SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE. 1) Ente proponente il progetto: 2) Codice di accreditamento:

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1 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Caritas Italiana La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Ha lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano di solidarietà. Caritas Modena La Caritas Diocesana modenese è l organismo pastorale della Diocesi di Modena - Nonantola per la promozione della testimonianza della carità. Da anni opera per la promozione sul territorio delle Caritas parrocchiali e dei Centri d ascolto e da sempre è attenta alle necessità dei più poveri. La storia del servizio civile in diocesi risale alla fine degli anni 70 e da allora circa un migliaio di giovani attraverso la Caritas hanno potuto svolgere il servizio civile, prima grazie all obiezione di coscienza e oggi attraverso il Servizio Civile Nazionale volontario. I giovani in servizio civile sono stati inseriti in centri o realtà ecclesiali negli ambiti della promozione sociale, assistenza, contrasto alle povertà ed emarginazione. Attraverso e con l apporto del servizio civile sono sorti e si sono consolidati alcune importanti realtà tutt ora operanti ed in particolare associazioni di volontariato e cooperative sociali che si occupano di immigrazione, disagio adulti, disagio minorile, tossicodipendenze, tutela della maternità. La proposta della Caritas di Modena e Nonantola ai giovani obiettori di coscienza, si è caratterizzata per la valenza formativa, rispetto a cui la Diocesi, già prima dell avvio del servizio civile nazionale, ha investito in modo particolare mettendo a disposizione personale e strutture. Attualmente l impegno della Caritas diocesana di Modena per il servizio civile prevede: - attività di sensibilizzazione e promozione propedeutiche alla scelta del servizio civile, con le scuole, campi di formazione - partnership con 14 organismi di accoglienza di volontari in servizio civile per la realizzazione dei progetti; - 5 operatori accreditati di cui 4 formatori, 3 progettisti, 1 esperto del monitoraggio, 1 selettore. Caritas Carpi La Caritas diocesana di Carpi è un ufficio pastorale della Diocesi, finalizzato a favorire l'attuazione del precetto evangelico della carità nella comunità diocesana e nelle singole comunità minori, specie parrocchiali, con particolare attenzione alle persone che si trovano in condizione di bisogno. Anima e sensibilizza alla cultura del volontariato nelle scuole e nelle associazioni, promuovendo sin dalla fine degli anni 80 il servizio civile. Dal 1992 al 2001 sono stati 88 i giovani che, vivendo in vita comunitaria, hanno prestato servizio in diversi centri operativi della nostra Caritas. Dal 2005 ad oggi i volontari che hanno concluso il servizio civile volontario sono stati 7. Sono 7 i centri operativi con i quali la Caritas ha partnership per realizzazione di progetti di servizio civile. 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 1

2 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: MI SENTO A MIO AGIO_CARITAS CARPI 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area di intervento: Minori Codice: A 02 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il contesto territoriale in cui si inserisce il progetto è la Provincia di Modena che comprende entrambe le Diocesi di Modena e Carpi. Il progetto coinvolge 4 centri di prevenzione (oratori e centri di aggregazione), situati nei comuni di Modena, Fiorano, Formigine e Mirandola, e 2 comunità di accoglienza, con sedi nei comuni di Modena e Soliera. Tutte le sedi sono situate in Provincia di Modena. L area di intervento di questo progetto è l area minori ; in particolare i centri di prevenzione si rivolgono a: minori portatori di handicap; minori stranieri; minori segnalati dai servizi sociali o dalle aziende ospedaliere; minori soggetti a disagi come dispersione scolastica, dipendenze (fumo, alcool e droghe sintetiche), insicurezza, disturbi del comportamento, disturbi del comportamento alimentare, disagi famigliari; mentre le comunità di accoglienza ospitano: minori stranieri non accompagnati, minori allontanati dalla famiglia di origine minori inseriti nel circuito penale. Descrizione area d intervento La tabella sottostante mostra l incremento della popolazione minorile (soprattutto bambini e preadolescenti) in Provincia di Modena negli ultimi anni. Popolazione residente in provincia di Modena per classe di età. Serie storica Classe di età oltre Totale 31/12/ /12/ /12/ /12/ Variazione % +13,3-1,7 +7,5 +7,9 +5, Fonte: elaborazioni su dati del Servizio Statistico della Provincia di Modena Riguardo ai minori ospiti nelle comunità di accoglienza si evidenziano le seguenti tipologie: Minori allontanati dalla famiglia di origine In una situazione di profondo disagio sono i bambini costretti a vivere fuori della propria famiglia. Gravi carenze psicologiche e pedagogiche dei genitori, malattie mentali di essi o gravi irregolarità della condotta, difficoltà abitative ed economiche della famiglia, disfunzioni relazionali familiari impongono l'allontanamento del bambino dal suo originario e carente ambiente di vita e la sua collocazione in una struttura assistenziale educativa o in una famiglia sostitutiva. Le difficoltà di questi ragazzi sono legate sia alla perdita di una unità tra i genitori che è per loro essenziale in quanto rassicura sulla stabilità e continuità della propria esperienza sia alla difficoltà per un ragazzo di elaborare l abbandono da parte di un genitore, evento di cui spesso finisce con il sentirsi personalmente colpevole. 2

3 Minori inseriti in circuiti penali Vi sono molti ragazzi invece che passano gran parte del loro tempo in strada anche per la mancanza di idonee strutture di accoglienza e di partecipazione. Non pochi di essi sono inseriti in organizzazioni criminose adulte che si avvalgono di questa manovalanza a basso costo per lo spaccio di stupefacenti, la vendita di sigarette di contrabbando, le estorsioni, il furto e il riciclaggio di auto, i danneggiamenti e gli incendi dolosi. Se il legame tra il ragazzo e l organizzazione criminosa è assai forte diviene difficile da rimuovere. Minori stranieri non accompagnati I minori stranieri non accompagnati sono i più colpiti in termini di sradicamento e di scarsa integrazione. Le loro prospettive per il futuro sono incerte, poiché, potendo ottenere soltanto un permesso di soggiorno per minore età con il conseguimento dei 18 anni possono essere facilmente espulsi verso il loro paese d origine, oppure cadere nell illegalità. La maggior parte di essi sono inviati dai loro genitori o sono partiti per sfuggire a situazioni di disagio economico. Questi minori operano delle scelte adulte, ma si trovano a richiedere interventi non solo assistenziali e di segretariato sociale ma di vero e proprio sostegno in un momento così delicato del loro sviluppo. Sono consapevoli del loro disagio e della forte difficoltà d integrazione. Minori inseriti in struttura in carico ai Servizi socio-assistenziali al 31/12/04 in provincia di Modena Tipo struttura residenziale Presenti al 31/12/2003 Presenti al 31/12/04 Al 31/12/2004 % sul totale inserimenti Di cui stranieri % stranieri Comunità educativa , ,9 Casa famiglia , ,0 Comunità di tipo familiare ,4 9 32,1 Comunità di pronta , ,4 accoglienza Comunità per disabili ,7 0 0,0 Altro tipo di struttura , ,0 Totale , ,1 Di cui in struttura resid. con la madre Fonte: elaborazione su dati Sisa RER , ,3 Riguardo ai minori che frequentano i centri di prevenzione si evidenziano le seguenti tipologie: Minori stranieri La precarietà, la condizione psicologica e sociale del minore immigrato o di origine straniera sono tratti che sembrano connessi al fatto che questi soggetti sono come ingabbiati da una scelta subita, o meglio, coinvolti in una scelta che essi, proprio in quanto minori, hanno subito più di altri soggetti. I minori stranieri sono vulnerabili: la vulnerabilità sta ad indicare uno stato di minore resistenza a fattori nocivi ed aggressivi; è un concetto dinamico poiché riguarda il processo di sviluppo del minore. Questa fragilità si manifesta sul piano psicologico attraverso sensibilità o debolezze, reali o latenti, immediate o differite, stagnanti o esplosive. Il minore che emigra si trova in una condizione più problematica rispetto agli altri, aggravata dal fatto che, prima nel paese d'origine, poi nel paese d'arrivo, non ha avuto esperienze familiari, sociali, culturali che gli hanno consentito la formazione e il mantenimento di proprie radici, ma ha vissuto una forma di frattura. La costruzione dell'identità di questi bambini coinvolge nel suo processo, soggetti che appartengono a mondi culturali ed etnici differenti. Minori soggetti a disagi Dai momenti di ascolto di giovani per indagini dell Azienda Sanitaria di Modena è risultato come una delle preoccupazioni maggiori sia lo stile di vita adottato da questa generazione degli adolescenti rispetto al fumo e al consumo di alcool; sempre più spesso si rilevano disturbi del comportamento (ansia, nevrosi, aggressività) e disturbi dell alimentazione che colpiscono ragazzi e ragazze in questa fascia di età. Anche l incertezza del futuro professionale acuisce il loro senso di inadeguatezza rispetto una società non più in grado di fornire sicurezza e stabilità. I problemi a cui si espongono maggiormente i giovani sono dipendenze (fumo, alcool e droghe sintetiche), insicurezza, nevrosi (disturbi del comportamento), disturbi del comportamento alimentare. 3

4 I ragazzi e le ragazze, di fronte alle varie prove del quotidiano di qualsiasi tipo risultano eccessivamente fragili, impreparati e, - anche per l insufficienza o la totale mancanza di idonei supporti educativi si relazionano in modo distorto con se stessi e con gli altri, sviluppando comportamenti inadeguati. Sono i ragazzi che hanno comportamenti scorretti, che disturbano l andamento delle lezioni, che sono fortemente demotivati. Si è partiti dalla constatazione che, se non si interviene adeguatamente, questi ragazzi rinforzano l ottica negativa con cui guardano l istituzione scolastica, moltiplicano gli atteggiamenti di sfida, di provocazione e di aggressività nei confronti di compagni o docenti, creano una situazione di tensione per gli altri, ma soprattutto loro stessi sono destinati ad un percorso di emarginazione non solo scolastica. Minori portatori di handicap Nel 2006 gli studenti disabili nelle scuole modenesi, dalle materne alle superiori, erano 1524 e corrispondevano all 1,95 per cento della popolazione scolastica. Una quota che conferma quella degli anni precedenti con leggere diminuzioni percentuali alle medie e un aumento della frequenza alla superiori dove gli studenti sono stati 473, pari all 1,88 per cento. Tre anni prima alle superiori erano iscritti 387 studenti (1,68 per cento) e il dato è l ennesima conferma di come sia progressivamente aumentata la quota di ragazzi disabili che continuano il percorso scolastico anche dopo l obbligo. Nella scuola d infanzia i bambini disabili iscritti nell ultimo anno scolastico sono stati 100 (1,13 per cento), 557 alle elementari (2,07 per cento) e 394 alle medie (2,29 per cento). (Fonte: Sito della provincia di Modena) Minori segnalati dai servizi sociali o dalle aziende ospedaliere In Emilia-Romagna, i minori assistiti dai servizi socio-territoriali, nel 2005, sono raggiungendo l 8,2% (fonte Regione Emilia-Romagna). La maggior parte il 76% necessita di assistenza a causa di problematiche familiari. Nello specifico, i bambini e ragazzi fuori dalla famiglia di origine sono 3008 (dati aggiornati al 31/12/2005). Nella Provincia di Modena i minori assistiti sono 7.834, il 7,5% della popolazione minorile. Descrizione dell offerta e della domanda di servizi analoghi nel territorio Per quanto riguarda il territorio della provincia di Modena, esistono principalmente 3 tipologie di comunità d accoglienza per minori: la comunità di tipo familiare, la comunità educativa e la casa famiglia. La comunità di tipo familiare è una struttura socioassistenziale residenziale destinata a minori, caratterizzata dalla convivenza continuativa e stabile di due o più adulti che offrono ai minori un rapporto di tipo genitoriale ed un ambiente familiare sostitutivo. La comunità educativa è una struttura socioassistenziale residenziale, destinata a preadolescenti ed adolescenti, ai quali la famiglia non sia in grado di assicurare temporaneamente le proprie cure, o per i quali non sia possibile per un periodo anche prolungato la permanenza nel nucleo familiare originario. La casa famiglia è una struttura socioassistenziale residenziale con capacità ricettiva di norma non superiore ai 6 posti che accoglie persone con caratteristiche diverse, prive di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva con rapporti individualizzati per assicurare sviluppo e maturazione affettiva, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alle condizioni di vita dell ambiente sociale Presidi socio-assistenziali per minori, 31/12/2004 Provincia di Modena Centro diurno 2 Comunità di pronta accoglienza 1 Comunità di tipo familiare 4 Comunità educativa 9 Casa famiglia 7 Totale 23 Fonte: elaborazioni su dati SIPS Sistema Informativo delle Politiche Sociali In provincia di Modena ai minori vengono indirizzati diverse tipologie di intervento che vanno dal diritto allo studio (borse di studio e trasporto scolastico) alla promozione di momenti di socializzazione. Qualora si manifestino nel minore forme di disagio particolarmente gravi (personali o familiari), si attivano interventi mirati che variano dalla tutela alla promozione di affidi e di adozioni. In casi particolari, l'intervento può prevedere l'inserimento in comunità. 4

5 1. Il Servizio Sociale Area Minori e Famiglie è il punto di riferimento per tutte le famiglie con figli in età compresa tra zero e diciotto anni: offre consulenza ai genitori, fornisce informazioni, raccoglie eventuali richieste di contributo economico per situazioni particolarmente complesse e di esonero dal pagamento delle rette dei servizi scolastici. Il Servizio Sociale è spesso in relazione con altri servizi comunali, quali l Ufficio Scuola, l Ufficio Casa, ed altri servizi dell Azienda U.S.L. quali, ad esempio, la Neuropsichiatria Infantile, il Centro di Salute Mentale, il SERT, l ospedale. 2. Il servizio di Neuropsichiatria Infantile, Psicologia e Riabilitazione dell'età evolutiva si rivolge ai minori dalla nascita al compimento del diciottesimo anno di età. Affronta i problemi legati a: disabilità di origine neurologica, genetica, dismetabolica, neurosensoriale, neurolortopedica;difficoltà del linguaggio, dello sviluppo cognitivo, dell'apprendimento; disagio psichico e difficoltà di tipo psicologico e relazionale. Il settore di NPI Neuropsichiatria Infantile svolge attività di consulenza alle istituzioni prescolastiche, alle scuole di ogni ordine e grado, alle agenzie del tempo libero e ad altri servizi preposti all'infanzia e all'adolescenza, operanti sul territorio. Collabora inoltre con i medici di base, con la Divisione di Pediatria, e con altri reparti specialistici, con il Centro di Salute Mentale, con le Associazioni di genitori e col Provveditorato agli Studi di Modena, con i Comuni del territorio. 3. L'intervento Tempo libero tra scuola e territorio riguarda il miglioramento della qualità della vita dei bambini attraverso la mappatura, la messa in rete e la diffusione di tutte le iniziative promosse a favore dei bambini/adolescenti da 0 a 18 anni 4. Le Attività di prevenzione / educazione alla salute nelle scuole superiori sono volte a ridurre il disagio psico-relazionale, le malattie sessualmente trasmesse e le gravidanze nella popolazione adolescente. 5. Mediante Accoglienza e assistenza al disagio psicologico - Centro d'ascolto e Spazio giovani si sostiene l'esigenza di spazi specifici per l accoglimento delle domande di salute dell adolescente e per fornire l eventuale assistenza sanitaria. 6. L'Attività di tutela e affido di minori è volta a tutelare i minori esposti a rischi esterni e/o interni all ambito famigliare. Consiste nell'attivazione di: modalità di lavoro congiunta con il servizio di psicologia; collegamento con il tribunale dei minori; gestione dei rapporti con il territorio; gestione della rete dei soggetti coinvolti; presa d atto della situazione di pericolo del minore. 7. Le Ludoteche consentono ai bambini di disporre di un luogo nel quale socializzare con i coetanei attraverso l esperienza ludica, in particolare rivalutando il gioco come strumento di comunicazione, socializzazione e conoscenza fra bambini di età diversa e adulti. 8. Gli Interventi a sostegno della integrazione scolastica di alunni disabili sono volti a garantire le condizioni favorevoli all accesso allo studio dei ragazzi disabili attraverso l'affiancamento di insegnanti di sostegno per favorire il percorso educativo-didattico. 9. I Centri di socializzazione per minori sono volti a garantire ai minori luoghi di socializzazione e integrazione sociale, sostenendo le famiglie nel garantire un adeguato processo di crescita al bambino. 10. Il Net garage promuove l'aggregazione giovanile e la socialità, offrendo una spazio ed un luogo di incontro per la popolazione minorile. Promuove inoltre le pari opportunità nell'accesso alle nuove tecnologie, favorendone la conoscenza e l'utilizzo. Prevede come azione di miglioramento lo sviluppo dell'integrazione e della collaborazione tra agenzie educative. 11. Il BluNetGarage promuove i valori del volontariato e della partecipazione; sostiene la prossimità ai giovani (12-18) e l'aggregazione in un luogo dove sia possibile utilizzare le nuove tecnologie. Coinvolge i ragazzi attraverso momenti di confronto con operatori. In questi anni, nella provincia di Modena è cresciuto un panorama di progetti e di interventi promossi e realizzati da Enti Locali, Ausl e Terzo Settore che evidenziano un cambio culturale, un nuovo approccio ai bisogni e alle aspettative dei giovani. Nella maggior parte dei Comuni è stata assegnata la delega per le politiche giovanili, segno di una volontà istituzionale di occuparsi dei giovani attraverso gli strumenti della programmazione territoriale. Si è via via superata la concezione delle politiche per i giovani come insieme a sé stante di interventi volti alla realizzazione di spazi aggregativi e al supporto alla creatività giovanile, cui si affiancavano, senza mai dialogare e coordinarsi, le altre politiche degli Enti Locali, anch esse dirette, almeno in parte, alla popolazione giovanile (istruzione, formazione, cultura, sport, politiche sociali ) e gli interventi e i servizi sanitari. Dall anno 1999 al 2001 sono stati 51 i progetti realizzati a Modena per il sostegno alla famiglia, al contrasto della povertà, della violenza e dell esclusione sociale, per l individuazione di misure alternative al ricovero di 5

6 minori in istituti assistenziali ed educativi, ma anche alla promozione dell esercizio dei diritti civili, al miglioramento dell ambiente urbano e a una migliore fruizione delle città. Nel distretto di Modena sono stati realizzati nuovi servizi nido, l ampliamento dei centri estivi anche con l inserimento di minori handicappati, laboratori educativi per adolescenti, attività per minori nomadi e stranieri e iniziative nell ambito del progetto "La città dei bambini e delle bambine". Un progetto analogo è stato realizzato anche nel distretto di Carpi insieme all istituzione del Centro per le famiglie e del Centro d ascolto per adolescenti, al potenziamento dell affido familiare a interventi educativi territoriali, al progetto nomadi e a iniziative per l aggregazione di bambini e giovani. A Mirandola sono stati realizzati un centro gioco e uno spazio bambini nell ambito di un asilo nido, un servizio di consulenza legale a donne con figli minori in separazioni conflittuali, borse lavoro per adolescenti e attività di formazione per operatori, anche con valenza provinciale. Un centro giochi ("La borsa di Mary Poppins") è stato attivato anche a Sassuolo, nel reparto di Pediatria dell Ospedale, insieme al Progetto Help per la famiglia, a interventi per l integrazione scolastica degli alunni stranieri, a servizi per il tempo libero degli adolescenti. Dalla SINTESI DEL PROGRAMMA SALUTE INFANZIA E ADOLESCENZA del distretto di Modena si ricava che: A Modena nell'anno 2002 la dispersione scolastica nelle scuole superiori è ancora rilevante: è pari a maschi e 618 femmine. Il 18% dei minori residenti risulta in sovrappeso o obesi. 566 maschi e 421 femmine sono interessati da malattie croniche in cura presso i pediatri di libera scelta maschi e 892 femmine sono in cura per problemi neuro psichiatrici 493 hanno la certificazione in base alla legge 104/92. Sono state ideate azioni tese a migliorare la qualità della vita dei bambini, delle bambine, degli adolescenti e delle loro famiglie, a promuovere momenti di socializzazione e sensibilizzazione, a potenziare l'attuale rete di servizi presente sul territorio con particolare attenzione alle prestazioni e alla loro qualità. Si è prestato particolare attenzione ai bisogni dei minori con handicap o con patologie croniche, ai minori appartenenti a nuclei familiari svantaggiati, ai minori stranieri e ai nomadi, sviluppando ed orientando l'attuale risposta dei servizi oltre che alla prevenzione dell'insorgenza anche al recupero degli handicap e all'inserimento dei soggetti portatori nelle attività della società. Descrizione delle sedi Comunità San Pancrazio dell Associazione Porta Aperta (A.P.A.) La Comunità educativa San Pancrazio dispone di 12 posti per l accoglienza di minori stranieri non accompagnati, minori allontanati dalla famiglia e minori inseriti nel circuito penale. I minori vengono inviati alla comunità dai Servizi Sociali del Comune di Modena, in collaborazione con la Questura, il Servizio Sanitario Nazionale ed il tribunale dei minori di Bologna. Le principali finalità della comunità sono: offrire un ambiente familiare e tutelante; garantire ai minorenni il rispetto dei loro diritti, in un contesto educante; prevenire il degrado del disagio giovanile in devianza minorile; attraverso la definizione di progetti educativi personalizzati, offrendo ai minori il livello base di istruzione, necessaria all inserimento sociale (lingua italiana) e lavoro (corsi professionali), favorendo la loro autonomizzazione, o verso l inserimento nella nostra realtà sociale (casa e lavoro) oppure con un percorso di rientro nel paese di origine. Le attività principali svolte dall equipe degli operatori riguardano la gestione della quotidianità, l organizzazione dei compiti scolastici, l assistenza sanitaria e l integrazione sul territorio. La comunità lavora in rete con numerosi soggetti del territorio tra cui scuole, squadre di calcio e altri sport, parrocchia del quartiere, biblioteche comunali, enti che organizzano corsi di italiano, Pediatria del Centro Salute Infanzia, Assistenti Sociali del Comune di Modena. Nella comunità operano 6 educatori professionali della Cooperativa Porta Aperta che curano in particolare la gestione della casa e le attività didattiche, 7 volontari dell Associazione che curano in particolare le attività di animazione e i contatti con il territorio, 3 operatori addetti ai turni notturni. Associazione Venite alla Festa La Casa Famiglia "Venite alla Festa" è composta da una coppia genitoriale con quattro figli naturali. L esperienza di accoglienza è iniziata nel 1994 con l apertura della famiglia a chiunque avesse bisogno. Nel 2002 nasce la Casa Famiglia "Venite alla Festa" struttura adibita all accoglienza di minori e ragazze madri. Attualmente la Casa Famiglia ospita 4 minori allontanati dalla famiglia di origine (oltre ai 4 figli naturali). Si vuole offrire agli ospiti: una relazione significativa attraverso la presenza delle due figure genitoriali di riferimento fisse, l accompagnamento del bambino in stato di difficoltà, la valorizzazione delle diversità, l educazione all autonomia e allo sviluppo di capacità specifiche attraverso il lavoro nella quotidianità 6

7 familiare. La Casa Famiglia lavora in rete con numerosi soggetti del territorio tra cui scuole, parrocchia, associazioni sportive, terapisti sanitari dell azienda ospedaliera. I coniugi sono inoltre fondatori della Comunità "Venite alla Festa", che vede impegnate 20 famiglie che si incontrano regolarmente e che formano una rete relazionale di sostegno al progetto. La Casa Famiglia "Venite alla festa" è gestita da due figure genitoriali entrambe qualificate. E presente un operatrice educativa. I 10 volontari partecipano alla vita di casa occupandosi degli accompagnamenti dei minori, dell affiancamento durante i compiti scolastici. Oratorio Don Bosco della Parrocchia di San Bartolomeo di Formigine L Oratorio Don Bosco della parrocchia di Formigine è un luogo di integrazione e di formazione dei giovani; ha l obiettivo di dare ai giovani stimoli educativi attraverso l animazione del tempo libero, le attività di gruppo e l accompagnamento quotidiano soprattutto rivolto ai ragazzi con difficoltà sociali. E aperto nei pomeriggi dei giorni feriali e durante tutto il fine settimana. Dal Lunedì al Venerdì le attività iniziano con il pranzo, offerto a tutti i bambini che gli operatori e i volontari dell oratorio vanno a prendere presso le scuole del paese. La prima parte del pomeriggio è dedicata al doposcuola per i bambini delle elementari ed i ragazzi delle scuole medie inferiori. Nella seconda parte del pomeriggio, quando sono presenti anche parecchi ragazzi adolescenti del paese, vengono proposte varie attività di animazione. Si tratta principalmente di tornei, attività sportive, musicali e artistiche, laboratori. Durante il weekend prevalgono attività di animazione e vengono spesso organizzate feste anche per i giovani. L oratorio collabora con i servizi sociali del Comune di Formigine, l USL, le scuole, le forze dell ordine e partecipa al progetto GET che coinvolge altri centri di aggregazione giovanile del distretto. Partner importante dell oratorio è la Cooperativa Don Bosco che fornisce gli educatori per realizzare le attività del doposcuola e le attività di animazione pomeridiane. Presso l Oratorio Don Bosco operano infatti una religiosa responsabile dell oratorio, 9 educatori professionali, 1 tirocinante e 35 volontari. Il doposcuola è gestito da 7 educatori insieme ad una decina di volontari (alcuni pensionati, altri studenti delle scuole superiori); la gestione dell oratorio e la proposta di attività di animazione è a carico di 2 educatori con il supporto del tirocinante e di circa 25 volontari che si alternano nei giorni feriali e nei weekend. Frequentano giornalmente il doposcuola circa 100 tra bambini e ragazzi, a cui si aggiungono circa 30 adolescenti che partecipano alle altre attività dell oratorio. Di questi il 10% sono stranieri, il 20% sono segnalati dai servizi sociali, 30 sono ragazzi con altri disagi tra cui alcuni ragazzi disabili. Oratorio della parrocchia S.Maria Maggiore di Mirandola Il centro giovanile parrocchiale rivolge la sua attenzione all età della preadolescenza e della adolescenza (12 18 anni circa). I ragazzi che frequentano il centro appartengono alle diverse fasce sociali del territorio, senza escludere i figli degli immigrati stranieri. Gli obiettivi del centro sono: favorire il dialogo e l ascolto all interno dei luoghi di aggregazione, porre attenzione alla dimensione affettiva importante per il percorso di crescita dei ragazzi, favorire l interazione tra ragazzi e ragazze di etnie e culture diverse, proporre iniziative di semplice aggregazione e divertimento suscitando relazioni costruttive all interno delle compagnie di ragazzi. Operano nell oratorio un educatrice con funzione di direttore del centro giovanile e un educatore con funzione di affiancamento, controllo, supervisione delle attività. Inoltre collaborano 5 volontari, dei quali due svolgono funzione di controllo del centro giovanile nel fine settimana (sabato sera e domenica pomeriggio) e tre aiutano i ragazzi nei compiti scolastici. Sono presenti anche 15 insegnanti con funzione di sostegno scolastico sul progetto doposcuola del centro giovanile. L oratorio collabora con i servizi sociali del Comune di Mirandola, i servizi sociali dell USL, le scuole medie del territorio. Frequentano giornalmente l oratorio in media 60 ragazzi, di cui circa 30 pre-adolescenti e 30 adolescenti. Di questi il 25% sono stranieri, 10 sono segnalati dai servizi sociali, 20 sono ragazzi con altri disagi. Gruppo Babele della parrocchia S.Giovanni Battista di Fiorano Il Gruppo Babele opera al fine di fornire un alternativa a quelle situazioni di privazione e svantaggio familiare, di insuccesso e disadattamento scolastico, di conseguente marginalità che produce nei ragazzi risposte-comportamenti conflittuali ed un inserimento sociale problematico. Presso il Gruppo Babele vengono svolte, dal Lunedì al Sabato, attività pomeridiane di doposcuola, laboratori creativi di ceramica, cucina e danza, attività sportive, utilizzo di computer e internet, feste organizzate con giochi e laboratori durante l anno. Nella scuola media, al mattino, viene svolta un attività di 7

8 laboratorio didattico settimanale. Vengono svolte anche attività di animazione e di educativa di strada rivolte ai gruppi informali del territorio. I vari progetti educativi nascono dalla collaborazione con i Servizi comunali e con il Coordinamento Pedagogico area adolescenza e prevenzione del distretto di Sassuolo; questi progetti sono condivisi in rete con i soggetti significativi del territorio: la Neuropsichiatria Infantile e i servizi dell USL, le scuole medie, le associazioni sportive. Presso il Gruppo Babele di Fiorano operano 5 educatori che svolgono attività di sostegno scolastico, ludiche e di laboratorio; inoltre 10 volontari svolgono attività di sostegno scolastico. Le attività di laboratorio a scuola e di educativa di strada sono gestite da due educatori. Il Gruppo Babele è frequentato giornalmente da circa 20 preadolescenti e 40 adolescenti; di questi il 12% sono ragazzi stranieri e il 27% sono segnalati dai servizi del territorio. Progetto Arcobaleno del Ceis Il Progetto Arcobaleno del Ceis di Modena si sviluppa presso il Bar Arcobaleno che sorge in un area della città caratterizzata da una forte presenza di immigrati, con gruppi di giovani ad alto rischio di devianza ma anche di famiglie e associazioni attive nell animazione del quartiere. Il Bar Arcobaleno svolge funzioni di mediazione intergenerazionale, mediazione culturale, prevenzione primaria e secondaria, promozione di stili di vita positivi, animazione culturale, coordinamento delle risorse presenti sul territorio per migliorare la qualità della vita nel quartiere. Presso il Bar Arcobaleno vengono svolte le seguenti attività: animazione musicale, animazione sportiva, corsi e laboratori per il tempo libero (danza, video, informatica), navigazione Internet guidata, prevenzione primaria, accoglienza e ascolto. Le attività strutturate sono: orientamento formativo e professionale, gestione di percorsi di messa alla prova e di riabilitazione per minori detenuti, sostegno alle attività scolastiche, animazione del territorio per la mediazione culturale e generazionale. Il Bar tramite l associazione di volontariato Alchemia, fondata dai volontari che gestiscono il bar stesso, è in rete con: centro servizi per il volontariato, consulta delle politiche giovanili, comune di Modena, circoscrizioni, tribunale dei minori, servizi sociali minori, parrocchie, gruppi scout, associazioni culturali, CSI, comitati cittadini, associazioni di cittadini stranieri Presso il Bar Arcobaleno operano 22 volontari per la gestione del servizio su turni, 45 volontari per le attività di animazione, 2 psicologhe volontarie per il supporto agli animatori, 1 coordinatore volontario del servizio (gestione amministrativa, turni, permessi ecc.), 1 coordinatrice volontaria dell'animazione (rapporti con altri enti e organizzazioni,), 1 psicologa dipendente per l'orientamento professionale e formativo, 1 coordinatore dipendente per le attività di prevenzione, 1 responsabile della progettazione (OLP), 1 educatore professionale dipendente, 1 supervisore collaboratore Il centro è frequentato giornalmente da circa 10 preadolescenti e 25 adolescenti; di questi il 35% sono ragazzi stranieri, il 20% sono segnalati dai servizi del territorio, il 30% hanno altri disagi. Bisogni comuni individuati nella fase di ideazione del progetto dal progettista della Caritas e dai diversi OLP delle sedi - Poche opportunità per i minori ospiti delle sedi di relazioni significative con adulti che propongano loro modelli sani di riferimento INDICATORE: numero contatti e colloqui tra i minori ospiti e le figure adulte presenti nei centri - Difficoltà nel dare continuità agli affiancamenti dei minori più disagiati attraverso percorsi individualizzati INDICATORE: numero percorsi individualizzati attivati sui singoli minori - Esistenza di disagi nascosti, non ancora certificati (di tipo famigliare, sociale, scolastico), influenti sulla vita quotidiana dei minori che, se non vengono individuati, rischiano di condizionarne negativamente la crescita INDICATORE: numero di minori che presentano forme di disagio nascosto - Carenza di collegamenti tra le sedi di progetto ed il territorio circostante e difficoltà di relazioni con altri enti e cittadini a causa di pregiudizi esistenti verso i gruppi giovanili INDICATORE: numero di collaborazioni con altri e istituzioni del territorio INDICATORE: numero di realtà incontrate nelle attività di animazione e sensibilizzazione previste nel progetto 8

9 7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Volontario come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una parentesi nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L intento è quello di proporre un esperienza che cerchi e costruisca senso. Un esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa della patria in modo non armato e non violento in termini di: gestione o superamento del conflitto, riduzione o superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione o riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO 1. Sostenere e promuovere la qualificazione dei servizi e le modalità integrate di intervento in favore di bambini e adolescenti in situazioni di criticità attraverso strategie di contrasto al disagio minorile già in atto nei territori, nella prospettiva di sostenere ed accompagnare i minori verso uno sviluppo evolutivo sano. 2. Offrire ai volontari esperienze di promozione ed organizzazione di attività individuali o di gruppo per il sostegno dei minori, attraverso le quali poter acquisire capacità organizzative e di animazione. Dare ai giovani la possibilità di vivere durante l anno di servizio civile l esperienza della dimensione comunitaria, aspetto qualificante del progetto, per sperimentare uno stile di vita basato sull accoglienza e la condivisione. 3. Realizzare percorsi specifici sulle tematiche del servizio, della nonviolenza e delle scelte di pace, nelle scuole, nelle associazioni e nei gruppi giovanili delle parrocchie partendo dall esperienza del Servizio Civile Nazionale 9

10 OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO BISOGNI con riferimento a quanto descritto al punto 6 Poche opportunità per i minori ospiti delle sedi di relazioni significative con adulti che propongano loro modelli sani di riferimento Difficoltà nel dare continuità agli affiancamenti dei minori più disagiati attraverso percorsi individualizzati Esistenza di disagi nascosti, non ancora certificati (di tipo famigliare, sociale, scolastico), influenti sulla vita quotidiana dei minori che, se non vengono individuati, rischiano di condizionarne negativamente la crescita Carenza di collegamenti tra le sedi di progetto ed il territorio circostante e difficoltà di relazioni con altri enti e cittadini a causa di pregiudizi esistenti verso i gruppi giovanili OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Obiettivo specifico 4: Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. RISULTATO ATTESO Aumento del numero dei contatti e dei colloqui tra i minori ospiti e le figure adulte presenti nei centri Aumento del numero percorsi individualizzati attivati sui singoli minori Incremento delle segnalazioni agli operatori di minori che presentano forme di disagio nascosto Incremento del numero di colloqui e interventi sui minori Incremento del numero di collaborazioni con altri e istituzioni del territorio Incremento del numero di realtà incontrate nelle attività di animazione e sensibilizzazione previste nel progetto 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Fase di ideazione del progetto Da maggio a settembre 2007 sono stati organizzati 4 incontri tra gli operatori delle Caritas di Modena e Carpi e i 6 OLP delle sedi di progetto al fine di: - condividere i bisogni presenti nelle diverse sedi e individuare i bisogni comuni sui quali si è pensato di intervenire con un progetto di SC (vedi punto 6) - definire gli obiettivi specifici del progetto, a partire dai bisogni comuni (vedi punto 7) - determinare il ruolo e le attività da proporre ai volontari in SC in ogni sede, a partire da un confronto di idee fra i 6 OLP e gli operatori Caritas sulla base delle diverse esperienze pregresse (vedi punto 8.4) Contestualmente sono stati contattati i responsabili degli enti partner del progetto per definire la realizzazione di alcune delle attività previste nel progetto e stabilire accordi formali (vedi punto 25). Nei mesi successivi alla presentazione del progetto fino alla scadenza del bando verranno realizzate le attività di promozione previste nel punto 18 del progetto. Nel periodo di uscita del bando e nella fase compresa tra la selezione e l avvio del progetto, gli operatori delle Caritas di Modena e Carpi incontreranno nuovamente gli OLP per curare insieme la selezione dei candidati e per preparare l ingresso dei volontari in SC nelle sedi. Dopo la fase di selezione, prima dell avvio del progetto, verrà proposta ai candidati selezionati l opportunità di un periodo di tirocinio pratico all interno delle sedi per agevolare il loro inserimento. 10

11 Fase di attuazione del progetto Il primo mese sarà dedicato da parte dei volontari in SC alla conoscenza degli utenti delle sedi sotto la guida degli OLP. Nel periodo iniziale inoltre si avvia il graduale inserimento nelle attività quotidiane e di animazione, costantemente monitorato dagli OLP e con il supporto degli altri operatori delle sedi. E prevista da subito, inoltre, la regolare partecipazione alle riunioni di equipe. Nei mesi successivi si affinerà la capacità di svolgimento delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi. I volontari in SC vengono introdotti gradualmente alla gestione delle attività più complesse. L affiancamento a singoli minori con maggiori disagi e le attività di integrazione con il territorio verranno proposte dal quarto mese in poi. Nelle tabelle seguenti vengono specificati i piani di attuazione delle attività, distinti a seconda della tipologia delle sedi. Sedi: Comunità San Pancrazio e Associazione Venite alla Festa OBIETTIVI SPECIFICI ATTIVITA PERIODO socializzazione Dal 1 al 12 mese gestione pasti Dal 1 al 12 mese affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali, alfabetizzazione Dal 1 al 12 mese Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alla comunità, laboratori manuali partecipazione alle equipe tecnicheorganizzative accompagnamenti uscite e visite partecipazione a soggiorno estivo insieme ad ospiti ed operatori della comunità (solo presso casa famiglia Venite alla Festa) Dal 1 al 12 mese Dal 1 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 9 al 11 mese Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. sostegno e accompagnamento dei minori circa la conoscenza e la fruizione delle risorse e dei servizi presenti nel territorio organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio lavoro di rete con tutti i volontari in SC del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive Dal 4 al 12 mese Dal 6 al 12 mese Dal 8 al 12 mese 11

12 Sedi: Oratorio di Formigine, Oratorio di Mirandola, Gruppo Babele, Bar Arcobaleno del Ceis OBIETTIVI SPECIFICI ATTIVITA PERIODO Obiettivo specifico 1 attività didattiche Dal 1 al 12 mese Aumentare le opportunità di relazioni proposta e organizzazione di attività Dal 1 al 12 mese significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte ludiche, sportive e laboratoriali; organizzazione e realizzazione di gite e uscite; organizzazione e realizzazione feste; promozione di iniziative di animazione musicale e teatrale già presenti nei centri. partecipazione equipe Dal 1 al 12 mese Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola (solo Oratorio di Mirandola e Gruppo Babele) accompagnamento presso strutture ricreative esterne visite in carcere; attività di sport, musica e teatro con i carcerati (solo oratorio di Formigine) Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali Inserimento dei minori disabili nelle attività in oratorio (solo Oratorio di Formigine) attività di sensibilizzazione verso i problemi del territorio attività di laboratorio presso sedi di scuole e strutture formative del territorio (solo Oratorio di Mirandola e Gruppo Babele) attività di animazione fuori sede mediante la partecipazione all unità di strada organizzazione e partecipazione a centri estivi in sede; partecipazione a campi estivi fuori sede (solo Oratorio di Formigine, di Mirandola e Gruppo Babele) Realizzazione della mappatura delle occasioni di socializzazione sul territorio Organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio Lavoro di rete con tutti i volontari in SC del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 4 al 12 mese Dal 6 al 12 mese Dal 6 al 12 mese Dal 6 al 12 mese Dal 8 al 11 mese Dal 2 al 5 mese Dal 6 al 12 mese Dal 8 al 12 mese 12

13 8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ATTUAZIONE. Comunità San Pancrazio di Porta Aperta Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Attività Attività ordinarie e quotidiane: - socializzazione, - pulizie, - gestione pasti, - accompagnamenti, Attività didattiche: - affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, - preparazione materiali, - alfabetizzazione, - contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio Attività di animazione: - organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alla comunità - uscite e visite, - laboratori manuali Equipe tecniche-organizzative Attività di interazione e di integrazione: - sostegno e accompagnamento dei minori circa la conoscenza e la fruizione delle risorse e dei servizi presenti nel territorio (polisportiva, parrocchia, biblioteca, piscina, parchi pubblici, ) - lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. Attività di animazione: - organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio Associazione Venite alla Festa Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Attività Attività ordinarie e quotidiane: - socializzazione, - pulizie, - gestione pasti, - accompagnamenti, Attività didattiche: - affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, - preparazione materiali, - alfabetizzazione, - contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio Attività di animazione: - organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alle comunità di accoglienza, - uscite e visite, - partecipazione a soggiorno estivo insieme ad ospiti ed operatori della comunità Equipe tecniche-organizzative 13

14 Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Attività di interazione e di integrazione: - sostegno e accompagnamento dei minori circa la conoscenza e la fruizione delle risorse e dei servizi presenti nel territorio (polisportive, parrocchie, biblioteche, piscine, parchi pubblici, ) - lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. Attività di animazione: - organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio Oratorio Don Bosco di Formigine Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Attività Attività didattiche: - affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, - preparazione materiali, - corsi di informatica, - contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni. Attività di animazione: - proposta e organizzazione di attività ludiche, sportive e laboratoriali, anche per i portatori di handicap; - organizzazione e realizzazione di gite e uscite; - organizzazione e realizzazione feste (Natale, carnevale, Settembre formiginese, Sabato sera, ) - promozione di iniziative di animazione musicale e teatrale; - accompagnamento presso strutture ricreative esterne (piscina, teatro, cinema ); - organizzazione e partecipazione a centri estivi in sede, aperti ai disabili; - partecipazione a campi estivi fuori sede; - attività di laboratorio presso sedi di scuole e strutture formative del territorio - visite in carcere insieme ai ragazzi che frequentano l oratorio; attività di sport, musica e teatro con i carcerati. Attività di sostegno e di mediazione: - Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali, per periodi ed obiettivi definiti. - Inserimento dei minori disabili nel tempo libero, prelevati da casa e seguiti nei giochi e nelle attività in oratorio. - Accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo. - Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Equipe tecniche - organizzative Attività di interazione e di integrazione con il territorio: - Realizzazione della mappatura delle occasioni formali ed informali di socializzazione sul territorio. - Organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio. - Promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio - Lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano 14

15 Oratorio di Mirandola Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro coinvolti i minori utenti dei centri. Attività Attività didattiche: - affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, - preparazione materiali, - corsi di informatica, - contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni. Attività di animazione: - proposta e organizzazione di attività ludiche, sportive e laboratoriali; - organizzazione e realizzazione di gite e uscite; - organizzazione e realizzazione feste (Natale, carnevale, Sabato sera, ) - promozione di iniziative di animazione musicale e teatrale; - accompagnamento presso strutture ricreative esterne (piscina, teatro, cinema ); - attività di sensibilizzazione verso i problemi del territorio; - organizzazione e partecipazione a centri estivi in sede; - partecipazione a campi estivi fuori sede; - attività di laboratorio presso sedi di scuole e strutture formative del territorio Attività di sostegno e di mediazione: - Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali, per periodi ed obiettivi definiti. - Accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo. - Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Equipe tecniche organizzative Attività di interazione e di integrazione con il territorio: - Realizzazione della mappatura delle occasioni formali ed informali di socializzazione sul territorio. - Organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio. - Promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio - Lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. Gruppo Babele di Fiorano Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Attività Attività didattiche: - affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, - preparazione materiali, - corsi di informatica, - contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni. Attività di animazione: - proposta e organizzazione di attività ludiche, sportive e laboratoriali; - organizzazione e realizzazione di gite e uscite; - organizzazione e realizzazione feste (Natale, carnevale, Sabato sera, ) - promozione di iniziative di animazione musicale e 15

16 Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro teatrale; - accompagnamento presso strutture ricreative esterne (piscina, teatro, cinema ); - attività di sensibilizzazione verso i problemi del territorio; - organizzazione e partecipazione a centri estivi in sede; - partecipazione a campi estivi fuori sede; - attività di animazione fuori sede mediante la partecipazione all unità di strada - attività di laboratorio presso sedi di scuole e strutture formative del territorio Attività di sostegno e di mediazione: - Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali, per periodi ed obiettivi definiti. - Accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo. - Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. Equipe tecniche organizzative Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Attività di interazione e di integrazione con il territorio: - Realizzazione della mappatura delle occasioni formali ed informali di socializzazione sul territorio. - Organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio. - Promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio - Organizzazione di progetti di sensibilizzazione rispetto alle attività dei centri di aggregazione da proporre all esterno (scuole, ) al fine di coinvolgere altre realtà. - Lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. Bar Arcobaleno del Ceis Obiettivi Obiettivo specifico 1 Aumentare le opportunità di relazioni significative da parte dei minori ospiti delle sedi, grazie alla presenza dei volontari in SC che rappresentano ulteriori figure adulte di riferimento per i minori stessi, affiancandoli nella quotidianità e arricchendo le proposte già presenti nei centri. Obiettivo specifico 2 Migliorare l inserimento e l affiancamento dei minori con più difficoltà nelle attività quotidiane dei centri, attraverso percorsi di accompagnamento 1 a 1 al fine di promuovere la loro integrazione con gli altri minori. Obiettivo Specifico 3 Individuare, con l apporto dei giovani in servizio civile, i minori che presentano forme di disagio che necessitano di ascolto e mediazione al fine di promuovere l agio nel centro Attività Attività di animazione: - proposta e organizzazione di attività ludiche, sportive e laboratoriali; - organizzazione e realizzazione di gite e uscite; - organizzazione e realizzazione feste (Natale, carnevale, Sabato sera, ) - promozione di iniziative di animazione musicale e teatrale; - accompagnamento presso strutture ricreative esterne (piscina, teatro, cinema ); - attività di sensibilizzazione verso i problemi del territorio; Attività di sostegno e di mediazione: - Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali, per periodi ed obiettivi definiti. - raccolta di informazioni sul mondo del lavoro e della formazione e progettazione di esperienze di stage in aziende - Accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo. - Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. - supervisione e selezione dei volontari Attività didattiche: - preparazione materiali, - corsi di informatica, 16

17 - corsi di alfabetizzazione, - contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni Attività di gestione della sede: - Gestione del bar - Organizzazione turni - Amministrazione Equipe tecniche organizzative Obiettivo specifico 4 Creare integrazione con il territorio in cui sono inseriti i centri, grazie alla presenza dei giovani in SC, sviluppando reti con le realtà sociali presenti in esso e promuovendo la sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del disagio minorile. Attività di interazione e di integrazione con il territorio: - Realizzazione della mappatura delle occasioni formali ed informali di socializzazione sul territorio. - Organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio. - Promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio - Lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. 8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO. Risorse umane previste Comunità San Pancrazio di Porta Aperta Personale retribuito: - n. 1 responsabile (educatore professionale) - n. 5 educatori professionali, Personale volontario: - n. 7 animatori Associazione Venite alla Festa Personale retribuito: - n. 2 genitori - n. 1 educatore professionale, Personale volontario: - n. 10 animatori Oratorio di Formigine Personale retribuito: - n. 9 educatori professionali, Personale volontario: - n. 1 responsabile dell oratorio - n. 10 addetti al sostegno scolastico Attività delle risorse umane Responsabile: coordinamento equipe; attività di interazione e di integrazione con il territorio Educatori: partecipazione equipe; gestione attività quotidiane della comunità; organizzazione attività didattiche Animatori: affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico; organizzazione attività di animazione interne alle comunità di accoglienza; uscite e visite, accompagnamenti; contatti con parrocchie, società sportive, ecc. Genitori: coordinamento equipe; gestione attività quotidiane della comunità; organizzazione attività didattiche; organizzazione e realizzazione di attività di animazione interne e esterne alla comunità; organizzazione e realizzazione di attività di interazione e di integrazione con il territorio Educatore: partecipazione equipe; gestione attività quotidiane della comunità; organizzazione attività didattiche; organizzazione e realizzazione di attività di animazione interne e esterne alla comunità; organizzazione e realizzazione di attività di interazione e di integrazione con il territorio Animatori: pulizie, gestione pasti, accompagnamenti, affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali, organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alle comunità di accoglienza, uscite e visite Educatori: organizzazione e realizzazione di attività didattiche; organizzazione e realizzazione di attività di animazione; sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali; accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo; organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. Responsabile dell oratorio: coordinamento equipe; attività di interazione e di integrazione con il territorio; sostegno a singoli minori in difficoltà, 17

18 - n. 25 animatori sulla base di progetti educativi personali; accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo; organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali; contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni. Addetti al sostegno scolastico: affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali Oratorio di Mirandola Personale retribuito: - n. 2 educatori professionali Personale volontario: - n. 15 insegnanti - n. 5 animatori Gruppo Babele di Fiorano Personale retribuito: - n. 1 coordinatore - n. 4 educatori professionali Personale volontario: - n. 10 addetti al sostegno scolastico Bar Arcobaleno del Ceis Personale retribuito: - n. 1 educatore professionale - n. 1 coordinatore attività prevenzione - n. 1 psicologa - n. 1 responsabile progettazione (OLP) Personale volontario: - n. 1 coordinatrice - n. 22 gestori bar - n. 2 psicologhe - n. 1 coordinatore volontario del servizio Animatori: attività di animazione interne ed esterne. Educatori professionali: coordinamento equipe; attività di interazione e di integrazione con il territorio;organizzazione e realizzazione di attività didattiche; organizzazione e realizzazione di attività di animazione; sostegno a singoli minori in difficoltà; accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo; colloqui individuali; contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola Insegnanti: sostegno scolastico; organizzazione e realizzazione di attività didattiche; preparazione materiali. Animatori: funzione di controllo del centro giovanile; affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali; attività di animazione interne ed esterne. Coordinatore: coordinamento equipe; promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio; attività di interazione e di integrazione con il territorio; sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali; organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali; contatto e verifica dei percorsi con gli insegnanti della scuola rispetto alle singole situazioni; organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio; organizzazione di progetti di sensibilizzazione Educatori: partecipazione equipe; organizzazione e realizzazione di attività didattiche; organizzazione e realizzazione di attività di animazione; sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali; accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo; organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali; partecipazione a progetti di sensibilizzazione. Addetti al sostegno scolastico: affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali e realizzazione di attività di animazione. Educatore: organizzazione e coordinamento delle attività di animazione; sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali; accompagnamento singolo nei progetti di inserimento formativo o lavorativo; organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. Partecipazione alle equipe tecniche organizzative 1 coordinatore per le attività di prevenzione: contatto con altre realtà del territorio, supervisione dei volontari, selezione dei volontari e del personale impegnato nel progetto. 1 psicologa per l'orientamento professionale e formativo: colloqui individuali di orientamento, raccolta di informazioni sul mondo del lavoro e della formazione, progettazione di esperienze di stage in aziende 1 OLP dipendente: Partecipazione alle equipe tecniche organizzative, coordinamento con le altre strutture del centro, colloqui individuali con i volontari. Rapporti con il territorio 1 coordinatrice: organizzazione e coordinamento delle attività di animazione; coordinamento delle attività di sostegno e di mediazione; partecipazione alle equipe tecniche organizzative; organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio; promozione contatti con sedi istituzionali e servizi del territorio 18

19 22 volontari per la gestione del bar: gestione del servizio del bar, gestione delle serate di animazione per giovani, famiglie e adulti, gestione dell animazione sportiva 2 psicologhe volontarie per il supporto agli animatori: animazione e accoglienza dei ragazzi. Supporto dei volontari 1 coordinatore volontario del servizio: gestione amministrativa, turni, permessi ecc. 8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL AMBITO DEL PROGETTO. Nel presente paragrafo viene descritto il ruolo dei volontari in SC rispetto alle diverse tipologie di attività; ruolo che è stato condiviso nella fase di ideazione del progetto dagli operatori delle Caritas di Modena e Carpi e dai 6 Olp delle sedi (vedi punto 8.1). Successivamente viene proposto uno schema in cui vengono elencate le specifiche attività dei volontari in SC per ciascuna delle sedi. Attività ordinarie e quotidiane Nello svolgimento di queste attività il volontario assumerà un ruolo di importante rilevanza educativa nei confronti del singolo minore. Il giovane volontario, infatti, potrebbe apparire- soprattutto agli occhi dei minori adolescenti come un esempio da seguire, un modello positivo di vita a cui ispirarsi. In questo senso sarà importante che il volontario sia messo nelle condizioni di acquisire la consapevolezza del proprio ruolo all interno del contesto educativo, dove diventa rilevante non tanto la mansione, ma la capacità di collocarsi correttamente all interno della relazione educativa con il minore e nel complesso dell organizzazione. Ciò avverrà soprattutto attraverso il confronto nel lavoro d equipe con gli altri operatori ed educatori professionali, ma anche grazie alla possibilità di partecipare a momenti formativi ad hoc. Attività didattiche Durante le attività didattiche il volontario potrà lavorare affinché l attività di sostegno scolastico non sia intesa solo o tanto sul versante cognitivo, ma soprattutto rispetto alla scoperta ed al recupero della stima in se stessi da parte del bambino ed al concepirsi positivamente e non secondo modelli devianti. Anche in questo ambito il ruolo del giovane sarà di sostegno ai percorsi di crescita dei minori. Di notevolissima rilevanza appare dunque il sapersi presentare come figura autorevole soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle regole. Rilevante appare anche la possibilità, da parte del volontario, di agire come potenziatore delle risorse del minore, rappresentando per lui uno stimolo ed un incoraggiamento costante soprattutto di fronte alla difficoltà. Infine il volontario sarà chiamato a partecipare ai momenti di programmazione, valutazione e verifica, attraverso i quali si costruisce il progetto educativo vero e proprio e che sosterranno il giovane nella presa di coscienza del proprio ruolo. Attività di animazione I volontari in questo ambito sperimenteranno le proprie capacità propositive e creative. In molti centri infatti, la fantasia e l immaginazione degli operatori, sono il motore di proposte originali per attirare gli adolescenti all interno del contesto educativo. Inoltre affiancare il minore in situazione di disagio nella sua quotidianità, appare l aspetto più rilevante rispetto a questo obiettivo. Le attività di animazione del tempo libero, sono centrali perché permettono agli adolescenti di mettersi alla prova con il sostegno costante della figura del volontario, visto non tanto come colui che anima i pomeriggi, ma come un amico più grande che è in grado di leggere i comportamenti, motivare la partecipazione, garantire il rispetto delle regole, intervenire positivamente nei conflitti. Attività di sostegno e di mediazione Il volontario dovrà avere un attenzione particolare verso i minori disagiati attraverso un ruolo di tutoraggio e di mediazione, per evitare situazioni di rottura ed emarginazione. Il sostegno del giovane volontario nello svolgimento delle attività scolastiche, nelle relazioni interpersonali e nelle attività ricreative è un elemento essenziale per l adeguato inserimento dei minori disagiati all interno dei centri. Attività di interazione ed integrazione con il territorio In queste attività il volontario ha la possibilità di conoscere la rete delle realtà sociali presenti nel territorio circostante le sedi di progetto e di interagire con esse, proponendosi come un ponte tra sede di progetto e territorio. Affinché da una parte i minori possano fruirne come il resto della cittadinanza, dall altra perché possano essere stemperati pregiudizi e stereotipi che creano distanza e difficoltà di integrazione tra le diversità (di razza, età, ). 19

20 Sede: Comunità S.Pancrazio Attività ordinarie e quotidiane Attività didattiche Attività di animazione Attività di interazione e integrazione col territorio Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile socializzazione, gestione pasti, accompagnamenti affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali, alfabetizzazione organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alla comunità, uscite e visite, laboratori manuali, organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio, partecipazione alle equipe tecniche-organizzative sostegno e accompagnamento dei minori circa la conoscenza e la fruizione delle risorse e dei servizi presenti nel territorio (polisportiva, parrocchia, biblioteca, piscina, parchi pubblici, ), lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri. Sede: Ass. Venite alla Festa Attività ordinarie e quotidiane Attività didattiche Attività di animazione Attività di interazione e integrazione col territorio Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile socializzazione gestione pasti accompagnamenti affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali, alfabetizzazione organizzazione momenti ricreativi e sportivi interni alle comunità di accoglienza, uscite e visite, partecipazione a soggiorno estivo insieme ad ospiti ed operatori della comunità organizzazione momenti di incontro e scambio con altri gruppi di minori e adulti presenti nel territorio equipe tecniche-organizzative sostegno e accompagnamento dei minori circa la conoscenza e la fruizione delle risorse e dei servizi presenti nel territorio (polisportive, parrocchie, biblioteche, piscine, parchi pubblici, ) lavoro di rete con tutti i volontari del progetto, insieme ai 6 OLP, per promuovere ed organizzare una o più iniziative culturali e/o sportive (concerti, feste multietniche, incontri, tornei sportivi, ) che vedano coinvolti i minori utenti dei centri Sede: Oratorio Formigine Attività didattiche Attività di animazione Attività di sostegno e di mediazione Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile affiancamento nello svolgimento dei compiti e sostegno scolastico, preparazione materiali, corsi di informatica proposta e organizzazione di attività ludiche, sportive e laboratoriali, anche per i portatori di handicap; organizzazione e realizzazione di gite e uscite; organizzazione e realizzazione feste (Natale, carnevale, Settembre formiginese, Sabato sera, ) promozione di iniziative di animazione musicale e teatrale; accompagnamento presso strutture ricreative esterne (piscina, teatro, cinema ); organizzazione e partecipazione a centri estivi in sede, aperti ai disabili; partecipazione a campi estivi fuori sede; visite in carcere insieme ai ragazzi che frequentano l oratorio; attività di sport, musica e teatro con i carcerati. Sostegno a singoli minori in difficoltà, sulla base di progetti educativi personali, per periodi ed obiettivi definiti. Inserimento dei minori disabili nel tempo libero, prelevati da casa e seguiti nei giochi e nelle attività in oratorio. Organizzazione di momenti a tu per tu e colloqui individuali. 20

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