RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 01 Luglio 2015

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1 Pagina 1 di 6 rassegna stampa 01 Luglio 2015 IL CITTADINO Lodi Sanità, una riforma che fa discutere Dove va il Lodigiano - 13Luciano Bertoli «Se dovessi fare una scelta preferirei vedere Lodi unita a Pavia e Cremona» Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano IL GIORNO Lodi Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano

2 Pagina 2 di 6 La rivoluzione nel progetto della regione Gli ospedali di Lodi saranno aggregati a quelli dell Asl Milano 2. Bellomo critico: «Vizzolo perderà autonomia». Pedrazzini: «Melegnano è più simile a noi» Sanità, una riforma che fa discutere di Cristina Vercellone Gli ospedali di Lodi ingloberà quelli del Sudmilano e non saranno accorpati con Pavia o Cremona come era stato detto, critico il sindaco Bellomo. L accorpamento degli ospedali di Lodi con quelli del Sudmilano fa discutere. Il primo ad alzare gli scudi è il sindaco di Melegnano Vito Bellomo (Forza Italia): «Il presidio di Vizzolo perderebbe autonomia - dice - a vantaggio dei nosocomi lodigiani». La riforma è stata approvata due giorni fa in commissione regionale Sanità e ora attende di andare in aula, con discussioni serrate tra il 14 luglio e il 6 agosto, in 9 sedute non stop, dalle 10 a mezzanotte. Lodi, secondo quanto prospettato in passato, sarebbe dovuta andare con Pavia o Cremona. La maggioranza regionale, invece, ha previsto la trasformazione di 29 Aziende ospedaliere in 22 Asst, cioè Aziende socio sanitarie territoriali che si occupano di cure ospedaliere e degli attuali servizi dell Asl, come dipendenze, assistenza ai disabili, agli anziani e ai malati cronici. Le 15 Asl invece, sarebbero trasformate in 8 Ats, Agenzie di tutela della salute che si occupano di programmazione e controllo. Tra queste 8 una è l Ats della Città metropolitana che comprende anche l Asst di Lodi e Melegnano. Quest ultima include il territorio e i relativi poli ospedalieri afferenti all Asl di Lodi e Milano 2 (il Maggiore, Sant Angelo, Casale, Codogno, Vizzolo, Cassano, Melzo, Gorgonzola, Cernusco e Vaprio). San Donato e Humanitas, essendo istituti privati non rientrano nella suddivisione amministrativa.nel testo della riforma non si parla di sedi delle direzioni ospedaliere. Queste saranno poi stabilite con decreti attuativi dalla giunta. A Lodi però sarà collocata la sede dell Asst Lodi e Melegnano. Vito Bellomo è perplesso: «Mi aspettavo che ci accorpassero con Milano, non con Lodi - lamenta -. Lodi è più simile a Pavia per caratteristiche socio geografiche. Sono entrambi territori agricoli. Noi, come Milano, siamo realtà di servizi. A Melegnano stanno facendo una grande attività di rilancio dell Ao, a partire dal

3 Pagina 3 di 6 nuovo Pronto soccorso, e ci mettono con Lodi e Sant Angelo? La mia posizione è critica rispetto a questa decisione. Rischiare di diventare subalterni a Lodi non va bene. Avrebbero dovuto coinvolgere i sindaci. A me non interessa quale parte politica presenta le proposte, mi interessano i servizi». Il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini, invece, la pensa diversamente. «Siamo riusciti a evitare che Lodi andasse con Pavia - dice -. Avremmo dato vita a una Asst che sarebbe stata poco omogenea. L unificazione con Melegnano risponde meglio alle esigenze del territorio. Alla stessa logica fa riferimento l inserimento della Asst di Lodi e Melegnano nella Ats metropolitana, anche se Forza Italia si impegnerà per tagliare il maggior numero di posti dirigenziali e arrivare all obiettivo di una Ats unica per tutta la Lombardia». Il sindaco di Lodi Simone Uggetti al momento non commenta: «Voglio approfondire», dice. Anche il direttore generale dell Ao di Lodi Giuseppe Rossi preferisce aspettare. «È stato fatto un passaggio in commissione - dice -, ora vediamo». Soddisfazione, invece, da Paolo Cipriani, capogruppo della lista civica Per Codogno. «Sono molto soddisfatto - dice - che la Regione, con il sostegno degli eletti lodigiani in consiglio abbia assunto la decisione di organizzare la sanità lodigiana verso la Città metropolitana. Questo dimostra che la mozione da me proposta e approvata unanimemente dal consiglio comunale di Codogno andava nella giusta direzione». Soddisfatto anche il sindacato medico di Melegnano: «Bisogna definire bene le caratteristiche dei rispettivi ospedali - commenta per la Cisl Danilo Mazzacane -, ma così d acchito mi sembra una buona proposta».

4 Pagina 4 di 6 Dove va il Lodigiano - 13Luciano Bertoli «Se dovessi fare una scelta preferirei vedere Lodi unita a Pavia e Cremona» di Andrea Soffiantini Bisogna vedere se il territorio è in grado di esprimere personalità capaci di promuovere e di sviluppare gli interessi del Lodigiano. Quando Lodi faceva parte della Provincia di Milano eleggeva sempre tre consiglieri provinciali, ma è sempre contata poco. Le aziende sanitarie non sono fabbriche di bottoni. E poi perché le hanno chiamate aziende? Erano meglio amministrate quando erano controllate dagli enti locali, perché c era uno stretto legame con il territorio. «Non ho certezze assolute, ma se dovessi fare ora una scelta propenderei per un accorpamento con Pavia e Cremona. O con una sola di queste due province». Luciano Bertoli - presidente della Fondazione Santa Chiara, in passato componente del Consiglio di amministrazione dell ospedale cittadino e presidente dell Unità socio sanitaria locale di Lodi - si esprime con prudenza sul futuro del Lodigiano. Il cantiere delle riforme costituzionali, ci ricorda, è ancora al lavoro e le variabili in gioco sono molte. Inoltre, osserva, difficilmente gli enti locali avranno poteri decisionali sulle eventuali scelte finali. Nel frattempo immagina come soluzione più ragionevole l aggregazione di territori omogenei e confinanti che diano forma ad un area vasta ma non troppo. Della quale, per capirci, Mantova potrebbe non far parte. L importante, dice, è che nel ridisegno dei confini le esigenze socio-assistenziali delle comunità siano ritenute prevalenti rispetto agli interessi della politica. La riforma sanitaria lombarda approvata lunedì scorso in Regione dalla Commissione sanità e ora avviata al Consiglio di metà luglio prevede nell Ats della Città metropolitana la costituzione dell Asst di Lodi e Melegnano. Niente accorpamento con Pavia, dunque. Cosa pensa? «Oggi come oggi questo ridisegno non lo vedo prioritario, i problemi sanitari in Lombardia sono altri, rappresentati dalle lunghe liste d attesa e, centri di eccellenza a parte, dagli ospedali poco qualificati. In questi ultimi anni la riforma è stata concepita per rendere ferreo il controllo della Regione sul sistema sanitario a discapito delle autonomie locali, delle quali la Regione stessa si dice sostenitrice. Istituite per favorire l autonomia dei territori, le Regioni hanno finito in realtà per accentrare il potere, e la sanità è un esempio calzante».giù le mani dalla sanità. È questo che dice alla politica? «Il sistema di governo delle aziende ospedaliere e sanitarie è stato in

5 Pagina 5 di 6 questi anni discutibile. E poi perché le hanno chiamate aziende? Non sono fabbriche di bottoni. Le strutture sanitarie erano meglio amministrate quando erano controllate dagli enti locali, perché c era uno stretto legame col territorio». Tornare al passato sembra impossibile. C è una via per un compromesso? «Potrebbe non essere sbagliato pensare a grandi centri di eccellenza con specialità superiori, ma a condizione di lasciare ai poteri locali il controllo e lo sviluppo dei presidi minori». Ragionando sempre su sanità e bisogni socio-assistenziali, sembra di capire che l eventuale accorpamento con Melegnano sarebbe il male minore «Quando negli anni scorsi partecipavo come presidente della Santa Chiara alle riunioni delle Ast lombarde mi accorgevo di come le esigenze delle grande case di riposo di Milano fossero molto diverse da quelle delle strutture di Lodi, Cremona, Pavia o dei centri periferici, e di come fosse difficile trovare la sintesi di quelle esigenze». E oggi? «È passato del tempo, ma la questione è sempre aperta. Pensiamo, per fare un esempio, alle rette: quelle applicate da Milano sono di molto superiori rispetto a quelle applicate da Lodi o dai comuni periferici del Milanese. Se i centri decisionali sono distanti dai territori e concentrati nella metropoli è inevitabile che le periferie vengano penalizzate». Meglio l accorpamento di Lodi a Melegnano nel contesto della riforma sanitaria piuttosto che l annessione di Lodi alla città metropolitana. È questo che pensa? «Sì. Viviamo in un periodo in cui le emergenze sono all ordine del giorno. Quelle delle metropoli sono diverse da quelle delle periferie, gran parte delle risorse economiche necessarie a far fronte a queste emergenze sarebbero destinate a Milano». Volendo allora ragionare in una prospettiva più ampia, l unione di Lodi con Pavia e Cremona o con una sola di queste due province quali vantaggi porterebbe al territorio? «Quelli che deriverebbero dall unione di comunità locali che esprimono omogeneità territoriali ma anche omogeneità di esigenze di vita e bisogni sociali. Con Pavia e Cremona c è una maggiore affinità per il tipo di economia e tradizioni». L area vasta che lei immagina non è poi così vasta. Perché escluderebbe Mantova? «Per la sola ragione che Mantova è distante da Lodi. L omogeneità e la vicinanza territoriale determinano bisogni, esigenze e aspettative comuni». Si potrebbe però obiettare che Cremona è vicina anche a Mantova. Piuttosto, non pensa anche lei che il Lodigiano rischi di arrivare disunito al momento delle decisioni? «Il rischio c è, e non riesco ad immaginare come si possa evitare. Ma ho grossi dubbi sul fatto che sarà data alle comunità locali la possibilità di entrare nel percorso decisionale. Probabilmente saranno decisioni prese ai tavoli della Regione. Del resto se fosse

6 Pagina 6 di 6 lasciata ai comuni la possibilità di scegliere, il Lodigiano diventerebbe probabilmente un territorio a macchia di leopardo. Al momento, comunque, l unica cosa certa è che di certezze non ce ne sono». Le mille luci di Milano sulla strada dello sviluppo economico sono solo un illusione? «In linea teorica sono d accordo sul fatto che Milano potrebbe offrire opportunità di sviluppo in determinati ambiti. Ma sono convinto che le idee camminino con le gambe dell uomo. Bisogna vedere se il territorio è in grado di esprimere personalità capaci di promuovere e di sviluppare questi interessi». Ha dei dubbi al riguardo? «Quando Lodi era sotto Milano eleggeva sempre tre consiglieri provinciali, ma è sempre contata poco».