mensile di economia e tecnica per un agricoltura moderna al servizio del consumatore e dell ambiente
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1 8 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 2009 mensile di economia e tecnica per un agricoltura moderna al servizio del consumatore e dell ambiente Prognosfruit 2009 Centralina idroelettrica su malga Prove di sovescio in vigneto NAZ/220/2008 numero 8 settembre anno LIV Trattori in piazza ASSESSORATO PROVINCIALE ALL AGRICOLTURA
2 Un antica pratica agricola utilizzata per migliorare la fertilità del terreno Viticoltura Prove di sovescio in viticoltura 22 Nella cultura enologica di tradizione francese il concetto di terroir che è alla base della viticoltura di qualità è dato dalla combinazione di 3 fattori, cui si aggiunge naturalmente la capacità del viticoltore: il vitigno, il clima e il terreno. Di questi 3 elementi il terreno è quello di cui ci si occupa di meno, in pratica solo al momento dell impianto ed in occasione della fertilizzazione, mentre nelle altre fasi della coltivazione della vite si considera il suolo poco più del substrato minerale nel quale si trovano le radici e dove transitano le macchine. Ben poco si conosce di quanto avviene nel terreno, benché questo sia alla base dei processi di assorbimento di nutrienti, dello sviluppo radicale e della qualità finale delle uve. Conseguenza di questa scarsa attenzione è che le modalità di coltivazione della vite, a parte la scelta del portainnesto o dei sesti di impianto, sono in pratica sempre uguali indipendentemente dalle caratteristiche meccaniche, chimiche, biologiche dei singoli suoli. Sappiamo quasi tutto della fertilità chimica, ma quasi niente della fertilità biologica del terreno, regolata dai processi di mineralizzazione della sostanza organica e dell humus. L esperienza conferma però che due terreni vicini e con caratteristiche fisico-chimiche molto simili possono avere una fertilità diversa che si manifesta Grazie a un finanziamento della PAT, sono state realizzate una serie di prove dimostrative di sovescio in vigneto con buoni risultati sulla fertilità del terreno dal punto di vista chimico, fisico e soprattutto microbiologico. Mescalchin Enzo 1, Gobber Marino 2, Aldrighetti Corrado 3 1 Unità Sperimentazone Agraria e Agricoltura Sostenibile FEM-IASMA 2 Unità Viticoltura FEM-IASMA 3 Cantine La-Vis nelle crescita e nell equilibrio delle piante. La fertilità di un terreno non si modifica con una concimazione chimica e neppure con una letamazione, ma è la conseguenza degli interventi fatti nel corso degli anni. Il concetto stesso di fertilità di un terreno può dare origine ad equivoci in quanto non va inteso come elevata crescita delle piante e abbondanza di azoto, che soprattutto in viticoltura costituisce un aspetto molto pericoloso e indesiderato. La vera fertilità di un terreno si ha quando le piante vegetano e producono in maniera equilibrata, crescono rigogliose in primavera, manifestano un buon equilibrio vegeto-produttivo e durante l estate terminano naturalmente la loro crescita. Ruolo del terreno nella qualità delle produzioni agricole Nel terreno risiede una intensa attività biologica ad opera di una consistente comunità di microrganismi costituita da batteri e funghi: si stima che ci sia circa un miliardo di batteri per grammo di suolo, suddivisi in svariate migliaia di taxa differenti, la maggior parte dei quali non è ancora classificata, dato che solo circa l 1% dei batteri presenti nel terreno può essere coltivato nei substrati di coltura di laboratorio e quindi definito per genere e specie (Torsvik et al, 1990, Benedetti e Mocali, 2009). Una delle funzioni dei microrganismi nei suoli agrari è quella di mantenere un equilibrio di scambio tra suolo e pianta. Il suolo è dunque un grande e complesso organismo vivente e lo sfruttamento agricolo ne aumenta l instabilità rendendo necessari interventi specifici finalizzati al mantenimento o al miglioramento del contenuto di sostanza organica, della capacità di scambio, di una struttura favorevole alla coltivazione della vite. È quindi molto importante cono-
3 scere i meccanismi che regolano e condizionano l equilibrio tra mineralizzazione e umificazione, perché direttamente collegati al mantenimento del patrimonio di sostanza organica del terreno. L evoluzione della sostanza organica fornisce l energia necessaria alla vita microbica, gli elementi necessari alla vita delle piante attraverso la mineralizzazione e favorisce la fertilità biologica del terreno attraverso l umificazione di una quota di sostanza organica. Umificazione e mineralizzazione della sostanza organica rappresentano due aspetti necessari alla vita del terreno e delle piante in esso coltivate. Questo spiega perché va preferita la fertilizzazione organica a quella chimica, dato che quest ultima, se non necessaria per correggere gravi carenze contingenti, di fatto disturba il delicato equilibrio del terreno. L aggiunta di azoto minerale al terreno ad esempio, inizialmente può far aumentare la biomassa microbica ma questo effetto scompare o risulta negativo, se gli apporti sono localizzati e tendono a rendere non selettivo l assorbimento da parte delle radici. L azoto che si libera a seguito della mineralizzazione della sostanza organica si rende disponibile progressivamente nel corso della stagione, mentre quello apportato con i fertilizzanti minerali comporta bruschi cambiamenti nella concentrazione della soluzione circolante, provocando picchi di disponibilità che si traducono in eccessi di vigore nel vigneto. il Ruolo dell inerbimento L inerbimento del terreno, dove le condizioni di disponibilità idrica lo consentono, è largamente diffuso anche nei vigneti della nostra provincia. Foto 1: il diserbo non favorisce l attività biologica del terreno Negli ultimi 30 anni infatti in viticoltura la lavorazione del terreno tradizionalmente praticata fino alla fine degli anni 70 ha lasciato spazio all inerbimento, mentre la non coltura, basata sul diserbo generalizzato con erbicidi residuali dell intera superficie del vigneto, pur sostenuta da autorevoli ricercatori, non ha mai avuto seguito in Trentino e del resto ha ben presto mostrato i suoi lati negativi, quali lo sviluppo superficiale delle radici della vite e la resistenza di alcune malerbe, senza contare il pericoloso accumulo nel suolo di diserbanti a lunga persistenza (foto 1). L inerbimento dei vigneti nelle nostre zone è utile perché protegge il terreno dall erosione, permette una migliore transitabilità con i mezzi meccanici, limita il compattamento provocato dal passaggio delle macchine, favorisce l arieggiamento con l azione degli apparati radicali, permette una migliore trattenuta delle precipitazioni (specie dei temporali con forti precipitazioni) e soprattutto favorisce l aumento della sostanza organica e dell attività microbiologica del suolo. Altri vantaggi legati all inerbimento che anche nei nostri ambienti si sono potuti verificare sono la diminuzione delle clorosi nei terreni calcarei, una minore sensibilità alla botrite e la ridotta incidenza di danni da gelate invernali, dato che un terreno inerbito gela meno in profondità. La pratica dell inerbimento dell interfilare costituisce quindi una buona modalità di gestione del terreno, ma occorre ricordare che gli inerbimenti normalmente presenti nei nostri ambienti sono caratterizzati da prevalenza di graminacee, che con i loro apparati radicali fascicolati garantiscono un buon effetto sulla struttura del terreno ma limitata ai primi centimetri. Si scelgono infatti specie di graminacee caratterizzate da taglia ridotta e scarso sviluppo vegetativo che hanno quindi anche apparati radicali di ridotta estensione. Queste specie erbacee non possono impedire il compattamento delle zone di transito delle macchine negli strati profondi del suolo e anche il loro effetto sull arieggiamento del terreno è molto limitato. Basta provare a piantare una vanga nel suolo per verificare la diffi- 23
4 VITICOLTURA 24 coltà di penetrazione nel terreno e l assenza di struttura negli strati meno superficiali, dove le radici fascicolate delle graminacee non arrivano (foto 2 e 3). interventi di ARieggiAMento del terreno Come ricordato, i vantaggi portati dall inerbimento nei nostri vigneti sono ben visibili specie se rapportati con la precedente situazione di lavorazione del suolo. Ma anche questi vantaggi possono essere migliorati. Per questo motivo da qualche anno, grazie anche al supporto della PAT che ha finanziato parte di questa attività, sono state condotte delle esperienze per migliorare la struttura dei terreni vitati della provincia. Sono state utilizzate attrezzature meccaniche dette arieggiatori (foto 4) messe in confronto con ripuntatori a 3-5 denti (foto 5). L arieggiatore è formato da 2 lame verticali o ripiegate nella parte distale, posizionate in genere in corrispondenza della carreggiata dove passano i pneumatici delle macchine, che rappresenta la zona di maggiore compattezza. Arieggiatori e ripuntatori hanno lo scopo di incidere il terreno senza provocare rimescolamento degli strati e raggiungono una profondità compresa tra i 40 e i 50 cm per migliorarne le condizioni di areazione. Questo intervento si esegue in genere in autunno. L intervento comporta il taglio di una parte delle radici della vite e deve pertanto essere eseguito presto, prima del periodo di sviluppo di nuove radici che nella vite coincide con l autunno. il SoVeScio Il sovescio è una vecchia pratica utilizzata per migliorare la fertilità del terreno e consiste nel se- Foto 2: anche in presenza dell inerbimento naturale il terreno risulta in alcuni casi eccessivamente compatto Foto 3: la prova della vanga consente di osservare gli strati superficiali del terreno Foto 4: arieggiatore
5 minare una coltura, costituita da un miscuglio di essenze (leguminose, graminacee, crucifere e altre), che dopo aver raggiunto un certo stadio di sviluppo viene interrata. I vantaggi del sovescio sono numerosi e si possono schematicamente sintetizzare nei seguenti punti: migliora la struttura e la porosità del terreno; protegge il suolo e trattiene l acqua; contribuisce all approfondimento delle radici nel terreno; riduce, seppur temporaneamente, il compattamento delle corsie di transito delle macchine; migliora il controllo delle malerbe; riduce la presenza di ortiche, serbatoio di diffusione del legno nero ; migliora il contenuto di sostanza organica e di humus del terreno; può sostituire letame e concimi; contribuisce a immobilizzare CO 2 nel terreno; riduce l asportazione di elementi nutritivi; contribuisce a portare in superficie microelementi; aumenta la biodiversità; favorisce la presenza di insetti. Tra gli inconvenienti più importanti vanno ricordati: difficoltà di transito per le macchine (trattamenti antiparassitari) sulle corsie lavorate; impiego di tempo ed energia per la lavorazione del terreno; possibilità di portare in superficie dei sassi nei terreni con scheletro; maggior rischio di malattie fungine (peronospora e oidio) se la trinciatura è fatta in ritardo. Foto 5: ripuntatore a 5 denti ApplicAzione del SoVeScio in trentino e RiSultAti ottenuti La semina dei miscugli nei nostri ambienti è preferibile sia effettuata nella prima metà di ottobre, appena terminata la vendemmia, quando le temperature e normalmente anche l umidità consentono un buon attecchimento e uno sviluppo radicale sufficiente a resistere al freddo invernale. Le semine primaverili danno una massa vegetativa inferiore a quelle autunnali e soprattutto un apparato radicale meno profondo e sviluppato. Si semina a filari alterni. Perché il sovescio sia efficace occorre evitare il transito delle macchine sulla superficie interessata dall autunno fino almeno all interramento; è perciò indispensabile intervenire a filari alterni nel caso delle spalliere e pergole semplici o su metà della corsia di transito nel caso di pergole doppie. Le corsie non lavorate vengono utilizzate per il transito delle macchine e saranno interessate dal sovescio nell autunno successivo. Dalle nostre osservazioni la preparazione del letto di semina può avvenire in diverse maniere, normalmente si procede con una lavorazione profonda utilizzando arieggiatori o ripuntatori con 3-5 punte tali da rompere il compattamento del terreno soprattutto della zona di transito delle macchine. Successivamente si può procedere direttamente alla semina, che viene effettuata normalmente a mano e all interramento superficiale con un erpice rotante, una fresa o un vibrocoltivatore. Si seminano essenze di leguminose, graminacee e crucifere cui possono essere aggiunte altre erbe. Nell ambito della sperimentazione avviata si è utilizzata veccia, favino, pisello e trigoglio tra le leguminose, loietto, avena e orzo tra le graminacee, mentre in alcune tesi è stata impiegata senape, rafano, colza e facelia (foto 6). I risultati ottenuti sono influenzati dalla tipologia del terreno e dal clima più o meno freddo dell autunno più che dalla composizione dei miscugli. I sovesci, trinciati tra il 14 e il 20 maggio rispettivamente in Val d Adige e in Valle del Sarca (foto 7) hanno fornito produzioni di sostanza secca di circa 1 kg/m2 nel primo sito e da 0,9 a 0,5 nel secondo. 25
6 VITICOLTURA Foto 6: sovescio autunno primaverile poco prima della trinciatura 26 Foto 7: terreno dopo la trinciatura del sovescio
7 Tabella 1: tesi realizzate nelle diverse località Località Tesi Essenze sovescio 1 loietto, veccia, trifoglio incarnato 2 loietto, veccia, trifoglio incarnato, brassica, senape Giovo 3 segale, veccia, pisello, favino, colza 4 orzo, avena, veccia, pisello, favino, lupino, rafano, facelia 1 segale, veccia, pisello, favino S. Massenza 2 segale, veccia, pisello, favino, colza, rafano, facelia 3 loietto, veccia, trifoglio incarnato 1 loietto, veccia, trifoglio incarnato 2 loietto, veccia, trifoglio incarnato, colza Pergolese 3 segale, veccia, pisello, favino, colza, rafano, facelia 4 favino 1 favino 2 segale, veccia, pisello, favino, colza, rafano, facelia Pietramurata 3 loietto, veccia, trifoglio incarnato 4 loietto, veccia, trifoglio incarnato, senape Grafico 1: produzione sovesci Giovo (Maso Franc.), 14 maggio 2009 Il livello di umidità della sostanza fresca è di circa l 80%. Il dettaglio delle tesi osservate nelle diverse località è riportato nella tabella 1. Il grafico 1 si riferisce ai sovesci realizzati a Giovo presso il Maso Franc e riporta i contenuti in sostanza fresca e sostanza secca. Nel caso di S. Massenza (grafico 2), il testimone è costituito da un inerbimento naturale, sviluppatosi nei filari nei quali era stato eseguito il sovescio nel In questa tesi la produzione di sostanza fresca risulta molto inferiore a quella dei sovesci, ma viene bilanciata in parte da un livello di umidità inferiore al 70%, oltre 10 punti più bassa rispetto alle essenze da sovescio. Una situazione analoga si rileva a Pergolese (grafico 3). A Pietramurata (grafico 4) la zona piuttosto fredda e le brinate di novembre hanno limitato lo sviluppo di molte specie condizionando la produzione di massa vegetale e di sostanza secca. Analoghi risultati sono stati ottenuti in altre zone collinari fredde. Queste produzioni corrispondono a quantitativi variabili da 100 a 50 q.li di sostanza secca per ettaro, ma se ne considera la metà in quanto il sovescio autunno-primaverile si applica a filari alterni e interessa quindi il 50% della Grafico 2: produzione sovesci S. Massenza, 20 maggio
8 VITICOLTURA superficie. Il coefficiente isoumico di queste matrici non è molto elevato, ma può variare dal 10 al 20-25%, il che comporta nella situazione migliore un apporto di humus di 12,5 q.li/ha di vigneto, paragonabile a quello di 250 q.li di letame bovino paglioso, o 150 q.li di letame ben compostato. Nei casi meno favorevoli gli apporti si riducono della metà. Va comunque considerato anche l apporto degli apparati radicali delle essenze che costituiscono il sovescio che rimangono nel terreno e cedono al terreno altra sostanza organica, oltre che contribuire a migliorare la struttura del suolo. Grafico 3: produzione sovesci Pergolese loc. Parti, 20 maggio 2009 Grafico 4: produzione sovesci Pietramurata loc. Prati 20 maggio 2009 conclusioni Tramite il sovescio risulta ipotizzabile una concimazione verde del vigneto finalizzata al miglioramento della fertilità biologica del terreno a tutto vantaggio della sostenibilità della coltura. Questa pratica non deve essere finalizzata ad aumentare la dotazione di elementi e dunque l impiego potrà essere praticato periodicamente. Nei prossimi anni andrà controllata la qualità delle uve, il vigore vegetativo e il contenuto di azoto minerale nel terreno durante l intera stagione. Sulla base di queste osservazioni, del tipo di terreno e della zona sarà possibile consigliare il sovescio per 1 o più anni di seguito. Devono essere verificati anche i costi in rapporto ad altre pratiche di miglioramento della fertilità ma va considerato anche l effetto sulla fertilità biologica e gli altri vantaggi del sovescio. La pratica del sovescio risulta molto interessante anche durante la stagione primaverile-estiva soprattutto per la preparazione del terreno in vista di un nuovo impianto ancor più nel caso di bonifiche agrarie in cui spesso le viti manifestano gravi problemi di crescita e di disomogeneità nei primi anni dalla messa a dimora. Un ringraziamento a Micheletti Giuliano, Mosna Vittorio, Pedrotti Giuseppe, Pisoni Stefano e Poli Alessandro per la collaborazione. 28 Fatti/previsioni Il comune di Mori ha chiesto con lettera uffi ciale al Consorzio trentino di bonifi ca di estendere la sua competenza operativa alla piana di Loppio, coltivata in prevalenza a vigneto e soggetta a frequenti esondazioni d acqua dal rio Cameras. Il direttore del Consorzio trentino di bonifi ca, Claudio Geat, ritiene che la domanda possa approdare a soluzione entro il I benefi - ciari potenziali sono una cinquantina. Per evitare allagamenti, si rendono necessari interventi di ripristino della rete di scolo resa in parte ineffi - ciente a seguito di interramento e di mancata manutenzione ordinaria. Di entrambi gli oneri si farà carico totalmente la Provincia di Trento
9 Foto presa dal catalogo I prodotti della terra. Artisti trentini fra Ottocento e Novecento edito da EsaExpo in occasione della mostra allestita a Palazzo Roccabruna (20 novembre -18 gennaio 2009). Marco Bertoldi Raccoglitori di patate ca olio su tela 140x140 Comune di Lavarone
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