COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) GAMBARO (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) SANTARELLI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) ESTRANGEROS Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) ESTRANGEROS FRANCO Nella seduta del 15/05/2014 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La ricorrente, con riferimento ad un contratto di leasing stipulato con l intermediario convenuto, lamenta l applicazione al rapporto di un tasso di interesse usurario nonché, in via subordinata, l applicazione di un tasso di interesse diverso rispetto a quello convenuto. In particolare, con reclamo del 18 giugno 2013, negativamente riscontrato dall intermediario il 31 luglio successivo, e con ricorso del 31 dicembre 2013, la ricorrente riferisce quanto segue: - di aver stipulato con l intermediario un contratto di locazione finanziaria in data 16 novembre 2005 avente la durata complessiva di 60 mesi, con la previsione di un tasso di interesse del 4,824% e di un tasso di mora del 9% e, quindi, di un tasso di leasing (pari al 13,824%) superiore al tasso soglia previsto ai fini della disciplina sull usura. La ricorrente precisa che, a fronte di tali dati, in conformità alla sentenza n. 350/2013 della Suprema Corte di Cassazione il contratto è da considerarsi nullo posto che l indicazione TAN sommata all indicazione del tasso di mora evidenzia il superamento del tasso soglia. - di aver registrato l applicazione da parte dell intermediario di interessi anatocistici dal al risultanti da un confronto tra gli interessi del piano di ammortamento con rata costante al 7,50% (euro 6.337,89) Pag. 2/6

2 con gli interessi del piano di ammortamento con rata costante al 5,221% nello stesso periodo (euro 4.254,22), precisando come il valore di tali interessi anatocistici sia pari ad euro 2.083, 67 cioè alla differenza tra l interesse pagato con il tasso al 7,50% di euro 6.337,89 con l interesse pagato con tasso al 5,221% di euro 4.254,22. Alla luce di quanto sopra, la ricorrente chiede in via principale il riconoscimento di euro ,62 quale valore di interessi pagati a fronte del superamento del tasso di soglia oppure in via subordinata il riconoscimento di euro 2.083,67 quale maggiore valore di interessi pagati in base alla variazione del tasso di interesse da 7,50% al 5,221%. In uno con il ricorso, la ricorrente ha prodotto la seguente documentazione: all. 1 prospetto con i dati del contratto; prospetto tasso 7,50% interessi decrescenti; raccomandata di rettifica del tasso in 5,221%; prospetto tasso al 5,5221%. L intermediario ha presentato le proprie controdeduzioni il 6 marzo 2014 eccependo, in via preliminare, l inammissibilità del ricorso in quanto introduttivo di argomentazioni diverse rispetto a quelle contenute nel reclamo non contenendo il reclamo, una contestazione in tema di interessi usurari né una contestazione in tema di maggior valore di interessi pagati in base alla variazione del tasso di interesse e, nel merito, osservando quanto segue: - che il tasso di interesse, convenuto all atto della stipula dei contratti di leasing ed effettivamente applicato, è inferiore alla misura del tasso-soglia indicato in Gazzetta Ufficiale ex art. 1 della Legge n. 108/96 posto che, all epoca della stipula del contratto di leasing, il tasso utilizzato per il calcolo dei canoni, cioè il cosiddetto TEG, era pari alla misura del 5,04%, mentre il tasso soglia ammontava al 7,845%; - che il criterio di calcolo degli interessi utilizzato da parte ricorrente non è condivisibile, posto che il tentativo di operare ad unità gli interessi corrispettivi e moratori si pone in contrasto con l orientamento dottrinario e giurisprudenziale che valorizza, viceversa, la differenza funzionale tra interessi corrispettivi e moratori e che la sentenza della Cassazione n. 350 del 2013, richiamata da parte ricorrente, si è limitata a ribadire che anche gli interessi di mora soggiacciono all usura formale e, quindi, al tasso soglia, ma non ha sancito in alcun modo che questi debbano essere cumulati agli interessi corrispettivi ; - che in ogni caso il superamento del tasso soglia è in radice escluso dal meccanismo correttivo previsto con l articolo 11 II delle condizioni Generali di contratto, secondo cui: Qualora alla data di stipulazione del contratto il risultato di tale calcolo risultasse maggiore del cosiddetto tasso soglia vigente con riferimento alla classe di importo alla quale è riconducibile il presente contratto di locazione finanziaria, il tasso di calcolo degli interessi convenzionali di mora resterà definitivamente determinato per tutta la durata della locazione finanziaria nell Euribor 3 mesi, divisione 365, quale pubblicato da Il Sole 24 Ore, man mano in vigore, maggiorato della differenza tra il tasso soglia vigente alla data di stipulazione del presente contratto e l Euribor 3 mesi, divisione 365, pubblicato alla data medesima da il Sole 24 Ore, con arrotondamento al punto percentuale (vale a dire all intero) inferiore ; - che la contestazione relativa agli interessi anatocistici non è condivisibile posto che la ricorrente ha, infatti, eseguito una propria arbitraria rideterminazione del piano di ammortamento, con argomentazioni che costituiscono mere petizioni di principio sfornite di qualsiasi elemento probatorio non dando alcuna dimostrazione dell avvenuta capitalizzazione degli interessi, limitandosi ad affermare che il sistema di ammortamento alla francese implica l applicazione di Pag. 3/6

3 interessi anatocistici. Precisa altresì che per effetto della delega contenuta nel D.lgs. 4 agosto 1999 n. 342, il C.I.C.R., con delibera del 9 febbraio 2000, ha regolato l anatocismo delle operazioni bancarie, distinguendo le operazioni in conto corrente, i finanziamenti con rimborso rateale e le operazioni di raccolta ; pertanto, nei rimborsi rateali dei finanziamenti non regolati in conto corrente (ovvero per le operazioni di leasing), la delibera prevede che, in caso di inadempimento all obbligo di pagare le rate alle scadenze temporali predefinite, sono dovuti, se contrattualmente convenuti, gli interessi a decorrere dalla scadenza dell importo complessivamente dovuto (e dunque, anche sulla rata o parte di rata che comprende gli interessi corrispettivi). Osserva quindi che il profilo dell anatocismo è ontologicamente incompatibile con la natura interna dell operazione finanziaria. Sulla base di quanto sopra, oltre all improcedibilità per assenza di coerenza di oggetto tra reclamo e ricorso, l intermediario chiede il rigetto del ricorso in quanto le tesi di parte ricorrente sono destituite di ogni fondamento. In uno con le controdeduzioni, l intermediario ha depositato la seguente documentazione: contratto del 16 novembre 2005; reclamo e relativa risposta; inquiry TEG; piano di ammortamento relativo al contratto di locazione finanziaria. DIRITTO La ricorrente svolge due domande. In via principale, dando atto di aver stipulato con l intermediario un contratto di locazione finanziaria in data 16 novembre 2005 avente la durata complessiva di 60 mesi, con la previsione di un tasso di leasing pari al 13,824% (quale sommatoria dell interesse convenuto del 4,824% e del tasso di mora del 9% ), deduce la natura usuraria del medesimo in quanto superiore al tasso soglia e, sul presupposto della nullità del contratto, chiede il rimborso dell ammontare di euro ,62 quale valore di interessi pagati a fronte del superamento del tasso di soglia. In via subordinata chiede il rimborso di interessi anatocistici applicati dall intermediario che hanno determinato l applicazione di un tasso di interesse del 7,50% invece che del 5,221% con illegittimo addebito dell ammontare di euro 2.083,67 di cui chiede il rimborso. Deve preliminarmente esaminarsi l eccezione svolta dall intermediario circa la dedotta mancanza di corrispondenza fra il contenuto del reclamo ed il contenuto del ricorso. L eccezione viene svolta dalla ricorrente ai sensi della Sez. I, par. 3 delle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari per cui il ricorso ha ad oggetto la stessa contestazione del reclamo. Nel caso di specie l eccezione dell intermediario convenuto non appare condivisibile, posto che, al punto 2 del reclamo del 18 giugno 2013, la ricorrente, con formulazione sufficientemente specifica nell individuare i temi delle richieste poi ulteriormente precisate in sede di ricorso, ha contestato l applicazione di interessi ultralegali capitalizzando il tutto invitando l intermediario a restituire tempestivamente tutte le somme illegittimamente trattenute dall inizo del rapporto bancario. Ritenendo di poter condividere l orientamento per il quale senza cadere in eccessi di rigorismo formale sussiste coincidenza tra reclamo e ricorso anche solo quando vi sia identità della vicenda storica e dei fatti contestati e senza che sia necessario che le pretese giuridiche siano pienamente coincidenti (cfr. Coll. Napoli, n del 9 dicembre 2013 e, in senso conforme, nn. 123/2011 e 956/2013), ritiene il Collegio che il reclamo individui la vicenda storica poi dedotta nel ricorso (la gestione del rapporto contrattuale del leasing intercorrente fra le parti) nonché i singoli fatti oggetto di specifica contestazione (interessi ultralegali e la capitalizzazione) e dedotti nel ricorso a fondamento delle pretese. Pag. 4/6

4 Passando dunque al merito, ritiene il Collegio che la domanda svolta in via principale dalla ricorrente e volta ad ottenere la declaratoria di nullità della clausola determinativa degli interessi di cui al contratto di leasing dedotto, così come proposta, fuoriesca dall ambito temporale di competenza dell ABF ai sensi del par. 4, sez. 1 delle Disposizioni della Banca d Italia sui sistemi di risoluzione delle controversie in materia di servizi e operazioni bancari e finanziari, secondo cui non possono essere sottoposte all ABF controversie relative a operazione o comportamenti anteriori al 1 gennaio Secondo l orientamento ormai consolidatosi dell ABF, infatti, (decisione 2177/2011 Coll. Milano, 3163/2013 Coll. Roma) qualora la contestazione del ricorrente e i pregiudizi dallo stesso invocati trovino fondamento in vizi genetici dei rapporti intrattenuti con l intermediario è inibita all ABF la disamina nel merito della domanda qualora il vizio genetico sia riferibile ad un contratto sottoscritto in data anteriore al limite temporale normativamente previsto. Ed infatti, La ratio del limite temporale imposto dal regolamento ABF deve essere ricercata nelle esigenze di buon funzionamento dell organo e del suo procedimento e non già nelle esigenze delle parti: la semplicità e la snellezza del procedimento che si svolge avanti l ABF sarebbero poste in forse ove i Collegi dovessero portare la loro attenzione su vicende anteriori alla data prescelta per l avvio del sistema. Ne consegue che la locuzione comportamenti anteriori contemplata dalla norma in esame non può essere letta siccome avulsa dallo specifico contesto regolamentare in cui si colloca, dovendo al contrario calarsi nella suddetta prospettiva funzionale, la quale è protesa a porre un limite di natura convenzionale (e come tale finalizzato a meri obiettivi organizzativi insindacabili da questo Arbitro) a sua volta mirante a porre uno spartiacque temporale fra accadimenti occorsi prima o dopo la data di riferimento, dove per accadimento deve dunque intendersi la condotta tenuta dall intermediario a prescindere dal momento di verificazione o percepibilità del suo esito pregiudizievole (cfr. decisione 2177/2011 cit.). Nel caso di specie il contratto di leasing contenente la clausola determinativa degli interessi di cui la ricorrente chiede di dichiararsi la nullità risulta essere stato stipulato il 16 novembre 2005 (all. 1 intermediario) e dunque in data anteriore al limite temporale di conoscibilità dell ABF. Ne consegue che il Collegio, in considerazione della propria incompetenza temporale a conoscere la domanda proposta dalla ricorrente, deve dichiarare la non procedibilità del ricorso in relazione alla suddetta domanda. Quanto alla domanda svolta in via subordinata, ritiene il Collegio sussistere la propria competenza temporale nel limite del periodo di esecuzione del contratto compreso tra l 1 gennaio 2009 e la sua estinzione. Essendo il contratto sottoscritto nel novembre 2005 ed avendo il medesimo una durata di 60 mesi (dunque di 5 anni) con conseguente scadenza a novembre 2010, benché non siano documentati in atti i relativi eventi esecutivi, il Collegio può dichiarare la propria competenza in relazione al periodo contrattuale compreso tra l 1 gennaio 2009 e la sua estinzione. Ritiene tuttavia il Collegio che la domanda svolta dalla ricorrente in via subordinata, pur limitatamente al periodo sopra indicato, non possa trovare accoglimento non avendo la ricorrente provato il presupposto in fatto sulla cui base la domanda viene svolta. Al riguardo, infatti, il Collegio non può valutare la corrispondenza dei prospetti prodotti dalla ricorrente e volti a rappresentare un conteggio di ammortamento del leasing al tasso del 7,50 e al tasso del 5,221 dalla medesima eseguito con le somme che, nel corso del rapporto, sono state in concreto addebitate dall intermediario alla ricorrente (per le quali non v è né deduzione né prova in atti). Altresì i due prospetti differiscono sostanzialmente dal piano di ammortamento depositato sub all. 4 dall intermediario e dal medesimo riferito al contratto in essere. Posto che anche avanti l ABF trova applicazione il principio generale di cui all art. 2697, comma 1, cod. civ. per cui Chi vuol fare valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne Pag. 5/6

5 costituiscono il fondamento, ritenuto che la ricorrente non abbia dato prova delle circostanze dedotte, il Collegio non accoglie la domanda. PER QUESTI MOTIVI Il Collegio dichiara la parziale improcedibilità del ricorso e non accoglie la parte residua. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6