Microcredito e macrosperanze
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- Mauro Cavaliere
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1 1. Introduzione Il microcredito ha continuato, e continua a cambiare l esistenza delle popolazioni, e a ridar vita alle comunità sin dall albore dei commerci. Al giorno d oggi i microimprenditori utilizzano piccoli prestiti, dell ordine dei cento dollari, per sviluppare attività di successo e, di conseguenza, prendersi cura delle loro famiglie, dando così vita a economie locali forti e in sviluppo. L anno del microcredito 2005 propone la creazione di settori finanziari capaci di includere, e il rafforzamento del potente, ma spesso inutilizzato, spirito imprenditoriale esistente nelle comunità presenti nel mondo *. L Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2005 come l anno internazionale del microcredito; nel sito ufficiale dell iniziativa, il sottosegretario generale dell ONU, José-Antonio Ocampo dichiara: «Per assicurare che i poveri siano inclusi nei benefici dello sviluppo è necessario che essi, nel loro vasto numero, abbiano un consistente accesso ai servizi finanziari, accesso che può tradursi in un elemento chiave per sviluppare l economia e alleviare la povertà: opportunità». Grandi speranze, insomma; enormi opportunità; un tema sul quale riflettere perché pone tante domande: come espandere l accesso ai servi- * «Microcredit has been changing people s lives and revitalizing communities since the beginning of trade. Currently microentrepreneurs use loans as small as $100 to grow thriving business and, in turn, provide their families, leading to strong and flourishing local economies. The year of Microcredit 2005 calls for building inclusive financial sectors and strengthening the powerful, but often untapped, entrepreneurial spirit existing in communities around the world»: frase introduttiva dell Anno internazionale del microcredito, 2005, nel sito ufficiale
2 Microcredito e macrosperanze zi finanziari anche ai più poveri? Che cos è il microcredito? Dove può essere sviluppato? Quali risultati ha avuto, in passato, e può avere in futuro? Una realtà sopravvalutata, o invece ancora sottovalutata? È, il microcredito, la panacea di tutti i mali? Oppure, invece, è un istituzione le cui potenzialità sono comunque ridotte? È un fenomeno limitato in se stesso, o è collegato con altri processi finanziari, magari altrettanto, se non ancora più importanti? Queste domande costituiscono solo esempi delle tante altre, troppe visto lo spazio disponibile, che vengono in mente a chiunque sia abituato a leggere con attenzione i giornali o a cercare notizie su fenomeni «strani». Il microcredito è indubbiamente un fenomeno «strano» per il mondo di oggi, dove le imprese sembrano avere importanza soltanto quando occupano tante migliaia di addetti, o quando il loro fatturato è dell ordine dei miliardi di dollari o di euro. Nei quotidiani, in Italia, si è parlato in lungo e in largo dei provvedimenti che il governo ha preso a fine maggio del 2010, con previsioni di una riduzione del disavanzo dell ordine di 25 miliardi di euro nell arco di un biennio: che importanza può avere, in queste circostanze, un prestito di cento dollari, quale quello ricordato nella citazione posta all inizio? Magari possiamo anche ampliarne le dimensioni, per tener conto del fatto che cento dollari, in un paese a basso grado di sviluppo e in termini di potere d acquisto, possono valere anche più di mille euro dalle parti nostre. Eppure, anche mille euro scompaiono di fronte a cifre dell ordine di svariati miliardi; ma non è questo, tuttavia, il senso principale del messaggio che intendiamo dare. Scopo di questo libro è quello di mostrare, da una parte, che il microcredito è un fenomeno molto sopravvaluto, e, dall altra, che esso ha potenzialità enormi, sinora espresse solo parzialmente: ciò può apparire evidentemente una contraddizione, eppure ci auguriamo che, al termine del volume, il lettore sia in grado di farsi un idea propria fra questi due estremi: la nostra speranza è che egli non raggiunga tanto una posizione intermedia, non importa se più vicina all uno o piuttosto all altro, ma che sia piuttosto convinto, come lo siamo noi, che essi sono entrambi veri. Il microcredito, in questa prospettiva, è segno di contraddizione, e lo è da tanti punti di vista. In primo luogo, va analizzata la parola in se stessa: microcredito. In questa parola, come nelle altre analoghe che vengono spesso utilizza-
3 Introduzione te, in particolare microfinanza e microrisparmio, l aggettivo micro in esse presenti assume un significato diverso rispetto a quello che spesso si intende in economia: microeconomia fa riferimento allo studio del singolo soggetto, sia esso famiglia o impresa, in contrapposizione a macroeconomia che considera l intero sistema economico. Nel caso del microcredito, invece, l aggettivo micro viene usato avendo in mente il significato specifico e puntuale del termine, e fa riferimento alle dimensioni del credito o debito: microcredito è un prestito di piccole dimensioni, ma è pure l insieme dei prestiti che hanno questa caratteristica; in modo analogo, microfinanza denota i contratti, gli istituti e le decisioni finanziarie con dimensione assai ridotta, e il microrisparmio indica tutte le forme di risparmio il cui importo è molto limitato a livello di scelte di un singolo soggetto. Insomma, nell ordinario studio dell economia, l analisi ha natura micro anche quando si riferisca alle scelte di singoli soggetti ognuno dei quali sia in grado, come tanti lo sono a questo mondo, di muovere cifre dell ordine dei miliardi di dollari; i contratti di microcredito, microfinanza e microrisparmio, invece, sono sempre piccoli, se considerati uno per uno, in relazione alle caratteristiche dei sistemi economici nei quali vengono stipulati: piccolo in Italia corrisponde a un importo diverso, rispetto a quello rilevante per l India, il Bangladesh o l Indonesia; nell un caso e negli altri le somme in questione sono quelle corrispondenti a una o a poche settimane di salario di un lavoratore, cioè grandezze irrilevanti per la banca tradizionale. In secondo luogo, il microcredito è, come si è appena accennato, collegato ad altre parole come microfinanza e microrisparmio; la prima, fra queste tre, è indubbiamente quella più nota, ma non è detto che sia la più importante; la microfinanza comprende al proprio interno il microcredito e il microrisparmio, e i tre istituti coesistono l uno a fianco dell altro, rafforzandosi fra loro, sia dal punto di vista economico sia da altri punti di vista. Dal punto di vista economico, innanzitutto, perché molto spesso almeno due di loro, e talvolta anche tutti e tre, coesistono: come vedremo a lungo, nel corso del libro, un prestito di piccole dimensioni, cioè un microcredito, è rimborsato con rate frequenti, di importi ancora più piccoli, e quindi grazie a processi di microrisparmio, ancor più micro; talvolta, per ottenere il primo prestito il cliente potenziale deve dimostrare di essere in grado di accumula-
4 Microcredito e macrosperanze re piccole somme di danaro, in modo regolare, settimana dopo settimana, e anche questa è una forma di microrisparmio. Talvolta, poi, il microcredito è utilizzato per l acquisto delle sementi necessarie per un campo, e verrà rimborsato a mano a mano che l annata agricola permette i raccolti; la sua concessione, tuttavia, è condizionata alla stipula di contratti di assicurazione contro la siccità o il maltempo, ovvero di contratti di microfinanza. Inoltre, l importanza di questi istituti si estende ben al di là di quella considerata tradizionalmente, dal punto di vista sia economico sia extraeconomico: il motivo fondamentale è che questi contratti sono il risultato, da una parte, e contemporaneamente generano dall altra, fiducia e capitale sociale: ci si fida a prestare soldi a un soggetto che non ha niente, o quasi niente, da offrire in garanzia, perché fra gente perbene si rispettano gli impegni presi, e ognuno, anche se povero, tiene alla propria reputazione; la garanzia di gruppo, tipica di molti contratti di microcredito, spinge alla costituzione di rapporti corretti fra i diversi soggetti, e non, come suggerirebbe una teoria economica dove tutti sono egoisti e attenti solo a se stessi, a derubarsi reciprocamente. L esperienza ripetuta nel tempo della correttezza dei comportamenti individuali, anche quando ognuno, nell immediato, avrebbe convenienza a rubare, determina l accumulo della principale risorsa produttiva necessaria per un processo complesso e difficile qual è quello dello sviluppo economico: ci riferiamo all accumulo di capitale sociale, ovvero al fatto che i diversi soggetti del sistema tentano di mettere insieme le loro capacità per risolvere i problemi comuni; quando il capitale sociale è disponibile in misura sufficiente, vi è spazio per l accumulo dei beni capitali fisici o immateriali; non è invece vero l opposto. Microfinanza, microcredito e microrisparmio generano così una modalità di sviluppo molto più ricca e molto più solida di quella che nasce da soggetti per i quali gli unici strumenti di contatto siano costituiti dai prezzi, prezzi d acquisto e prezzi di vendita: di beni, servizi, risorse produttive, e prezzi d uso per determinati periodi di tempo di queste ultime. Come la storia insegna, la schiavitù comporta un basso costo d uso del fattore lavoro, ma non è poi così efficiente; non appena i processi produttivi sono diventati complessi e hanno valorizzato le principali qualità dell uomo la fantasia, la creatività, il gusto per il bello, ecc. essa non è purtroppo del tutto scomparsa, ma per fortuna
5 Introduzione risulta ormai limitata alle aree più povere del mondo e alle attività economiche più modeste. Se dunque microfinanza, microcredito e microrisparmio conducono all accumulo di fiducia e capitale sociale, essi non limitano i propri effetti al processo di sviluppo economico, che ne risulta positivamente avvantaggiato, ma incidono fortemente sulle modalità di rapporto fra soggetto e soggetto da tutti i punti di vista: l uomo e la donna, quest ultima soprattutto importante nei contratti di microcredito, contano molto di più che non in relazione alle pure espressioni economiche della loro attività; secondo l ISTAT la percentuale delle persone che hanno un lavoro, o che vorrebbero lavorare, in Italia è bassa, dell ordine del 42 per cento della popolazione; nell area dell euro è più elevata, dell ordine del 48 per cento. Se anche consideriamo quest ultimo valore e teniamo conto del fatto che, nei diversi paesi, gli occupati in media non lavorano più di 1800 ore all anno, il tempo dedicato alle attività economiche è comunque meno di un decimo della durata della vita di ognuno, cioè assai limitato. La fiducia e il capitale sociale che vengono accumulati grazie a questi contratti finanziari servono insomma, per circa un decimo della vita, per svolgere le funzioni economiche, e per gli altri nove decimi vengono utilizzati in tutti gli altri aspetti dell esistenza di ciascun individuo. Infine, la volontà di affrontare un fenomeno complesso come la microfinanza in quest ottica, sottolineandone il valore non solo economico ma anche sociale, ci ha posto necessariamente di fronte alla necessità di approfondire alcuni aspetti della microfinanza a discapito di altri. Per questo motivo i primi capitoli del libro, che seguono un approccio più descrittivo, hanno il duplice obiettivo di fornire uno sguardo d insieme sul ruolo del sistema finanziario nel funzionamento dell economia reale e di tracciare l evoluzione della microfinanza, del microcredito e del microrisparmio non solo nei paesi più poveri, ma anche in quelli industrializzati fino al successo del social lending, ovvero del fenomeno con cui potenziali debitori e creditori si incontrano direttamente, senza la presenza di intermediari finanziari. In questa prima parte verranno messe in luce le potenzialità della microfinanza come strumento per espandere l accesso ai servizi finanziari e favorire l inclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione. La seconda parte del libro, invece, intende soffermarsi sugli aspetti analitici del funzionamento del mercato del credito; vengono poi sot-
6 Microcredito e macrosperanze tolineate l importanza della valutazione dell impatto del microcredito che giustifica un certo scetticismo rispetto a una visione della microfinanza come panacea dei mali del mondo e la necessità di guardare oltre gli aspetti economici. Siamo consapevoli che le nostre scelte implicano che, anche per ragioni di spazio, altre questioni per alcuni magari ugualmente importanti vengano trattate solo marginalmente. Inoltre, il capitolo conclusivo fornisce un breve accenno ai temi e alle problematiche di maggiore attualità relative alla microfinanza, e la bibliografia finale, benché necessariamente sintetica, ha l obiettivo di guidare il lettore che (speriamo) si sia appassionato alla microfinanza attraverso una letteratura estremamente vasta. Nel corso del volume alcuni dei concetti o dei modelli economici fondamentali sono brevemente formalizzati in alcune parti analiticamente più complesse, presentate in appositi Box e individuabili da un corpo del testo minore. Il lettore non interessato a questi approfondimenti può ignorarli senza che ciò comprometta la comprensione del testo. Il libro è opera di entrambi gli autori, con l eccezione del capitolo 4 sul caso del microcredito in Nicaragua, scritto specificamente da Luciano Bonomo; i due autori principali hanno ovviamente discusso e concordato il contenuto delle diverse parti del volume, anche se ad Alberto Niccoli spetta la paternità specifica per i capitoli 3, 6 e 8, e ad Andrea Presbitero quella per i capitoli 2, 5 e 7. Questa introduzione, il capitolo conclusivo, la breve bibliografia e l elenco dei siti Internet sono attribuiti in modo paritario a entrambi. Ringraziamo Marco Arnone, Luciano Bonomo, Chiara Broccolini e Alberto Zazzaro per avere letto, in tutto o in parte, una prima versione dei capitoli e aver fornito utili suggerimenti.
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