolosità alta (P3) Il tratto di litorale in esame presenta una pendenza della spiaggia (intesa come insieme della spiaggia sommersa ed emersa) variabile lungo la costa da un valore minimo di circa 4.5 % a valori massimi intorno al 16 % assumendo una media del 9 %. Da punta Zamarro alla località indicata in planimetria con il nome Mezzatorre la larghezza cresce dal valore minimo di 10 m al valore massimo di circa 30 m. A sud di Mezzatorre, la larghezza decresce e per un breve tratto si mantiene pressocchè costante e pari a circa 10 m. Nel 11
13 restante tratto, fino al porto di Acciaroli, la fascia assume una larghezza poco variabile intorno ad un valore medio di circa 35 m. Nella fascia, ad eccezione di un unico edificio, non si riscontra la presenza di alcun manufatto Descrizione della fascia a pericolosità media (P2) Dalle simulazioni effettuate risulta che l estensione dell erosione a breve termine proiettata nel lungo periodo rientra nel limite superiore della fascia P3. Per questo motivo in tali aree non è presente la fascia a pericolosità P Descrizione della fascia a pericolosità bassa (P1) La linea di demarcazione di tale fascia coincide con il primo confine naturale (es. scarpata) o artificiale (es. edificio, strada o muretto di recinzione) fisicamente individuabile a tergo delle zone definite in precedenza. La fascia a pericolosità bassa assume una larghezza variabile a causa della differente conformazione del litorale nel tratto in esame e a causa della differente ubicazione degli insediamenti residenziali. In particolare la fascia comprende, nella maggior parte dei casi, gli edifici più vicini alla attuale linea di riva. Mediamente la larghezza della fascia varia tra i 20 ed i 40 metri. Nella fascia sono presenti degli edifici sparsi con una densità che in nessun caso assume una certa rilevanza. 6.2 PERICOLOSITÀ DA FRANA (COSTA ALTA) Per la redazione della carta della pericolosità da frana si è partiti dai rilievi geologici di base nonché dalle condizioni morfologiche ed idrogeologiche che hanno consentito di classificare le falesie sulla base degli Indici di Instabilità. Ad ogni range di Indice di Instabilità è stata attribuita una classe di Pericolosità così come di seguito indicato: moderata P1 area a moderata suscettibilità da frana, con indici di instabilità (I.I.) compresi tra 26% e 40% nei complessi lapidei (calcari, dolomie, calcari dolomitici, arenarie cementate)e tra 32% e 40% in quelli terrigeni (flysch mesozoico- terziari) media P2 area a media suscettibilità da frana, con indici di instabilità (I.I.) compresi tra 41% e 60% sia nei complessi lapidei (calcari, dolomie, calcari dolomitici, arenarie cementate) che in quelli terrigeni (flysch mesozoicoterziari). 12
14 elevata P3 area ad elevata suscettibilità da frana, con indici di instabilità (I.I.) compresi tra 61% e 83% nei complessi lapidei (calcari, dolomie, calcari dolomitici, arenarie cementate)e tra 61% e 79% in quelli terrigeni (flysch mesozoico- terziari) Nel comune di S. Mauro Cilento l estensione della fascia costiera è pari a circa 2.1 km di essa circa 0.80 km sono a falesia impostate prevalentemente su terreni flischoidi della formazione di San Mauro e Pollica. Le altezze delle falesie sono inferiori a 10 metri. L unica falesia presente, ricadono in pericolosità P2, con un areale di circa m^2 ed è localizzata nella zona di Punta Zamarro come può desumersi dalle Tavole del presente piano. In sintesi, la falesie investigate presentano per il 100% della loro area Pericolosità Media P2. 7 VULNERABILITA E DANNO 7.1 Vulnerabilità La definizione della Carta della Vulnerabilità è stata predisposta tramite un attività di acquisizione dello strumento urbanistico vigente generale ed esecutivo (P.R.G.) per il Comune di S. Mauro Cilento. Relativamente alla fascia di territorio comunale interessata dal Piano Stralcio Erosione Costiera, la zonizzazione, così come riportata negli strumenti di pianificazione urbanistica esaminati, è stata restituita su base cartografica alla scala 1:2000. Ad integrazione delle informazioni contenute nelle zonizzazioni allegate agli strumenti di pianificazione, è stato effettuato il controllo e l analisi delle ortoimmagini in scala 1:2000, rese dal volo 2003 eseguito dall Autorità di Bacino Sinistra Sele. Per tale aggiornamento sono stati aggiunti quegli elementi significativi di territorio antropizzati rilevati è non riportati nelle zonizzazioni allegate agli strumenti di pianificazione esaminati. Inoltre, sulla scorta della cartografia di base, è stata eseguita la delimitazione delle spiagge distinguendole, dal punto di vista geologico, in sabbiose e ciottolose. Per la definizione della carta degli insediamenti, interessando una fascia significativa di territorio, si è passato alla digitalizzazione della zonizzazione, adottando il criterio dell accorpamento per classe di aree omogenee, in funzione degli insediamenti esistenti o del loro potenziale sviluppo così come individuate negli strumenti di pianificazione. Ai fini della semplificazione della lettura cartografica l individuazione e la perimetrazione delle aree omogenee sono state raggruppate in un unico poligono chiuso o più poligoni quando le stesse non risultavano adiacenti. 13
15 Nella cartografia sono state riportate, nel rispetto del D.M. n 1444/68, le sottoelencate zone omogenee: zona A (centro storico) zona B (zona residenziale di completamento) zona C (zona residenziale di espansione) zona D (area produttiva) zona F (attrezzature pubbliche) zona T (attrezzature turistiche) zona AC (area cimiteriale) zona E1 (zona agricola antropizzata) zona E2 (zona agricola semplice o scarsamente antropizzata) Nelle Zone Agricole sono state individuate le attività antropiche e gli elementi presenti sul territorio non ricadenti nelle altre aree zonizzate; È stato, inoltre, digitalizzato e classificato il reticolo delle strade non comprese nei poligoni della zonizzazione secondo la seguente gerarchia: - Strade Comunali - Strade Provinciali - Strade Statali ed il tracciato ferroviario. 7.2 Danno Il danno esprime l aliquota del valore dell elemento a rischio che può venire compromessa in seguito al verificarsi di un evento critico. La valutazione del danno è stata effettuata, mediante una metodologia semplificata che assegna 4 valori di danno alle zone predefinite dagli strumenti di pianificazione urbanistica, alla viabilità principale, alle infrastrutture a rete ed ai territori soggetti a vincolo di Parco. L accorpamento delle categorie di uso del territorio per classi omogenee, così come individuate nella carta della vulnerabilità, ha consentito di ipotizzare un livello di danno per ciascuna categoria. L applicazione della metodologia sopra specificata, meglio evidenziata nella relazione generale, ha generato la tabella di seguito riportata: 14
16 Moderato Medio D1 D2 Comprende le aree: - libere da insediamenti; - a prevalente destinazione agricola; - incolte o protette; Comprende le aree: - extraurbane poco abitate; - sede di edifici sparsi; - d infrastrutture secondarie; - di attività produttive minori; - destinate essenzialmente ad attività agricole o a verde pubblico. Elevato D3 Comprende le aree: - dei nuclei urbani, con insediamenti meno densamente popolati rispetto a D4; - attraversate da linee di comunicazione e da servizi di rilevante interesse; - sedi d importanti attività produttive; - spiagge/dune; Molto Elevato D4 Comprende le aree: dei nuclei urbani e centri urbani, ossia quelle aree urbanizzate ed edificate con continuità, con una densità abitativa elevata. Da ciò si comprendere che il danno è stato classificato in funzione degli aspetti qualiquantitativi delle presenze antropiche tenuto conto di quanto disposto nel DPCM del 29/9/98. 15
17 8 RISCHIO I parametri che portano alla definizione del rischio, sono sintetizzati nella seguente formula riconosciuta in sede internazionale 1 : dove: R = (E)(HxV) R = rischio relativo a un determinato elemento, inteso come il valore atteso del danno che mediamente può subire l elemento stesso in un prefissato periodo di tempo; E = entità degli elementi a rischio, cioè le persone e i beni che possono subire danni quando si verifica un evento, misurata in modo diverso a seconda della loro natura; H = pericolosità (Hazard), cioè probabilità di accadimento di un determinato fenomeno potenziale in uno specifico periodo di tempo e in una data area; il valore di H è strettamente connesso al tempo di ritorno di un evento T, che esprime l intervallo di tempo nel quale l evento si verifica in media una volta. Vale infatti la relazione H = 1 (1 1/T)t. V = vulnerabilità, definita come attitudine dell elemento a rischio a subire danni per effetto dell evento (aliquota dell elemento a rischio che viene danneggiata); è compresa tra 0 e 1. La stima dei diversi livelli a gravosità crescente di pericolosità da frana e da erosione è determinata secondo i criteri su descritti e meglio definiti in relazione generale. Infine, l incrocio della carta della pericolosità e di quella del danno (Rischio = Pericolosità x Danno) ha consentito di classificare il rischio in quattro classi: Danno Pericolosità D1 D2 D3 D4 P 1 R 1 R 1 R 2 R 2 P 2 R 1 R 2 R 3 R 3 P 3 R 2 R 2 R 3 R 4 moderato medio elevato R 1 per il quale sono possibili danni sociali ed economici, ai beni ambientali e culturali marginali; R 2 per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e ai beni ambientali e culturali che non pregiudicano l incolumità delle persone, l agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività socio-economiche; R 3 per il quale sono possibili problemi per l incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici, alle infrastrutture e ai beni ambientali e culturali con conseguente inagibilità degli stessi e l interruzione delle funzionalità socioeconomiche; 1 Landslide Hazard Zonation: a review of principles and practise - UNESCO 1984 che riprende quanto proposto dall UNDRO, Office of United Nations Disaster Relief Coordinator. 16
18 molto elevato R 4 per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e ai beni ambientali e culturali, la distruzione delle funzionalità socio-economiche. 8.1 RISCHIO DA EROSIONE (COSTA BASSA) Il tratto di litorale di San Mauro Cilento, per i primi 230 m, è caratterizzato da tre aree che, andando dal mare verso la terraferma, presentano rischio decrescente da R 3 ad R 1. In tutto il restante tratto di litorale, dalla località Mezzatorre andando verso sud, sono presenti solo due aree, una prossima al mare a rischio R 3 e una più interna a rischio R 2. Nell area a rischio R 3, di larghezza media di 15 m, non sono presenti edifici. Nell area a rischio R 2, la quasi totalità degli insediamenti si trovano in località Mezzatorre, mentre la restante parte è priva di strutture. 8.2 RISCHIO DA FRANA (COSTA ALTA) Nel caso in esame, nell area ubicata nei pressi di Punta Zamarro emergono due situazioni a Rischio R2 ed R3, con areali rispettivamente di m^2 e m^2. In sintesi, le falesie investigate presentano per il 66% della loro area rischio Medio R2, per il 34% rischio Elevato R3 (vedi grafico). 34% 66% R2 R3 17
19 9 CONCLUSIONI Gli studi meteomarini, geologici ed idrologici eseguiti lungo il litorale del territorio del comune di S. Mauro C.to, per la valutazione e perimetrazione della pericolosità da erosione e da frana delle coste alte, nonché del rischio derivante, hanno fornito elementi di giudizio oggettivi e idonei per la redazione del Piano Stralcio per l Erosione Costiera. Nel caso specifico della pericolosità da frana sono state studiate le aree che possono essere interessate dall invasione dei cumuli di frana e di quelle suscettibili di fenomeni retrogressivi, per arretramento delle corone di frana. Le prime si identificano talora con le spiagge per le quali il livello di frequentazione è massimo soprattutto nel periodo estivo, ma sulle quali insistono anche manufatti ed infrastrutture vulnerabili. Le seconde, invece, si identificano con i cigli delle falesie o con le aree immediatamente retrostanti, ove possono essere ubicati manufatti ed infrastrutture. Per quanto concerne, invece, la pericolosità da erosione, il tratto di costa relativo al Comune di S. Mauro C.to è stato inserito nell ambito costiero D e con più precisione nelle unità fisiografiche denominate D1 e D2. L individuazione delle unità fisiografiche ha consentito sia di caratterizzare il litorale ma soprattutto di sviluppare gli studi sugli effetti evolutivi. Quindi, per l unità fisiografica sono state riportate le notizie sulla evoluzione storica della linea di costa al fine di individuare l attuale regime litoraneo (erosione, rispascimento, ecc.) e, laddove esistenti, valutare gli effetti delle strutture realizzate. Infine, di seguito si riporta lo stato di criticità del litorale di S. Mauro C.to, i cui risultati sono stati ampiamente descritti nei paragrafi precedenti e di seguito sintetizzati nelle tabelle riassuntive: Pericolosità da frana coste alte Classe Area a Località Pericolosità pericolosità (mq) P1 - P Punta Zamarro P3 - Classe Pericolosità Area fascia interessata (mq) Pericolosità da erosione coste basse Località P Da Mezzatorre al confine di Pollica P2 - P Da Mezzatorre al confine di Pollica Tendenza evolutiva media della linea di costa al 2004 (metri/anno) arretramento avanzamento
20 Rischio da frana coste alte Classe Area a Località Pericolosità rischio(mq) R1 - R Punta Zamarro R Punta Zamarro R4 - Rischio da erosione coste basse Classe Area fascia Località Pericolosità interessata (mq) R Da Mezzatorre al confine di Pollica R Da Mezzatorre al confine di Pollica R Da Mezzatorre al confine di Pollica R Da Mezzatorre al confine di Pollica L insieme degli studi ed indagini posti alla base della redazione del Piano Stralcio Erosione Costiera, hanno permesso di conseguire i seguenti obiettivi: individuazione e perimetrazioni delle aree a pericolosità e rischio dell intero litorale; redazione di norme di salvaguardia, che associata all atto di pianificazione consentono la gestione del territorio sia in termini di sviluppo socio economico, che per la programmazione degli interventi per l eliminazione o la riduzione del rischio; realizzazione di un sistema informativo territoriale erosione costiera SITEC, che ne permette la consultazione e l aggiornamento in maniera dinamica. Il Piano Stralcio Erosione Costiera concorre, in maniera coordinata, con il vigente Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico alla composizione del Piano di Bacino così come previsto dall art. 17 della L. 183/89, ed in tale ottica, nelle aree di sovrapposizione dei citati piani, andranno applicate le norme di attuazione e di salvaguardia con prevalenza di quelle più restrittive. 19
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