DIMENSIONI E COMPONENTI DELLA CULTURA

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1 CAPITOLO II DIMENSIONI E COMPONENTI DELLA CULTURA PREMESSA Problema generale: comprendere come gli aspetti simbolici e culturali si connettono a relazioni sociali e struttura sociale. E utile sottolineare le distinzioni tra la nozione di cultura sviluppata nella tradizione dell antropologia e in sociologia. Dopo le riflessioni dei sociologia classici sulla cultura come specifico e autonomo oggetto di studio e un periodo di relativo oblio tra gli anni Trenta e Cinquanta. Parsons attribuisce all universo simbolico delle rappresentazioni e dei valori sociali un posto centrale nella teoria generale dell azione. L approccio sociologico si precisa per una definizione della cultura come insieme complesso di cui vengono identificati gli elementi costitutivi (valori, norme, credenze, simboli) e le principali dimensioni di analisi. L APPROCCIO SOCIOLOGICO ALLA CULTURA I sociologi classici e il distacco dalla concezione antropologica della cultura La sociologia classica sviluppa teorie e analisi empiriche in cui la cultura, anche quando il concetto non compare esplicitamente, assume un posto centrale nell interpretazione dei fenomeni sociali. Rilevante è osservare come l esigenza di uno studio analitico della cultura sia considerato di importanza cruciale dai sociologi classici, consentendo così l emergere, anche se con alcune contraddizioni, di un approccio specificamente sociologico allo studio della cultura più sulla base degli orientamenti di ricerca che su assunti teorici dichiarati dalla concezione della cultura sviluppata dall antropologia Per i sociologi classici - Durkheim, Weber, Simmel - lo studio della cultura riveste importanza nella sociologia in quanto consente di capire come gli aspetti simbolici e ideazionali si connettono alle relazioni sociali e alla struttura sociale. Due paradigmi dell idea di cultura a confronto: Paradigma Antropologico, enfasi sulla Cultura come totalità sociale Omogeneità culturale Tradizione/Stabilità Condizionamento Paradigma Sociologico, enfasi sulla Distinzione società/cultura Differenziazione interna culturale Innovazione/Cambiamento Trasmissione/Interazione 1

2 Paradigma Sociologico, enfasi sulla: - Distinzione analitica società/cultura: tutte e tre le tradizioni sociologiche e quella durkheiniana in particolare, ritengono che almeno analiticamente cultura e società siano da vedere su due piani diversi. - Differenziazione interna alla cultura: le culture, in altri termini, non sono intese come strutture atemporali, fisse, tendenti ad autoriprodursi. Al contrario se ne mette in luce la flessibilità e il cambiamento, che deriva sia da contraddizioni e differenze interne sia da fattori esterni, di tipo economico, politico. - Soprattutto la tradizione americana, con l enfasi sulla differenziazione interna della cultura dovuta alle società industriali metropolitane con vari strati sociali, gruppi e movimenti e quella tedesca con l enfasi sulla dimensione storica, rafforzano il concetto di differenziazione interna alla cultura. - La scuola francese di sociologia, resta la più sensibile agli aspetti di differenziazione e di indeterminatezza che contraddistinguono i sistemi normativi delle società complesse, ossia di quelle società in cui esiste una marcata divisione del lavoro e in cui si è sviluppata un elevata interconnessione e interdipendenza delle relazioni sociali. E stato proprio Durkhein a mettere in luce che l affermarsi, in questa società, dei valori individualisti, ha comportato simultaneamente un aumento del senso di libertà e del conformismo. Durkheim sottolinea il problema dell anomia (carenza di regole), che genera disordine culturale. - Capacità innovativa e creativa della cultura: sono, in particolare, la scuola americana e la tradizione tedesca ad averla messa in luce. Esse, infatti, hanno accentuato l esistenza di contraddizioni e inconsistenze nei sistemi culturali moderni, dovuta alle differenze tra gruppi, alla presenza di elite intellettuali e di gruppi minoritari e/o marginali all interno della società, all emergere di nuovi movimenti che possono sorgere proprio per contrastare e sostituire una dottrina o un etica ritenuta ambigua o incoerente. Max Weber usa il concetto di carisma per spiegare l origine di nuovi sistemi di idee. - Trasmissione culturale e interazione sociale: soprattutto Simmel e la scuola americana e in particolare George Herbert Mead anticipano l idea che l aspetto adattivo e graduale del processo di trasmissione culturale non si fonda soltanto sulla trasmissione automatica ma richiede una interazione, una dialettica tra gli individui, in particolare la generazione più giovane, e le cosiddette agenzie di socializzazione (famiglia, maestre, gruppi di amici). Questa e la caratteristica meno sviluppata dalla tradizione sociologica e la più controversa. o Durkheim e i francesi sembrano infatti adottare un modello più vicino a quello dell antropologia, dove la trasmissione culturale è vista come un processo di condizionamento che, facendo leva su fattori inconsci, programma i membri più giovani della società a comportarsi in maniera conforme alle regole e ai valori condivisi dalla comunità locale. 2

3 o Ma gli esponenti della tradizione sociologia americana, in particolare George Herbert Mead, hanno dato l avvio a una diversa considerazione dei modi in cui gli individui vengono socializzati più attenta a cogliere l aspetto adattivo e graduale del processo di trasmissione culturale, in cui la reciprocità delle relazioni e la natura del contesto di interazione svolgono un ruolo altrettanto importante del condizionamento. Il dualismo tra sociologia e antropologia, prevalente fino agli anni Cinquanta, si dissolve progressivamente, a causa di diversi fattori: scomparsa delle società tradizionali del Sud globale, trasformazione delle società del Nord globale diffusione delle metodologie antropologiche / etnografiche nello studio dei fenomeni sociali delle nostre società processi di globalizzazione L approccio sociologico allo studio della cultura si è dunque affermato in parte accogliendo ma in parte anche allontanandosi dalla nuova prospettiva antropologica. Erano soprattutto le sfide della società industriale, con i suoi processi di urbanizzazione, di mobilità sociale e geografica, di rapido sviluppo delle forme di trasporto e dei mezzi di comunicazione, dei grandi flussi migratori, nonché dell affermarsi di nuovi ambiti e sfere di cultura accanto al sistema religioso a portare l attenzione dei sociologi sui nuovi termini. L interesse scientifico si orienta ad analizzare il rapporto tra pensiero e realtà sociale, il ruolo dell ideologia, delle differenze di valori, orientamenti culturali e stili di vita tra strati sociali, gruppi etnici e generazioni ad accentuare gli aspetti del cambiamento culturale e della pluralità, rispetto a quello della stabilità e dell omogeneità culturale, a porre con forza la questione di come una società internamente differenziata, caratterizzata, come sosteneva Weber, dal politeismo dei valori possa mantenersi socialmente coesa. Agenzie di socializzazione - famiglia, scuola, gruppi di amici ( pari ), media si occupano di veicolare la cultura alle giovani generazioni e ai nuovi arrivati. 3

4 Tra individui (in particolare giovani) e agenzie di socializzazione si instaura un rapporto dialettico dove i primi non sono intesi come ricevitori passivi, ma come agenti attivi della propria socializzazione. Non tutta la sociologia condivide questa impostazione (ad es. Durkheim privilegia la prospettiva del condizionamento). Da Parsons alla nuova sociologia della cultura Dagli anni 30 agli anni 50 si assiste ad un declino dell interesse sociologico per la cultura. Negli anni 50 negli Stati Uniti, sotto la guida di Talcott Parsons ( ), si sviluppa la sociologia dello Struttural-funzionalismo che pone al centro la visione delle strutture sociali e il principio che ciascun sistema sociale funziona in modo da rispondere alle esigenze di riproduzione della società. È proprio Talcott Parsons che offre una teoria generale dell azione sociale (La cultura è costituita da sistemi strutturali.ordinati di simboli che sono gli oggetti dell orientamento dell azione, da componenti interiorizzate della personalità dei soggetti agenti individuali e da modelli istituzionalizzati dei sistemi sociali ) in cui in primo luogo viene collocato il posto della sociologia rispetto ad altre scienze che studiano il comportamento umano e in secondo luogo viene data una definizione più ristretta dell ambito semantico del concetto di cultura. L orientamento sociologico di Parsons sembra essere in rapporto con le esigenze pratiche della società americana, e non si tratta di un tentativo di giustificazione ideologica dell ordine economico, politico e culturale esistente ma, piuttosto e soprattutto, di individuare i requisiti minimi dell integrazione in una società composta di gruppi etnici diversi, con tradizioni e culture proprie, in cui quindi l integrazione appare come un esigenza ed una meta da raggiungere. Ecco spiegato perchè l integrazione culturale diventa il problema centrale di gran parte della sociologia nordamericana. Gli aspetti rilevanti della sua interpretazione della cultura sono essenzialmente due: 1. Carattere normativo della cultura: nel senso che la cultura non è più un sistema attraverso cui l individuo si adatta, come nell analisi antropologica, ma un sistema attraverso cui la società trasferisce norme. La cultura viene ora definita come l insieme dei modelli di comportamento che la comunità sociale ritiene validi, su cui dunque esiste un consenso sociale e una condivisione, e che i membri di tale società sono tenuti a rispettare e a trasmettere alla generazione successiva. Affinchè la cultura possa svolgere questa funzione regolativa, di bussola del comportamento, è però necessario che abbia un certo grado di coerenza e di organizzazione, è necessario cioè che si fondi su un sistema di valori. 4

5 2. Necessità di mantenere distinte cultura e società in quanto si tratta di termini correlati ma che non devono essere confusi o ridotti l uno all altro. Parsons elabora un Sistema generale dell azione (schema AGIL) attraverso il quale egli assegna alla sociologia il compito di comprendere il sistema sociale e all antropologia quello di studiare il sistema culturale. Al livello più generale d analisi Parsons distingue quattro sottosistemi che intervengono nell azione sociale: Organismo biologico: svolge la funzione dell adattamento, stabilisce cioè un rapporto con l ambiente fisico sia trasformando l ambiente in base ai bisogni dell azione sia adattandosi ai suoi vincoli; Personalità: svolge la funzione del conseguimento, nel senso che essa mobilita le energie e le risorse psichiche necessarie a raggiungere gli scopi definiti; Sistema sociale: rappresenta la funzione dell integrazione, in quanto stabilisce le forme della coesione e della solidarietà; Cultura: svolge la funzione della latenza, ossia fornisce all attore sociale la motivazione e il senso dell azione attraverso i valori, le norme, le idee che gli individui apprendono e interiorizzano durante la socializzazione. Indica cioè che la cultura è presente ma non è attiva partecipando dall esterno all azione. La sua proprietà peculiare può essere pienamente compresa facendo riferimento alla nozione di gerarchia cibernetica la quale stabilisce che in ogni sistema d azione si stabilisce una serie di controlli successivi che si ordinano in maniera gerarchica. Il sistema culturale si colloca sul gradino più in alto, in quanto è il più ricco in informazione e il più povero in energia, mentre l organismo biologico si pone alla base, in quanto è il più ricco in energia e il più povero in informazione. In messo si collocano gli altri due sistemi: prima il sistema sociale e poi quello della personalità. Ciò significa che la cultura esercita un controllo sul sistema sociale, sulla personalità e sull organismo, mentre il sistema psichico, che controlla l organismo, subisce dei forti controlli sia da parte del sistema sociale che di quello culturale. 5

6 Critiche al modello: L esistenza di valori e di norme è considerata come acquisita senza che ci si debba più interrogare sulla loro origine, sul processo della loro creazione e del loro cambiamento; Non fa distinzione tra il mito dell integrazione culturale della tradizione antropologia e quello della tradizione sociologica. Il limite di Parsons è che dopo aver individuato uno spazio importante per la cultura, non si dedica al rapporto tra questa e la società, preferendo analizzare le strutture e le funzioni sociali. La cultura viene data per scontata. A partire dalla fine degli anni Sessanta nasce una nuova sociologia della cultura che ritiene di dover mettere al centro dell analisi: 1. le contraddizioni ed incongruenze entro il sistema culturale (i sistemi culturali non sono coerenti); 2. il problema del dissenso, dell antagonismo, dell alternatività e dell innovazione sul piano culturale (gli individui non vengono tutti automaticamente orientati dalla cultura); 3. la cultura non rappresenta solo un vincolo per gli individui, ma un repertorio di risorse,una cassetta per gli attrezzi ; 4. antropologia e sociologia si riavvicinano grazie alla svolta culturale. Della cultura si enfatizza il carattere complesso, che rappresenta non solo una costrizione e un vincolo per l individuo, ma anche un repertorio di risorse utilizzabile entro strategie d azione. Un altra conseguenza di questo nuovo modo di studiare la cultura è che diventa centrale sia comprendere i meccanismi cognitivi che consentono a idee, rappresentazioni sociali e valori di diffondersi e di persistere, sia rendere conto della capacità degli individui di partecipare contemporaneamente a più tradizioni culturali. La crescita della complessità sociale (specializzazione, differenziazione), ha come esito un aumento del grado di differenziazione simbolica: gli individui si confrontano con modelli culturali differenti, si moltiplicano i ruoli e i costrutti culturali ad essi collegati, aumentano le possibilità di scelta. Il rapporto tra sociologia e psicologia diventa, dunque, necessario se si vuole capire non solo come la cultura viene prodotta, ma come funzione, ossia come viene utilizzata dalle persone. 6

7 Avvicinamento tra sociologia e antropologia L estensione dei processi di modernizzazione e di industrializzazione ai paesi del Terzo mondo e la globalizzazione della comunicazione, dei trasporti e dell economia hanno fatto scomparire le società primitive. Anche le società moderne, con la diffusione dei mass media, le nuove tecnologie della comunicazione, l importanza assunta dalla conoscenza e dall informazione, nonché le caratteristiche dell immigrazione, si sono trasformate in modo tale da richiedere uno studio approfondito, specifico, sia della differenzazione culturale interna a un popolazione sia dei processi e delle forme istituzionali attraverso cui diversi aspetti della cultura vengono prodotti e diffusi. Diventa quindi sempre più inadeguata una distinzione tra Antropologia e Sociologia. Infatti mentre sempre più numerosi sono gli antropologia che studiano con successo gli ambienti urbani delle società contemporanee, i metodi della ricerca etnografica vengono ampiamente utilizzati dai sociologi per comprendere e interpretare subculture, sistemi di credenze di comunità e gli usi e i significati dei media per specifici pubblici. COMPONENTI DELLA CULTURA Secondo Richard A. Peterson la cultura è costituita da quattro tipi di elementi: norme, valori, credenze e simboli espressivi. Questa definizione può essere completata dalla definizione fornita dall antropologo Melford Spiro: la cultura designa un sistema cognitivo, ossia un insieme di proposizioni, di tipo sia descrittivo sia normativo sulla natura, l uomo e al società che sono incorporate in configurazioni e reti interconnesse di ordine superiore. VALORI Due usi del termine valore nel linguaggio comune: 1. secondo un primo uso è un valore (singolare) qualunque cosa che sia ritenuta importante, che, quindi si desidera ottenere se ancora non la si possiede o si teme di perdere se è già nostra. 2. Un secondo uso riguarda il termine valori (plurale) che indicano gli ideali a cui gli esseri umani aspirano e a cui si riferiscono quando devono formulare dei giudizi (esempi: pace, onestà, onore, dignità). Attraverso tali principi stabiliamo ciò che è giusto o sbagliato quando giudichiamo modi di agire, di pensare e di sentire. Nelle scienze sociali si adotta un significato molto vicino a quest ultimo: il termine valore si intende soprattutto il criterio della valutazione, ossia il principio generale in base al quale approviamo o disapproviamo un certo modo di agire o di pensare. Ad esempio quando disapproviamo chi non mantiene la parola data. 7

8 Il concetto di valore si distingue quindi da quello di preferenza ; mentre la preferenza indica ciò che è desiderato, il valore indica ciò che è desiderabile; mentre la preferenza dice ciò che vogliamo, il valore dice ciò che dovremmo volere. Esso ha, pertanto, una dimensione normativa (indica un dovere). Una formulazione chiara è fornita dall antropologo Clyde Kluckhohn: un valore è una concezione del desiderabile, esplicita o implicita, distintiva di un individuo o caratteristica di un gruppo, che influenza l azione con la selezione fra modi, mezzi e fini disponibili. Questa definizione consente di riconoscere tre dimensioni dei valori: Dimensione affettiva (il desiderabile): i valori coinvolgono gli affetti e i sentimenti delle persone; l attaccamento ai valori significa che conformarsi a essi è ritenuto una cosa buona in sé, indipendentemente del vantaggio che ne può derivare. La loro efficacia sociale dipende dal fatto che siano stati interiorizzati e sappiano suscitare sentimenti di colpa e di vergogna in chi se ne discosta. Dimensione cognitiva (concezione): questa dimensione rimanda al loro presentarsi sotto forma di enunciati del X è buono, X è giusto, X è bello. Questa dimensione è importante perché i valori implicano una consapevolezza e una capacità di argomentazione da parte dell attore sociale. Dimensione selettiva (selezione): fa riferimento alla capacità dei valori di orientare l agire sociale, in quanto forniscono le motivazioni dei comportamenti. Si realizzano nella scelta tra diversi corsi d azione. Le ricerche sociologiche e antropologiche hanno mostrato che i valori variano storicamente e geograficamente, in quanto non appartengono a un mondo assoluto e trascendente, ma si connettono in vario modo non solo con le altre parti della cultura, ma con la realtà sociale, l organizzazione economica e l assetto politico di una collettività. I valori però non sono moltiplicabili all infinito, in quanto la loro esistenza non è casuale, ma segnala un problema a cui la società cerca di dare una soluzione. Alcuni studiosi hanno cercato di fornire una mappa dei problemi fondamentali affrontati da diversi culture, riconoscendo che esistono problemi comuni a cui corrisponde un numero finito di soluzioni possibili. 8

9 Parsons, prendendo in considerazione le culture moderne, ha identificato quattro dilemmi fondamentali (chiamati Variabili strutturali ) ciascuno dei quali richiama due riposte possibili: 1. tra universalismo e particolarismo: se l attore sociale decide di giudicare un oggetto fisico o sociale partendo da criteri generali relativi a tutti gli oggetti della stessa categoria, allora opta per l universalismo (esempio il prof che valuta i propri allievi in base alla loro preparazione e non i base alla loro simpatia, aspetto fisico, ecc ). Se, al contrario, considera l oggetto secondo criteri che si applicano solo a questo oggetto e a condizioni particolari, allora opta per il particolarismo. 2. tra prestazione e qualità: l attore sociale deve scegliere se trattare l oggetto alla luce di ciò che fa, o se dare maggiore importanza a ciò che è. 3. tra neutralità affettiva e affettività: l attore sociale sceglie la prima quando mette da parte i propri sentimenti, al contrario nei contesti amicali e familiari l affettività si esprime più liberamente. 4. tra specificità e diffusione: l attore sociale può rapportarsi agli altri considerandone solo aspetti specifici (ad esempio il medico al paziente), oppure si può orientare agli altri in maniera globale, considerando la persona nel suo complesso (la madre nei confronti del figlio). NORME Le norme sono le regole attraverso cui di solito si applicano i valori. Una norma viene generalmente enunciata sotto forma di obbligo o di imposizione. Il sociologo distingue le norme dai valori in base al fatto che le norme: sono più specifiche e socialmente imperative di quanto non siano i valori. sono state create per regolare situazioni concrete, si rendono però necessarie norme specifiche che applicano il valore onestà. anche se possono essere interiorizzate allo stesso modo dei valori, sono formulate in maniera socialmente imperativa. Ciò significa che una norma viene generalmente enunciata sotto forma di un obbligo o di un imposizione. hanno efficacia sociale in dipendenza della presenza di una sanzione che ne rafforzano l efficacia devono essere rafforzate da forme di controllo esterno del comportamento. La norma che impone, ammette o vieta un certo comportamento prevede una punizione (sanzione negativa) per chi non vi si conforma. Può anche prevedere un premio in caso di conformità (sanzione positiva). hanno un grado di interiorizzazione variabile nel corso dell intero ciclo vitale; alcune durante la socializzazione primaria, altre nella vita adulta. si distinguono dalle massime d esperienza che, come le norme, producono uniformità nei comportamenti. Un osservatore esterno farebbe fatica a distinguerle, ma un criterio per differenziarli è di considerare il loro significato: se i soggetti si comportano in un certo modo per abitudine si tratterà di un comportamento solo regolare, mentre se invece seguono un modello di 9

10 comportamento che ritengono obbligatorio e in base al quale giudicano gli altri, il comportamento oltreché regolare sarà anche regolato da una norma. si distinguono in Norme costitutive (costituiscono, cioè generano una pratica che non esiste prima delle regole che la mettono in essere. Rientrano tra queste, ad esempio, le regole dei giochi) e in Norme regolative (si limitano a regolamentare delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello stato). in base al contenuto vi possono essere molteplici tipi di norme almeno quanti sono i contesti sociali che regolano: norme della moda, dell etichetta, della morale, della religione, del diritto, della tecnica. In base al grado di formalizzazione si possono distinguere le Norme statuite (promanano da un autorità a cui è riconosciuto il potere di emanare norme, di solito in forma scritta) dalle Norme consuetudinarie (si sviluppano spontaneamente e non possiedono un vero e proprio apparato di applicazione né di amministrazione delle sanzioni, e sono, per questo, ritenute meno vincolanti). Al livello minimo di formalizzazione troviamo quelle norme della morale quotidiana o dell interazione sociale chiamate micro rituali che sono riconosciute dai partecipanti a un interazione, ma in maniera implicita e per lo più data per scontata (esempio le norme che delimitano il territorio del sé). CREDENZE Indicano le convinzioni espresse da individui e gruppi, basate su dati di fatto o su atti di fede; comprendono le proposizioni descrittive della realtà costituiscono i modi in cui i soggetti organizzano cognitivamente la propria esperienza; stabiliscono che cosa è la realtà intorno a noi: la natura, l uomo, la società. Le norme invece stabiliscono che cosa si deve fare. affermano quello che la realtà è (esempio, i modi di classificare i rapporti di parentela). Le norme affermano quello che la realtà deve essere. si prestano a molte interpretazioni differenti e il loro significato è vago e piuttosto indeterminato Distinzione tra: credenze fattuali (cose che si sanno): sarebbero sottoposte alla logica e al principio di non contraddizione (la diade credo che piova e credo che non piova ). credenze rappresentazionali (credenze, opinioni, convinzioni): possono ricevere tante interpretazioni infatti il loro significato è vago e indeterminato. 10

11 Quando detto sulle credenze ha importanti conseguenze metodologiche per lo studio dei sistemi di credenze in quanto deve, sul piano della ricostruzione empirica, tenere conto che i criteri della logica si possono mostrare inadeguati e che credenze con deboli rassomiglianze di famiglia possono sostenere un carico elevato di dissonanza. Quando detto potrebbe far nascere l impressione che nella realtà si possa sempre distinguere tra norme e credenze, infatti, a volte, esse sono tra loro strettamente correlate, nel senso che le une implicano le altre. Ad esempio, una delle più antiche e diffuse norme sociali prescrive i limiti di parentela entro cui si può contrarre matrimonio. In Italia è proibito sposare un cugino di primo grado. Nelle isole Trobriand, a est della Nuova Guinea, si può arrivare fino alla settima generazione.. SIMBOLI - sono definiti come un segno sia convenzionale, come, ad esempio, i segni utilizzati dai logici e dai matematici, sia analogico, capace di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un idea astratta (lo scettro è, ad esempio, il simbolo della sovranità). - sono diversi dai segnali che hanno un puro valore informativo, sono univocamente interpretabili e non evocativo (es: i segnali stradali). - sono diversi dai marchi che hanno un valore solamente soggettivo cioè rievocativo (esempio posso rompere un ramo per ricordarmi dove sono passato, ma potrei sostituirlo con un altra cosa come un pezzo di stoffa). - possiedono un forte carattere intersoggettivo, in quanto sono condivisi da un gruppo sociale, - fanno parte della dimensione esplicita della cultura, ovvero rappresentano un sapere che gli individui sono in grado di esprimere, ma senza svilupparne i ragionamenti e le argomentazioni. DIMENSIONI DELLA CULTURA La crescita della complessità sociale (specializzazione, differenziazione), ha come esito un aumento del grado di differenziazione simbolica: gli individui si confrontano con modelli culturali differenti, si moltiplicano i ruoli e i costrutti culturali ad essi collegati, aumentano le possibilità di scelta. Dimensione di coerenza La coerenza viene definita come la conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico; connessione logica; mancanza di contraddittorietà. Le proposizioni o elementi culturali differiscono sul piano della coerenza in quanto è difficile pensare a un sistema culturale come a qualcosa di completamente integrato e unitario (esempio il codice giudirico presenta delle 11

12 incongruenze dovute al fatto che nel corso del tempo vi si sono sedimentate leggi diverse che rispondono a esigenze che si sono venute storicamente modificando). Nella teoria sociologica si è spesso confusa la coerenza del sistema culturale con l integrazione della società, ossia con l uniformità dei comportamenti e l ordine sociale, assumendo che dall una derivassero necessariamente gli altri. Alcuni autori come Simmel e Coser hanno, però, sostenuto che il conflitto non è sempre un fattore di disgregazione, ma può essere un elemento di ordine. Ad esempio il conflitto acuisce il senso dei confini di gruppo e rafforza il sentimento di identità e di appartenenza. Simmel si era spinto a sostenere che a volte l esistenza del nemico diventa addirittura indispensabile al mantenimento del gruppo: venendo meno l avversario anche i propri confini divengono meno chiari. Ad esempio alcune controculture giovanili si spengono quando gli ideali, i valori e gli stili di vita che definivano l appartenenza di gruppo vengono accolte dal mondo adulto. Mantenere vivo l avversario diventa a volte un mezzo di autoconservazione. Il grado di integrazione di una cultura varia da cultura a cultura. E più elevato nelle società semplici, rispetto alle società altamente differenziate. Già Durkheim aveva osservato che nella società industriale moderna la cultura è sempre più indeterminata. Orienta meno rigidamente i comportamenti, consente più alternative, e quindi è anche molto più flessibile. Un esempio di forte integrazione culturale è quello della cultura dei paesi mediterranei incentrata sul codice d onore dei paesi mediterranei. In base ad esso una donna che fosse stata disonorata, anche contro la sua volontà, aveva un unica strada per evitare l emarginazione e la morte sociale: il matrimonio con lo spasimante con cui era fuggita. La crescita della complessità sociale, ha come esito un aumento anche del grado di differenziazione simbolica con la quale si intende sottolineare il fatto che non solo si moltiplicano le possibilità di scelta dell individuo, ma gli individui che vivono nelle nostre società si trovano sempre più spesso a confrontarsi con modelli culturali contrastanti nel corso dell esperienza quotidiana, il che genera forme di conflitto di identità e dissonanze di tipo cognitivo. Inoltre in condizioni di complessità sociale la cultura collettiva non solo sorgono nuove norme e valori, ma si genera anche un generale incremento del lavoro di interpretazione sulle norme già esistenti, consicchè diventa sempre più difficile la comprensione dei comportamenti in termini di conformità morale e giudirica 12

13 Dimensione oggettiva e soggettiva La cultura è collettiva in quanto le proposizioni da cui è costituita sono codificate entro rappresentazioni di gruppi sociali, entro segni e simboli riferibili a collettività. La cultura è oggettiva nel senso che il suo significato è accessibile e comunicabile anche a chi non appartiene alla collettività. La cultura è soggettiva quando si fa riferimento alle interpretazioni personali che ognuno è in grado di fornire di un valore, un simbolo, una credenza e alle dinamiche psicologiche che ne consentono l appropriazione da parte degli individui. Non tutti i sociologici, in particolare Durkheim, sono d accordo sul fatto che la cultura possa avere un carattere soggettivo in quanto sono impegnati nello stabilire l autonomia della sociologia come scienza del collettivo dalla psicologia. Altri sociologici invece hanno ritenuto che della cultura si possa analizzare anche la dimensione soggettiva in quanto esisterebbe un livello soggettivo della cultura formato dalle rappresentazioni mentali degli attori sociali, il cui significato può essere conscio o inconscio, ma che costituisce ciò che i soggetti intendono e interpretato delle rappresentazioni e dei simboli culturali. La differenza è tra imparare una cultura ed esservi stato socializzato: solo quest ultimo processo implica che i valori, le norme, le credenze di una cultura entrino davvero a far parte dell esperienza personale del soggetto e vengano ritenute vere, giuste, appropriate. Ad esempio un studioso del buddismo può aver studiato le dottrine e conoscere questa religione meglio di un buddista praticante. Dimensione esplicita e implicita Vi è una Cultura tacita, non detta, che fa riferimento a quei giudizi che i membri di un gruppo sociale esprimono in maniera regolare, ma che non sono sempre in grado di argomentare o di esplicitarne i criteri sottesi. Cultura esplicita: è quella tematizzata e ampiamente divulgata. Molte norme e regole sociali quotidiane si collocano prevalentemente a livello implicito (ad esempio quando riteniamo offensiva una parola o un comportamento che violi un comune sentimento di convivenza, ma non sappiamo dire su quale criterio si basa la nostra riprovazione). 13

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