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2 Indice PREMESSA COMMISSIONE LOCALE PER IL PAESAGGIO VERBALE N 39 DEL 20 MAG 2015 PREFAZIONE INTRODUZIONE LA VALUTAZIONE DI STABILITÀ DEGLI ALBERI CLASSIFICAZIONE DI PROPENSIONE AL CEDIMENTO (CPC) - SIA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO METODO DI ANALISI E VALUTAZIONE IL VISUAL TREE ASSESSMENT LA RESISTENZA ALLA ROTTURA I RIGONFIAMENTI E DEPRESSIONI LE COSTOLATURE V.T.A. E T.R.A. SCHEMA DIAGNOSTICO E PRESCRIZIONI SITO D INTERVENTO DESCRIZIONE DEI LUOGHI LOCALIZZAZIONE DEGLI ALBERI E CARATTERISTICHE DENDROMETRICHE QUADRO FITOSANITARIO RADICE E COLLETTO FUSTO E CASTELLO CHIOMA QUADRO DIAGNOSTICO GENERALE TREE RISK ASSESSMENT IL FATTORE DI DANNO (d)

3 IL FATTORE DI CONTATTO (k) LA VULNERABILITÀ/MAGNITUDO (D) IL RISCHIO (R) CONSIDERAZIONI FINALI ASPETTI AMBIENTALI E LOCUS DI RADICAZIONE ETÀ CRONOLOGICA ED ETÀ MORFOFISIOLOGICA VULNERABILITÀ DEL SITO DI POTENZIALE CADUTA CONCLUSIONI Allegati SCHEDE DI RILIEVO (METODO V.T.A.)

4 Premessa L Amministrazione Comunale di Buccino, avendo l intenzione di proseguire negli interventi di riqualificazione previsti dal Progetto di Efficientamento energetico, canalizzazione delle acque, rigenerazione urbana di P.zza Municipio, antistante il Museo Archeologico dell Antica Volcei, ha ritenuto necessario far eseguire la verifica delle condizioni fitosanitarie e di stabilità biomeccanica dell alberatura, composta da sei conifere, insistente sulla sopraindicata P.zza, e posta a latere di Via Guglielmo Marconi, in modo da indagare l entità dei difetti posseduti dalle piante e l indice di rischio di ciascuna di esse, in rispetto a quanto indicato dalla Commissione Locale per il Paesaggio con il Verbale n 39 del 20 mag È necessario sottolineare che, in data 17 giugno 2015, con protocollo n 4143 del giorno stesso, è stato presentato il Progetto generale di Efficientamento energetico, canalizzazione delle acque, rigenerazione urbana di P.zza Municipio, antistante il Museo Archeologico dell Antica Volcei alla competente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Il progetto prevede la sostituzione dei pini con il leccio (come suggerito dalla stessa Soprintendenza), a fronte del quale è stato emesso parere positivo dalla stessa Soprintendenza in data 06 luglio 2015, con prot. n 8713, acquisito al Comune di Buccino in data 09 luglio 2015 con n di prot

5 COMUNE DI BUCCINO PROVINCIA DI SALERNO COMMISSIONE LOCALE PER IL PAESAGGIO - Verbale n 39 del 20 mag 2015 L anno 2015, il giorno venti del mese di maggio, si è riunita la Commissione Locale per il Paesaggio così come previsto dal D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. art. 148 L.R. 1/2011 e regolarmente istituita con Delibera di Consiglio Comunale n 12 del 20/10/2011. Sono presenti: Geom. Michele LUORDO, Arch. Antonella TRIMARCO, Dott.ssa Eleonora LI SANTI, Dott. Antonio CATONE. Viene nominato segretario verbalizzante l Arch. Antonella TRIMARCO. Considerato che sussiste il n legale per la validità della seduta, determinata nei 2/3 dei componenti, si procede all esame della pratica sottoposta dal Presidente. La Commissione, convocata dal Presidente per vie brevi, prende in esame le integrazioni redatte a seguito della richiesta della Soprintendenza con nota n 1335/E del 15/04/2015 al Progetto di Efficientamento energetico, canalizzazione delle acque, rigenerazione urbana di P.zza Municipio, antistante il Museo Archeologico dell Antica Volcei. La Commissione, esaminante gli elaborati e la documentazione presentata in data 18/05/2015, prot. n 3392, a firma dell Arch. Gennaro CASILLO, approva il Progetto con la seguente prescrizione: considerato che il Progetto prevede il taglio e la sostituzione delle piante attualmente presenti nello slargo antistante il Municipio, in quanto le radici di queste hanno sollevato la pavimentazione in asfalto e fatto inclinare il muro di contenimento della Piazza stessa, si chiede che venga approfondito lo stato fitosanitario delle piante oggetto di taglio da Tecnico abilitato, che giustifichi la sostituzione delle stesse con piante non direttamente inquadrate nella fascia fitoclimatica di appartenenza; si prescrive inoltre che le piante, da mettere a dimora, abbiano uno sviluppo in termini di fusto e di chioma tali da mitigare l impatto visivo che si creerà in seguito al taglio. Laddove la sostituzione risulti giustificata per tipologia, habitus e portamento, si prescrive di dettagliare la distanza di messa a dimora delle piante di alto fusto dal muro e gli accorgimenti tecnico-esecuitivi adottati al fine di evitare il ripresentarsi dei problemi di instabilità, quali i sollevamento della pavimentazione in asfalto e l inclinazione del muro di contenimento della Piazza stessa, evidenziati dal Tecnico Progettista. La seduta apertasi alle ore si chiude alle ore

6 Prefazione La sensibilità di un Amministrazione e di un Amministratore comunale gravita sul bene della collettività e della sua incolumità, correlando questi aspetti anche alla cura del verde urbano e del paesaggio, individuando, pertanto, negli alberi uno dei patrimoni cardine di una popolazione e riconoscendone i benefici riflessi sulla qualità della vita dei cittadini e sull economia ma quest è vero sin quando le piante riescono ad esprimere a pieno il proprio potenziale fisiologico e biomeccanico; diversamente, i costi di gestione e lo scarso valore paesaggistico che apportano (a maggior ragione se soggetti alloctoni), e soprattutto, i danni che comportano, sono ampiamente noti e dovuti ad una loro scellerata scelta e/o ubicazione passata. È evidente, allora, che in un contesto di cambiamento climatico gli spazi aperti pubblici (sennonché privati), intendendo con questi anche le alberature, non devono mettere a rischio la sostenibilità a breve e lungo termine, richiedendo dunque, dove necessario, l adeguata riqualificazione urbana fondata su quei principi ecologici che mirano innanzitutto al rispetto dell areale d origine (volto all integrazione varietale nel territorio) e dello spazio fruibile (sia per l espansione della chioma, sia, soprattutto, per lo sviluppo di un adeguato apparato radicale). Agendo in questo modo si offre alla vegetazione la capacità di crescere ottimizzando la mitigazione dell effetto isola di calore, lo stoccaggio della CO 2, l abbattimento della concentrazione di inquinanti (soprattutto PM x ), la riduzione della velocità del vento, la riduzione del consumo di energia, la protezione di edifici e beni vari e l incolumità degli individui; soggetti inopportuni, pertanto, riducono notevolmente tali benefici. Carpire tali vantaggi, tuttavia, spesso si traduce in una difficoltà di comunicazione al cittadino relegata al retaggio storico, alle abitudini; un approccio, però, può essere quello economico, infatti, è sufficiente pensare che le risorse impiegate per una riqualificazione oculata non sono perse, eliminano dei problemi (e quindi delle diseconomie) e rappresentano un investimento che produce profitti comuni, poiché alberi e aeree verdi forniscono un reddito (misurabile anche mediante modelli analitici) che è largamente superiore al costo necessario per il loro impianto e mantenimento, ottenendo un rapporto beneficio/costi tra 1,3 e 1,9 su scala mondiale, e dove alcuni modelli riportano benefici fino a 3,07, ossia, per ogni euro investito nel verde, ne rientrano annualmente da 1,3 a 3,07. Qualsiasi calcolo correttamente svolto, perciò, porta a concludere che alberi sani e idonei in ambito urbano valgono molto di più di quello che costano già solo considerando l aspetto funzionale; a questo va aggiunto il valore paesaggistico di cui un Comune può beneficiare con un incremento del turismo per parchi, giardini e paesaggi di pregio.

7 Introduzione Il crollo di alberi o il collasso di rami rappresenta una fonte di pericolo non indifferente per le persone e le cose, pertanto, valutare i fattori di rischio al fine di prevenire il danno è un azione essenziale per il custode dell albero, la cui responsabilità di gestione degli alberi, in Italia, è inquadrata giuridicamente dagli artt e 2051 del Codice Civile riguardanti, rispettivamente, la responsabilità civile e il dovere di custodia sulle cose. La giurisprudenza in materia stabilisce che per verificare se il custode dell albero sia venuto meno al proprio dovere di custodia, nel caso di crollo, bisognerà ricorrere ad un modello diagnostico ex post, per cui, se l albero caduto risulta sano all esame successivo, il crollo andrà ascritto a cause accidentali non prevedibili o controllabili dal custode del bene (nel caso specifico, ad eventi atmosferici eccezionali), invece, se l albero risulta ex post malato, vorrà dire che vi sarà stata una carenza di sorveglianza, giacché è ipotizzabile che l albero sano avrebbe potuto resistere agli stessi agenti atmosferici. È doveroso sottolineare, comunque, che quando un albero diventa a rischio, spesso è individuabile una corresponsabilità pregressa o attuale dell uomo, ragion per cui, anche un albero sano e senza difetti strutturali può essere soggetto a caduta. Ciò accade quando le sollecitazioni meccaniche cui è sottoposto sono tali da superare la resistenza propria dell albero (o sue parti) oppure la capacità di tenuta del terreno e/o di eventuali strutture di contenimento attigue. Il custode dell albero, quindi, deve porre in essere le misure necessarie per prevenire il danno, facendo ricorso alle innovazioni tecniche in grado di abbassare le soglie di rischio. A questo scopo, si possono distinguere due approcci metodologici, complementari fra loro: la Valutazione di Stabilità e la Valutazione del Rischio. La valutazione di stabilità degli alberi La Valutazione di Stabilità degli Alberi è una pratica consolidata nella gestione del verde urbano ed è codificata nel Protocollo Operativo per la Valutazione di Stabilità degli Alberi elaborato dalla SIA; si svolge con procedure e protocolli di rilievo differenti tra loro ma sempre finalizzati ad individuare le anomalie e i difetti strutturali (potenzialmente pericolosi) presenti su un albero relazionandoli con la sua propensione al collasso o al crollo di una sua componente.

8 Tra i Metodi di Valutazione della Stabilità degli Alberi, il VTA (Visual Tree Assessment) 1 è quello che ha trovato il più largo consenso nel settore, sia perché è stato elaborato recentemente, costituendo una novità, sia perché attualmente è l unico interamente fondato su solide basi scientifiche concernenti la biomeccanica dell albero e che risponde in maniera ottimale ai requisiti di precisione, rapidità ed economicità che il settore d impiego richiede. Si rammenta, comunque, che la citata è solo la più utilizzata, ma non l unica procedura di valutazione. Operativamente, la Valutazione di Stabilità degli Alberi segue un processo a cascata. La prima fase dell analisi riguarda la valutazione visiva, finalizzata a individuare le problematiche di stabilità, che possono minare il soggetto esaminato, attraverso un analisi dei difetti biomeccanici visibili oppure di sintomi esterni di difetti meccanici interni (carie, cavità, ecc.). Su tali basi il valutatore delinea l opportunità o meno di una terapia, le appropriate cure colturali, l urgenza o meno di tali interventi e la cadenza temporale dell eventuale riesame. Dopo la Valutazione Visuale, pertanto, il valutatore avrebbe gli elementi per pronunciare il Giudizio di Stabilità (espresso in termini di Classificazione di Propensione al Cedimento della SIA) e da cui desumere le cure colturali o l eventuale abbattimento. All Analisi Visuale, se il valutatore ritiene necessario acquisire ulteriori informazioni per formulare la diagnosi, può essere associata l analisi strumentale, finalizzata a verificare estensione e gravità dei difetti interni individuati visivamente. L Analisi Strumentale, quindi, è un integrazione alla Valutazione Visiva: i risultati delle prove strumentali 2 sono interpretati alla luce dell Analisi Visuale al fine di rafforzare il Giudizio sulla Stabilità dell'albero. Classificazione di Propensione al Cedimento (CPC)- SIA Classe A Trascurabile B Bassa Definizione Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. 1 Mattheck e Breloer, Tra gli strumenti impiegati si ricordano il penetrometro densitometrico (Resistograph) e il tomografo sonico (Arbotom).

9 C C/D D Moderata Elevata Estrema Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L'eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Questa avrà comunque una cadenza temporale non superiore a due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello dipericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la classe di pericolosità dell'albero. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell'indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell'albero. Nell'impossibilità di effettuare i suddetti interventi l'albero è da collocare tra i soggetti di classe D. Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell albero si sia ormai, quindi, esaurito.per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute. La valutazione del rischio La Valutazione di Stabilità induce alla caratterizzazione del livello di pericolosità della pianta, ossia, determina la Propensione al Cedimento della Pianta o di sue Parti in funzione a fattori intrinseci all albero e al contesto in cui è radicato, prescindendo dall entità e dal tipo di danno che potrebbe arrecare. Il livello di rischio, invece, è correlato sia a cosa può cadere, sia all entità del danno probabile, ossia da cosa può essere danneggiato e dalla gravità del danno. I concetti di base della Teoria del rischio applicata alla Stabilità degli Alberi sono i seguenti: pericolosità (P): esprime (come in precedenza indicato) la propensione al cedimento dell albero o di sue parti, e dunque, in termini statistici, la probabilità che si verifichi un cedimento originando entità diverse di danno potenziale. La pericolosità solitamente è sintetizzata dall attribuzione di una Classe di propensione al cedimento degli alberi della Classificazione SIA 3. fattore di danno (d): informa su cosa può cadere, cioè sulla possibile entità dell agente dannoso; si tratta per cui di un fattore che dipende dalle dimensioni complessive del soggetto e/o delle sue porzioni (singoli rami, intera pianta) valutate come pericolose. 3 Il pericolo corrisponde alla propensione al cedimento dell albero o di sue parti oppure, in termini statistici, alla probabilità che si verifichi un cedimento, e questo è ciò che si va a valutare con l analisi visuale o strumentale della stabilità.

10 fattore di contatto (k): si riferisce al grado di frequentazione del sito in cui la pianta vegeta e all entità dei danni materiali provocabili da un eventuale cedimento dell albero; si tratta di un indice che assume un valore elevato nel caso di piante che, cadendo, potrebbero danneggiare in modo grave persone o cose, e un valore medio, basso o nullo per le piante la cui eventuale caduta avverrebbe sicuramente in zone non frequentabili o prive di manufatti. vulnerabilità/magnitudo (D): il prodotto del fattore di contatto (k) per il fattore di danno (d) determina la magnitudo del danno probabile (D = kd), che esprime l intensità del danno (D) e normalmente denominata vulnerabilità (D) in quanto, appunto, riferisce la natura, il livello e l importanza del danno che viene subito al verificarsi dell evento pericoloso. rischio (R): il prodotto del livello di pericolo (P) per la vulnerabilità (D) determina il livello di rischio (R = Pkd = PD). Il rischio [R], dunque, si origina dal prodotto tra pericolosità [P] e magnitudo (o vulnerabilità) [D], ossia, dalla relazione tra la probabilità del verificarsi di un evento potenzialmente dannoso [P] e i danni che esso può provocare a persone e cose presenti [D]. Il rischio (R) viene quantificato mediante un indice di rischio in scala millesimale, derivante dal prodotto degli indici (in scala decimale) di pericolosità, di fattore di danno e fattore di contatto e distinguendolo in trascurabile (0-30), basso (31-120); moderato ( ); elevato ( ); estremo (>601). Tale determinazione del rischio (R), e in base al suo valore, si pone come base per una valutazione comparativa ex ante di scenari progettuali o di eventuali varianti agli stessi, sennonché, per simulare l effetto delle potature sul livello di rischio; al tempo stesso, tale valutazione può indurre a comprendere se sia necessario o meno procedere a valutazioni di stabilità più approfondite, in maniera da contenere al massimo le spese di commissione.

11 Metodo di analisi e valutazione La gestione responsabile degli alberi deve considerare sia il loro valore (e dunque l importanza della loro conservazione) che la sicurezza dei luoghi in cui crescono (eliminando senza dubbio le piante rischiose), ragion per cui si rende opportuno adottare metodi di valutazione che integrino il valore ornamentale alle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità, al fine di perseguire contestualmente i due obbiettivi citati e individuare, conseguentemente, le tecniche idonee. La Valutazione della Stabilità, si basa sull attenta descrizione della morfologia degli alberi e sulla valutazione delle forme morfologiche che essi assumono in risposta agli accadimenti che si verificano intorno a loro. La relazione in oggetto fornisce informazioni non solo relegate alle problematiche di stabilità dell albero, ma anche alle sue condizioni vegetative e fitosanitarie, cioè stato di salute, utilizzando una metodologia integrata e finalizzata alla descrizione della pianta nel suo insieme e nelle sue parti. L operatività di tale procedura viene esplicitata mediante una specifica scheda di rilevamento preparata per la valutazione delle caratteristiche vegetative, fitosanitarie e di stabilità degli alberi; essa tratta dei dati generali dell albero, delle informazioni circa le condizioni in cui si trovano le varie parti in cui è composta la pianta (radici, colletto, fusto, castello, branche e chioma), quindi degli aspetti relativi alla valutazione diagnostica finale e alla determinazione del rischio di stabilità. Nella scheda si fa ampio uso di valutazioni di tipo euristico 1 e quindi soggettive. Poiché ricorrere a valutazioni soggettive e a indicatori valutativi di tipo euristico può lasciare perplessi i puristi dell indagine scientifica, è opportuno precisare che la valutazione di stabilità non è mai un operazione di valore scientifico, mentre consiste in una pratica strettamente professionale che si avvale delle conoscenze sviluppate nell ambito di un ampia serie di discipline che vanno dalla botanica alla fisica, dalla patologia alla pedologia, etc.. Come si comporta un medico nell interpretazione della malattia sulla base dei sintomi rilevati, gran parte della diagnostica si fonda sull osservazione visuale e pragmatica dell aspetto dell albero, delle sue caratteristiche e dell ambiente in cui vive. Si tratta quindi di una pratica soggettiva (perciò fallibile) basata sull esperienza (dunque sulle conoscenze scientifiche acquisite) e sulla sensibilità diagnostica dell operatore. Proprio per evitare un interpretazione arbitraria dello stato della pianta, la descrizione accurata dei 1 L euristica è la parte della ricerca il cui compito è quello di favorire l accesso a nuovi sviluppi teorici o a scoperte empiriche. Si definisce, infatti, procedimento euristico, un metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un chiaro percorso, ma che si affida all intuito e allo stato temporaneo delle circostanze, al fine di generare nuova conoscenza. È l opposto del procedimento algoritmico.

12 suoi caratteri, così come eseguita nel corso della scheda di rilevamento predisposta, permette di cristallizzare il ragionamento seguito dall operatore nel corso del processo valutativo, giustificandone e motivandone, per lo meno per via indiretta, il giudizio.

13 Il Visual Tree Assessment Il metodo VTA consente l identificazione dei soggetti arborei pericolosi attraverso l individuazione di sintomi esterni (punti critici), che l albero palesa in presenza di anomalie a carico del legno interno 1, e basandosi sulla teoria nota come Assioma della tensione costante, secondo cui le strutture biologiche tendono a svilupparsi in modo da garantire un uniforme distribuzione del carico sulla sua superficie, così da non avere punti della pianta sovraccarichi (punto debole potenziale rottura) e né a carico ridotto (spreco di materiale), analogamente ad una costruzione meccanica che sarà leggera quanto possibile e salda quanto necessario quando subisce un carico equilibrato; se tale condizione ottimale, generatasi anno dopo anno, viene alterata da una carie, una rottura, un cattivo sviluppo dell apparato radicale, portando localmente un aumento di tensione sulla struttura, l albero tende a ristabilire lo stato di tensione costante sviluppando materiale di riparazione nelle zone danneggiate o degradate (come ad es. cordoni di trazione e di compressione a livello dall apparato radicale). L Assioma della tensione costante afferma, pertanto, che un albero reagisce alle sollecitazioni esterne accrescendosi nelle sezioni maggiormente sollecitate al fine di riequilibrare e rendere minimi i carichi esterni, seguendo uno schema secondo il quale il tronco raccoglie i carichi flettenti trasmessi dai rami, li convoglia verso il colletto e li distribuisce all apparato radicale che a sua volta li trasferisce al terreno. È evidente, allora, che tali carichi si distribuiscono tanto all interno di ogni sezione della pianta quanto al terreno, sennonché, per ogni sollecitazione agente c è una reazione uguale e contraria che consente l integrità della sezione considerata sino a quando non si sovraggiunge al carico limite, superato il quale si ha la rottura, che non necessariamente deve coicidere con lo schianto della pianta o di una sua branca, ma può riguardare anche il ribaltamento generalizzato della stessa. La resistenza alla rottura La resistenza a rottura, riferendoci tipicamante alla pianta, è funzione di tre fattori: vitalità, stato fitosanitario e difetti meccanici. La vitalità è suggerita dalla presenza di fogliame o rami secchi, collari (indicanti rotture imminenti), corteccia mancante, crescita stentata, scarsa riparazione delle ferite, scarsa attività del cambio. 1 Per es., la formazione di materiale di riparazione è un segnale che indica la presenza di difetti tecnologici nel legno.

14 Lo stato fitosanitario è compromesso dalla presenza di corpi fungini, fuoriuscita di liquido da ferite aperte o altri indicatori di presenza di funghi o altri parassiti. Per quanto riguarda i sintomi da difetti meccanici, l indicazione più probante è il deposito di materiale legnoso apparentemente superfluo; di questo sintomo, si possono riconoscere due categorie: rigonfiamenti e costolature, entrambi dovuti a crescita di riparazione. I rigonfiamenti e depressioni I rigonfiamenti sono sintomi di carie, le quali, partendo da una progressiva marcescenza del legno, portano alla formazione di una cavità al suo interno (tale rigonfiamento è un esempio pratico del concetto celato nell Assioma della tensione costante); si parla di rigonfiamento anulare quando la marcescenza e/o la consequenziale cavità è simmetrica rispetto all asse del tronco; il rigonfiamento a collo di bottiglia, rinvenibile al colletto, è dovuto, invece, a carie interessante la ceppaia. Le depressioni, per contro, sono sintomo di carie unilaterale localizzata in prossimità della corteccia: per es., in seguito ad una ferita superficiale dell albero, si forma una carie vicino al bordo, e la depressione è accompagnata da un rigonfiamento; le depressioni o i rigonfiamenti sono sintomo anche di rottura o piegamento di fibre, riconoscibili per fessure trasversali tra le placche della corteccia sul lato opposto; quest ultime divengono pericolose quando crescono di dimensione provocando una progressiva inclinazione dell albero.

15 Le costolature Le costolature sono sintomi di fenditure longitudinali (per carie, corteccia inclusa in una ferita guarita o per ferita da gelo mai completamente guarita) che scorrono radialmente; qualora la costolatura sia a spirale, suggerisce spaccature radiali su legno avente fibre con andamento a spirale (conseguenza di una forma asimmetrica della chioma e/o della predominanza di venti unidirezionali). VTA e TRA Il Visual Tree Assessment (VTA) valuta la stabilità dell albero in se, senza tener conto del contesto, e porta ad una diagnosi che si estrinseca nell individuazione della Classe di Propensione al Cedimento, la quale, a sua volta, sottintende il pericolo, ossia, la probabilità che si verifichi un cedimento. Col Tree Risk Assessment (TRA) la valutazione di stabilità dell albero viene calata nel contesto, consentendo di determinare il rischio, derivante dal prodotto tra la pericolosità insita nella pianta (appunto, la propensione al cedimento) e la vulnerabilità del luogo di potenziale caduta e, quindi, dalla relazione che lega la probabilità del verificarsi di un evento pericoloso ai danni che questo può provocare alle persone e ai manufatti. Per semplificare, l albero può essere più o meno pericoloso mentre l uomo, o i suoi beni ( vetture, muri di contenimento, pavimentazioni, piazze, strade, etc.), sono i soggetti a

16 rischio in quanto, al realizzarsi del pericolo, possono subire dei danni. Non si deve parlare, pertanto, di rischio di caduta piante o di rischio di crollo ma di pericolo di caduta e di pericolo di crollo ; è il soggetto - la persona o i suoi beni - che rischia di rimanere danneggiato se il complemento oggetto - l albero - esprime la propensione al cedimento.

17 Schema diagnostico e prescrizioni La necessità di descrivere accuratamente la morfologia di una pianta in esame è dettata dal fatto che ogni anomalia, cioè ogni deviazione da una modello teorico di riferimento, è spesso riconducibile ad una situazione di stress o di pericolo per la stabilità dell albero. Riconosciuti i difetti e determinata la classe di pericolosità dell albero, si procede a valutare le funzioni che la pianta svolge, l importanza della sua conservazione e le condizioni di rischio di instabilità in relazione al luogo in cui l albero vegeta, alle attività che si svolgono intorno ad esso e ai manufatti che vi si trovano. Schematicamente, la diagnosi della pianta avviene seguendo la seguente procedura: identificazione della specie/cultivar oggetto d analisi, determinando l idoneità dell albero alle condizioni locali; identificazione delle anomalie morfologiche osservabili, ossia, descrizione di segni e sintomi che caratterizzano tali anomalie; per fare questo si osserva la pianta sia nel suo insieme (accrescimento ridotto dei rametti, microfillia, conformazione della chioma), sia nei diversi organi quali il fusto, le radici (se visibili), le foglie/aghi (anormale appassimento, clorosi, necrosi, bruciature, colorazione anomala, caduta precoce o parziale, imbrunimento, malformazioni) e i rami (branche deperenti o in avvizzimento, cancri, perdita di corteccia, cretti, marciumi, scopazzi, gemme deperenti o morte, mancanza di corona basale); eventuali considerazioni stazionali, cioè la puntualizzazione del sito di radicazione e di vegetazione con riferimento particolare a quegli aspetti che possono essere di ostacolo all ottimale sviluppo dell albero (proprietà del suolo, drenaggio, nutrienti, sostanza organica, inquinanti); considerazioni circa eventi meteorologici che hanno eventualmente preceduto l insorgenza di anomalie (precipitazioni, venti, temporali, grandine, fulmini, gelate tardive o precoci, galaverna); individuazione delle cure culturali cui la pianta è andata soggetta negli anni pregressi e gli effetti che hanno comportato sulle condizioni attuali; individuazione degli interventi, di qualsiasi natura, eseguiti in prossimità della pianta e gli effetti che hanno comportato sulle attuali condizioni dell albero. Lo schema di rilevamento inquadra una serie di sezioni dedicate alle diverse parti in cui è tipicamente ripartito un albero ( apparato radicale, colletto, fusto, rami, chioma); ogni sezione include le voci che descrivono le più comuni anomalie riscontrabili, riportando

18 soprattutto i difetti più frequentemente connessi a problematiche predisponenti ad un cedimento. Si tratta, quindi, di una scheda di valutazione sintetica ma efficace nell evidenzare le principali criticità riscontrabili sul soggetto arboreo. Il cenno alle difettosità presenti, indicandone la presenza e l entità, servirà in sostanza a giustificare la classe di pericolosità assunta e soprattutto per cristallizzare la valutazione del tecnico con un documento oggettivamente valutabile, per quanto sintetico.

19 Sito d intervento Descrizione dei luoghi Gli alberi oggetto della presente relazione appartengono alle specie Pinus sylvestris L. e Cedrus deodara Loud. e vegetano in singolo filare stradale sul margine di Piazza Municipio in corrispondenza di Via Guglielmo Marconi, all interno del territorio comunale di Buccino (SA) [Volcei VII sec. a.c.], come mostrato nell immagine sotto riportata. Inquadramento territoriale dell area d intervento; alberatura soggetta a valutazione (evidenziata in rosso) insistente su P.zza Municipio e cotermine a Via Guglielmo Marconi. Via G. Marconi Comune di BUCCINO P.zza Municipio I Prospettiva Est- West dell alberatura soggetta a valutazione.

20 Localizzazione degli alberi e caratteristiche dendrometriche La foto di cui sopra mostra il filare di sei conifere di P.zza Municipio posto a ridosso di Via Guglielmo Marconi (Buccino SA). Tenuto conto delle finalità del presente lavoro, per descrivere la posizione degli alberi interessati dalla valutazione, non si è reso necessario eseguire un rilievo topografico di dettaglio dell area, ritenendo sufficiente predisporre una ortofoto in cui sia evidenziata la collocazione delle singole piante costituenti il filare alberato di P.zza Municipio, e annotando il relativo codice numerico identificativo di ciascuna di esse: Codice num. id. Pianta δ = kg*m 3 d 1,30 (cm) h (m) Formula di Denzin V mq = 10 * d 1, Pinus sylvestris L ,2 10 1, ,5 002 Pinus sylvestris L ,1 10,6 0, Cedrus deodara Loud ,5 1,85 749, Cedrus deodara Loud ,4 20,6 3, , Cedrus deodara Loud ,7 13,8 1,82 737,1 006 Pinus sylvestris L ,7 10,4 1,14 826,5 Kg

21 Ortofoto con identificazione degli almberi da sottoporre a indagine fitosanitaria e biomeccanicca.

22 Attuale disposizione prevalente delle chiome rispetto ad ortofoto del 04/2014.

23 Quadro fitosanitario Le 6 conifere in argomento alla presente perizia, piantate su filare singolo al margine di P.zza Municipio, si sono accresciute contestualmente allo spazio disponibile, sviluppando una fisionomia tipicamente condizionata dall ambiente vegetativo. Occupano tutte o quasi (salvo le piante più giovani) lo stesso piano ed essendo state piantate secondo un filare a sesto ravvicinato (per le specie in esame) hanno acquisito una posizione sociale codominante, con chiome compresse su uno o più lati e asimmetriche, in modo univoco e correlato, per via del contatto reciproco e per la reazione a fattori esterni quali il vento e la luce. È importante evidenziare, pertanto, che qualunque intervento ( abbattimento, potature, etc.) che s intende praticare su uno dei sei soggetti, ha riflessi più o meno importanti sui restanti. Sebbene si stia parlando di piante appartenenti a specie differenti (Pinus sylvestris L. e Cedrus deodara Loud.), poiché mostrano un quadro fitosanitario per alcuni tratti analogo, e di conseguenza problematiche e modalità di gestione generalmente uniformi, svolgento all occorrenza gli opportuni distinguo, in questo capitolo si provvederà ad un esame in gruppo ma pur sempre suddividendo l albero, com è da tradizione, nei suoi organi: apparato radicale, colletto, fusto e chioma. Radice e colletto Dai rilievi effettuati in campo è emerso come gli apparati radicali siano in conflitto con i manufatti presenti: la pavimentazione in asfalto (già livellata in passato con un nuovo strato di bitume) e i cordoli delle aiuole, in alcuni casi, risultano smossi dalla spinta delle radici superficiali e dalla crescita diametrica dei fusti, costituendo fattore di rischio per i pedoni, normodotati e diversamente abili, che vi possono inciampare; contestualmente, l aspetto ancor più preoccupante è fornito dal muro di contenimento in pietra (vedi immagine seguente), posto a ridosso del sottostante marciappiede di Via Guglielmo Marconi, chiaramente inclinato e dissestato per buona parte della sua lunghezza rappresentando un rischio reale, e percepibile da tutti, per la vita delle persone in transito.

24 La foto di cui sopra mostra, inequivocabilmente, alcuni punti in cui è evidente il dissesto del muro di contenimento dovuto alla spinta delle radici dei cedri e al momento flettente ingenerato dall azione dei forti venti di ponente e maestrale (West - Est circa) sulla componente epigea delle piante e al peso delle piante agente su un baricentro decentrato (rispetto ai fusti) all interno di P.zza Municipio per via dell inclinazione più o meno accentuata dei fusti e per la conformazione a bandiera delle chiome. La presente foto evidenzia in maniera chiara la rischiosa inclinzione del muro di contenimento in oggetto e della relativa inferriata, e l opposta pendenza degli alberi.

25 Aiuole e manto stradale deformati, indicatori del conflitto all interno del sito di radicazione tra gli alberi e i manufatti. Dall esame del sito d impianto è ipotizzabile, con elevata probabilità, come alcune piante costituenti il filare possano aver subito nel corso degli anni danni alle radici per lavori di diversa entità (scavi, posa di sottoservizi, etc.). Questi interventi che in passato potrebbero aver danneggiato gli apparati radicali, ad oggi sono difficilmente identificabili con l impossibilità di quantificare il danno in modo puntuale e preciso. Per I motivi sin ora descritti, va segnalato anche l elevato conflitto che le piante esaminate presentano all interno della Zona di Protezione dell Albero (ZPA). La Zona di Protezione dell Albero (ZPA), o area di pertinenza della vegetazione arborea e arbustiva, è l area all interno della quale non dovrebbero sussistere elementi di disturbo o di alterazione all apparato radicale e di interferenza sostenuta tra le chiome, al fine di evitare, in maniera sintetica, i seguenti danni: (nel breve periodo) la riduzione dell apparato radicale (con ovvi problemi di stabilità dell albero), danneggiamenti vari diretti e/o indiretti alle radici, al tronco, alle branche; (nel medio/lungo periodo) la demolizione dell apparato radicale da parte di agenti fungini (con problemi di stabilità).

26 Le dimensioni della ZPA non sono facilmente definibili in quanto dipendono dalla specie (dalla sua tolleranza nei confronti di possibili danneggiamenti alle radici, dalle sue esigenze e dal suo habitus vegetativo, dal vigore, dall età e dalle dimensioni), dal tipo di terreno ma anche dal tipo di intervento che vi si può realizzare all interno. La sua determinazione può avvenire attraverso l applicazione di calcoli matematici, come riportato in Arboriculture Integrated Management of landscape Trees, Shrubs and Vines (Harris et al. 2004), oppure attraverso determinazioni speditive, dove la ZPA viene identificata dalla circonferenza tracciata sul terreno, avente come centro l asse del fusto della pianta e le seguenti dimensioni minime (in funzione delle caratteristiche pedologiche ed edafiche): arbusti e siepi: 1,2 m di raggio (4,5 m 2 ); alberi di 3 grandezza (altezza < 10 m): 2,5 m di raggio (19,6 m 2 ); alberi di 2 grandezza (altezza m): 4 m di raggio (50,2 m 2 ); alberi di 1 grandezza (altezza > 16 m): 6 m di raggio (113 m 2 ). All occorrenza si ritiene opportuno sottolineare che le aree di pertinenza non sono edificabili, e, in caso di rifacimento o nuova posa di pavimentazioni, occorre utilizzare materiali permeabili oppure bisogna garantire il mantenimento di un area a terreno nudo, pacciamata, inerbita o impiantata con specie vegetali tappezzanti, circostante il fusto, di forma varia e di superficie non inferiore alle seguenti dimensioni: alberi di 3 grandezza (altezza < 10 m): 4 m 2 ; alberi di 2 grandezza (altezza m): 6 m 2 ; alberi di 1 grandezza (altezza > 16 m): 10 m 2. Da com è possibile notare, le distanze dei manufatti (cordoli aiuole, buca asfalto, poste, etc.) dal fusto degli alberi esaminati sono decisamente inferiori a quelle minime proposte, con radicazione tipicamente in poste aventi una distanza dal colletto inferiore al mezzo metro o addirittura inesistenti. Casi emblematici in cui è possibile osservare la ridotta o inesistente dimensione delle poste in cui radicano le piante.

27 Altro esempio in cui è possibile osservare la ridotta dimensione della posta, l inclinazione del muro di cinta (foto sx), con il rischio corso dalle persone che lo usano come panchina, e la corrispondente inclinazione degli alberi posti sull estradosso di monte (foto dx). È d aggiungere, inoltre, che tale situazione determina una riduzione del sistema radicale e lo sviuppo di vari difetti, tra cui le reiterazioni radicali col consequenziale e continuo dissesto della pavimentazione esistente o futura (realizzata ex novo). Quanto valutato e riportato, ossia, che in tutti i casi esaminati non sono state rispettate le ZPA, è sufficiente a giustificare un programma di riqualificazione del sito di impianto che preveda la sostituzione degli esemplari esistenti con nuovi alberi, idonei alle condizioni pedoclimatiche del luogo (per es., il leccio - Quercus ilex L., etc.), fornendo loro condizioni stazionali migliori e maggiori aspettative di vita. Tuttavia, su queste piante sono stati osservati altri aspetti di influenza biomeccanica (difetti al fusto e alla chioma), spiegati nelle pagine successive, che inducono a confermare e/o aggravare il quadro conoscitivo finora analizzato. Fusto e castello I tre individui Pinus sylvestris L. esaminati presentano un diametro medio ad 1,30 m di 33 cm, contestualmente, i tre Cedrus deodara Loud. mostrano un diametro medio a petto d uomo di 49,4 cm. Soggetti non particolarmente giovani, di età stimata intorno ai 50 anni, esibiscono un evidente inclinazione rispetto all asse verticale, diametralmente opposta alle

28 aree di cedimento del sottostante muro di contenimento, con difetti al fusto e al castello rilevanti e non trascurabili. Tutti i soggetti palesano un fusto sinuoso e sciabolato, con accento di sinuosità tra i pini mentre la sciabolatura va ad interessare prevalentemente i cedri; queste forme si generano come risposta morfologica a determinate tensioni di accrescimento. Nei casi in esame, la sinuostà potrebbe essere attribuibile (anche in concausa) ad interventi fitopatologici, ad attacchi entomologici, al cambiamento delle condizioni ambientali che possono aver modificato la spinta fototropica di alcuni alberi, in relazione anche all alterazione dei carichi dovuti all eliminazioni di grosse branche; quest ultimo aspetto, infatti, contribuisce ad alterare le tensioni a cui l albero è sottoposto modificando la direzione risultante delle forze che agiscono sul fusto e quindi la direzione dell accrescimento dell albero. I rigonfiamenti e le bombature associati al fusto sinuoso non costituiscono, di loro, un elemento di pericolo di cedimento, tuttavia, se correlati a difetti come carie e/o cavità, costituiscono un elemento su cui porre la dovuta attenzione poiché prefigurano una riduzione del fattore di sicurezza statica dell albero, e determinano una propensione al cedimento per rottura del fusto (e/o delle branche) a volte anche elevata. Esemplare di Pinus sylvestris L. con evidente sinuosità del fusto, rigonfiamenti e rastremazione anomala dello stesso in corrispondenza del settore del fusto posto a monte rispetto ai principali rigonfiamenti.

29 Esemplare di Pinus sylvestris L. con leggera sinuosità del fusto, rigonfiamenti e carie in corrispondenza di varie sezioni ottenute dal taglio prematura delle branche basse. Contestualmente, è possibile notare (sulla foto dx) lo stato deperiente della chioma e la scarsa crescita della stessa e del fusto per via della sostanziale posizione gerarchica dominata. Soggetti con fusto sinuoso, rigonfiamenti e piegatura unilaterale delle fibre.

30 Evidenze di rigonfiamenti unilaterali, sollevamenti corticali e destrutturazione al colletto in corrispondenza della zona posta sottovento. Esemplari di Cedrus deodara Loud. con principio di rigonfiamento a collo di bottiglia (foto sx), contrafforti posti nell area sopravento e in contrapposizione al muro di cinta in dissesto (foto sx), rigonfiamento associato a fentitura longitudinale alla base e legno emergente in destrutturazione (foto dx).

31 Gli evidenti segni di schianto delle branche principali, con inequivocabile diradamento di chiome sofferenti, è a testimonianza delle criticità biomeccaniche possedute da questi alberi nella loro componente epigea. Tali eventi non sono da considerarsi casi fortuiti, piuttosto, dall analisi visiva dei soggetti che costituiscono il filare di P.zza Municipio, si ritiene che episodi analoghi possano verificarsi già nel prossimo breve periodo con una probabilità a dir poco garantita. I rigonfiamenti, le fenditure e le carie attive probabilmente in progressione al fusto, sono difetti che assumono particolare importanza quando interessano l area del colletto, del castello o le inserzioni di grosse branche, in quanto sono punti meccanicamente molto sollecitati; se poi carie e/o cavità si manifestano in prossimità dei punti di deviazione del tronco (sinuoso), possono essere complici di schianti anche con venti di modesta intensità. Chioma I soggetti, costituenti il filare alberato in argomento, possiedono chiome visibilmente alterate, presentandosi compresse, a causa della forte competizione per la serrata vicinanza, deperienti, rade e squilibrate, per verosimili attacchi tracheomicotici, processi di autopotatua e intereventi di potatura mal condotti. È evidente anche la proiezione del baricentro della chioma spostata in modo sensibile rispetto a quella del fusto, sia a causa dell azione quasi unidirezionale del vento che per la sinuosità del fusto di alcuni soggetti. L asimmetria e lo sbilanciamento della chioma inducono sempre una asimmetria nel carico cui è sottoposto l albero, con la consequenziale inclinazione dello stesso sino al suo improvviso ribaltamento o schianto. L architettura degli alberi, inoltre, irrimediabilmente modificata, è tale che, all aumento del carico conseguente all accrescimento dei rami, sarà sempre più soggetta a fenomeni di collasso. Chiome in stato di alterazione, molto rade, ed evidenza della varie branche schiantate (foto dx).

32 cod. num. id.: 006 cod. num. id.: 002 cod. num. id.: 001 Visione d insieme dei tre Pinus sylvestris L. (con i rispettivi cod. num. identificativi: 006, 002 e 001) in cui è evidente lo stato di alterazione delle chiome, verosimilmente dovuto a patologie tracheomicotiche, sennonché la chiara sottomissione delle stesse alle fronde dei cedri e il loro limitato sviluppo che ne consegue. cod. num. id.: 003 cod. num. id.: 005 cod. num. id.: 004 Visione d insieme dei tre Cedrus deodara Loud. (con i rispettivi cod. num. identificativi: 003, 004 e 005) in cui è evidente la loro inclinazione al ribaltamento, le chiome decentrate in P.zza Municipio, la forte concentrazione delle chiome nella parte sommitale del fusto, contribuendo notevolmente ad incrementare il momento flettente, la notevole vicinanza tra queste piante.

33 Quadro diagnostico generale Sulla base di quanto evidenziato, risulta evidente che gli alberi esaminati ai fini fitosanitari e di stabilità presentano un grave quadro diagnostico. L alberatura, infatti, è costituita da esemplari in precario stato di salute e di stabilità, tipico di quelle piante che vegetano in ambiente urbano in condizioni stazionali non ottimali e interessati da errate pratiche arboricolturali. Sono esemplari che presentano difetti rilevanti al fusto, al castello e alla chioma e sono tali che lasciano supporre anche un alterato e non bilanciato sviluppo dell apparato radicale (suggerito anche dalla stretta vicinanza al muro di sostegno); le anomalie riscontrate, pertanto, lasciano ritenere che, nonostante la giovane età, il fattore di sicurezza naturale di questi soggetti si sia sensibilmente ridotto. Queste circostanze inducono a considerare che l indice di pericolosità di tali individui risulti elevato e non gestibile, motivo per cui i sei esemplari (cod. num. id.: 001, 002, 003, 004, 005 e 006) sono stati posti in classe D, prescrivendone l abbattimento: Codice num. id. Pianta CPC Pinus sylvestris L. D 002 Pinus sylvestris L. D 003 Cedrus deodara Loud. D 004 Cedrus deodara Loud. D 005 Cedrus deodara Loud. D 006 Pinus sylvestris L. D Alla luce delle anomalie e dei difetti riscontrati sui vari organi degli elementi arborei analizzati e tenendo presente le Classi di Pericolosità elaborate dalla SIA, in una scala da 1 a 10, alla Classe di Pericolosità è ascrivibile un valore numerico medio di 9. Tutte le piante in oggetto, infatti, come già riportato, manifestano segni, sintomi e difetti, inoltre, le anomalie sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale delle piante in esame sia sensibilmente ridotto.

34 Tree Risk Assessment Il fattore di danno (d) Il fattore di danno, da come già accennato in un precedente paragrafo, indica cosa può cadere e dipende dalla forma e dalle dimensioni dell albero in rapporto all area di potenziale caduta (Spot). Nel caso in esame, considerato che, ad una stima prudenziale, l altezza media (H) di tali alberi è di circa 13,15 m, emerge che la loro area media di potenziale caduta (Spot m ) corrisponde a quanto dato dalla seguente formula: Spot m = π*h 2 = 3,14 * 13,15 2 m 2 = 543 m 2 Per il soggetto di maggiori dimensioni, con un altezza di circa 20,6 m, risulta che l area di potenziale caduta (Spot) corrisponde a 1332,5 m 2 : Spot m = π*h 2 = 3,14 * 20,60 2 m 2 = 1332,5 m 2 Relativamente agli alberi presi in esame, il fattore di danno (d), in una scala da 1 a 10, risulta essere elevato, vale a dire pari a 9; trattasi infatti di piante aventi notevoli dimensioni sia di fusto che di chioma, da ciò, non potendo transennare l area, in quanto molto limitata rispetto a quella definita dal fattore di danno (d) e dunque con inevitabili riflessi sul regolare svolgimento delle attività pubbliche (si evidenzia la presenza del Comune oltreché della Chiesa e del Museo), si raccomanda la massima solerzia nell intervento d abbattimento. Per chiarire ulteriormente il concetto di fattore di danno (d), si evidenzia che il volume medio di tali alberi è pari a circa 1,82 m 3 a cui corrisponde, considerando una massa volumica media di 565 kg/m 3, un peso di circa 10,28 q. Ciò vuol dire che in caso di cedimento dell intero sistema suolo-pianta si abbatte nell area di caduta (Spot), e quindi sulle persone presenti in quel momento nell area, un peso di entità tale da provocare danni a dir poco disastrosi. Il fattore di contatto (k) Il fattore di contatto (k) riferisce su chi sono i soggetti e/o gli oggetti che subiscono il verificarsi dell evento pericoloso. Tale parametro viene quantificato considerando una scala di valori (di k) compresa tra 1 e 10 e correlata all intensità di frequentazione dell area di potenziale caduta (Spot), al tipo e al numero di persone che la frequentano e al valore

35 degli oggetti che potrebbero essere danneggiati. Tenendo presente, pertanto, che nell area di potenziale caduta (Spot) i corpi arborei insistono su manufatti e vetture (essendo anche area di parcheggio) e che l area è largamente frequentata, è stato assegnato ai sei alberi un fattore di contatto alto, quantificato con un peso di 9. La vulnerabilità/magnitudo (D) Il prodotto del fattore di danno (d) per il fattore di contatto (k) determina la magnitudo del danno probabile (D), corrispondente, nella fattispecie, a quanto segue: D = d*k = 9 * 9 = 81 La magnitudo (D) esprime l intensità sia qualitativa che quantitativa del danno che viene a manifestarsi con il verificarsi dell evento pericoloso, ed è definita anche vulnerabilità in quanto manifesta la natura, il livello e l importanza del danno che viene generato al verificarsi dell evento pericoloso. Il rischio (R) Il prodotto tra il livello di pericolosità (P) e la magnitudo della probabilità del danno (D) consente di determinare il livello di rischio (R): R = P*D = P*d*k = 9 * 9 * 9 = 729 Il rischio (R) quindi esprime il rapporto che lega la probabilità del verificarsi di un evento potenzialmente dannoso con i danni che questo può provocare nel contesto in cui si manifesta, dando rilevanza alle persone e alle cose presenti nell area di potenziale caduta (Spot). La scala (millesimale) dell indice di rischio (R) si compone dei seguenti ranges: trascurabile [0-30] basso [31-120] moderato [ ] elevato [ ] estremo [> di 601] per i puritani del numero, con un valore di 729 punti millesimali, il rischio (R) generato dall alberatura in esame si colloca, pertanto, nella categoria estrema.

36 Considerazioni finali Conservare o meno degli alberi, e quindi, somministrare o meno delle cure colturali, in un contesto gestionale urbano ad alta incidenza di frequentazione, non può dipendere solamente dallo stato di salute e di stabilità strutturale di ogni singolo soggetto arboreo, ma va ponderata anche in funzione di criteri valutativi che tengano conto sia delle condizioni ambientali influenzanti l attività vegetativa che della modalità di fruizione dell area, con particolare riferimento alla vulnerabilità del sito di potenziale caduta. Aspetti ambientali e locus di radicazione Volendo avanzare una breve disamina anche sul sito di radicazione, si rende opportuno evidenziare che rappresenta la variabile ambientale che più influisce sulle condizioni di salute (stato fitosanitario) e di stabilità degli alberi in oggetto, i quali, infatti, si trovano a vegetare su un substrato limitato in profondità (tipico dei suoli urbani) e in ampiezza (poste inesistenti); tale locus ha condizionato pesantemente lo stato vegetativo, la forma e il rapporto di sicurezza statica delle piante. Età cronologica ed età morfofisiologica Come tutti gli organismi viventi, anche gli alberi sono soggetti ad un ciclo di vita, caratterizzato da nascita, crescita, maturità/affermazione, senescenza e morte, la cui lunghezza dipende dalle caratteristiche genetiche della pianta, dall ambiente in cui si trova a vegetare e dagli accadimenti che si verificano nel corso della sua vita ( malattie, venti, trombe d aria, nevicate abbondanti, etc.). Studi riportano che, in ambiente urbano (poiché tipicamente non conforme alle esigenze ecologiche delle piante messe a dimora, sia per le caratteristiche tipiche di tale ambiente che per i bisogni intrinseci delle piante inopportunamente scelte) la durata del ciclo di vita di una specie è notevolmente inferiore rispetto a quanto verificabile in condizioni naturali, ossia, in un ambiente non alterato dalla presenza e dalle attività antropiche (e pertanto, meno ostile). L ambiente urbano rappresenta, allora, un habitat particolarmente difficile per qualsiasi pianta che si trova a vegetare su aiuole di ridotte dimensioni e in terreni spesso sterili, compatti, mal drenati e poco fertili (anche a causa dell impermeabilizzazione). Anche le condizioni eoliche urbane non sono molto invitanti, sia per concentrazione di inquinanti aerodispersi che per la componente eolica, la quale, come anche nel caso studio in oggetto,

37 viene convogliata in canyon artefatti (e non) amplificando i fenomeni di induzione aeroelastica e quindi l azione meccanica sugli alberi. Con l avanzare dell età cronologica, gli alberi risultano fisiologicamente soggetti ad un incremento della pericolosità a causa di un indebolimento strutturale dei tessuti per l azione di patogeni e per vari altri fenomeni degenerativi. Sul piano dell età fisiologica, poi, gli alberi passano da una fase source, in cui si caratterizzano come produttori di ossigeno, ad una fase sink, in cui l attività metabolica di mantenimento è addirittura superiore a quella di produzione, l albero non è più in grado di fornire alcuni degli essenziali benefici che gli sono propri e merita quindi di essere sostituito. In un contesto urbano, pertanto, la durata del ciclo di vita di un alberata deve tener conto anche di prioritarie condizioni di rispetto della sicurezza e dell efficienza. In un ottica di governance orientata alla massimizzazione dei benefici e alla minimizzazione dei costi di gestione, è possibile individuare un turno tecnico ottimale che si aggira fra i 55 e i 75 anni (per aree ad intensa e media fruizione), in base alla specie. Tale indicazione ha pregio allorquando ci si riferisce a piazze e viali, e comunque a quelle situazioni in cui la loro eventuale caduta rappresenta un elemento di grave rischio; diversamente, nelle zone a limitata fruizione, tale limite non ha rilevanza. Il turno tecnico indicato è applicabile anche ai pini e ai cedri in oggetto, i quali, in un arco di tempo che va dai 55 ai 75 anni manifestano sempre elementi di criticità strutturale che consigliano di provvedere al rinnovo dell alberata per lo meno per ragioni di sicurezza. È opportuno ricordare che, come per ogni essere vivente (ma, in verità, anche per una macchina), non è possibile determinare l esatto istante in cui l albero cadrà, sottolineando che ciò può avvenire anche in assenza di segni premonitori su alberi privi di difetti. Nel caso in esame l età accertata si colloca in prossimità del limite inferiore del turno tecnico ottimale riportato. Ciò, senza dubbio, comporta una crescente assunzione di responsabilità nei confronti dei possibili cedimenti (che costantemente si palesano) e, di concerto, anche un aumento dei costi di gestione di tali alberi. Vulnerabilità del sito di potenziale caduta Le conifere di P.zza Municipio vegetano ai margini della stessa, area d accesso per il Comune, la Chiesa di S. Antonio, il Museo Nazionale e le abitazioni che si addentrano verso il Centro Storico Volceiano, e a latere di un marciappiede, e della strada contigua, altamente trafficati per la presenza delle Poste Italiane, di negozi e abitazioni. Ciò determina un elevata vulnerabilità del sito di potenziale cedimento, in quanto si deve

38 considerare come elevata la probabilità che, nel momento di una eventuale caduta dell albero o di sue parti significative, l area interessata potrà essere occupata da persone o cose (veicoli, etc.). In considerazione delle dimensioni di ciò che può cadere, e dell assenza di elementi che impediscano la caduta, i danni che si potrebbero registrare sarebbero decisamente rilevanti. Conclusioni Secondo la prospettiva della responsabilità del custode del bene (gli alberi) e del principio giurisdizionale del buon padre di famiglia che si concretizza con il principio della precauzione, è consigliabile che l Amministrazione Comunale prenda in considerazione la possibilità di riqualificare al più presto l intero viale alberato, abbattendo le sei conifere sulla base di quanto finora argomentato. A tale considerazione è d aggiungere che la messa a dimora di queste sei piante risale a circa 50 anni fa, per cui, in ambito urbano è possibile ritenere che stiano al termine del turno tecnico; manifestano, infatti, elementi di criticità fisiologica e strutturale che inducono a considerare un rinnovo dell intera alberata (per basse aspettative di vita e problemi di gestione del rischio) innanzitutto per ragioni di sicurezza ma anche per la volontà da parte dell Amministrazione di riqualificare dal punto di vista urbanistico P.zza Municipio, dove vegetano i pini e i cedri. L Amministrazione, infatti, intende mettere in sicurezza, la strada, il marciappiede e la piazza, riqualificando quest ultimi due ormai in parte dissestati dall azione degli apparati radicali di alcuni esemplari; conseguentemente la scelta tecnica più efficace ed efficiente, consisterebbe nella riqualificazione della piazza, intervenedo con le opportune scelte progettuali e andando a realizzare un nuovo filare di alberi. Si raccomanda di attuare un progetto di ripiantagione utilizzando quelle scelte tecniche d impianto e gestione che garantiscano agli alberi, e alla vegetazione accessoria, migliori condizioni stazionali e, pertanto, maggiori aspettative di vita. Dovranno essere utilizzati alberi, ed eventuali siepi, con caratteristiche ornamentali e dimensionali idonee al sito ed allo spazio a disposizione.

39 Allegato SCHEDE DI RILIEVO (Metodo V.T.A.)

40 Valutazione delle condizioni fitosanitarie e di stabilità degli alberi di P.zza Municipio (Buccino SA / Volcei VII sec. a.c.) S C H E D A D I R I L I E V O F I T O S A N I T A R I O M E T O D O V. T. A. CODICE 001 SPECIE Pinus sylvestris L. RILEVATORE DATA SITO alberata stradale STAZIONE aiuola CONFLITTI sito di radicazione POSIZIONE singola filare gruppo X POSIZIONE SOCIALE so-oposta codominante dominante dominata isolata X DIAMETRO FUSTO 1,30 m 39,2 cm CLASSE D ALTEZZA 10/16 m ALTEZZA 1 PALCO 5,5 m DIAMETRO CHIOMA 3,5 m CLASSE FITOSTATICA D INTERVENTI SUL SOGGETTO abbattimento DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

41 RADICI E CONTRAFFORTI COLLETTO FUSTO E CASTELLO CHIOMA o difetti assenti o affioranti o avventizie/reiterazione o avvolgimenti o carpofori o danneggiati o cavità o ricarico di terreno o sollevamento ceppaia o strozzanti o anastomosi radicali o taglio radici ancoraggio in conflitto con el. strutt. o non ispezionabile o difetti assenti o cilindrico o allargato o collo di bottiglia o imbuto o zampa di elefante o interramento (lato comp.) o carie o carpofori o cavità o essudati/flusso batterico o ferita/e aperta/e o insetti xilofagi o rigonfiamenti/bombature o depressioni o riscoppi o necrosi corticali screpolature corticali o crack/cretti o tumori batterici o non ispezionabile o difetti assenti o fusto policormico o cancro o carie carie su sedi di taglio o carpofori o cavità al castello o cavità al fusto o corteccia inclusa tra i cormi o corteccia inclusa al castello o costolature essudati/resinazione o tumori batterici bombature o depressioni o ferita/e aperta/e o ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o insetti xilofagi o nasi di pinocchio o necrosi corticali o crack/cretti o riscoppi o filato sinuoso o spiralato torsione o sciabolato arcuato o inclinaz. lineare limitata (> 10 ) inclinaz. lineare media (> 15 ) o inclinaz. lineare rilevante (> 30 ) o non ispezionabile o difetti assenti o chioma compressa chioma asimmetrica o anastomosi rami o inserzione stretta o corteccia inclusa o branca compromessa o branche secche monconi secchi autoriduzione o riscoppi o cancro carie su sedi di taglio o carie all inserzione di branche o carie su grosse branche o carpofori o clorosi essudati o ferita/e aperta/e ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o reiterazioni prolettiche o crack/cretti o microfillia sbilanciamento o necrosi corticali sbrancamento o stroncamento o danni da fulmine o seccumi distali seccumi interni o trasparenza o capitozzatura o non ispezionabile GIUDIZIO RADICI E COLLETTO grave GIUDIZIO FUSTO E CASTELLO molto grave GIUDIZIO RAMI E CHIOMA molto grave INDICE DI RISCHIO basso medio elevato estremo X MONITORAGGIO/RICOLTROLLO annuale 2/5 anni 6/10 anni n.d. CLASSE FITOSTATICA A B C C/D D X INDAGINE STRUM. martello resistograph tomografia prova a trazione

42 QUADRO FITOSANITARIO RIASSUNTIVO o MOLTO BUONO: albero sano e vigoroso o DISCRETO: albero di discreto vigore, ferite lievi e in corso di cicatrizzazione o MODESTO: albero di modesto vigore, ferite mal cicatrizzate e/o attacchi parassitari GRAVE: albero con processi di dep. irreversibili, ferite rilevanti, attacchi parassitari e/o corpi fungini o MOLTO GRAVE: albero morto o quasi interamente secco NOTE Conflitto con il sito di radicazione; deformazione aiula per spinta delle radici e del colletto. MOTIVI ABBATTIMENTO Dai difetti rilevati, l albero mostra una pronunciata propensione al cedimento per ribaltamento zolla e per rottura del fusto. Il fattore di sicurezza del soggetto appare drasticamente ridotto e l indice di rischio estremo. INTERVENTI SUL SOGGETTO / PRESCRIZIONI o nessuno o consolidamento statico o consolidamento dinamico o diradamento chioma o elevazione impalcatura o potatura fitosanitaria o potatura in forma obbligata o potatura di allevamento o potatura di riforma o potatura di formazione o potatura di contenimento o potatura di selezione o pollarding o eliminazione rami con collare o eliminazione branche a rischio o eliminazione riscoppi colletto o eliminazione riscoppi fusto o eliminazione riscoppi chioma o eliminazione ricarico terreno o eliminazione tutore o riduzione chioma 1/2 o riduzione chioma 1/3 o riduzione chioma 1/4 o rimonda secco o ceduo a sterzo o trattamento con biostimolanti X o abbattimento o abbattimento consigliato (non urgente)

43 Valutazione delle condizioni fitosanitarie e di stabilità degli alberi di P.zza Municipio (Buccino SA / Volcei VII sec. a.c.) S C H E D A D I R I L I E V O F I T O S A N I T A R I O M E T O D O V. T. A. CODICE 002 SPECIE Pinus sylvestris L. RILEVATORE DATA SITO alberata stradale STAZIONE falsa aiuola CONFLITTI sito di radicazione POSIZIONE singola filare gruppo X X POSIZIONE SOCIALE so-oposta codominante dominante dominata isolata DIAMETRO FUSTO 1,30 m 26,1 cm CLASSE D ALTEZZA 10/16 m ALTEZZA 1 PALCO 4,5 m DIAMETRO CHIOMA 3,0 m CLASSE FITOSTATICA D INTERVENTI SUL SOGGETTO abbattimento DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

44 RADICI E CONTRAFFORTI COLLETTO FUSTO E CASTELLO CHIOMA o difetti assenti o affioranti o avventizie/reiterazione o avvolgimenti o carpofori o danneggiati o cavità o ricarico di terreno o sollevamento ceppaia o strozzanti o anastomosi radicali o taglio radici ancoraggio in conflitto con el. strutt. o non ispezionabile o difetti assenti o cilindrico o allargato o collo di bottiglia o imbuto o zampa di elefante o interramento (lato comp.) o carie o carpofori o cavità o essudati/flusso batterico o ferita/e aperta/e o insetti xilofagi o rigonfiamenti/bombature o depressioni o riscoppi o necrosi corticali screpolature corticali o crack/cretti o tumori batterici o non ispezionabile o difetti assenti o fusto policormico o cancro o carie carie su sedi di taglio o carpofori o cavità al castello o cavità al fusto o corteccia inclusa tra i cormi o corteccia inclusa al castello o costolature essudati/resinazione o tumori batterici bombature o depressioni o ferita/e aperta/e o ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o insetti xilofagi o nasi di pinocchio o necrosi corticali o crack/cretti o riscoppi o filato sinuoso o spiralato o torsione o sciabolato arcuato o inclinaz. lineare limitata (> 10 ) inclinaz. lineare media (> 15 ) o inclinaz. lineare rilevante (> 30 ) o non ispezionabile o difetti assenti o chioma compressa chioma asimmetrica o anastomosi rami o inserzione stretta o corteccia inclusa o branca compromessa o branche secche monconi secchi autoriduzione o riscoppi o cancro carie su sedi di taglio o carie all inserzione di branche o carie su grosse branche o carpofori o clorosi essudati o ferita/e aperta/e ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o reiterazioni prolettiche o crack/cretti o microfillia sbilanciamento o necrosi corticali sbrancamento o stroncamento o danni da fulmine o seccumi distali seccumi interni o trasparenza o capitozzatura o non ispezionabile GIUDIZIO RADICI E COLLETTO grave GIUDIZIO FUSTO E CASTELLO molto grave GIUDIZIO RAMI E CHIOMA molto grave INDICE DI RISCHIO basso medio elevato estremo X MONITORAGGIO/RICOLTROLLO annuale 2/5 anni 6/10 anni n.d. CLASSE FITOSTATICA A B C C/D D X INDAGINE STRUM. martello resistograph tomografia prova a trazione

45 QUADRO FITOSANITARIO RIASSUNTIVO o MOLTO BUONO: albero sano e vigoroso o DISCRETO: albero di discreto vigore, ferite lievi e in corso di cicatrizzazione o MODESTO: albero di modesto vigore, ferite mal cicatrizzate e/o attacchi parassitari GRAVE: albero con processi di dep. irreversibili, ferite rilevanti, attacchi parassitari e/o corpi fungini o MOLTO GRAVE: albero morto o quasi interamente secco NOTE Conflitto con il sito di radicazione; evidente stato di sofferenza. MOTIVI ABBATTIMENTO Dai difetti rilevati, l albero mostra una pronunciata propensione al cedimento per evidenti altreazioni strutturali e patologiche riportanti allo schianto del fusto per rottura nel terzo superiore. Il fattore di sicurezza del soggetto appare drasticamente ridotto e l indice di rischio estremo. INTERVENTI SUL SOGGETTO / PRESCRIZIONI o nessuno o consolidamento statico o consolidamento dinamico o diradamento chioma o elevazione impalcatura o potatura fitosanitaria o potatura in forma obbligata o potatura di allevamento o potatura di riforma o potatura di formazione o potatura di contenimento o potatura di selezione o pollarding o eliminazione rami con collare o eliminazione branche a rischio o eliminazione riscoppi colletto o eliminazione riscoppi fusto o eliminazione riscoppi chioma o eliminazione ricarico terreno o eliminazione tutore o riduzione chioma 1/2 o riduzione chioma 1/3 o riduzione chioma 1/4 o rimonda secco o ceduo a sterzo o trattamento con biostimolanti X o abbattimento o abbattimento consigliato (non urgente)

46 Valutazione delle condizioni fitosanitarie e di stabilità degli alberi di P.zza Municipio (Buccino SA / Volcei VII sec. a.c.) S C H E D A D I R I L I E V O F I T O S A N I T A R I O M E T O D O V. T. A. CODICE 003 SITO POSIZIONE SPECIE Cedrus deodara Loud. alberata stradale STAZIONE singola X filare gruppo DIAMETRO FUSTO 1,30 m 43,0 cm CLASSE FITOSTATICA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA falsa aiuola POSIZIONE SOCIALE CLASSE D ALTEZZA D RILEVATORE 10/16 m DATA CONFLITTI sito di radicazione so-oposta X codominante dominante dominata isolata ALTEZZA 1 PALCO 7,2 m INTERVENTI SUL SOGGETTO DIAMETRO CHIOMA abbattimento 8,5 m

47 RADICI E CONTRAFFORTI COLLETTO FUSTO E CASTELLO CHIOMA o difetti assenti o affioranti o avventizie/reiterazione o avvolgimenti o carpofori o danneggiati o cavità o ricarico di terreno o sollevamento ceppaia o strozzanti o anastomosi radicali o taglio radici ancoraggio in conflitto con el. strutt. o non ispezionabile o difetti assenti o cilindrico o allargato o collo di bottiglia o imbuto o zampa di elefante o interramento (lato comp.) o carie o carpofori o cavità o essudati/flusso batterico o ferita/e aperta/e o insetti xilofagi rigonfiamenti/bombature o depressioni o riscoppi necrosi corticali o screpolature corticali o crack/cretti o tumori batterici o non ispezionabile o difetti assenti o fusto policormico o cancro o carie carie su sedi di taglio o carpofori o cavità al castello o cavità al fusto o corteccia inclusa tra i cormi o corteccia inclusa al castello o costolature essudati/resinazione o tumori batterici bombature o depressioni o ferita/e aperta/e o ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o insetti xilofagi o nasi di pinocchio o necrosi corticali o crack/cretti o riscoppi o filato o sinuoso o spiralato o torsione sciabolato o arcuato o inclinaz. lineare limitata (> 10 ) o inclinaz. lineare media (> 15 ) inclinaz. lineare rilevante (> 30 ) o non ispezionabile o difetti assenti o chioma compressa chioma asimmetrica o anastomosi rami o inserzione stretta o corteccia inclusa o branca compromessa o branche secche monconi secchi autoriduzione o riscoppi o cancro carie su sedi di taglio o carie all inserzione di branche o carie su grosse branche o carpofori o clorosi essudati o ferita/e aperta/e ferita/e cicatrizzata/e o fori di picchio o reiterazioni prolettiche o crack/cretti microfillia o sbilanciamento necrosi corticali o sbrancamento o stroncamento o danni da fulmine o seccumi distali seccumi interni o trasparenza o capitozzatura o non ispezionabile GIUDIZIO RADICI E COLLETTO molto grave GIUDIZIO FUSTO E CASTELLO molto grave GIUDIZIO RAMI E CHIOMA molto grave INDICE DI RISCHIO basso medio elevato estremo X MONITORAGGIO/RICOLTROLLO annuale 2/5 anni 6/10 anni n.d. CLASSE FITOSTATICA A B C C/D D X INDAGINE STRUM. martello resistograph tomografia prova a trazione

48 QUADRO FITOSANITARIO RIASSUNTIVO o MOLTO BUONO: albero sano e vigoroso o DISCRETO: albero di discreto vigore, ferite lievi e in corso di cicatrizzazione o MODESTO: albero di modesto vigore, ferite mal cicatrizzate e/o attacchi parassitari GRAVE: albero con processi di dep. irreversibili, ferite rilevanti, attacchi parassitari e/o corpi fungini o MOLTO GRAVE: albero morto o quasi interamente secco NOTE Conflitto con il sito di radicazione; evidente stato di sofferenza. MOTIVI ABBATTIMENTO Dai difetti rilevati, l albero mostra una pronunciata propensione al cedimento per evidenti altreazioni strutturali e patologiche; la propensione al ribaltamento è chiaramente evidenziata dal cedimento del muro di contenimento. Il fattore di sicurezza del soggetto appare drasticamente ridotto e l indice di rischio estremo. INTERVENTI SUL SOGGETTO / PRESCRIZIONI o nessuno o consolidamento statico o consolidamento dinamico o diradamento chioma o elevazione impalcatura o potatura fitosanitaria o potatura in forma obbligata o potatura di allevamento o potatura di riforma o potatura di formazione o potatura di contenimento o potatura di selezione o pollarding o eliminazione rami con collare o eliminazione branche a rischio o eliminazione riscoppi colletto o eliminazione riscoppi fusto o eliminazione riscoppi chioma o eliminazione ricarico terreno o eliminazione tutore o riduzione chioma 1/2 o riduzione chioma 1/3 o riduzione chioma 1/4 o rimonda secco o ceduo a sterzo o trattamento con biostimolanti X o abbattimento o abbattimento consigliato (non urgente)

49 Valutazione delle condizioni fitosanitarie e di stabilità degli alberi di P.zza Municipio (Buccino SA / Volcei VII sec. a.c.) S C H E D A D I R I L I E V O F I T O S A N I T A R I O M E T O D O V. T. A. CODICE 004 SITO POSIZIONE SPECIE Cedrus deodara Loud. alberata stradale STAZIONE singola X filare gruppo DIAMETRO FUSTO 1,30 m 62,4 cm CLASSE FITOSTATICA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA falsa aiuola POSIZIONE SOCIALE CLASSE D ALTEZZA D RILEVATORE 16/25 m DATA CONFLITTI sito di radicazione so-oposta codominante X dominante dominata isolata ALTEZZA 1 PALCO 7,5 m INTERVENTI SUL SOGGETTO DIAMETRO CHIOMA abbattimento 9,8 m

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