BRANCA ROVER E SCOLTE

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1 BRANCA ROVER E SCOLTE L'ETÀ DELLA STRADA A 17 anni il bisogno di intraprendere una propria strada è irresistibile. Ciò appare ai genitori, talvolta, come il preludio di grandi pericoli. Eppure ogni uomo ed ogni donna devono scoprire ed intraprendere la propria via. Una via lungo la quale bisogna camminare con coraggio in direzione degli altri per fare strada insieme. In direzione della verità e della giustizia per essere uomini e donne capaci di dire umilmente ma credibilmente una parola di rinnovamento al mondo. Nella direzione di Dio, riconoscendo il Cristo che accanto, per raggiungere quella pienezza di vita che è lo scopo di vivere. I ragazzi e le ragazze che hanno completato la loro avventura nei reparti - ma anche quelli che si affiancano eventualmente a noi dall'esterno - intraprendono la loro strada nella comunità Rover- Scolte con la quale cammineranno fino all'età di 20 anni circa. La comunità Rover - Scolte è formata da: Noviziato - Periodo di proposta e preparazione a scelte di vita autonome e responsabili attraverso esperienze di Strada - Comunità - Servizio (Natalia Placenza - Mariapia Distefano - Peppe Scalisi - Saverio Palermo Francesco Bonventre) Clan - Gruppo nel quale si rendono concrete le scelte di servizio e comunità nello stile della Strada (Chiara Scalisi, Cristina Craparotta, Martina Nicolosi)

2 La Strada, la Comunità ed il Servizio sono i perni attorno ai quali ruota il metodo di questa branca. La strada è vissuta concretamente, il campo non è più fisso ma mobile, diventa Route in cui la tenda si porta in spalla e viene piantata ogni sera in un posto diverso; ma è anche atteggiamento di vita, disponibilità all'incontro con gli altri, alla fatica, al cambiamento. Attraverso la comunità ragazzi e ragazze vengono aiutati a scoprire la propria vocazione, a conoscere la realtà che li circonda e ad agire su di essa. Nelle riunioni, che di solito hanno cadenza settimanale, si discute così di fede, partecipazione politica, lavoro, sessualità, scuola, famiglia, ecc. Servire è il motto della Branca; nei primi anni di clan l'impegno come aiuto Capo nell'associazione o di volontariato all'esterno di essa è solo una proposta, al momento della Partenza (quando gli R- S sono giunti alla fine del cammino educativo) si chiede invece che diventi una scelta di vita. LA STRADA «Con il termine roverismo non intendo un vagare senza meta, ma piuttosto uno scoprire la propria via per piacevoli sentieri in vista di uno scopo definito, conoscendo le difficoltà e i pericoli che facilmente si incontreranno lungo il cammino» (B.-P., La strada verso il successo, 1922) Fare strada è una delle espressioni più comuni del nostro linguaggio scout, ma anche un modo di dire che in due parole contiene per intero la nostra proposta ai rover e alle scolte: prendi il tuo zaino e riempilo solo di quello che ti serve veramente; mettiti delle scarpe vecchie e robuste e dei vestiti semplici ma senza dimenticare che potrai trovare freddo e caldo, pioggia o sole, salite e discese; porta con te il taccuino di marcia per fermare pensieri e parole e tracciare lo schizzo di un fiore; lasciati alle spalle le abitudini consolidate, le comodità di cui sei diventato schiavo, le preoccupazioni che ti sembrano montagne.

3 Ma non per fuggire, non per cercare fuori dal tuo ambiente un paradiso artificiale, non per sottrarti alle tue responsabilità. Fare strada per scoprire il significato delle cose, dei gesti, delle parole. Fare strada per rimettersi in sintonia con il creato. Fare strada per capire meglio se stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità. Fare strada per incontrare gli altri e costruire la comunità. Fare strada per non sentirsi mai arrivati e vivere la provvisorietà. Fare strada: una proposta concreta per l oggi e per il domani, un modo originale di considerare la vita, un lungo cammino pieno di scoperte e sorprese alle quali andare incontro senza troppi bagagli ideologici e troppe sicurezze, ma ben attrezzati per cogliere le novità e le bellezze che certamente incontreremo. La strada che proponiamo e facciamo vivere ai ragazzi e alle ragazze delle nostre Comunità è quindi insieme realtà e parabola: è camminare lentamente verso una meta e percepire la meravigliosa struttura del nostro corpo; è andare nella natura e fra gli uomini e capire che ciò che fa felici è possedere lo stretto indispensabile per vivere: è accendere un fuoco, montare una tenda, curare una ferita e comprendere la bellezza di un lavoro fatto con le mani; è fermarsi a bere ad una fontana quando si ha veramente sete e capire il valore delle cose semplici; è capire che i bisogni vitali dell uomo sono limitati. Fare strada ci permette di far scoprire ai rover e alle scolte alcuni valori fondamentali senza quasi bisogno di parole, senza dover fare grandi discorsi. LA COMUNITA «All interno della stessa comunità R/S si distinguono due momenti formativi: il primo comprende le scolte e i rover che hanno scelto di vivere nel Clan la proposta del roverismo/scoltismo; il secondo comprende i novizi e/o le novizie che, nel Noviziato, sperimentano la proposta stesa» (Art. 14 Reg. Branca R/S) È importante sottolineare subito che unica è la Comunità dei novizi e delle novizie, dei rover e delle scolte e che le due denominazioni Noviziato/Clan stanno solamente ad indicare il gruppo delle persone che sono alla scoperta del roverismo e coloro che lo hanno scelto come strada di crescita. Se quindi la Comunità R/S è unica, dev essere:

4 Unico lo staff dei Capi, al cui interno si preciseranno i ruoli di coloro che si occupano in modo particolare dei novizi e di coloro che si occupano dei rover e delle scolte; Unico il programma, che dovrà prevedere attività sia comuni che separate, per il migliore raggiungimento degli scopi; Unica la Progressione, che inizia nel momento in cui la guida e l esploratore entrano nella Comunità e termina con la partenza. Unica la Carta di Clan, che per i novizi è il documento che li introduce alla scoperta del roverismo, mentre per i rover e le scolte definisce impegni di vita e mete da realizzare. IL SERVIZIO «Il punto principale da mettere in rilievo a coloro che entrano nei Rover è che il loro obiettivo principale è il servizio, e che questo servizio può essere prestato all interno del Movimento o all esterno, a seconda delle condizioni locali de delle doti di ciascun giovane» (B.-P. da Jamboree, aprile 1926) L amore è per l uomo e per l umanità. L uomo ha una solidarietà istintiva verso ogni altro uomo, specialmente se lo vede soffrire nel corpo e nello spirito perché è oppresso, perché ha fame, perché è malato, perché non ha risorse per affermare la sua dignità e il suo diritto alla felicità. Questo è molto bello, ma è anche troppo poco. Perché la semplice compassione se non diventa subito volontà di fare qualche cosa e quindi disponibilità concreta a farsi carico della sofferenza, si trasforma in pietismo o fatalismo che addormentano le coscienze. Il primo passo è aiutare i rover e le scolte ad ancorare i loro giudizi anche sui fatti di tutti i giorni su dei valori ben precisi, andando aldilà delle apparenze. In questo modo sarà per loro possibile vedere con chiarezza le situazioni e sentirsi motivati a portare un cambiamento. Il secondo passo è aiutarli a costruire un tessuto di amicizia e di rapporti di solidarietà tale da costruire alternativa visibile a ciò che succede intorno. Nel servizio il valore fondamentale da vivere è il rispetto dell altro, che si manifesta nel cercare un linguaggio comune e nella disponibilità a farsi cambiare, senza presunzioni e senza sopraffazioni. Ma poniamoci una domanda: perché lo scoutismo propone di servire e non solo di aiutare?

5 La differenza, apparentemente sottile, è in realtà vistosa. Il gesto d aiuto è richiamato dalla necessità: mi chiedi una mano, te la do Ma l atteggiamento del servizio è provocato dalla volontà di mettersi a disposizione: non occasionalmente, ma come modo di vivere. Se vogliamo servire non è solo perché c è un bisogno cui rispondere; il senso è più profondo: significa mettersi a fianco di chi è ostacolato nel suo essere e con lui vivere e risolvere i problemi. L aiuto cessa con il cessare della necessità; la scelta di servire, invece, equivale a mettersi in pianta stabile dalla parte dei più deboli. Certo, non è facile: perché impone di assumere come proprie le situazioni di incertezza sul domani, di sofferenza e di oppressione dell oggi. IL PUNTO DELLA STRADA Fare il punto è un espressione tipica utilizzata nel linguaggio marinaresco. Significa, quando si è a bordo di una nave o di una barca, osservare il percorso fatto, orientarsi rispetto ad alcuni punti fissi, per poi decidere la propria rotta, cioè la strada che vogliamo percorrere e che ci condurrà alla meta. Le tappe per fare il Punto della Strada: fase della conoscenza (dove siamo, verifica del percorso); fase del confronto (punti fissi, valori di riferimento); fase del progetto (obiettivi); fase del programma (passi concreti verso gli obiettivi); Quando si fa il Punto della Strada?..ci sono dei momenti istituzionali, come la firma della Carta di Clan, momenti occasionali, come la verifica del servizio e eventi legati alla P.P. individuale come i campi Bibbia o i cantieri. L impegno che ogni R/S si assume, è di fronte agli altri. La correzione fraterna è elastica ed avviene se la Comunità è vitale e funziona. Si tratta di mettere in atto il processo che conduce a fare di ogni esperienza forte che viviamo un Punto della Strada nel cammino che conduce alla Partenza.

6 LA PARTENZA Il lungo itinerario della proposta educativa dello scoutismo trova il proprio culmine nel momento della partenza quando le scolte e i rover lasciano il Clan. È un momento molto importante in quanto è l occasione per fare sintesi di quanto si è vissuto e prendere alcune importanti decisioni riguardo al proprio progetto di vita. È anche il momento di confronto con i Capi e la comunità R/S che sono chiamati ad essere interlocutori credibili e testimoni attivi di questo tempo di vocazione e di scelte. La preparazione di una lettera in cui vengono espressi questi impegni e che viene abitualmente letta nel corso di una suggestiva cerimonia della partenza conclude questo tempo. Termina in questo modo l itinerario educativo proposto dallo scoutismo e si apre il cammino di autonomia e responsabilità caratteristico della vita adulta. Quali sono i valori alla base della scelta della partenza? Chi li stabilisce? Va innanzitutto ricordato che i valori e le scelte di fondo sono indicati in modo chiaro dalla stessa Promessa scout. il servizio (aiutare gli altri in ogni circostanza); la fede (compiere il nostro dovere verso Dio); l impegno civile (compiere il nostro dovere verso il nostro Paese); tutto questo vissuto in uno stile e secondo i principi della Legge scout (osservare la Legge scout). Occorre inoltre che le scelte della partenza siano radicate nel contesto storico, geografico, culturale cui ciascun rover e scolta appartengono. In particolare devono rilevare le scelte che la comunità R/S di cui i rover e le scolte partenti fanno parte, ha deciso di porre nella Carta di Clan: la Carta è infatti l approdo di un percorso fatto di esperienze, dibattiti, confronti e scelte che non possono e comunque non devono essere estranei al percorso di vita dei partenti. Proprio con quelle scelte bisogna fare i conti e confrontarsi pena l estraniarsi dal contesto in cui si è vissuto.

7 LA LEGGE SCOUT La Guida e lo Scout: 1. Pongono il loro onore nel meritare fiducia; 2. Sono leali; 3. Si rendono utili ed aiutano gli altri; 4. Sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout; 5. Sono cortesi; 6. Amano e rispettano la natura; 7. Sanno obbedire; 8. Sorridono e cantano anche nelle difficoltà; 9. Sono laboriosi ed economi; 10. Sono puri di pensieri, parole e azioni. LA PROMESSA SCOUT "Con l'aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: - per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; - per aiutare gli altri in ogni circostanza; - per osservare la Legge scout". IL MOTTO Il motto dei Rover e delle Scolte è: Servire". FEDE

8 IL PATRONO : SAN PAOLO LA STORIA Saul nacque a Tarso, capitale della Cilicia, da famiglia di ebrei benestanti. In quanto cittadino romano, accompagnava al nome ebraico del primo re d'israele quello latino di Paulus. Studiò a Gerusalemme alla scuola del maestro fariseo Gamaliele, e come ebreo osservante combatté contro la dottrina cristiana. Andando a Damasco ebbe la visione di una luce folgorante che lo fece cadere da cavallo e lo accecò, mentre una voce gli diceva "Perché mi perseguiti?" Accolto in casa di Anania, dopo pochi giorni riacquistò la vista e fu battezzato. Tentò di evangelizzare i suoi antichi compagni, ma dovette fuggire da Damasco calato in una cesta giù dalle mura cittadine. Fu accolto dagli Apostoli come loro pari, e sostenne con energia il distacco dei cristiani dalle prescrizioni della legge mosaica. In questo modo il messaggio evangelico trovò maggiore ascolto anche presso i non ebrei, per i quali la pratica della circoncisione e le norme sulla purità alimentare apparivano incomprensibili ed estranee; e fu appunto la predicazione presso i "gentili" a meritargli l'appellativo di "Apostolo delle genti". Più volte imprigionato dai romani, alla fine il governatore Festo lo inviò, in quanto cittadino romano, a Roma, al tribunale dell'imperatore. MARTIRIO Paolo, in quanto cittadino romano, fu condannato alla pena meno disonorevole della decapitazione. Secondo la tradizione, il suo capo rimbalzò per terra tre volte, e in quei punti sgorgarono le Tre Fontane che ancora oggi danno il nome al luogo. Sulla sua tomba, lungo la via Ostiense, sorse poi la basilica a lui intitolata. Il giorno dedicato a San Paolo è il 29 giugno, ma il 25 gennaio viene ricordato per la sua conversione.

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