Accessibilità e barriere sensoriali.

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1 P A R T E P R I M A 1. In tutta la vigente legislazione per barriere architettoniche si intende: a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti; Accessibilità e barriere sensoriali. c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e, in particolare, per i non vedenti, gli ipovedenti e i sordi. Barriere architettoniche e barriere percettive. Analizzando questa definizione si può notare come, anche a livello normativo, si considerano sia le differenti condizioni fisiche dei potenziali utilizzatori, sia il concetto ampliato di barriera architettonica che tiene conto di elementi correlati a limitazioni percettive, oltre che fisiche, o alle particolari conformazioni degli oggetti e dei luoghi che possono risultare fonti di affaticamento, di disagio e di pericolo. La normativa italiana affronta, dunque, il tema delle barriere percettive come sviluppo ulteriore 63

2 I simboli dell accessibilità per le diverse disabilità Persone su sedia a ruote. 2 Disabili visivi. 3 Disabili uditivi. 4 Persone con ridotta o impedita capacità di movimento. 3 4 di accorgimenti e segnalazioni che permettono l orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, gli ipovedenti e i sordi. Risulta evidente come il concetto di barriera architettonica sia molto più esteso di quanto comunemente non si pensi. Per barriera architettonica si intende infatti anche la barriera percettiva. La norma evidenzia inoltre come le barriere architettoniche possono e devono essere considerate come un ostacolo per chiunque e quindi non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitori del bene. Di recente, la necessità di superare le barriere percettive nei luoghi di interesse culturale, ma anche negli ambiti urbani, è stata ribadita dal Decreto Ministeriale del 28 marzo 2008 Linee Guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturali. Le Linee Guida affrontano dettagliatamente il tema delle barriere percettive, sostanziando la trattazione per mezzo di buone pratiche arrivando a dimostrare concretamente che quanto previsto dal Decreto n del 1996 non rappresenta affatto una mera utopia, ma un radicale modo di porsi dinnanzi all annoso problema di consentire a tutti una piena accessibilità a luoghi come quelli di interesse culturale. Al concetto di accessibilità, di uno spazio o di un informazione, si collega l importante tema della tutela dei diritti e delle pari opportunità per le persone con disabilità, affrontato dalla Convenzione delle Nazioni Unite del La Convenzione si pone come obiettivo quello di promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte di persone con disabilità (articolo 1). Il tema dell accessibilità deve essere pertanto affrontato non solo in termini prescrittivi, così come indicato dalla normativa, ma anche e soprattutto in termini di diritti e di pari opportunità di tutte le persone alla piena partecipazione sociale

3 Fruibilità di beni e servizi. Per comprendere il senso pieno dei concetti di accessibilità e fruibilità è opportuno fare una breve analisi delle tappe normative e di sviluppo culturale del concetto di abbattimento degli ostacoli. La legislazione ha inizialmente distinto gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche fra quelli da eseguire in edifici privati, in edifici privati aperti al pubblico e in edifici pubblici. Per quanto riguarda gli edifici privati, i requisiti che di volta in volta devono essere soddisfatti variano in considerazione delle diverse tipologie di edificio e conseguentemente dalle attività che esso ospita. Per gli edifici privati, quelli di edilizia residenziale pubblica e quelli aperti al pubblico si applicano le disposizioni normative dettate dal Decreto Ministeriale, n. 236 del In particolare, all articolo 3 il decreto enumera i criteri generali di progettazione che sono dettagliatamente enucleati in tre livelli di qualità dello spazio costruito : accessibilità, visitabilità e adattabilità. Innanzitutto il decreto sopra citato enuncia le componenti dell edificio che debbono essere accessibili: nello specifico, gli spazi esterni e le parti comuni. Il requisito della visitabilità riguarda invece ogni unità immobiliare, qualsiasi sia la destinazione. Tale requisito si intende soddisfatto se sono accessibili il soggiorno o la zona pranzo, un servizio igienico e i relativi percorsi di accesso e di collegamento col resto della struttura. Mentre nelle unità immobiliari sede di riunioni o spettacoli all aperto come al chiuso e in quelle di ristorazione, tale requisito si intende soddisfatto se almeno una zona riservata al pubblico, oltre a un servizio igienico, sono accessibili. Inoltre, anche in questo caso, dev essere garantita l accessibilità degli spazi di relazione e dei servizi previsti all interno dell edificio. L adattabilità è un concetto che si risolve in se stesso, in quanto si sostanzia nella possibilità di modificare in futuro la struttura degli spazi in funzione delle esigenze dell utenza che, di volta in volta, vi si trova ad operare. Per edifici privati aperti al pubblico, si affronta, per di più, la questione dell eliminazione di quelle che la legislazione definisce barriere percettive. Per la prima volta, la volontà di progettare per chiunque viene messa in primo piano; il concetto stesso di edificio a misura di disabile è superato da quello di ideare e realizzare in funzione del soddisfacimento dei bisogni espressi, indotti e latenti dell utenza a cui ci si rivolge. Mediante la legislazione, le barriere percettive entrano a far parte del concetto più generale di barriere architettoniche. Attraverso la normativa quindi possiamo definire l accessibilità come la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. L accessibilità può essere intesa, anche in maniera più ampia, come l insieme delle caratteristiche spaziali, distributive e organizzativo-gestionali in grado di assicurare a chiunque l accesso ai luoghi e fruirne gli spazi, le attrezzature, gli oggetti. Da ciò appare più chiaro analogamente il concetto di fruibilità, inteso come l effettiva possibilità di utilizzazione di un ambiente o di un attrezzatura da parte di persone con disabilità anche se tale luogo non è stato esplicitamente progettato per tale scopo. Usabilità. 1 Dall analisi della legislazione, molto importante diventa la messa in chiaro del concetto di barriere percettive, individuate nelle situazioni di disagio o di conflitto comunicativo e che possono essere eliminate per mezzo di un incremento informativo. La loro natura 1 La norma ISO 9241, creata nel 1993, definisce l usabilità come il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d uso

4 immateriale, se da una parte le rende difficili da riconoscere dall altra consente, sia al progettista sia al fornitore di servizi, più ampi margini d intervento, sfruttando le sinergie che derivano dalle potenzialità insite in un ideazione che veicola i messaggi sfruttando più canali sensoriali. In pratica, per un cieco o un ipovedente, il problema non è tanto quello di eliminare i gradini o gli ostacoli, quanto quello di segnalarli; per il disabile visivo serve maggiore attenzione e cura sull aspetto emotional del servizio e del prodotto, in quanto quella condizione di disabilità invita a non considerare più le persone come semplici utenti, ma piuttosto come fruitori. Dell individuo-utente si considerano esclusivamente i bisogni, mentre dell individuo-fruitore si analizzano anche le aspirazioni e i desideri. Un servizio che voglia essere inclusivo dovrà quindi essere in grado di coniugare usabilità e piacevolezza per emozionare, anche esteticamente, in tutti i sensi, i fruitori. L accessibilità per un disabile visivo implica un accoglienza fatta di comunicazione, di descrizione dei luoghi e segnalazione di pericoli; di individuazione di percorsi e servizi, in sintesi, di incremento della comunicazione. Per questo ci pare utile sottolineare la presenza di quelle barriere immateriali definite come barriere comunicative e intese come qualsiasi ostacolo che si frappone, per le ragioni più svariate, anche involontariamente, tra due o più soggetti che stanno comunicando, a causa del quale ogni relazione può subire una forte compromissione e la comunicazione conseguentemente risultare inefficace. Perciò il disabile visivo ha più bisogno di cura nell informazione, anche strutturata, dei luoghi e dei servizi. Mobilità ed orientamento. Abbiamo finora messo in evidenza come per le persone con disabilità visiva oltre a superare le barriere architettoniche comunemente definite, si tratta di affrontare anche le barriere percettive e della comunicazione. Un ulteriore aspetto riguarda quello che possiamo definire le barriere della mobilità. Possiamo affermare che la mobilità è la capacità, abilità e disposizione a muoversi autonomamente in ambienti familiari e sconosciuti con la massima sicurezza, il minimo sforzo e il massimo rendimento. Muoversi nella propria casa, andare al lavoro, a scuola, al bar, al ristorante, fare compere, sbrigare commissioni per uffici, raggiungere luoghi di interesse e di ritrovo, attraversare strade, passeggiare, usare mezzi pubblici, viaggiare ed incontrare amici, sono solamente alcune tra le innumerevoli azioni che fanno parte della nostra quotidianità. Benché il disabile visivo abbia lo stesso diritto-dovere del vedente di provvedere in prima persona a se stesso e a muoversi autonomamente e libero, non sempre si trova nella possibilità di esercitare questo diritto e di far valere le proprie abilità. La cecità e l ipovisione possono pregiudicare la mobilità e la capacità di orientamento spaziale perché la specificità di tale minorazione risiede nella compromissione delle strutture e funzioni che permettono di rilevare informazioni a lunga distanza e conseguentemente di mettere in atto comportamenti anticipatori. Per una deambulazione sicura è necessario ricorrere ad ausili per la mobilità, (si veda il capitolo Gli Ausili ). Parte integrante della mobilità sicura è l orientamento, quel processo percettivo-cognitivo, mediante il quale il soggetto si mette in relazione con gli oggetti e soggetti del mondo circostante. In pratica, non è possibile muoversi senza sapere dove si è e dove si deve andare. La definizione del termine orientamento segue il significato della parola inglese wayfinding e viene spiegata da Romedi Passini come le strategie che le persone usano per trovare la giusta direzione in ambienti nuovi o familiari, basate sulla loro abilità e abitudini percettive e cognitive. 2 2 Romedi Passini, Paul Arthur, Wayfinding, People, Signs and Architecture, McGraw-Hill Book Company, New York,

5 Lo stesso autore classifica le strategie comportamentali basandole su 3 processi indipendenti: prendere una decisione che conduce l individuo ad un piano di azione per giungere a destinazione; eseguire la decisione, che converte il piano in un azione; mettere in atto il processo d informazione (include la percezione e la cognizione ambientale) che consente di ricorrere ai due processi precedenti. Le persone con disabilità visiva, non potendo contare su un approccio cognitivo basato sulla visione ovvero il cosiddetto approccio sintetico, da uno sguardo e via, si avvalgono di una conoscenza di tipo sequenziale-diacronico. Si deve ricomporre a livello mentale l immagine ambientale attraverso una serie di registrazioni successive, costruendo una mappa mnemonica organizzando gli stimoli percettivi di tipo uditivo, olfattivo, tattile, cinestesico, termico e visivo. Tra gli strumenti attualmente a disposizione di grande utilità per favorire la mobilità e la conoscenza dei luoghi ci sono le mappe tattili: ideali per la loro praticità, il relativo costo e la loro facilità di realizzazione e di uso (si veda il capitolo Soluzioni per la fruibilità ). La leggibilità di un testo. Il problema della leggibilità di un testo coinvolge milioni di persone: da chi ha grossi problemi visivi, come gli ipovedenti conclamati, a chi per la sua condizione normale di anziano, fino alla grande quantità di persone con ridotta capacità visiva (non conside

6 Questa frase usa un font con grazie: Non è vero che la natura sia così generosa, che levando un senso offre generosi compensi. ARIAL - Corpo 14 Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire, significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia. GARAMOND - Corpo 14 Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire, significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia. Questa frase usa un font senza grazie: Augusto Romagnoli TIMES NEW ROMAN - Corpo 14 Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire, significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia. Non è vero che la natura sia così generosa, che levando un senso offre generosi compensi. Augusto Romagnoli (in inglese serif o sans serif), dal rapporto dimensionale tra l altezza e la larghezza dei caratteri, dalla spaziatura costante o variabile tra i singoli caratteri, dallo spazio tra due linee di testo, dalla lunghezza della riga di testo, dall impaginazione complessiva. Ci limitiamo comunque in questo ambito a considerare soltanto la dimensione o il corpo, ricordando che font diverse con uguale corpo possono dar luogo a caratteri che appaiono di dimensione diversa, come in questi esempi: la dimensione del carattere è un fattore non trascurabile, ma dipende dalle modalità di lettura previste e dall utilizzo del testo: un menu o una didascalia dovrebbero essere scritte almeno in corpo 16. Un pannello, al quale ci si può avvicinare per leggere dovrebbe essere all incirca corpo 28. Un pannello da leggersi almeno ad una distanza di 1 metro, dovrebbe essere in corpo 50 (per un utente con una ipovisione lieve); alcune indicazioni generali da prendere in considerazione per una grafica leggibile e comprensibile sono indicate da Flavio Fogarolo in Questione di leggibilità. L autore suggerisce un collaudo di accessibilità per testi scritti in minuscolo: coprire la metà inferiore del corpo delle minuscole e verificare se il lettore riesce a decifrare il testo. L occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo superiore; questo serve anche a sfatare il luogo comune che attribuisce una maggiore leggibilità ai testi maiuscoli; 72 73

7 l occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo superiore; l occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo inferiore; L OCCHIO RICONOSCE I SEGNI ANALIZZANDONE IN PREVALENZA IL TERZO SUPERIORE; risulta ben evidente come da questo punto di vista un testo maiuscolo sia assai meno dettagliato e dia dunque minori informazioni di un testo minuscolo. È invece preferibile usare il maiuscolo per testi brevi o per la segnaletica: mentre per testi lunghi risulta più leggibile un testo con caratteri minuscoli e con le grazie. (Per i testi al computer, invece, è più opportuno usare font senza grazie); fondamentale per favorire la leggibilità del testo è non usare ombreggiature, contorni o effetti rilievo; evitare caratteri troppo verticali, nei quali tenda a prevalere l altezza sulla larghezza: nel caso di difetti visivi (ad esempio di astigmatismo) la loro forma rischia più facilmente di risultare deformata, tanto da comprometterne la leggibilità. Va evitato il ricorso al corsivo; un altro elemento importante da considerare è il contrasto testo-sfondo. Lo sfondo deve essere uniforme, senza filigrana, sfumature o differenze di colore e soprattutto senza decorazioni e immagini, che costituiscono una vera e propria barriera percettiva; il contrasto di luminosità tra il testo e lo sfondo deve essere netto: su supporto cartaceo il testo scuro su fondo chiaro va sempre bene. Al contrario le lettere in negativo, bianco su nero, sono meno facili da leggere, perché è più difficoltosa la messa a fuoco; Bianco su nero contrasto testo-sfondo Nero su bianco privilegiare caratteri non troppo pieni; la loro leggibilità è infatti minore perché minore è la capacità di riconoscere le singole parti del carattere; il tipo di supporto incide sulla leggibilità del testo, perché il materiale che viene usato per la riproduzione può provocare effetti di riflessione, da cui derivano pesanti disturbi di lettura. Perciò è opportuno evitare carte lucide, patinate o troppo sottili; 74 75

8 molto importante per favorire la leggibilità è l organizzazione dei testi. È opportuno suddividere il testo in paragrafi, con spaziature fra le righe, titolazioni o numerazioni. Per chi usa sistemi ingrandenti sono utili punti di riferimento visivi; l allineamento preferibile è quello a sinistra (testo imbandierato ), mentre vanno evitate le giustificazioni, sia a sinistra sia a destra, perché creano spaziature eccessive tra le parole; i caratteri, le parole e le righe devono essere spaziati adeguatamente: né troppo vicini, n é t r o p p o l o n t a n i t r a l o r o. Queste semplici indicazioni non possono essere considerate delle regole valide in tutte le condizioni. La disabilità visiva, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, è troppo complessa per essere classificata in pochi parametri. Si vede male in tanti modi diversi. Ma, nella realizzazione di un testo che vuole comunicare a tanti, il rispetto di alcune condizioni di certo favorirà quell incontro comunicativo che sta alla base delle relazioni umane. La comprensibilità: per una migliore accessibilità delle informazioni. Abbiamo visto in precedenza quanta importanza assume la leggibilità di un testo nel favorire la comunicazione. Ma ciò non è sufficiente se il testo scritto non è comprensibile. Per comprensibilità si intende in senso generale il grado di intelligibilità di un qualsiasi testo scritto. Un testo si dice comprensibile se è chiaro e facile da capire e dunque se è costruito con parole e frasi semplici. Ogni ostacolo che si frappone, anche involontariamente, fra due o più soggetti che stanno comunicando, può essere considerata una barriera comunicativa. Nella Carta dei Servizi per il superamento delle barriere comunicative approvata dal Consiglio Nazionale degli Utenti l 11 maggio del 2004, viene definita barriera comunicativa ciò che impedisce la piena realizzazione dei processi comunicativi inerenti la fruizione dei servizi di utilità pubblica. Per evitare quindi di realizzare barriere comunicative bisognerà analizzare dettagliatamente le caratteristiche e il contesto culturale dei potenziali fruitori del messaggio al fine di scegliere un linguaggio che possa essere effettivamente compreso da tutti. Tener presente che il piano di comunicazione costituito da tanti elementi, dalla segnaletica al depliant, dal menu alla brochure, si rivolge a tutti e quindi anche a persone con disabilità visiva, vuol dire fare i conti con problematiche, che seppur complesse, hanno a che fare con lo spirito più profondo delle relazione umane: capire e farsi capire. Per far ciò non è possibile dare delle ricette precostituite: mentre può risultare utile aver presente alcune indicazioni di metodo. l accessibilità delle informazioni non è soggetta a regole, ma a criteri da confrontare ogni volta con le situazioni concrete; un informazione più o meno complessa può essere tanto più accessibile a tutti, quanto più ci si sforza di renderla tale per le persone costrette in condizioni di particolari difficoltà; i limiti sensoriali possono dipendere tanto da condizioni permanenti o temporanee di disabilità dei singoli soggetti, quanto da condizioni esterne da essi indipendenti; 76 77

9 non sempre sono i limiti sensoriali degli individui a compromettere le capacità di acquisire e comprendere le informazioni; in molti casi può accadere l opposto, per le ragioni più diverse: di carattere educativo, culturale, psicologico, ecc. Perché dunque la comunicazione possa risultare efficace, bisogna agire contemporaneamente sui due versanti, della percezione e della comprensione; è decisivo in primo luogo riflettere sui contenuti del messaggio che si vuole proporre, tenuto conto degli interlocutori cui ci si rivolge. Per questo bisogna saper rispondere ogni volta alle seguenti domande: qual è il centro, il cuore del messaggio? Quali sono le sue specificazioni ulteriori e qual è il loro grado di rilevanza? anche un informazione a prima vista ovvia, per essere effettivamente acquisita da tutti, deve a volte essere resa esplicita e offerta in forma adeguata; L approccio dell interlocutore all informazione proposta tende per lo più a svilupparsi secondo tre momenti successivi: una prima impressione d insieme; l acquisizione di elementi particolari; una visione complessiva via via più articolata. Dove serve, un tale modo di procedere va sostenuto e assecondato. i mezzi con cui possono essere trasmesse le informazioni sono vari: ognuno di essi possiede un proprio codice e propri criteri di leggibilità, che richiedono di essere adeguatamente conosciuti e rispettati sia da chi se ne serve per comunicare, sia da chi ne fruisce; l informazione deve sapersi valere, laddove è possibile, di una pluralità di mezzi. Nel rapporto reciproco quei mezzi possono esercitare funzioni diverse: di compensazione l uno dell altro, di integrazione o di arricchimento; la scelta dei mezzi più adeguati è dettata ogni volta dalla ricerca di un equilibrio fra i seguenti obiettivi: la maggior ricchezza possibile di informazione, il numero più ampio possibile di interlocutori, il massimo di economia; in sintesi, l accessibilità dell informazione e anche la sua capacità di attrarre le persone cui si rivolge dipendono in larga misura dalla sua essenzialità, dalla sua chiarezza e dalla facilità con cui una pluralità di interlocutori può valersi dei vari mezzi attraverso cui essa viene proposta; tutti i criteri appena indicati vanno concepiti come articolazioni di un più generale sforzo di trasparenza, inteso a garantire a tutti un più ampio ventaglio di opportunità informative fra cui poter scegliere esercitando i propri diritti di libertà. l efficacia della comunicazione dipende da come quella sequenza di approcci riesce a mettere a fuoco tanto la struttura quanto l articolazione del messaggio; 78 79

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