* Elementi di tossicologia
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1 * Elementi di tossicologia occupazionale e monitoraggio biologico, Giovanna Tranfo g.tranfo@inail.it
2 Risposte, % TOSSICOLOGIA studio delle vie di assorbimento, distribuzione, biotrasformazione, effetti ed eliminazione di una sostanza potenzialmente tossica nel corpo umano Esposizione/Dose, U.A. La relazione dose-risposta è il concetto base della tossicologia
3 Definizioni DL 50 : la dose che provoca la morte nel 50% degli animali trattati. CL50 : la concentrazione che provoca la morte nel 50% degli animali esposti. RISPOSTA TOSSICA: effetto misurabile, lesione patologica o variazione biochimica. NOAEL: dose per cui non e possibile misurare una risposta in alcun soggetto. LOAEL: dose minima per cui e possibile misurare una risposta. CANCEROGENI GENOTOSSICI: esiste una risposta tossica a tutte le concentrazioni, quindi non puo essere stabilito un limite di esposizione di sicurezza!
4 Rischio chimico: le dimensioni del problema Numero di prodotti chimici conosciuti > Sostanze tossiche censite in banche dati > Sostanze chimiche esistenti nel 1981 (tossicità poco conosciuta): ~ Sostanze abbastanza conosciute da essere regolamentate: ~ 700 Nuove sostanze?
5 RECETTORI: l entita dell effetto tossico di una sostanza dipendera dal numero di recettori legati. ORGANI BERSAGLIO: gli organi in cui sono localizzati i recettori. ADDITIVI ESPOSIZIONE A MISCELE: effetti SINERGICI ANTAGONISTI ESPOSIZIONI RIPETUTE (CRONICHE): TOLLERANZA ACCUMULO FASI DELL EFFETTO TOSSICO Fase di Esposizione: la sostanza viene introdotta nell ambiente di lavoro. Fase Toxocinetica: l insieme di tutti i fenomeni biologici che portano il tossico all interno dell organismo. Fase Toxodinamica: l interazione del tossico con il recettore sul bersaglio biologico, con la concretizzazione dell effetto tossico.
6 VIE DI INTRODUZIONE DEI TOSSICI La Pelle: questo organo, dalla sua vasta area superficiale, e naturalmente difeso dagli agenti esterni da una barriera di cellule mortee cheratina e da una scarsa vascolarizzazione. I Polmoni: i polmoni dell uomo hanno una estesa superficie ( m 2 ) ed un intesa irrorazione sanguigna, e sono una via di introduzione efficiente e rapida. Tratto gastrointestinale: questo tipo di assorbimento si verifica solo accidentalmente, o per una inosservanza di norme igieniche (es. mangiare e bere nei locali adibiti al lavoro). ASSORBIMENTO e DISTRIBUZIONE DEI TOSSICI Le sostanze introdotte passano nel flusso sanguigno e attraversano la membrana cellulare: EMIVITA: tempo necessario perche la concentrazione plasmatica di una sostanza si dimezzi.
7 * Proprietà chimico-fisiche delle sostanze Solubilità nei lipidi: le membrane biologiche sono di natura lipidica. La capacità di una molecola di dissolversi nella membrana e l entità di tale processo dipende dalla solubilità lipidica che è a sua volta determinata dalla struttura chimica della sostanza tossica e cioè nel presentare gruppi lipofili o non polari (proprietà che aumenta con la lunghezza della catena alchilica); le sostanze idrosolubili passano con difficoltà le membrane biologiche.
8 *Grado di ionizzazione: una sostanza acida o basica possiede uno o più gruppi funzionali capaci di ionizzarsi aumentando la propria polarità *La ionizzazione dipende dalla costante di dissociazione (pk) della sostanza e dal ph della soluzione nel quale la sostanza è disciolta. * Le membrane biologiche sono permeabili alla forma non ionizzata (indissociata, apolare) della sostanza. *Struttura e dimensioni molecolari: una molecola molto grande ha maggiore difficoltà a passare attraverso una membrana * Una forma complessa ha una maggiore impedimento sterico rispetto ad una molecola di forma approssimabile ad una sfera.
9 *Distribuzione Dopo che la sostanza si è inizialmente distribuita in determinati distretti in base alle loro caratteristiche di vascolarizzazione, di permeabilità e di siti di legame, può ridistribuirsi in altri distretti anche meno irrorati, ma dotati di maggiore affinità chimica, con graduale riduzione dell azione lesiva. Si hanno così i fenomeni di accumulo e neutralizzazione, come nel caso di tossici altamente liposolubili che, dopo essersi distribuiti prevalentemente nel sistema nervoso centrale, si ridistribuiscono nel tessuto adiposo.
10 *Metabolismo * Il metabolismo si svolge nelle cellule di tutto l organismo, ma in particolare nella cellula epatica. * La biotrasformazione è l insieme delle reazioni biochimiche di I fase che avvengono con lo scopo di convertire i composti esogeni in cataboliti ad idrofilia crescente, favorendone l escrezione ed ostacolandone il riassorbimento. * Ciò si realizza formando un derivato piu polare, e quindi piu solubile in H2O, mediante reazioni di: * Ossidazione o riduzione, * idrolisi, * idratazione, * metilazione
11 *I processi di biotrasformazione possono condurre ad una disattivazione della sostanza o talvolta ad una attivazione della stessa con formazione di un metabolita più tossico (es. il 2,5-esandione, prodotto della biotrasformazione dell n-esano, è il responsabile della neurotossicità che deriva dall esposizione al solvente). *Alcune sostanze non vengono metabolizzate, in quanto particolarmente stabili. Tale stabilità è dovuta a: escrete) alta polarità (molto idrosolubili per cui vengono alta volatilità (rapidamente eliminate) alta reattività (epossidi )
12 Reazioni di II fase o di coniugazione *Avvengono tra il metabolita prodotto dalla biotrasformazione della sostanza ed un coniugante endogeno. Il risultato è un metabolita più idrosolubile che viene rapidamente escreto con le urine. *I principali coniuganti sono: *Acido glucuronico, solfato, glutatione (un tripeptide) con formazione degli acidi mercapturici, metilazione.
13 Effetti del Metabolismo: 1 Trasformazione della molecola in un metabolita più polare 2 Aumento della solubilità in acqua 3 Possibile aumento del peso molecolare e delle dimensioni 4 Aumento della facilità di escrezione e quindi dell eliminazione dall organismo Conseguenze: 1 Diminuzione dell emivita della molecola 2 Riduzione del tempo di esposizione 3 Riduzione della possibilità di accumulo 4 Possibili variazioni nel tipo di attività biologica 5 Variazione della durata dell attività biologica
14 *Eliminazione L entità e la rapidità di tale processo dipendono dalla concentrazione ematica e dalla distribuzione della sostanza xenobiotica. Se la sostanza è presente solo nel plasma verrà eliminata più rapidamente di un altra che è invece distribuita anche nei liquidi extra ed intracellulari. Il legame con le proteine plasmatiche non rallenta l eliminazione della sostanza legata poiché è reversibile: la quota legata si trova in costante equilibrio con quella libera. Maggiore influenza viene esercitata dai legami che si stabiliscono tra la sostanza ed i componenti cellulari che possono costituire un ostacolo all escrezione, determinando accumulo nell organismo.
15 Principali vie di escrezione: renale biliare polmonare gastroenterica saliva latte liquor unghie e capelli
16 ESCREZIONE BILIARE Sostanze di peso molecolare superiore a 300 vengono escrete nella bile ed eliminate con le feci ESCREZIONE ESCREZIONE RENALE o URINARIA: sostanze piccole, solubili in H 2 O o ionizzate al ph dell urina, attraverso tre diversi meccanismi: filtrazione, diffusione e trasporto attivo. POLMONI: una importante via di eliminazione per composti volatili e metaboliti gassosi di sostanze estranee. Diffusione passiva nel sangue ed eliminazione con l aria espirata
17 Tipi di Risposte Tossiche: Cancerogenicita : effetto che porta alla proliferazione incontrollata di tessuto. La cancerogenesi e il risultato di un processo a piu stadi, che richiede la presenza di un iniziatore e un promotore. Mutagenicita : un effetto tossico che danneggia materiale genetico delle cellule, causando delle mutazioni nel DNA che vengono trasmesse alle cellule figlie. Teratogenicita : il bersaglio e lo sviluppo di un embrione o di un feto, portando ad una anormalita funzionale o strutturale piu o meno grave, con possibilita di morte ed aborto. Irritazione ed effetti corrosivi acidi o basi forti Reazioni allergiche: una molecola abbastanza grande, o coniugata con una macromolecola,e un antigene e stimola una reazione del sistema immunitario con formazione di anticorpi. Lesioni patologiche ai tessuti: danneggiamento di costituenti cellulari o di funzioni vitali che portano alla morte delle cellule. Lesioni biochimiche: interferenze con attivita funzionali dell organismo.
18 La IARC (International agency for research on cancer) ha pubblicato 78 monografie su 869 agenti cancerogeni (agenti chimici, gruppi di sostanze, miscele complesse, esposizioni lavorative, abitudini di vita, agenti biologici e fisici) e altre sono in preparazione. CANCEROGENI CLASSIFICAZIONE IARC Gruppo 1: cancerogeno accertato per l uomo Gruppo 2A: Probabile cancerogeno per l uomo Gruppo 2B: Possibile cancerogeno per l uomo Gruppo 3: non classificabile come cancerogeno per l uomo Gruppo 4: probabile non cancerogeno per l uomo
19 Effetti attesi Malattia Effetti irreversibili Effetti critici Effetti subcritici Adattamento Esposizione professionale a dosi che comportano un rischio: VdR Moderato Accettabile Elevato TLV Threshold Limit Value Livelli di esposizione rispetto al TLV
20 STRUMENTI DI PREVENZIONE: DEFINIZIONE MANTENIMENTO di livelli di esposizione accettabili per mezzo di VALUTAZIONI PERIODICHE Monitoraggio Ambientale (TLV) Monitoraggio Biologico (BEI)
21 * Monitoraggio Ambientale Misura periodica della concentrazione di inquinanti aerodispersi, per confrontare le misure ottenute con appropriati standard igienici misura oggettiva e standardizzabile e facilmente interpretabile può non riflettere la dose assorbita: * altre vie di assorbimento * effetto del carico di lavoro; * variabilità interindividuale nel metabolismo. tende a semplificare fenomeni complessi * miscele * suscettibilità individuale
22 * Monitoraggio biologico Misura periodica della concentrazione di un inquinante o di suoi metaboliti in matrici biologiche accessibili, per confrontare le misure ottenute con appropriati valori di riferimento misura integrata della dose assorbita: * per vie diverse dalla via respiratoria * a causa di esposizioni extra-professionali la misura della dose sistemica * non è utile per prevenire effetti acuti; * non è utile per prevenire effetti locali.
23 * Il monitoraggio biologico è la misura di indicatori biologici 1. Indicatori di esposizione 2. Indicatori di suscettibilità 3. Indicatori di effetto
24 * Indicatori biologici di esposizione - dose Indicano la dose di sostanza esogena effettivamente assorbita dall individuo nel corso dell esposizione professionale e non solo, mediante la misura della concentrazione in compartimenti biologici di soggetti esposti (urine, sangue, saliva, capelli, aria espirata, ecc.) dello xenobiotico o di un suo metabolita o del prodotto dell interazione del tossico/metabolita con un bersaglio biologico
25 * Indicatori biologici di suscettibilità Esprimono differenze individuali, di origine genetica (sesso, razza, modificazione in geni che controllano la attivazione metabolica o la detossificazione di una sostanza, in geni che controllano la riparazione del DNA o dei danni cellulari, in geni coinvolti nella predisposizione ad una specifica malattia) o acquisita (dieta, stato di salute, stato socio-economico, età) Tali differenze non si evidenziano in assenza di opportune sollecitazioni. Il risultato è una limitata capacità dell organismo di rispondere all esposizione ad un determinato xenobiotico, e di conseguenza una ipersensibilità o un aumento della dose interna..
26 *Indicatori biologici di effetto * Permettono di identificare un alterazione precoce e reversibile secondaria all esposizione ad uno xenobiotico che si sviluppa nell organo critico.
27 * Criteri di ammissibilità per l impiego di un indicatore biologico Possibilità di un dosaggio su campioni biologici facilmente ottenibili, trasportabili, conservabili esistenza di metodi analitici sufficientemente sensibili, precisi, accurati sufficiente grado di conoscenze tossicocinetiche conoscenza del comportamento degli indicatori in relazione ad intensità e durata dell esposizione conoscenza dei fattori fisiologici e patologici interferenti conoscenza delle relazioni dose-effetto e doserisposta
28 Al momento attuale sono soprattutto gli indicatori di esposizione quelli che maggiormente si prestano ad un uso pratico e routinario, e sono anche quelli che fornendo indicazioni, spesso più precise dello stesso monitoraggio ambientale, sul livello di esposizione individuale agli xenobiotici (per tutte le vie di assorbimento, compresa quella cutanea) contribuiscono alla valutazione del rischio ed al suo controllo nel tempo.
29 Perché fare il Monitoraggio Biologico? È: 1. meno costoso dell ambientale 2. complementare all ambientale Può essere: 3. Indispensabile 4. Obbligatorio
30 Meno costoso del monitoraggio ambientale nella fase di campionamento Monitoraggio Ambientale: Campionamento per 8 ore Campionamento in diversi punti del posto di lavoro Campionamenti personali (aereodispersi) Presenza dei campionatori nel luogo di lavoro Materiali per il campionamento costosi Monitoraggio Biologico: Un campione di urina o sangue Contenitori monouso a basso costo Possono essere raccolti fuori dal luogo di lavoro
31 Complementare al monitoraggio ambientale Per una valutazione più completa dell esposizione occupazionale Per sostanze non volatili (esposizione non inalatoria) Per sostanze assorbibili anche attraverso la pelle (esposizione cutanea)
32 Indispensabile per Sostanze non volatili Sostanze volatili assorbibili anche attraverso la pelle Ricostruire l esposizione pregressa Definire l esposizione non professionale Controllare l efficacia dei dispositivi di protezione personali Verificare le pratiche lavorative Valutare differenze individuali
33 Direttiva 98/24/CE sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro, recepita nel Capo I, Titolo IX (sostanze pericolose) del D.Lgs. 81/08 Obbligatorio (art.229) Monitoraggio Biologico è obbligatorio per i lavoratori esposti agli agenti per i quali è stato fissato un valore limite biologico. Dei risultati di tale monitoraggio viene informato il lavoratore interessato. I risultati di tal monitoraggio, in forma anonima, vengono allegati al documento di valutazione dei rischi e comunicati ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori. Definisce il valore limite biologico come: il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell'appropriato mezzo biologico; un primo elenco di tali valori é riportato nell'allegato XXXIX
34 ADEGUAMENTI NORMATIVI Con decreto..., è istituito senza oneri per lo Stato, un comitato consultivo per la determinazione e l'aggiornamento dei valori limite di esposizione professionale e dei valori limite biologici relativi agli agenti chimici. Con uno o più decreti.. sono recepiti i valori di esposizione professionale e biologici obbligatori predisposti dalla Commissione europea, sono altresì stabiliti i valori limite nazionali anche in funzione del progresso tecnico, dell'evoluzione di normative e specifiche comunitarie o internazionali e delle conoscenze nel settore degli agenti chimici pericolosi.
35 * Obiettivi del monitoraggio biologico *Integrare i dati forniti dal monitoraggio ambientale al fine di ottenere una valutazione più completa dello stato di salute del lavoratore e della sua interazione con l ambiente di lavoro. *Il monitoraggio biologico mira ad ottenere indicazioni precoci e preferibilmente reversibili sull esposizione, la suscettibilità e gli effetti biologici secondari a quel fattore di rischio.
36 Definizione di Monitoraggio Biologico al Convegno WHO del 1984 la misurazione e quantificazione di sostanze chimiche o di loro metaboliti in tessuti, fluidi, secreti, escreti, aria espirata o in qualsiasi loro combinazione, condotte per valutare esposizioni e rischi per la salute, comparate con un appropriato riferimento.
37 * Appropriato riferimento Il risultato del monitoraggio biologico si valuta: *rispetto ai valori determinati in popolazioni per le quali è stata esclusa una specifica esposizione lavorativa allo xenobiotico in esame (Valori di riferimento) * rispetto a valori ai quali è stato attribuita una possibile modificazione dello stato di salute degli esposti (Valori limite): indica una probabilità della comparsa di effetti sulla salute e quindi la necessità di intervento
38 Le prime due liste costituiscono l allegato XXXVIII del D.Lgs. 81/08 (Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) VALORI LIMITE Esistono 3 liste di valori limite indicativi (IOELV) per l esposizione professionale agli agenti chimici : 1. Lista di 63 sostanze: Direttiva 39/2000/CE. 2. Lista di 33 sostanze: Direttiva 15/2006/CE. 3. Lista di 19 sostanze: Direttiva 161/2009/CE. Gli stati membri dovranno stabilire valori nazionali di esposizione professionale e valori limite biologici.
39 VALORI LIMITE BIOLOGICI VALORI LIMITE BIOLOGICI OBBLIGATORI E PROCEDURE DI SORVEGLIANZA SANITARIA Piombo e suoi composti ionici. 1. Il monitoraggio biologico comprende la misurazione del livello di piombo nel sangue (Pb) con l'ausilio della spettroscopia ad assorbimento atomico o di un metodo che dia risultati equivalenti. Il valore limite biologico e' il seguente: 60 g Pb/100 ml di sangue. Per le lavoratrici in eta' fertile il riscontro di valori di piombemia superiori a 40 microgrammi di piombo per 100 millilitri di sangue comporta, comunque, allontanamento dall'esposizione. 2. La sorveglianza sanitaria si effettua quando: l'esposizione a una concentrazione di piombo nell'aria, espressa come media ponderata nel tempo calcolata su 40 ore alla settimana, e' superiore a 0,075 mg/m3; nei singoli lavoratori e' riscontrato un contenuto di piombo nel sangue superiore a 40 g Pb /100 ml di sangue.
40 ALTRI VALORI LIMITE BIOLOGICI Lista degli indicatori biologici (BEI) pubblicata dall ACGIH 63 indicatori di esposizione con valori limite per 38 sostanze o classi di sostanze adottati, 7 indicatori proposti per 4 sostanze, allo studio indicatori biologici ed valori limite di 28 sostanze. Commissione di Stato Tedesca (Deutsche Forshungsgemeineschaft) 60 valori limite (BAT) per 43 sostanze o gruppi di sostanze, 12 valori EKA (per i cancerogeni) 9 in corso di valutazione.
41 * I BEI sono indicatori di dose interna per una esposizione inalatoria. * Per sostanze, per cui vi è una probabilità significativa di assorbimento percutaneo, i BEI sono stati sviluppati con il criterio di prevenire effetti sistemici e possono corrispondere ad una dose interna diversa da quella derivante dalla sola esposizione inalatoria. * Alcuni indicatori sono definiti non quantitativi in quanto non è possibile fissare un valore limite numerico, ma esistono dei valori di lavoro che possono essere utilizzati per l interpretazione dei dati. * I BEI indicano la concentrazione al di sotto della quale la maggior parte dei lavoratori non dovrebbe subire effetti negativi per la salute, ma non rappresentano un confine netto fra esposizione pericolosa e non. * Non è stato previsto che siano utilizzati come misura di effetti avversi o per la diagnosi di malattia professionale. * Inoltre non sono applicabili per esposizioni non professionali.
42 * Notazioni riportate per i BEI * B = BACKGROUND: l indicatore biologico può essere rilevato in campioni biologici raccolti da soggetti non professionalmente esposti a concentrazioni che possono influenzare l interpretazione dei risultati. Tali livelli di fondo sono inclusi nel valore BEI. * NQ = NON QUANTITATIVO: può essere preso in considerazione, ma un BEI specifico non è proponibile per carenza di informazioni (es. MBOCA) * NS = NON SPECIFICO: l indicatore biologico è rilevabile anche dopo esposizione a sostanze chimiche diverse. * SQ = SEMIQUANTITATIVO: l indicatore è correlato con l esposizione ma l interpretazione quantitativa della misura è ambigua. Questi indicatori devono essere utilizzati in applicazioni di screening, in mancanza di test quantitativi, o come test di conferma, se il test quantitativo non è specifico e sussistono dubbi circa l origine dell indicatore.
43 *BAT DFG BAT: quantità massima accettabile di un composto chimico o di metaboliti o massima deviazione permessa dalla norma di un parametro biologico indotto dall esposizione, che generalmente non si associa ad effetti negativi sulla salute degli operatori esposti. EKA DFG Per le sostanze cancerogene delle categorie 1-3 per le quali non è possibile stabilire un BAT per l impossibilità di definire livelli di sicurezza nei liquidi biologici, vengono indicati dei livelli di esposizione equivalenti al limite tecnico ambientale (TRK).
44 VALORI DI RIFERIMENTO Sono i valori degli indicatori biologici di esposizione della popolazione generale per inquinanti diffusi: benzene, IPA, piombo, cromo, fitofarmaci... ALIMENTI ARIA POPOLAZIONE GENERALE ACQUA VALORI DI RIFERIMENTO
45 DIFFERENZE CONCETTUALI FRA VALORI LIMITE E VALORI DI RIFERIMENTO Parametro considerato Valore limite biologico Valore di riferimento Modalità di definizione estrapolazione misurazione Metodo di calcolo correlazione con limite ambientale Fattori di sicurezza presenti assenti statistico (media ± DS) Esposizione occupazionale Popolazione cui si riferisce Significato ai fini della prevenzione presente lavoratori esposti gestione del rischio assente popolazione generale valutazione del rischio
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48 I V.R. sono di estrema utilità nel campo della medicina ambientale e del lavoro, in quanto non solo sono degli indicatori dell inquinamento complessivo dell ecosistema ma costituiscono un importante termine di confronto per valutare l esposizione professionale. Ipotesi di identificare i valori di riferimento dei cancerogeni ubiquitari (ambientali e professionali) con i valori limite professionali
49 Sezione III - Sorveglianza sanitaria, Articolo Accertamenti sanitari e norme preventive e protettive specifiche Il documento di valutazione del rischio deve contenere i dati relativi all'esposizione dei lavoratori, ove nota e il grado della stessa. I lavoratori per i quali la valutazione di cui all'articolo 236 ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria. I lavoratori sono iscritti in un registro nel quale è riportata, per ciascuno di essi, l'attività svolta, l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell'esposizione a tale agente: tale informazione può essere fornita con certezza se viene effettuato il monitoraggio biologico.
50 CARATTERISTICHE DI UN INDICATORE BIOLOGICO DI ESPOSIZIONE Il tempo di campionamento che viene stabilito in base a quanto tempo l indicatore rimane nell organismo, cioè in relazione con l emivita. La matrice cioè il materiale biologico nel quale deve essere determinato: fa parte della definizione stessa dell indicatore, es: cromuria, piombemia, benzene nell aria espirata. Il significato: indicatori che vanno determinati dopo tempi brevi rispecchiano l esposizione recente, Indicatori che si accumulano danno informazioni sull esposizione complessiva. Il risultato deve essere confrontato con i valori limite e con i valori di riferimento
51 * Tempo di campionamento *Sostanze a lunga emivita biologica (metalli): tendono a persistere nei compartimenti organici ed il loro dosaggio può fornire indicazioni anche retrospettive dei livelli di esposizione; *Sostanze a breve emivita biologica (solventi): hanno rapido turnover, ed il loro dosaggio è in genere rappresentativo dell esposizione attuale. La velocità di metabolizzazione del composto in questo caso condiziona il momento di raccolta del campione biologico (inizio turno, fine turno o fine settimana lavorativa).
52 Tempo di campionamento Il momento di raccolta dei campioni deve essere rispettato e registrato accuratamente Tempo di campionamento Prima del turno Durante il turno Fine turno Fine settimana lavorativa Discrezionale o non critico Raccolta raccomandata 16 ore dopo la fine dell esposizione In qualsiasi momento dopo 2 ore di esposizione Appena possibile dopo la fine dell esposizione Dopo 4 /5 giorni consecutivi di esposizione In qualsiasi momento
53 La scelta dell indicatore (dose, effetto, matrice, tempo ecc.) è funzione del tipo di informazione che si cerca La matrice urina è preferibile a quella ematica per la minore invasività del prelievo. La maggior parte degli IBE da determinare nelle urine vengono espressi in rapporto alla concentrazione di creatinina urinaria. Campioni di urina molto diluiti o concentrati non sono idonei per il monitoraggio. Le tecniche devono essere dotate di alta sensibilità per la ricerca in tracce. I metodi di analisi devono essere validati per permettere di interpretare confrontare i risultati con valori limite e di riferimento. E necessario utilizzare sostanze standard certificate per una analisi quantitativa affidabile.
54 PRESTAZIONI RICHIESTE AD UN METODO ANALITICO PER LA DETERMINAZIONE DI BIOMARKERS SITUAZIONE Intossicazione acuta Monitoraggio dei lavoratori Studi Epidemiologici PRESTAZIONI RICHIESTE Risposta veloce Bassa sensibilità Moderata Accuratezza Tempo di risposta moderato Sensibilità moderata Elevata Accuratezza Tempo di risposta non critico Elevata sensibilità Moderata Accuratezza
55 * Nuove matrici *Cute e correlati *Analisi del sudore *Wipe-test *Lavaggio delle mani *Plasma *Saliva *Condensato dell aria espirata *Piombo plasmatico *Solventi, cortisolo,melatonina *Nuovo metodo per campionare il fluido di rivestimento broncopolmonare
56 *Fattori di confondimento E necessario individuare e tenere conto dei fattori che possono aumentare o diminuire il risultato della misura indipendentemente dall esposizione. *Lo stesso biomarker prodotto da una esposizione di diversa origine. (es. metaboliti benzene da fumo, tt-ma da acido sorbico, metaboliti dello stirene nel fondo). *Interferenze analitiche: lo stesso segnale dell analita è prodotto da sostanze interferenti (bassa specificità o bassa risoluzione del metodo) oppure il segnale è diminuito (precursore SPMA, stabilità campione, effetto matrice).
57 Fattori individuali: carico di lavoro, diversa capacità respiratoria, diversa superficie cutanea scoperta, corretto/scorretto uso di dispositivi di protezione, differenze di genere, altre differenze genetiche. Questi fattori incidono sul monitoraggio biologico indipendentemente dall esposizione ambientale, quindi si riscontra una bassa correlazione fra il monitoraggio biologico e quello ambientale, ma a differenza dei casi precedenti il risultato è corretto.
58 Utilizzazione dei dati di monitoraggio biologico a livello individuale: valutazione del livello di esposizione in funzione dei valori limite biologici health based ; a livello di gruppo: valutazione dei livelli di esposizione in funzione dei valori limite biologici correlati al valore limite di soglia od a valori guida tecnici.
59 L importanza degli aspetti etici dipende dallo scopo dell attività e dall uso dei dati Attività Diagnosi Screening Sorveglianza Monitoraggio effetti biologici Analisi, Stima, Valutazione, Misura, Determinazione, Quantificazione Molto importanti Moderati Modesti Assenti Aspetti etici
60 *ChemIDplus Lite FORMALDEHYDE * Informazione Formaldehyde [USAN] e aggiornamento RN:
61 * Haz Map Search as
62 * tabella indicatori disponibili IBE ACGIH 2009 LISTA VALORI RIFERIMENTO SIVR 2005 Lista DFG di BAT ed EKA 2008 Nella "Tabella Indicatori Disponibili" è riportata la lista degli indicatori dosati nei diversi laboratori afferenti al portale con l'indicazione di tossico di esposizione. Per la maggior parte degli indicatori è disponibile inoltre una scheda indicante tecniche di campionamento, conservazione e analisi del campione, nonchè fattori di variabilità utili nella fase di interpretazione del dato, visualizzabile cliccando sul laboratorio interessato HOMEPAGE CHI SIAMO IL PUNTO DI PARTENZA BIBLIOGRAFIA CONTATTI LISTA INDICATORI DISPONIBILI APPROFONDIMENTI Attraverso questo sito ci proponiamo di offrire agli operatori della medicina del lavoro, della tossicologia ambientale e chimica clinica in generale, la possibilità di conoscere gli indicatori utilizzabili nel monitoraggio dell esposizione dei lavoratori, e di sapere quale è il laboratorio qualificato più vicino a cui richiederne la determinazione Ultima modifica : 26/07/2010 BENVENUTI IN BIOLIND.NET
63 * l Ricerche bibliografiche per parola chiave, titolo, autore, rivista ecc es/entrez
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