Animali sani, alimenti sicuri

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1 24 Un sistema libero, un sistema sano. 24 Animali sani, alimenti sicuri Scena di macelleria Museo Torlonia (Roma) ANIMALI SANI, ALIMENTI SICURI Direzione Generale Sanità Unità Organizzativa Prevenzione, Tutela Sanitaria e Veterinaria Struttura Programmazione Veterinaria e Rapporti Internazionali veterinario@dgsan.lombardia.it L attività dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari della Lombardia nell anno 2004 Televideo di RAI 3 pp Sanità informa

2 L attività dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari della Lombardia nell anno 2004

3 Segnalazioni dei cittadini e azioni di miglioramento delle strutture sanitarie PRESENTAZIONE La Veterinaria Pubblica svolge un compito importante non solo in termini di prevenzione e tutela della salute pubblica, ma anche di promozione e salvaguardia delle produzioni agricole e agroindustriali, con particolare riguardo ai prodotti tradizionali della nostra ricca cultura lombarda. Spesso il grande pubblico, e qualche volta anche gli addetti ai lavori, non conoscono appieno l attività e i risultati raggiunti nel campo della Sanità Pubblica Veterinaria, ed è quindi giusto che si promuova una migliore e più diffusa conoscenza di questo importante settore. Il presente rapporto annuale delle attività svolte dai servizi veterinari a livello regionale e locale assolve a questo fondamentale compito di informazione. Le sfide, nel campo della Sanità Pubblica Veterinaria, non mancano: la sicurezza alimentare, il benessere e la salute degli animali sono al centro dell attenzione dei consumatori. Il nostro comparto agroindustriale deve affrontare prove sempre più ardue sul mercato globale. Lo stesso mercato interno dal gennaio 2006, dovrà adeguarsi rapidamente alle regole introdotte da quattro nuovi regolamenti comunitari. In tutti questi aspetti il ruolo che i Servizi Veterinari saranno chiamati a svolgere appare essenziale. Per questo l Assessorato alla Sanità garantirà massima attenzione al comparto e sostegno agli operatori. Il Presidente Roberto Formigoni

4 PRESENTAZIONE INDICE Alle volte mi sembra strano essere chiamato a presentare i dati dell attività dei Veterinari di Sanità Pubblica. Quando sono arrivato alla DG sanità, alcuni anni fa, le priorità che avevo in mente erano per gli ospedali, per la medicina di base e specialistica, per la farmaceutica. La medicina veterinaria, devo ammettere, era per me una specie di riserva indiana alla quale guardavo con la tolleranza con la quale ci si rivolge a un comparto il cui compito, nelle nostre aspettative, è sostanzialmente quello di non creare problemi e, possibilmente, di risolverne qualcuno. Il tempo, che è galantuomo, mi ha portato non solo a rispettare il ruolo e le attività dei Servizi Veterinari delle ASL e delle Strutture Veterinarie Regionali, ma a considerarli come uno degli aspetti della prevenzione più all avanguardia nella nostra Regione, che è come dire in Italia. La prevenzione non fa notizia, non va sui giornali, ma lavora per garantire la salute e la qualità della vita dei cittadini, oltretutto con risorse contenute. Non voglio ripetermi rispetto all anno passato, ma mi sento di partecipare alla soddisfazione degli operatori della Sanità Pubblica Lombarda che con questa pubblicazione presentano i propri dati di attività. Tanto lavoro e risultati tangibili che è giusto siano portati alla conoscenza dei cittadini e degli operatori nell ottica di quella trasparenza che è e rimane uno degli obiettivi della Sanità Lombarda. L organizzazione del sistema di controllo 5 La Lombardia: dati descrittivi 11 La produzione 13 L attività dei Servizi Veterinari 19 Anagrafe zootecnica regionale 21 Bonifica Sanitaria degli allevamenti nei confronti della Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi Bovina Enzootica 24 Piani di controllo delle malattie infettive 31 Gestione dei sottoprodotti di origine animale 51 Alimentazione degli animali 53 Il Direttore Generale DG Sanità, Regione Lombardia Carlo Lucchina Il controllo degli alimenti di origine animale 59 Prospettive 69 Informazioni 73 3

5 L ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO 5

6 L ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO Tutto il sistema dei controlli della filiera alimentare trova il suo fondamento nella legislazione emanata dalla Comunità europea, che viene direttamente applicata o recepita con provvedimenti specifici dagli Stati membri. I principi generali della legislazione alimentare hanno come obiettivo comune quello di garantire, attraverso la libera circolazione di alimenti sicuri, un elevato livello di tutela della vita e della salute umana. Le norme prendono in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare come un unico processo: a partire dalla produzione primaria, passando per la produzione di mangimi fino alla vendita degli alimenti al consumatore. La Direzione Generale per la salute e la tutela dei consumatori della Comunità conduce audit presso gli Stati membri per verificare la corretta applicazione della normativa. In Italia il coordinamento tra le Regioni è garantito dal Ministero della Salute attraverso la Direzione generale della sanità veterinaria e degli alimenti. La Regione Lombardia In Lombardia le attività connesse alla sanità pubblica veterinaria vengono coordinate e verificate dalla Direzione Generale Sanità della Regione tramite l Unità Organizzativa Veterinaria che è strutturata in due uffici: Sanità veterinaria e Igiene degli alimenti di origine animale. Il personale assegnato all UO Veterinaria nel 2004 è il seguente: Personale assegnato all UO Veterinaria nel 2004 Veterinari Altro personale tecnico Amministrativi UO Veterinaria Struttura Sanità Veterinaria 5 3 Struttura Igiene alimenti origine animale Totale L UO Veterinaria ha il compito di programmare, coordinare e controllare le attività svolte dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) nei settori di competenza veterinaria e, in particolare: igiene degli allevamenti e alimentazione degli animali corretto uso del farmaco e rispetto del divieto di utilizzo di sostanze vietate benessere e protezione degli animali negli allevamenti, durante il trasporto, al momento della macellazione prevenzione ed eradicazione delle malattie infettive del bestiame igiene della produzione, della trasformazione e della commercializzazione degli alimenti di origine animale (carne, latte, uova, prodotti ittici, miele) gestione dei sottoprodotti di origine animale anagrafi informatizzate delle aziende zootecniche, degli impianti di produzione e commercializzazione degli alimenti per animali, degli impianti di produzione e trasformazione degli alimenti di origine animale, degli impianti di deposito e trattamento dei sottoprodotti di origine animale. 6 7

7 L ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO In questo ambito l UO Veterinaria, nel corso del 2004, ha proceduto alla: predisposizione di piani di sorveglianza delle diverse malattie degli animali, di controllo dei mangimi e di controllo dei prodotti alimentari collaborazione con le ASL per la gestione dei focolai di malattie infettive (in particolare per quanto riguarda la BSE e la tubercolosi) gestione dei sistemi di allerta relativi agli alimenti per l uomo e agli alimenti per gli animali organizzazione di riunioni periodiche con le ASL per illustrare i provvedimenti assunti e migliorare il coordinamento e l uniformità dei comportamenti sul territorio regionale partecipazione a 16 ispezioni di Paesi terzi (USA, Singapore, Uruguay, Messico) partecipazione a 3 ispezioni del Food and Veterinary Office della Commissione europea esecuzione di 44 ispezioni presso impianti di produzione finalizzate alla verifica dei requisiti necessari al rilascio delle autorizzazioni; in questa attività l UO Veterinaria è stata coadiuvata da un gruppo di 20 veterinari delle ASL che hanno frequentato un apposito corso per perfezionare le metodiche ispettive. L attività di audit svolta dall UO Veterinaria per la verifica delle modalità operative messe in atto dai Servizi Veterinari delle ASL riguarda tutti i settori di competenza. Per i settori della farmacosorveglianza, della alimentazione e del benessere animale gli audit sono stati condotti da un gruppo di veterinari delle ASL opportunamente formati. Inoltre una nuova e importante iniziativa è rappresentata dalla sottoscrizione, nel novembre 2003, di un Patto per la sicurezza e la qualità alimentare tra Regione Lombardia e rappresentanti della produzione primaria, della trasformazione e della grande distribuzione con lo scopo di condividere un progetto per lo sviluppo di un sistema di rintracciabilità, disposto dal Regolamento 178/2002/CE a beneficio dei consumatori e dei soggetti della filiera. A tal fine il Patto delinea una serie di impegni articolati in funzione dei ruoli e delle competenze dei soggetti coinvolti. Con riferimento ai contenuti e agli obiettivi del Patto, sono state individuate le tematiche da sviluppare progressivamente nel corso dell'anno, articolate come segue per ambiti di obiettivi e risultati da conseguire: condivisione di un linguaggio comune, finalizzato a definire e condividere il significato e l'interpretazione dei riferimenti normativi, con particolare riguardo all ambito della rintracciabilità, dell analisi del rischio e della valorizzazione delle produzioni valorizzazione delle esperienze, con il contributo dei firmatari del Patto è stato realizzato un repertorio delle esperienze che riprende le iniziative maggiormente significative già realizzate o in corso di realizzazione, sui temi della rintracciabilità, della sicurezza, della comunicazione e formazione comunicazione interna, intesa ad approfondire e strutturare un modello efficace di relazione tra i soggetti della filiera e tra la filiera e la Pubblica Amministrazione definizione di un prototipo di rintracciabilità, che identifichi, oltre alle informazioni obbligatorie ai sensi della normativa comunitaria e nazionale vigente, altri elementi valorizzanti le principali filiere agroalimentari presenti in Lombardia individuazione di aree di valorizzazione specifiche per comparto e per fase produttiva. Attività di audit svolta dall UO Veterinaria Oggetto delle ispezioni Dipartimenti di prevenzione Numero ditte veterinari ispezionati visitate Modalità di applicazione del D.P.R. 54/97 Brescia Milano 2 Pavia Valcamonica 6 (latte e prodotti a base di latte) con particolare riguardo alle aziende di produzione Verifica dei requisiti strutturali e funzionali Bergamo Como Milano Città Milano 3 11 degli stabilimenti di prodotti a base di carne Pavia Sondrio non aventi capacità di produzione industriale Organizzazione e attuazione Cremona Lecco Lodi Varese 4 del Piano Nazionale Residui Impianti abilitati all esportazione Bergamo Como Cremona Lecco 11 di prodotti a base di carne negli USA Milano 1 Milano 3 Mantova Modalità di applicazione della Decisione Brescia Cremona Milano 1 Mantova 5 471/2001/CE Valcamonica Benessere degli animali allevati Bergamo Brescia Como Cremona 56 (vitelli, suini e galline ovaiole) Lecco Lodi Mantova Milano 1 Milano 2 Milano 3 Pavia Sondrio Valcamonica Varese Alimentazione animale Bergamo Brescia Como Cremona 62 Lecco Lodi Mantova Milano 1 Milano 2 Milano 3 Pavia Sondrio Varese Farmacosorveglianza Bergamo Brescia Como Cremona 30 Lecco Lodi Mantova Milano 1 Milano 2 Milano 3 Sondrio Varese Modalità di applicazione della normativa Bergamo Cremona Mantova 9 relativa all Anagrafe Bovina Informatizzata Milano 3 Pavia Modalità di applicazione della normativa Brescia Lecco Milano Città Milano 2 8 relativa alla riproduzione animale Varese Valcamonica Totale 202 I Dipartimenti di Prevenzione Veterinari delle ASL In ognuna delle 15 ASL della Lombardia è istituito il Dipartimento di Prevenzione Veterinario. Il Dipartimento, organizzato nei tre Servizi di Sanità animale, Igiene degli alimenti di origine animale e Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, ha funzioni di programmazione, coordinamento, supporto e verifica delle attività svolte sul territorio dai distretti veterinari. Nella tabella è riportato il personale assegnato ai Dipartimenti di Prevenzione Veterinari delle ASL della Regione Lombardia nel

8 Personale assegnato ai Dipartimenti di Prevenzione Veterinari delle ASL lombarde nel 2004 ASL Veterinari Tecnici Amministrativi della prevenzione e altro personale Bergamo Brescia Como Cremona Lecco LA LOMBARDIA: DATI DESCRITTIVI Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Altri soggetti operanti sul territorio regionale L Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna (IZSLER) rappresenta lo strumento tecnico e operativo del Servizio Sanitario regionale per quanto riguarda: la sanità animale, il controllo di salubrità e qualità degli alimenti di origine animale, l igiene degli allevamenti e il corretto rapporto tra insediamenti umani, animali e ambiente naturale. L IZSLER ha sede a Brescia e dispone di 9 Sezioni diagnostiche provinciali presso altrettante province lombarde. L Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale (OEVR), istituito nel 1993, ha compiti di studio e di coordinamento delle attività di sorveglianza epidemiologica nel settore veterinario

9 LA LOMBARDIA: DATI DESCRITTIVI LA PRODUZIONE La Lombardia vanta una rilevante produzione agro zootecnica con la presenza del 25% del patrimonio bovino nazionale, il 40% di quello suino e il 40% della produzione di latte. I dati riportati nelle tabelle seguenti indicano l entità delle attività economiche presenti sul territorio della regione che sono oggetto di controllo da parte dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari. In particolare i dati relativi al numero degli allevamenti sono gli stessi di quelli riportati nell analogo opuscolo dell anno scorso in quanto si tratta di dati stimati sulla scorta di rilevazioni effettuate in occasione dello svolgimento di attività d ufficio. I dati realmente verificati in campo sono riportati invece nel successivo capitolo Anagrafe zootecnica regionale, che, una volta completata, rappresenterà l effettivo patrimonio zootecnico. Allevamenti bovini n. allevamenti e capi per classe di allevamento ASL da 1 a >1000 Totale Bergamo n. capi n. allevamenti Brescia n. capi n. allevamenti Como n. capi n. allevamenti Cremona n. capi n. allevamenti Lecco n. capi n. allevamenti Lodi n. capi n. allevamenti Mantova n. capi n. allevamenti Milano Città n. capi n. allevamenti Milano 1 n. capi n. allevamenti Milano 2 n. capi n. allevamenti Milano 3 n. capi n. allevamenti Pavia n. capi n. allevamenti Sondrio n. capi n. allevamenti Valcamonica n. capi n. allevamenti Varese n. capi n. allevamenti Totale capi Totale allevamenti

10 LA LOMBARDIA: DATI DESCRITTIVI Allevamenti suini n. allevamenti e capi per tipologia produttiva Ingrasso Riproduzione Totale ASL N. allevamenti N. capi N. allevamenti N. capi N. allevamenti N. capi Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Allevamenti avicoli Specie N. aziende Capacità Anatre Colombi Fagiani Faraone Oche Pernici/starne Piccioni Più specie Polli Quaglie Selvaggina Struzzi Tacchini Varie Totale Allevamenti ovicaprini Provincia N. aziende N. capi Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Totale Allevamenti equini Provincia N. aziende N. capi Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Milano Mantova Pavia Sondrio Varese Totale

11 LA LOMBARDIA: DATI DESCRITTIVI Apicoltura: distribuzione territoriale del patrimonio apistico ASL Allevamenti stanziali Allevamenti nomadi Apiari Alveari Apiari Alveari Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Totale alveari Totale apiari N. capi macellati Bovini Suini Equini Ovini Caprini Polli Tacchini Anatre Oche Faraone Conigli Struzzi 394 Quaglie Fagiani Impianti di produzione di alimenti di origine animale riconosciuti in Lombardia N. di identificazione assegnati ai sensi del D.Lgs. 123/99 a impianti che: Producono Producono per Commercializzano per la vendita la somministrazione (rivenditori, farmacie, ai propri animali petshop ecc.) Additivi, premiscele additivate e alimenti Additivi e premiscele ASL additivati Alimenti additivati additivate Totale Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale ASL Carni macinate Altri prodotti di origine animale Carni di volatili Carni di coniglio Carni rosse Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Ovoprodotti Prodotti a base di carne industriali Prodotti a base di carne non industriali Prodotti della pesca Carni di selvaggina allevata Latte e prodotti a base di latte Totale 16 17

12 Gli impianti nei quali vengono raccolti, trasformati o eliminati i sottoprodotti di origine animale in Lombardia sono distinti nella tabella seguente, secondo le tipologie definite nel Regolamento CE n. 1774/2002. Gli impianti di transito provvedono alla raccolta di sottoprodotti di origine animale presso gli stabilimenti di lavorazione (macelli, impianti di sezionamento, esercizi al dettaglio ecc.) oppure presso gli allevamenti. Gli altri impianti provvedono alla lavorazione dei SOA per la produzione di mangimi destinati all alimentazione animale (es. alimenti per animali da compagnia), per la produzione di fertilizzanti o per scopi industriali (es. grassi animali per la produzione di derivati lipidici) o, infine, per la loro eliminazione mediante incenerimento. In Lombardia questo tipo di impianti, riconosciuti in base al Regolamento CE 1774/2002, sono presenti in numero consistente rispetto alle altre regioni e inoltre sono rappresentate quasi tutte le tipologie di impianti previsti dal Regolamento stesso. L ATTIVITÀ DEI SERVIZI VETERINARI Numero di impianti riconosciuti ai sensi del Reg. CE n. 1774/2002 Tipologia impianto Cat. 1 Cat. 2 Cat. 3 Tutti S.O.A. Totale Trasformazione Produzione alimenti animali da compagnia 5 5 Tecnico 6 6 Oleochimico 4 4 Magazzinaggio 4 4 Transito Incenerimento alta capacità 2 2 Incenerimento bassa capacità 1 1 Totale

13 ANAGRAFE ZOOTECNICA REGIONALE L anagrafe degli allevamenti zootecnici, aggiornata e correttamente gestita, è requisito indispensabile per poter garantire: una corretta gestione della politica sanitaria un puntuale accesso ai contributi resi disponibili dalla Comunità Europea al settore zootecnico la rintracciabilità delle carni la repressione delle frodi. La UO Veterinaria regionale, nel corso del 2004, ha inteso realizzare un unica Banca Dati relativa a tutti gli allevamenti zootecnici presenti sul territorio e codificati dai Servizi Veterinari delle ASL. Al fine di graduare l attività dei Servizi è stata definita la priorità del completamento della registrazione dei dati: entro il 30 settembre 2004, per allevamenti bovini entro il 15 novembre 2004, per allevamenti avicoli entro il 30 dicembre, per allevamenti suini entro il 15 febbraio 2005, per allevamenti equini entro il 30 marzo 2005, per allevamenti ovicaprini. I Servizi Veterinari, oltre alla registrazione in anagrafe, avevano il compito di provvedere alla georeferenziazione degli allevamenti, utilizzando l apposito applicativo messo a disposizione dall Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale. Numero allevamenti registrati in Anagrafe Zootecnica informatizzata ASL Bovini Bufalini Suini Cinghiali Ovicaprini Equini Avicoli Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale

14 Le Numero tabelle allevamenti successive georeferenziati indicano la situazione (con coordinate al 31 geografiche) dicembre ASL Avicoli Bovini Ovicaprini Suini Equini Totale Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Numero Aziende sottoposte al controllo, in funzione degli specifici criteri di rischio considerati ASL Consistenza Precedenti Variazioni Cambiamenti Infrazioni Comunicazione allevamento focolai nei premi di situazione preceden- dati di malattie comunitari aziendale temente alla autorità infettive richiesti riscontrate centrale Bergamo Brescia Como 441 Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città 2 2 Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Numero controlli per verifica corretta identificazione bovini e registrazione allevamenti ASL Aziende sottoposte Ispezioni Bovini nelle aziende a controllo effettuate ispezionate Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Esiti dei controlli del sistema anagrafe ASL N. infrazioni rilevate nei controlli N. sanzioni comminate N. sanzioni comminate sulla anagrafe effettuati a norma del a norma del dalle ASL negli allevamenti reg. (CE) 1082/2003 d. lgs. 58/2004 Animali interessati Aziende interessate Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Città Milano Milano 2 Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale

15 1. Premessa BONIFICA SANITARIA DEGLI ALLEVAMENTI NEI CONFRONTI DELLA TUBERCOLOSI, BRUCELLOSI E LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA Con l ottenimento di quest ultimo riconoscimento comunitario, tutte le province della Regione Lombardia saranno in possesso della qualifica comunitaria di territorio ufficialmente indenne nei confronti della Brucellosi bovina ovi/caprina e Leucosi Enzootica. È opportuno ricordare che efficaci programmi di eradicazione devono basarsi necessariamente su un anagrafe della popolazione consolidata e aggiornata ed accompagnarsi all acquisizione di dati epidemiologici che, opportunamente aggregati ed analizzati, consentano di individuare eventuali fattori di rischio correlati alla persistenza e alla diffusione dell infezione considerata e che consentano all Autorità sanitaria di adottare le misure di prevenzione più opportune. Attualmente l eradicazione è stata quasi completata: tuttavia un numero di focolai, anche se molto esiguo, viene annualmente riscontrato. Ciò è dovuto: in parte alle difficoltà che sempre si hanno nell identificare i casi positivi quando la malattia, all interno della popolazione oggetto di studio, ha una prevalenza molto bassa. Ricordiamo che tutti i test diagnostici hanno un certo margine di errore in termini di specificità e di sensibilità; in alcuni casi, sembra che l infezione sia stata determinata dall uomo, forse anche collegata al flusso di immigrati da Paesi in via di sviluppo, ove la Tubercolosi è ancora una delle malattie più pericolose per l uomo: a livello mondiale (soprattutto nel Sud-est asiatico e in Africa) nel 2002 si stimano 2 milioni di morti; il più alto grado di mortalità pro capite è in Africa, dove l HIV ha condotto al rapido incremento dell incidenza della tubercolosi. Sarebbe quindi un errore ridurre l attenzione nei confronti di queste malattie. Purtroppo, si è registrato un aumento dei focolai di Tubercolosi che sono passati da 6, verificatisi nel 2003, a 19 nel corso del I focolai hanno interessato 12 allevamenti da latte e 7 allevamenti linea vacca vitello. In circa il 50% dei focolai la diagnosi è scaturita dagli approfondimenti diagnostici effettuati a seguito di riscontro di lesioni anatomo-patologiche riconducibili a tubercolosi in sede di visita postmortem di animali macellati. In tutti i focolai, con l eccezione di uno, si è praticato lo stamping-out. Complessivamente sono stati abbattuti e indennizzati capi. Lo stamping-out ha permesso di chiudere i focolai in breve tempo e di ridurre in modo significativo il rischio di reinfezioni. Le indagini epidemiologiche hanno ricondotto l origine di tali focolai a probabili reinfezioni o a correlazioni con altri focolai. Riconoscimento comunitario di territorio ufficialmente indenne Bovini Ovicaprini Provincia TBC BRC LEB BRC Bergamo Brescia Como Legenda Riconoscimento comunitario di territorio ufficialmente indenne Nel 2004, in Regione Lombardia si è data completa applicazione del D.D.U.O. n del 30/09/2003 che prevede, nelle province in possesso dei requisiti sanitari comunitari, previsti dal D.Lvo 196/99 (al 31/12 prevalenza degli allevamenti infetti inferiore all 1% per almeno 2 anni e degli allevamenti ufficialmente indenni superiore al 99,8% per almeno 4 anni) il controllo del 100% degli allevamenti bovini in due anni. L attività è stata programmata in modo tale da controllare ogni anno circa il 50% degli allevamenti e degli animali. Nelle province di Cremona, Lodi e Pavia, sono stati controllati per la Tubercolosi il 100% degli allevamenti. L ottimo livello sanitario raggiunto dagli allevamenti lombardi, ha fatto sì che al 31/12/2004 altre due province abbiano potuto raggiungere il riconoscimento comunitario di territorio ufficialmente indenne (Decisione 2005/28/CE del 12/01/2005); in particolare la provincia di Como nei confronti della Tubercolosi e quella di Pavia nei confronti della Leucosi. Anche la provincia di Milano, avendo rispettato per il 5 anno consecutivo i requisiti sanitari richiesti dalla norma comunitaria, potrà richiedere, nel corso del 2005, il riconoscimento di territorio ufficialmente indenne da Brucellosi. Cremona Lecco Lodi Mantova Milano 3 2 Pavia Sondrio Varese : Decisione 2003/467/ce del 23/06/2003 2: Decisione 2003/732/ce del 10/10/2003 3: Decisione 2004/63/ce del 23/12/2003 4: Decisione 2005/28/ce del 12/01/2005 Riconoscimento in corso (anno 2005) Mancanza requisiti 24 25

16 Attività di bonifica sanitaria per TBC Allevamenti presenti Allevamenti da controllare in un biennio Allevamenti controllati Nuovi focolai Allevamenti ufficialmente indenni al 31/12/2004 Provincia N. % N. % Bergamo , Brescia , ,97 Como , Cremona Lecco Lodi , ,8 Mantova Milano , Pavia Sondrio , Varese , Regione , ,99 Attività di bonifica sanitaria per Leucosi bovina enzootica Allevamenti presenti Allevamenti da controllare in un biennio Allevamenti controllati Nuovi focolai Allevamenti ufficialmente indenni al 31/12/2004 Provincia N. % N. % Bergamo ,96 Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano , Pavia , ,78 Sondrio Varese Regione , ,99 Attività di bonifica sanitaria per Brucellosi Allevamenti presenti Allevamenti da controllare in un biennio Allevamenti controllati Nuovi focolai Allevamenti ufficialmente indenni al 31/12/2004 Provincia N. % N. % Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Regione Bonifica sanitaria TBC - brucellosi - leucosi: capi controllati Capi presenti Capi da controllare in un biennio Capi controllati Capi positivi Capi positivi al Provincia TBC BRC/LEB TBC BRC/LEB TBC BRC LEB TBC BRC LEB Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Regione

17 1. Premessa Per ogni singola malattia è indicato il numero di bovini controllati a seguito dell attività di compravendita Capi N. capi controllati presenti TBC BRC LEB Provincia N % N % N % Bergamo , , ,5 Brescia , , ,5 Como , , ,0 Cremona , , ,2 Lecco , , ,7 Lodi , , ,0 Mantova , , ,3 Milano , , ,6 Pavia , , ,7 Sondrio , , ,7 Varese , , ,7 Regione , , ,8 N. test Gamma interferon effettuati per la determinazione della prevalenza della malattia negli allevamenti infetti da TBC ASL Positivi Negativi Totale Brescia Como Lodi Milano Sondrio Valcamonica Varese Totale Inoltre sono state eseguite prove su 6 campioni di latte per l identificazione di Mycobacterium con tecnica PCR; uno di tali campioni, appartenente a un azienda sede di focolaio, è risultato positivo N. Test ELISA effettuati sul latte di massa nei confronti della BRC/LEB e IBR ASL Esito BRC LEB IBR Totale Bergamo Positivo Negativo Brescia Positivo Negativo Como Positivo 7 7 Negativo Cremona Positivo Negativo Lecco Positivo Negativo Lodi Positivo Negativo Mantova Positivo Negativo Milano Positivo Negativo Pavia Positivo Negativo Sondrio Positivo Negativo Varese Positivo Negativo Totale Segnalazioni di lesioni tubercolari al macello (mod. 10/33) Provincia N. Mod. N. N. Focolai Isolamento 10/33 Allevamenti Originati Myc. Bovis Bergamo 1 1 Brescia Sì Como Sì Cremona 3 3 Lecco 2 2 Lodi Sì Mantova 3 3 Milano Sì Pavia Sondrio Sì Varese Sì Regione Sì I Mod 10/33 rappresentano le comunicazioni che i Veterinari del macello fanno ogni volta che in occasione dell ispezione post-mortem riscontrano lesioni riferibili a TBC Può succedere che a fronte di più Mod. 10/33 (riscontro di lesioni in più animali) solo un allevamento sia interessato Non tutte le segnalazioni sono seguite da apertura di focolaio in quanto non sempre la lesione riscontrata al macello risulta essere determinata dal Mycobatterio tubercolare Dall ultima colonna di destra si deduce che in tutti i focolai aperti è stato isolato il batterio tubercolare 28 29

18 Focolai in allevamenti bovini/bufalini N. Focolai rimasti N. Focolai aperti N. Focolai chiusi N. Focolai anno precedente nell anno nell anno al 31/12 Provincia TBC BRC LEB TBC BRC LEB TBC BRC LEB TBC BRC LEB Bergamo Brescia 5 5 Como 1 1 Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia 1 1 Sondrio 3 3 Varese Regione Bonifica sanitaria degli ovicaprini per Brucellosi - capi controllati Provincia Capi presenti Capi Capi Capi positivi Capi positivi da controllare controllati al Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Regione La differenza tra il n. dei capi presenti e quelli da controllare dipende dal fatto che i capi controllabili sono solo quelli superiori ai 6 mesi di età Bonifica sanitaria degli allevamenti ovicaprini per Brucellosi Allevamenti presenti Allevamenti da controllare in un biennio Allevamenti controllati Nuovi focolai Allevamenti ufficialmente indenni al 31/12/2004 Provincia N. % N. % Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Regione PIANI DI CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE Rinotracheite Bovina Infettiva (IBR) In Lombardia l interesse per questa malattia deriva anche dalle pressanti richieste da parte degli allevatori per attestare lo stato sanitario dei propri allevamenti nei confronti dell IBR e per valorizzare l elevato valore genetico degli animali. Per contrastare questa malattia la Regione, dal 2001 a oggi, ha proposto annualmente uno specifico piano di controllo. Tale piano, la cui adesione è prevista su base volontaria, ha visto l adesione di circa il 20% degli allevamenti da riproduzione lombardi; il 53% degli stessi ha anche raggiunto la qualifica sanitaria di allevamento ufficialmente indenne. La situazione sanitaria al 31/12/2004 è rappresentata dalla tabella seguente. Tra le iniziative tese a promuovere l adesione al piano, la Regione aveva inizialmente previsto come gratuiti sia gli interventi di prelievo che gli esami di laboratorio necessari per mantenere la qualifica sanitaria, a condizione che fossero eseguiti effettuati contestualmente alle operazioni di bonifica sanitaria nei confronti della TBC, Brucellosi e Leucosi, annualmente svolte dai Servizi Veterinari delle ASL. Da quest anno, invece, tutti gli interventi necessari per raggiungere o mantenere la qualifica sanitaria di allevamento indenne o ufficialmente indenne (e i relativi accertamenti di laboratorio) sono stati resi gratuiti anche se non coincidenti con la bonifica sanitaria. Al fine di salvaguardare il livello sanitario raggiunto dai vari allevamenti ed evitare possibili reinfezioni e, quindi, non vanificare gli sforzi degli allevatori e sprecare le risorse finanziarie regionali, sono state previste restrizioni che essenzialmente si possono ricondurre a: 30 31

19 a) obbligo di accertamento sierologico (con esito favorevole) nei confronti degli animali da riproduzione di età superiore ai 12 mesi e di bovini maschi di qualsiasi età, 30 giorni prima della loro eventuale movimentazione verso un altro allevamento da riproduzione b) divieto di introduzione, in allevamenti lombardi, di animali risultati positivi al test sierologico nei confronti dell IBR c) utilizzo di vaccino deleto negli allevamenti che intendono adottare la vaccinazione nei confronti di tale malattia, al fine di poter discriminare tra gli animali sieropositivi perchè hanno incontrato il virus di strada (infetti) e i sieropositivi perché semplicemente vaccinati. Controlli nei confronti della Rinotracheite Infettiva Bovina (IBR) Provincia Patrimonio zootecnico da riproduzione Allevamenti Animali N. di allevamenti bovini esaminati Accertamenti diagnostici Test sierologici Esame sul % latte di massa (Elisa) N. di animali esaminati N. di allevamenti bovini esaminati capitolo Attività-Area A Allevamenti esaminati Animali esaminati Aderenti al piano volontario Allevamenti Animali Allevamenti ufficialmente indenni e indenni Numero % / totale allevamenti Numero Allevamenti positivi % / totale allevamenti % / allevamenti esaminati Bergamo ,99 12, ,9 30 1,3 2,9 Brescia ,41 16, , ,9 16,8 Como ,68 40, ,2 74 8,9 21 Cremona ,42 21, , ,4 42,6 Lecco ,98 31, , ,2 Lodi ,8 23, ,8 18 3,6 12,1 Mantova ,55 4, ,2 34 1,9 52,3 Milano ,29 15, ,2 36 6,4 30,3 Pavia ,29 10, ,5 Sondrio ,65 52, ,5 38,3 Varese ,3 54, , ,2 43,5 Totale ,29 17, , ,

20 Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE) L applicazione delle misure per l eradicazione della BSE è stato un obiettivo prioritario dei Servizi Veterinari della Regione Lombardia anche per il I principi sui quali si basano le misure di lotta alla BSE sono: sorveglianza della popolazione bovina per l individuazione e l eliminazione dei capi infetti divieto di somministrazione agli animali di farine di carne eliminazione dalla catena alimentare umana e animale dei tessuti che rappresentano il maggior fattore di rischio di diffusione della malattia (i cosiddetti materiali specifici a rischio ). Il numero di casi risulta in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti e tale dato, in linea sia con l andamento nazionale che con quello degli altri Paesi della UE, rappresenta un indice di efficacia delle misure che sono state applicate per eradicare la malattia. È inoltre interessante, al riguardo, esaminare la distribuzione dei casi positivi, in base all anno di nascita degli animali. Infatti, gli animali infetti sono nati negli anni antecedenti l adozione delle più rigorose misure di controllo sull uso delle farine animali e sul trattamento dei sottoprodotti di origine animale; se tali misure continueranno ad avere efficacia, si dovrebbe progressivamente giungere all eradicazione della BSE. In Lombardia si concentra il maggior numero di allevamenti di bovini da latte (che rappresentano per la loro età gli animali più a rischio di infezione) e di impianti di macellazione di bovini in Italia; di conseguenza è stata anche la regione nella quale è stato riscontrato il maggior numero di casi di BSE. Casi di BSE in Italia (casi autoctoni) Regione Valle d Aosta 1 Piemonte Lombardia Veneto Provincia Trento 1 2 Provincia Bolzano Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana 1 Umbria 1 Marche 1 Lazio 1 2 Abruzzo 1 2 Molise Campania 2 1 Puglia 2 1 Basilicata 1 Sicilia 1 2 Sardegna 1 Totale Anno di nascita dei casi di BSE in Lombardia n. casi Anno di nascita La sorveglianza attiva, intesa come l esecuzione di test diagnostici su tutti i bovini di età superiore a 24 mesi, macellati o morti in allevamento, ha comportato nel 2004 l esecuzione di circa test. Test per diagnosi di BSE effettuati in Lombardia nel 2004 Regolarmente Macellazione Macellati Morti in stalla Abbattuti macellati differita d urgenza o durante per il trasporto eradicazione Nella tabella successiva, sono indicati invece i test effettuati su capi bovini provenienti da allevamenti della Lombardia: la differenza fra i test effettuati (tabella precedente) e quelli effettuati su capi provenienti dalla Lombardia rappresenta la quota dei bovini di età superiore ai 24 mesi inviati in Lombardia per la macellazione

21 1. Premessa Test per diagnosi di BSE effettuati su capi provenienti da allevamenti della Lombardia nel 2004 Regolarmente Macellazione Macellati Morti in stalla Abbattuti macellati differita d urgenza o durante per il trasporto eradicazione Nel quadriennio sono stati esaminati complessivamente bovini allevati nel territorio della Lombardia, di cui regolarmente macellati, appartenenti alle categorie a rischio BSE e provenienti da aziende infette. L elaborazione dei dati ottenuti nei primi quattro anni di sorveglianza attiva sulla BSE in Lombardia rivela una prevalenza periodale di 3,89 capi positivi su capi bovini sottoposti a regolare macellazione (IC 95%: 2,54-5,71) e di 9,44 capi positivi su capi bovini a rischio (IC 95%: 4,71-17,00). In ogni allevamento in cui si è verificato un caso di BSE si è proceduto all abbattimento e distruzione di tutti i capi presenti, tranne in 9 casi, in cui si è applicato l abbattimento selettivo della coorte di età (tutti gli animali nati 12 mesi prima e 12 mesi dopo l animale risultato infetto e la sua progenie), previsto dal Regolamento CE N. 999/2001. Animali abbattuti e distrutti nei focolai di BSE in Lombardia Abbattimento totale Numero allevamenti Capi abbattuti Abbattimento selettivo Numero allevamenti Capi abbattuti Totale Numero allevamenti Capi abbattuti Risultati della sorveglianza attiva nei confronti della BSE in Lombardia, eseguita nel quadriennio Categoria N. bovini N. bovini Prevalenza IC 95%* negativi positivi bovini positivi (per capi) Regolarmente macellati ,89 2,54-5,71 Animali abbattuti in aziende infette ,00-37,52 Animali a rischio ,44 4,71-17,00 * Intervalli calcolati secondo il metodo di Poisson Dettaglio sui risultati della sorveglianza attiva nei confronti della BSE in Lombardia, eseguita nel quadriennio , per gli animali a rischio Categoria N. bovini N. bovini Prevalenza IC 95%* negativi positivi bovini positivi (per capi) Animali morti in stalla ,89 0,35-10,45 Animali sottoposti a macellazione differita ,46 8,90-36,93 Animali macellati d urgenza ,00-302,29 Animali con segni clinici compatibili con BSE , ,81 * Intervalli calcolati secondo il metodo di Poisson La sorveglianza passiva, intesa come controllo degli animali negli allevamenti e negli impianti di macellazione per l individuazione di capi con sintomatologia nervosa compatibile con la BSE, ha portato a individuare 6 capi. Segnalazioni di casi sospetti di BSE in Lombardia/Italia N. N. N. N. N. N. N. N. sospetti positivi sospetti positivi sospetti positivi sospetti positivi Lombardia Italia Inoltre sono continuati i controlli dei mangimi per verificare il rispetto del divieto di utilizzo delle farine di carne nell alimentazione degli animali. Controlli dei mangimi Numero controlli Controlli positivi % positivi 2,0 0,2 0,4 Come negli anni precedenti, è stato predisposto un piano annuale di controllo sulla gestione del materiale specifico a rischio (MSR) da parte dei Servizi Veterinari delle ASL, per la verifica della corretta gestione e dell eliminazione dalla catena alimentare dei tessuti che vengono considerati a rischio di trasmissione della BSE presso i luoghi di rimozione, stoccaggio e distruzione dei materiali stessi

22 1. Premessa I dati relativi all attività svolta, raccolti ed elaborati dall UO Veterinaria, vengono di seguito sinteticamente illustrati. Controlli per la verifica della gestione del materiale specifico a rischio Numero Numero % impianti impianti impianti con irregolarità verificati con irregolarità Allevamenti ,4 Macelli riconosciuti ,9 Laboratori di sezionamento riconosciuti ,4 Macelli a capacità limitata ,4 Laboratori di sezionamento a capacità limitata ,0 Spacci di macelleria autorizzati rimozione colonna vertebrale ,6 non autorizzati rimozione colonna vertebrale ,8 Depositi intermedi stoccaggio MSR ,7 Impianti di pretrattamento MSR 6 Totale ,3 Gli obiettivi del piano sono stati sostanzialmente raggiunti, in quanto è stata garantita una capillare azione di controllo su tutto il territorio regionale nei luoghi di rimozione, stoccaggio e trattamento dei MSR. Il numero degli impianti in cui sono state riscontrate irregolarità sono ulteriormente diminuiti rispetto agli anni precedenti; le maggiori irregolarità sono state evidenziate negli impianti di macellazione (sia riconosciuti che a capacità limitata), nei laboratori di sezionamento e nei depositi temporanei. Le infrazioni più frequenti sono relative alla rimozione del materiale specifico a rischio (modalità asportazione colonna vertebrale in particolare) allo stoccaggio, alla colorazione e agli adempimenti connessi alla documentazione (registrazione e documenti di accompagnamento). Scrapie Il programma di sorveglianza per la scrapie è proseguito nell anno 2004 secondo le disposizioni contenute nel Regolamento CE 999/2001 e le successive modifiche, con l integrazione tra attività di sorveglianza passiva e di sorveglianza attiva. Rispetto all anno precedente, a livello comunitario, sono stati ridotti i campioni sugli ovini macellati per il consumo umano e invece è stato aumentato il numero di campioni sui capi morti, sia ovini che caprini. In base alla rappresentatività del patrimonio ovicaprino presente in Lombardia, rispetto al patrimonio nazionale, il numero di capi di età superiore ai 18 mesi da controllare per soddisfare l obbiettivo fissato dalla normativa europea è stato, per il 2004, di: 84 capi regolarmente macellati (solo ovini) 240 animali morti in allevamento o durante il trasporto (84 ovini e 156 caprini). I risultati dell attività di sorveglianza attiva sono riportati nella tabella seguente. Sorveglianza attiva della Scrapie in Lombardia nel 2004 Morti >18 mesi Regolarmente macellati >18 mesi Ovini Caprini Ovini Caprini Campioni Campioni Campioni Campioni Campioni Campioni Campioni Campioni previsti prelevati previsti prelevati previsti prelevati previsti prelevati Nella categoria dei capi morti di età superiore ai 18 mesi cioè la categoria di animali che sono maggiormente a rischio per quanto riguarda le TSE, i campioni prelevati sono stati in numero ampiamente superiore al numero minimo fissato, così come nella categoria dei capi regolarmente macellati, tra cui sono stati prelevati anche alcuni caprini. I risultati degli esami eseguiti su un totale di 726 campioni di tronco encefalico, ampiamente superiore al numero di campioni assegnati, sono stati tutti negativi

23 1. Premessa Blue Tongue Tutte le Regioni italiane, a eccezione della Val D Aosta, Piemonte, Lombardia e Veneto, sono soggette a restrizioni perché interessate da focolai di questa malattia. Tutte le Regioni interessate dall infezione sono anche soggette all obbligo di vaccinazione. Il piano di vaccinazione è stato rivolto a 4 specifici sierotipi (2, 4, 9, 16) a eccezione della Toscana in cui si è vaccinato solo nei confronti dei sierotipi 2 e 4. Alcune Regioni hanno tuttavia richiesto e ottenuto una deroga dall obbligo stabilito dal Piano, vaccinando solo nei confronti dei sierotipi effettivamente presenti sul proprio territorio. La campagna vaccinale 2004 era prevista nel periodo 1 dicembre aprile 2004; il termine ultimo è stato poi spostato a fine maggio in quanto il vaccino e i protocolli operativi sono stati resi disponibili solo a fine febbraio. La Regione Lombardia è stata impegnata sia nell applicazione del piano di controllo sierologico che di quello entomologico. Il Piano sierologico ha interessato anche nel 2004 circa 160 allevamenti e i relativi capi sentinella, con controlli sierologici effettuati con la seguente cadenza: dal 1 gennaio al 30 aprile controllo ogni 60 gg dal 1 maggio al 31 dicembre controllo ogni 30 gg. Il Piano entomologico, basato sulla cattura di insetti in allevamento, con cadenza settimanale, tesa a verificare l eventuale presenza dei vettori del virus responsabile della trasmissione della Blue Tongue, ha evidenziato: l assenza del Culicoides Imicola, maggior responsabile della trasmissione della malattia consistente presenza, nel periodo aprile-settembre, di altre varietà di Culicoidi che, seppure in misura minore, possono essere potenziali veicoli del virus. Risultati della sierosorveglianza per Blue Tongue nelle aziende di bovini selezionate in Lombardia ASL N. aziende controllate N. campioni esaminati Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Milano Milano Milano Mantova Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale Risultati dei controlli entomologici Provincia Allevevamenti N. catture N. insetti N. N. Culicoides controllati Culicoides Imicola Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Varese Totale

24 1. Premessa Malattia vescicolare dei suini (MVS) La programmazione dell attività per il mantenimento dello stato di accreditamento e per la sorveglianza nei confronti della malattia vescicolare del suino è contenuta nel Decreto Direzione Generale della Sanità n del 9 febbraio 2004, Piano di eradicazione e di sorveglianza della malattia vescicolare del suino, di controllo della Malattia di Aujeszky nel suino e di sorveglianza della Peste Suina Classica sul territorio della Regione Lombardia. In ragione della grande pericolosità di questa patologia, per le pesanti ripercussioni economiche che una sua ricomparsa potrebbe determinare sulla zootecnia della Lombardia, l attività di sorveglianza viene mantenuta su un livello più elevato rispetto a quanto previsto dal piano nazionale, sia mantenendo più elevato il numero di campioni per allevamento, che attraverso controlli a campione sui suini di scarto presso i macelli. Non va sottovalutata infatti la persistenza di questa malattia in alcune regioni meridionali, che comporta, attraverso gli scambi di animali o automezzi contaminati, il pericolo di introduzione del virus. Nel corso del 2004 non si sono verificati focolai di MVS in Lombardia. Risultati dell attività di sorveglianza sierologica e virologica per MVS in Lombardia nel 2004 ASL Aziende controllate N. controlli Aziende positive Aziende con singleton reactor Capi controllati Capi positivi (IgG) Capi singleton reactor (IgM) Riproduzione Ingrasso Stalle di sosta 7 64 Totale Sieri totali Aziende virus + Peste suina classica I campioni di sangue prelevati negli allevamenti da riproduzione per il piano di controllo della Malattia Vescicolare del Suino vengono inoltre sottoposti a una prova sierologia per la ricerca di anticorpi nei confronti della Peste Suina Classica. Nel corso del 2004, tutti i campioni esaminati sono risultati negativi. Riguardo invece il programma di eradicazione e di sorveglianza della PSC a Varese, predisposto in seguito alla comparsa di focolai di PSC in allevamenti di suini domestici a conduzione familiare, l ultimo dei quali risalente al 1997, gli esiti favorevoli dei controlli eseguiti negli ultimi 3 anni hanno consentito alla Comunità europea di riconoscere indenne da PSC il territorio della provincia di Varese (Decisione 2003/362/CE del 14 maggio 2003). È comunque previsto che venga mantenuta sul territorio interessato un attività di stretta sorveglianza della PSC nei suini selvatici nell ambito del piano nazionale MVS e PSC secondo criteri stabiliti nel piano per la stagione venatoria , approvato il 2 ottobre 2003 con Deliberazione n della Direzione Generale dell ASL di Varese. I risultati del piano di stretta sorveglianza, applicato in provincia di Varese nel 2004, sono riassunti nelle tabella sottostante. Nella stagione di caccia non è stata evidenziata alcuna positività sierologica, a testimonianza della eradicazione dell infezione dal territorio. Risultati del controllo sierologico e virologico per PSC nei cinghiali in provincia di Varese nel 2004 Capi abbattuti Capi cacciati Capi ritrovati Totale In 17 aziende da riproduzione su aziende, sono stati evidenziati 17 capi singleton reactor su capi controllati, pari allo 0,5 per mille, che sono stati tutti abbattuti. Anche i controlli virologici presso le stalle di sosta hanno avuto tutti esito favorevole. Riguardo alla sierosorveglianza sui suini grassi di scarto e riproduttori da riforma presso i macelli, nel 2004 sono stati esaminati capi, presso 11 macelli. Nell ambito dei controlli delle partite di importazione, invece, su 356 campioni di siero esaminati in 10 aziende suinicole e su 12 controlli virologici su feci non si è evidenziata alcuna positività. Ritrovati Esaminati Positivi Ritrovati Esaminati Positivi Ritrovati Esaminati Positivi Ritrovati Esaminati Gennnaio Febbraio Marzo 2 2 Novembre Dicembre Totale Positivi La regione Lombardia quindi ha mantenuto anche nel 2004 lo status sanitario di territorio accreditato nei confronti della MVS

25 1. Premessa Piano di monitoraggio della malattia di Aujeszky Il piano di monitoraggio sierologico nei confronti della malattia di Aujeszky (MA) è stato condotto, anche nel 2004, avvalendosi dei controlli eseguiti in concomitanza con il piano di sorveglianza della Malattia Vescicolare del Suino e della Peste Suina Classica (Decreto Direzione Generale della Sanità n del 9 febbraio 2004). Nel corso dell anno sono stati controllati 943 allevamenti da riproduzione, di cui 552 a ciclo aperto e 391 a ciclo chiuso, per un totale di capi esaminati. La sieroprevalenza aziendale riscontrata è stata del 39% (368/943), mentre quella relativa ai capi è risultata del 15,5% (2.587/16.357). Nella tabella sono riassunti i risultati del monitoraggio sierologico per MA. L andamento della sieroprevalenza interaziendale nel corso degli anni denota un progressivo appiattimento della curva negli ultimi anni; rispetto al 2003, solo negli allevamenti a ciclo chiuso si rileva un progressivo miglioramento (la prevalenza della sieropositività passa dal 51,0% al 42,2%). Il monitoraggio sierologico annuale nei confronti della malattia di Aujeszky è mirato a valutare l andamento del piano nazionale di controllo di tale malattia: considerando sia l andamento dei dati di prevalenza sierologica, sia l assenza di richieste da parte degli allevatori per l ottenimento di qualifica di allevamento indenne, si deduce l attuale piano nazionale debba essere rivisto in accordo con il Ministero della Salute e valutando l interesse degli allevatori a perseguire una politica di eradicazione. Aziende suinicole da riproduzione controllate e positive per MA, suddivise per indirizzo produttivo Indirizzo produttivo N. aziende controllate N. aziende positive % positività Ciclo aperto ,7% Ciclo Chiuso ,2 % Totale ,0% Nella figura si mette in evidenza l andamento della sieroprevalenza aziendale nell intervallo Andamento della sieroprevalenza aziendale verso MA nel periodo Influenza Aviaria In Lombardia nel corso del 2004 non si sono verificati focolai di influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI). Nel corso del 2004 è stata adottata una serie di provvedimenti comunitari e regionali che hanno sostanzialmente modificato i piani vaccinali e l estensione geografica delle zone interessate dalla profilassi immunizzante. Nel mese di ottobre si sono verificati alcuni focolai di LPAI (H 7 N 3 ) in alcuni allevamenti di tacchini della Regione Veneto. A seguito di questa epidemia, al fine di mantenere costantemente monitorata la situazione epidemiologica e di prevenire l eventuale diffusione del virus negli allevamenti avicoli lombardi, sono stati effettuati costanti monitoraggi che hanno anche coinvolto gli allevamenti di anatre rurali e/o annessi ad aziende agrituristiche Il primo provvedimento regionale è stato il D.D.U.O. n del 19 maggio 2004 Linee guida per la prevenzione e il controllo dell Influenza Aviaria sul territorio della Regione Lombardia. Tale provvedimento revocando provvedimenti regionali emanati dal 2002, si è reso opportuno per poter disporre di un unico testo normativo che potesse rendere uniforme l applicazione in Lombardia delle norme in materia della prevenzione e controllo dell influenza aviaria. % In data 30 settembre 2004 è stata pubblicata la Decisione 2004/666/CE del 29 settembre 2004, che sostanzialmente prevedeva una riduzione delle aree di vaccinazione (coinvolgimento solo di alcuni Comuni delle Province di Brescia e Mantova) e utilizzo in tali aree di vaccino bivalente H 7 H Con il D.D.U.O. n del 24/11/04 Linee guida per la prevenzione e il controllo dell Influenza Aviaria a bassa virulenza in Lombardia si è data applicazione alla norma Comunitaria. ciclo aperto ciclo chiuso totale aziende 73,8 90,6 83,0 63,6 84,2 74,3 63,8 78,9 71,8 57,5 69,4 63,7 49,6 59,5 54,8 Anno 42,4 51,1 46,3 38,4 51,0 43,7 36,7 42,2 39,0 Con questo provvedimento la zona di vaccinazione di emergenza (ZVE) è stata suddivisa in due zone: una, comprendente alcuni comuni della provincia di Brescia e Mantova, nella quale la profilassi immunizzante doveva essere effettuata con vaccino bivalente (H 7 H 5 ) e terminare il 31/12/2005 una, comprendente alcuni Comuni della provincia di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, 44 45

26 nella quale la profilassi immunizzante doveva essere effettuata con vaccino monovalente (H 7 ) e terminare il 31/03/05. Il passaggio tra il piano di vaccinazione di emergenza (PVE) previsto dal D.D.U.O. n. 8342/04 e quello previsto dal D.D.U.O. n /04 è avvenuta tramite la temporanea sospensione degli interventi vaccinali (D.D.U.O. n del 17/08/04). La Decisione 2004/630/CE ha approvato il piano nazionale di sorveglianza sull influenza aviaria nel pollame e nei volatili selvatici cofinanziato dalla UE. L obiettivo del piano di monitoraggio, che si sovrappone al piano di monitoraggio previsto dal PVE e svoltosi anche nel 2004 sia all interno che all esterno della ZVE, è di individuare l eventuale presenza di volatili positivi nei confronti dei sottotipi H 5 e H 7 negli allevamenti intensivi e nelle popolazioni di uccelli selvatici. N. allevamenti oggetto di vaccinazione (ZVE) ai sensi delle diverse normative regionali che si sono succedute nel corso del 2004 DDUO N DDUO N DDUO N (16/04/2003) (19/05/2004) (24/11/2004) Provincia Vaccino Vaccino bivalente monovalente Mantova N. allevamenti controllati per l influenza aviaria all interno della zona di vaccinazione e emergenza (ZVE) Province Tipologia di allevamento Bergamo Brescia Cremona Mantova Totale Altre specie 2 2 Anatra Broiler Fagiano Faraona Ovaiole Pollo riproduttore Quaglia 1 1 Selvaggina Struzzo Tacchino da carne Allevam. di Commercianti 1 1 Allevam. Rurali 4 4 Allevam. di Svezzatori Totale Brescia Bergamo Cremona N. campioni effettuati per la diagnosi dell influenza aviaria nella ZVE Province Tipologia di allevamento Bergamo Brescia Cremona Mantova Totale Anatra Broiler Fagiano Faraona Ovaiole Pollo riproduttore Quaglia Selvaggina Struzzo Altre specie Tacchino da carne Allevam. di Commercianti Allevam. Rurali Allevam. di Svezzatori Totale

27 N. allevamenti controllati per l influenza aviaria fuori dalla ZVE Tipologia di allevamento Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Province Anatra Broiler Fagiano Faraona Ovaiole Pollo riproduttore Quaglia Selvaggina Struzzo Altre specie Tacchino da carne Anatra All. di Commercianti Allevam. Rurali Allevam. di Svezzatori Totale N. campioni effettuati per la diagnosi dell influenza aviaria fuori dalla ZVE Tipologia di allevamento Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Milano Province Anatra Anatra Broiler Fagiano Faraona Oca Ovaiole Pollo riproduttore Quaglia Rurale Selvaggina Struzzo Tacchino da carne Altre Allevam. di Svezzatori All. di Commercianti Totale Lodi Milano Mantova Mantova Pavia Pavia Sondrio Sondrio Varese Varese Totale Totale Piano di controllo della Salmonellosi Il controllo della Salmonellosi, in quanto zoonosi, è da sempre un obiettivo primario della Comunità Europea. La Regione Lombardia ha emanato il D.D.U.O. n del 28/09/2001 con il quale viene stabilito un piano di controllo e sorveglianza di S. enteritidis e S. typhimurium nei gruppi da riproduzione della specie Gallus gallus. Tale piano prevede l applicazione di importanti misure di profilassi diretta con l obiettivo di migliorare le condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti e quindi prevenire l ingresso dell infezione. Prevede inoltre una serie di accertamenti da effettuare in autocontrollo da parte delle aziende produttrici e anche con ricerche mirate per S. enteritidis e S. typhimurium da parte delle autorità sanitarie. Inoltre dal 1 ottobre 2004 è entrata in vigore la Decisione n del 12/09/2004 riguardante l applicazione della Direttiva 99/2003 relativa alle misure di sorveglianza delle zoonosi e dei relativi agenti eziologici. Lo studio previsto da tale Decisione ha l obiettivo di definire, sul territorio comunitario, la prevalenza di infezione da Salmonella spp negli allevamenti di galline ovaiole destinate alla produzione di uova da tavola. I risultati dello studio serviranno per stabilire gli obiettivi di riduzione della prevalenza e quindi mettere in atto adeguate misure di controllo. Per lo studio di cui sopra è stato messo a punto un piano di campionamento (monitoraggio ambientale di pool naturali di feci e polveri) che prevede: un monitoraggio conoscitivo basato su criteri statistici un metodo di campionamento molto sensibile e armonizzato in tutti i Paesi Membri metodiche di laboratorio sensibili e armonizzate. Il Centro Nazionale di Referenza per le Salmonellosi ha stabilito che, in Lombardia, sulla base del numero di allevamenti e relative classi di consistenza, dovranno essere sottoposti a campionamento un totale di 78 allevamenti di galline ovaiole destinate alla produzione di uova da consumo. In ogni allevamento, il campionamento dovrà essere effettuato alla fine del ciclo produttivo (nelle 9 settimane prima della macellazione) e dovrà interessare solo 1 gruppo di animali per azienda. Lo studio ha la durata di un anno a partire dal 1 ottobre 2004 e si concluderà il 30 settembre Tale studio si affianca al piano di monitoraggio regionale Piano di monitoraggio da S. Enteritidis e S. Typhimurium negli allevamenti per la produzione di uova da consumo che prevede che tutti gli allevamenti di galline ovaiole vengano sottoposti annualmente a un campionamento tramite un prelievo di tipo ambientale al fine di evidenziare la contaminazione da Salmonella nelle strutture dell allevamento

28 Piano regionale di controllo negli allevamenti di produzione di uova da consumo ASL N. aziende N. controlli N. aziende positive per Salmonella Enteritidis/ Typhimurium Bergamo Brescia Como 5 7 Cremona Lecco 5 6 Lodi Milano 3 3 Milano Milano Milano Mantova Pavia Sondrio Valcamonica Varese 3 4 Totale Piano di controllo salmonellosi nei riproduttori della specie Gallus gallus Allevamenti controllati per ASL ASL N. allevamenti N. controlli N. allevamenti positivi per S. Typhimurium Bergamo 4 5 Brescia Como 1 2 Cremona 9 62 GESTIONE DEI SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE I sottoprodotti di origine animale (SOA) non destinati al consumo umano, cioè materiali che comprendono sia le carcasse di animali morti che gli alimenti di origine animale che per vari motivi non sono destinati all alimentazione, rappresentano un importante quantitativo di materiale che viene in parte riutilizzato e in parte eliminato. Tali materiali, se non correttamente gestiti, oltre a causare inconvenienti igienico-sanitari e danni all ambiente, possono rappresentare un rischio di diffusione di agenti patogeni per l uomo e per gli animali. La normativa che riguarda l intero settore è stata recentemente modificata dall Unione Europea con il Regolamento CE N. 1774/2002 del 3 ottobre 2002 recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano, anche come conseguenza della crisi BSE; tale Regolamento si applica dal 1 maggio Di conseguenza, nel 2003, in Lombardia sono state attivate le procedure per adeguare gli impianti ai requisiti richiesti dal Regolamento CE n. 1774/2002. In base al livello di rischio i sottoprodotti sono divisi in tre categorie di materiale: la categoria 1 rischio più elevato (es. animali con Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili), la categoria 2 rischio intermedio (animali morti in genere), mentre la categoria 3 comprende materiali che avrebbero le caratteristiche di idoneità al consumo umano, ma che sono destinati ad altri impieghi (es. alimenti per animali da compagnia). Nel 2004 sono stati raccolti e destinati a impianti di trasformazione, impianti di produzione per alimenti da animali da compagnia e impianti tecnici circa tonnellate di sottoprodotti di origine animale costituiti da carcasse, scarti della macellazione e scarti della lavorazione delle carni; restano esclusi da questo valore i sottoprodotti del latte, delle uova e i loro derivati, e altri prodotti non carnei (es. piume). L entità di ciascuna categoria di sottoprodotti, rispetto al quantitativo di circa tonnellate, si desume dal seguente grafico: Suddivisione SOA nelle categorie 1, 2 e 3 Mantova 1 1 Pavia 1 10 Totale Incubatoi controllati per ASL 7% 10% Cat Cat Cat ASL N. incubatoi N. controlli N. incubatoi positivi per S. Typhimurium Totale Brescia % Cremona 1 6 Pavia 1 3 Varese 1 4 Totale

29 La maggior parte dei sottoprodotti di origine animale (circa tonnellate) è destinata agli impianti di trasformazione per la produzione di proteine animali (farine di carne) e grasso. Nel 2004, si sono prodotti: tonnellate circa di proteine animali (farine di carne) tonnellate circa di grasso fuso. Le proteine animali trasformate (p.a.t.) sono state destinate in parte all incenerimento, in parte all impiego come fertilizzanti e in parte, quelle ottenute a partire da materiali della categoria 3, alla produzione di petfood; un discreto quantitativo, ottenuto da materiali di categoria 3, è stato inoltre inviato all estero, come si vede nel grafico successivo. Destinazione p.a.t. Incenerimento 30% Fertilizzanti 25% Destinazione p.a.t. (t) Petfood Esportazione Incenerimento ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI L alimentazione degli animali prevede la somministrazione di adeguate quantità di sostanze vegetali, eventualmente arricchite con vitamine, sali minerali ecc., in grado di soddisfare il fabbisogno nutrizionale e garantire le produzioni di prodotti quali latte, carne, uova ecc. Le specie onnivore, quali polli e suini necessitano una integrazione dell alimentazione con l apporto di proteine fornito da alimenti non di origine vegetale, come la farina di pesce. Una corretta ed equilibrata alimentazione degli animali assieme alla buona gestione del benessere degli stessi permette di ottenere prodotti (uova, carne, latte, formaggio) sicuri e di qualità. Il Servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche vigila e controlla la corretta applicazione delle disposizioni normative in materia presso gli impianti che producono alimenti per animali e gli allevamenti. È operativa in Regione Lombardia la Commissione permanente in materia di Controlli sull alimentazione degli animali con particolare riguardo all emergenza BSE, essa costituisce un momento di confronto e di coordinamento tra gli organismi di vigilanza e controllo consentendo di allocare più efficacemente le risorse disponibili e di migliorare i reciproci risultati operativi a parità di risorse. Esportazione 34% Petfood 6% Altro rendering 5% Fertilizzanti Altro rendering Il piano nazionale alimenti per animali In Regione Lombardia, l anagrafe prevista ai sensi del D.Lgs. 123/99, è costantemente sottoposta ad aggiornamento e al momento contiene n impianti di produzione e di distribuzione di alimenti per animali. Nel 2004 sono stati ispezionati n impianti. Vigilanza nel settore della alimentazione animale Impianti ispezionati che: N. Gli stabilimenti riconosciuti per la lavorazione dei sottoprodotti di origine animale sono tenuti ad applicare metodi di sorveglianza e controllo dei punti critici e sono soggetti a vigilanza veterinaria. Di seguito sono indicate le frequenze dei sopralluoghi effettuati dai Servizi Veterinari presso gli impianti di trasformazione e di produzione di alimenti per animali da compagnia. Frequenza dei sopralluoghi N. medio sopralluoghi Impianti Impianti Impianti Petfood effettuati Cat. 1 (n. 4) Cat. 2 (n. 2) Cat. 3 (n. 8) (n. 5) Sopralluoghi ispettivi con verbale Sopralluoghi ispettivi senza verbale Sopralluoghi rilascio certificati/vidimazione Commercializzano additivi e premiscele additivate (rivenditori, farmacie, petshop ecc.) 219 Producono per la vendita additivi, premiscele additivate e alimenti additivati 297 Producono per la somministrazione ai propri animali alimenti additivati 1316 alimenti a partire da prodotti intermedi 147 alimenti a partire da premiscele medicate 63 Contestualmente alla normale attività di vigilanza e controllo, è stato studiato e portato a termine un piano organico di controllo comprendente il campionamento degli alimenti per gli animali e le relative analisi. Gli esiti degli esami effettuati dai laboratori dell Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna hanno evidenziato la sostanziale bontà di quanto viene utilizzato per nutrire i nostri animali. Sono state eseguite n analisi effettuate nell anno 2004 con il riscontro di 27 positività. Le indagini, presso gli impianti ove sono state riscontrate le suddette non conformità, successivamente svolte hanno consentito di individuare e rimuovere le cause delle contaminazioni

30 Analisi di alimenti per animali per la ricerca di additivi Specie animali destinatarie degli alimenti campionati Bovini Conigli Suini Acquacoltura Volatili Ovicaprini Totale Additivi ricercati A P A P A P A P A P A P A P Acido acetilsalicilico 9 9 Antibiotici/inibenti Antiossidanti 4 4 Avilamicina 6 6 Caf 5 5 Carbadox Chinolonici Cromo Edta Furanici Ionofori Imidazolici Ivermectina Macrolidi Metilclorpindolo Nicarbazina Nifursol Nitroimidazolici Olaquindox Analisi di alimenti per animali per la ricerca di sostanze e prodotti indesiderabili nella alimentazione animale Sostanze e prodotti indesiderabili N. analisi N. positività Arsenico 2 Piombo 5 Mercurio 3 Rame 1 Nitriti 1 Cadmio 12 Aflatossine Ocratossina 23 Deossinivalenolo 24 Zearalenone 18 Aldrin 4 Dieldrin 4 Toxafane 3 Clordano 2 DDT 1 Endosulfan 1 Endrin 1 Eptacloro 1 Esaclorobenzolo 2 Esaclorocicloesano 1 Radionuclidi 4 Diossine 15 PCB non diossina simili 42 Totale Penicelline Robenidina Sulfamidici Tetracicline Virginiamicina Zincobacitracina Totale A: analisi P: positività Analisi di alimenti per animali per la ricerca di Salmonelle N. analisi N. positivi Derivati di semi 66 2 Mangimi composti 77 1 Totale

31 Piano regionale di monitoraggio degli organismi geneticamente modificati (OGM) Nel 2004 è stato predisposto il Piano regionale di monitoraggio degli OGM nel mais destinato alla alimentazione animale. Nella alimentazione degli animali allevati con metodo convenzionale è possibile utilizzare alcuni OGM, mentre nell allevamento biologico il divieto è assoluto. N. campioni di mais destinato alla alimentazione degli animali allevati con metodo biologico Presso Presso distributori Presso Varietà vietate Positivi mangimifici di alimenti allevamenti zootecnici 4 mais Bt 176 mais Bt 11 mais MON mais T 25 N. campioni di mais destinato alla alimentazione degli animali allevati con metodo convenzionale Presso Presso distributori Presso Varietà vietate Positivi mangimifici di alimenti allevamenti zootecnici mais Bt 11 mais MON 810 mais T 25 Sistema regionale di allerta per la gestione delle emergenze in materia di alimenti per animali Il Sistema Regionale di Allerta per la gestione delle emergenze in materia di alimenti per animali consente di affrontare e gestire in modo rapido e uniforme ogni eventuale emergenza legata al riscontro di irregolarità. Alla realizzazione del sistema concorrono tutti gli organismi di vigilanza e controllo in grado di incidere sulla sanità pubblica lombarda, nonché le Università, le associazioni di categoria dei produttori di alimenti per animali, degli allevatori e le associazioni dei consumatori. Numero di segnalazioni che hanno portato all attivazione del sistema di allerta Per la presenza di OGM Additivi Sostanze Materie Agenti Farine non indesiderabili prime biologici di carne consentiti o sostanze non dichiarate in etichetta Segnalazioni nazionali (inclusa la Lombardia) Segnalazioni internazionali 1 1 I medicinali veterinari: farmacosorveglianza Proprio come l uomo, anche gli animali si ammalano e devono essere curati. I medicinali veterinari sono farmaci studiati e testati appositamente per questo scopo. Dopo aver visitato gli animali, il medico veterinario li prescrive con apposita ricetta. Il farmacista li dispensa e quindi invia copia della ricetta alla ASL. L allevatore o, nei casi previsti, il veterinario stesso li somministra agli animali, annotando il trattamento effettuato sugli appositi registri vidimati che devono essere messi a disposizione dell autorità sanitaria ogni qualvolta questa lo richieda. Le disposizioni normative prevedono l esecuzione di sopralluoghi presso gli impianti che operano nel campo della produzione, della distribuzione e dell impiego dei medicinali veterinari. Pertanto la farmacosorveglianza comprende questi controlli, mirati in particolare alla verifica del rispetto dei tempi di sospensione, che rappresentano il periodo che intercorre tra l ultima somministrazione e la completa eliminazione del medicinale veterinario somministrato dall organismo dell animale, al fine di verificare che gli animali trattati con taluni medicinali veterinari siano esclusi dalla produzione per tutta la durata del tempo di sospensione ed evitare che il medicinale veterinario o i suoi metaboliti possano ritrovarsi negli alimenti. I medicinali veterinari: farmacovigilanza La Regione Lombardia ha istituito la Commissione regionale permanente in materia di medicinali veterinari con funzione di Centro regionale di farmacovigilanza che costituisce uno strumento propositivo sulle cose da fare oltre che un momento di confronto e di coordinamento tra gli organismi di vigilanza e controllo. All interno della Commissione è stato individuato il Centro regionale di farmacovigilanza costituito da qualificati docenti universitari che provvedono alla valutazione delle segnalazioni di effetti indesiderati derivanti dall uso dei medicinali veterinari raccolte dai medici veterinari e/o dai farmacisti operanti sul territorio lombardo. Il benessere animale: un patrimonio da difendere Anche le modalità di allevamento, le condizioni di trasporto e di avvio alla macellazione degli animali influiscono sulla qualità dei loro prodotti. Ecco perché il benessere degli animali è oggetto di vigilanza e controllo da parte dei servizi veterinari. Particolare riguardo in merito al benessere viene riservato agli allevamenti di: vitelli (bovini di età inferiore ai 6 mesi) suini galline ovaiole dove l allevamento intensivo è estremamente diffuso e il legislatore ha disposto l applicazione di requisiti specifici per ciascuna delle sopraindicate specie. Un altro punto ove si concentra la vigilanza per la verifica del benessere degli animali allevati è la fase di trasporto. L attenzione degli operatori sanitari delle ASL è mirata alla verifica delle caratteristiche dei mezzi utilizzati (automezzi, treni, navi, aerei ecc.), dei requisiti del trasportatore e delle 56 57

32 condizioni di carico e di salute degli animali trasportati. Nell anno 2004 è stato predisposto un programma per il controllo del benessere degli animali durante il trasporto che ha visto la collaborazione dell Ufficio Veterinario Adempimenti Comunitari della Lombardia e l intervento diretto, a supporto dei veterinari dei Dipartimenti di prevenzione veterinaria delle ASL, di rappresentanti dei Carabinieri, Corpo Forestale, Guardia di Finanza e Polizia Stradale. Attività di vigilanza finalizzata al benessere animale negli allevamenti Tipologia Aziende Aziende Violazioni Provvedimenti di allevamenti presenti ispezionate Galline ovaiole Suini Vitelli Attività di vigilanza finalizzata al benessere animale durante il trasporto Nei luoghi di partenza degli animali Nei luoghi di destinazione Nei mercati, punti di sosta, punti di smistamento ecc. 59 Sulle strade 188 N. ispezioni N. violazioni 18 IL CONTROLLO DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE Il controllo degli alimenti di origine animale avviene attraverso due modalità: 1. Fase preventiva. Le nuove strutture di produzione, trasformazione, preparazione e deposito di alimenti prima di iniziare le loro attività devono essere autorizzate dalle ASL, l autorizzazione viene rilasciata a seguito di ispezioni finalizzate a verificare la conformità strutturale e funzionale alla normativa vigente. 2. Fase ispettiva. Tutte le attività di produzione, distribuzione e somministrazione di alimenti sono sottoposte a controllo: ispezione con eventuale prelievo di campioni per analisi di laboratorio ed esame dei sistemi di autocontrollo delle aziende. In caso di riscontro di non conformità vengono adottati i provvedimenti previsti dalle normative, che variano a seconda della gravità (prescrizioni, sanzioni pecuniarie, sequestro delle merci, sospensione o chiusura della attività, segnalazione alla Autorità Giudiziaria). La UO Veterinaria della Regione Lombardia fornisce linee di indirizzo ai Dipartimenti di Prevenzione Veterinari delle ASL per una programmazione e attuazione di tali attività secondo criteri uniformi, indicando in particolare quelli utili per la attribuzione del livello di rischio connesso con le diverse attività produttive da sottoporre a controllo: quest ultimo parametro consente di allocare in modo proporzionato le risorse. Inoltre coordina gli interventi ispettivi inclusi quelli da attivare in caso di riscontro di prodotti alimentari pericolosi per la salute pubblica e conduce audit presso le ASL per verificare e valutare la corrispondenza delle attività svolte sul territorio con le disposizioni impartite. Piano Nazionale Residui Si tratta di un piano annuale di monitoraggio, organizzato a livello comunitario e coordinato dal Ministero della Salute e dalle Regioni. Tale piano prevede il controllo degli animali (bovini, suini, equini, ovocaprini, volatili da cortile, conigli, selvaggina allevata, trote e anguille) presso gli allevamenti e i macelli, nonché di alcuni prodotti di origine animale (latte, uova e miele). Vengono prelevati campioni per la ricerca di sostanze a effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate, di farmaci veterinari e di contaminanti ambientali. Numero ricerche effettuate PNR Extra PNR - Sospetto Totale Sostanze ormonali e sostanze vietate Farmaci Contaminanti ambientali Totale Nel 2004 sono state effettuate 9570 analisi in attuazione della programmazione regionale (PNR), su programmazione di ASL (extra piano) e a seguiito di sospetto. Complessivamente sono stati rilevati 113 campioni non conformi

33 Numero campioni irregolari per tipo di irregolarità PNR Extra PNR - Sospetto Totale Sostanze ormonali e sostanze vietate Farmaci Contaminanti ambientali Totale Per le sostanze ormonali e le sostanze vietate si conferma la tendenza alla diminuzione del numero di positività. Considerato il costante riscontro di positività per cadmio in fegato di equini il Ministero della Salute ha disposto l esclusione di fegati di equini di tutte le età dal consumo umano. Piano alimenti Tutte le attività di produzione, distribuzione e somministrazione di alimenti sono sottoposte a controllo, in base a una programmazione annuale. Il controllo consiste in un sopralluogo con eventuale prelievo di campioni per analisi di laboratorio. Campioni positivi - PNR Categoria Sostanza Matrice Numero residuo campioni positivi Numero unità ispezionate rispetto alle esistenti Sostanze ormonali 19 Nortesterone Vacca 2 e sostanze vietate Betagonisti Vitello 2 Metaboliti dei nitrofurani Suino N. unità presenti (totale ) N. unità controllate (totale ) Cloramfenicolo Trota 1 Tetracicline Miele Farmaci Coccidiostatici Pollo 4 Sulfamidici Vacca 2 Suino 6 Contaminanti Cromo Vacca Cadmio Equino <2 anni 12 Equino >2 anni 43 0 Produttori Ingrosso Dettaglio Trasporti Ristorazione Aree pubbliche Tacchino 1 Aflatossina M1 Latte 1 Diossine Uova 1 Totale 79 Campioni positivi - Extra piano Categoria Sostanza Matrice Numero residuo campioni positivi Farmaci Coumaphos Miele 1 Totale 1 Campioni positivi - Su sospetto Categoria Sostanza Matrice Numero residuo campioni positivi Sostanze ormonali Nitrofurani Suino 28 e sostanze vietate Tetracicline Miele 3 Farmaci Sulfamidici Suino 2 La copertura ispettiva si attesta su valori superiori al 95% per le attività di produzione primaria, produzione e confezionamento, e intorno all 88% per il settore della distribuzione. Il settore dei produttori che vendono prevalentemente al dettaglio e le attività di commercio su aree pubbliche sono ancora sottoposti a controllo in percentuale più bassa. Complessivamente l attività ispettiva è diminuita del 10% rispetto all anno scorso a fronte però di una miglior programmazione nella frequenza dei controlli. Si osserva, rispetto all anno Percentuale di unità risultate irregolari precedente, una diminuzione delle unità risultate irregolari per tutti i settori, tranne quello del commercio ambulante Produttori 12,6% 14,8% Ingrosso Dettaglio che rimane stabile, e quello 18,3% Trasporti della ristorazione che registra 14,5% Ristorazione un aumento. Aree pubbliche 25,8% 2,3% Totale

34 Il grafico riporta il numero di campioni analizzati dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna conferiti, in via prioritaria dai Servizi Veterinari delle ASL, e i relativi risultati Numero di campioni analizzati dall IZS Percentuali di irregolarità Si osserva che la percentuale di irregolarità è paragonabile a quella riscontrata lo scorso anno. Il riscontro di microrganismi patogeni (Salmonella e Listeria monocytogenes) è più frequente nella carne e nei prodotti a base di carne; molto alto è il riscontro di batteri indice di contaminazione nei gelati; sono state riscontrate irregolarità per presenza di additivi o di sostanze non consentite nei prodotti a base di carne, nel latte, e nei crostacei Prodotti lattiero caseari ,5 % Vigilanza veterinaria permanente Gli impianti soggetti a vigilanza veterinaria permanente: stabilimenti di produzione di carne, pe- Uova e ovoprodotti 191 1,6 % sce, latte, uova e i relativi derivati, riconosciuti dalle ASL in base a normative di derivazione comunitaria, sono ispezionati secondo una programma stabilito dai Servizi Veterinari, la frequenza Carne e prodotti a base di carne ,1 % dei sopralluoghi varia in funzione del livello di rischio connesso con l attività stessa, cioè a maggior rischio corrisponde una maggior frequenza di controllo. Pesci, crostacei, molluschi ,3 % Grassi e olii 4 0,0 % Numero medio di ispezioni per tipologia di stabilimento Zuppe, brodi, salse 50 0,0 % Cereali e prodotti della panetteria Gelati e dessert ,9 % 20,5 % Frutta e verdura Erbe, spezie, caffè, tè Bevande non alcoliche ,0 % 0,0 % 0,0 % Carni rosse Carni di volatili da cortile Carni di coniglio e selvaggina 36 Prodotti a base di carne Carni macinate e preparazioni di carne Prodotti della pesca 6 Latte e derivati 18 Prodotti d uovo Dolciumi (miele) 5 0,0 % Percentuale di unità risultate irregolari Piatti preparati 78 0,0 % Prodotti destinati alim. particolare 1 0,0 % Additivi Materiali destinati a entrare in contatto con alimenti 1 7 0,0 % 0,0 % Altri alimenti 8 0,0 % 20 Totale ,0 % 0 Carni di volatili da cortile Carni di coniglio e selvaggina Prodotti a base di carne Carni macinate e preparazioni di carne Prodotti della pesca Latte e derivati Prodotti d uovo

35 Piano pesticidi In base a indicazioni ministeriali e in considerazione dei risultati della attività svolta nell ultimo qua- Irregolarità riscontrate per tipologia di alimento driennio è stato pianificato un piano di campionamento dei prodotti alimentari di origine animale per la ricerca dei composti organoclorurati (isomeri e metaboliti del DDT) e la ricerca di composti organofosforati e di piretroidi. I 214 prodotti alimentari analizzati sono risultati tutti regolari. È stata rilevata la presenza di pesticidi organoclorurati, anche se in quantità inferiore al limite di legge, solo nei campioni di pesce e precisamente in 47 casi. Come lo scorso anno, per quanto riguarda i dati relativi al riscontro di residui in quantità inferiore ai limiti, si osserva l assenza di campioni della categoria carne e latte/derivati del latte e uova. Relativamente ai pesticidi fosforati e ai piretroidi, i controlli non hanno evidenziato problemi. Salmonella Listeria monocytogenes Biotossine algali E. coli/coliformi fecali Coliformi Virus epatite A Campylobacter Alimento Pesce fresco e conservato Carica batterica Parassiti (anisakis) Farmaci veterinari Sudan rosso 1 Nitrati Solfiti Istamina Mercurio Cadmio Anidride solforosa Polifosfati Aldeide formica Controllo per BSE non corretto Corpi estranei Alterazioni organolettiche Etichettatura non conforme Controllo dei residui di pesticidi organoclorurati N. campioni N. campioni con residui N. campioni sotto i limiti irregolari Carni 40 Latte e derivati 51 Pesce Uova 28 Totale Molluschi Crostacei Carne e preparazioni di carne Prodotti a base di carne Formaggi Latte e prodotti a base di latte Miele 1 Uova e prodotti d uovo 4 Sistema di allerta regionale per gli almenti di origine animale Il Sistema di Allerta per gli alimenti viene attivato al fine di impedire la commercializzazione e il consumo di prodotti alimentari che non soddisfano le prescrizioni in materia di sicurezza. L U.O. Veterinaria ha gestito, per quanto di competenza, cioè relativamente al riscontro di prodotti alimentari di origine animale non conformi, i casi segnalati dalle ASL lombarde, dagli Assessorati alla Sanità delle altre regioni italiane nonché dal Ministero della Salute che opera come punto di contatto nazionale ufficiale per la Commissione Europea. Il numero complessivo dei casi è in progressivo aumento (167 nel 2003). Nelle tabelle sono indicati i tipi di alimenti oggetto del sistema di allerta e i motivi delle non conformità in relazione ad essi. Numero di segnalazioni di irregolarità per tipologia di alimento Pesce fresco e conservato 48 Molluschi 46 Prodotti a base di carne 36 Carne e preparazioni di carne 25 Formaggi 14 Crostacei 11 Latte prodotti a base di latte 6 Uova 4 Miele 1 Spezie 1 Spezie 1 Controlli nei macelli L attività di controllo effettuate presso gli stabilimenti di macellazione, in particolare delle specie bovina e suina, impegna notevolmente il Servizio di Igiene degli alimenti di origine animale. Nel 2004 sono stati sottoposti a controllo capi (in UGB) di questi sono rimasti esclusi dalla macellazione e carcasse sono state escluse dal consumo. Zoonosi segnalate Tubercolosi bovina 112 Echinococcosi bovina Echinococcosi ovina e caprina 31 Echinococcosi suina Echinococcosi equina Cisticercosi bovina Cisticercosi suina 3 Particolare rilevanza ha il controllo delle malattie trasmissibili all uomo. In tutti i casi in cui sono state segnalate le zoonosi riportate in tabella sono stati adottati i provvedimenti di sequestro o di bonifica delle carni. Totale

36 Controlli nelle aziende di produzione latte Tutte le aziende di produzione di latte crudo destinato al trattamento termico o alla trasformazione in prodotti a base di latte sono state registrate dopo che è stata accertata la presenza di determinati requisiti strutturali e igienico-sanitari. Controlli nelle aziende registrate Bovini Ovicaprini Bovini ovicaprini Aziende registrate Aziende controllate Aziende con irregolarità Controlli per la presenza di aflatossine nel latte: a partire da ottobre 2003, a seguito alla segnalazione da parte dell Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia di segnali di un possibile innalzamento della quantità di aflatossina M1 nel latte, è stato attivato un sistema di controllo per la verifica del livello di contaminazione e per l adozione degli interventi necessari a riportare questi livelli alla normalità. È stato quindi organizzato un Piano di controllo che in una prima fase ha consentito in poco più di 15 giorni di riportare la situazione sotto controllo ed è proseguito nel corso dei mesi successivi, con modalità di volta in volta adeguate al mutare della situazione. Successivamente i controlli sono stati indirizzati a verificare che la situazione rimanesse nell ambito dei livelli di legge e, negli ultimi mesi del 2004, verificare che con l inizio della somministrazione del mais prodotto nel 2004 i livelli di aflatossina M1 nel latte rimanessero a livelli di accettabilità. Così come già evidenziato nel corso degli anni precedenti non tutte le aziende registrate sono state controllate, tale mancanza non è omogeneamente ripartita sul territorio regionale ma riguarda in particolar modo alcune ASL. I risultati dei controlli mettono in evidenza le irregolarità dovute a non conformità rispetto ai requisiti previsti per il latte crudo. Sono invece diminuite le irregolarità imputabili a mancanze dei requisiti strutturali delle aziende di produzione e a mancanze relative all igiene della mungitura, della raccolta e del trasporto del latte crudo nonché all igiene del personale. Piani di monitoraggio Nel 2004 sono stati condotti alcuni piani per il controllo di specifiche categorie di alimenti: Molluschi bivalvi vivi: sono stati analizzati 223 campioni (mitili, vongole, ostriche) di cui 38 (17%) sono risultati irregolari prevalentemente per la presenza di E. coli e coliformi fecali, in 6 campioni è stata riscontrata la presenza di biotossine algali, in due campioni il virus dell epatite A mentre in un solo caso la presenza di Salmonella. Carni fresche refrigerate di pollame: sono stati prelevati complessivamente 47 campioni di carne di pollo e di tacchino, prevalentemente presso la fase di produzione, per la ricerca della presenza di Campylobacter termofilo, di questi 10 sono risultati non conformi. Formaggi prodotti a partire da latte crudo o da latte termizzato: sono stati prelevati 75 campioni di formaggi con diversi tempi di stagionatura per valutare la sicurezza batteriologica attraverso la ricerca di Salmonella, Campylobacter termofilo, Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Listeria monocytogenes, riscontrando 1 presenza di Listeria monocytogenes, 3 di Escherichia coli e 7 di Staphylococcus aureus. In sostanza, come riassunto nella tabella nella pagina successiva, a partire dal 29 ottobre 2003 e fino al 31 dicembre 2004, i Servizi veterinari delle ASL della Lombardia hanno prelevato quasi campioni di latte in aziende o in stabilimenti di trattamento e trasformazione che sono poi stati analizzati presso l Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna. Dati riassuntivi controlli ottobre 2003/ dicembre 2004 Cisterne Aziende di produzione <limite >limite Totale <limite >limite Totale N % N % N % N % Prima fase da 29/10 a 18/11/ , , , , Seconda fase da 19/11/03 a 31/1/ ,5 31 2, , , Terza fase da 1/2 a 30/4/ ,8 28 2, , , Quarta fase da 1/5 a 31/7/ ,6 4 1, , , Quinta fase da 1/8 a 30/9/ ,5 1 0, , , Sesta fase da 1/10 a 31/10/ ,1 3 0, ,8 8 7, Settima fase da 1/11 a 31/12/ ,4 2 0, , , Totale , , , , Totale 66 67

37 PROSPETTIVE Le gravi crisi nel settore alimentare e della salute animale che hanno caratterizzato gli ultimi anni del XX secolo (diossina, BSE, afta), hanno chiaramente messo in luce l inadeguatezza del sistema europeo di prevenzione e di gestione delle crisi in questi campi. In particolare è stato a tutti evidente come solo una visione completa di tutta la filiera che comprendesse la produzione primaria degli alimenti, inclusi quelli per gli animali, il loro trasporto, trasformazione, magazzinaggio, sino ad arrivare al momento della somministrazione e che tenesse in considerazione anche gli aspetti del benessere e della salute animale, secondo il fortunato slogan dalla fattoria alla tavola, è in grado di garantire un livello di sicurezza alimentare adeguato. A questo si aggiunga la consapevolezza, cresciuta negli ultimi anni, dell inefficacia di un sistema per garantire la sicurezza alimentare basata prevalentemente, se non esclusivamente, sul controllo da parte delle competenti autorità pubbliche dei risultati finali del processo produttivo (controllo di prodotto) e della necessità di un maggiore e più significativo ruolo degli operatori economici. Partendo dall analisi della situazione sopra delineata, nell anno 2000 la Commissione Europea presenta il proprio Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare nel quale traccia un ambizioso percorso di riforma della normativa comunitaria in materia di sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, con l obiettivo di garantire un più alto livello di sicurezza per gli alimenti commercializzati all interno della Comunità e più in generale la tutela degli interessi dei consumatori in relazione agli alimenti, assicurando al contempo la completa trasparenza del mercato interno. Il Libro Bianco fissa i principi sulla cui base avrebbe dovuto essere costruito il nuovo sistema della sicurezza alimentare: 1. estensione dei controlli a tutta la filiera, partendo dall osservazione di come molti degli scandali manifestatisi negli ultimi anni in campo alimentare fossero nati e si fossero sviluppati a livello della produzione primaria 2. piena responsabilizzazione degli operatori economici del settore alimentare, gli unici a potere garantire il controllo di ogni fase del processo nell ambito del tratto di filiera sotto la loro responsabilità 3. ricorso allo strumento normativo del Regolamento, direttamente e integralmente applicabile in ogni Stato Membro, per garantire non solo l uniformità degli obiettivi, ma anche degli strumenti per il loro raggiungimento. Il Libro bianco stabilisce inoltre un calendario per l adozione di una serie di norme che vada

38 PROSPETTIVE no a ridisegnare completamente il quadro normativo di riferimento nel settore della sicurezza alimentare e la salute e il benessere degli animali. Il primo regolamento a venire pubblicato è, nel 2002, il n. 178, che stabilisce i principi e i requisiti della legislazione alimentare. A questo fanno seguito, nel 2004, i quattro Regolamenti del cosiddetto Pacchetto Igiene : il Regolamento 852 sull igiene dei prodotti alimentari, l 853 in materia di igiene per gli alimenti di origine animale, l 854 che stabilisce norme specifiche per l organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale e il Regolamento n. 882 relativo ai controlli ufficiali sui mangimi e gli alimenti, ai quali va aggiunta la direttiva 2004/41 che abroga ben 16 direttive verticali, sostanzialmente sostituite dai quattro regolamenti. Nel 2005 vede la luce il Regolamento 183 sull igiene dei mangimi. Altri regolamenti, tra i quali quello sui criteri microbiologici degli alimenti, verranno pubblicati entro la fine del 2005 in modo da potere divenire applicabili dal 1 gennaio Le novità introdotte dal nuovo Pacchetto igiene sono significative e numerose. Lo stesso riferimento a un Pacchetto Igiene rappresenta una novità, a indicare che i quattro regolamenti, e i regolamenti derivati, costituiscono quattro capitoli di un unicum e che come tali vanno letti e applicati. Il secondo aspetto innovativo del Pacchetto igiene, oltre all adozione dello strumento regolamentare rispetto a quello della direttiva, riguarda l abbandono da parte del legislatore comunitario dell approccio legislativo per linee verticali e l adozione di provvedimenti orizzontali con la conseguente notevole semplificazione e razionalizzazione del corpus giuridico: quattro soli regolamenti vanno a disciplinare la materia attualmente normata da 16 direttive. Infine, ma si stanno sottolineando solo gli aspetti più innovativi, il legislatore comunitario con l adozione dei quattro regolamenti del Pacchetto igiene ha voluto rimarcare anche nella forma i distinti ruoli e responsabilità degli operatori economici del settore degli alimenti e dei mangimi e delle Autorità di controllo. Ai primi, ai quali compete garantire che nelle imprese da essi controllate gli alimenti o i mangimi soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare, sono indirizzate le disposizioni contenute nei regolamenti 852 e 853; alle Autorità di controllo, che devono garantire l esecuzione dei controlli ufficiali secondo modalità e periodicità che tengano conto della valutazione dei rischi, quelle dei regolamenti 854 e 882. Rispetto a quanto previsto dalla normativa attualmente vigente, viene rafforzata la responsabilità degli operatori economici tenuti a garantire che i processi sotto il proprio controllo siano gestiti in modo tale da assicurare il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e intergità degli alimenti fissati dalla legislazione alimentare. I riflettori sono quindi puntati sulle modalità di processo e sulle procedure di autocontrollo che l imprenditore deve predisporre e attuare per garantire il raggiungimento del risultato atteso. Riguardo ai criteri generali di igiene delle produzioni, l aspetto che colpisce maggiormente è la notevole semplificazione della normativa. Tutti i requisiti generali riguardanti gli stabilimenti, gli impianti, l igiene delle lavorazioni, essendo comuni a tutti gli stabilimenti e a tutti i tipi di alimento, vengono presentati una sola volta nell unico Regolamento sull igiene dei prodotti alimentari (Reg. 852) che viene quindi a valere nei confronti di tutte le industrie alimentari, indipendentemente dalla natura e dall origine dei prodotti trattati. Il mezzo indicato per la corretta gestione dei rischi sanitari connessi con una attività economica nel settore alimentare e dei mangimi diversa da quella della produzione primaria è l adozione di misure basate sui principi del modello HACCP, secondo i sette principi sanciti dal Codex Alimentarius. L obbligo di predisporre procedure di gestione dei pericoli basate sui sette principi HACCP, introduce nella normativa una notevole flessibilità: molti dei requisiti vincolanti presenti nelle normative verticali, riguardanti le strutture, le attrezzature e anche i processi, non vengono riproposti del tutto o, laddove vengano richiamati, viene lasciata la possibilità all operatore economico di proporre misure alternative purché ne sia dimostrata l efficacia anche alla luce delle procedure di autocontrollo predisposte e attuate. Anche i criteri generali per la conduzione dei controlli ufficiali trovano spazio in un unico regolamento, l 882, che interessa alimenti di origine animale e vegetale, mangimi, benessere e salute degli animali. Viene inoltre sancito il principio secondo il quale la normativa in materia alimentare e le attività di controllo tese ad accertarne il rispetto degli obiettivi, devono essere basate sull analisi del rischio. L obiettivo è ottimizzare le risorse disponibili indirizzandole sui settori o punti di controllo a livello dei quali è ragionevole attendersi maggiori rischi per la salute dei consumatori. L approccio in sé non è nuovo, ma viene rafforzato dalla previsione di una compartecipazione degli operatori economici inadempienti alle spese di organizzazione ed effettuazione dei controlli ufficiali aggiuntivi resisi necessari a causa dei comportamenti, anche omissivi, che possono comportare un maggiore rischio per i consumatori. Agli strumenti del controllo ufficiale già richiamati dalla normativa precedente (l ispezione, il prelievo e l analisi dei campioni, i controlli specifici previsti per alcuni settori dell industria degli alimenti di origine animale) viene aggiunto l audit, come indispensabile strumento di confronto e valutazione delle scelte condotte dall operatore economico. Dal momento che l imposizione di molti dei requisiti vincolanti previsti dalla precedente normativa è stata sostanzialmente superata dall unico requisito consistente nella predisposizione e attuazione di efficaci procedure di autocontrollo in grado di garantire il rispetto degli obiettivi stabiliti dalla legislazione alimentare, il controllo ufficiale deve farsi carico, oltre che della verifica della sussistenza delle procedure e dei risultati conseguiti, della valutazione preventiva della loro efficacia, anche attraverso il confronto con l operatore al quale deve essere chiesta ragione delle scelte effettuate

39 1. Premessa La peculiarità degli alimenti di origine animale viene sostanzialmente salvaguardata, tanto che il Pacchetto igiene dedica ben due regolamenti a disciplinare gli aspetti specifici di questi alimenti sia per quanto riguarda i requisiti di igiene che devono essere garantiti dagli operatori economici (Reg. 853), sia le modalità di conduzione dei controlli ufficiali da parte delle competenti Autorità veterinarie (Reg. 854), ma anche per quanto riguarda questo settore vengono introdotte significative novità. Coerentemente con le modalità di controllo previste e con il maggior ruolo e responsabilità degli operatori economici del settore alimentare e dei mangimi, la bollatura sanitaria, intesa come attestato di approvazione sanitaria del singolo prodotto, rimane in vigore solo per le carcasse degli ungulati che vengono sottoposte a ispezione una per una, mentre a tutti gli altri prodotti di origine animale verrà apposto solo un marchio identificativo dello stabilimento. La stessa ispezione post mortem in macello, da sempre espressione per antonomasia dell attività del veterinario ispettore, viene in parte rivista alla luce di un analisi del rischio sia per quanto riguarda la situazione zoosanitaria, sia il pericolo connesso con le stesse manualità ispettive. Questi ultimi aspetti potrebbero forse fare temere a qualcuno un ridimensionamento o svilimento del ruolo del veterinario nel garantire gli obiettivi di sanità pubblica. Di fatto il nuovo approccio al controllo ufficiale, le competenze che vengono chieste ai veterinari in modo specifico dal regolamento 854, e più in generale le modalità di programmazione, pianificazione, esecuzione e di successiva verifica dei controlli ufficiali previste dal Reg. 882, costituiscono una sfida importante per tutti gli operatori di sanità pubblica che si occupano di sicurezza alimentare. L efficace e continuo coordinamento tra tutti gli operatori della Sanità Pubblica comporta, tra l altro, che l aspettativa per la prossima applicazione del nuovo Pacchetto igiene non vada a scapito dell attenzione che deve essere comunque riservata al settore della sanità e del benessere animale (anagrafi zootecniche, malattie infettive ecc.), come lo stesso concetto di sicurezza alimentare implica. È lo stesso Regolamento 852 che, nel definire i requisiti di igiene ai quali devono fare fronte gli operatori economici del settore primario, richiama la necessità di anagrafi zootecniche efficienti le cui basi sono peraltro poste dal regolamento 178. Questo significa il completamento dell anagrafe bovina informatizzata regionale, l attivazione di anagrafi informatizzate delle altre specie di animali di interessa zootecnico (Avicoli, Suini; Ovi-caprini; Equini; e altre specie quali Conigli, Api ), la georeferenziazione degli allevamenti censiti e la messa a disposizione degli operatori del territorio di un applicativo regionale più veloce ed efficiente che consenta la verifica in tempo reale della correttezza e completezza dei dati. Per quanto riguarda le malattie infettive degli animali, il controllo e la sorveglianza della Tubercolosi, della Brucellosi e della Leucosi bovina e della Brucellosi ovicaprina rimangono al centro dell attenzione con l obiettivo di giungere alla loro eradicazione estendendo i controlli anche agli allevamenti di bovini da carne, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa comunitaria. Inoltre, per tenere conto delle mutate condizioni zoosanitarie, e in particolare della diminuita prevalenza delle malattie, l apertura dei focolai non sarà più prevista a seguito della sola positività alle prove diagnostiche, a meno che queste siano sostenute da evidenze raccolte nell ambito di un approfondita valutazione epidemiologica, ma sarà necessario l isolamento dei rispettivi agenti eziologici. Sul fronte dell influenza aviaria, che è ragionevole attendersi possa rimanere sotto i riflettori anche nei prossimi anni per i suoi aspetti potenzialmente zoonotici, le procedure di controllo dovranno essere aggiornate tenendo conto delle disposizioni comunitarie che prevedono l introduzione della vaccinazione bivalente in una zona più limitata rispetto a quella interessata dalla vaccinazione monovalente, ma pensando anche a una riorganizzazione dell intero settore avicolo, in accordo con la DG Agricoltura e con la collaborazione dei rappresentanti di tutta la filiera. Infine, anche nel settore primario, le modalità di raccolta e valutazione dei dati epidemiologici richiedono flussi informativi più efficienti tra i diversi livelli, ASL, IZS, Regione e Ministero, nei quali si articola il sistema di controllo nazionale al fine di un loro impiego nell ambito delle procedure di analisi del rischio, che dovranno essere poste al centro di ogni scelta di politica sanitaria. I nuovi regolamenti chiamano alla piena integrazione dei servizi e delle autorità responsabili della conduzione dei controlli ufficiali, alla responsabilizzazione degli operatori economici che, in quanto attori primari del processo di produzione degli alimenti, devono essere in grado di confrontarsi con gli operatori del controllo ufficiale, a una maggiore trasparenza per quanto riguarda gli obiettivi, le risorse, i mezzi e i risultati dei controlli ufficiali. Tutto questo può essere raggiunto solo attraverso un forte coordinamento del lavoro importante e di elevata professionalità di tutti gli addetti

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