Dal 26 luglio al 1 agosto 2014

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1 Dal 26 luglio al 1 agosto 2014 da BRESCIA OGGI da L ARENA da L ADIGE dal TRENTINO dalla GAZZETTA DI MANTOVA dal CORRIERE DELLA SERA da BRESCIA OGGI venerdì 01 agosto 2014 PROVINCIA Pagina 26 LA LETTERA. La Comunità del Garda scrive al premier: «Servono 220 milioni per il rifacimento urgente del sistema» «Depuratore, deve intervenire Renzi» La riqualificazione di depuratori, collettori e fognature del lago è urgente e non più differibile: il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, chiede un intervento al capo del governo, Matteo Renzi, invocando una «legge speciale» per finanziare e mettere in cantiere l enorme operazione, dai costi stimati in 220 milioni di euro. Non c è una lira, al momento, nè nei bilanci dello Stato nè in quelli delle regioni Lombardia e Veneto. Consorzio Garda Uno e Azienda gardesana servizi hanno già messo a punto un progetto che prevede, tra l altro, di far convogliare i liquami della riviera bresciana nel depuratore di Visano, consentendo così la dismissione di tutte le canalizzazioni sub lacuali, che risalgono a 40 anni fa, e trasportano le acque nere sulla sponda veneta per il successivo trattamento nell impianto di Peschiera. «Ora serve tradurre in azioni concrete la necessità condivisa di ricercare e reperire i soldi necessari per opere non più differibili. Il Garda - ricorda la Comunità al presidente Renzi - è la più grande riserva di acqua dolce italiana: le 450 mila persone residenti e gli oltre 20 milioni di turisti, tra ospiti e pendolari, che ogni estate si riversano sulle rive, rappresentano un grosso elemento di stress. I segnali di vecchiaia del sistema di tutela ecologica, e soprattutto la condotta sublacuale, sono già fortemente percepibili. Si rivela urgente un intervento che elimini il rischio, gravissimo, di non tenuta delle stesse tubature. Non oso pensare cosa accadrebbe all ecosistema gardesano e alla sua economia,

2 nonché all immagine dell intero paese nel mondo, se la condotta sublacuale principale, che giornalmente trasporta i reflui lombardi nel depuratore di Peschiera, versasse nel lago i liquami, rompendosi». Da qui la sollecitazione: «Un intervento urgente del Governo, ad esempio con il ricorso ai fondi Cipe o ad una legge speciale per il Garda». S.Z. venerdì 01 agosto 2014 PROVINCIA Pagina 26 AMBIENTE. Emergono dubbi, ritardi e ripensamenti sullo strumento sovracomunale di protezione del paesaggio Valtènesi, il parco ora è in bilico Alessandro Gatta Manerba ha revocato la delibera di istituzione del Plis: torna in alto mare la grande area tutelata di 1400 ettari Su cinque Comuni, solo Padenghe ha completato l iter Domanda: è forse in vista un ridimensionamento del Plis della Valtenesi, l area tutelata di 1400 ettari che comprende Manerba, Moniga, Padenghe, Soiano e Polpenazze? Il dibattito si è aperto con la revoca, da parte del nuovo sindaco di Manerba Isidoro Bertini, della variante al Piano del territorio che istituiva il Parco locale di interesse comunale. DAI PAESI VICINI ci si interroga sugli sviluppi di questa mossa. Perchè Manerba è il cuore del Plis: ne comprende ben 600 ettari sul totale di «Una nuova amministrazione ha necessità di conoscere e approfondire - ha spiegato Bertini -. Il parco copre i tre quarti delle aree comunali: ragioniamo su questo dato, ma non escludo che tutto rimanga com è. Il tempo delle seconde case è finito, e lo abbiamo dimostrato aumentando l Imu al 10 per mille sulle aree edificabili. In molti ci hanno già chiesto di toglierle dal Pgt. Ma un paese a vocazione turistica come Manerba deve comunque porsi il problema di realizzare strutture ricettive adeguate, e che possano portare gente in paese anche tutto l anno. Alberghi veri, un po come a Desenzano, o a Salò». Sulla revoca comunque, inevitabili polemiche. Il consigliere Andrea Nonfarmale parla di «scelta grave», e si augura che qualunque futura scelta edilizia «possa essere compatibile con l identità del territorio». L ex sindaco Paolo Simoni racconta di aver passato una brutta serata: «Sono sorpreso, di una decisione che mi lascia l amaro in bocca. Se l obiettivo è comunque mantenere il Plis, si poteva agire in altro modo. Noi abbiamo avuto coraggio, speriamo che il cammino non s interrompa». Nessuno si sbilancia, in attesa di modifiche annunciate ma che vedranno la luce solo il prossimo anno. Con la revoca di Manerba rimane solo Padenghe ad aver adottato la variante per il Plis. DA MONIGA il sindaco Lorella Lavo fa sapere che dopo l estate sarà approvata anche dal suo Comune. Stessi tempi confermati anche da Andrea Dal Prete, sindaco di Polpenazze. Preoccupato ma fiducioso Gabriele Lovisetto, del Comitato parco colline moreniche: «Con Bertini ho già parlato. Siamo tranquilli. Il tema più caldo rimane quello della Riserva della Rocca. Ma finché la Regione non si sblocca, navighiamo a vista in una sorta di interregno. Dobbiamo accelerare i tempi. E in questo siamo pronti a dare una mano all amministrazione». giovedì 31 luglio 2014 CRONACA Pagina 14 L APPELLO. Il sindacato avverte che solo apparentemente si tratta di un taglio che comporta risparmi «Salviamo le Camere di commercio» «Maggiori costi per le imprese, le ragioni non sono economiche» Con l abolizione del diritto annuale e il trasferimento del registro delle imprese al Ministero per lo sviluppo economico, il Governo si appresta alla eliminazione di fatto delle Camere di Commercio. E una denuncia senza mezzi termini quella delle organizzazioni sindacali, Rsu e lavoratori della Camera di Commercio di Brescia, emersa questa mattina nel corso di una affollata assemblea nella sede di via Einaudi. «Cancellando la loro principale fonte di sostentamento affermano Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil gli enti camerali vengono praticamente messi in liquidazione. Non è accettabile che per il furore demagogico che investe tutto ciò che è pubblico finiscano strutture che non hanno costi per lo Stato e che restituiscono in promozione e investimenti l 88,9% di quanto le imprese versano come "diritto annuale". Una svolta paradossale che solo apparentemente comporterà un risparmio per le imprese, penalizzandole in realtà in termini di servizi e di sostegno alle loro attività».

3 Le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura nel corso del tempo hanno anticipato e supportato le esigenze di innovazione delle imprese e del tessuto economico di riferimento. «La Camera di Commercio di Brescia è la seconda per dimensioni in Lombardia, conta 160 dipendenti spiegano Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil 120 mila imprese iscritte e si finanzia con entrate proprie per il 99.98%. Una realtà dinamica con quasi 21milioni di ricavi dal diritto annuale ( euro) che ritornano sotto varie forme alle imprese (il 55.45% delle spese correnti è impiegato in attività promozionale e i contributi diretti alle imprese sommano ad oltre euro) e pur non gravando per il suo funzionamento sulle casse statali, nel 2013 la Camera di Commercio di Brescia ha trasferito al bilancio statale euro. Restano dunque tutte da spiegare le ragioni vere di un intervento che cancella funzioni e priva i territori di competenze che sono il valore aggiunto di un tessuto economico e produttivo. Molti gli interrogativi che accompagnano questa fase delicatissima per il futuro degli enti camerali: quali saranno le funzioni residue? Quali le fonti economiche che le finanzieranno? Il sindacato chiede però alla politica di spiegare anche i costi aggiuntivi per imprese e cittadini derivanti dalla riforma, e di affrontare le questioni legate alle eccedenze di personale che lo svuotamento di compiti comporta. «SERVE una riforma vera scrivono Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil fatta insieme ai lavoratori, che renda più forte e meno costoso il sistema di sostegno alle imprese e allo sviluppo. A differenza del Governo che pensa di risolvere i problemi facendo di tutta un erba un fascio, noi rispondiamo con proposte di reale discontinuità: riordino delle funzioni, razionalizzazione e integrazione della presenza sul territorio; riorganizzazione del sistema delle aziende speciali; eliminazione di duplicazioni e sovrapposizioni; garanzia dei servizi alle imprese e dei livelli occupazionali». «In questa fase di riassetto del sistema argomentano i sindacati è interesse dei lavoratori del sistema di salvaguardare le funzioni svolte, le professionalità acquisite, i livelli retributivi e i luoghi di lavoro perchè questo significa salvaguardare servizi ai cittadini ed alle imprese e posti di lavoro. E necessario cambiare i provvedimenti del Governo, puntando ad una riorganizzazione del sistema camerale con meno livelli, meno spese inutili e più valorizzazione delle competenze che servono allo sviluppo del Paese». «Chiediamo che le funzioni ad oggi svolte dalle Camere di Commercio restino pubbliche concludono i sindacati bresciani e vengano mantenute all interno delle Camere. Siamo disposti a discutere di razionalizzazione del sistema camerale, ma chiediamo la salvaguardia dei servizi forniti alle imprese, degli investimenti ad oggi effettuati, dei posti di lavoro e delle professionalità che nelle camere si sono costruite nel tempo». sabato 26 luglio 2014 CRONACA Pagina 9 Il turismo nel Belpaese: «Sarà una rivoluzione!» «Siamo una città di pietre, armi, agricoltura, fonderie ed acciaierie, ma siamo anche una provincia che ha grandissima vocazione turistica». Guido Galperti, parlamentare Pd, ha introdotto così l incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri nello spazio dibattiti della festa regionale del Partito Democratico, a Botticino. La sottosegretaria ai Beni culturali e al Turismo, Francesca Barracciu, protagonista del dibattito, intervenendo ha subito ricordato come «la storia del turismo del nostro Paese sia una vicenda di chiaroscuri, in molti casi l industrializzazione forzata l ha fatta diventare materia accessoria, per molto tempo i Governi non hanno considerato primaria la questione. E così da primo Paese al mondo per numero di visitatori negli anni 70, siamo diventati i quinti: gli altri sono andati avanti, noi ci siamo seduti sugli allori». Fortunatamente «il patrimonio ce l abbiamo ancora, grazie al lavoro di recupero fatto dagli Enti Locali e dalle Soprintendenze, è lì e va sfruttato, è la materia prima di questa riconversione di cui il necessitiamo». Esiste un problema di sottovalutazione delle possibilità italiane? «Ne siamo consapevoli, vogliamo fare una rivoluzione, è un convincimento mio, di Franceschini, di Renzi e di tutto il Partito Democratico». «Crediamo che questo debba essere un punto centrale nel nostro progetto di rilancio nazionale - ha continuato Barracciu -: lo facciamo con impegno, attraverso provvedimenti già approvati e in quelli che stiamo preparando». PRIMA DI PRENDERE la parola, Barracciu ha pazientemente ascoltato una serie di contributi, programmati con l intento di renderla edotta sullo stato dell arte del turismo bresciano. Giorgio Passionelli, presidente della Comunità del Garda, ha invocato una comunione d intenti ancora latitante: «Tutto ciò che gravita intorno al nostro grande lago non presenta omogeneità politica e amministrativa, un difetto le cui conseguenze ricadono sul turismo, gli amministratori locali si imbattono in tre norme diverse a seconda dell appartenenza regionale. Il turismo dovrebbe

4 avere la capacità di sintesi e affrontare il grande mercato internazionale in maniera compatta». Per Maurizio Forchini, presidente del Consorzio Italia Holiday, «noi, come gli altri, dobbiamo e darci una forma di impresa. La soluzione è collaborare, dialogare, lavorare in una logica di condivisione. Questo è il messaggio che stiamo cercando di portare avanti, sul lago d Iseo in particolare».ma.zap. Torna all elenco dei quotidiani da L ARENA venerdì 01 agosto 2014 PROVINCIA Pagina 32 TURISMO. Bilancio di mezza estate dei rappresentanti di categoria: «Questo mese andrà in archivio col segno meno» Un luglio horribilis per il lago Colpevoli il maltempo e la crisi Stefano Joppi Campeggiatori: «La pioggia ha annullato i buoni risultati di Pasqua e di giugno: difficile recuperare» Albergatori: «Colpevole il terrorismo dei siti meteo» Come in ogni famiglia anche nel comparto turistico i conti si fanno a fine anno. Non c'è dubbio però che le verifiche mensili alimentino stati d'animo più o meno positivi sciorinando una varietà d'analisi e giudizi «drogati» dalle situazioni contingenti. Il maltempo di luglio non aiuta certo a sprigionare commenti all'insegna dell'ottimismo da parte degli operatori che vivono di turismo. Il tutto magari dimenticando gli importanti incassi di Pasqua o del mese di giugno rispetto ai più magri affari, nello stesso periodo, dello scorso anno. Non c'è dubbio però che il mese di luglio sia destinato ad andare in archivio con magre soddisfazioni, soprattutto per le strutture ricettive all'aria aperta. I campeggi soffrono, per evidenti ragioni, le avverse condizioni atmosferiche. «È davvero un peccato. L'ondata di maltempo ha spazzato via il buon avvio registrato in bassa stagione», spiega Giovanni Bernini presidente dei campeggiatori della Riviera degli Olivi e titolare della Spiaggia d'oro a Lazise. «Purtroppo quando il segno negativo si registra in piena estate i conti in rosso diventano più pesanti. Quello che è perso non si recupera più a differenza delle oscillazioni che si possono invece registrare in maggio o giugno. Dieci giorni di bassa stagione valgono uno-due d'alta». Il riferimento è al costo di soggiorno, piazzola e persona, che lievita e non di poco con l'esplodere dell'estate. «È vero, questo mese di luglio non può considerarsi positivo, anzi, ma non solo per colpa del brutto tempo», fa eco Corrado Bertoncelli presidente della Federalberghi Garda-Veneto con ufficio a Garda. E spiega: «La crisi, soprattutto in Italia, allontana i turisti nostrani mentre i tedeschi, che economicamente non stanno male, sono attratti da Turchia, Grecia e Croazia. Il nostro vero nemico rimane comunque la cattiva meteorologia con previsione molte volte sbagliate. Non si considera inoltre che Garda è suddiviso in tre zone: basso, medio e alto lago con condizioni atmosferiche che variano a distanza di pochi chilometri». Le previsioni meteo condizionano indubbiamente le scelte turistiche e per questo molti operatori non hanno remora a puntare il dito contro siti poco professionali. «Il danno maggiore arriva dal terrorismo fomentato da previsioni meteo spesso errate», sostengono dalla reception del Camping Village di San Benedetto a Peschiera. Concetto ribadito a più voci in varie altre zone del Garda anche se poi c'è chi sposta il discorso sulla mancanza di promozione turistica. «Il bel tempo aiuta, e non poco, nell'attirare i turisti ma vale anche la pena di ricordare che il nostro territorio dovrebbe spingere molto di più sulla promozione turistica», sostiene Enrico Padovani presidente degli albergatori di Bardolino e consigliere del consorzio Lago di Garda - Veneto. «È necessario fare sempre di più squadra tra Comuni, Regione e privati e mettere assieme le risorse per pubblicizzare all'estero le nostre bellezze e offerte ricettive». «Chi decide di venire sul Garda lo fa a prescindere dalla pioggia», fa eco da Brenzone un operatore turistico alberghiero che preferisce l'anonimato. «Sì, c'è stata una flessione di arrivi in luglio ma contenuta nei numeri. E poi ci si dimentica dell'eccezionale mese di giugno. Aspettiamo comunque come sempre la fine della stagione prima di trarre conclusioni definitive». Di certo ad influire negativamente sul numero di arrivi stranieri sul Garda, oltre al maltempo, ci si è messo il calendario

5 scolastico. In molti «Land» l'ultima campanella è suonata un paio di settimane più tardi rispetto all'anno precedente ad eccezione della Baviera, da sempre fucina di vacanzieri per il Garda. venerdì 01 agosto 2014 PROVINCIA Pagina 32 MALCESINE. Annuncio dato dal sindaco Progetto funivia Istituito in Comune un tavolo di tecnici Dubbi sul futuro degli 8 milioni finanziati dall'odi ora soppresso A breve verrà istituito un tavolo tecnico che coinvolgerà esperti del territorio baldense per offrire idee, suggerimenti, proposte per ragionare sui possibili miglioramenti del nuovo progetto riguardante «il potenziamento dell'offerta turistica di Malcesine e del Baldo». L'annuncio è stato dato dal sindaco Benamati e dal consigliere di maggioranza Rizzardi nell'assemblea organizzata in municipio. Il piano, ad oggi, prevede, un impianto a fune con cabine da otto posti ad agganciamento automatico, in funzione tutto l'anno, che collegherà la stazione Cime del Baldo-Tratto Spino con Prà Alpesina, come ipotetico primo tratto di un futuro collegamento con la parte trentina di Polsa-San Valentino e Avio. Sull'opera ci sono in ballo anche 8 milioni di euro finanziati dall'odi, soppresso il 30 giugno scorso, anche se la mancata firma della convenzione tra il Comune e l'ente presieduto da Aldo Brancher non dà sicurezze sul finanziamento. In merito deciderà l'ente che prenderà il posto dell'odi. Sul futuro gruppo di lavoro Benamati ha avanzato anche qualche nome, peraltro presente in sala, tra cui quello di Giacomo Bertuzzi, presidente dell'associazione alpinistica Gam. Il sindaco, carte alla mano, ha introdotto la serata ripercorrendo passo per passo l'iter dell'intricata vicenda che ha avuto il suo punto di svolta il 31 ottobre In quella data l'odi aveva sospeso la convenzione e bocciato il primo progetto, che prevedeva la realizzazione tra le altre della pista da sci Panorama, perché non sostenibile dal punto di vista economico e senza un piano finanziario. Stefano Passarini, presidente di Atf (Azienda trasporti funicolari di Malcesine) e il direttore Enrico Boni hanno illustrato gli interventi strategici della funivia. Dal pubblico sono intervenuti, oltre che Bertuzzi, anche i consiglieri di minoranza Lombardi e Marchesini che hanno contestato il nuovo progetto. Per Lombardi la nuova cabinovia «è un'opera devastante. Meglio ripensare alla Panorama». Marchesini ha sottolineato che «Odi non ha bocciato il primo progetto ma ha solo chiesto chiarimenti». Secondo Carletto, revisore dei conti della funivia, «bisogna prendere una decisione: o si va avanti così con la stagione invernale oppure si investe con un impianto di innevamento completo». L'assicurazione su quest'ultimo punto è arrivata da Pedrotti, consulente tecnico della funivia. La parola sul nuovo progetto passa al nuovo gruppo di lavoro. EM.ZA. giovedì 31 luglio 2014 PROVINCIA Pagina 31 Lago a quota 128 cm «Alto ma nella norma» Un lago così alto, +128 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera, è un fatto eccezionale, a fine luglio per il Garda. Un livello che rimane comunque al di sotto del limite massimo, per il periodo estivo, stabilito dal ministero dei lavori pubblici in un metro e 35 centimetri. Tanto basta ovviamente per tenere in massima allerta l'aipo, l'agenzia interregionale per il Po che sovrintende sul «grande fiume», i suoi affluenti e lo stesso Garda. L'ingegnere Luigi Mille, responsabile dell'ente creato a suo tempo dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in questi giorni non smette di monitorare la situazione e d'informare, tramite la Comunità del Garda, i Comuni del bacino lacustre. «La situazione del Benaco, a differenza di altri bacini e fiumi che gestiamo, è abbastanza tranquilla», afferma al telefono Mille. «Siamo dentro la fascia determinata. Da martedì mattina stiamo scaricando dalla diga di Salionze, manufatto entrato in funzione nel 1950 e che consente di dosare il deflusso delle acque del Garda al Mincio, 135 metri cubi d'acqua al secondo. Una portata che domani sarà aumentata a 145. Vogliamo in questo modo abbassare il livello del Garda per dare un aiuto al turismo. Dobbiamo però sempre tenere conto della capacità di ricevibilità da parte del Mincio e dei laghi mantovani per evitare esondazioni a valle». Un «gioco» di vasi comunicanti che non s'improvvisa e ovviamente deve tenere conto delle necessità (salvaguardia turistica e agricola) che direttamente coinvolgono le varie comunità che dal Garda si estendono fino a Mantova.

6 «Nella notte tra venerdì e sabato è scesa dal cielo la stessa acqua che di solito registriamo in un mese», interviene Pier Lucio Ceresa direttore generale della Comunità del Garda. «Il Lago superiore a Mantova era a livello di guardia e a Goito c'era il rischio d'esondazione. Impossibile quindi scaricare più dei 120 metri cubi al secondo dalla diga di Salionze. Adesso la situazione è destinata a migliorare e diventa quindi più facile aprire i rubinetti della diga. Non dimentichiamo che con il ritorno del caldo aumenta poi anche l'evaporazione dell'acqua». Intanto sulla questione dei livelli i deputati veronesi del Pd chiamano in causa il Governo. «Quest'estate piovosa ha rimesso a nudo il problema dei livelli del Garda», denuncia Vincenzo D'Arienzo, primo firmatario di un'interrogazione al ministro Lupi. Insieme con i colleghi Pd Dal Moro, Rotta e Zardini, D'Arienzo chiede di rivedere le soglie previste dai livelli di regolamentazione stabiliti dal ministero dei lavori pubblici ancora nel 1965 e che fissano per il periodo estivo come livello massimo 1,35 metri sullo zero idrometrico. Gli attuali livelli rispondono a ben altre condizioni ambientali ed economiche, scrivono i deputati Pd. D'Arienzo: «Dai livelli scaturisce il moto ondoso che oltre ad allagare le passeggiate delle località lacuali che presentano quote inferiori provoca la sistematica erosione delle spiagge e del territorio nonchè difficoltà nella defluizione delle acque piovane attraverso i canali esistenti, con conseguenti danni per l'economia locale». Il lago di Garda è da sempre considerato il bacino idrico a sostegno dell'agricoltura intensiva del sottostante territorio mantovano e da ciò discendono le volontà di mantenere i livelli normalmente in linea con questa esigenza, normalmente più alti del livello minimo, scrivono D'Arienzo, Dal Moro, Rotta e Zardini che chiedono, quindi, che il Governo affronti la situazione e avvii un percorso volto al riesame del contesto e finalizzato all'attualizzazione dei livelli delle acque del lago di Garda. D'altronde, scrivono, non vi sono dubbi che l'area del Garda si è arricchita d'insediamenti in questi 48 anni. Un'ovvietà che da sola dovrebbe consigliare la revisione dei livelli. Torna all elenco dei quotidiani da L ADIGE Quest anno tutti vanno all alberghiera Centonove iscritti. Per un anno scolastico che - alla scuola Alberghiera di Varone - si preannuncia essere tra quelli storici. Il numero degli alunni delle future classi prime, che tra poco più di un mese varcheranno i cancelli del centro didattico di Rione Europa, parla da solo. «Un numero decisamente interessante - il commento del direttore Massimo Malossini - senza contare che ci sono altri 15 studenti in lista d'attesa ai quali daremo risposta prima dell'inizio della scuola. In tutto, avremo quindi ben 5 classi prime - suddivise in sezioni A, B, C, D, E - evento molto raro in questi ultimi anni, considerato che le nuove iscrizioni si fermavano sempre attorno ai 40, 50 o al massimo 60 alunni. Si tratta di un appeal verso la nostra scuola che combacia con l'ampliamento di aule e laboratori, con l'introduzione del quarto anno di consolidamento e con la previsione di futuri progetti per l'alta formazione, come la strada che vorremmo aprire per permettere il proseguimento degli studi e il conseguimento di un diploma di maturità. In tutto, contando anche gli iscritti al quarto corso di specializzazione, a settembre saranno circa 320 gli alunni che entreranno all'alberghiera, provenienti non solo dall'alto Garda e dalla valle di Ledro ma anche dai centri delle riviere bresciane e veronesi del Benaco, da Trento, da Rovereto e addirittura dalla valle di Non. E' più che evidente dunque la preferenza di studenti e famiglie verso la nostra scuola, alle aspettative e prospettive che essa può offrire ai giovani che vogliono seguire un percorso formativo di qualità e che scelgono i corsi del settore alberghiero e della ristorazione». Il tutto grazie anche allo storico servizio di convitto, gestito ora da Gardascuola e centralizzato nella struttura di "Padre Monti" ad Arco, offerto ai ragazzi provenienti dai centri più distanti e periferici. Convitto che fino a poco tempo fa era invece inglobato nel complesso di Rione Europa ma che è stato recentemente sottoposto a lavori di risanamento, dal quale sono stati ricavati nuovi spazi didattici necessari all'ampliamento. «Con l'inizio del nuovo anno scolastico - conclude Malossini - potremo infatti contare su ulteriori cinque aule, una biblioteca, una nuova cucina ed un nuovo laboratorio per i ragazzi frequentanti i corsi per Operatore di cucina e Operatore di sala-bar. Con un così alto numero di studenti, dovremo quindi riorganizzare il nostro servizio mensa e adeguare tutti quegli ambienti dedicati all'attività formativa pratica. Al fine di preparare al meglio i giovani che vogliono entrare in questi settori professionali, tra quelli trainanti sul nostro territorio, e favorire il loro inserimento - grazie anche alla consolidata collaborazione con partner istituzionali e privati - nel modo migliore nel mondo del lavoro». 01/08/14

7 Garda, il portolano ne svela i segreti RIVA - Il titolo dice già tutto: «Un piccolo mare di nome Garda». Il nostro lago è qualcosa di più di uno specchio d'acqua dolce tra le montagne. Le sue dimensioni, il suo sviluppo costiero, la diversità dei centri che si incontrato sulle sue sponde (bresciana, veneta e trentina), le tradizioni che ogni borgo ha sviluppato e in parte conservato, ne fanno qualcosa di molto più simile ad un piccolo mare che ad un lago. Per non parlare delle sue profondità abissali (fino a 350 metri d'acqua, molta di più che in ampia parte del mar Adriatico, ad esempio) e dei suoi venti, che si contano nell'ordine della trentina, molti dei quali con nomi che cambiano a seconda del luogo. Poi le correnti e i porti, anche questi molti più di quanti si creda. Tra grandi e piccoli i 180 chilometri di riviera gardesana ne contano infatti ben 65, di cui solo sette in Trentino, 27 sulla sponda veronese e 31 sulla sponda bresciana. Una montagna di numeri, dati, attività e servizi che qualcuno prima o dopo doveva riordinare in un documento aggiornato e funzionale. L'ha fatto Luca Tonghini, velista e appassionato cartografo, che grazie all'editrice veronese «Il Frangente» è riuscito a dare alle stampe l'atteso portolano del lago di Garda. Il portolano - lo ricordiamo - è il volume che raccoglie tutte le informazioni utili ai naviganti, in mare come sui grandi laghi. Porti, darsene, cale ridossate, ormeggi, profondità del fondale, correnti, servizi di assistenza a terra, gru, rifornimenti, oltre alle normative vigenti in materia di navigazione, ai numeri utili, a dettagli sui luoghi che si possono raggiungere navigando e approfondimenti sulla storia e le tradizioni delle terre da esplorare. Ovvio che di solito i portolani raccontano tratti di costa marittima, isole, rotte da tenere sotto costa. «Un piccolo mare di nome Garda» invece racconta proprio il Benaco con testi, schede e illustrazioni grafiche ora dedicate ai quadri d'assieme del bacino ora ai singoli porti delle tre sponde, compresi ovviamente quelli trentini: San Nicolò, Conca d'oro, porto vecchio a Torbole, porto Pescatori, Lido di Arco, Fraglia della vela e porto canale della Rocca. Di ogni porto sono indicate dimensioni, profondità, fanali luminosi, boe, attrezzature, ingressi, servizi vari, longitudine e latitudine, punti di riferimento visivi e paesaggistici. È lo stesso autore, prima di scendere nell'analisi dei singoli approdi, a fare una sintesi dei numeri gardesani: 5665 posti barca (3400 sulla sponda bresciana, 1890 nel veronese, 375 da noi) per una richiesta che, almeno prima della crisi, era in realtà cinque, sei volte superiore alle disponibilità. La risposta è arrivata, almeno in parte, dal moltiplicarsi dei campi boa, ma esclusivamente in Veneto e Lombardia. Numeri che rendono bene l'idea dell'indotto legato alla nautica da diporto sul Garda. Non tutte le vele sono fatte per regatare. 01/08/14 Parco agricolo, tutto da rifare )o quasi) Parco agricolo tutto da rifare. O, almeno, buona parte. I sindaci di Riva del Garda, Arco e Nago Torbole vogliono «sopprimere l'agenzia per la gestione del Parco/distretto agricolo del Garda trentino e gli articoli che prevedono l'espressione del parere del distretto agricolo in materia urbanitisca». Così, chiaro e tondo, scrivono Luca Civettini, primo cittadino di Nago Torbole, Alessandro Betta di Arco e Alberto Bertolini, vicesindaco di Riva del Garda (il sindaco è in ferie). Tutto da rifare quindi per quanto riguarda la gestione del parco, e la gestione dell'urbanistica in relazione al parco agricolo. La legge che prevedeva l'agenzia di gestione, già dal 2008 era rimasta fino ad oggi disattesa, e resta dunque nuovamente al palo. Secondo i primi cittadini dovrà essere riscritta. Non erano mai stati così chiari i sindaci. Lo sono stati ora in una risposta ufficiale a un nutrito gruppo di consiglieri comunali di Riva del Garda, Arco e Nago Torbole (Luigi Masato, Silvio Tonelli ed Eraldo Tonelli per Nago Torbole; Franca Bazzanella, Cinzia Straffelini, Paolo Matteotti, Gerardo Gaiatto, Emanuela Lorenzi, Carlo Modena, Angelo Pesarin, Fabio Morghen; Gabriella Santuliana, Giovanni Rullo, Andrea Ravagni e Bruna Todeschi per Arco) che in un'interpellanza congiunta, presentata in giugno, chiedeva conto proprio ai sindaci del destino del mai nato Parco/distretto agricolo del Garda trentino. Un modo per sollecitare i primi cittadini, in nome delle firme di novemila cittadini raccolte nel 2007, con le quali si chiedeva l'istituzione del parco, sperando così di potere salvaguardare le campagne residuali del Basso Sarca. In questo giorni la risposta univoca di Betta, Bertolini e Civettini, che premettono, tutti, di avere fatto il possibile e di avere seguito la faccenda. Ricordano che «in queste settimane si sono susseguiti incontri e confronti tra i sindaci e amministratori e il tema è stato seguito con grande attenzione». Il lavoro di analisi, riportano, è stato affrontato assieme all'assessore della Comunità di valle, Alessandro de Guelmi, in seno alla conferenza dei sindaci. Ne emergono le seguenti decisioni: oltre alla soppressione dell'agenzia e del suo ruolo urbanistico, i sindaci vogliono «attivare un gruppo tecnico di lavoro composto da un funzionario dell'ufficio periferico di Riva, un tecnico di zona della Fondazione E. Mach, un rappresentante dell'agraria, un rappresentante delle organizzazioni sindacali agricole, per l'individuazione dei progetti prioritari da sottoporre alla valutazione di un "focus group" composto da portatori di interesse». Betta, Bertolini e Civettini vogliono poi «costituire un gruppo operativo composto da Comunità di valle, Fondazione E. Mach, Cooperativa Valli del Sarca, Associazione Agraria, eventuali comuni interessati per il finanziamento dei progetti

8 ritenuti più interessanti attraverso le misure del Piano di sviluppo rurale; e di confermare che il supporto amministrativo dell'attività rimane in capo alla comunità di valle». Questa posizione che, nero su bianco, ribalta parte della legge 15 del 2008, è supportata da alcuni fattori: «Si prende atto - concludono infatti i sindaci - che da parte dell'assessore provinciale Michele Dallapiccola c'è stata la volontà concreta di fare chiarezza sulla situazione; le finalità sono ora quelle di dare atto a una legge ottimizzandone gli obiettivi in un contesto economico di risorse non illimitate, e ciò dimostra consapevolezza; si intende fare rete tra l'agricoltura e gli altri settori sviluppando e valorizzando il territorio con una struttura snella; si delinea la possibilità di avviare un processo partecipativo sulla scorta dell'esperienza del parco fluviale». 27/07/14 Torna all elenco dei quotidiani dal TRENTINO Delibera della giunta provinciale: l intervento costa euro Garda, analisi su anguille e agoni ALTO GARDA La Giunta provinciale ha incaricato il Servizio foreste e fauna di effettuare un prelievo in almeno due o più punti del lago di Garda, inclusa la foce del fiume Sarca, di dieci campioni di anguille in unico esemplare e di un pool di cinque campioni di agoni, confezionando e inoltrando poi il tutto all Istituto zooprofilattico sperimentale (laboratorio nazionale di riferimento per le diossine e i pcb - policlorobifenili. in mangimi e alimenti destinati al consumo umano) con le modalità fornite dall Azienda provinciale per i servizi sanitari. A quest'ultima spetta poi stipulare con l'istituto delle Venezie una convenzione per determinare le concentrazioni di diossine e pcb. Si tratta della ripetizione di quanto già fatto nel 2013: questo perché il livello di contaminazione in campioni di prodotti ittici del Garda ha evidenziato la necessità di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio per la salute umana (quindi il divieto di pesca e di vendita) connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago previste dall'ordinanza ministeriale del maggio 2011, già prorogata di volta in volta da allora in avanti. Il divieto è stato confermato per il quarto anno perché le anguille esaminate contenevano un livello di diossine e pcb (contenuto in oli industriali e messo fuorilegge solo nel 1984) troppo alto: una media di 14 picogrammi/grammo dei cancerogeni inquinanti contro un massimo di 12 pg/g. L impegno finanziario per eseguire gli esami di laboratorio sui campioni è stimato in euro. (m.cass.) 01/08/14 Non regge di fronte ai carabinieri la giustificazione di una coppia di Arco: denunciati per detenzione di stupefacente Presi con la droga: «Ma noi siamo rasta» di Nicola Filippi walto GARDA Puoi raccontare anche quella dell orso, come quella che sei un adepto della religione Rastafari che difende l utilizzo della marijuana per «accrescere la propria autocoscienza per entrare in contatto con la verità di Jah (il nome che danno a Dio i rasta)», come si legge nei siti dedicati in internet. Ma quando ci sono di mezzo stupefacenti e minori la questione si fa piuttosto complicata. E si finisce nelle maglie della giustizia. Come è accaduto a due persone di Arco: entrambi trentaquattrenni, senza precedenti penali specifici, lui disoccupato e con una pensione di invalidità, lei (mamma dei due bambini) saltuariamente occupata come cameriera. A denunciarli alla Procura della Repubblica di Rovereto e alla Procura dei minori di Trento per detenzione di lieve entità (così prevede la nuova legge sugli stupefacenti) ci hanno pensato i carabinieri del nucleo operativo (retto dal tenente Andrea Oxilia) della Compagnia comando di Riva del Garda, guidata dal capitano Francesco Garzya. «Da quando reggo il comando di Riva del Garda, è la prima volta che denunciamo due persone che si dichiarano appartenenti alla filosofia rasta», spiega l ufficiale della Benemerita. Come sono arrivati ai due i carabinieri? Appostamenti, quattro chiacchiere in paese, una serie di controlli incrociati sulle loro frequentazioni: accumulato indizi a sufficienza, i militari dell operativo sono entrati in azione. Senza dimenticarsi di Batman. Che, in questo caso, non è l uomo pipistrello dei fumetti ideato da Bob Kane e Bill Finger nel lontano È il nome del pastore tedesco della sezione narcotici che ha permesso ai carabinieri di individuare la presenza, all interno dell appartamento della coppia, di due etti di hashish in panetti, altra in pezzetti, pronta al consumo e marijuana. Nella perquisizione i carabinieri hanno anche trovato cylum di varie dimensioni, tutto l occorrente per la coltivazione e un consumo di stupefacente frequente ed immediato. Il tocco finale dei due presunti adepti della filosofia rasta? L appartamento tinteggiato con i colori della bandiera giamaicana. Il materiale è stato tutto fotografato dai carabinieri, catalogato e annesso al fascicolo d indagine, a disposizione del magistrato di turno. La situazione per la coppia si è fatta più complicata, in quanto all interno dell appartamento vivono anche i due figli minorenni della donna (di 11 e tre anni). Per questo motivo, i due sono stati segnalati anche alla procura dei minori di Trento.

9 Torna all elenco dei quotidiani dalla GAZZETTA DI MANTOVA LA PAZZA ESTATE»I BILANCI il segretario giacomelli Ormai si paga solo la prevenzione con gli sconti assicurativi Adesso stanno arrivando i rimborsi per i disastri del 2007 a Guidizzolo Sono le aziende agricole danneggiate dal maltempo del mese di luglio, il peggiore dell ultimo ventennio nella nostra provincia, che ha letteralmente messo in ginocchio il settore primario dell Alto Mantovano. Sospese le raccolte di pomodori; interi campi di mais e soia da gettare, mentre nelle stalle scarseggia il foraggio. È la situazione lasciata dal passaggio delle quattro emergenze maltempo che si sono succedute a raffica in questo mese anomalo dal punto di vista meteo. Il bilancio in termini economici è in corso di definizione da parte della provincia di Mantova che sta raccogliendo i dati dai singoli agricoltori e dalle associazioni di categoria. Ma alcuni elementi già emergono dal Consorzio di difesa mantovano (Codima), che si occupa delle polizze assicurative, che in queste settimane è letteralmente stato subissato di telefonate di imprenditori agricoli colpiti dalle avversità meteorologiche. Luglio, infatti, non ha fatto mancare nulla in termini di disastri : dal vento forte, alla grandine, alla pioggia torrenziale. I Comuni più colpiti quelli dai quali sono giunte il maggior numero di richieste di sopralluoghi per danni sono Viadana (148), Roverbella (131) e Ceresara (124). Quest ultimo paese, molto più piccolo rispetto agli altri due, è al primo posto per percentuale di aziende danneggiate. Oltre a Ceresara, la grandine ha picchiato duro nella zona di Marcaria (37 aziende), Goito (31), Volta Mantovana (28), Piubega (23) Rodigo (24), Monzambano (17). La pioggia eccezionale ha insistito a Roverbella (35 aziende danneggiate) Goito (18), Castel Goffredo (16), Piubega (15) mentre il vento ha soffiato in modo particolare a Ceresara (25 aziende colpite), Marcaria (21), Castel Goffredo (16). Quasi impossibile la dichiarazione di stato di calamità poiché da ormai dieci anni il fondo nazionale di solidarietà viene utilizzato per pagare prima che avvengano i disastri, dando un contributo (dal 50 all 80%) a chi si assicura e non più intervenendo dopo con interventi compensativi di pagamento danni. Vengono pagati, infatti, solo i danni ai prodotti non assicurabili che devono superare il 30% di tutta la produzione agricola. «E nel tempo ricorda Romano Giacomelli, segretario del Codima praticamente tutto è diventato assicurabile, fino ai campi di mirtillo». Dall elenco resta fuori ben poco, praticamente solo le strutture e i capannoni. Tant è che le ultime due dichiarazioni di stato di calamità sono per trombe d aria (2007 Guidizzolo e 2010 Volta Mantovana). «I soldi stanno arrivando ora ricorda Giacomellli e sono una piccola parte del danno (per Volta, l importo pagato è attorno al 20% ndr). Diverso il caso di chi invece è assicurato, che riceve l intero costo, detratto dalla franchigia del 10%, o 15 per serre, meloni e angurie». L ufficio agricoltura della Provincia entro fine agosto farà la delimitazione della zona colpita da metà luglio. Sinora sono arrivate 150 segnalazioni di danni. La Regione, anche senza calamità, potrebbe però operare autonomamente dando priorità ai crediti agricoli o anticipando la Pac. 01/08/14 Torna all elenco dei quotidiani dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 1 Agosto, CORRIERE DEL VENETO - VERONA «Il Catullo dell era Save dia risposte ai lavoratori in cassa integrazione» L aumento di capitale e la richiesta di reintegro VERONA Ancora un mese e mezzo, e poi, per i lavoratori in cassa integrazione di Avio Handling e della Catullo Spa, il futuro potrebbe essere più chiaro. Dopo l aumento di capitale da 47,5 milioni di euro sottoscritto dai soci dell aeroporto di Verona, i dipendenti delle due aziende si sono riuniti davanti alla sede di Confindustria in un sit in per chiedere che cosa sarà del proprio futuro. All interno della sede di piazza Cittadella, infatti, i rappresentanti sindacali, ieri, hanno incontrato il direttore generale dell aeroporto Carmine Bassetti per avere risposte sulle effettive possibilità di reintegro dei dipendenti. In tutto, la vertenza interessa quasi 150 dipendenti, equamente divisi tra le due aziende, che si trovano in cassa integrazione straordinaria da quasi 2 anni. Il prossimo 24 dicembre scadrà ed il rischio di messa in mobilità è piuttosto serio. Chiara la posizione delle organizzazioni sindacali: «La Catullo spa e Avio Handling, società di proprietà della stessa Catullo, dovrebbero finalmente dire con chiarezza se intendono fare qualcosa per creare vere opportunità di lavoro per i 150 lavoratori, oppure se hanno deciso che, a fine anno, la lunga lista dei disoccupati della

10 nostra provincia si arricchirà di ulteriori 150 nomi». Con il segretario di Ugl Trasporto Aereo, Giorgio Aloisi, che ha precisato: «L accordo sottoscritto recentemente con Save può rappresentare un importante punto di partenza per rilanciare lo scalo e di conseguenza per ricollocare di tutti i lavoratori, ma è necessario che la realizzazione dell eventuale Piano industriale, ad oggi ancora ignoto alle organizzazioni sindacali, sia realizzato velocemente». L incontro, tuttavia, non ha dato le risposte sperate dalle organizzazioni sindacali. Sarà la prossima riunione, fissata per l 11 settembre, a delineare con maggiore precisione quali sono le possibilità e le intenzioni dei nuovi soci. «I soci assieme a Save ha chiarito Mario Lumastro, segretario Filt Cgil Verona hanno chiesto altri 45 giorni per valutare attentamente tutte le questioni riguardanti l aeroporto. È ovvio che, per allora, dovranno darci necessariamente notizie sulla questione dell occupazione. Nell immediato, poi, dovremo affrontare il tema del reperimento di nuovi ammortizzatori sociali: se davvero a breve ci dovesse essere il rilancio dell aeroporto, sarebbero drammatico disperdere queste professionalità». Nel frattempo, ieri a Roma, si è tenuto un incontro anche nell ambito della vertenza Over Meccanica. «Ai tecnici del Ministero del Lavoro ha detto Massimiliano Nobis, segretario Fim Cisl Verona abbiamo spiegato come l azienda non sia in crisi per mancanza di lavoro, ma per problemi gestionali. Il settore è in crescita e il curatore fallimentare è alla ricerca di commesse per farla ripartire». Samuele Nottegar Giovedì 31 Luglio, CORRIERE DEL VENETO - VERONA L acqua del Garda a quota 131 centimetri Così la mala estate ha fatto sparire le spiagge VERONA Il livello del lago di Garda ieri mattina alle 11 era a quota 131,3 centimetri, ben oltre la soglia prevista dei 125 cm concordati dalle Istituzioni locali con l Aipo, l Agenzia governativa del fiume Po che regola l altezza idrometrica del Garda. Le continue piogge, infatti, stanno mettendo in ginocchio l ecosistema lacustre ed anche la stagione turistica sta subendo un grave colpo. Ma oltre a tutti i disagi causati dal maltempo, a finire sommerse dall acqua del lago sono proprio le spiagge gardesane, biglietto da visita di ogni località balneare. Giusto ieri, il deputato veronese del Pd Vincenzo D Arienzo (insieme ai colleghi Gianni Dal Moro, Elisa Rotta e Diego Zardini) ha inoltrato un interrogazione al ministro Maurizio Lupi perché intervenga con urgenza nel modificare la legge che regolamenta i livelli del lago: «Decisi nel lontano sottolinea il deputato-. Dai livelli scaturisce, infatti, il moto ondoso, che oltre ad allagare le passeggiate delle località gardesane che presentano quote inferiori, provoca la sistematica erosione delle spiagge e del territorio, nonché difficoltà nella defluizione delle acque piovane attraverso i canali esistenti, con conseguenti danni per l economia locale». Lazise è il paese con il lungolago posto alla quota più bassa lungo la sponda veronese: si ritrova allagato per l enorme quantità d acqua piovana che arriva da monte, con vie e negozi invasi anche dall acqua della rete fognaria che defluisce dai tombini. Le problematiche legate alle piogge straordinarie e ai livelli troppo alti del lago, infatti, incidono anche sul collettore, il quale, oltre quota 125 centimetri, «imbarca» acqua e scarica nel lago il sovraccarico di portata con parte di reflui fognari. Inoltre, il Garda, riserva di acqua dolce per il 40% dell intero Paese, «è da sempre considerato il bacino idrico a sostegno dell agricoltura intensiva del territorio mantovano sottolinea D Arienzo nell interrogazione- da ciò discendono le volontà di mantenere i livelli in linea con questa esigenza, normalmente più alti del livello minimo. E giunta l ora, quindi, che il governo decida in merito: il ministro avvii un tavolo di concertazione per definire i nuovi livelli adeguati alle esigenze contemporanee». In realtà è già stato fatto un grosso lavoro per la modifica dei livelli, proseguito per anni e sfociato a settembre in un accordo interregionale di sperimentazione della nuova regolazione che prevede, appunto, a 125 centimetri il livello massimo. Ma rimane, appunto, un accordo sperimentale e non una nuova legge. Annamaria Schiano 31/07/14 Mercoledì 30 Luglio, CORRIERE DEL VENETO - VERONA Collettore, Passionelli scrive a Renzi VERONA È emergenza per il collettore del lago di Garda. Del resto le «bombe d acqua» che stanno cadendo dal cielo stanno mettendo a seria prova la portata del sistema fognario. Così, il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli ha scritto al presidente del consiglio Matteo Renzi perché intervenga al più presto. «C è un problema vitale e di estremo interesse non solo nazionale ma anche europeo - scrive -, la cui soluzione è urgente e indifferibile. Le acque del lago rappresentano il 40% della risorsa idrica potabile disponibile della nazione. Ormai, però, i segnali di vecchiaia del sistema di tutela ecologica sono già fortemente percepibili e si rivela urgente un intervento che elimini il rischio gravissimo di non tenuta della condotta sub lacuale». E ancora: «Non oso pensare cosa

11 accadrebbe all ecosistema gardesano e alla sua economia - prosegue Passionelli -, nonché all immagine del Paese nel mondo, se la condotta sub lacuale principale, che giornalmente trasporta i reflui lombardi nel depuratore di Peschiera, avesse problemi e versasse nel lago i liquami. Si tratterebbe di una catastrofe, tenuto anche conto del lentissimo ricambio (circa 26 anni) delle acque del lago». Da tempo gli amministratori si mobilitano per la riqualificazione del collettore e dei depuratori. Un progetto di fattibilità c è: prevede la separazione delle condotte fognarie tra le due Regioni e relative coste, con la creazione anche di un nuovo depuratore lombardo, a Visano. Un progetto impegnativo dal costo intorno ai 220 milioni di euro, da ammortizzare in sei anni e che i Comuni non possono certo affrontare. Per questo Passionelli chiede aiuto a Roma: «Serve un intervento urgente, nei modi e nelle forme ritenute più congrue e opportune, come, ad esempio, il ricorso ai fondi Cipe o ad una legge speciale per il Garda». An.Sch. Mercoledì 30 Luglio, BRESCIA Centomiglia tra storia e innovazione Doppia fatica per le barche più veloci Risaliranno verso Tignale. «Così la Cento Classica sarà una passerella» La prima sorpresa della Centomiglia numero 64 è la sede della presentazione: Desenzano. «Scelta non casuale spiega Franco Capuccini, presidente del Circolo Vela Gargnano Qui c è la boa più a sud della regata, qui sono cresciuti o abitano tantissimi skipper protagonisti ieri e oggi della vela del Garda, qui c è una piccola flotta protagonista delle regate di vela accessibile che promuoviamo e organizziamo da tempo». E qui, aggiungiamo noi, è in programma un inedita «settimana della vela» nei primi giorni di settembre, organizzata con Brescia Tourism e Garda Lombardia. Ci saranno eventi sportivi, culturali e sociali per coinvolgere la capitale del lago. Detto ciò, saliamo a nord per vedere cosa ha in mente il club di via Bettoni per le classicissime. Intanto, si anticipano di una settimana le due manifestazioni dedicate alle tribù del vento che si spartiscono pacificamente l alto Garda: nella mattinata di sabato 30 agosto ci saranno la Cento Kite e la Cento Windsurf: vento permettendo sarà spettacolo puro sulla rotta Campione-Bogliaco. Nel pomeriggio, inizia il 48esimo Trofeo Riccardo Gorla, già definito da qualcuno SuperGorla o Super G, mutuando il nome dallo sci alpino per la sua nuova formula articolata su due prove. La prima è una «volata», interessante tecnicamente, tra Bogliaco, Torri del Benaco e Gargnano; la seconda, con partenza domenica 31 agosto, è sul percorso normale della regata con partenza e arrivo a Bogliaco, dopo il passaggio della boa di Torbole. Sabato 6 settembre è tempo di Centomiglia, per la cronaca ricorre il cinquantennale di una delle edizioni entrate nella leggenda: nel 1964 infatti, uscendo senza troppi danni da una notte di buriana, vinse Manuela il 5.50 S.I, della famiglia Croce, la più illustre della vela italiana e solo altre due barche finirono la maratona. Nel tentativo (non facile ma meritorio) di compattare la flotta più varia che mai, il Circolo Vela Gargnano ha deciso che prima della discesa generale verso Desenzano, le barche più veloci e potenti Libera, Open e i maggiori multiscafi debbano risalire ancora verso Prato di Tignale non appena arrivati a Bogliaco, per la boa di metà regata. Come è nell humus della Centomiglia, il gusto dell innovazione viaggia a braccetto con il rispetto per la storia. «Per noi è una vera attività portare gli occhi e soprattutto il cuore degli appassionati sull incredibile e ricchissima memoria della nostra regata continua il presidente del Circolo vela Gargnano Gli anni dal 1950 al 1980 sono state forieri di sviluppo non solo della vela gardesana ma dello sport nautico in particolare. Per questo stiamo cercando di dare vita a una Cento Classica degna di questo nome, una sorta di passerella che renda omaggio a queste barche in modo autonomo rispetto al resto della flotta». A chiudere una stagione che ha visto il circolo molto impegnato con le derive olimpiche e non servendosi della collaborazione di Univela ci sarà la sempre più vivace Childrenwindcup (20 e 21 settembre), regata-festa per i giovani velisti dove personaggi dello sport e dello spettacolo portano la loro testimonianza a favore dei bambini meno fortunati. Quest anno la prova farà parte della Bart Bash, evento che si correrà in tutto il mondo coinvolgendo miglia di velisti e centinaia di club per ricordare Andrew «Bart» Simpson: è il velista inglese, scomparso in un test per l America s Cup, nel maggio Qui il suo ricordo è ancora vivissimo, perché era lo stratega di +39, la barca che prese parte nel 2007 alla sfida del Circolo Vela Gargnano alla Regata delle Regate. «Noi siamo impegnati in una vela che è ormai a 360 gradi o se volete globale. Contro tutti i pregiudizi, le mille critiche, l osservare e non far nulla che appartengono, fortunatamente, al passato» è la chiosa di Capuccini. Condivisibile sicuramente, anche se ci mancano tanto le grandi flotte che coprivano quasi il sole all alba della Centomiglia. Maurizio Bertera Torna all elenco dei quotidiani

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