LA VALORIZZAZIONE DEL BREVETTO

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1 LA VALORIZZAZIONE DEL BREVETTO FILIPPO FERRONI Martedì, 20 Gennaio 2010 Camera di Commercio di GENOVA

2 INDICE 1. Cosa è un brevetto (il monopolio dalla parte veneziana ad oggi) 2. Perché brevettare (nei vari settori della tecnica) 3. Made in Italy 4. Scenari futuri: la finanza 5. Casi pratici

3 1. Cosa è un brevetto (dalla parte veneziana ad oggi) Chi fa il consulente in proprietà industriale professionalmente, riceve regolarmente dai suoi clienti la lamentela che i brevetti costano cari. Figurarsi poi in una città come Genova dove la proverbiale parsimonia dei suoi abitanti è diventata un luogo comune La reazione del professionista che non vede apprezzato il proprio lavoro, può essere quella di indicare al cliente la porta di uscita dell ufficio.

4 Ma la domanda che dovrebbero porsi i clienti è: perché deposito dei brevetti? Bisogna considerarli solo un costo o si possono farli fruttare? Molti depositano brevetti, modelli o altri titoli di proprietà industriale per prestigio personale: questo può essere comprensibile per dei privati, ma non per delle aziende che dovrebbero avere un atteggiamento razionale e stare attente ai ritorni delle spese che sostengono. I princìpi e le logiche che sono alla base del sistema brevettuale risalgono agli antichi privilegi che nei secoli passati i regnanti attribuivano ai sudditi che avevano elaborato delle innovazioni nelle loro arti e nei loro mestieri: il primo caso di cui si ha notizia è del 1474 presso la repubblica di Venezia, dove il senato emanò un provvedimento in cui riconosceva i diritti esclusivi su ogni nuovo et ingegnoso artificio.

5 I brevetti consentono al loro titolare di avere un monopolio di 20 anni sul ritrovato brevettato: è un tempo più che sufficiente ad un imprenditore per rientrare negli investimenti che ha sostenuto nella messa a punto della innovazione.

6 Ovviamente la tecnologia e le conoscenze scientifiche sono evolute dai tempi della Serenissima, ma la globalizzazione sta rendendo di fatto il mondo attuale come Venezia nel 15 secolo: un insieme di tante isole comunicanti tra loro mediante ponti, calli e campielli, oggi costituiti da internet, posta elettronica e comunicazioni satellitari.

7 2. Perché brevettare (nei vari settori della tecnica) L evoluzione della tecnica ha portato a ridisegnare quelle che erano le discipline tradizionali: la meccanica, l elettronica e la chimica. Oggi si parla di meccatronica, biotecnologie, nanotecnologie, ICT e quant altro. Ma questo non deve impressionare perché ci sono spazi di innovazione anche in settori tradizionali o apparentemente anonimi: le macchine per divertimenti (slot machine), i piccoli elettrodomestici, le attrezzature per la ginnastica, gli strumenti biomedicali. Senza contare tutte le possibili innovazioni realizzabili con l applicazione dei computer, di cui si parlerà in questo incontro a proposito del software (cosiddette computer implemented inventions).

8 Dispositivo di presa per una macchina distributrice di giocattoli

9 Ritornando alla domanda iniziale perché brevettare?, la risposta è abbastanza intuitiva se si pensa alle multinazionali o ai grandi gruppi industriali che investono milioni di euro in ricerca e sviluppo per trovare nuovi farmaci, nuovi composti oppure nuovi materiali. Lo stesso vale per le università e gli enti di ricerca sia pubblici che privati, i quali grazie alle licenze e transazioni sui diritti brevettuali riescono a finanziare la loro attività di ricerca. Ma in realtà è altrettanto importante (se non di più) tutelarsi contro le contraffazioni, anche in settori apparentemente meno noti al grande pubblico. Come si è visto, ci sono prodotti semplici ed originali anche in applicazioni insospettabili, i quali proprio per la loro semplicità sono i più vulnerabili e facilmente copiati appena escono sul mercato.

10 In queste applicazioni il danno che subisce un azienda quando un suo nuovo prodotto viene copiato dopo poco tempo, è tale da Giustificare di per sé le spese di brevettazione: questa situazione non viene purtroppo mai considerata dai clienti dei consulenti che si lamentano per i costi elevati. Al giorno d oggi ci sono anche periodicamente delle agevolazioni da parte di enti nazionali o comunitari, Province, Regioni, che per stimolare l innovazione propongono di finanziare le spese di brevettazione, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI).

11 Ma ci sono anche altri motivi che giustificano la costruzione di un portafoglio brevettuale. Per esempio, nel trasferimento di tecnologie e know-how la loro valutazione in assenza di diritti brevettuali diventa problematica e senz altro è inferiore a quella che si può ottenere con un portafoglio di P.I. La presenza di brevetti è infatti una garanzia nei confronti dell acquirente che può ottenere una esclusiva su ciò che compra. La concessione di licenze permette poi di ottenere dei ricavi senza investimenti in mercati lontani: le PMI che hanno una tecnologia da esportare possono farlo cercando dei partner in altri paesi e concedere loro licenze: ciò non richiede costosi investimenti all estero in reti commerciali, stabilimenti produttivi, infrastrutture ecc. Si possono inoltre fare dei patent pool

12 3. Made in Italy Abbiamo prima accennato a grandi linee che cos è un brevetto ed i vantaggi che consente di ottenere: la situazione economica attuale sta però disegnando nuovi scenari che vale la pena di considerare. La concorrenza dei paesi con mano d opera a basso costo (asiatici in particolare) è un dato di fatto con il quale bisogna fare i conti: nessuno può pensare ad un ritorno allo status quo. E quindi giocoforza attrezzarsi per combattere questa sfida: come si è da più parti convenuto, la via per conciliare i costi produttivi del nostro paese (FIAT in questi giorni ha deciso di chiudere uno dei suoi stabilimenti italiani) con la competitività sui mercati internazionali è la ricerca dell eccellenza, racchiusa nel marchio Made in Italy. 1) Da un lato è quindi necessario operare una efficace lotta alla contraffazione e all invasione del mercato interno con merci che oltre ad alterare gli equilibri concorrenziali contribuisce anche ad alimentare una concorrenza sleale. Attenzione perché in questo anche gli italiani hanno delle responsabilità

13 ANSA :38 BOOM DEL FALSO, TORTA DA 7 MLD: ITALIA IN TESTA ROMA Un mercato sempre più vasto quello del 'falso', dilagante soprattutto in Italia dove il giro d'affari ha ormai superato i 7 miliardi di euro. Della torta, una fetta di 3,3 miliardi riguarda oggetti d' abbigliamento, accessori e prodotti multimediali e informatici, con acquisti che hanno toccato quota 108 milioni. L'Italia è il primo produttore di 'taroccati' in Europa e il terzo nel mondo. Non si salva internet dove almeno il 30% della merce venduta via Web è contraffatta. Il taroccato è socialmente trasversale: il 16% degli italiani ha comprato nel corso dell'ultimo anno almeno un articolo contraffatto, sono soprattutto donne, hanno tra i 18 e i 34 anni, nel 62% dei casi non si sente minimamente in colpa. Gli amanti (o le amanti) del taroccato si scatenano soprattutto nell' abbigliamento (11% di capi taroccati, di cui soprattutto t-shirt e camicie). Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca realizzata dall'istituto Piepoli e da Confcommercio sul fenomeno della contraffazione in Italia.

14 Le centrali del falso italiane ormai molto spesso si pongono unicamente come centri di mediazione, nel senso che tendono a non produrre più ma semplicemente a rifinire, marcare e smistare le merci. I canali attraverso cui vengono veicolati i prodotti contraffatti, sono due: gli abusivi (in gran parte stranieri) e Internet. L'abusivismo commerciale riversa una quota dei suoi profitti alla criminalità organizzata. Ormai almeno il 30% della merce venduta via Internet é contraffatta e le previsioni suggeriscono che tale quota incrementerà ancora. COME COMBATTERLO? I suggerimenti arrivano dagli stessi abitués del falso: ad esempio, riducendo il prezzo dei prodotti di marca; creando linee di prodotto di marca di serie B, che costano meno; incentivando i controlli da parte delle autorità, nel senso di punire sia chi vende prodotti contraffatti sia chi li acquista; facendo leva sul senso di colpa del compratore-approfittatore; evidenziando le vere e sostanziali differenze di qualità tra il prodotto contraffatto e quello di marca originale

15 2) Dall altro lato l unico strumento che permette di vincere la concorrenza dei bassi costi produttivi è quella di trovare soluzioni innovative sia a livello di prodotto che di processo. Se si entra in questo ordine di idee, la tutela delle innovazioni attraverso lo strumento brevettuale è il passo logico successivo: infatti chi investe tempo e denaro nella realizzazione di un nuovo trovato, non può accettare che venga copiato da concorrenti che oltre al danno procurato per le vendite stornate, si avvantaggerebbero del fatto che non hanno dovuto sostenere alcun costo di ricerca sviluppo.

16 4. Scenari futuri: la finanza La tendenza verso il riconoscimento dell importanza dei diritti di proprietà intellettuale e dei brevetti in particolare nell economia della conoscenza, sta portando ad una nuova frontiera in cui essi sono sempre più assimilati a beni immobili, nell ambito di transazioni finanziarie. In seguito alle indicazioni degli accordi che vanno sotto il nome di Basilea 2, alla fine del 2008 il Ministero dello Sviluppo Economico, l Associazione bancaria italiana (ABI), quella degli industriali (Confindustria) e quella dei rettori delle Università, hanno siglato un protocollo di intesa per stabilire dei criteri Condivisi sulla valutazione dei brevetti ai fini di ottenere dei finanziamenti. Questo protocollo è tuttora attivo e nel 2009 il Ministero ha anche varato un fondo per l innovazione, recentemente finanziato con 60 milioni di Euro.

17 Questo fondo è destinato all agevolazione dell'accesso al finanziamento in capitale di rischio per le PMI che intendano realizzare progetti innovativi basati sull'utilizzo economico di brevetti. I brevetti, ha precisato il ministro Scajola, sono strumenti fondamentali per creare valore economico e pertanto vanno incentivati. Gli avvisi pubblici appena diffusi sono quindi uno strumento importante per stimolare la ricerca ed aumentare la competitività delle aziende italiane. Inoltre, come previsto dalla Legge Sviluppo, queste operazioni saranno collegate al contratto di rete, in modo da renderle disponibili anche per le imprese che partecipano ad un contratto di rete relativo alla valorizzazione di un brevetto, comprese quelle che non ne sono direttamente titolari.

18 In definitiva è possibile immaginare uno scenario futuro nel quale i diritti di proprietà intellettuale e quelli sui brevetti in particolare, saranno sfruttati dalle aziende come un motore propulsivo per la loro attività secondo un logica circolare, in cui la brevettazione permette di ottenere anche dei ricavi aggiuntivi rispetto alla normale attività industriale.

19 Secondo questo schema la brevettazione non è più vista come un costo ma piuttosto come un investimento da far rendere, come si addice ad un bene immateriale quale la innovazione. Già oggi alcune aziende si muovono secondo questa logica: la loro strategia è quindi quella di costruire una vera e propria filiera della innovazione, di cui i brevetti sono parte integrante.

20 5. Casi pratici Esiste una lunga storia di esempi di innovazione tecnologica consolidata attraverso i brevetti: a partire da Thomas Edison che con i risultati delle sue ricerche all inizio del 900 diede vita alla General Electric, per giungere fino ai tempi attuali in cui Microsoft, Google ed altri protagonisti della economia moderna hanno costruito delle storie di successo. Questi sono casi eclatanti e probabilmente irripetibili, ma nel nostro paese ci sono realtà meno conosciute che rappresentano comunque esperienze interessanti. Una di esse è ad esempio la Technogym, una società che realizza macchine per l attività fisica da palestra (ma non solo), nata all inizio degli anni 80 nel garage di casa del suo fondatore. Quest ultimo, appassionato di meccanica e facendosi aiutare da conoscenti costruì una prima macchina di potenziamento muscolare, alla quale seguì uno sviluppo della azienda con progressione esponenziale.

21 Oggi Technogym è un gruppo presente in tutto il mondo con le sue filiali e i suoi stabilimenti, 1400 dipendenti di cui circa 150 sono tecnici e ingegneri che lavorano nell ambito della ricerca e sviluppo; il fatturato stimato (nel 2003) è di oltre 200 mln. e la sua quota di mercato internazionale per le attrezzature da palestre, si aggira sul 15 % (nel 2004)

22 Secondo uno studio dell Università di Bologna, alla base di questa progressione c è una strategia basata sulla innovazione che non riguarda solo i prodotti e la tecnologia, ma anche l organizzazione aziendale e tutte le sue funzioni.

23 Technogym investe ogni anno una cifra rilevante (stimata in circa il 6% del fatturato) in R & S ed è stata tra le prime aziende che ha applicato le nuove tecnologie alle macchine per l esercizio fisico. Simili investimenti sono protetti da una mole significativa di depositi brevettuali (oltre un centinaio tra Europa e USA, altrettanti in Italia) molto superiore ai concorrenti.

24 I frutti di questa politica sono una progressione costante di fatturato ed investimenti in ricerca e sviluppo: si può pertanto ritenere che i brevetti hanno contribuito a valorizzare il lavoro dell azienda e a consolidarne i risultati economici.

25 Un altra realtà italiana che ha ottenuto risultati importanti è la Sisvel, una società nata all inizio degli anni 80 come una joint venture tra i produttori italiani di televisori ed attiva nel campo dell elettronica di consumo. Rilevando il portafoglio brevetti dei produttori di apparecchi televisivi, frutto della ricerca e sviluppo dei loro laboratori, Sisvel è riuscita in una accorta politica di valorizzazione tramite licenze di innovazioni quali il cosiddetto OSD (On Screen Display), i menù di comando dei televisori e videoregistratori ed altre applicazioni. I risultati ottenuti hanno consentito di acquisire la gestione del portafoglio brevetti di altre industrie internazionali (Philips, France Telecom) relativi a nuove tecnologie per l elettronica di consumo, di cui Sisvel cura la tutela e la valorizzazione attraverso programmi di licenze.

26 Oggi Sisvel è un gruppo indipendente presente in Europa, USA ed Asia, con un fatturato di svariate decine di milioni di Euro, che oltre alla attività di valorizzazione dei brevetti di altre aziende ha sviluppato anche una sua divisione interna dedicata alla ricerca delle nuove tecnologie del futuro ed un proprio portafoglio di proprietà industriale. Anche in questo caso i frutti di questa politica sono una progressione costante del volume di affari, alla base del quale ci sono i brevetti che sono il vero motore dell azienda.

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