Rapporto Strategico Nazionale per la protezione e l inclusione sociale Osservazioni del Coordinamento tecnico interregionale politiche sociali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Rapporto Strategico Nazionale per la protezione e l inclusione sociale Osservazioni del Coordinamento tecnico interregionale politiche sociali"

Transcript

1 PREMESSA Rapporto Strategico Nazionale per la protezione e l inclusione sociale Osservazioni del Coordinamento tecnico interregionale politiche sociali Il 15 novembre 2007 il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza una complessa risoluzione in 97 punti sul «bilancio della realtà sociale» nell Unione. Si tratta di un documento importante che, pur affrontando il tema della povertà e delle misure di inclusione sociale in maniera fortemente omnicomprensiva, ha preceduto esattamente di due settimane la risoluzione dello stesso PE sui «principi comuni di flessicurezza» in cui è stata ribadita la centralità del modello sociale europeo e la sua compatibilità con i necessari processi di cambiamento in corso nel mercato del lavoro. Nella risoluzione I il PE sottolinea come siano 78 milioni i cittadini europei che vivono sotto la soglia di povertà e che nell Unione Europea si annovera circa l 8% di lavoratori poveri con una tendenza, in molti Stati membri, ad una crescita delle disuguaglianze e del numero di cittadini (lavoratori e non) che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa. Nella risoluzione si ricorda inoltre che, a livello europeo, il salario medio delle donne raggiunge appena il 55% di quello degli uomini, il tasso di disoccupazione dei disabili è oltre il doppio di quello generale, vi è un forte collegamento tra esclusione sociale, basso tasso di istruzione e crescente difficoltà di accesso ai servizi, è in crescita il tasso di rischio per gli immigrati spesso privi di reti di protezione sociale e familiare di riferimento. Anche la percezione dei cittadini europei è chiara: dai dati emersi da una recente indagine Eurobarometro risulta che essi vedono nella povertà un fenomeno diffuso. In tutta l'ue i cittadini ritengono che, nella zona in cui vivono, circa una persona su 3 (29%) versi in condizioni di povertà e una su 10 in condizioni di povertà estrema. In tutti gli Stati membri parte della popolazione è esposta all'esclusione e alla privazione, oltre ad avere spesso un accesso limitato a servizi di base. Il Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo La priorità Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita Le politiche relative all inclusione sociale contribuiscono in modo significativo all obiettivo del Quadro di migliorare le condizioni di vita e l accessibilità ai servizi e alle opportunità per tutti nei territori, accrescendone così l attrattività e la competitività: il cardine delle strategie in questo ambito è rappresentato dalla figura del cittadino come beneficiario/utente dei servizi. Nel QSN 2007/2013 l obiettivo suddetto viene perseguito attraverso due livelli di intervento: le politiche rivolte alle persone e alle imprese, la cui centralità nei programmi e nei progetti deve essere assicurata con il loro pieno coinvolgimento nella ricostruzione condivisa dei reali fabbisogni e nella definizione di obiettivi e di progetti; le azioni di sistema, ovvero le politiche strumentali rivolte al consolidamento del sistema dei servizi (infrastrutture materiali e immateriali e reti di attori presenti sul territorio, definizione e sperimentazione di standard di servizio, di professioni sociali, di profilo di cittadinanza sociale, di azioni informative e di orientamento, sensibilizzazione, rafforzamento della legalità, supporto ai processi di sviluppo di reti). Verso il 2010 Anno europeo di lotta alla povertà e all esclusione sociale La Commissione europea ha designato il 2010 quale Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale. La campagna, che avrà una dotazione di 17 milioni, intende ribadire I 15 novembre (n. 2007/2104)

2 l'impegno dell'ue a svolgere un ruolo decisivo, all'orizzonte del 2010, per l'eliminazione della povertà. L'Anno europeo 2010 prevede quattro obiettivi specifici: Riconoscimento del diritto delle persone che versano in situazione di povertà e di esclusione sociale a condurre una vita dignitosa e a svolgere appieno la loro parte nella società; Accrescere la dimensione di responsabilità pubblica delle politiche di inclusione sociale ribadendo che ognuno è tenuto a fare la sua parte per affrontare il problema della povertà e dell'emarginazione; Una società più coesa, in cui nessuno dubiti del fatto che la società nel suo insieme ha tutto da guadagnare dalla eliminazione della povertà; L'impegno di tutti gli attori poiché se si vogliono registrare progressi reali occorre uno sforzo di lungo periodo che coinvolga tutti i livelli di governance. L'Anno europeo 2010 coinciderà con la conclusione della strategia decennale dell'ue per la crescita e l'occupazione. Le azioni condotte durante l'anno europeo ribadiranno l'impegno politico iniziale dell'ue formulato nel 2000, all'avvio della strategia di Lisbona, di avere un impatto decisivo sull'eliminazione della povertà entro il L'Anno europeo avvia inoltre un processo che era stato annunciato nell'agenda sociale Agenda Sociale Rinnovata II: Opportunità, accesso e solidiarietà nell Europa del XXI secolo La Commissione europea, nel recente mese di luglio ha presentato un ampio e articolato pacchetto di iniziative, che rinnova l'impegno dell'ue per una "Europa sociale" e al passo con i tempi. Il pacchetto adottato, nel quadro dell'agenda sociale rinnovata, comprende nel complesso 19 iniziative in tema di occupazione e affari sociali, istruzione e giovani, salute, società dell'informazione e affari economici. Le iniziative sono incentrate sulle seguenti priorità: i bambini e i giovani Investire in risorse umane: gestire il cambiamento Consentire vite più lunghe e più sane Combattere la discriminazione Rafforzare gli strumenti Orientare le priorità a livello internazionale Combattere povertà ed esclusione sociale Tra le iniziative promosse dalla Commissione, una delle più significative sarà la predisposizione di un testo legislativo che colmi le lacune del quadro giuridico esistente in tema di pari opportunità, tutelando da discriminazioni fondate su religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali in settori diversi dall'occupazione. Un'altra proposta legislativa compresa nel pacchetto mira ad agevolare l'accesso dei pazienti all'assistenza sanitaria transfrontaliera. II Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni del COM(2008) 412 definitivo 2

3 PRIME VALUTAZIONI SULLA STRUTTURA DEL RAPPORTO STRATEGICO NAZIONALE PER LA PROTEZIONE E L INCLUSIONE SOCIALE Strategie La struttura complessiva del Rapporto Stragegico Nazionale per la protezione e l inclusione sociale (così come evidenziata nelle slides consegnate alle Regioni) può essere condivisibile, ma occorrerebbe conoscere nel dettaglio le declinazioni delle strategie per esprimere una valutazione di merito. In attesa di approfondire il dettaglio delle strategie operative che sarà declinato nella proposta di Rapporto Strategico elaborata, per la parte di sua competenza, dal Ministero per il Welfare, si ritiene, tuttavia, opportuno evidenziare la necessità di orientare la strategia complessiva su un numero limitato di priorità, da selezionare per l intensità di contributo che le stesse possono dare alla attuazione dell approccio inclusivo e attivo dei percorsi di protezione sociale e alla sostenibilità dei percorsi di cura che attivano le risorse personali, familiari e comunitarie. Scenari In merito alla Common Overview prospettata occorre, in coerenza con quanto previsto dall Agenda Sociale Rinnovata, ampliare il quadro conoscitivo prendendo in considerazione in particolare, nel contesto della complessiva situazione economico sociale, i fenomeni legati all avanzamento dei processi tecnologici, all impatto della globalizzazione, all evoluzione demografica (in particolare il quadro prospettico della popolazione anziana), ad una attenta valutazione degli effetti della congiuntura economica internazionale sui singoli e sulle famiglie in particolare per quando riguarda i fenomeni dell indebitamento e del sovraindebitamento; occorre inoltre prendere in considerazione gli esiti di alcune indagini sulla percezione della qualità della vita dei cittadini europei. Governance Una efficace strategia per l inclusione sociale necessita di un sistema di governance in cui sia pienamente realizzato il principio della pari dignità sociale e dell eguaglianza di tutti di fronte alla legge, ma che allo stesso tempo realizzi quella uguaglianza sostanziale stabilita dalla Costituzione, anche attraverso l adozione di azioni positive miranti a superare le disparità di fatto esistenti e a eliminare situazioni oggettivamente discriminatorie. Questa strategia individua un modello di politica sociale di welfare di comunità tesa a recuperare la prospettiva di una comunità che sappia sia prendersi cura delle persone in difficoltà ma anche mantenere e sviluppare processi di autonomia e inclusione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati di innalzamento della condizione di benessere di ogni cittadino, per assicurare l accesso ai beni, ai servizi, alle opportunità di sviluppo sociale e professionale in coerenza con quanto previsto nel QSN 2007/2013. In proposito, occorre richiamare per la sua rilevanza il dato dei finanziamenti avviati in tutte le Regioni dalla nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo, che individua uno specifico Asse, inclusione sociale nei documenti programmatori, e lo colloca in linea di continuità con l esperienza dell iniziativa comunitaria Equal, specificamente rivolta all inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. In questa direzione, occorre lavorare per la massima integrazione fra i diversi attori coinvolti, evitando dispersione e duplicazione di iniziative e di risorse Il modello di governance dovrà essere impostato attraverso il massimo coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli - a partire dal ruolo programmatorio delle regioni delle componenti sociali e del terzo settore e degli altri soggetti interessati così come previsto dalla l. 328/00, con il riconoscimento di un ruolo attivo e propositivo di ciascuna delle parti in causa,, perseguendo i seguenti obiettivi: Definizione di strategia di inclusione sociale attraverso l individuazione di percorsi condivisi tra le Amministrazioni centrali e le regioni ed autonomie locali, per la 3

4 definizione delle priorità nazionali, in coerenza con le priorità definite a livello regionale e comunitario. Tali priorità nazionali dovranno essere formulate in modo tale da garantire a ciascuna Regione/PA piena autonomia in fase di realizzazione del piano. Perseguimento di una programmazione coordinata delle azioni da realizzare prevedendo chiaramente il quadro delle risorse finanziarie destinate al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Definizione congiunta di un adeguato sistema di accompagnamento e monitoraggio, che tenga conto delle modalità di monitoraggio e di informazione eventualmente già definite o in via di definizione nell ambito di azioni/programmazioni affine (Politiche sociali, politiche comunitarie). Perseguimento di un'efficace correlazione tra piano nazionale di inclusione sociale e programmazione sociale regionale e locale.. Definizione di modalità di integrazione fra livelli di competenza nel perseguire l inclusione sociale, con esplicitazione del ruolo delle politiche sociali quali interventi che ricomprendono anche strumenti per l inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Definizione di livelli essenziali di assistenza quale obiettivo prioritario delle politiche di inclusione sociale al fine di garantire ai cittadini servizi e interventi adeguati dal punto di vista qualitativo e quantitativo determinando adeguate risorse per la loro realizzazione. Dovrà realizzarsi la ricomposizione in ambito locale delle prestazioni assicurate tramite diverse forme di finanziamento, il raccordo da assicurare con i livelli essenziali individuati in ambito sanitario e in altri settori della programmazione. Recepimento la proposta di direttiva adottata dalla Commissione volta ad agevolare l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera III IL RUOLO DELLE REGIONI La programmazione delle politiche sociali di inclusione è affidata dalla Costituzione italiana alla competenza regionale e la loro concreta definizione ed attuazione all ambito locale (Comuni). E a tale livello che si determinano le modalità e gli strumenti per la gestione unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete. Si evidenzia come il processo di decentramento delle responsabilità nel sociale sia stato avviato positivamente con la Legge 328/2000 e le Regioni, con atti normativi e di pianificazione, hanno promosso la costruzione di welfare locali che hanno visto nella pianificazione lo strumento strategico dei Comuni associati per il governo locale dei servizi. Estremamente importante, a tal proposito, è il disegno di legge sul federalismo fiscale che sarà discusso prossimamente fra Governo e Regioni. Sarà occasione per ribadire in modo particolare l esigenza di determinare i livelli essenziali delle prestazioni per la garanzia dei diritti civili e sociali nell ottica di fornire risposte concrete in termini di esigibilità dei diritti e di accessibilità delle prestazioni anche per il contrasto a povertà ed esclusione sociale, in una logica attiva di rimozione degli ostacoli e delle cause del disagio e di esclusione sociale, piuttosto che di mera assistenza nelle condizioni di maggiori criticità e urgenza. Il processo che porterà al federalismo fiscale dovrà affrontare anche il tema del riequilibrio tra erogazioni monetarie e servizi, attualmente ancora molto orientato alle erogazioni economiche, nella consapevolezza che nessun vero processo di riforma del welfare potrà produrre risultati se non inciderà profondamente sui criteri di accesso e sulla titolarità dei trasferimenti monetari, così come nel processo di riforma non potrà essere ignorata la III Nonostante diverse chiare pronunce della Corte di giustizia europea a conferma del fatto che il trattato UE conferisce ai singoli cittadini il diritto di farsi curare in un altro Stato membro e di essere rimborsati nello Stato d'origine, rimangono delle incertezze sull'applicazione più generale dei principi che emergono da tale giurisprudenza. Con la sua proposta la Commissione intende garantire la sicurezza del diritto in questo ambito. 4

5 necessità di assicurare un sistema integrato degli interventi e ei servizi omogeneo, per quanto riguarda la tutela dei diritti di cittadinanza, in tutte le regioni italiane. I livelli essenziali delle prestazioni sono la garanzia di eguaglianza di tutti i cittadini nel sistema sociale e la loro definizione appare urgente anche in relazione alle note disomogeneità territoriali che sono causa di discriminazione nell accesso e nell esercizio dei diritti, assicurando di conseguenza le risorse finanziarie necessarie. Nell ambito di una complessiva determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, tra i livelli da definire e finanziare con urgenza, per la dimensione dei fenomeni e per l attualità e gravità dei temi, si richiamano quelli riferiti agli interventi in favore delle persone non autosufficienti, alla tutela dei diritti dell infanzia e dell adolescenza, al contrasto delle povertà ed inclusione sociale. Essi devono essere comunque stabiliti nel quadro di un processo di cooperazione interistituzionale, affinché siano garantiti i criteri di universalità del diritto e valorizzazione delle specificità territoriali e di progressività nella attuazione. In questo processo le Regioni hanno svolto e possono ancora svolgere un ruolo importante nel governo e nel finanziamento del sistema favorendo processi aggregativi e di governance che consentano una programmazione locale aderente alle necessità e alle potenzialità dei territori. Per svolgere questo ruolo le Regioni hanno necessità di un quadro di certezza e tempestività delle risorse trasferite. LE PRIORITA DEL PIANO NAZIONALE INCLUSIONE SOCIALE Tra le priorità da evidenziare nelle strategie di inclusione sociale per gli anni si intende focalizzare l attenzione sull area della famiglia, e della non autosufficienza, che attualmente assumono un ruolo centrale nel sistema di protezione sociale. La centralità della famiglia nella società italiana trova conferma nel suo ruolo insostituibile per la persona e per la collettività. L impegno politico di tutti i livelli istituzionali di Governo deve essere, dunque, rivolto ad aumentare la qualità di vita delle famiglie, tenendo conto delle molteplicità di fenomeni quali il calo delle nascite, l invecchiamento della popolazione e l aumento della povertà. In tale prospettiva, le azioni di sostegno e di promozione della famiglia sono tese ad evitare che al suo interno possano manifestarsi gravi forme di marginalità ed esclusione. Il disagio sociale ed economico, nel quale versano oggi singoli e famiglie italiane e l obiettivo di assicurare il recupero di una loro forte stabilità, deve essere perseguito, da un lato, attraverso l adozione di misure idonee a sostenere economicamente e finanziariamente il reddito familiare, dall altro, attraverso il miglioramento del sistema di interventi e servizi sociali, per mezzo dei quali la famiglia può sopperire a carenze interne e strutturali della società. Una particolare attenzione deve essere rivolta al problema dell invecchiamento e della non autosufficienza ove si rende necessaria un attività programmatoria che affermi un modello di welfare in grado di valorizzare e di garantire il sistema sociosanitario della rete integrata dei servizi, garantendo maggiore uniformità nel territorio nazionale nell accesso agli interventi e alle prestazioni. Tale traguardo può essere raggiunto potenziando i servizi di sostegno alla domiciliarità, in particolare l assistenza domiciliare e l assistenza domiciliare integrata, che sono considerati strategici all interno del complessivo sistema dei servizi e, qualora non vi siano soluzioni alternative, migliorando l organizzazione dell assistenza residenziale e semiresidenziale. Va inoltre tenuto in considerazione che la promozione della qualità dei servizi per la non autosufficienza è strettamente collegata alla istituzione e al progressivo aumento delle risorse destinate al fondo per la non autosufficienza. Si ritiene, infine, che la qualità dei sistemi di solidarietà nei confronti delle fasce deboli possa essere perseguita, da un lato tramite, un monitoraggio costante delle tipologie e delle quantità di prestazioni erogate dagli enti locali- si pensi, a riguardo, all indagine Istat-Regioni- 5

6 Ministero del Lavoro sulla spesa sociale dei Comuni italiani- dall altro, tramite l utilizzo dello strumento di valutazione del reddito, l Isee, che, a sua volta, costituisce un utile base informativa a sostegno delle decisioni di spesa. L attuale scenario sociale, infatti, delinea una pluralità di fenomeni che, per semplicità di definizione, collochiamo sotto il titolo povertà. Un processo di impoverimento sta attraversando il nostro paese e riguarda un ampio spettro di condizioni, dall estrema marginalità alla difficoltà economica, che diventa fatica quotidiana per le persone che appartengono alla classe media. Questo fenomeno è ascrivibile al concetto di vulnerabilità sociale, intesa come condizione di fragilità, causata da fattori di rischio in ambito sociale, che attraversano le dimensioni fondanti del nostro vivere: l ambito delle relazioni familiari, quello del lavoro e dei legami comunitari. Si mette così in luce, nel nostro paese, la presenza di soggetti deboli, vulnerabili appunto, che possono entrare in percorsi di esclusione a seconda dei contesti in cui sono inseriti. Se ne deduce, pertanto, che il rischio di esclusione sociale non è più e solo strettamente connesso all appartenenza ad una categoria specifica di disagio, ma è spesso correlata alla presenza o assenza di contesti familiari e reti sociali, che possono rappresentare un importante e determinante fattore di protezione all esclusione. In questo senso va letto e compreso anche l aumento del complesso fenomeno delle persone senza dimora, situazione limite della condizione di povertà: esso non è ascrivibile ad una specifica condizione di disagio, ma intercetta una pluralità di forme di emarginazione che, insieme ad una marcata incapacità relazionale, portano all esclusione sociale. Rispetto a quanto evidenziato nelle slides occorre procedere nella individuazione di un numero più ridotto di priorità su cui incentrare la strategia nazionale di intervento e, allo stesso tempo, evidenziare le strette connessioni con le aree di policy direttamente rivolte agli specifici target a rischio di esclusione o in condizione di disagio sociale. Con riferimento alle priorità di rilievo nazionale, che impattano in misura maggiore sulle opportunità di inclusione e sulle condizioni di benessere dei singoli e dei nuclei familiari si ritiene di individuare le seguenti: Reddito minimo d inserimento (o reddito di ultima istanza, di cittadinanza o altri strumenti definiti dalle Regioni ) IV Contrasto delle Povertà (promozione della cittadinanza versus l area della precarietà e della sussistenza, con strumenti di rilievo nazionale quale il reddito di inserimento o di cittadinanza capace di supportare direttamente i soggetti che si assumano la responsabilità di compiere un percorso di riqualificazione, di inserimento sociale e lavorativo, ovvero di assumere un obiettivo di cura per persone fragili all interno dello stesso nucleo familiare); Rafforzamento degli strumenti di facilitazione dell accesso e della permanenza delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro Sostegno alla non autosufficienza e alla disabilità, con il potenziamento dei servizi a rete a supporto del carico di cura che le famiglie sostengono nei percorsi di domiciliarità e con la razionalizzazione nella allocazione delle risorse, riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie. Potenziamento della rete degli interventi e dei servizi per la prima infanzia a supporto della educazione e della cura dei minori e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle famiglie, con interventi integrati volti a qualificare e potenziare l offerta, ma anche a qualificare e sostenere la domanda. IV in quanto misura in grado di affrontare in senso universalistico il contrasto alla povertà e all esclusione e di riassumere tutti i provvedimenti esistenti in materia di contributi economici relativi a varie aree d intervento. Hanno legiferato in materia Campania, Basilicata, Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Si rileva che, in Europa, solo Italia e Grecia, come rilevato dalla Commissione Europea, non hanno ancora istituito tale misura. 6

7 L IMPEGNO DI REGIONI ED ENTI LOCALI E LE RECENTI MISURE SOCIALI ADOTTATE DAL GOVERNO: LA COSIDDETTA SOCIAL CARD La legge 6 agosto 2008, n.133 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n.112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. all art.81, commi 29 e seguenti, istituisce un Fondo speciale per la concessione a cittadini residenti italiani in condizione di maggior disagio economico di una carta acquisti per generi alimentari, bollette energetiche e fornitura di gas da privati. Rispetto agli elementi distintivi della carta acquisti e al percorso indicato dalla legge per la sua distribuzione, si apre un interrogativo innanzitutto per la caratteristica centralistica dell intervento e per la selettività dei destinatari. Lo sviluppo dell intervento, qualora fosse per competenza affidato alle Regioni, consentirebbe di avviare un percorso verso la realizzazione del reddito minimo d inserimento, a garanzia universalistica. L affidamento della gestione ad altri organismi (ipotesi Poste Italiane ) non tiene conto fra l altro delle competenze regionali. In relazione al Fondo istituito (ipoteticamente di circa 280 milioni di euro) per analogia di finalità, dovrebbe integrare i circa 420 milioni V di euro che i Comuni già spendono annualmente a contrasto di povertà ed esclusione sociale. Poiché la competenza è già ampiamente svolta da Regioni e Comuni, l intervento in questione, se gestito da altri organismi, rischierebbe di causare duplicazioni e dispersioni. Inoltre, il decreto attuativo (entro settembre) della legge n.133/08 potrebbe fornire ulteriori elementi di necessario approfondimento. STRATEGIA NAZIONALE SUL SISTEMA PENSIONISTICO In riferimento a tale pilastro si ritiene di non sviluppare una proposta da parte delle Regioni in quanto non direttamente destinatarie di competenze in merito anche se, a tal proposito, è fondamentale ricordare che il potenziamento del sistema di protezione sociale contribuisce alla realizzazione di azioni di prevenzione e di trattamento di quei fenomeni strutturali che tendono a far diminuire il reddito minimo realmente disponibile della popolazione La sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico rappresenta attualmente un tema centrale nella riflessione sulla tenuta complessiva del welfare nazionale. La tendenza all aumento della vita media, l allungamento della carriera lavorativa, possono promuovere la crescita di politiche per l invecchiamento attivo che mirino a creare ambienti più adatti al lavoro delle persone in età matura, con schemi basati sulla integrazione di diverse soluzioni: part time parziale, incentivi per riduzioni d orario finalizzate all aggiornamento, in particolare per le qualifiche più basse. Si deve inoltre iniziare a prevedere che in futuro, a causa degli effetti del fenomeno della precarietà e comunque della flessibilità del lavoro delle generazioni più recenti, anche il livello di copertura pensionistica sarà minore, introducendo nuove problematiche in ambito sociale. STRATEGIA NAZIONALE ASSISTENZA SANITARIA E ASSISTENZA A LUNGO TERMINE L assistenza sanitaria e particolarmente quella a lungo termine, hanno valore se sono ricomprese in una RETE integrata, che offra anche prestazioni per affrancare la persona dal V dati Istat sulla spesa per interventi e servizi sociali dei Comuni - anno

8 disagio e dalla povertà. Nelle reti per l assistenza a lungo termine infatti, entrano in gioco almeno tre aree che si contestualizzano e si integrano vicendevolmente: area delle prestazioni di aiuto alla persona, che parte dalle cure familiari ai supporti informali, ai servizi di prossimità o di vicinanza, alle azioni di sussidiarietà orizzontale, che significano in sintesi: costruzione e valorizzazione del capitale sociale; area delle prestazioni sanitarie e sociali che devono essere integrate come condizione indispensabile per l efficacia di entrambe: la cura non ha gli effetti previsti se disgiunta da una tutela della persona; area delle prestazioni economiche e reddituali che consente alle persone una vita dignitosa quando non sono più in grado di produrre redditi diretti. Il servizio sanitario in relazione alla lettera m) dell articolo 117 della Costituzione è responsabile dei livelli essenziali di assistenza sanitaria e sociosanitaria (LEA) di carattere ambulatoriale, domiciliare, semiresidenziale e residenziale, la cui disciplina è stata affidata al DPCM 29 novembre 2001; attualmente è in corso una revisione ed un aggiornamento del Livelli stessi. Ai nostri fini è utile richiamare le prestazioni inserite nel sistema di cure primarie che le Regioni erogano a livello di Distretti sanitari e sociosanitari: assistenza sanitaria di base, attraverso il medico di medicina generale e assistenza specialistica; cure domiciliari (comprendenti l Assistenza Domiciliare Integrata e le cure Palliative a malati oncologici e terminali) assistenza farmaceutica; assistenza protesica; assistenza integrativa, con la erogazione di materiale sanitario e per l incontinenza; diagnostica clinica e strumentale; presa in carico, con valutazione multidimensionale e predisposizione di un piano di assistenza personalizzato per i bisogni sociosanitari complessi; assistenza semiresidenziale e residenziale per persone non autosufficienti (anziani e disabili) non curabili a domicilio. In particolare le cure domiciliari e i trattamenti residenziali, richiedono oltre all intervento sanitario, di cura e di riabilitazione, un integrazione con prestazioni di aiuto alla persona, aiuto domestico familiare, sostegni di carattere economico e abitativo per supportare la mancanza di autonomia, che devono essere offerte dalla rete dei servizi sociali gestita dai Comuni. Nella prospettiva del futuro triennio, la non autosufficienza e l assistenza sanitaria prolungata richiedono strategie coordinate tra i vari Settori della vita quotidiana (abitazione, mobilità, trasporti, pensioni, etc.) e politiche mirate al sostegno domiciliare, a partire da una sinergia tra emolumenti erogati dallo Stato, (come quelli connessi all invalidità civile) e misure attivate dalle Regioni e dai Comuni, per ottenere il massimo risultato a favore della persona con disabilità e non autosufficienza. 8

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA

LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA RIORDINO E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI DELLA REGIONE E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 AGOSTO 1994 N. 42 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO

Dettagli

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRALISATION AND COORDINATION: THE TWIN CHALLENGES OF LABOUR

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

Manifesto dei diritti dell infanzia

Manifesto dei diritti dell infanzia Manifesto dei diritti dell infanzia I bambini costituiscono la metà della popolazione nei paesi in via di sviluppo. Circa 100 milioni di bambini vivono nell Unione europea. Le politiche, la legislazione

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO

COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO ********** Allegato sub A alla deliberazione C.C. n. 70 del 26 maggio 2003 REGOLAMENTO COMUNALE PER L EROGAZIONE DEGLI INTERVENTI ECONOMICI NEL CAMPO DEI SERVIZI SOCIALI Premessa

Dettagli

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA Milano Milano LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA La legge 328/00 attribuisce agli enti locali, alle regioni ed allo Stato il compito di realizzare la programmazione degli interventi e delle risorse del sistema

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

Nelle regioni meno sviluppate che si iscrivono nell obiettivo di convergenza, il Fondo Sociale Europeo sostiene:

Nelle regioni meno sviluppate che si iscrivono nell obiettivo di convergenza, il Fondo Sociale Europeo sostiene: FONDO SOCIALE EUROPEO IN ROMANIA Il Fondo Sociale Europeo (FSE) è lo strumento principale tramite il quale l Unione Europea finanzia gli obiettivi strategici delle politiche di occupazione. Da 50 anni,

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n.

La violenza sulle donne è una violazione dei Diritti Umani come stabilito, per la prima volta nel 1992 dalla Raccomandazione n. Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere Sala Polifunzionale Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma, 7 maggio 2015 Il Piano attua la Convenzione sulla prevenzione e la lotta

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia Le organizzazioni di volontariato in Lombardia La Lombardia è la regione italiana che detiene il maggior numero di organizzazioni iscritte

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Provincia di Roma Dipartimento III - Servizio I Politiche del Lavoro e Servizi per l Impiego - SILD e Dipartimenti di Salute Mentale della ASL della Provincia di Roma e Associazioni

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS Area Persone Anziane Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS OBIETTIVI Scopo del servizio è permettere agli anziani, parzialmente o totalmente non

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili. Roma, 28 marzo 2012. Modello di Servizio per il Collocamento Mirato

La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili. Roma, 28 marzo 2012. Modello di Servizio per il Collocamento Mirato La diffusione dell ICF nell inserimento lavorativo dei disabili Roma, 28 marzo 2012 Modello di Servizio per il Collocamento Mirato Finalità del Collocamento mirato Promozione di politiche attive per accrescere

Dettagli

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ; Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Protocollo d Intesa per la tutela dei minori Rom, Sinti e Camminanti tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Opera Nomadi VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d 32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del

Dettagli

COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015

COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015 COMUNE DI GONNOSNO PROVINCIA DI ORISTANO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2013/2015 Approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 64 del 18/10/2013 Fonti Normative: La parità tra donne e uomini

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI PIANO DISTRETTUALE DEGLI INTERVENTI del Distretto socio-sanitario di Corigliano Calabro Rif. Decreto Regione Calabria n. 15749 del 29/10/2008 ANALISI DELBISOGNO

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA ) PREMESSA

INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA ) PREMESSA INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA (in attuazione di quanto stabilito dalla Delibera della Giunta della Società della Salute

Dettagli

Dott. Gaetano D Onofrio Direzione Sanitaria AOU Federico II

Dott. Gaetano D Onofrio Direzione Sanitaria AOU Federico II Il Budget di Salute quale strumento per l integrazione sociosanitaria. Quadro comparato della legislazione dei paesi membri UE (Francia, Spagna, Italia) e delle Regioni italiane (Toscana, Emilia Romagna,

Dettagli

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia Valentina Aprea

Dettagli

Istituto di formazione politica PEDRO ARRUPE Centro Studi Sociali

Istituto di formazione politica PEDRO ARRUPE Centro Studi Sociali Istituto di formazione politica PEDRO ARRUPE Centro Studi Sociali Palermo 31 maggio 2013 Rita Costanzo LIVEAS Il concetto di livelli essenziali di assistenza è stato introdotto dalla legge n. 328/2000,

Dettagli

92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini

92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini 92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini Gazzetta ufficiale n. L 123 del 08/05/1992 pag. 0016-0018 RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO del 31 marzo 1992 sulla

Dettagli

CRITERI DI RIFERIMENTO PER L ACCESSO AL BUONO SOCIALE 2015 PER PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE O NON AUTOSUFFICIENTI

CRITERI DI RIFERIMENTO PER L ACCESSO AL BUONO SOCIALE 2015 PER PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE O NON AUTOSUFFICIENTI CRITERI DI RIFERIMENTO PER L ACCESSO AL BUONO SOCIALE 2015 PER PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE O NON AUTOSUFFICIENTI 1. PRINCIPI GENERALI I seguenti criteri disciplinano, all interno di un sistema integrato

Dettagli

non siamo bambole Gruppo Assembleare Regione Emilia-Romagna

non siamo bambole Gruppo Assembleare Regione Emilia-Romagna non siamo bambole Gruppo Assembleare Regione Emilia-Romagna siamo non bambole Cercasi donne appassionate che vogliono cambiare la politica e migliorare il Paese Vorrei che la conferenza delle donne dell

Dettagli

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO

AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE TRA FAMIGLIA E LAVORO PREMESSO: - che occorre una azione sinergica, a tutti i livelli, tra le iniziative legislative, le politiche sociali e quelle contrattuali

Dettagli

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012 Cure Domiciliari Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012 DEFINIZIONE DELLE CURE DOMICILIARI Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale

Dettagli

VOUCHER UNIVERSALE PER I SERVIZI

VOUCHER UNIVERSALE PER I SERVIZI C E N S I S VOUCHER UNIVERSALE PER I SERVIZI ALLA PERSONA E ALLA FAMIGLIA La ricerca del Censis Sintesi Roma, 11 giugno 2014 Il Censis ha sviluppato un modello per stimare l impatto economico e sull occupazione

Dettagli

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ;

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ; PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA PROMOZIONE DI PROGETTI DI INSERIMENTO LAVORATIVO E STABILIZZAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO DI PERSONE IN STATO DI DISAGIO SOCIALE (PROGRAMMA PARI) VISTI Il Decreto Legislativo

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 Approvato con delibera del CdA num. 39 del 13 ottobre 2014 Il presente programma fa riferimento alle deliberazioni di Consiglio di

Dettagli

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi: Azione Disabilità Num. Scheda 2 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare per disabili LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è consentire alle persone disabili la permanenza nell abituale contesto di vita

Dettagli

ABITARE LA VITA Pisa 21 febbraio 2013

ABITARE LA VITA Pisa 21 febbraio 2013 APPARTAMENTI VERSO L AUTONOMIA ABITARE LA VITA Pisa 21 febbraio 2013 Le politiche Regionali di sostegno all abitare Marzia Fratti Settore Politiche per l integrazione socio-sanitaria e la salute in carcere

Dettagli

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013

Le nuove geografie del lavoro di comunità. Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Le nuove geografie del lavoro di comunità Università degli Studi di Bergamo Dipartimento scienze umane e sociali 21 ottobre 2013 Il contesto nel quale si collocano le politiche di welfare L evoluzione

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

PROGRAMMA OPERATIVO NELL'AMBITO DELL'OBIETTIVO "INVESTIMENTI IN FAVORE DELLA CRESCITA E DELL'OCCUPAZIONE"

PROGRAMMA OPERATIVO NELL'AMBITO DELL'OBIETTIVO INVESTIMENTI IN FAVORE DELLA CRESCITA E DELL'OCCUPAZIONE Questo documento offre una sintesi del PON Inclusione 2014-2020 con particolare riferimento agli interventi previsti a favore degli immigrati. PROGRAMMA OPERATIVO NELL'AMBITO DELL'OBIETTIVO "INVESTIMENTI

Dettagli

Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018

Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018 Tavoli TemaTiCi 2015 Programma di sviluppo della partecipazione comunitaria alla definizione del PlUS 2016/2018 Comunità solidale, welfare di tutti: costruiamo insieme il piano dei servizi alla persona

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA Doc. XVIII n. 59 RISOLUZIONE DELLA 8ª COMMISSIONE PERMANENTE (Lavori pubblici, comunicazioni) (Estensore BUTTI) approvata nella seduta pomeridiana del 20 ottobre

Dettagli

PRESENTAZIONE PROGETTO

PRESENTAZIONE PROGETTO PRESENTAZIONE PROGETTO Serie di attività svolte per sollecitare : Un maggior impegno sociale, Coinvolgimento attivo nella vita cittadina, Crescita della cultura della solidarietà, Dedicazione di parte

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza

Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Raffaele Fabrizio Direzione generale Sanità e politiche sociali Regione ER Bologna 3 aprile 2014 Cosa prevede il DPCM 159/2013 per le prestazioni

Dettagli

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO

COMUNE DI COLOGNO AL SERIO COMUNE DI COLOGNO AL SERIO Provincia di Bergamo PIANO TRIENNALE DI AZIONI POSITIVE PER LE PARI OPPORTUNITA TRIENNIO 2015/2017 (Art. 48 del D.Lgs. 198/2006) Approvato con deliberazione della Giunta comunale

Dettagli

COMUNE DI MASSAFRA. C.A.S.A. Custodia e Assistenza Sociale per Anziani

COMUNE DI MASSAFRA. C.A.S.A. Custodia e Assistenza Sociale per Anziani COMUNE DI MASSAFRA PROGETTO: C.A.S.A. Custodia e Assistenza Sociale per Anziani P.O. FESR PUGLIA 2007-2013 Asse III Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l attrattività territoriale

Dettagli

PRINA - PIANO REGIONALE INTEGRATO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

PRINA - PIANO REGIONALE INTEGRATO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA PRINA - PIANO REGIONALE INTEGRATO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA Le opinioni e le proposte del movimento associativo umbro delle persone con disabilità a Ass. Famiglie pati A.I.P.D. 1. PREMESSA a) La legge

Dettagli

Deliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità

Deliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità Deliberazione legislativa n. 87/2014 2 Art. 1 Finalità 1. La Regione Emilia-Romagna riconosce e promuove, nell ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali,

Dettagli

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PARLAMENTO EUROPEO 2009-2014 Documento di seduta 3.9.2010 B7-0491/2010 PROPOSTA DI RISOLUZIONE presentata a seguito dell'interrogazione con richiesta di risposta orale B7-0457/2010 a norma dell'articolo

Dettagli

I diritti dei bambini negli ambienti scolastici

I diritti dei bambini negli ambienti scolastici I diritti dei bambini negli ambienti scolastici Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Speranzina Ferraro MIUR Direzione Generale per lo Studente Speranzina Ferraro 1 Speranzina

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

Intesa 2 sottoscritta il 25 ottobre 2012 in sede di Conferenza Unificata Ministro Pari opportunità, Regioni e Autonomie locali

Intesa 2 sottoscritta il 25 ottobre 2012 in sede di Conferenza Unificata Ministro Pari opportunità, Regioni e Autonomie locali Roma, 7 maggio 2013 Intesa 2 sottoscritta il 25 ottobre 2012 in sede di Conferenza Unificata Ministro Pari opportunità, Regioni e Autonomie locali E la naturale prosecuzione degli interventi previsti da

Dettagli

Europa 2020, salute e sociale

Europa 2020, salute e sociale Europa 2020, salute e sociale Breve introduzione L Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda: Crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione.

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ; DELIBERAZIONE N.1177 DEL 23/12/2005 Oggetto: L.r. 7 dicembre 2001, n. 32 Interventi a sostegno della famiglia. Individuazione degli interventi prioritari, nonché delle modalità e dei criteri di riparto

Dettagli

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI SETTEMBRE 2008 AMBITO TERRITORIALE DISTRETTO 5 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento realizzato dai Comuni del Distretto 5 per

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la

Dettagli

1. Team coaching e valorizzazione delle risorse umane

1. Team coaching e valorizzazione delle risorse umane RISORSE UMANE 1. Team coaching e valorizzazione delle risorse umane Gli obiettivi strategici della proposta L approccio del team coaching alla gestione delle risorse umane si fonda sugli stessi principi

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

Ambito Distrettuale 6.1

Ambito Distrettuale 6.1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale

Dettagli

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,

Dettagli

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.)

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) Disposizioni per la prevenzione e la cura dell Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative legate all invecchiamento e per il sostegno delle

Dettagli

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA 16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA Obiettivi della presentazione Illustrare i principali risultati

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI Art. 1 campo di applicazione. 1. Il presente regolamento definisce i criteri per la valutazione e la premialità del personale dei

Dettagli

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate D 1 - ANFFAS LABORATORIO IL FARO : interventi per contrastare l isolamento sociale e favorire la partecipazione attiva delle persone disabili e delle loro famiglie alla vita sociale. Pag. 333 ANFFAS Servizi

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

MANIFESTO GIORNATA MONDIALE sul SERVIZIO SOCIALE Action Day 2007

MANIFESTO GIORNATA MONDIALE sul SERVIZIO SOCIALE Action Day 2007 Ass.N.A.S. ASSOCIAZIONE NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI MANIFESTO GIORNATA MONDIALE sul SERVIZIO SOCIALE Action Day 2007 L Ass.N.A.S.- Associazione Nazionale Assistenti Sociali intende dare, con questo documento,

Dettagli

Avvio della programmazione 2007-13

Avvio della programmazione 2007-13 Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione

Dettagli

È finanziato con risorse del Fondo sociale europeo pari a 74 milioni di euro. Ha avvio il I maggio 2014.

È finanziato con risorse del Fondo sociale europeo pari a 74 milioni di euro. Ha avvio il I maggio 2014. La Garanzia Giovani è un progetto che intende assicurare ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano opportunità per acquisire nuove competenze e per entrare nel mercato

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza

Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Raffaele Fabrizio Direzione generale Sanità e politiche sociali Regione ER Seminari territoriali Piacenza, Reggio Emilia, Bologna, Cesena Cosa prevede

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

Sviluppo di comunità

Sviluppo di comunità Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1479 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI SBROLLINI, SCUVERA Disposizioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di

Dettagli

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 Campania al Lavoro, un piano di azione per favorire l, occupazione Qualità e innovazione per l occupazione.

Dettagli

Circolare ABI - Serie Lavoro n. 43-27 maggio 2014

Circolare ABI - Serie Lavoro n. 43-27 maggio 2014 461,25 Circolare ABI - GARANZIA GIOVANI (AS/4090.10.b LL/6040) Protocollo di intesa 15 maggio 2014 tra Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e ABI per la promozione di azioni per favorire l occupazione

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei

Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei sistemi informativi di monitoraggio della Regione Azioni di miglioramento:

Dettagli

15243 17/12/2008. Identificativo Atto n. 1674 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO

15243 17/12/2008. Identificativo Atto n. 1674 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO 15243 17/12/2008 Identificativo Atto n. 1674 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO INDICAZIONI REGIONALI PER PERCORSI FORMATIVI DI ASSISTENTE FAMILIARE IL DIRIGENTE DELLA UO ATTUAZIONE DELLE

Dettagli

PIANO DI MIGLIORAMENTO (PDM) IN RAPPORTO AL RAV PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (PTOF).

PIANO DI MIGLIORAMENTO (PDM) IN RAPPORTO AL RAV PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (PTOF). PIANO DI MIGLIORAMENTO (PDM) IN RAPPORTO AL RAV PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA (PTOF). Adempimenti di cui al DPR 80/2013 e alla Legge 107/205. Come è noto i documenti che dovranno essere predisposti

Dettagli

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP)

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP) PREMESSA Il Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, per il seguito anche SMIVAP, è improntato all applicazione delle disposizioni

Dettagli

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute III GIORNATA NAZIONALE DELLE CURE A CASA Qualità, tecnologie e sostenibilità nelle cure domiciliari Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Sala Assunta Isola Tiberina, Roma 12 settembre 2011 -

Dettagli

Ruolo della famiglia nella gestione della disabilità

Ruolo della famiglia nella gestione della disabilità Associazione Culturale G. Dossetti MALATTIE RARE E DISABILITA Palazzo Marini Camera dei Deputati Roma,1 Dicembre 2006 Ruolo della famiglia nella gestione della disabilità Anna Maria Comito Presidente COFACE-Handicap

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Il Centro Sociale Residenziale

Il Centro Sociale Residenziale Il Centro Sociale Residenziale Lastra a Signa A cura di Leonora Biotti Un condominio solidale 61 mini-appartamenti, 21 doppi e 40 singoli, per anziani autosufficienti: inserito in un complesso ricco di

Dettagli