Pomodoro da industria

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1 Pomodoro da industria La coltivazione del pomodoro da industria ben si adatta all agricoltura biologica e permette di ottenere buoni livelli produttivi e qualitativi. Il pomodoro è dotato di un apparato radicale molto sviluppato e si adatta quindi a diverse condizioni pedoclimatiche. I migliori terreni sono ad elevata permeabilità, in quanto teme i ristagni idrici, franco sabbiosi, sabbioso franchi o franchi, con profondità utile alle radici maggiore di 50 cm. La temperatura ottimale di crescita è di C ed è sensibile a temperature al di sotto dei 10 C. Criteri per la scelta varietale Le varietà di pomodoro adatte alla coltivazione biologica devono essere caratterizzate da una buona rusticità e resistenza o tolleranza alle avversità, resa elevata e stabile, uniformità di maturazione, buona qualità intrinseca dei frutti e risposta produttiva alle tecniche colturali adottate.la scelta varietale è influenzata inoltre dalle caratteristiche pedo climatiche e dalle esigenze dell industria di trasformazione. Liste varietali 2007 (schede sul sito) Rotazioni orticole Il ristoppio e la successione con altre solanacee è da evitare. Generalmente il pomodoro segue e precede un cereale autunno-vernino, ottimale è la precessione con erba medica. Il pomodoro è un ottima precessione colturale per quasi tutte le colture. Lavorazioni del terreno Il pomodoro è una specie dotata di un apparato radicale molto ampio e ramificato e quindi favorire il suo sviluppo significa ottimizzare anche quello della pianta. Per la preparazione del terreno, quindi, è senz altro consigliabile procedere ad un aratura leggera (25-30 cm), seguita da un successivo affinamento. Particolarmente importante è evitare il formarsi di suole di lavorazione e quindi le lavorazioni su terreni non in tempera e l impiego di attrezzi come erpici rotanti e frese. Nei nostri ambienti tuttavia, una preparazione molto anticipata del terreno (gennaio-febbraio) come viene effettuata per il convenzionale, è consigliabile solo nei terreni più sciolti, mentre negli altri casi conviene intervenire successivamente per limitare lo sviluppo di infestanti. Controllo delle infestanti Una corretta rotazione, il trapianto della coltura e l utilizzo del sovescio aiutano a ridurre lo sviluppo delle infestanti e supportano il controllo meccanico, il quale deve essere effettuato in maniera tempestiva a seconda del tipo, numero e stadio delle malerbe presenti.. Il primo intervento può essere effettuato anche a 7-10 giorni dall impianto, non appena la pianta si è ripresa dal trapianto. Questo intervento precoce è molto utile nel caso si rilevino infestazioni da Elateridi, poiché disturba le larve presenti e ne provoca l approfondimento nel terreno.l intervento successivo deve essere fatto a distanza di 3-4 settimane. Buoni risultati sono stati ottenuti, per il controllo delle infestanti sulla fila, con l impiego di sarchiatori a dita rotanti. Fertilizzazione Il pomodoro è una coltura esigente per quanto riguarda la concimazione. L apporto di sostanza organica al terreno è da effettuare prima dell impianto con interramento. Gli ammendanti utilizzati devono contenere matrici organiche ben umificate per ottenere una lenta mineralizzazione della sostanza organica apportata ed evitare un eccessivo lussureggiamento della pianta. La concimazione in copertura è necessaria di norma solo se non è stata eseguita un adeguata concimazione all impianto. I prodotti utilizzabili sono concimi come pollina, sangue, e borlande. Può essere utile effettuare una fertirrigazione con sangue liquido per il superamento della fase di trapianto in condizioni di stress. Tecnica d impianto Viene, di norma, preferito il trapianto alla semina sia per una maggiore uniformità di maturazione che per un miglior controllo delle infestanti La scelta dell epoca di trapianto viene in genere fatta in funzione delle esigenze dell industria, che in genere dedica al prodotto biologico solo periodi limitati all interno della campagna di trasformazione. L epoca di impianto ottimale per il biologico si colloca comunque in epoca medio-tardiva (metà aprile-primi di maggio), quando nei nostri ambienti le condizioni pedo-climatiche sono ottimali per un pronto sviluppo della coltura. La densità ottimale è leggermente inferiore al convenzionale e si colloca intorno alle 2,6-2,7 piante/m².

2 Difesa fitosanitaria Elateridi: Agriotes spp. Caratteristiche: Le larve vivono nel terreno e causano erosioni del colletto determinando la morte della pianta. Prevenzione: A seconda della specie presente può essere utilile lavorare il terreno nei mesi estivi per uccidere le giovani larve. E' consigliabile monitorare la presenza delle larve nell'autunno precedente l'impianto mediante vasi trappola. In caso di elevate infestazioni evitare di scegliere colture particolarmente sensibili. Difesa fitosanitaria Monitoraggio degli Elateridi e di previsione delle infestazioni con l utilizzo di trappole a feromoni Le larve di alcune specie di Elateridi (Coleoptera Elateridae) del genere Agriotes, comunemente note come ferretti, possono talora provocare danni rilevanti, soprattutto su colture sensibili come patata, bietola, mais, pomodoro, girasole, melone e diverse orticole. Tuttavia, indagini pluriennali condotte in diverse regioni italiane (soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna) hanno evidenziato come, nella maggior parte dei casi, le popolazioni degli Elateridi siano sotto la soglia economica di danno e come, sulla base di informazioni agronomiche (principalmente rotazione colturale e contenuto in sostanza organica), sia possibile individuare le aree ove sussiste un rischio reale di attacco significativo. Nella difesa dagli attacchi da Elateridi, la scelta del campionamento appropriato riveste un ruolo di primaria importanza, poiché il monitoraggio di questa famiglia di insetti non è esente da notevoli difficoltà. Attualmente, nelle aree dove sono presenti reali condizioni di rischio, il livello di infestazione viene stimato utilizzando trappole ad innesco alimentare, una metodologia dotata di buona precisione ed affidabilità, ma molto impegnativa, in quanto la distribuzione aggregata delle larve e la bassa densità delle popolazioni ne esigono il posizionamento di un elevato numero. Anche il campionamento delle larve mediante carotatore si è dimostrato oneroso dal punto di vista economico, anche se discretamente preciso. Tali metodi, pertanto, hanno trovato una scarsa diffusione e, soprattutto nelle aziende di maggiore estensione, vengono utilizzati in modo sommario. Recentemente diverse ricerche di campo hanno mostrato come l uso delle trappole a feromoni possa portare un notevole contributo all ottimizzazione del campionamento degli Elateridi. Attraverso un esperienza triennale ( ) condotta in un azienda biologica di grandi è stato permesso a punto un sistema di monitoraggio e mappaggio delle infestazioni, basato sull utilizzo di trappole a feromoni per la cattura degli adulti. Il monitoraggio è stato condotto con trappole del tipo YATLORfunnel, ottimali per la cattura degli adulti di Elateridi in quanto capaci di intercettare sia gli individui che si spostano volando sia quelli che camminano sulla superficie del terreno ed ha riguardato le tre specie che rivestono maggiore importanza agraria in Emilia-Romagna: Agriotes litigiosus, Agriotes sordidus e Agriotes brevis. Nelle colture sensibili all attacco di Elateridi, inoltre, si è proceduto al controllo del danno e alla verifica della presenza di larve con trappole attrattive e carotaggi. L indagine ha evidenziato che, nonostante le condizioni favorevoli (assenza di trattamenti geodisinfestanti, terreno torboso-argilloso, presenza di colture sensibili e abbondanti concimazioni organiche) gran parte della superficie aziendale non è soggetta a danni elevati. Relativamente ad A. sordidus, principale specie presente nell azienda di studio, con catture di adulti comprese tra e adulti/trappola il danno su pomodoro e mais si è sempre mantenuto a livelli modesti. La ricerca ha permesso di apportare sostanziali miglioramenti nella tecnica di monitoraggio degli Elateridi adulti: sfruttando la possibilità offerta dalle trappole YATLORfunnel di alloggiare simultaneamente tre erogatori è stato possibile il multi-innesco, ossia l applicazione contemporanea dei tre feromoni specifici in un unica trappola, con conseguente riduzione del 30% dei materiali necessari ed un notevole risparmio di tempo; periodi di rilievo sono stati limitati al periodo di maggior densità degli adulti (picco di volo) delle tre specie di Elateridi con conseguente risparmio di tempo dedicato al monitoraggio. mettendo a disposizione degli operatori uno strumento affidabile e di facile applicazione. I miglioramenti apportati hanno reso il monitoraggio degli adulti uno strumento pratico ed affidabile per individuare le aree a maggiore rischi di attacco da Elateridi e quindi per fornire alle aziende elementi utili per la pianificazione del piano colturale. Il vantaggio riguarda soprattutto le produzioni biologiche dove non ha ammesso il ricorso a geoinsetticidi. L applicazione della geostatistica (insieme di modelli di interpolazioni dei dati interfacciati a sistemi GIS) permette la costruzione di mappe che evidenziano i diversi livelli di infestazione. Si tratta di un approccio matematico complesso ma il

3 risultato che si ottiene è una mappa di facile lettura, dove alle diverse sfumature di colore corrispondono differenti livelli di rischi di attacco. Tratto da: POZZATI M., REGGIANI A., FERRARI R., ZUCCHI L., BURGIO G., FURLAN L. (2006). Il monitoraggio degli elateridi con trappole a feromoni. L Informatore Agrario LXII (3): Afidi : Myzus persicae, Macrosiphum euphorbiae, Aphis gossypii Caratteristiche: Con le sue punture causano la sottrazione di linfa, ma il danno è quello della trasmissione di virosi. Prevenzione: nutrizione azotata equilibrata; mantenimento di aree marginali ricche di vegetazione spontanea per aumentare la popolazione di predatori e parassitoidi. Difesa fitosanitaria: Considerato che gli afidi possono essere vettori di gravi virosi, intervenire preventivamente o alla prima comparsa dei parassiti con azadiractina (anche in fertirrigazione), applicando il prodotto nelle ore fresche e poco luminose della giornata, acidificare l'acqua e distribuire il prodotto in più applicazioni. In caso di infestazioni, intervenire con piretro, eventualmente in miscela ad olio bianco. Alternariosi del pomodoro: Alternaria porri f.sp. solani Caratteristiche: Causa tacche necrotiche sulle foglie a contorno ben delimitato, con zonature concentriche, che possono confluire. I sintomi possono manifestarsi su fusti e piccioli. Sulle bacche tacche brune infossate, con zonatura e spesso una patina di muffa nerastra polverulenta. Patogeno favorito da periodi umidi alternati a periodi piovosi. - ampie rotazioni colturali; - impiego di varietà tolleranti e di semi sani; - distruzione dei residui colturali infetti. Difesa fitosanitaria: I trattamenti antiperonosporici (su pomodoro) con sali di rame hanno poca efficacia nei confronti dell'alternariosi, importante utilizzare sempre mezzi agronomici quali la rotazione, una scelta delle varietà meno sensibili e la distruzione dei residui colturali infetti. Batteriosi del pomodoro: Cancro batterico - Macchiettatura batterica - Maculatura batterica : Clavibacter michiganense - Pseudomonas syringae, - Xanthomonas campestris pv. Vesicatoria Caratteristiche: Cancro batterico: batteriosi sitemica, provoca un avvizzimento delle foglie, sul fusto striature lineari che poi evolvono in cancri; la sezione trasversale dei fusti mostra una traccia a ferro di cavallo; sulle bacche lesioni circolari, bianche con al centro una crosticina bruna sopraelevata. Max sviluppo con T C ed alta umidità. Macchiettatura batterica: sulle foglie punteggiature, sulle bacche piccole pustole che formano poi crosticine nere, alone verde o gaillo in base all'epoca di maturazione. Max sviluppo con T C ed alta umidità, quindi in primavera con colture in pieno campo. Maculatura batterica: tacche necrotiche più ampie della macchiettatura, infossate e con alone giallastro; sulle bacche aree a contorno non sempre regolare, con alone verdastro, il frutto può spaccare. Max sviluppo con T C ed alta umidità, quindi in estate. - uso di seme sano o risanato (Corynebacterium sta dentro al seme, Pseudomonas e Xanthomonas fuori); - distruzione residui colturali infetti; - rotazioni colturali. Vi sono varietà tolleranti a Pseudomonas e Xanthomonas. Difesa fitosanitaria: Alla presenza dei primi sintomi è necessario intervenire con sali di rame; è consigliabile effettuare un trattamento dopo ogni operazione manuale o meccanica che possa arrecare ferite sulle piante. Particolare attenzione in caso di temporali con grandine.

4 Collegamenti: Scheda SFR: Maculatura batterica del pomodoro Scheda SFR: Cancro batterico del pomodoro Botrite : : Botrytis cinerea Caratteristiche: Avversità che riguarda in particolare le colture in serra. I frutti sviluppano un marciume molle. In condizioni di elevata umidità colpisce gli organi aerei (foglie, fusti, fiori e frutti) ricoprendoli della caratteristica muffa grigia. Prevenzione: Importante un'adeguata areazione delle serre, adeguata densità d impianto, irrigazioni localizzate, accurato drenaggio, riscaldamento notturno delle serre, eliminazione dei frutti infetti, nutrizione azotata equilibrata. Difesa fitosanitaria: Non vi sono principi attivi di origine naturale di dimostrata efficacia. Cladosporiosi : Cladosporium fulvum - Cladosporium cucumerinum (sulle cucurbitacee) Caratteristiche: Avversità che riguarda in particolare le colture in serra. Colpisce la pagina inferiore delle foglie provocando la comparsa di macchie giallastre a contorno non ben definito e con muffa grigio-olivastra. Sui frutti tacche depresse. Le piante colpite hanno produzioni basse. - ampie rotazioni; - distruzione dei residui colturali infetti. Difesa fitosanitaria: Non vi sono principi attivi di origine naturale di dimostrata efficacia. Aleurodidi : Trialeurodes vaporariorum Caratteristiche: Danni in coltura protetta. Sia gli adulti che le forme giovanili infestano la pagina inferiore delle foglie causando ingiallimenti fogliari, deperimenti vegetativi, emissione di melata e formazione di fumaggini. - impiego di piante non infestate - impiego di reti antinsetto - eliminazione delle piante infette - monitoraggio mediante trappole cromotropiche gialle Difesa fitosanitaria: Interventi preventivi con Azadiractina; impiego dell'ausiliare Encarsia formosa con 4-6 lanci di 4-6 pupari/mq ogni 15 gg nel periodo primaverile e ogni 7gg nel periodo estivo; utilizzo dell'ausiliare Macrolophus caliginosus con 2-3 lanci di 1-3 individui/mqalle prime infestazioni del fitofago. Fusariosi: Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici Caratteristiche: Sintomatologia simile alla verticillosi, entrambe interessano i tessuti vascolari. Aspetto sofferente dell'apparato aereo, a partire dalle foglie basali. All'interno del fusto si verificano annerimenti vascolari. La pianta avvizzisce e dissecca. Grave con temperature elevate, C. - ampie rotazioni colturali con graminacee e leguminose (le clamidospore hanno però vitalità lunga); - apporto di sostanza organica; - sovescio; - impiego di varietà tolleranti; - impiego di materiale di propagazione sano; - accurato drenaggio; - irrigazione localizzata. Difesa fitosanitaria: Non vi sono principi attivi efficaci.

5 Marciume dei semenzali: Thielaviopsis basicola Caratteristiche: L'apparato radicale marcisce ed annerisce, quindi l'apaprato aereo si avizzisce e deperisce. Condizioni ottimali: temperature 20 C ed alta umidità relativa. Favorita da sbalzi termici. Frequente nei trapianti precoci in serra. Difesa fitosanitaria: Non vi sono principi attivi di origine naturale di dimostrata efficacia. Nematodi galligeni: Meloidogyne incognita Caratteristiche: Il Meloidogyne incognita è la specie più diffusa in Emilia-Romagna, nei terreni tendenzialmente sciolti. Compie nel nord Italia 5 7 generazioni all anno. I sintomi sono costituiti da galle sulle radici, provocate dall azione trofica diretta del nematode con formazione di cellule giganti polinucleate. Difesa fitosanitaria: Mezzi di difesa eco-compatibili Colture intercalari e sovescio di piante esca nematocide, appartenti principalmente alla famiglia delle Brassicaceae e caratterizzate da un elevato contenuto di glucosinolati. I glucosinolati sono sostanze presenti nei tessuti di Brassicaceae opportunamente selezionate, che in presenza di acqua e dell'enzima endogeno mirosinasi, vengono rapidamente idrolizzati a isotiocianato o nitrile I glucosinolati e la mirosinasi si trovano entrambi nelle cellule vegetali, ma compartimentalizzati in siti differenti di una stessa cellula e non mostrano alcuna attività fino a quando non si verificano lesioni ai tessuti vegetali. La penetrazione del nematode nella radice e il sovescio permettono l innesco della reazione di idrolisi, con produzione di sostanze ad azione nematocida quali isotiocianato o nitrile. Piante-trappola (catch crops). Brassicaceae che possiedono elevate quantità di glucosinolati attivi nelle radici. In seguito alla rottura dei tessuti radicali, provocata dalla penetrazione del nematode, si avvia la reazione di idrolisi, con produzione di isotiocianato. Il nematode non riesce a completare il proprio ciclo di sviluppo, all interno della radice, entro il periodo di coltivazione della specie biocida (8-12 settimane). Piante ad azione fumigante. Brassicaceae che possiedono glucosinolati ad elevata attività biologica anche nella parte aerea. In questo caso le colture intercalari si comportano come generatori di isotiocianato o nitrile, alla stessa stregua dei nematocidi chimici fumiganti. La maggior parte della loro potenzialità si esplica in seguito alla loro trinciatura e interramento. L utilizzo di piante nematocide rappresenta attualmente il mezzo più efficace di contenimento dei nematodi, con effetti positivi anche sulla struttura del terreno e sulla dotazione di sostanza organica. Piante-trappola (catch crops): Eruca sativa cv. Nemat, Raphanus sativus cv. Boss e altre selezioni Piante ad effetto principale biofumigante: Brassica juncea sel. ISCI 99 Epoche di coltivazione estivo-autunnale, con sovescio a fine autunno primaverile, con sovescio almeno 7-10 gg prima dell impianto della coltura principale Periodo di coltivazione della specie biocida : circa 12 settimane Semina: a file con seminatrice da frumento Quantità di seme: Brassica juncea sel. ISCI 99 = 8 kg/ha Eruca sativa cv. Nemat = 6 kg/ha Raphanus sativus cv. Boss e altre selezioni = 25 kg/ha Profondità di semina: < 3 cm Densità di piante: 200 piante / m2 Il sovescio deve essere effettuato alla piena fioritura, utilizzando macchine operanti in successione a circa un metro di distanza l uno dall altra in particolare un trinciastocchi, con trinciatura molto fine, e una fresa per l interramento a circa 20 cm di profondità. Al termine delle operazioni di sovescio deve essere effettuata un abbondante irrigazione per innescare la reazione di idrolisi con produzione di isotiocianato. Altre possibilità Condizionamento tecnologico delle piante verdi e dei semi oleosi in farine e pellets Distribuzione su terreno nudo, seguita da interramento e irrigazione (effetto esclusivamente biofumigante)

6 Da: il sovescio nelle difesa dai nematodi galligeni nelle colture ortive (Giovanna Curto Servizio Fitosanitario Regione Emilia-Romagna, Bologna.Luca Lazzeri CRA, Istituto Sperimentale per le Colture industriali, Bologna Aggiornamento gennaio 2006 Nottua gialla: Heliothis armigera Caratteristiche: Larve con colori variabili, giallo-rosa, verd, bruno-grigio con bande laterali di colore giallo-biancastro. Le larve attaccano tutti gli organi aerei, ma i danni più gravi sono a carico dei frutti. Sverna come crisalide nel terreno, compie 2-3 genrazioni/anno. Difesa fitosanitaria: In caso di infestazione (2 piante con infestazione sui 30 piante controllate), intervenire sulle larve con Bacillus thuringiensis. Oidio del pomodoro: Leveillula taurica Caratteristiche: In particolare nelle colture protette. Muffa biancastra sulla pagina superiore delle foglie e macchie clorotiche sulla pagina inferiore. Maturazione dei frutti rallentata. Peronospora del pomodoro: Phytopthora infestans Caratteristiche: Causa danni sia sulle foglie con indebolimento generale della pianta, sia sui frutti con diminuzione della produzione. - ampie rotazioni colturali; - adeguata areazione delle serre; - adeguate densità d'impianto; - impiego di varietà tolleranti e di semi sani; - irrigazioni localizzate; - accurato drenaggio; - distruzione dei residui colturali infetti. Difesa fitosanitaria: Intervenire con sali di rame in previsione di precipitazioni e di prolungate bagnature fogliari. Collegamenti : Scheda SFR: peronospora del pomodoro e della patata Ragnetto rosso : Tetranychus urticae Caratteristiche: Sul pomodoro: attacca le foglie provocandone la decolorazione portando la giovane pianta a disseccare progressivamente. Prevenzione: Sul pomodoro: adottare una nutrizione azotata equilibrata. Evitare trattamenti non strettamente necessari con prodotti non selettivi. Difesa fitosanitaria: Sul pomodoro: scarsamente efficace è l'uso di acari predatori (Phytoseiulus persimilis) a causa della tomentosità delle foglie. Su melanzana: si possono fare lanci di acari predatori (Phytoseiulus persimilis) con 6-10 fitosidi per mq. Septoriosi del pomodoro : Septoria lycopersici Caratteristiche: Le macchie sulle foglie del pomodoro sono simili a quelle dell'alternariosi, ma sono più piccole e diffuse, più chiare al centro e non zonate. Al centro, sono visibili con ingrandimento punteggiature nerastre. Favorito da umidità e temperature di circa C. I conidi germinano e penetrano attraverso gli stomi. Difesa fitosanitaria: I trattamenti antiperonosporici sono efficaci anche per Septoriosi. Intervenire con sali di rame in previsione di precipitazioni e di prolungate bagnature fogliari.

7 Virosi del pomodoro : Virus del mosaico del pomodoro (ToMV) e del tabacco (TMV), virus del mosaico del cetriolo (CMV), virus dell'accartocciamento fogliare giallo (TYLCV) Prevenzione: Le virosi sono trasmesse da vettori, principalmente afidi, ma anche aleurodidi e tripidi. Eliminare le piante infette. Utilizzare piante sane ai trapianti. Difesa fitosanitaria: Quando compaiono i sintomi, la virosi è diffusa. Per il contenimento, a livello preventivo, si può eseguire la lotta ai vettori (vedi afidi del pomodoro). A cura del Gruppo di Lavoro Prober Pierangela Schiatti (Pro.B.E.R.), Loredana Antoniacci (Servizio Fitosanitario Regionale), Massimo Basaglia (Apo Conerpo), Sergio Gengotti (Catev), Antonio Barreca, Stefano Bongiovanni, Riccardo Cornale, Roberto Ferrari, Marco Pozzati (Centro Agricoltura Ambiente), Cristina Piazza (Az.Sp.Stuard), Graziano Miani, Fausto Smaia (AgriTes), Lamberto Dal Re, Christian Grassi, Sandro Bolognesi (Az. Sp. Marani). Con la collaborazione di Agnese Franceschi (Pro.B.E.R.). Aggiornamento febbraio 2006

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