Gli ordinamenti dell attività bancaria, finanziaria e assicurativa Le recenti innovazioni regolamentari
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- Cinzia Orsini
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1 Gli ordinamenti dell attività bancaria, finanziaria e assicurativa Le recenti innovazioni regolamentari
2 Sommario 1. Gli ordinamenti 2. Recenti innovazioni regolamentari Basilea 2 MiFID Corporate Governance delle banche Vigilanza sui conglomerati
3 1. Gli ordinamenti: introduzione Nozione di ordinamento dell intermediazione finanziaria Norme domestiche e sovranazionali (comunitarie) Di primo e secondo livello Ordinamenti per segmenti Attività bancarie e creditizie Mercati di strumenti finanziari Attività di gestione dei servizi di investimento Attività di gestione collettiva del risparmio Attività assicurativa
4 La normativa comunitaria e il mercato unico (1) Mercato unico dei servizi finanziari No a disparità concorrenziale No a disparità tutela soggetti aventi rapporti contrattuali con gli IF Armonizzazione minima Elenco attività Capitale minimo iniziale Controlli su assetti proprietari e partecipazioni Patrimonio di vigilanza e coefficienti di solvibilità Vigilanza consolidata Concentrazione rischi (grandi fidi) Garanzia dei depositi Accertamento rischi di mercato Contabilizzazione e consolidamento Pubblicità documenti contabili succursali estere
5 La normativa comunitaria e il mercato unico (2) Fondamenti per la realizzazione Non specializzazione (modello della banca universale) Riserva esclusiva per l investimento collettivo in valori mobiliari Principio della separazione banca-impresa (sia a monte che a valle) Norme sovranazionali per la creazione di un mercato unico dei servizi finanziari declinabile in Libertà di prestazione dei servizi Libertà di stabilimento Adozione del principio del mutuo riconoscimento e dell home country control per garantirne la realizzazione e l efficacia di funzionamento
6 Gli ordinamenti in Italia A. Attività bancaria e creditizia B. La disciplina dei mercati di strumenti finanziari C. La gestione dei servizi di investimento D. La gestione collettiva del risparmio E. L attività assicurativa
7 A. Attività bancaria e creditizia (1) Definizione di banca (d.lgs. 385/1993 TUB) È impresa Deve essere autorizzata a svolgere attività bancaria (normativa specifica) Attività bancaria Raccolta del risparmio tra il pubblico (acquisizione di fondi con obbligo di rimborso) ed esercizio del credito Inoltre le banche possono svolgere attività connesse e strumentali (ex art.10 TUB) fatte salve le riserve di attività (SGR, SICAV) quelle ammesse al mutuo riconoscimento (home country control) Raccolta di depositi con obbligo di restituzione Prestiti Leasing finanziario Servizi di pagamento Emissione e gestione di mezzi di pagamento Rilascio di garanzie Operazioni in conto proprio ed in conto terzi
8 Attività bancaria e creditizia (2) Ai fini del rilascio dell autorizzazione (ex art.14 TUB) come verifica (discrezionale?) dei presupposti per la sana e prudente gestione Forma societaria Capitale minimo (6,3 milioni; 2 milioni per BCC) Programma attività iniziale, atto costitutivo e statuto Onorabilità dei soci Struttura proprietaria (ex artt. 19 e ss.) obiettivo di autonomia e separatezza (anche per accordi inerenti l esercizio di concerto del diritto di voto) > 5% in forma diretta o indiretta obbligo di comunicazione ai fini dell autorizzazione preventiva No a partecipazioni >15% o di controllo per soggetti non finanziari Onorabilità e professionalità degli amministratori
9 Attività bancaria e creditizia (3) Altri profili di rilievo regolamentare (BI) Adeguatezza patrimoniale (Basel II) Coefficiente di solvibilità >= 8% rapporto minimo tra patrimonio di vigilanza ed attivo patrimoniale ponderato per il rischio Con Basilea II si applicano modelli interni di gestione del rischio la vigilanza valida l affidabilità e la robustezza di questi modelli Contenimento del rischio Dimensioni massime per concentrazione rischi Trasformazione delle scadenze diversa velocità di rotazione tra attivo e passivo Rischi di mercato variazione del valore delle attività detenute dall IF Partecipazioni detenibili In società finanziarie ed assicurative In imprese non finanziarie (limite complessivo, di concentrazione, di separatezza)
10 Attività bancaria e creditizia (4) Due modelli di gruppo bancario (ex art. 60 TUB) Banca italiana capogruppo + società bancarie, finanziarie, strumentali controllate Società finanziaria capogruppo + società bancarie, finanziarie, strumentali controllate quando vi sia rilevanza della componente bancaria E necessario un disegno imprenditoriale unitario a direzione strategica accentrata (direzione, coordinamento e controllo strategico e gestionale) Albo gruppi bancari Diversi perimetri se abbiamo banca universale o gruppo bancario
11 Attività bancaria e creditizia (5) Art. 106 TUB Iscrizione in un elenco generale (UIC+MinTesoro) gli intermediari che svolgono professionalmente presso il pubblico attività di Assunzione di partecipazioni Concessione di finanziamenti Prestazione di servizi di pagamento Intermediazione in cambi Art. 107 TUB Iscrizione intermediari soggetti a rischio sistemico (a causa di possibile contagio) Leasing Factoring Credito al consumo Investment banking
12 B. Disciplina dei mercati di strumenti finanziari (1) Focus su istituzione, organizzazione e funzionamento dei mercati (parte III d.lgs. 58/1998 TUF) Forze coinvolte nel passaggio da mercati di natura pubblica a mercati privati Competizione sovranazionale (apertura mkts area euro) Innovazione tecnologica da mkts fisici a telematici > competizione e necessità di migliorare il rapporto qualità/costo del servizio Autonomia gestionale ed autoregolamentazione dei partecipanti al mercato Art. 61 TUF Riconoscimento del carattere d impresa all attività di gestione dei mercati CONSOB capitale minimo e attività esercitabili in quanto connesse e strumentali MinTesoro (sentita CONSOB) Onorabilità soci e onorabilità e professionalità degli amm.ri
13 Disciplina dei mercati di strumenti finanziari (2) Regolamento del mercato (Borsa Italiana) Ammissione, esclusione, sospensione Svolgimento negoziazioni, obblighi operatori ed emittenti Accertamento, pubblicazione e diffusione dei prezzi Tipologia di contratti negoziati (standardizzazone) Disposizioni ed atti necessari all identificazione di abusi di informazioni privilegiate e manipolazione di mercato
14 C. Gestione dei servizi di investimento (1) Fonti normative Direttive 93/22 e 93/6 TUF Quanti servizi di investimento?? Negoziazione per conto proprio Negoziazione per conto terzi Collocamento con o senza preventiva sottoscrizione o acquisto a fermo degli strumenti dell emittente Gestione su base individuale di ptf di investimento Ricezione e trasmissione di ordini (brokeraggio)
15 Gestione dei servizi di investimento (2) Tipizzazione delle imprese di investimento SIM Comunitarie ed extracomunitarie Possono svolgere anche servizi accessori ed attività connesse e strumentali No raccolta del risparmio tra il pubblico né pagamenti né emissione di titoli rappresentativi dei diritti dei clienti Banche SGR Previsione di un regime autorizzativo Autorizzazione (requisiti simili a quelli previsti per le banche sana e prudente gestione) ed albo presso CONSOB Trasparenza della proprietà comunicazione a BI
16 Gestione dei servizi di investimento (3) Profili dell attività a tutela del cliente e del mercato Diligenza, correttezza e trasparenza Info ai/dai clienti Benchmark Gestione conflitti d interesse Forma scritta (eventuale deroga di CONSOB sentita BI) e consegna copia al cliente Inversione dell onere della prova (diligenza richiesta) Separazione patrimoniale tra i patrimoni dei clienti e quelli della SIM, della SGR o della banca
17 D. Gestione collettiva del risparmio (1) La gestione collettiva del risparmio si realizza attraverso: Promozione, istituzione ed organizzazione di fondi comuni di investimento Gestione di patrimoni di OICR di propria o altrui istituzione Fondi comuni di investimento (aperti o chiusi) SICAV SGR e SICAV: attività riservate Le SGR possono anche Offrire servizi di GPM Investimenti in fondi pensione Svolgere attività connesse e strumentali
18 Gestione collettiva del risparmio (2) Fondi aperti Regime autorizzativo (BI sentita la CONSOB) Regolamento (funzionamento, banca depositaria) Banca depositaria ruolo esecutivo e di controllo degli ordini Divieti assoluti all operatività del fondo Titoli non quotati Titoli emessi dalla SGR Vendita di titoli allo scoperto Concessione di prestiti Limiti relativi all operatività del fondo Concentrazione del rischio Assegnazione di un benchmark rilevabile
19 Gestione collettiva del risparmio (3) Fondi chiusi Autorizzazione del MinTesoro (sentita BI) Capitale minimo SGR che gestisce fondi aperti e chiusi 3,5 mil euro Ammontare, durata (max 30 aa) e valore unitario minimo delle quote ( euro) predeterminati No riscatto prima della scadenza ma eventuale ammissione (CONSOB) alla negoziazione Partecipazione al capitale del fondo da parte della SGR gerente (2%) Obbligatoriamente chiusi i fondi che investono in beni immobili, diritti reali immobiliari, crediti e titoli rappresentativi di crediti
20 Gestione collettiva del risparmio (4) SICAV Applicazione dei principi della disciplina dei fondi comuni di investimento Coincidenza dei patrimoni Variabilità del capitale sociale Unicità della tipologia di azioni (solo ordinarie) Nominative con diritto di voto pari al numero di azioni possedute Al portatore un solo voto Fondi riservati ad investitori qualificati (aperti o chiusi) Istituzionali Persone fisiche e giuridiche con dichiarata competenza e professionalità Fondi speculativi (hedge) Norme prudenziali più leggere
21 E. L attività assicurativa (1) Fonti normative Ramo vita Dir. 92/46 e d.lgs. 174/95 Altri rami Dir. 92/49 e d.lgs. 175/95 Definizione non univoca di assicurazione (si parla genericamente di impresa ) Principio della specializzazione limitazione dell oggetto sociale all esercizio di attività Assicurative Riassicurative Accessorie e srtumentali Autorizzate all esercizio dall ISVAP Sana e prudente gestione Rispetto delle regole tecniche per una corretta gestione
22 L attività assicurativa (2) Regole simili a quelle bancarie per garantire in sede comunitaria la libertà di prestazione dei servizi e di stabilimento Partecipazioni al capitale Se >5% comunicazione all ISVAP Se >10% o di controllo esplicita autorizzazione ISVAP Possibili anche per imprese non finanziarie con rispetto dei principi di autonomia ed indipendenza Profili regolamentari Concentrazione dei rischi (limitazioni per classi di attività sulla base dell ammontare di riserve tecniche) Rischio di cambio e rispetto del principio della congruenza valutaria per le attività a copertura delle riserve tecniche Rischio di interesse
23 2. Recenti innovazioni regolamentari - Nuovo accordo sul capitale (da Basilea 1 a Basilea 2) -MiFID - Corporate Governance delle banche - Conglomerati finanziari
24 Le ragioni del cambiamento Cambiamento strutturale del sistema Internazionalità delle attività finanziarie Aumento della concorrenza nei mercati finanziari Innovazione finanziaria Orientamento verso regolamentazione di mercato (> efficienza) Fattori contingenti Crack e scandali societari (Enron, Parmalat) Inefficienza dei meccanismi di governance Comportamenti opportunistici degli IF operanti nell asset management e nell investment banking
25 Basilea I (1988) 3 classi di operatori Per ogni classe si applica un fattore di ponderazione di rischio Governi centrali e banche centrali = 0% Banche, enti del settore pubblico, SIM = 20% Altri soggetti, altre attività = 100% Mutui ipotecari acquisto immobili ad uso residenziale = 50% No differenziazione tra debitori appartenenti alla stessa classe Nessun incentivo all adozione di efficaci funzioni di risk management Capitalizzazione non necessariamente adeguata ai rischi assunti Patrimonio minimo richiesto > 8% delle attività ponderate per il rischio
26 Basilea II L obiettivo Incentivare gli operatori a rafforzare i propri sistemi di risk management e di porre in essere strategie di gestione più efficienti del capitale proprio che consentono Un risparmio di capitale proprio allocato Una più efficace politica di pricing Capitale proprio come cuscinetto in caso di perdite inattese Esiste un livello ottimo di capitalizzazione? Insolvenza VS inefficienza
27 I tre pilastri (1) Requisiti patrimoniali minimi Sono regole quantitative basate su modalità di calcolo dei requisiti patrimoniali sempre più precise Processi di controllo prudenziale Regole ed indicazioni qualitative dirette a potenziare i meccanismi di governance aziendale Disciplina di mercato (info al pubblico disclosure) Integrazione dei primi due principi ed incentivo ad una maggiore trasparenza informativa per le banche sottoposte a vigilanza
28 I tre pilastri (2) Requisiti patrimoniali minimi Presupposto: esiste una correlazione tra dotazione di capitale e livello di rischio di credito assunto dall apertura di una singola posizione Capitalizzazione somma accantonamenti di capitale derivanti dal rischio delle singole posizioni aperte Necessità di dotarsi di efficaci sistemi di misurazione del rischio di credito e del rischio operativo STANDARDIZED APPROACH Misure esterne di calcolo del rischio di credito (agenzie di rating) INTERNAL RATING BASED APPROACH sono modelli sottoposti a validazione dell Autorità di Vigilanza IRB di base (IRB Foundation) IRB avanzato (IRB Advanced) Identificazione del rischio operativo come specifica categoria di rischio Malfunzionamento sistemi e processi operativi Errori umani Frodi
29 I tre pilastri (3) Il controllo prudenziale è un attività volta a verificare che la dotazione di capitale minimo individuata attraverso l applicazione dei principi del I pilastro sia adeguata ai rischi assunti Incoraggia le banche ad un miglioramento continuo delle tecniche di misurazione e gestione del rischio Esistono 4 principi fondamentali per garantire il raggiungimento di tali obiettivi (BIS, Nuovo schema di regolamentazione del patrimonio - giugno 2004) 1) Le banche dovrebbero disporre di un procedimento per valutare l adeguatezza patrimoniale complessiva in rapporto al loro profilo di rischio e di una strategia per il mantenimento dei livelli patrimoniali 2) Le autorità di vigilanza dovrebbero riesaminare e valutare il procedimento interno di determinazione dell adeguatezza patrimoniale delle banche e le connesse strategie, nonché la loro capacità di monitorarne e assicurarne la conformità con i requisiti patrimoniali obbligatori. Le autorità di vigilanza dovrebbero adottare appropriate misure prudenziali qualora non siano soddisfatte dei risultati di tale processo 3) Le autorità di vigilanza auspicano che le banche operino con una dotazione patrimoniale superiore ai coefficienti minimi obbligatori, e dovrebbero avere la facoltà di richiedere alle banche di detenere un patrimonio superiore a quello minimo regolamentare 4) Le autorità di vigilanza dovrebbero cercare di intervenire in una fase precoce per evitare che il patrimonio di una determinata banca scenda al disotto dei livelli minimi compatibili con il suo profilo di rischio, ed esigere l adozione di pronte misure correttive se la dotazione di patrimonio non viene mantenuta o ripristinata
30 La MiFiD (Markets in Financial Instruments Directive) Le spinte all innovazione: Ampliamento del numero degli investitori e della gamma di servizi e strumenti offerti Diversificazione dei canali d offerta Crescita del numero di intermediari e mercati coinvolti Evoluzione dei sistemi di esecuzione degli ordini La direttiva 2004/39 (ISD2) mira a costruire un mercato azionario europeo integrato Passaporto unico per le imprese di investimento Maggiore omogeneità nei livelli di protezione per gli investitori (a prescindere dal contesto regolamentare nazionale)
31 La MiFID (2) Principali cambiamenti Cade l obbligo di concentrazione degli scambi azionari Ambito di applicabilità espansione dell elenco dei servizi finanziari e degli strumenti finanziari soggetti (gestione sistemi di negoziazione e consulenza in materia di investimenti) Disciplina dell offerta di servizi di negoziazione (trading) Mercati regolamentati MTF (Multilateral trading facilities) Intermediari autorizzati ( internalizzatori sistematici un'impresa di investimento che in modo organizzato, frequente e sistematico negozia per conto proprio eseguendo gli ordini del cliente al di fuori di un mercato regolamentato o di un sistema multilaterale di negoziazione Obblighi di trasparenza più restrittivi a causa di possibili valutazioni inefficienti dovute a frammentazione del mercato Trasparenza pre-trade necessaria per un corretto processo di formazione dei prezzi (soprattutto con molteplici trading venues) poiché riduce i costi di ricerca delle condizioni migliori Trasparenza post-trade essenziale per rendere efficiente il mercato (controllo transazioni eseguite)
32 La Corporate Governance delle banche C.G.: specialità delle banche natura dell attività, regolamentazione, controlli rapporto banche-imprese Raccomandazioni per la C.G. a livello internazionale (Comitato di Basilea, 1999) In Italia dal 2004 (principi e linee applicative): efficienza della gestione efficacia dei controlli Fattori contingenti: caratteristiche della singola banca, principio di proporzionalità Norme di indirizzo generali recepite in: Basilea 2 MiFID Compliance Circolare Banca d Italia 4 marzo 2008 Indagine conoscitiva AGCM, dicembre 2008 (La C.G. di banche e assicurazioni)
33 Corporate Governance e controlli interni Compliance Compliance Organi Organi di di amministrazione amministrazione e e controllo controllo Flussi informativi Flussi informativi Alta Alta direzione direzione Internal Internal auditing auditing III livello Risk Risk management management II livello Direzioni Direzioni / / Divisioni Divisioni Unità Unità organizzative organizzative Controlli Controlli di di linea linea I livello
34 La C.G.: le tre componenti la funzione di supervisione strategica riguarda la determinazione degli indirizzi e degli obiettivi aziendali strategici e la verifica della loro attuazione; la funzione di gestione riguarda la conduzione dell operatività aziendale volta a realizzare dette strategie; la funzione di controllo riguarda la verifica della regolarità dell attività di amministrazione e dell adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili della banca OBIETTIVO COMUNE: SANA E PRUDENTE GESTIONE
35 Fattori che influenzano la C.G. Fattori esterni la disciplina del mercato, il diritto societario, la legge fallimentare, la disciplina della revisione ai fini della certificazione dei bilanci Fattori interni la struttura proprietaria e il relativo grado di apertura al mercato del capitale di rischio, le dimensioni e la complessità operativa, gli obiettivi strategici di medio e lungo periodo, la struttura organizzativa del gruppo eventuale di appartenenza
36 I tre modelli Modelli Funzioni Tradizionale o classico Dualistico Monistico Supervisione strategica Consiglio di amministrazione (eventuale comitato esecutivo) Consiglio di gestione Se previsto dallo statuto: Consiglio di sorveglianza Consiglio di amministrazione Gestione Consiglio di amministrazione Consiglio di gestione (nominato dal C. di Sorv.) Consiglio di amministrazione Controllo Collegio sindacale Consiglio di sorveglianza (nominato dagli azionisti) Comitato di controllo interno
37 La vigilanza sui conglomerati Nel conglomerato finanziario vi è integrazione tra attività bancaria (e mobiliare) ed assicurativa i cui vantaggi ed i rischi sono: Realizzazione di economie di scala e di scopo Stabilizzazione dei cash flow attraverso la diversificazione Direttiva 2002/87 Capogruppo impresa regolamentata Pluralità del business e loro significatività (bancario, assicurativo, servizi di investimento) Le ragioni dell adozione di una disciplina specifica riguardano Possibili arbitraggi regolamentari Minore trasparenza organizzativa Aumento dei conflitti d interesse Double gearing duplicazione nella contabilizzazione del capitale proprio Pluralità di autorità e sovrapposizioni di competenze (predisposizione della figura del coordinatore ) Internazionalizzazione delle attività e problemi di coordinamento
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