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1 IX LE MONETE L uso di deporre una moneta nel corredo del defunto si diffonde in Grecia ed in Italia Meridionale solo a partire dalla metà del V secolo a.c. A differenza di quanto avviene nel resto della Magna Grecia e della Sicilia, ove il fenomeno ha una portata ridotta, a Metaponto esso sembra essere ben documentato. Le tombe delle aree sepolcrali urbane hanno infatti restituito ben 48 monete conservate in 33 tombe. Si tratta di una percentuale piuttosto alta corrispondente al 18% circa delle sepolture totali indagate. Bisogna ricordare che tutte queste deposizioni sono databili fra le fine del IV secolo e la prima metà del III secolo a.c.; se, dunque confrontiamo il numero delle sepolture contenenti almeno una moneta al loro interno con quello delle tombe contemporanee, ne otterremo un valore davvero ragguardevole (25.38%) che non trova confronto altrove. Fig. 1: grafico relativo alle tombe con moneta

2 Deborah Rocchietti Fig. 2: grafico relativo alle tombe con moneta di età ellenistica A Corinto la percentuale di tombe con moneta rispetto al totale dei rinvenimenti raggiunge l 11%, il 10% ad Olinto, anche se in queste due πóλεις le monete in tomba cominciano ad essere presenti già dal terzo quarto del V, in un caso, dalla fine dello stesso secolo, nell altro 1. Spostandoci in Italia Meridionale, possiamo osservare che a Taranto il numero delle sepolture con moneta si attesta intorno all 1.5% delle tombe databili ad età ellenistica 2, mentre a Poseidonia al volgere del V secolo solo il 3% delle deposizioni che si caratterizzano come greche conserva al proprio interno una o -raramentepiù monete 3. In questo quadro caratterizzato dalla ridotta presenza di moneta in tomba solo Heraklea fa eccezione in quanto circa il 15% delle tombe scavate ha restituito moneta 4. Una situazione simile sembra poi riscontrarsi anche nelle città greche della Sicilia, ove il fenomeno è limitato ad un ridotto numero di sepolture 5. È evidente che in questo quadro piuttosto omogeneo la necropoli di Metaponto si differenzia fortemente dalle altre; bisogna, tuttavia, ricordare che i dati in nostro possesso non tengono purtroppo conto degli ultimi rinvenimenti di C.da Crucinia, che potrebbero contribuire a definire meglio la situazione della necropoli urbana. Il dato rilevato è tuttavia molto interessante anche perché trova un riscontro preciso nella situazione della chora. A Pantanello il 31% delle tombe databili fra il 325 a.c. ed il 275 a.c. conserva moneta al proprio interno e le sepolture contenenti oboli o frazioni monetali di minor valore costituiscono il 9% del totale 6. Abbiamo insistito nel sottolineare tale aspetto perché esso è in aperto contrasto con la situazione registrata a Poseidonia. Non si verifica infatti a Metaponto quella spaccatura tra città e territorio evidenziata nei corredi

3 Aree sepolcrali a Metaponto funebri dalla presenza o assenza di moneta che è attestata invece per la città campana 7. A Poseidonia le monete sono poi collocate prevalentemente in tombe maschili, soprattutto per quanto riguarda le deposizioni greche di fine V secolo. I dati relativi alla necropoli di Pantanello, e le limitate conoscenze in merito a quelle metapontine, ci forniscono invece un quadro diverso. In questo caso sembra che le monete ricorrano con maggior frequenza nei corredi femminili, con una proporzione di 3:1 rispetto a quelli maschili. Tale valore potrebbe del resto aumentare a favore delle donne se includessimo nel nostro conteggio anche le tombe racchiudenti individui di probabile -ma non certo- sesso femminile 8. Circa il 70% delle tombe con moneta di Metaponto è costituito da sepolcri realizzati con tegole corinzie o tegole semicilindriche, mentre solo due sono le sepolture costruite in lastroni di carparo. Dato analogo si riscontra nella necropoli di Pantanello ove il 70% delle tombe con moneta è a cappuccina o a fossa, 5 monete si trovano in tombe a volte realizzate sempre con tegole semicilindriche, e soltanto 2 in tombe di pietra. La morfologia del sepolcro non è tuttavia l unico elemento di cui tener conto nella valutazione dello status e della condizione sociale del defunto. I corredi delle tombe con moneta di Metaponto sono piuttosto vari: alcuni sono composti esclusivamente da uno o più nominali enei, altri presentano, oltre alle monete, uno o due vasi. Solo le tombe 1 e 2 della zona a di scavo di C.da Ricotta infine si distinguono dalle altre per la presenza di un corredo più articolato. La T 1 conteneva infatti due gutti, un unguentario, una patera, un pentolino ed una pisside di piombo, mentre la T 2 ha restituito uno strigile, cinque alabastra, una coppa skyphoide ed un guttus. A Pantanello il 40% delle deposizioni con moneta presenta un corredo ricco, composto da più vasi e completato spesso da strigili, specchi o altri oggetti metallici 9. Esistono, tuttavia, tombe che hanno restituito un numero di reperti decisamente inferiore, 1 o 2 vasi al massimo, ed alcune che non conservano al loro interno null altro se non la moneta. L analisi delle tipologie dei corredi e la considerazione della morfologia sepolcrale ci permette dunque di escludere, nel caso di Metaponto e di Pantanello, che sussista una relazione fra la presenza in tomba di moneta e le sepolture del gruppo emergente. A Metaponto, come del resto anche a Taranto, le monete sono infatti presenti anche in deposizioni apparentemen

4 Deborah Rocchietti te più semplici. I dati riguardanti la necropoli di Poseidonia mostrano, invece, che la collocazione di moneta nelle sepolture è pertinente e propria dei ceti emergenti. Per quanto Metaponto vanti una antica tradizione monetaria e sia stata fra la prime colonie magnogreche ad emettere stateri d argento 10, nelle tombe si sono conservati per lo più nominali bronzei di piccolo taglio (oboli o sue frazioni). Alcune tombe dell area intorno allo svincolo fra la SS 175 e la ionica 106 hanno tuttavia restituito alcune monete d argento 11, 4 dioboli in argento sono inoltre stati rinvenuti nella necropoli di Pantanello. Si tratta, come è evidente, di un numero piuttosto ridotto di casi, che non ci consente di ipotizzare una chiara volontà tesaurizzatrice 12 da parte degli abitanti della città o della chora. Le monete rinvenute a Metaponto sono tutte di conio locale 13, come si deduce facilmente dalla presenza della spiga di grano che campeggia sempre sul retro; in alcuni casi è conservato anche il monogramma META o la parte iniziale di esso. 11 dei nominali trovati nelle aree sepolcrali urbane appartengono per lo più al gruppo B individuato dal Johnston e datato alla II metà del IV secolo-inizi III secolo a.c. 14. Le monete che appartengono a questo gruppo presentano in genere testa di divinità femminile/spiga, nella maggior parte dei casi è stato possibile riconoscere nel volto muliebre le fattezze di Demetra o di Kore, ma non sembrano sconosciuti neppure i nominali con Athena/spiga o Testa femminile/spiga. Le restanti monete appartengono al Gruppo C datato dal Johnston al primo quarto del III secolo a.c. e presentano in genere testa di divinità maschile/spiga. Sono noti alcuni nominali con Herakles coperto dalla leontè e con raffigurazione del volto di Apollo. Come si può osservare sia le tombe di Metaponto che quelle di Pantanello, presentano una sostanziale omogeneità fra la cronologia delle deposizioni e la datazione delle monete. Non si tratta cioè di nominali obsoleti e non più in circolazione, ma di monete che dovevano ancora essere utilizzate comunemente quando furono poste nella tomba. Le monete rinvenute a Metaponto si trovavano in genere in corrispondenza della bocca dell inumato, si conoscono, tuttavia, anche alcuni casi in cui i defunti tenevano nella propria mano l obolo bronzeo. L abitudine di conservare il denaro in bocca non doveva essere così inconsueta nel mondo greco se ci atteniamo a quello che Aristofane racconta in merito

5 Aree sepolcrali a Metaponto Solo la moneta rinvenuta nella tomba 6 di C.da Ricotta nel corso degli scavi del 1939 e 1940 si trova in una posizione più inconsueta. Essa è infatti collocata fra il braccio ed il torace nella parte sinistra del corpo; è probabile che originariamente la moneta si trovasse nella cavità orale del defunto e che a seguito dell infiltrazione di terra ed acqua sia scivolata nella zona del rinvenimento. Non si può tuttavia escludere che il nominale fosse originariamente contenuto in un sacchetto o contenitore realizzato in materiale deperibile di cui non si è conservata testimonianza. Non si conoscono invece a Metaponto attestazioni dell uso di cofanetti o piccoli contenitori in piombo destinati alla conservazione delle monete come invece si verifica nel caso di Taranto. Il fenomeno della tesaurizzazione, inteso come raccolta e collezione di più nominali, non sembra infatti diffuso in area metapontina. Anche la necropoli di Pantanello ci fornisce infatti per lo più testimonianza di monete collocate semplicemente nella bocca del defunto (75% dei casi) o deposte nelle mani dell inumato (8%). Non sono stati, dunque, individuati neppure nella chora veri e propri tesoretti monetali all interno delle sepolture. Nelle aree sepolcrali urbane sembra piuttosto ricorrente l uso di collocare nella tomba più di una moneta. Il fenomeno della deposizione monetale multipla è stato riscontrato in particolar modo nella zona dello svincolo fra la SS 175 e la 106 ionica. In quest area infatti il 33.3% delle tombe con moneta contiene al proprio interno due nominali ed il 6.06% conserva ben tre oboli bronzei. I dati relativi alle aree sepolcrali urbane sono, dunque, anche in questo caso in accordo con quelli che possiamo ricavare dalla necropoli di Pantanello. Carter stesso ci ricorda infatti the frequent use of more than one coin per burial 16. I nominali rinvenuti nell area fra lo svincolo della SS 175 e 106 sono tutti pertinenti a deposizioni di adulti di entrambi i sessi, ma con prevalenza femminile, e la tomba 4 della zona a di scavo di C.da Ricotta appartiene ad un individuo adulto. Analoghe annotazioni possono essere fatte per le sepolture di Pantanello, ove sono soprattutto i defunti morti dopo i quarant anni ad avere più di una moneta. I dati forniti dalle necropoli metapontine sembrano dunque in aperto con quanto rispetto avviene nel caso di Taranto 17, ove la presenza di due o più nominali all interno delle sepolture è un fenomeno strettamente limitato alle deposizioni infantili

6 Deborah Rocchietti Per quanto concerne infine la dislocazione dei sepolcri con moneta, possiamo osservare che, nella necropoli urbana, le tombe con nominali si trovano prevalentemente in due aree distinte di deposizione: nella zona a di scavo di C.da Ricotta e nell area intorno allo svincolo fra la SS 175 e la 106 ionica. La medesima tipologia sepolcrale e le costanti analogie fra gli oggetti che compongono il corredo (guttus+patera+lucerna) 18 possono indurci a supporre che si tratti di un nucleo omogeneo di deposizioni, caratterizzate da un rituale comune. Bisogna tuttavia ricordare che queste sepolture sono dislocate in punti differenti all interno della stessa area di scavo, separate fra loro da altre deposizioni o da terreno risparmiato. Meglio nota è invece la situazione di Pantanello, ove gli studi della scuola americana hanno permesso di individuare oltre a nuclei di tombe, veri e propri family group, raggruppamenti di individui legati da vincoli di sangue ed appartenenti alla stessa famiglia 19. I Nuclei 10, 16, 18 e 2 disposti alle estremità dell area occupata dalle deposizioni sono privi di sepolture contenenti al loro interno nominali bronzei o argentei. Le sepolture con moneta tendono dunque a concentrarsi nei Nuclei più interni della necropoli. All interno poi di questi raggruppamenti si possono registrare comportamenti piuttosto differenti fra i singoli family group. In alcuni casi infatti le tombe con moneta si collocano ai margini dell appezzamento destinato al gruppo famigliare, separate dalle altre sepolture (è il caso della T 1 del Gruppo , o della T 189 del Nucleo 15). Altre volte invece le deposizioni con moneta si trovano proprio al centro del family group (T 80 del Gruppo 6.2) o nel gruppo centrale del Nucleo di appartenenza (è questo il caso delle T 243, 253, 257 del Nucleo 11). All interno dei gruppi famigliari il privilegio della moneta in tomba poteva poi essere concesso ad individui differenti sulla base di criteri di scelta che variano da un nucleo all altro. Nel Nucleo 3 sono i bambini ad essere sepolti con la moneta, mentre nel Nucleo 11 l offerta di nominali è riservata alle donne più anziane. In altri casi infine questo privilegio è concesso a quella che possiamo considerare la coppia principale del gruppo (è quanto si verifica ad esempio nel Nucleo 4 e nel Nucleo 6.2). La Pontrandolfo ricorda che nel caso di Corinto il fenomeno della moneta in tomba non è prerogativa di alcuni individui che hanno nella necropoli uno spazio privilegiato o separato. Infatti, soprattutto le tombe più antiche di pieno V secolo sono inserite all interno di gruppi famigliari di cui sembrano costituire una sorta di centro 20. Anche ad Olinto le tombe con moneta trovano una loro collocazione nell ambito di gruppi famigliari di cui sembrano definirne i limiti spa

7 Aree sepolcrali a Metaponto ziali 21. Situazione analoga si registra poi a Poseidonia ove il dono della moneta viene concesso solo a pochi individui per gruppo, prescelti secondo criteri che variano all interno delle necropoli e dei singoli nuclei 22. Le interpretazioni tradizionali del fenomeno della deposizione di moneta in tomba oscillano principalmente fra due posizioni contrastanti 23 : alcuni studiosi parlano di obolo di Caronte, considerando la moneta il mezzo necessario per pagare il traghettatore della palude Stigia ed effettuare il viaggio verso l aldilà. Altri ritengono invece che la moneta sia l estremo omaggio offerto al defunto come riconoscimento dei suoi merito e del raggiunto status sociale da parte della comunità dei vivi. I primi si basano su una ricca tradizione letteraria 24 ed un inconfutabile passo delle Rane di Aristofane 25. I secondi invece ritengono che non si tratti di un pedaggio da corrispondere per attraversare l Acheronte, perché, in tal caso, non si spiegherebbe l usanza di fornire al defunto più oboli. La presenza di moneta in tomba è, del resto, un fatto insolito, legato in alcuni contesti funerari alle élites locali o ai gruppi emergenti. Coloro che non considerano i nominali deposti nelle tombe oboli di Caronte focalizzano la loro attenzione sul fatto che in Attica, dove le rappresentazioni del Nocchiero sono più frequenti, non si trovano testimonianze di moneta nelle sepolture. Non si può, del resto, trascurare che l unica tomba paestana con la raffigurazione esplicita dell attraversamento della palude Stigia da parte della defunta sia in realtà priva di moneta, per quanto queste costituiscano un elemento costante del corredo delle sepolture affrescate. Il fenomeno non si presta, dunque, ad una univoca valutazione -come ha chiaramente dimostrato l annosa querelle sviluppatasi intorno all interpretazione dell obolo di Caronte 26 - e sembra anzi assumere sfaccettature differenti a seconda del contesto storico e della realtà specifica del luogo. Il rischio che si corre in questi casi è proprio quello di voler fornire una interpretazione che abbia validità generale trascurando l analisi del singolo sistema rituale. La presenza di moneta in tomba può dunque assumere valore semantico diverso a seconda del periodo storico in esame e della necropoli analizzata. Nel caso di Metaponto sembra di poter escludere che si tratti di uno status simbol come invece avviene nel caso di Poseidonia. Abbiamo infatti già osservato come il fenomeno sia più diffuso rispetto alle altre necropoli e non riservato a pochi individui. Le tombe con moneta non si distinguono, inoltre, dalle altre né per impegno costruttivo né per la ricchezza dei corredi. La scelta stessa di nominali di piccolo taglio ci induce ad escludere che si tratti di forme di autorappresentazione dello status dei defunti

8 Deborah Rocchietti Note 1 Per le necropoli di Olinto cfr. Olynthus XI; per le necropoli di Corinto v. Corinth XIII. Per una sintesi del problema cfr. anche Pontrandolfo 1995, pp Cfr. Hempel-Mattioli 1994, pp ; Idem 1995, pp Prisco , pp ; e soprattutto Eadem 1995, pp Si tratta di 46 tombe su un totale di 278 (cfr. in merito Pianu 1990). 5 A Siracusa, per il V secolo abbiamo qualche attestazione nella necropoli di Scala Greca, a Colle Temenite, ove su un totale di 22 sepolture si sono trovate 11 monete; i dati relativi alle altre aree funerarie sono piuttosto ridotti. Gli scavi effettuati da Orsi tra il 1900 ed il 1905 a Gela hanno portato alla luce 245 tombe (VI-IV secolo) che non hanno restituito monete. Ad Agrigento su 114 tombe greche della necropoli di Pezzino e Mosè, una soltanto, la 551 di C.da Pezzino della I metà del V secolo conteneva una moneta. Per una sintesi dei dati sopra riportati cfr. Cutroni Tusa 1995, pp Cfr. in merito Carter 1998, pp ; Proháska 1998, pp Cfr. in merito Prisco 1995, pp. 255 ss. E la riprese dell argomento da parte di Emanuele Greco in sede di Dibattito (cfr. Caronte, pp ). 8 Cfr. in merito Carter 1998, pp La T 71 è decisamente emblematica in questo senso, il suo corredo è infatti composto da più vasi a vernice nera, 4 contenitori ceramici sovraddipinti, 3 alabastra, 2 specchi, un contenitore per cosmetici in piombo ed un paio di orecchini in oro. 10 A Metaponto le prime emissioni monetali in argento risalgono infatti alla metà del VI secolo a.c.; nella stessa epoca soltanto Crotone e Sibari coniavano stateri d argento. (Cfr. in merito Parente 1995, pp ). 11 Non ne conosciamo in dettaglio il numero (Scarano 1992, p. 23). 12 Si segue qui la proposta interpretativa della Parente (Parente 1995, p. 279). 13 A Pantanello, invece, tutte le monete d argento conservate nelle sepolture provengono da zecche di altre città italiote (Heraklea, Taranto e Poseidonia) (Proháska 1998, p. 831). 14 Johnston Nelle Vespe (v. 791 ma anche 609) Filocleone dichiara di essersi messo in bocca tre squame di muggine, scambiandole per oboli. Evelpide, negli Uccelli (v. 503) si lamenta perché una volta, dopo aver visto un nibbio, è rotolato per terra e si è ingoiato un obolo.altri accenni sull uso portare denaro in bocca si trovano nella Pace v. 645 e nelle Ecclesiazuse v Caratteristica comune e particolarmente interessante è che in tutti i casi si tratta di spiccioli di monete di poco valore, esattamente come quelle poste nella bocca degli inumati di Metaponto e Pantanello. Evidentemente quando si trattava di trasportare o conservare monete di maggior valore si sceglievano altri contenitori più sicuri. 16 Carter 1998, p

9 Aree sepolcrali a Metaponto 17 Cfr. Lippolis-Hempel-Mattioli 1995, p Si tratta del gruppo di sepolture individuato nella zona a di C.da Ricotta e costituito dalle tombe Ta1, Ta2, Ta6, Ta9 (Lo Porto 1981, pp , ). 19 In merito ai Family Group cfr. Carter 1998, pp L analisi combinata delle tombe contenenti moneta e della loro dislocazione all interno dei Nuclei o dei Gruppi famigliari manca invece nell opera del Carter. 20 Pontrandolfo 1995, p Ibidem, p Cfr. in merito Prisco 1995, p Alcuni studiosi hanno inoltre posto l accento sul significato simbolico e magico del metallo all interno dei sistemi rituali. Soprattutto nelle realtà periferiche ove la moneta non era di uso comune, essa avrebbe potuto aver parte in pratiche superstiziose, non estranee al mondo antico. La forma tondeggiante e la coniazione in metallo ne fanno dei perfetti amuleti (cfr. in merito Cantilena 1995; Pera, La moneta antica come talismano, in Moneta o non moneta, Atti del Convegno Internazionale di Studi Numismatici in occasione del Centenario della Società numismatica italiana ( ), RIN 1993, p. 349). 24 Diodoro Siculo (I.96) ritiene proveniente dall Egitto l usanza di porre la moneta nella bocca del defunto per pagare il traghettatore infernale. Altre fonti relative al pagamento dell obolo per attraversare la palude Stigia si trovano in Luciano, Viaggio agli Inferi, 18-21, Dialogo dei Morti, I 3, XI 4, XXII 1-2, De Luctu X. Cfr. inoltre Mugione 1995, pp Aristofane, Rane, vv. 140 e La questione relativa al significato della moneta in tomba è stata oggetto di un recente convegno (cfr. Caronte). 27 La Parente sembra invece non escludere l ipotesi che in una società come quella metapontina, che aveva una lunga tradizione monetaria, ( ) la moneta potesse essere considerata simbolicamente come l equivalente di un bene di prestigio. I nominali posti nelle tombe degli abitanti di Metaponto sostituirebbero, secondo l autrice come pars pro toto, l intera proprietà del morto (Parente 1995, pp )

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