MONZA E BRIANZA PROGETTO STRATEGICO DI MARKETING TERRITORIALE PER L INVESTITORE IMMOBILIARE

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1 MONZA E BRIANZA PROGETTO STRATEGICO DI MARKETING TERRITORIALE PER L INVESTITORE IMMOBILIARE

2 Lo studio è stato realizzato da Marialuisa Del Gatto, Anna Gornati e Annalisa Stampais con il coordinamento scientifico di Marzia Morena - Dipartimento BEST del Politecnico di Milano e la collaborazione di Angela Airoldi CERTeT - Università L. Bocconi 2

3 INDICE Premessa... 5 PARTE 1: INQUADRAMENTO AL TEMA DELLA COMPETITIVITÀ TERRITORIALE PER GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI 7 1 LA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA: ASPETTI TERRITORIALI E SOCIOECONOMICI Inquadramento territoriale Uso del suolo e sistema insediativo Inquadramento demografico Principali indici di struttura Il sistema produttivo Le eccellenze produttive La filiera del legno-arredo Il settore High Tech Le principali infrastrutture e l accessibilità Elementi di attrattività del territorio brianzolo e aspetti di criticità Beni artistici, verde e poli di servizio Fattori di forza Opportunità Criticità IL MARKETING TERRITORIALE: MOTIVAZIONI, OBIETTIVI E STRATEGIE Il marketing territoriale, per quale investitore? Le motivazioni degli investimenti Il ruolo della PA nell attrazione degli investimenti Il posizionamento del territorio coniugato con l offerta territoriale L attrazione di investimenti in Europa e in Italia Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) I principali investitori I principali settori di investimento Le potenzialità nell attrazione di investimenti Le città più attrattive I principali canali di informazione per l investimento I fattori chiave per l attrazione degli investimenti sul territorio Accesso al mercato e alla clientela Infrastrutture tecnologiche avanzate Qualità del settore immobiliare Personale qualificato e costo del lavoro Capitale umano/talenti Ricerca & Sviluppo Sistema amministrativo, finanziario, giudiziario e fiscalità Sistema educativo/formativo Qualità della vita Focus sui principali settori di investimento Settore industriale Le imprese multinazionali in provincia di Monza e Brianza: ragioni ed esiti della scelta insediativa Il livello di internazionalizzazione della Lombardia Il livello di internazionalizzazione della provincia di Monza e Brianza I fattori chiave che hanno attratto imprese multinazionali sul territorio provinciale

4 3 BEST PRACTICE Vantaggio competitivo architettonico Bilbao, Spagna New Castle and Gateshead, Regno Unito Birmingham, Regno Unito Valencia, Spagna Sintesi delle leve di sviluppo Vantaggio competitivo culturale Linz, Austria Liverpool, Regno Unito Sintesi delle leve di sviluppo Vantaggio competitivo tecnologico/produttivo Dortmund, Ruhr - Germania Distretto di Sophia-Antipolis - Nizza, Francia Sintesi delle leve di sviluppo Vantaggio competitivo infrastrutturale e della mobilità Barcellona, Spagna e il progetto Bicing Mobilità e progetto Vèlib Parigi, Francia Sintesi delle leve di sviluppo Vantaggio competitivo istituzionale DATAR (Délégation interministérielle à l Aménagement du Territoire et à l Attractivité Régionale ), Francia ADERLY, Lione Francia WDA (Welsh Development Agency), Regno Unito GLASGOW ACTION, Glasgow -Regno Unito IDAL (Investment Development Authority del Libano), Libano ISPAT (Investment Support and Promotion Agency of Turkey), Turchia Sintesi delle leve di sviluppo PARTE 2: L ATTRATTIVITÀ DI MONZA E BRIANZA E PROPOSTE DI MARKETING STRATEGICO 99 4 LE SPECIFICITÀ DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA PER L ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI Attrattori culturali e naturali Attrattori sportivi Attrattori economici e produttivi CONTESTUALIZZAZIONE ALLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA DEI FATTORI CHIAVE PER L ATTRATTIVITÀ Misurazione dell attrattività della provincia di Monza e Brianza Descrizione del sistema sintetico di misurazione utilizzato Variabili individuate per il calcolo dell indice sintetico dei fattori chiave Sintesi della misurazione: fattori chiave trainanti e frenanti lo sviluppo della provincia di Monza e Brianza Misurazione dell attrattività delle aree disponibili per gli investimenti Descrizione del sistema sintetico di misurazione utilizzato Monza, Ex-Ospedale San Gerardo Vimercate, Ex-Ospedale Civile di Vimercate Limbiate, Ex-Ospedale psichiatrico Sintesi dei risultati: aree a confronto PROPOSTE DI MARKETING STRATEGICO La strategia di marketing territoriale Vision Obiettivi strategici Linee di intervento

5 PREMESSA Le aree urbane ed i loro territori di riferimento, indipendentemente dalla loro dimensione, si trovano oggi inserite a tutti gli effetti in un nuovo clima competitivo che ha origine nella crescente internazionalizzazione e globalizzazione dei mercati, dei sistemi produttivi, della società Per sostenere le nuove sfide competitive occorre non solo e non tanto dotarsi di alcuni elementi infrastrutturali divenuti imprescindibili, quanto e soprattutto di una mentalità e di uno stile decisionale nuovo. In questo contesto, le Amministrazioni locali sono chiamate a divenire soggetto strategico, capace di individuare un proprio ruolo, solido e innovativo, all interno del panorama competitivo internazionale e di perseguirlo attraverso l attivazione di tutte le risorse che sono in grado di reperire e di tutte le energie progettuali che possono essere mobilitate. Un altro fenomeno di rilievo che caratterizza questi anni riguarda l accelerazione del cambiamento strutturale e il suo impatto territoriale. I processi di de-industrializzazione urbana in senso lato, come riduzione degli occupati e degli spazi adibiti alla produzione industriale procedono ad una velocità tale che non è più pensabile una loro metabolizzazione spontanea sia nel senso della difesa del benessere collettivo locale (disoccupazione) che della efficiente gestione del territorio (i vuoti urbani). Il territorio e la sua governance devono dunque impegnarsi in politiche di intervento esplicito e devono necessariamente fare riferimento anche a forze esterne. Un ulteriore fattore che richiama la necessità di una nuova pianificazione strategica è connesso all affermarsi di settori avanzati, che operano nel secondario e nel terziario, ad alta intensità di informazione e che hanno, proprio per questa loro ultima caratteristica, una forte predilezione per un ambiente urbano di elevata qualità. La cattura di queste nuove attività appare oggi come cruciale per le possibilità di sviluppo di medio e lungo periodo delle aree metropolitane. La programmazione strategica dello sviluppo è, per sua natura, un attività orientata a definire il posizionamento del sistema economico locale nel contesto nazionale/internazionale e a costruire uno scenario evolutivo della città e del suo territorio a partire dalle risorse disponibili e attivabili, nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nello stesso tempo tale programmazione è finalizzata ad individuare gli operatori target verso cui indirizzare l offerta presente sul territorio e le azioni di promozione necessarie per raggiungerli in modo efficiente ed efficace. Un processo di programmazione di questo tipo ha come punto di riferimento la centralità del territorio: orientamenti e strategie delineano una matrice di riferimento entro la quale vengono ordinate, secondo priorità condivise, le azioni da compiere e i progetti ritenuti più importanti per lo sviluppo di una città, Monza in questo caso, che coordina e incentiva tutte le potenzialità e le istanze della propria area di riferimento. Uno degli elementi fondanti di un tale processo di programmazione è il marketing territoriale, inteso come insieme di strumenti attivati dai policy maker presenti sul territorio per raggiungere potenziali investitori individuati in base alle potenzialità del territorio e al percorso di sviluppo che si intende perseguire. Il presente studio, promosso dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con la Provincia, ha come riferimento l investitore immobiliare, considerato nei diversi ruoli che può assumere e quindi facendo riferimento alla pluralità di attori che concorre alla progettazione, al finanziamento e alla realizzazione di operazioni immobiliari che, spesso, rappresentano un passaggio obbligato nel percorso che porta alla localizzazione di nuove realtà produttive o alla riqualificazione di parti più o meno ampie di tessuto urbano. Per la provincia di Monza e Brianza una iniziativa di questo tipo acquista un carattere di particolare rilievo e lungimiranza: pur appartenendo a pieno titolo all area di influenza di Milano, Monza e la sua provincia sono 5

6 consapevoli delle proprie peculiarità e potenzialità e cercano un loro percorso di sviluppo il più possibile autonomo e coerente con la realtà che le circonda. Lo studio ha, tra i suoi obiettivi, quello di interpretare e rispondere al meglio alle sollecitazioni formulate dagli enti promotori che, cogliendo la portata delle trasformazioni in atto e le possibili minacce che ne possono derivare per la competitività della provincia monzese, ritengono opportuno individuare idee/proposte per assicurare alla città uno sviluppo coerente con le potenzialità attuali e creare i presupposti per una crescita innovativa. Una strategia di sviluppo, infatti, può essere implementata non solo puntando sugli elementi di forza esistenti, ma anche facendo emergere possibili punti di forza oggi latenti o non sfruttati al meglio: occorre, insomma, immaginare il futuro, valorizzando in primo luogo ciò che esiste, ma anche generando e dando spazio a spinte innovative, in grado di dare luogo ad un circolo virtuoso in grado di promuovere un ulteriore sviluppo del territorio e di assicurare e potenziare il suo ruolo di primo piano rispetto ad alcune funzioni nelle quali ha oggi una posizione competitiva non secondaria: polo per la ricerca e la tecnologia, luogo di residenza qualificata, sistema produttivo che coniuga tradizione e innovazione solo per citare le più evidenti. Elemento propedeutico ad azioni di marketing territoriale è una approfondita conoscenza dell ambito di riferimento: lo studio prende così avvio da una ricognizione degli aspetti territoriali e delle trasformazioni in atto nella struttura demografica e nel sistema produttivo, evidenziando gli elementi che rappresentano punti di forza, opportunità da cogliere e criticità da superare. In seconda battuta si è proceduto ad individuare il posizionamento del territorio provinciale contestualizzandolo, da un lato, rispetto alle diverse tipologie di investitori, dall altro in relazione ai fattori chiave per l attrazione degli investimenti. Questi ultimi sono stati individuati facendo riferimento ad un ampia letteratura sui temi della competitività urbana e territoriale e sulla scorta delle informazioni messe a disposizione da una serie di indagini internazionali che, valutando la capacità competitiva delle diverse aree metropolitane, ne mettono a fuoco la posizione in un ranking europeo o mondiale, di volta in volta organizzato in base ad una o più variabili rilevanti per gli investitori. Un intero capitolo è dedicato ad iniziative che, all estero, hanno contribuito, spesso in misura significativa, allo sviluppo di aree urbane, in alcuni casi avviate lungo un percorso di declino che sembrava inarrestabile, riuscendo invece a ridare loro capacità competitiva e nuova attrattività. Le esperienze raccolte hanno portata diversa sia per la consistenza degli investimenti richiesti che per l area di riferimento, ma tutte rappresentano sfaccettature di possibili iniziative di successo per migliorare il posizionamento competitivo della città. La seconda parte dello studio, facendo tesoro di quanto emerso dalle analisi svolte, evidenzia, in forma di schede analitiche, i fattori di attrazione presenti sul territorio di Monza e Brianza e che possono facilmente diventare fattori di sviluppo se messi a sistema (i Parchi e le ville storiche), rinnovati e rifunzionalizzati (l Autodromo di Monza), promossi in Italia e, soprattutto, all estero per la loro specializzazione e peculiarità (i poli tecnologici). Coniugando le variabili emerse come punto di riferimento per la valutazione della competitività di un area con le specificità della provincia di Monza e Brianza, viene poi messo a punto uno strumento di stima del livello di attrattività complessiva del territorio che restituisce una misura della sua competitività, declinata secondo parametri comuni e riconosciuti dagli investitori internazionali perché riferiti a quei fattori che concorrono a determinare le scelte localizzative di operatori immobiliari e non. Gli indicatori così ottenuti evidenziano un posizionamento decisamente positivo per la provincia che in ben dieci casi su dodici presenta valori superiori al benchmark di riferimento, con valori particolarmente significativi in relazione all accesso al potenziale mercato dell investitore e per il sistema educativo e formativo. Gli indicatori che evidenziano situazioni di criticità sono per lo più legati a fattori condizionati dal sistema paese : i valori negativi, infatti, derivano dalle inefficienze della pubblica amministrazione, del sistema finanziario e giudiziario o dalla pressione fiscale; dalla dotazione di infrastrutture di base spesso insufficiente non tanto in termini di strutture, ma di livello dei servizi; dall offerta di personale qualificato, in buon parte condizionato dal costo del lavoro. Il sistema di valutazione della competitività è stato applicato a tre aree dismesse (o suscettibili di un miglior utilizzo) dei comuni di Monza, Vimercate e Limbiate. L applicazione dello strumento alle tre aree, individuate dal committente per il loro carattere pubblico e perché rappresentative dei tre ambiti in cui è tradizionalmente suddivisa la provincia, dimostra la sua funzionalità ai fine di azioni di marketing territoriale, fornendo per ciascuna di esse una scheda con le informazioni di base richieste dagli investitori e che permette un immediato confronto tra le opportunità proposte. Nella consapevolezza che una qualsiasi strategia di marketing territoriale non può che essere perseguita con la partecipazione dei portatori di interesse presenti sul territorio che si vuole promuovere, le azioni proposte hanno come presupposto la costituzione di una struttura estremamente snella, appoggiata ad uno o più enti promotori così da ridurre al minimo i costi, che individui e coordini le azioni di promozione strategica. Qualsiasi iniziativa che non sia espressione di tutto il sistema locale (o quanto meno della sua maggioranza più significativa) è inutile e non ha nessuna possibilità di successo negli attuali schemi della competizione globale. 6

7 PARTE 1: INQUADRAMENTO AL TEMA DELLA COMPETITIVITÀ TERRITORIALE PER GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI 7

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9 1 LA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA: ASPETTI TERRITORIALI E SOCIOECONOMICI 1.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE La provincia di Monza e Brianza, provincia italiana della Lombardia istituita l 11 giugno 2004 e divenuta operativa nel giugno 2009, si estende su una superficie di 405,57 kmq con oltre abitanti, comprende 55 comuni e confina a Nord con la provincia di Lecco e di Como, a Ovest con la provincia di Varese, ad Est con la provincia di Bergamo e con la provincia di Milano, con cui confina anche a Sud. Agrate Brianza Aicurzio Albiate Arcore Barlassina Bellusco Bernareggio Besana in Brianza Biassono Bovisio-Masciago Briosco Brugherio Burago di Molgora Busnago Camparada Caponago Carate Brianza Carnate Cavenago di Brianza Ceriano Laghetto Cesano Maderno Cogliate Concorezzo Cornate d'adda Correzzana Desio Giussano Lazzate Lentate sul Seveso Lesmo Limbiate Lissone Macherio Meda Mezzago Misinto Monza Muggiò Nova Milanese Ornago Renate Roncello Ronco Briantino Seregno Seveso Sovico Sulbiate Triuggio Usmate Velate Varedo Vedano al Lambro Veduggio con Colzano Verano Brianza Villasanta Vimercate Fig. 1.1 Comuni della Provincia di Monza e Brianza Fonte: Provincia di Monza e Brianza, PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 22 dicembre

10 Fig. 1.2 Aree omogenee per mobilità e struttura socioeconomica nella provincia di Monza e Brianza Fonte: Immagine tratta da CCIAA Monza Brianza Rilevazione dei prezzi degli immobili Uso del suolo e sistema insediativo La provincia di Monza e Brianza presenta un alta densità insediativa e livelli di urbanizzazione e consumo del suolo piuttosto elevati, condizioni di reale criticità per il territorio tali da essere oggetto di dibattito politico e tema centrale nelle pianificazioni delle strategie di governo del territorio. La notevole densità ed utilizzo del suolo si riscontra soprattutto nel centro urbanizzato, mentre la zona di Vimercate presenta aree prevalentemente di tipo agricolo. La zona occidentale si colloca in posizione intermedia, con una netta distinzione tra i comuni ad Ovest e ad Est delle Groane. Nella figura 1.3 sono evidenziate le aree distinte secondo il grado di occupazione del suolo ed il relativo indice di saturazione: l area colorata in rosa comprende tutti i comuni (22 su 55) con un livello di saturazione pari al 70%, valore che supera la soglia comunemente considerata accettabile (50%). 10

11 Fig. 1.3 Grado di occupazione urbana per settori territoriali Fonte: Provincia di Monza e Brianza, PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 22 dicembre Graf. 1.1 Grado di occupazione urbana per settori territoriali Nota: il grafico confronta ed ordina, secondo un sistema decrescente, il grado di urbanizzazione di ogni singolo comune, suddivisi per aree omogenee di appartenenza. Fonte: Provincia di Monza e Brianza, PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 22 dicembre

12 Analizzando l utilizzo di suolo per singola funzione urbana secondo la suddivisone territoriale per aree omogenee si denota che, nel complesso, la maggior parte è destinato alla residenza (56%) seguita da funzioni di tipo produttivo ed infine da infrastrutture e verde urbano (11%). Complessivamente ogni abitante occupa circa 250 mq di aree urbana, con una differenza significativa tra la zona centrale più densamente popolata e la parte centrale più a bassa densità. Tab. 1.1 Popolazione, densità ed utilizzo del suolo per funzioni urbane. Valori assoluti Settore Popolazione residente al 31/12/2009 Ab/kmq Residenza Produttivo Servizi, infrastrutture, altro Parchi, giardini, sport Urbano totale Ovest Centro Est Totale Fonte: Provincia di Monza e Brianza, PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 22 dicembre Tab. 1.2 Popolazione, densità ed utilizzo del suolo per funzioni urbane Settore Residenza Produttivo Servizi, infrastrutture, altro Parchi, giardini, sport Ovest 63% 21% 9% 8% Centro 53% 22% 11% 14% Est 54% 27% 12% 8% Totale 56% 23% 11% 11% Fonte: Provincia di Monza e Brianza, PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 22 dicembre INQUADRAMENTO DEMOGRAFICO A fine 2010 la popolazione residente in provincia di Monza e Brianza 1 è di unità, pari all 8,6% di quella regionale, a fronte di un territorio che corrisponde solo all 1,7%: la densità demografica supera i abitanti per chilometro quadrato, molto elevata rispetto alla media regionale (415,7 abitanti per chilometro quadrato) che fa peraltro riferimento ad una superficie che comprende vaste aree montane, poco o per nulla abitate. Nel decennio la popolazione residente nella provincia di Monza e Brianza è cresciuta di unità, pari ad un aumento del 10,8%, quasi il 45% di tale incremento è avvenuto negli ultimi 4 anni, segnando una tenuta dell attrattività del territorio. L incremento della popolazione supera, seppure di un solo punto percentuale, il tasso di crescita regionale (+9,8%). In particolare, nel corso del 2010, la popolazione residente è aumentata complessivamente di unità, pari a una variazione percentuale dell 1,1% rispetto al 2009, confermando la tendenza, già verificatasi in passato, che vede il maggior sviluppo dei comuni più piccoli. Superiore la crescita della popolazione straniera che, nel 2010, è aumentata dell 11,3% rispetto all anno precedente e rappresenta oggi il 7,6% di quella residente nell area brianzola; una percentuale quest ultima che, sebbene ancora inferiore al dato regionale (10,7%), risulta in crescita rispetto agli anni precedenti. Nel decennio considerato la variazione positiva della popolazione è decisamente più marcata nei comuni della provincia diversi dal capoluogo: se a Monza, infatti, la variazione è pari a +2,2%, negli altri comuni raggiunge il +12, 4%: oltre residenti in più. I nuclei familiari sono passati da circa nel 2002 a quasi nel 2010 con un incremento del 14%,valore decisamente superiore a quello medio regionale (fermo a +11,6%) ed è stato più consistente, naturalmente, negli altri comuni della provincia (+15,7%) rispetto a quanto avvenuto nella città di Monza, dove le famiglie sono aumentate solo del 5,3%. Da segnalare che tali incrementi non sembrano attribuibili ad una particolare frantumazione delle famiglie: il numero medio dei componenti, che in provincia si attesta su 2,4 persone, è perfettamente in linea sia con il dato regionale che con quello nazionale, non evidenziando dunque particolari criticità nei trend. 1 La recente costituzione della Provincia ed i cambiamenti intervenuti rispetto alla sua originaria composizione amministrativa rendono non disponibili alcuni dati. In tal caso sono utilizzati i dati relativi alla provincia di Milano che, per contiguità storica e geografica, non presenta sostanziali discrepanze di contesto rispetto alla provincia di Monza e Brianza. Ovviamente l eventuale variazione nel riferimento territoriale è debitamente segnalata. 12

13 Tab. 1.3 Popolazione residente e variazioni percentuali per ambiti territoriali Monza città Altri comuni provincia Provincia MB Lombardia Italia Popolazione residente Popolazione residente Popolazione residente Variazione % popolazione ,1 6,9 6,0 5,7 3,7 Variazione % popolazione ,0 5,1 4,5 3,9 2,5 Variazione % popolazione ,2 12,4 10,8 9,8 6,4 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Tab. 1.4 Nuclei familiari: consistenza, variazioni percentuali e numero dei componenti per ambiti territoriali Monza città Altri comuni provincia Provincia MB Lombardia Italia Nuclei familiari (2001) Nuclei familiari (2010) Variazione % nuclei familiari ,3 15,7 14,0 11,6 56,1 Numero medio componenti nuclei (2003) 2,4 2,5 2,5 2,4 2,5 Numero medio componenti nuclei (2010) 2,3 2,4 2,4 2,3 2,4 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Buono il tasso di natalità, soprattutto a livello provinciale dove si attesta al 10%, mentre nel capoluogo risulta di un punto inferiore alla media regionale, segno che le giovani famiglie tendono a localizzarsi prevalentemente fuori dalla grande città dove trovano prezzi inferiori e, forse, maggiori servizi alla famiglia. In leggero aumento il tasso di mortalità che rimane comunque inferiore a quello lombardo e, soprattutto, italiano: di nuovo la media provinciale (8,2) è più positiva di quella registrata nel capoluogo (9,5). Il risultato dei due rapporti si traduce in un lusinghiero tasso di crescita naturale (su abitanti) pari a 1,8 a fronte di un più contenuto 0,8 rilevato a livello regionale e al valore negativo ( 0,4) che caratterizza il dato nazionale. Negativo ( 0,6) risulta anche il tasso di crescita naturale di Monza città, segno di un progressivo impoverimento demografico del capoluogo. Tab. 1.5 Natalità, mortalità e crescita naturale per ambiti territoriali. Tassi calcolati su mille abitanti Monza città Provincia MB Lombardia Italia Tasso di natalità (2002) 9,5 9,7 9,5 9,2 Tasso di natalità (2010) 8,9 10,0 9,9 9,3 Tasso di mortalità (2002) 9,0 8,0 9,4 9,8 Tasso di mortalità (2010) 9,5 8,2 9,1 9,7 Tasso di crescita naturale (su ab.) (2002) 0,5 1,7 0,1-0,3 Tasso di crescita naturale (su ab.) (2010) -0,6 1,8 0,8-0,4 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Il saldo migratorio, ovvero la differenza tra i nuovi cittadini italiani iscritti all anagrafe locale provenienti da altri comuni e quelli che hanno lasciato i comuni brianzoli per altre province, è leggermente negativo nel decennio considerato: si tratta di circa 150 persone in meno che corrispondono ad un 2%, in controtendenza rispetto a quanto avviene in Monza città dove invece i nuovi arrivati nel decennio sono 174, pari ad un incremento del 16,3%. 13

14 Tab. 1.6 Bilancio demografico per ambiti territoriali Monza città Provincia MB Lombardia Italia Saldo migratorio (2002) Saldo migratorio (2010) Variazione % saldo migratorio ,3-2,0 13,6-10,1 Tasso migratorio (su abitanti) (2002) 8,9 9,8 8,1 6,1 Tasso migratorio (su abitanti) (2010) 10,2 8,7 8,5 5,2 Tasso di crescita totale (su abitanti) ,4 11,5 8,3 5,7 Tasso di crescita totale (su abitanti) ,6 10,6 9,3 4,7 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat In provincia i residenti stranieri sono passati da nel 2002 a con un incremento superiore al 61%, decisamente più elevato del corrispondente dato regionale (fermo al 47,5%) e anche a quello nazionale (+58,6). L aumento è stato meno marcato in Monza città (+45,1) dove i residenti di origine estera rappresentano però il 9,6% degli abitanti totali, a fronte di una incidenza inferiore al 7% in media provinciale. In Monza si concentra comunque oltre il 20% dei cittadini stranieri presenti in provincia, in diminuzione rispetto al 22,4% del Sia in provincia che nel capoluogo è diminuita in misura pressoché uguale l incidenza dei maschi sul totale dei cittadini stranieri che oggi, in entrambi gli ambiti territoriali, si aggira attorno al 50%: segno evidente che sta aumentando la quota di donne straniere, probabilmente impegnate nella cura della persona o della casa, a scapito di una immigrazione più rivolta al tradizionale mercato del lavoro. Tab. 1.7 Cittadini stranieri per ambiti territoriali Monza città Provincia MB Lombardia Italia Residenti stranieri al Residenti stranieri al Variazione % residenti stranieri ( ) 45,1 61,1 47,5 58,6 % stranieri su popolazione (2005) 6,6 4,5 7,0 4,5 % stranieri su popolazione (2009) 9,6 6,9 10,0 7,0 Nati in Italia al % popolazione maschile straniera (2005) 51,3 52,3 53,1 50,6 % popolazione maschile straniera (2009) 49,5 50,7 51,3 48,7 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Tab. 1.8 Reddito medio risultante dalle dichiarazioni IRPEF, reddito medio per abitante e variazioni per ambiti territoriali Monza città Provincia MB Lombardia Italia Reddito medio dichiarato (2005) in euro Redito medio per abitante (2005) in euro Reddito medio dichiarato (2009) in euro Redito medio per abitante (2009) in euro Variazione % reddito medio dichiarato 10,7 11,8 11,8 13,0 Variazione % reddito medio per abitante 9,3 11,6 10,8 14,9 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Il reddito medio dichiarato 2 è passato in provincia da euro nel 2005 a con una variazione pari a quasi il 12%, inferiore a quella registrata a livello nazionale (+13%) a fronte però di valori assoluti decisamente più elevati in Brianza ( euro contro ). I valori assoluti risultano particolarmente elevati (e superiori alle medie degli 2 Si tratta del reddito imponibile delle persone fisiche ai fini delle addizionali IRPEF relativi all anno d imposta indicato. Elaborazione su dati del Ministero dell Economia e delle Finanze. 14

15 altri ambiti territoriali considerati) in Monza città dove l ultimo dato disponibile evidenzia un reddito medio dichiarato pari a euro circa euro in più rispetto alla media lombarda e un reddito medio per abitante pari a quasi euro: oltre euro in più rispetto al corrispondente dato regionale Principali indici di struttura L analisi di una serie di indicatori demografici ormai consolidati permette di cogliere le caratteristiche strutturali della popolazione di un territorio e di evidenziarne le peculiarità rispetto ad altri ambiti territoriali. L invecchiamento generalizzato della popolazione, fenomeno comune alla maggior parte dei paesi industrializzati, ha posto l accento sull indice di vecchiaia dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione della fascia di età 0-14 anni. Ovviamente valori superiori a 100 indicano una componente anziana superiore a quella dei giovanissimi: le indicazioni che ne derivano sono soprattutto indirizzate a fornire informazioni sul fabbisogno di servizi (in termini di scuole, sport, servizi alla persona, servizi assistenziali, sanitari, ecc.) presente in un determinato territorio. Il dato relativo alla provincia di Monza, pur rilevando la presenza di 132 anziani ogni 100 ragazzi, è decisamente positivo se confrontato con l indice lombardo (143) ed è interamente dovuto al positivo rapporto che si registra nei comuni della provincia diversi dal capoluogo dove, invece, il rapporto raggiunge il valore di 164: un indice decisamente elevato soprattutto se confrontato con il 127 relativo agli altri comuni. Un ulteriore indice particolarmente significativo è dato dal rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 e 65 e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni): l indice di carico sociale (o di dipendenza strutturale) misura il carico sociale ed economico teorico sulla popolazione attiva; valori superiori a 50 indicano una situazione di squilibrio generazionale in cui la popolazione attiva è chiamata a farsi carico di un numero non congruo di individui. In questo studio tale indice è calcolato considerando come non attiva, oltre agli ultra 65enni, la popolazione fino a 19 anni, età più aderente alle recenti dinamiche sociali caratterizzate da una maggiore scolarizzazione, considerando quindi attiva la popolazione da 20 a 65 anni. Nella media provinciale l indice così calcolato sfiora le 60 unità, in linea con quello regionale (61), ma più contenuto rispetto a quello nazionale che raggiunge il valore di 64, comune a quanto rilevato in Monza città. L indice di ricambio sociale è dato dal rapporto tra le persone potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro (60-64 anni) e quelle potenzialmente in età per entrarvi (15-19 anni). Anche in questo caso si è ritenuto opportuno, per tener conto sia della maggiore scolarizzazione che dello slittamento nel tempo dell entrata dei giovani nel mercato del lavoro, calcolare l indice con il denominatore dato dalla popolazione in età Valori dell indice molto superiori a 100 implicano una difficoltà del sistema produttivo locale a dare risposta al fabbisogno di forza lavoro, ferme restando le altre condizioni. In provincia di Monza tale indice è leggermente inferiore a quello medio regionale (121 rispetto a 123), ma decisamente più alto rispetto al corrispondente dato nazionale (106). Di nuovo, il merito del migliore andamento è da attribuirsi interamente ai comuni della provincia diversi dal capoluogo dove, infatti, l indice raggiunge il valore di 152. Tab. 1.9 Indici di struttura della popolazione nei diversi ambiti territoriali Indici al 2007 Monza Resto provincia Monza e Brianza Lombardia Italia Indice di vecchiaia 164,02 126,66 131,91 143,08 141,71 Indice di dipendenza o carico sociale 64,60 58,37 59,27 60,88 63,91 Indice di carico giovanile 28,73 29,74 29,59 29,19 31,22 Indice di carico anziani 35,87 28,63 29,68 31,70 32,69 Indice di ricambio 151,84 116,39 121,07 123,04 105,87 Indici al 2010 Indice di vecchiaia 166,31 127,94 133,18 141,11 144,50 Indice di dipendenza o carico sociale 68,84 60,84 61,95 63,05 64,40 Indice di carico giovanile 30,33 30,72 30,67 30,33 31,04 Indice di carico anziani 38,51 30,12 31,28 32,73 33,36 Indice di ricambio 149,33 135,95 137,77 138,05 122,03 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat Nel confronto con il 2007 tutti gli indici calcolati segnano un peggioramento, con variazioni pressoché simili, in tutti gli ambiti territoriali considerati. In particolare, per Monza città presenta un più marcato peggioramento l indice di carico sociale che aumenta di oltre 4 punti a fronte dei 2,5 in più negli altri ambiti territoriali, mentre migliora di 2,5 punti il valore dell indice di ricambio a scapito degli altri comuni della provincia che segnano un aggravamento di quasi 20 punti contro i 15/16 punti in più della media provinciale, regionale e nazionale. 15

16 Tra la popolazione residente in provincia di Monza e Brianza gli iscritti all università nell anno accademico 2010/2011 sono , pari all 8,9% della popolazione lombarda e al 2,23% dei residenti della provincia, valore leggermente superiore a quello medio regionale (2,16%) e di un solo decimale inferiore a quello milanese (2,32%). I residenti che si sono laureati nell anno accademico 2009/2010 sono IL SISTEMA PRODUTTIVO Il sistema produttivo della provincia di Monza e Brianza che conta oltre 90 mila attività fra sedi d impresa e unità locali, per la stragrande maggioranza composto di imprese di piccole e medie imprese, si sta ovviamente confrontando con la crisi globale che coinvolge l intero sistema paese e che negli ultimi mesi sta assumendo toni particolarmente gravi. La vocazione all esportazione che caratterizza molte aziende brianzole continua ad essere un opportunità: le indagini congiunturali relative al manifatturiero mostrano ancora ordini totali in crescita, anche se rallentata, con una variazione positiva dell 1,3% nel primo trimestre del 2011 e dell 1,8% nel secondo trimestre dell anno, grazie al contributo degli ordini esteri. Rimane preoccupante la situazione sul fronte dell occupazione per il quale il 2011 si è chiuso con un saldo negativo di unità, più contenuto rispetto allo scorso anno, ma probabilmente destinato a peggiorare nell immediato futuro. Il rapporto Brianza 2011 realizzato dall Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Confindustria Monza e Brianza fotografa una realtà brianzola tradizionalmente caratterizzata da una componente manifatturiera e una artigiana ancora radicate. Un territorio nel quale i giovani comunque scelgono ancora di mettersi in proprio e dal quale emergono, al contempo, nuove dinamiche di rilievo come una crescita costante del terziario con le imprese dei servizi che [nel 2010] incrementano del 2,9% rispetto allo scorso anno e un affermazione del fare impresa al femminile che con un +2,4% in un anno registra la migliore performance in Lombardia 3. A fine giugno 2011 il sistema produttivo della provincia di Monza e Brianza conta imprese attive (pari al 18,5% delle imprese lombarde), in crescita dell 1,1% rispetto all anno precedente (in Italia +0,02%). In particolare: le imprese attive nelle attività industriali rappresentano il 35,5% del totale provinciale, valore ben superiore al 26,3% della media italiana e che testimonia la vocazione ancora fortemente industriale della Brianza. Le attività strettamente manifatturiere contano imprese, pari al 15,5% delle attive provinciali e al 43,7% dell industria, mentre le costruzioni generalmente caratterizzate da una elevata frammentazione del tessuto produttivo anche nella provincia brianzola confermano, con imprese, il loro peso rilevante sull industria complessiva di cui rappresentano il 19,7% del totale delle imprese attive. Tra le imprese attive nel manifatturiero il comparto più rappresentato in termini assoluti è quello della fabbricazione di prodotti in metallo con imprese attive, seguito dalla fabbricazione di mobili (1.765 imprese). Consistente il numero di imprese attive che operano nei comparti dei servizi privati: sono quasi , raggiungendo il 62,8% dell intero tessuto produttivo brianzolo, superiore di oltre 10 punti percentuali alla media regionale 4 (di poco superiore al 50%) e di oltre 5 punti quella italiana (pari a 57,6%).In particolare, con imprese, il commercio rappresenta oltre un quarto (il 25,9%) dell intero sistema produttivo della provincia e la quota più consistente di imprese del terziario (41,8% del totale). Rilevanti le ricadute sul territorio e l importanza crescente all interno del sistema economico della grande distribuzione organizzata: a fine 2010 nei 55 comuni della provincia di Monza e Brianza sono presenti 249 strutture commerciali al dettaglio della grande distribuzione organizzata, che hanno registrato un aumento del 6,0% rispetto all anno precedente. Coprono complessivamente mq di superficie di vendita ed assorbono addetti, con una media di 29,1 addetti per esercizio. I supermercati rappresentano la tipologia prevalente (47,0%), seguono i minimarket, le grandi superfici specializzate, i grandi magazzini e gli ipermercati. Considerando i servizi bancari, i 484 sportelli appartenenti ai 5 istituti bancari presenti sul territorio brianzolo a fine 2010 confermano la buona copertura territoriale, anche se la densità degli sportelli in rapporto all utenza non raggiunge livelli elevati. In Brianza, ogni sportello bancario serve abitanti, un dato in miglioramento, ma ancora lontano dalla media regionale, dove ogni sportello serve abitanti. Nel 2010, il valore assoluto degli impieghi bancari della Brianza (22.910,3 milioni di euro) ha superato notevolmente i depositi (13.509,8 milioni di euro). L indice di assorbimento del credito da parte del sistema economico locale, ossia il rapporto tra impieghi e depositi bancari che rappresenta la capacità di reinvestimento in loco delle capacità di finanziamento raccolte dalle banche, registra un aumento, passando dal 143,5% del 2009 al 178,7% del Limitato il peso dell agricoltura che rappresenta solo l 1,7%, a fronte di un 16% in media nazionale. 3 Dalla prefazione del Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza al Rapporto Brianza Dato significativo dato che in tale media è ovviamente compresa anche Milano dove la presenza delle attività dei servizi è tra le più elevate in Italia. 16

17 L artigianato ricopre un ruolo particolarmente significativo nel tessuto produttivo brianzolo. Con imprese, il comparto artigiano rappresenta il 36,1% del totale delle imprese attive sul territorio e, a giugno 2011, rispetto all anno precedente, registra un aumento (+0,6%), dopo due anni di andamento negativo. L analisi settoriale evidenzia che le imprese artigiane in Brianza operano soprattutto nei settori delle attività manifatturiere e delle costruzioni, rappresentando rispettivamente il 26,6% e il 42,5% del totale delle imprese artigiane. Va peraltro sottolineato che, se da un lato il contributo dell artigianato è certamente positivo perché sottolinea la vivacità del tessuto imprenditoriale di un area e, spesso, si conferma come un luogo indispensabile per tramandare un saper fare che diventa strategico nelle produzioni a più alto valore aggiunto, dall altro rappresenta anche una rischiosa fragilità del sistema, trattandosi, in genere, di imprese con maggiori difficoltà nell accesso ai mercati, soprattutto a quelli internazionali, e al credito e una maggiore sensibilità alle difficoltà poste da una sfavorevole congiuntura. Tab Imprese attive nelle province lombarde. Valori assoluti ultimi anni e composizione % a giugno 2011 Province Giugno 2011 Peso % su tot. regionale Bergamo , Brescia , Como , Cremona , Lecco , Lodi , Mantova , Milano , Monza e Brianza , Pavia , Sondrio , Varese , Lombardia , Fonte: elaborazione su dati Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza Sempre a fine giugno 2011, il sistema produttivo della provincia di Monza e Brianza rappresenta il 7,7% dello stock di imprese attive in Lombardia collocandosi dopo Milano, Brescia e Bergamo, ma con peso pressoché uguale a quello di Varese, altra provincia a forte vocazione industriale. In termini di crescita della consistenza del sistema produttivo, la provincia di Monza e Brianza fa registrare variazioni positive, migliori anche della media regionale: le imprese attive crescono dello 0,5% nel 2009 e dello 0,6% nel 2010, a fronte di una stazionarietà a livello regionale e, a giugno 2011, è la prima provincia per variazione percentuale negli ultimi dodici mesi. Tab Imprese attive nelle province lombarde. Variazioni percentuali Province Giugno 2011/ giugno / / /2008 Bergamo 0,9% 0,6% 0,0% 0,6% Brescia 0,5% 0,6% 0,3% 1,0% Como 0,8% 0,9% -0,5% 0,4% Cremona -0,9% -0,6% 0,0% -0,6% Lecco 0,9% 0,6% -0,7% -0,1% Lodi -1,0% 0,1% -0,5% -0,4% Mantova -0,1% 0,0% -0,8% -0,8% Milano -0,1% -0,6% -1,5% -2,2% Monza e Brianza 1,1% 0,6% 0,5% 1,1% Pavia 0,1% -0,3% -0,9% -1,1% Sondrio -0,8% -0,7% -0,7% -1,4% Varese 0,9% 0,6% -2,8% -2,2% Lombardia 0,3% 0,0% -0,8% -0,8% Fonte: elaborazione su dati Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza 17

18 Il bollettino congiunturale 5 e relativo al trimestre luglio-settembre 2011 registra un aumento delle imprese rispetto al 3 trimestre 2010 (787 unità, +1,2%); crescita trainata prevalentemente dal settore dei servizi, con un incremento in valore assoluto di imprese, pari ad un +3,2%. In particolare, tra i principali comparti dei servizi, le attività di alloggio e ristorazione registrano una crescita del +6,7%; da sottolineare poi l interessante aumento del 4,9% da parte delle attività professionali scientifiche e tecniche. A livello congiunturale si conferma il trend positivo delle imprese attive, pari +0,4%, crescita che riguarda in misura maggiore le imprese dei servizi (+0,5%), e più lievemente le imprese dell industria (+0,2%) e quelle artigiane (+0,2%). A livello comunale, i comuni che registrano un maggiore incremento congiunturale delle imprese attive sono Busnago (+3,9%) e Lesmo (+1,9%); mentre il capoluogo risulta essere in perfetta media: +0,4%. Le imprese artigiane attive al 30 settembre 2011 sono corrispondenti al 36,1% delle imprese attive della provincia. Anche nell ultimo trimestre considerato le imprese artigiane risultano in crescita tendenziale dello 0,5%. Tra i settori artigiani più rilevanti, le costruzioni registrano un incremento tendenziale di +1%, mentre diminuiscono le imprese delle attività manifatturiere ( 0,3%), in particolare il comparto del legno-mobile ( 3,2%). Tra le altre attività artigiane, crescono le imprese della ristorazione (+7,6%), dei servizi di pulizia (+6,7%) e i parrucchieri (+1,8%), diminuiscono invece le imprese del trasporto di merci su strada ( 3,4%) e della riparazione di computer e di beni per uso personale ( 1,6%). La forma giuridica delle imprese attive rispecchia ulteriormente la frammentazione del tessuto produttivo e rischia di esserne anche motivo di estrema fragilità, che potrebbe diventare particolarmente grave nei periodi di crisi quale quello che stiamo attraversando: le imprese individuali rappresentano il 52% delle imprese attive, mentre le società di capitale, in genere più solide dal punto di vista organizzativo e finanziario, sono il 24%. Tab Imprese attive in provincia di Monza e Brianza per classe di natura giuridica al Graf. 1.2 Composizione % delle imprese attive in provincia di Monza e Brianza per classe di natura giuridica al Classe di natura giuridica Imprese attive Società di capitale Società di persone Imprese individuali Altre forme Totale Fonte: elaborazioni Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Fonte: elaborazioni Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Nel terzo trimestre 2011 le nuove imprese iscrittesi al Registro delle imprese sono 929 a fronte di 638 cessazioni (al netto delle cessazioni d ufficio), con un saldo positivo di 291 unità, corrispondente ad un tasso di crescita trimestrale dello 0,4%. Il saldo totale positivo è dovuto soprattutto al comparto dei servizi che registra un saldo pari a +202 imprese (+76 nel settore Commercio all ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli), mentre il comparto dell industria registra un segnale positivo più lieve: +91 unità, risultato di una crescita di 108 imprese nelle costruzioni e della chiusura di 17 unità produttive nel manifatturiero. Un importante aspetto da considerare e riconducibile alla diffusa imprenditorialità, è la capacità della Brianza di offrire opportunità di lavoro. Un indicazione, seppure non esaustiva, dell andamento del mercato del lavoro in Brianza è offerta dai dati sui flussi delle comunicazioni obbligatorie di avviamento e cessazione del lavoro dei Centri per l Impiego. Nel 2010, gli avviamenti sono stati , principalmente concentrati nel settore del commercio e servizi (71,3%) e in quello dell industria in senso stretto (19,9%); complessivamente gli avviamenti maschili sono maggiori di quelli femminili (54% contro 46%). Le cessazioni sono state , di cui il 66,5% nel commercio e servizi, e hanno riguardato in maggioranza uomini (56%). 5 Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, 3 bollettino luglio - settembre

19 Fig. 1.4 Incidenza percentuale delle imprese artigiane sulle imprese attive dei comuni della provincia di Monza e Brianza al 30 settembre 2011 Fonte: elaborazioni Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Tab Struttura produttiva della provincia: imprese attive, addetti, dimensione media e composizione % per settori di attività Settore di attività economica Imprese attive Addetti Dimensione media Imprese Incidenza % Addetti Agricoltura, silvicoltura e pesca ,3 1,5 0,6 Estrazione di minerali da cave e miniere ,8 0,0 0,1 Attività manifatturiere ,3 15,5 34,3 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata ,1 0,1 0,2 Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanam ,5 0,2 1,0 Costruzioni ,9 19,7 11,6 Commercio ingrosso e dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli ,4 25,8 19,0 Trasporto e magazzinaggio ,9 3,1 3,7 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione ,4 4,8 4,9 Servizi di informazione e comunicazione ,6 2,7 2,2 Attività finanziarie e assicurative ,0 2,5 2,2 Attività immobiliari ,5 9,1 1,5 Attività professionali, scientifiche e tecniche ,7 4,8 7,0 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese ,6 3,4 4,7 Ammin. pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 2 8 4,0 0,0 0,0 Istruzione ,9 0,4 0,8 Sanità e assistenza sociale ,4 0,8 2,4 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento ,3 0,8 0,6 Altre attività di servizi ,3 4,6 3,2 Imprese n.c ,5 0,2 0,0 Totale ,3 100,0 100,0 Fonte: elaborazione su dati Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza 19

20 Pur con le dovute cautele con le quali vanno utilizzati i dati tratti dal Registro delle imprese sul numero degli addetti alle imprese attive, a fine settembre 2011 si contano addetti alle imprese della provincia di Monza e Brianza: di questi il 56,4% risulta occupato in società di capitale e il 20,4% in imprese individuali. A livello settoriale, addetti, oltre il 47% del totale, operano in imprese industriali ed oltre il 34% in imprese manifatturiere che rappresentano il 15,5% del totale, con una dimensione media quindi pari a 7,3 addetti per azienda. Le imprese dei servizi privati, escluso il commercio, occupano addetti, poco più del 26% del totale: al loro interno spicca il numero di addetti alle attività professionali, scientifiche e tecniche che, con addetti, rappresentano il 7% degli addetti totali della provincia e quasi il 27% degli addetti ai servizi considerati. Il commercio occupa addetti, il 19% del totale provinciale con una media per esercizio pari a 2,4 addetti Le eccellenze produttive Il sistema produttivo della provincia è storicamente caratterizzato da alcune specializzazioni che ne hanno fatto un punto di riferimento nel panorama industriale italiano. La presenza di alcuni distretti industriali 6 espressione di alcune filiere produttive rappresenta un punto di forza in un tessuto produttivo altrimenti troppo frammentato per essere in grado di rispondere alle sfide economiche attuali. I distretti, infatti, nella loro canonica accezione, sono espressione di un sistema locale caratterizzato dalla presenza di un attività produttiva principale svolta da un insieme di piccole imprese indipendenti tra le quali vi sono rapporti di collaborazione che facilitano la circolazione delle informazioni, l emulazione, l innovazione tecnologica dal basso. Le imprese sono generalmente altamente specializzate in fasi diverse di uno stesso processo produttivo e svolgono, nel caso di imprese di servizi, attività strumentali alla filiera produttiva stessa. Proprio per l importanza che assumono le relazioni strutturate e sedimentate nel tempo, la cultura d impresa diffusa e la peculiare dinamica territoriale, questo particolare modello organizzativo-imprenditoriale consente di sviluppare delle sinergie che determinano una produzione più efficiente rispetto a quanto accadrebbe all interno di un singolo, grande stabilimento. La filiera, dando stabilità ai rapporti verticali tra i fornitori e i clienti, consente a decine o centinaia di imprese come accade nei distretti industriali di sommare le idee, le capacità, i capitali, i volumi produttivi che fanno parte della stessa catena produttiva 7. Del resto, a spingere e a spronare i distretti nel rispondere concretamente alla crisi, anche se in misura più o meno marcata, è stato il comune denominatore dell evoluzione che si è realizzata con il diffondersi delle reti d impresa che hanno fatto sistema, confermando i distretti come realtà territoriali oggi più che mai, punti di riferimento insostituibili 8 per l auspicata ripresa del paese. La provincia di Monza e Brianza è coinvolta in tre Distretti Industriali di tipo tradizionale: il Distretto n. 2 - lecchese (produzione e lavorazione metalli) che comprende i comuni di Besana in Brianza, Briosco, Renate, Veduggio con Colzano; il Distretto n. 9 - Est milanese (apparecchiature elettriche, elettroniche e medicali) con i comuni di Agrate Brianza, Burago di Molgora, Cavenago di Brianza, Concorezzo, Mezzago, Ornago, Vimercate; il Distretto n Brianza (mobili e arredo) che riguarda i comuni di Albiate, Arcore, Barlassina, Biassono, Bovisio Masciago, Carate Brianza, Cesano Maderno, Desio, Giussano, Lazzate, Lissone, Macherio, Meda, Misinto, Nova Milanese, Seregno, Seveso, Sovico, Varedo, Vedano al Lambro, Verano Brianza. Ampliando il classico concetto di distretto (area in cui si concentra una singola filiera produttiva omogenea), la Regione Lombardia ha introdotto con delibera del 5 ottobre 2001 i Distretti Tematici o Meta Distretti, aree tematiche d intervento non limitate territorialmente e caratterizzate da una forte integrazione fra diversi comparti presenti in comuni, anche distanti tra loro, in cui si concentrano imprese di una stessa filiera ritenuta strategica. Le aree tematiche individuate sono: Biotecnologie alimentari, Biotecnologie non alimentari, Moda, Design, Nuovi materiali, Information and Communication Technology (ICT): la provincia di Monza e Brianza è presente con il comune di Carnate nel Meta Distretto delle Biotecnologie alimentari; con i comuni di Agrate Brianza, Burago di Molgora, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Monza e Muggiò fa parte del Meta Distretto delle Biotecnologie non alimentari. Con un numero decisamente maggiore di comuni (Barlassina, Besana in Brianza, Biassono, Bovisio, Masciago, Briosco, Desio, Giussano, Lentate sul Seveso, Limbiate, Lissone, Misinto, Monza, Renate, Seregno, Seveso, Verano Brianza, Villasanta) la provincia di Monza e Brianza fa poi parte del Meta Distretto del design che comprende, 6 Il riconoscimento giuridico dello status di distretto industriale è stato sancito dalla LR 317 del 1991 (Interventi per l innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese); secondo queste disposizioni, vengono definiti distretti le aree territoriali locali caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese stesse e la popolazione residente, nonché alla specializzazione produttiva dell insieme delle unità produttive coinvolte. 7 AIP Associazione Italiana della Produzione (a cura di), Reti di impresa oltre i distretti, Il Sole 24 ORE, 2008, pag Osservatorio Nazionale Distretti Italiani, II Rapporto, Roma, 2011, pag

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