Classificazioni sportive e tecnica dello sport
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- Michele Amato
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1 CORSO SEMINARIALE SULLA PREPARAZIONE FISICA DI I LIVELLO CONI GENOVA E LA SPEZIA, AUTUNNO 2013 Classificazioni sportive e tecnica dello sport di Claudio Scotton Responsabile della Formazione 1
2 PRECISIAMO CHE Non viene rilasciata nessuna qualifica professionale che abiliti ad esercitare in autonomia sul campo. E auspicabile che chi svolge o svolgerà attività di preparazione fisica proponga ed attui i programmi sotto la supervisione di esperti della materia, secondo le specifiche normative federali. Ci concentreremo su alcuni presupposti di tecnica dello sport che possono meglio guidare verso scelte metodologiche più rigorose e fondate. 2
3 COSA, NEL CORSO DI INFORMAZIONE- FORMAZIONE AGGIORNAMENTO? Approcciare le conoscenze relative alla preparazione fisica nel settore giovanile e all applicazione dei principali metodi e mezzi impiegati per acquisire e migliorare le capacità motorie; rispettando l integrità psicofisica e la sicurezza dell atleta, nonché le leggi biologiche e fisiche; servendosi della metodologia dell insegnamento sportivo. 3
4 OBIETTIVO In sostanza, l obiettivo di questa seduta didattica di informazione-formazioneaggiornamento consiste nel fornire conoscenze specifiche per orientarsi sul modello di prestazione, che deve essere conosciuto da coloro che si occupano di allenamento tecnico-sportivo e di preparazione fisica, anche se con un livello di formazione di base. 4
5 GRANDE VARIETÀ DI ATTIVITÀ MOTORIE, FISICHE E SPORTIVE Come fare a conoscerle o almeno individuare le caratteristiche principali? principali in cosa?
6 ALCUNE CLASSIFICAZIONI DEGLI SPORT O A CARATTERE SPORTIVO Capacità motorie. (Fleishman 1964, Meinel 1984, Starosta 1986, Schnabel 1988, etc.) Meccanismi erogatori di energia. (Dal Monte 1969, Bellotti e Al. 1978, Lubich 1990). Contenuto della tecnica. (D Jackov e Farfel 1967, Harre 1972, Pozzo e Studeny 1987, Parlebas 1987 e 1989, Starosta 1988, etc.) 6
7 CAMMINARE CORRERE SALTARE LANCIARE ARRAMPICARSI ROTOLARE SU DIVERSI ASSI Lo sviluppo degli schemi motori di base è più evidente nella primissima infanzia per poi essere sempre più dipendente dagli stimoli ambientali e dalla istruzione specifica. PARARE PLACCARE (bloccare la palla (acchiappare) con le mani) FINTARE RUOTARE SU DIVERSI ASSI GUIDARE LA PALLA (con mani, piedi, attrezzi) STRISCIARE COLPIRE CON UN ATTREZZO RESPINGERE ( murare, rilanciare) SPINGERE SPOSTARSI IN QUADRUPEDIA CALCIARE SCANSARE AFFERRARE SPOSTARSI SUI PATTINI O SKATE SCAVALCARE SOLLEVARE SOSTENERE TRASPORTARE 7
8 LE CAPACITÀ MOTORIE Capacità coordinative: generali e speciali. Capacità organico-muscolari: forza, resistenza, rapidità-velocità. Flessibilità-mobilità articolare. 8
9 ABILITÀ MOTORIA Henry 1968 in Schmidt 2000 Nell abilità motoria sportiva la presa di decisione è minima e il controllo motorio è massimo (salto in alto, sollevamento pesi, cambiare una ruota sgonfia). Nell abilità cognitiva la presa di decisione è massima e il controllo motorio è minimo (giocare a scacchi, cuocere una pietanza, allenare uno sport). Claudio Scotton, autunno
10 Rapporti fra Capacità e Abilità motorie Abilità Motorie Movimenti che realizzano un gesto tecnico o azione motoria per attuare la tecnica di uno sport Si costruiscono sulle Il loro livello iniziale determina lo sviluppo delle la cui conoscenza, combinazione ed esplorazione eleva il livello delle la cui ulteriore formazione contribuisce ad affinare le Capacità Motorie Presupposti della prestazione - Coordinative - Organico muscolari 10 Parzialmente tratto da Marcello F (2004). Aspetti metodologici dell attività motoria in età evolutiva. (slide). Roma, Coni, Corso allenat. IV liv.
11 CLASSIFICAZIONI DEGLI SPORT RELATIVE AI MECCANISMI EROGATORI DI ENERGIA Classificazione fisiologica-biomeccanica delle attività sportive (Dal Monte 1969). Classificazione delle specialità sportive caratterizzate dalla prevalente incidenza dei processi erogatori di energia nel determinare la prestazione (Bellotti e Al. 1978). Aggiornamento della classificazione fisiologicabiomeccanica delle attività sportive di Dal Monte (Lubich 1990). 11
12 DAL MONTE 1969 Suddivisione di più di cento attività sportive in sei gruppi: 1. di potenza (durata 10 ), 2. di destrezza, 3. ad impegno prevalentemente anaerobico (20 a ), 4. ad impegno aerobico anaerobico massivo (40 a 4-5 ), 5. di tipo prevalentemente aerobico (oltre 4-5 ), 6. ad impegno aerobico anaerobico alternato. 12
13 BELLOTTI E AL Classificazione di oltre centoventi attività sportive suddivise fra quelle caratterizzate dalla prevalente incidenza del processo: 1. anaerobico alattacido nel determinare la prestazione, 2. anaerobico lattacido nel determinare la prestazione, 3. aerobico nel determinare la prestazione. 13
14 LUBICH 1990 Aggiornamento della classificazione di Dal Monte.. Cataloga più di duecentocinquanta discipline sportive.. Integra una tabella relativa alle attività ad impegno combinato. 14
15 CLASSIFICAZIONI DEGLI SPORT RELATIVE AL CONTENUTO DELLA TECNICA Claudio Scotton, autunno 2013 Harre (in accordo con D jackov e Farfel) Sport di forza e/o velocità (la tecnica sta nella brevità ed intensità max della forza). 2. Sport di resistenza (scopo della tecnica: economizzare il dispendio energetico). 3. Sport di qualità (oggetto stesso della valutazione prestativa). 4. Sport di situazione (la tecnica è variabile, articolata e complessa). 15
16 APRIAMO UNA PICCOLA PARENTESI Quali sono i fattori principali che influenzano l organizzazione e la programmazione dell allenamento?
17 1. REGOLAMENTO e sviluppo tecnologico 3. CAPACITA MOTORIE e BIOENERGETICA 2. TECNICA ed evoluzione della tecnica Claudio Scotton, autunno 2013 TEST gara (Capacità psichiche Capacità tattiche) TEST atletico funzionali Schema rappresentativo dei tre principali fattori che influenzano L ORGANIZZAZIONE E LA PROGRAMMAZIONE DELL ALLENAMENTO SPORTIVO 17
18 ZOOM SULLA TECNICA Uniformiamo e condividiamo il linguaggio? La tecnica è trasversale? Sport o disciplina sportiva? Closed skill o abilità motoria sportiva stereotipata? Cosa è aciclico?.. 18
19 CRITERI PER LA LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLA TECNICA SPORTIVA Definizioni di abilità motoria sportiva stereotipata e non stereotipata. Definizione di specialità sportiva propriamente detta. Claudio Scotton, autunno
20 ABILITA MOTORIE SPORTIVE STEREOTIPATE E NON STEROTIPATE (SCOTTON 2003) Le abilità motorie sportive stereotipate costituiscono movimenti semplici o complessi - riprodotti sempre allo stesso modo convenzionale che, se eseguiti fedelmente rispetto a modelli tecnici ottimali (teorici), contribuiscono in modo determinante al conseguimento del risultato sportivo. Le abilità motorie sportive non stereotipate si individuano nei movimenti delle specialità sportive in cui l esecuzione tecnica perfetta di un gesto è decisamente secondaria rispetto al controllo dei fattori imprevedibili della variazione ambientale e alla pertinenza delle scelte strategiche individuali e/o collettive. Clau dio Scot ton, autu nno Claudio Scotton, novembre 2010
21 PER SPECIALITA SPORTIVA ( PROPRIAMENTE DETTA ) S INTENDE ogni attività sportiva praticata almeno in ambito nazionale, a livello dilettantistico o professionistico, la cui associazione o federazione di rappresentanza, alla quale gli atleti agonisti devono essere tesserati, sia riconosciuta dagli organismi sportivi territoriali, in Italia dal Coni. La competizione deve essere regolata da norme tecniche e sanitarie, fatte rispettare da giudici sportivi che convalidino i risultati degli eventi calendarizzati, fra i quali sia presente una manifestazione in cui si assegni il titolo di campione nazionale assoluto della specialità sportiva. (Scotton 2003) Clau dio Scot ton, autu nno Claudio Scotton, novembre 2010
22 SPECIALITÀ SPORTIVE SENZA O CON ATTREZZI?. Specialità sportive:. praticate senza l uso di attrezzi e direttamente con il corpo,. praticate con l uso di attrezzi.. Se praticate con l uso di attrezzi, essi possono essere:. non propulsivi,. propulsivi. 22
23 RIASSUMENDO PER LA SOLA TECNICA
24 cicliche schemi motori di base Claudio Scotton, autunno 2013 stereotipate abilità motorie sportive non stereotipate (acicliche) acicliche senza attrezzi specialità sportive con attrezzi non propulsivi propulsivi 24
25 VOLETE ZOOM E QUALCHE ESEMPIO? 25
26 LA TECNICA SPORTIVA SI REALIZZA CON ABILITA MOTORIE SPORTIVE STEREOTIPATE E ACICLICHE CON ABILITA MOTORIE SPORTIVE STEREOTIPATE E CICLICHE CON ABILITA MOTORIE SPORTIVE NON STEREOTIPATE SENZA ATTREZZI SPORTIVI SALTO IN ALTO NON PROPULSIVI TRAVE CON ATTREZZI SPORTIVI PROPULSIVI SENZA ATTREZZI SPORTIVI MARCIA NON PROPULSIVI SPINNING CON ATTREZZI SPORTIVI PROPULSIVI SENZA ATTREZZI SPORTIVI JUDO NON PROPULSIVI SQUASH CON ATTREZZI SPORTIVI 26 PROPULSIVI Modalità d impiego degli attrezzi propulsivi: 1. Esclusivo alloggiamento dell atleta (ad es., sulky nel trotto) 2. E prioritario l apporto dell apparato locomotore (ad es., bicicletta) 3. Il mezzo è abbinato alla forza di gravità (ad es., sci nelle specialità alpine) 4. E indispensabile anche l utilizzo di un elemento naturale propulsivo (ad es., aria nella vela) 5. Conduzione di un mezzo meccanico con motore (ad es., formula 1) 6. Impiego contemporaneo di due distinti attrezzi con elemento naturale propulsivo (ad es., pagaia, kayak e fiume) Claudio Scotton, novembre 2010
27 VOLETE ANCORA ZOOM? 27
28 LE MACROFAMIGLIE SECONDO I SEI OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA TECNICA N1I Sport con immediato adeguamento posturale e/o del mezzo all ambiente. N2G Giochi sportivi. N2C Sport di combattimento-opposizione diretta. N2S Sport con postura statica ininfluente e prevalente impegno mentale. N3A Sport con impiego di animali. S1T Sport tecnicocompositori con valutazione qualitativa della forma. S2P Sport con prevalente impegno della precisione balistica. S3B Sport di tempo e/o misura, con azioni motorie di breve o media durata. S3P Sport di tempo e/o misura, con azioni motorie di lunga durata e senza pause. S3M Sport multispecialistici. 28
29 RIASSUMENDO: IN RELAZIONE A QUALI CARATTERISTICHE SI DIFFERENZIANO LE SPECIALITÀ SPORTIVE? A livello delle capacità motorie: 1. alla forza, 2. alla resistenza, 3. alla rapidità-velocità, 4. alla flessibiltà-mobilità articolare, 5. alle capacità coordinative, A livello dell incidenza dei processi erogatori di energia nel determinare la prestazione: 1. al lavoro anaerobico alattacido, 2. al lavoro anaerobico lattacido, 3. al lavoro aerobico. A livello della realizzazione della tecnica sportiva: 1. alla prevalenza delle abilità motorie sportive stereotipate e ai relativi tre obiettivi fondamentali della tecnica, 2. alla prevalenza delle abilità motorie sportive non stereotipate e ai relativi tre obiettivi fondamentali della tecnica. 29
30 Berger J., Hauptman M., La classificazione degli esercizi fisici, SdS, IV, 1985, 2, BIBLIOGRAFIA Hagedorn G., La multilateralità in allenamento e in gara, SdS, XII, 1993, Speciale talento, supplemento, 28/29, Parlebas P., Ferranti Boccalini G., Per una epistemologia dell educazione fisica, Educazione fisica e sport nella scuola, XL, 1987,82, Parlebas P., La sociomotricità. Aspetti cognitivi e affettivi, Educazione fisica e sport nella scuola, XLII, 1989, 94, Schnabel G., Il fattore tecnico coordinativo, SdS, VII, 1988, 13, Merni F., La valutazione delle tecniche sportive, SdS, VIII, 1989, 15, 9-13 e 16, Martin D., Tecnica sportiva e teoria dell allenamento, SdS, X, 1991, Speciale tecnica supplemento, 22, Neumeier A., Ritzdorf W., Il problema della tecnica individuale, SdS, III, 1984, 2, Rieder H., L insegnamento delle tecniche, SdS, II, 1983, 2, Harre D., Teoria dell allenamento, Roma, SSS, anno di pubblicazione non indicato (opera originale 1972). Martin D., Carl K., Lehnertz K., Tecnica sportiva e allenamento della tecnica, Didattica del movimento, 1995, 97/98, Starosta. W., Alcuni problemi della tecnica sportiva, SdS, VI, 1987, 9, e 10, Dal Monte A., La valutazione funzionale dell atleta, Firenze, Sansoni ed., Bellotti P., Benzi G., Dal Monte A., Donati A., Matteucci E., Vittori C., Classificazione degli sport e determinazione dei mezzi di allenamento, Atleticastudi, 1978, 3/4, Dal Monte A., Faina M., Valutazione dell atleta, Torino, UTET, Paci G., L acrobaticità come capacità motoria, Didattica del movimento, 1995, 97/98, Pozzo T., Studeny C., Thèorie et pratique des sports acrobatiques, Paris, Vigot, Meinel K., Teoria del movimento, SSS, Roma, Ulatowski T., La teoria dell allenamento sportivo, Roma, a cura del settore Documentazione della Scuola dello sport, I edizione Lodi M., Sport amatoriale e sport agonistico: il giusto equilibrio e le leggi che lo regolano, Atleticastudi, 1985, 6, Vernole A., Lo sport per i disabili, Didattica del movimento, 1995, 99, 28-33; 100, 24-33; 101, Krantz N., Le decathlon en athletisme, Revue AEFA, 1989, 110. Tirinnanzi M., L atleta dai cinque volti, SdS, IX, 1990, 19, 2-9. Merni F., Broccardo D., in Bellotti P., Matteucci E., Allenamento sportivo, Torino, UTET, Claudio Scotton, autunno Autori vari, Atti dei Seminari territoriali di aggiornamento 1993, Divisione Attività Didattica, Scuola dello Sport, Coni, Claudio Scotton, novembre 2010
31 BIBLIOGRAFIA PERSONALE Scotton C (2003). Classificazione tecnica delle specialità sportive. Edizioni Calzetti e Mariucci, Perugia. Scotton C. Verso una definitiva classificazione tecnica delle specialità sportive. New Athletics: Research in Sport Sciences (ISSN ),2004;XXXI,185: Scotton C. Schede didattiche per le specialità sportive. Educazione fisica e sport nella scuola (ISSN ),2005;LVII,195/196: Scotton C. Le specialità, gli attrezzi e la tecnica nello sport. Educazione fisica e sport nella scuola (ISSN ),2007;LX,207/208: Scotton C. Tecnica sportiva, forma e valutazione del movimento. SdS-Scuola dello Sport (ISSN ),2008;XXVII,79: Clau dio Scot ton, autu nno Claudio Scotton, novembre 2010
32 GRAZIE E arrivederci al corso seminariale sulla Preparazione fisica di II livello 32
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