Valutazione delle performance degli arti inferiori

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Valutazione delle performance degli arti inferiori"

Transcript

1 Valutazione delle performance degli arti inferiori Tratto da: E. Bassani. «Approccio strumentale alla quantificazione dello Squat Jump con le nuove tecnologie». Tesi di laurea magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport. Relatore: S. Ramat. Università degli Studi di Pavia, A.A. 2012/2013. P. Zago. «Valutazione delle performance degli arti inferiori con strumentazione dedicata Studio su un gruppo di calciatori dilettanti». Tesi di laurea magistrale in Educazione Motoria Preventiva ed Adattata. Relatore: G. M. Bertolotti. Università degli Studi di Pavia, A.A. 2012/2013.

2 Introduzione Sempre di più l uomo, nelle varie discipline sportive, cerca di sfruttare al massimo tutti i fattori che influenzano la prestazione spostando sempre un po più avanti i propri limiti, in modo da raggiungere e rimanere sul grandino più alto del podio. Dopo il confronto sportivo, atleti sia perdenti che vincenti analizzano i particolari che possono fare la differenza. Ènata così nello sport l esigenza di misurare non solo il risultato finale della prestazione ma anche i parametri a esso connessi.

3 Introduzione Lo sport è sempre più incentrato sul particolare e le nuove tecnologie favoriscono la scoperta di dettagli che un tempo erano invisibili: dall uso della telecamera per visualizzare i movimenti dell atleta in alcuni millisecondi, all utilizzo di dispositivi elettronici durante l allenamento per monitorare performance fisiche e fisiologiche. Accanto a nuovi metodi e strumenti più moderni, restano comunque molto utilizzati alcuni pilastri portanti della valutazione funzionale del corpo umano, come per esempio il test di Bosco per gli arti inferiori (Bosco, Luhtanen, & Komi, 1983).

4 Introduzione Questo test, per la valutazione dei salti, rimane tuttora il più affidabile per stimare la performance massima esprimibile dai muscoli estensori degli arti inferiori dell atleta. Lo studio del salto permette di avere una visione delle abilità dell atleta essendo uno dei movimenti maggiormente impiegati nelle discipline sportive più comuni, come per esempio nella pallavolo per murare la palla, nel calcio per colpire di testa un pallone, nel tennis durante il servizio, nel basket durante un tiro libero e nell atletica nei salti.

5 Introduzione In un recente lavoro svolto presso il CRIAMS dell Università di Pavia (Bassani 2013) sono stati analizzati due tipi di salti verticali, nello specifico lo squat jump e lo squat jump con contro movimento, utilizzando uno strumento molto diffuso come l accelerometro, cioè un sensore di movimento ormai integrato in qualsiasi smartphone. I risultati ottenuti con questo innovativo dispositivo molto piccolo e maneggevole sono stati confrontati con quelli ricavati dalla pedana di forza, un attrezzo ideato negli anni 70 per il calcolo del tempo di volo. Inoltre, entrambi i sistemi sono stati confrontati con una tecnologia ancora più moderna che permette l analisi tridimensionale dei movimenti, il sistema SIMI, che comporta l utilizzo di quattro videocamere sincronizzate.

6 Il salto verticale Il salto verticale èun movimento previsto in molti sport, non solo con l'obiettivo primario di raggiungere la massima altezza, ma anche per colpire un pallone da calcio o una palla da tennis, per intercettarne la traiettoria come nel basket o nella pallavolo. A causa della frequenza e dell'importanza del salto verticale in differenti sport, la capacità di un atleta nel salto verticale non è solo legata alla performance di successo in uno sport, ma èspesso considerata un indicatore delle capacità atletiche dell atleta in generale; il salto verticale è utilizzato, come paradigma di riferimento, per la valutazione della potenza esplosiva nel movimento umano e nello sport. Alcune ricerche, infatti, mostrano come le prestazioni di salto verticale siano collegate alla velocità nello sprint massimo (Kale et al., 2009) e alla capacità di sollevamento pesi (Vizcaya et al., 2009).

7 Il salto verticale Un atleta può eseguire diversi tipi di salti verticali che si differenziano per vari fattori, tra cui: posizione iniziale (statica o dopo un run up), decollo (da un piede o entrambi i piedi), movimento delle braccia (con o senza movimento delle braccia) e movimento delle gambe (contro movimento o squat). Nel presente studio sono stati valutati due tipi di salto statico con decollo da entrambi i piedi: un salto con contro movimento (Counter Movement Jump CMJ) e un salto squat (Squat Jump SJ), entrambi con braccia vincolate.

8 Lo Squat Jump (SJ) Nello SJ, partendo dalla posizione di mezzo squat (gambe flesse a circa 90 ), si estendono gli arti inferiori senza eseguire contro movimento, ovvero senza eseguire un ulteriore piegamento sulle gambe; l altezza del salto, differenza tra la massima posizione verticale raggiunta dal baricentro e la sua altezza iniziale, dà indicazioni sulla capacità di esprimere forza esplosiva del soggetto.

9 Il Counter Movement Jump (CMJ) Il CMJ, invece, prevede una posizione di partenza eretta a cui segue un piegamento sulle gambe di circa 90 che consente al soggetto di incrementare la successiva spinta; anche durante l esecuzione di questo tipo di salto, le braccia restano fisse ai fianchi. In questo tipo di salto aumenta l altezza massima raggiunta rispetto al precedente, grazie alle strutture elastiche delle fibre muscolari e ai tendini: per questo motivo èun buon indicatore della forza esplosivo elastica.

10 Biomeccanica dello SJ e del CMJ Durante l esecuzione di un salto vengono sollecitati diversi gruppi muscolari appartenenti agli arti inferiori. In particolare, i muscoli maggiormente implicati in uno SJ o CMJ sono posizionati intorno alle articolazioni delle gambe, ginocchio, caviglia, e vicino al bacino. Nelle figure seguenti è rappresentata la muscolatura adiacente alle articolazioni delle gambe, ginocchio e caviglia: il retto femorale, gastrocnemio, semi membranoso, semi tendinoso e il capo lungo del bicipite femorale; questi ultimi tre vengono anche chiamati muscoli ischiocrurali.

11 Immagine anatomica superficiale della muscolatura superiore della gamba sinistra anteriore e posteriore

12 Immagine anatomica superficiale della muscolatura superiore della gamba sinistra anteriore e posteriore

13 Nella figura seguente sono invece descritti i muscoli presenti vicino al bacino come il grande gluteo, che ha una grande massa muscolare nella parte prossimale con invece una piccola massa muscolare nella parte distale.

14 Immagine anatomica della muscolatura del bacino piano profondo frontale e piano superficiale posteriormente

15 L attivazione di questi muscoli avviene in differenti momenti. Sarà descritta l attivazione dei vari muscoli durante un CMJ che, tra i due salti analizzati, ha il movimento più complesso (Nagano, Komura, Fukashiro, & Himeno, 2005). i muscoli estensori mono articolari delle gambe hanno un attivazione massima durante la fase di spinta (vedi figura seguente); il muscolo retto femorale è attivato in modo sotto massimale durante l inizio della fase di contro movimento, in modo massimale alla fine della fase di stacco; i muscoli ischio crurali sono attivati in modo massimale per quasi tutta la fase di spinta, in seguito sono inibiti prima dello stacco; il gastrocnemio èattivato in modo sotto massimale all inizio della fase di contro movimento e in modo massimale durante la fase di spinta; i muscoli flessori mono articolari delle gambe sono attivati all inizio della fase di contro movimento (vedi figura seguente).

16

17 Il profilo dei livelli di eccitazione dei muscoli durante la fase di spinta nel CMJ, dal segnale elettromiografico. La condizione di estensione nulla è rappresentata dallo 0 mentre la massima estensione èrappresentata dal valore 1. La linea verticale rappresenta lo stacco da terra. I muscoli sono ILIOP: muscolo iliopsoas, GMAXI: muscolo grande gluteo, GMEDI: muscolo medio gluteo, GMIN: muscolo piccolo gluteo, ADDLO: muscolo adduttore lungo, ADDMA: muscolo grande adduttore, ADDBR: muscolo adduttore breve, HEXRO: muscoli rotatori esterni dell anca, RECTF: muscolo retto femorale, HAMST: zampa d oca, VASTI: i vasti, BFESH: muscolo bicipite femorale capo breve, GASTR: muscolo gastrocnemio, TIBAN: muscolo tibiale anteriore, SOLEU: muscolo soleo, OPFLE: muscoli mono articolari flessori plantari diversi dal soleo.

18 Per quanto riguarda la forza muscolare sviluppata prima dello stacco, essa èquasi nulla per la maggior parte dei muscoli per una co contrazione quando si ha una coordinazione ottimale durante salto. Il grande gluteo, il vasto mediale, il vasto intermedio, il vasto laterale, il gastrocnemio, il soleo e gli altri muscoli flessori del piede, producono molta potenza e lavoro, essendo i muscoli utilizzati maggiormente durante il salto. Si osserva anche che il grande gluteo, i vasti, il muscolo soleo e gli altri flessori plantari, sono massimamente attivati da quest'ultima fase del contro movimento allo stacco: questo risultato è coerente con l'ipotesi che questi muscoli sono gli attuatori primari nel salto.

19 Durante il CMJ è importante il ruolo della forza di reazione del terreno: essa èminore del peso del corpo durante la fase di contro movimento, ma diventa più importante del peso del corpo durante la fase di stacco. Possiamo considerare il movimento dello SJ come un sottoinsieme del CMJ dato che la differenza tra i due èla fase di caricamento precedente allo stacco. Il raggiungimento della posizione di partenza dello SJ comporta la flessione dell articolazione del bacino e del ginocchio e la flessione dorsale dell articolazione della caviglia.

20 I muscoli vengono attivati in modo eccentrico sotto l influenza della forza di gravità. Nella posizione iniziale dello SJ il centro di massa si trova spostato in avanti rispetto al calcagno del 50% della lunghezza dei piedi. In quel momento entrambe le caviglie sono rivolte in avanti con una flessione plantare dovuta all attivazione del muscolo gastrocnemio laterale che evita una possibile perdita di equilibrio (Dionisio, Almeida, Duarte, & Hirata, 2008).

21 Durante la fase di stacco si ha l estensione contemporanea di bacino e ginocchia, causata dall azione antagonista del retto femorale che si accorcia per uno e si allunga per l altro, dando come risultato un sostanziale non cambiamento della lunghezza del muscolo. Proprio per questo motivo si ha un alta produzione di forza ma un lavoro limitato. La contrazione dei muscoli estensori del bacino, oltre all estensione delle anche, produce anche l estensione delle ginocchia, dovuta alla spinta sul retto femorale in tensione.

22 Una porzione dell energia prodotta viene trasferita attraverso il retto femorale e applicata sotto forma di lavoro sulle ginocchia. Una situazione simile si ha per il gastrocnemio, dove i muscoli estensori delle ginocchia (i vasti) estendono l articolazione e una porzione di energia generata viene trasferita attraverso le tensioni muscolari e applicata sotto forma di lavoro sull articolazione della caviglia.

23 Circa la metà dell energia generata dagli estensori del bacino ètrasferita nelle parti distali per aiutare l estensione di ginocchia e caviglie. Le grandi masse muscolari del bacino compensano la bassa produzione di forza dei muscoli più piccoli presenti vicino a ginocchia e caviglie, producendo l energia meccanica necessaria per un ottimale SJ

24 Durante un salto il lavoro meccanico viene generato principalmente da alcuni muscoli, come il muscolo monoarticolare, il grande gluteo, i vasti, il muscolo soleo e i flessori plantari, mentre risulta meno importante il lavoro prodotto dai muscoli bi articolari, dal retto femorale e dai bicipiti femorali, i quali entrano in funzione per trasferire potenza e energia piuttosto che generarla.

25 Inoltre, i muscoli posteriori della coscia, i vasti, il gastrocnemio, il muscolo soleo e i flessori plantari possono accumulare una maggiore energia elastica grazie alla presenza di una lunga serie di fibre elastiche presenti nel muscolo stesso: la maggior parte dell energia elastica immagazzinata in una serie di elementi elastici può essere riallocata appena prima dello stacco e contribuire al raggiungimento di un altezza nel salto maggiore (Umberger, 1998).

26 Altri muscoli come il medio gluteo, minimus glutei, adduttori e rotatori esterni dell'anca producono un minore contributo in termini di lavoro meccanico e potenza poiché partecipano al movimento di segmenti muscolari con una limitata possibilità di allungamento e accorciamento durante il salto. Nonostante il loro minor contributo, questi muscoli svolgono comunque un ruolo essenziale nella generazione di moto nel salto attraverso la stabilizzazione del movimento dell articolazione dell anca.

27 Differenze biomeccaniche SJ e CMJ Le differenze tra la tipologia di salto CMJ e SJ sono (Bobbert, Gerritsen, Litjens, & Van Soest, 1996; Linthorne, 2001a): la posizione di partenza; la maggiore forza di reazione del terreno durante l inizio della fase di decollo; un attivazione muscolare più alta che non deve solo contrastare la forza peso; l accumulo e il riutilizzo dell energia elastica durante l inizio della fase di spinta; la maggiore velocità verticale per quanto riguarda il CMJ nella fase di decollo; il maggiore lavoro prodotto durante il salto dopo il contromovimento; Tutti questi fattori, collegati fra loro, danno come risultato un aumento dell altezza del salto nel CMJ.

28 Energia elastica nel CMJ Il CMJ si differenzia dallo SJ poiché prevede un ciclo stiramento accorciamento, movimento prima del vero e proprio salto: durante la fase di spinta si può notare un aumento della forza espressa durante la fase concentrica del salto. Questo potenziamento della fase concentrica è imputabile sia al fenomeno di accumulo e conseguente restituzione di energia elastica da parte della componente elastica in serie del muscolo, sia ad una modificazione transitoria delle caratteristiche meccaniche di rigidità dell'unità muscolo tendinea.

29 Energia elastica nel CMJ Tuttavia, queste variabili da un lato sono influenzate dalla velocità alla quale si effettua la fase di prestiramento, dall altro questi fattori influenzano l andamento della produzione di forza durante la prima parte della fase concentrica. Una maggiore velocità di pre stiramento determina il potenziamento dei fattori della fase concentrica nel salto e l aumento della velocità verticale al momento dello stacco e della potenza media registrata nella fase di spinta (Bisciotti, Mognoni, Iodice, & Canclini, 2002).

30 Considerazioni fisiche: Forze, Lavoro e Potenza Lo SJ può essere considerato tra i migliori test indicatori delle capacità esplosive dagli arti inferiori grazie alla sua durata limitata e alla sua alta intensità. La forza esplosiva degli atleti può essere quindi correlata a due diversi parametri fisici: la potenza massima espressa e il lavoro meccanico. In ogni caso, per poter sviluppare nuovi metodi per incrementare la potenza espressa degli arti inferiori, bisogna partire dallo stabilire una tecnica di misura adeguata e ripetibile nonché da un accurata analisi delle relazioni che intercorrono tra i vari parametri fisici implicati nei salti: velocità, accelerazione, massa del corpo, altezza del salto e variazione dall altezza del centro di massa.

31 Durante la fase di volo di uno SJ o un CMJ si può considerare il soggetto come un corpo rigido con un centro di massa (CM) definito come punto geometrico in cui èesercitata tutta la massa e su cui agiscono tutte le forze. Nel salto lo spostamento del centro di massa segue le leggi del moto uniformemente accelerato. Partendo quindi dall ipotesi che il corpo si trova in un campo con gravità uniforme ed indipendente dal tempo, l accelerazione che agisce su di esso èla sola accelerazione gravitazionale, 9.81 m/s 2 (g).

32 Il soggetto nella fase di stacco ha una velocità verticale (v y ) che diminuisce fino a diventare nulla nel punto di altezza massima. Durante la caduta verso il basso, se nella fase di volo e in particolare i quella di atterraggio il soggetto mantiene le gambe tese come lo erano allo stacco, la velocità aumenta di nuovo, accelerata dalla gravità, fino a raggiungere lo stesso valore (v 0 ) all atterraggio, ma in verso opposto. Il tempo trascorso in movimento verso l'alto (t a ) e verso il basso (t b ) èuguale e pari a: dove t f èuguale al tempo di volo totale.

33 La velocità v 0 durante la fase di decollo o atterraggio èuguale a: Lo spostamento verticale del centro di massa segue la legge del moto uniformemente accelerato: Che, nel caso che stiamo analizzando, diventa:

34 Nel caso le spinte non sia puramente verticale lo SJ può anche essere visto sotto forma di moto parabolico (Linthorne, 2001b) ossia moto bidimensionale prodotto dalla combinazione di due moti rettilinei simultanei ed indipendenti: moto rettilineo uniforme: s x (t) = v 0x * t; moto rettilineo uniformemente accelerato: s y = v 0y * t 1/2 * g * t 2. Alternativamente il salto verticale può essere studiato considerando il principio di conservazione dell energia, ossia la somma dell energia cinetica iniziale e di quella potenziale è costante durante il salto, per cui: dove m = massa totale del soggetto, h TO = altezza del CM al tempo di stacco, h peak = altezza del CM nel momento in cui il CM è alla massima altezza, v TO = velocità al tempo di stacco, v peak = velocità nel momento in cui il CM è alla massima altezza (vedi figura successiva).

35

36 Facendo alcuni calcoli si trova che anche in questo caso lo spostamento verticale del CM èdato da: Il lavoro (W) eseguito durante un salto verticale può essere calcolato usando le seguenti formule: La potenza meccanica (P) ècalcolata nella seguente formula: dove tc rappresenta il tempo di contatto durante la fase di spinta.

37 Stato dell arte: le tecniche proposte in letteratura per la misura del vertical jump Il salto èstato uno dei movimenti più studiati dai biomeccanici e fisiologi poiché costituisce il movimento esplosivo per eccellenza ed è generalmente utilizzato per valutare le caratteristiche di forza degli arti inferiori. Nel 1921 Sargent propose il Sargent test : il protocollo del test prevedeva che l atleta effettuasse il Contro Movimento Jump (CMJ), una tipologia di salto verticale preceduto dal piegamento a 90 delle ginocchia, e toccasse con la punte delle dita di una mano una scala centimetrata affissa alla parete, come mostrato in figura seguente; la differenza tra l altezza raggiunta e quella di partenza forniva l altezza del salto.

38

39 Nel 1938 Abalakov fece una revisione del Sargent test : si trattava di una fettuccia centimetrata fissata alla cintura dell atleta, avvolta in un rullo girevole posto a terra che si svolgeva durante il salto misurandone l altezza.

40

41 Utilizzo di pedane di forza I primi veri e propri studi però si sono potuti effettuare solo con l avvento delle pedane dinamometriche attorno al 1971 ad opera di Cavagna. Carmelo Bosco nel 1980 sviluppò un apparecchiatura elettronica chiamata Ergojump (Junghans GMBH Schramberg, BRD) che permetteva di misurare il tempo di volo. Questo dispositivo era composto da un timer digitale (+/ 0,001 s) connesso, attraverso un cavo, a una piattaforma resistiva o capacitiva. Il timer veniva attivato quando i piedi del soggetto lasciavano la piattaforma e si fermava nel momento in cui la ritoccavano, ottenendo così il tempo di volo.

42 Utilizzo di pedane di forza Questo metodo di calcolo ipotizza che la posizione di stacco e di atterraggio siano identiche: è stato calcolato che l errore causato da questa ipotesi èdi +/ 2% (Komi & Bosco, 1978). Bosco e Komi nel 1983 inoltre, misero a punto anche un nuovo jump test che calcolava la potenza meccanica degli arti inferiori valutando una serie di squat jump ripetuti per un periodo di tempo che poteva variare da 15 a 60s a step di 15s. Più recentemente sono analizzate le caratteristiche meccaniche che determinavano le abilità di salto: massima forza espressa, massima velocità espressa e altezza del baricentro all istante di stacco. La variazione del 10% di uno di questi fattori induceva un cambiamento dell altezza del salto dal 6 al 15% (Samozino, Morin, Hintzy, & Belli, 2010)

43 Utilizzo di accelerometri indossati Nel frattempo lo sviluppo tecnologico ha portato a nuovi strumenti che sono stati messi a disposizione della ricerca oltre alla pedana di forza: sistemi video più evoluti e dispositivi miniaturizzati e affidabili come gli accelerometri MEMS (Micro Electro Mechanical Elements). Questi ultimi possono dare informazioni circa il comportamento di ogni segmento corporeo, su cui vengono indossati, durante movimento; è stato dimostrato che riescono a fornire a basso costo, rispetto ad apparecchi di laboratorio, un metodo affidabile per misurare l accelerazione imposta in una (uniassiali) o in più direzioni (bi e tri assiali) e lo shock trasmesso dopo l atterraggio. Inoltre, i più recenti hanno piccole dimensioni e basso peso così da non introdurre artefatti e perturbazioni nel segnale ed evitare la saturazione dello stesso durante la fase d impatto.

44 Considerando il corpo umano come un corpo rigido in letteratura sono stati utilizzati due diversi posizionamenti: sulla caviglia in modo da limitare al massimo l errore causato da oscillazioni sul piano orizzontale o verticale il più vicino possibile al centro di massa tipicamente nell area dorsale a livello di L4 L5 (Hasan et al. 1996;Winter 1990) che permette a un accelerometro triassiale di acquisire informazioni sui movimenti antero posteriori e medio laterali. Già nel 2006 è stata fatta una dettagliata analisi biomeccanica dello SJ utilizzando un accelerometro uniassiale calibrato sul campo gravitazionale terrestre e posizionato anteriormente su un sopporto semi rigido inserito su una cintura. L obbiettivo era di misurare la componente verticale dell accelerazione, trascurando le componenti trasversali e orizzontali ed ottenere dei parametri di performance: lo studio ha interessato due categorie di soggetti, atleti e non, per poter definire le differenze e quindi un riferimento minimo per gli atleti (Innocenti & Facchielli, 2006).

45 Dalla posizione di partenza con angolazione del ginocchio di circa 120 (+/ 5 ) e dorso eretto sono stati definiti 8 punti caratteristici: A B: fase di inizio del salto con abbassamento del centro di massa dovuto al rilassamento muscolare delle gambe per effetto della forza di gravità. B C: fase di spinta; in C l accelerazione è nulla (forza muscolare = forza peso). C D: accelerazione positiva; in D massima accelerazione causata dall espressione della massima forza muscolare. D E: fase di push off dove il soggetto estende le ginocchia; in E la forza muscolare è uguale alla forza peso. E F: fase in cui la forza esercitata dai muscoli diventa inferiore alla forza peso dando luogo ad un accelerazione negativa. G H: fase discendente dove G èil picco del salto e H è l atterraggio. In F H l accelerazione assume un valore costante uguale all accelerazione gravitazionale.

46 Lo studio (Innocenti & Facchielli, 2006) individua un valore K come rapporto tra le aree MCP (area della fase di contrazione muscolare) e UWP (area della fase al rilassamento muscolare).

47 Dall analisi del fattore K èstato dimostrato che per gli atleti d elite la probabilità di avere un valore maggiore di 2 èdel 90% mentre per i non atleti tale probabilità è solo il 10%. Lo studio riconosce K e MCP come parametri utili per definire la prestazione nello squat jump ed indicatori usati per l allenamento degli atleti (vedi Tabella 3.1). Sempre nel 2006 fu presentato un altro lavoro basato su un accelerometro triassiale che analizzava, attraverso un algoritmo dedicato, il tempo di volo usando come riferimento una pedana di forza e un sistema stereofotogrammetrico (Quagliarella & Sasanelli, 2006)

48 Il protocollo del test prevedeva cinque salti con contro movimento a mani libere considerando come inizio della fase di volo il massimo relativo precedente a una fase di freefall, dove i valori erano vicini allo zero e come fine il massimo successivo. E stata dimostrata un ottima correlazione (0,96) e un errore del 4.6% tra la forza di reazione al suolo (Ground Reaction Force, GRF) e il tempo di volo misurato dall accelerometro. Questo ha permesso di discriminare la performance tra i 124 soggetti atleti e non.

49 Studi più recenti sono stati realizzati sempre utilizzando accelerometri triassiali e facendo riferimento alla pedana di forza per verificare le validità di risultati ottenuti con le tecniche accelerometriche proposte. Nel 2008 dopo un analisi della curva accelerazione tempo, come per la curva di forza, sono state identificate sei regioni di interesse: riposo, preparazione, stacco (take off), volo, atterraggio, recupero e riposo (Palma, Silva, Gamboa, & Mil Homens, 2008).

50 La metodologia per determinare il tempo di volo a partire dal segnale dell accelerometro posizionato nella parte bassa della schiena era basata sull analisi morfologica delle curve di accelerazione di una serie di 60 salti. Dal confronto della curva di accelerazione con la rispettiva curva di forza si sono notate correlazioni con il tempo di volo che hanno portato allo sviluppo di 2 differenti algoritmi.

51 Entrambi gli algoritmi basano le misure di tempo e ampiezza sulla curva di accelerazione media determinata dai segnali e filtrata usando una finestra di 250 punti. Il primo algoritmo usa l ampiezza della curva nella fase di atterraggio che è caratterizzata da nette variazioni del segnale di accelerazione dovute alla vibrazione dell accelerometro quando i piedi toccano la pedana (v a1 ).

52 Il secondo algoritmo determina l intervallo di tempo tra il minimo del segnale filtrato relativo alla fase di volo e il picco relativo all impatto. L analisi delle correlazioni tra questi parametri ed i tempi determinati dal segnale della piattaforma mostra che il secondo algoritmo offre risultati comparabili (r=0,933) con la pedana e la misura ottenuta può considerarsi un predittore del tempo di volo avendo un coefficiente di errore del 2,9%.

53 Uno studio del 2010 ha applicato, invece, due accelerometri triassiali alle caviglie per l acquisizione del segnale ed elaborare un algoritmo per confrontare i risultati con una piattaforma piezoelettrica, oltre a valutare la coordinazione delle caviglie e la loro rotazione durante il movimento. I 51 soggetti a cui èstato applicato il test erano persone sane o soggetti con pregressi problemi a un tendine d Achille (Quagliarella & Sasanelli, 2010)

54 In questo studio venivano valutati il salto SJ e quello CMJ (cinque salti per persona). Il tempo di volo ottenuto era correlato a quello della pedana (coefficiente di Spearman >0,95) con un massimo errore medio su cinque salti per soggetto di 4,8%. Gli indici relativi alla coordinazione del movimento rispecchiavano la situazione clinica dei soggetti.

55 L accuratezza è stata testata con un algoritmo che teneva conto dell errore medio e dell errore massimo di ogni soggetto. Il metodo ha preso in considerazione la sequenza dei picchi; gli istanti del picco massimo della fase di takeoff e di atterraggio furono considerati come i centri di due intervalli all interno dei quali venivano selezionati il punto di takeoff e di atterraggio. Questi sono stati individuati come il minimo tra due massimi locali per fase di takeoff e il minimo prima del massimo per fase d atterraggio (vedi figura seguente).

56

57 Questo studio ha permesso di ottenere informazioni sul comportamento di ogni piede durante l esecuzione del salto attraverso tre parametri: 1. Grado di correlazione del segnale dell accelerometro su ciascuna caviglia: ogni differenza derivante da un movimento asimmetrico può perciò essere sottolineata. 2. Coefficiente di correlazione di Pearson che fornisce informazioni sulla correttezza del movimento. 3. L integrale dell accelerazione durante la fase di volo, connesso all efficacia della fase di spinta come conseguenza della rotazione delle caviglie. In conclusione, il metodo offre un sistema facile e poco costoso per valutare la performance del salto sia per scopi clinici che sportivi.

58 Un recente studio del 2012 ha determinato la validità, affidabilità e portabilità di un sistema microelettromeccanico (MEMS) Keimove nella misurazione del tempo di volo e velocità di stacco durante uno squat jump con contromovimento (CMJ). Si è preso come riferimento una telecamera ad alta velocità (HSC) e una pedana di forza (FP) sincronizzata con un trasduttore lineare di posizione (LPT). I soggetti del test erano 30 giocatori di calcio che avevano familiarità con la pedana di forza ed a cui venivano richiesti tre CMJ (Requena & Requena, 2012). L accelerometro era posizionato nella regione lombare con una cintura specificatamente progettata, il più vicino possibile al centro di massa.

59 I dati del sistema Keimove, composto da un accelerometro inerziale 3D, un giroscopio 3D e un magnetometro, erano trasmessi via Bluetooth a un computer portatile. La fase di volo era considerata come intervallo di tempo in cui l accelerazione verticale era uguale o più bassa di quella gravitazionale; lo stacco era determinato come l istante prima della fase di volo. Velocità e stacco erano ricavate dall integrazione delle registrazioni dell accelerazione.

60 Il sistema Keimove ha permesso di misurare in maniera affidabile la velocità allo stacco e il tempo di volo durante test di vertical jump. La velocità nello stacco misurata tipicamente in laboratorio è considerata, da questo studio, la principale variabile descrittiva di un vertical jump (Musayev 2006; Reiser e altri 2006) ed il suo valore è indipendente dal movimento del corpo durante il tempo di volo.

61 Approccio strumentale alla quantificazione dello Squat Jump con le nuove tecnologie E. Bassani, 2013

62 Soggetti I test sullo SJ e CMJ sono stati eseguiti da soggetti sani con un età compresa tra i 17 e i 26 anni che praticavano attività fisica regolare e praticavano sport differenti (tennis, calcio, pallavolo, basket o palestra) a livello amatoriale o agonistico.

63 Strumentazione impiegata Per l acquisizione dei dati dei salti sono stati utilizzati la pedana di forza QuattroJump (di Kistler) e l accelerometro MEMS triassiale (di STMicroelectronics) connesso al PC tramite il sistema di comunicazione senza fili ZigBee. Oltre a questi due sistemi èstato impiegato anche un sistema di video analisi 3D (Simi System) composto da quattro fotocamere e gestito da un apposito computer. I dati ottenuti da queste strumentazioni sono stati prima visualizzati e successivamente analizzati attraverso il programma software MATLAB dove èstato creato un codice ad hoc per l analisi e il confronto dei dati.

Tecniche per l analisi della postura e del movimento

Tecniche per l analisi della postura e del movimento Tecniche per l analisi della postura e del movimento 1/14 Tecniche di analisi La rilevazione, attraverso l utilizzo di sistemi automatici basati su tecnologie avanzate di grandezze cinematiche e dinamiche

Dettagli

LO STRETCHING. Metodiche di stretching. Tecniche di stretching statico

LO STRETCHING. Metodiche di stretching. Tecniche di stretching statico LO STRETCHING Chi corre deve avere una buona flessibilità per esprimere al meglio il proprio potenziale e per non incorrere in continui ed invalidanti infortuni. La flessibilità è l insieme della mobilità

Dettagli

VALUTAZIONE DELLA FORZA MASSIMALE DINAMOMETRIA ISOMETRICA

VALUTAZIONE DELLA FORZA MASSIMALE DINAMOMETRIA ISOMETRICA CLASSIFICAZIONE DELLA FORZA Harre 1972 (mod. 1994) MASSIMALE massima tensione che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere con una contrazione mm isometrica RAPIDA (VELOCE) capacità del sistema

Dettagli

Acute effects of a stretching circuit on CMJ kinematics. Luca Russo Ph.D., Luciano Limido Università degli Studi dell Aquila

Acute effects of a stretching circuit on CMJ kinematics. Luca Russo Ph.D., Luciano Limido Università degli Studi dell Aquila Acute effects of a stretching circuit on CMJ kinematics Luca Russo Ph.D., Luciano Limido Università degli Studi dell Aquila Introduzione Da diversi anni la pratica dello stretching viene studiata e gode

Dettagli

La forza. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara

La forza. In movimento Marietti Scuola 2010 De Agostini Scuola S.p.A. Novara La forza La definizione di forza Per forza s intende la capacità dell apparato neuro- muscolare di vincere o contrapporsi a un carico esterno con un impegno muscolare. La classificazione della forza Tipi

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA. Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Scienze Motorie. Tesi di laurea

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA. Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Scienze Motorie. Tesi di laurea UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Scienze Motorie Tesi di laurea ANALISI BIOMECCANICA DEL MOVIMENTO NELL' ESERCIZIO DI JUMP CON PATTINI IN-LINEA. Relatore:

Dettagli

Introduzione all analisi dei segnali digitali.

Introduzione all analisi dei segnali digitali. Introduzione all analisi dei segnali digitali. Lezioni per il corso di Laboratorio di Fisica IV Isidoro Ferrante A.A. 2001/2002 1 Segnali analogici Si dice segnale la variazione di una qualsiasi grandezza

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Prima di organizzare un programma di allenamento al fine di elevare il livello di prestazione, è necessario valutare le capacità

Dettagli

ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi

ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi Esercizi iniziali Contrazioni dei muscoli flessori del ginocchio

Dettagli

RUNNING. il re degli allenamenti

RUNNING. il re degli allenamenti Naturale, dimagrante, ottima per tonificare il cuore e il sistema circolatorio. E soprattutto a costo zero. La corsa è un training senza eguali e le giornate di questo periodo, tiepide e gradevoli, invitano

Dettagli

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d Esercizio 1 Un automobile viaggia a velocità v 0 su una strada inclinata di un angolo θ rispetto alla superficie terrestre, e deve superare un burrone largo d (si veda la figura, in cui è indicato anche

Dettagli

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili Angolo di risalita = 25 Altezza massima della salita = 25,87 m Altezza della salita nel tratto lineare (fino all ultimo pilone di metallo)

Dettagli

Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena

Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena Corso aggiornamento allenatori Comitato Provinciale di Modena Aspetti metodologici e pratici del periodo preparatorio nella pallavolo. Organizzazione della seduta fisico tecnica. Utilizzo di attrezzi e

Dettagli

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente un inclinazione θ = 40 rispetto all orizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal

Dettagli

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo.

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo. Febbraio 1. Un aereo in volo orizzontale, alla velocità costante di 360 km/h, lascia cadere delle provviste per un accampamento da un altezza di 200 metri. Determina a quale distanza dall accampamento

Dettagli

L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini

L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini Saverio Ottolini L allenamento posturale per il biker www.mtbpassione.com L allenamento posturale per il biker Per chi si allena e gareggia in Mountain

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Progettazione del robot

Progettazione del robot Progettazione del robot MINDSTORMS EV3 Anche quest anno abbiamo deciso di usare unmattoncinolegomindstormsev3.sitratta di un evoluzione dellaversione precedentenxt2.0, migliorata sotto diversi aspetti.

Dettagli

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico Moto di una carica in un campo elettrico uniforme Il moto di una particella carica in un campo elettrico è in generale molto complesso; il problema risulta più semplice se il campo elettrico è uniforme,

Dettagli

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J.

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J. Lavoro Un concetto molto importante è quello di lavoro (di una forza) La definizione di tale quantità scalare è L= F dl (unità di misura joule J) Il concetto di lavoro richiede che ci sia uno spostamento,

Dettagli

Modificazioni morfologiche della colonna vertebrale in calciatori professionisti in preparazione precampionato

Modificazioni morfologiche della colonna vertebrale in calciatori professionisti in preparazione precampionato Modificazioni morfologiche della colonna vertebrale in calciatori professionisti in preparazione precampionato Dott.ssa Elisa Parri*, Prof. Mario Marella*, Dott.ssa Elena Castellini*, Dott. Matteo Levi

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

I documenti di www.mistermanager.it. Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE

I documenti di www.mistermanager.it. Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE I documenti di www.mistermanager.it Gli ingredienti per l allenamento per la corsa LE RIPETUTE Le Ripetute sono una delle forme di allenamento che caratterizzano i corridori più evoluti, in quanto partono

Dettagli

MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO

MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO (Modulo) 10' Corsa (Borg 2-3) Inserendo anche corsa laterale 5' Stretching Dinamico 5' Andature (Skip, Corsa, Calciata, Scivolamenti laterali ecc. 3x10m) 3x Allungo

Dettagli

Modulo di Meccanica e Termodinamica

Modulo di Meccanica e Termodinamica Modulo di Meccanica e Termodinamica 1) Misure e unita di misura 2) Cinematica: + Moto Rettilineo + Moto Uniformemente Accelerato [+ Vettori e Calcolo Vettoriale] + Moti Relativi 3) Dinamica: + Forza e

Dettagli

Test per gli arti superiori

Test per gli arti superiori Test per gli arti superiori TF 1 Lancio della palla medica È uno dei più classici e semplici test per la forza, che si fa lanciando palle di vario peso. Chi è più alto è favorito perché ha leve più lunghe

Dettagli

ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE

ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE ARTICOLAZIONI DELLA CAVIGLIA Flessioni del piede da stazione eretta con la punta su un rialzo o contro una parete

Dettagli

15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA

15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA International Pbi S.p.A. Milano Copyright Pbi SETTEMBRE 1996 15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA Introduzione I muscoli e le articolazioni che danno sostegno alla nostra schiena spesso mancano

Dettagli

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg.

F S V F? Soluzione. Durante la spinta, F S =ma (I legge di Newton) con m=40 Kg. Spingete per 4 secondi una slitta dove si trova seduta la vostra sorellina. Il peso di slitta+sorella è di 40 kg. La spinta che applicate F S è in modulo pari a 60 Newton. La slitta inizialmente è ferma,

Dettagli

Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof.

Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof. Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof. Nino Basaglia MODULO DIPARTIMENTALE ATTIVITÀ AMBULATORIALE Responsabile: Dott. Efisio

Dettagli

Scuola Tecnici Federali- Direzione Agonistica Fondo TEST MOTORI

Scuola Tecnici Federali- Direzione Agonistica Fondo TEST MOTORI Scuola Tecnici Federali- Direzione Agonistica Fondo TEST MOTORI Per la valutazione dei giovani sciatori di fondo L obiettivo principale dell allenamento giovanile è di assicurare ai giovani una valida

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE

L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE e L IDENTIFICAZIONE STRUTTURALE I problemi legati alla manutenzione e all adeguamento del patrimonio edilizio d interesse storico ed artistico sono da alcuni anni oggetto di crescente interesse e studio.

Dettagli

Problemi di dinamica del punto materiale (moto oscillatorio) A Sistemi di riferimento inerziali

Problemi di dinamica del punto materiale (moto oscillatorio) A Sistemi di riferimento inerziali Problemi di dinamica del punto materiale (moto oscillatorio) A Sistemi di riferimento inerziali Problema n. 1: Un corpo puntiforme di massa m = 2.5 kg pende verticalmente dal soffitto di una stanza essendo

Dettagli

L'impulso di una forza che varia nel tempo

L'impulso di una forza che varia nel tempo Lezione 13 approfondimento pag.1 L'impulso di una forza che varia nel tempo Un riassunto di quel che sappiamo Riprendiamo in esame il solito carrellino che si trova sopra la rotaia a basso attrito. Se

Dettagli

Statistica. Lezione 6

Statistica. Lezione 6 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Corso integrato in Scienze della Prevenzione e dei Servizi sanitari Statistica Lezione 6 a.a 011-01 Dott.ssa Daniela Ferrante

Dettagli

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Parte I Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton 3.1-3.2-3.3 forze e principio d inerzia Abbiamo finora studiato come un corpo cambia traiettoria

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

3 Tecniche di misura della postura e del movimento

3 Tecniche di misura della postura e del movimento 3 Tecniche di misura della postura e del movimento Esistono diverse tecniche di analisi della postura e del movimento che possono essere classificate in base alla strumentazione utilizzata. Di seguito

Dettagli

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi 1 Forza Si definisce forza una qualunque causa esterna che produce una variazione dello stato

Dettagli

Verifica sperimentale del principio di conservazione dell'energia meccanica totale

Verifica sperimentale del principio di conservazione dell'energia meccanica totale Scopo: Verifica sperimentale del principio di conservazione dell'energia meccanica totale Materiale: treppiede con morsa asta millimetrata treppiede senza morsa con due masse da 5 kg pallina carta carbone

Dettagli

Dispositivo di conversione di energia elettrica per aerogeneratori composto da componenti commerciali.

Dispositivo di conversione di energia elettrica per aerogeneratori composto da componenti commerciali. Sede legale: Viale Vittorio Veneto 60, 59100 Prato P.IVA /CF 02110810971 Sede operativa: Via del Mandorlo 30, 59100 Prato tel. (+39) 0574 550493 fax (+39) 0574 577854 Web: www.aria-srl.it Email: info@aria-srl.it

Dettagli

MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO ELETTRICO UNIFORME

MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO ELETTRICO UNIFORME 6. IL CONDNSATOR FNOMNI DI LTTROSTATICA MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO LTTRICO UNIFORM Il moto di una particella carica in un campo elettrico è in generale molto complesso; il problema risulta più semplice

Dettagli

Materiali e metodi per la. sport

Materiali e metodi per la. sport Materiali e metodi per la misura di forze impulsive nello sport Genova 22 gennaio 2011 A cura di ANDREA CAMBIASO 1 FORZA IMPULSIVA Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Una forza impulsiva è una forza che

Dettagli

CONI FIPCF LO STRAPPO CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TECNICI DI PESISTICA E CULTURA FISICA

CONI FIPCF LO STRAPPO CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TECNICI DI PESISTICA E CULTURA FISICA CONI FIPCF LO STRAPPO CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TECNICI DI PESISTICA E CULTURA FISICA Fig. 1 Fig. 2 Fig.3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 SEQUENZA FOTOGRAFICA DELLO STRAPPO RECORD DI 180 KG. EFFETTUATO DA ASEN ZLATEV,

Dettagli

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 Lavoro, forza costante: W = F r Problema 1 Quanto lavoro viene compiuto dalla forza di

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

2. forza-potenza, con lo scopo di ottenere un incremento della forza e della potenza sviluppata dai maggiori gruppi muscolari; 3.

2. forza-potenza, con lo scopo di ottenere un incremento della forza e della potenza sviluppata dai maggiori gruppi muscolari; 3. SOMMARIO Il presente lavoro, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano e la Polisportiva Milanese, ha come obiettivo la valutazione di possibili benefici

Dettagli

APP_PIT_Comparazione Pile Dynamics Inc. Rev.01-012015

APP_PIT_Comparazione Pile Dynamics Inc. Rev.01-012015 Pile Integrity Tester PIT Caratteristiche Tecniche Serie PIT-X, PIT-X2, PIT-V e PIT-FV La strumentazione Pile Integrity Tester serie PIT è disponibile in 4 versioni, con 1 (PIT-X e PIT- V) o 2 (PIT-X2

Dettagli

Strumento di valutazione delle prestazioni motorie: CoreMeter

Strumento di valutazione delle prestazioni motorie: CoreMeter Strumento di valutazione delle prestazioni motorie: CoreMeter Stefano Vando Novembre 2011 Premessa L esigenza di quali e quantificare un attività motoria e verificarne i cambiamenti nel continuo ha portato,

Dettagli

La forza nei giovani

La forza nei giovani La forza nei giovani Vinicio PAPINI Premessa FORZA: capacità di vincere o contrastare resistenze esterne Lo sviluppo della forza deve essere effettuato unitamente agli altri aspetti della motricità. Considerare

Dettagli

R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili

R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili SERVIZIO DI RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili Gli atleti che praticano sport in carrozzina sono ormai destinati a raggiungere carichi di allenamento

Dettagli

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Problema 1 Due carrelli A e B, di massa m A = 104 kg e m B = 128 kg, collegati da una molla di costante elastica k = 3100

Dettagli

VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI SPORTIVE

VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI SPORTIVE VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI SPORTIVE ERGO TESTER ERGOJUMP BOSCO SYSTEM Ergo Tester Ergo Tester offre molteplici e fondamentali possibilità di valutazione e controllo dell allenamento al fine di migliorare

Dettagli

E l e t t r o m a g n e t i s m o. Saggio Finale

E l e t t r o m a g n e t i s m o. Saggio Finale Corso abilitante IX ciclo Classe di concorso A038 ( Fisica ) Anno Accademico 2007 / 2008 (1 anno ) Specializzando: ( matr. 3801/SS ) E l e t t r o m a g n e t i s m o prof. Saggio Finale 1. Presentazione

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

PROVE SU PISTA. Sensore pressione freno. Sensore pressione freno:

PROVE SU PISTA. Sensore pressione freno. Sensore pressione freno: Sensore pressione freno A N A L I S I T E C N I C A D E L T U O K A R T PROVE SU PISTA Sensore pressione freno: come integrare le valutazioni personali sulla frenata con un analisi basata su elementi oggettivi

Dettagli

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione ISPEED

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione ISPEED Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione ISPEED Dati utili Lunghezza del treno: 8,8 m Durata del percorso: 55 s Lunghezza del percorso: 1200 m Massa treno a pieno carico: 7000 kg Altezza della prima

Dettagli

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie Forze, leggi della dinamica, diagramma del corpo libero 1 FORZE Grandezza fisica definibile come l' agente in grado di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo. Ci troviamo di fronte ad una

Dettagli

Analisi con due Velocità

Analisi con due Velocità Analisi con due Velocità Questo documento descrive il metodo di misura di due velocità. Analisi, interpretazione esperienze e documenti complementari si trovano nei manuali del Software PIT-W versione

Dettagli

La preparazione per le gare brevi

La preparazione per le gare brevi I documenti di www.mistermanager.it La preparazione per le gare brevi La maggior parte delle competizioni su cui si cimentano i podisti, sono le gare su strada, le cui lunghezze solitamente sono intorno

Dettagli

Risultati questionario Forze

Risultati questionario Forze Risultati questionario Forze Media: 7.2 ± 3.3 Coeff. Alpha: 0.82 Frequenza risposte corrette Difficoltà domande 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 25% 42% 75% 92% 100% % corrette 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30%

Dettagli

SCHEDA ESERCIZI CONCENTRICI ED ECCENTRICI con attrezzi isotonici

SCHEDA ESERCIZI CONCENTRICI ED ECCENTRICI con attrezzi isotonici SCHEDA ESERCIZI CONCENTRICI ED ECCENTRICI con attrezzi isotonici 1 Riscaldamento : saltelli funicella Note : esercizio ottimale per le gambe e polpacci per la spinta verso l'alto (contrazione concentrina)

Dettagli

ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio.

ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. Per una migliore caratterizzazione del bacino idrologico dell area di studio, sono state acquisite

Dettagli

ANALISI SOSPENSIONI Modalità Base

ANALISI SOSPENSIONI Modalità Base ANALISI SOSPENSIONI Modalità Base INTRODUZIONE Nella versione 2.30.04 di Race Studio 2 è stata introdotta una nuova funzionalità relativa allo strumento di Analisi delle sospensioni presente all interno

Dettagli

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 1 ENERGIA Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 2 Energia L energia è ciò che ci permette all uomo di compiere uno sforzo o meglio

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Valutazione delle condizioni mediche. Valutazione delle condizioni mediche

Valutazione delle condizioni mediche. Valutazione delle condizioni mediche Pagina 1 / 2 andare alla pagina: 1 6 Posizione del M/L Posizione del A/P Peso corporeo Determinare il peso corporeo. Prendere già in considerazione eventuali variazioni prevedibili (ad es. oscillazioni

Dettagli

Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni

Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni Associazione Italiana Arbitri - AIA Settore Tecnico: Modulo Preparazione Atletica Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni AIA CAN-D Stagione Agonistica 2010-2011 Prevenzione Infortuni Introduzione

Dettagli

Capitolo V : Il colore nelle immagini digitali

Capitolo V : Il colore nelle immagini digitali Capitolo V : Il colore nelle immagini digitali Lavorare con il colore nelle immagini digitali L uso dei colori nella visione computerizzata e nella computer grafica implica l incorrere in determinate problematiche

Dettagli

3D Motion Gait Analys

3D Motion Gait Analys 3D Motion Gait Analys La Gait Analysis (Gait=passo) è una tecnica che permette tramite analisi computerizzata di monitorare i movimenti del corpo umano con particolare attenzione alle fasi durante il cammino.

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

ALLIEVI. Programma MILAN LAB

ALLIEVI. Programma MILAN LAB ALLIEVI Programma MILAN LAB SEDUTA DI ALLENAMENTO ALLIEVI CAPACITÀ MOTORIE 100% CAPACITÀ COORDINATIVE 10% 90% CAPACITÀ CONDIZIONALI Rapidità/Velocità 20% Resistenza 30% Forza (didattica) 20% Flessibilità

Dettagli

Suono: aspetti fisici. Tutorial a cura di Aldo Torrebruno

Suono: aspetti fisici. Tutorial a cura di Aldo Torrebruno Suono: aspetti fisici Tutorial a cura di Aldo Torrebruno 1. Cos è il suono Il suono è generalmente prodotto dalla vibrazione di corpi elastici sottoposti ad urti o sollecitazioni (corde vocali, corde di

Dettagli

Elaborazione di segnali biologici

Elaborazione di segnali biologici Modulo 4 Elaborazione di segnali biologici Bioingegneria per fisioterapisti Univ.degli Studi di Siena Laurea Univ. in Fisioterapia Ing. A. Rossi Sistemi acquisizione dati Conversione da segnale Analogico

Dettagli

Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995).

Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995). ANALISI DI UNA SERIE TEMPORALE Analisi statistica elementare Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995). Si puo' osservare una media di circa 26 C e una deviazione

Dettagli

Cap 12 12 -- Misure di vi braz di vi ioni

Cap 12 12 -- Misure di vi braz di vi ioni Cap 12 - Misure di vibrazioni Le vibrazioni sono poi da sempre uno strumento di diagnostica di macchine e sistemi meccanici 1 Le direttive CEE 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE, obbliga tutti

Dettagli

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché LA FORZA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità pag.1

Dettagli

Indici di dispersione

Indici di dispersione Indici di dispersione 1 Supponiamo di disporre di un insieme di misure e di cercare un solo valore che, meglio di ciascun altro, sia in grado di catturare le caratteristiche della distribuzione nel suo

Dettagli

Ancona 10 Settembre 2014. di Robertais Del Moro

Ancona 10 Settembre 2014. di Robertais Del Moro Ancona 10 Settembre 2014 di Robertais Del Moro Classificazione Salti in ESTENSIONE Lungo Triplo Salti in ELEVAZIONE Alto Asta SALTARE Tra gli schemi motori fondamentali, SALTARE è forse uno dei più complessi

Dettagli

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA Termodinamica TERMODINAMICA Cosa è la termodinamica? La termodinamica studia la conversione del calore in lavoro meccanico Prof Crosetto Silvio 2 Prof Crosetto Silvio Il motore dell automobile trasforma

Dettagli

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE

LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE GRAVIMETRIA LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE r La legge di gravitazione universale, formulata da Isaac Newton nel 1666 e pubblicata nel 1684, afferma che l'attrazione gravitazionale tra due corpi è

Dettagli

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra:

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra: 1. Esercizio Calcolare il potenziale elettrico nel punto A sull asse di simmetria della distribuzione di cariche in figura. Quanto lavoro bisogna spendere per portare una carica da 2 µc dall infinito al

Dettagli

L allenamento del nuotatore con particolare riferimento ai movimenti della spalla a cura di Gianni Cedolini

L allenamento del nuotatore con particolare riferimento ai movimenti della spalla a cura di Gianni Cedolini L allenamento del nuotatore con particolare riferimento ai movimenti della spalla a cura di Gianni Cedolini La spalla del nuotatore è una patologia infiammatoria dell articolazione scapolo omerale che

Dettagli

LE TORRI: DISCOVERY e COLUMBIA

LE TORRI: DISCOVERY e COLUMBIA LE TORRI: DISCOVERY e COLUMBIA Osservazioni e misure a bordo Le tue sensazioni e l accelerometro a molla 1) Nelle due posizioni indicate dalle frecce indica le sensazioni ricevute rispetto al tuo peso

Dettagli

POLITECNICO DI TORINO

POLITECNICO DI TORINO NEWSLETTER N2 - I dispositivi elettronici posti a protezione degli operatori E stato indicato nella precedente newsletter che la sicurezza degli operatori in un contesto industriale è affidata a una catena

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:

Dettagli

Sensori Fisici. a.tognetti@centropiaggio.unipi.it

Sensori Fisici. a.tognetti@centropiaggio.unipi.it Sensori Fisici a.tognetti@centropiaggio.unipi.it Misure di velocità ed accelerazione Tecniche a differenziazione ed integrazione In linea di principio è possibile determinare la velocità e l'accelerazione

Dettagli

BIOMECCANICA A A 2 0 11-2 0 1 2. P r o f. s s a M a r i a G u e r r i s i D o t t. P i e t r o P i c e r n o

BIOMECCANICA A A 2 0 11-2 0 1 2. P r o f. s s a M a r i a G u e r r i s i D o t t. P i e t r o P i c e r n o A A 2 0 11-2 0 1 2 U N I V E R S I TA D E G L I S T U D I D I R O M A T O R V E R G ATA FA C O LTA D I M E D I C I N A E C H I R U R G I A L A U R E A T R I E N N A L E I N S C I E N Z E M O T O R I E

Dettagli

ControlloCosti. Cubi OLAP. Controllo Costi Manuale Cubi

ControlloCosti. Cubi OLAP. Controllo Costi Manuale Cubi ControlloCosti Cubi OLAP I cubi OLAP Un Cubo (OLAP, acronimo di On-Line Analytical Processing) è una struttura per la memorizzazione e la gestione dei dati che permette di eseguire analisi in tempi rapidi,

Dettagli

La Videosorveglianza Criteri per il dimensionamento dello storage

La Videosorveglianza Criteri per il dimensionamento dello storage La Videosorveglianza Criteri per il dimensionamento dello storage Serie vol 1005/2010 L importanza di registrare le immagini video Il valore di un sistema di videosorveglianza non dipende solo dall abilità

Dettagli

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi)

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) 1 Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) Una guida semicircolare liscia verticale di raggio = 40 cm è vincolata ad una piattaforma orizzontale che si muove con accelerazione costante a t = 2

Dettagli

La pista del mio studio Riflettiamo sulla pista. Guida per l insegnante

La pista del mio studio Riflettiamo sulla pista. Guida per l insegnante Riflettiamo sulla pista Guida per l insegnante Obiettivi educativi generali Compito di specificazione - possiede capacità progettuale - è in grado di organizzare il proprio tempo e di costruire piani per

Dettagli

A A 2 0 1 2-2 0 1 3 BIOMECCANICA. P i e t r o P i c e r n o, P h D

A A 2 0 1 2-2 0 1 3 BIOMECCANICA. P i e t r o P i c e r n o, P h D A A 2 0 1 2-2 0 1 3 U N I V E R S I TA D E G L I S T U D I D I R O M A T O R V E R G ATA FA C O LTA D I M E D I C I N A E C H I R U R G I A L A U R E A T R I E N N A L E I N S C I E N Z E M O T O R I E

Dettagli

ww.chirurgiarticolare.it riproduzione vietata

ww.chirurgiarticolare.it riproduzione vietata Il trattamento delle sindromi rotulee non può essere lo stesso in ogni paziente. Sarà il medico curante a prescrivere, in base alla patologia quale dei seguenti esercizi dovrà essere praticato. E' importante

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli