SCHEDA DI LETTURA DI UN DIPINTO. Autore Ignoto TOMBA DEI LEOPARDI Datazione 480 a.c. Dimensioni Tecnica affresco su lastre di pietra Materiali

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1 SCHEDA DI LETTURA DI UN DIPINTO A - DATI PRELIMINARI Autore Ignoto Titolo TOMBA DEI LEOPARDI Datazione 480 a.c. Dimensioni Tecnica affresco su lastre di pietra Materiali Collocazione Committenza lastre di pietra e colori Necropoli di Tarquinia SCHEMA COMPOSITIVO DELL'OPERA B - DESCRIZIONE DEL SOGGETTO 1 - Soggetto è una rappresentazione raffigurativa, ovvero : 2 - Gli elementi che costituiscono l'opera è un'opera astratta Ambiente dell'opera : interno esterno Elementi in primo piano e secondo piano : elementi naturali 1 elementi di arredo 2 presenze architettoniche presenze umane 3 animali 4 oggetti 5 un paesaggio un ritratto una natura morta una scena storica una scena religiosa una rappresentazione allegorica Il banchetto non si svolge all interno, come avviene nelle raffigurazioni greche, ma all aperto. 1 - piante 2 - tre klinai 3 - tre coppie, due servitori 4 - due leopardi che si fronteggiano 5 - coppe, brocche 3 - Notizie sul personaggio o sull'avvenimento raffigurato 4 - Lettura iconografica Se è un'opera astratta : forme linee colori Spiega se è raffigurato un : ambiente noto non necessariamente noto (perché allegorico) Individua gli elementi che aiutano a riconoscere i personaggi o i concetti La scena del banchetto, è quella tipica di un momento quotidiano, sono presenti, infatti, le donne, che in Grecia non avrebbero potuto partecipare. Tutto intorno vi è una tipica abbondanza di magnifiche stoffe, rappresentate secondo la tradizionale decorazione locale. I convitati stanno sdraiati su coperte a quadri, sui giacigli conviviali, all'aria aperta, perché ci sono degli alberi dietro a loro. Scandiscono lo spazio dell immagine principale le tre klinai, i letti sopra cui si banchetta e, sopra ognuna di queste le tre coppie che partecipano al pasto.

2 Sembrerebbe quasi tutto rientrare nella tradizione greca del triclinio, e invece si nota una caratteristica atipica : ci sono le piante. I sei convitati sono audaci e pieni di vita come i danzatori, conservano dentro di sé la vita, una vita piena di bellezza e ricchezza. Giacciono a coppie, uomo e donna, sdraiati entrambi sul giaciglio, in atteggiamento curiosamente affettuoso. Le due donne a capotavola sono chiamate eteree, cortigiane, soprattutto a causa dei capelli biondi, che pare fossero una caratteristica preferita tra le donne di piacere. Gli uomini sono scuri e abbronzati, nudi fino alla cintola. Le donne, disegnate sulla roccia color crema, sono affascinanti e indossano vesti leggere, con ricchi mantelli attorno alle anche. Hanno una certa aria libera e audace e, forse, sono davvero cortigiane. C - LETTURA DELL'IMMAGINE Analisi del linguaggio visivo Il segno è istintivo controllato Il punto le le linee il definisce superfici chiaroscuro La linea è evidente continua fluida costruttiva spezzata Prevalgono andamenti La superficie è I colori sono Prevalgono continui morbidi (corpi) curvilinei (corpi) spezzati uniforme liscia variata rilevata realistici freddi e irreali caldi gradazioni di un unico colore, ovvero il piatti sfumati contrastanti timbrici armonia tra colori interrotti texturizzata e scuri chiari sovrapposti luminosi contrasti tra colori La luce è diffusa frontale radente laterale scarsa intensa La fonte di luce è a sinistra a destra nel dipinto in più punti Il volume è il chiaroscuro gradazione cromatica reso mediante la prospettiva non c'è volume Lo spazio è La struttura compositiva è aperto chiuso simmetrica asimmetrica simbolico fantastico modulare libera realistico non c'è senso dello spazio bloccata direzionata eccentrica equilibrata reso mediante la prospettiva reso mediante i colori Le figure sono lungo linee orizzontali lungo assi verticali su assi obliqui

3 D - I VALORI ESPRESSIVI DELL'OPERA 1 - Che cosa vuole finalità rappresentare significati nascosti l'autore attraverso il tema prescelto semplice descrizione Il banchetto come momento socialmente importante nella comunità è un'usanza che gli Etruschi derivano nelle sue caratteristiche principali dal mondo greco. Gli studiosi, riguardo al significato di tale raffigurazione, hanno avanzato varie ipotesi che possono riassumersi in quattro teorie fondamentali: I - Il banchetto raffigurato sarebbe la rievocazione delle cerimonie funebri tenute in onore del defunto. II - Il banchetto sarebbe l'immagine della vita dei beati nell aldilà. III - Il banchetto sarebbe il ricordo della vita terrena vissuta. IV - Il banchetto avrebbe la funzione di rallegrare il defunto durante la vita vissuta da quest'ultimo nell'aldilà, cioè nella propria tomba. 2 - Che cosa vuole rappresentare l'autore attraverso il linguaggio visivo Il soggetto è rappresentato : L'effetto d'insieme è : La rappresentazione è : in modo dettagliato a tratti sommari di movimento bloccato naturalistica : si ravvisano le forme della natura stilizzata : le forme sono semplificate idealizzata : vuole esprimere un'idea o un concetto allusivamente statico astratta : non rappresenta la realtà di fantasia : l'autore inventa liberamente forme e colori espressionista : deforma la realtà pur di comunicare l'intensità dei sentimenti L'opera comunica un senso di : calma serenità inquietudine dramma 3 - Che cosa vuole rappresentare l'autore attraverso i simboli e le allegorie i simboli le allegorie Nel frontoncino dall aspetto trapezoidale, permane la tradizione antica dei leopardi che si fronteggiano: metafora della morte. L'uomo a capo tavola tiene, tra pollice ed indice, un uovo e lo mostra alla donna con i capelli biondi sdraiata vicino a lui. L'uovo rappresenta la vita che prosegue anche nell'aldilà.

4 LA TOMBA DEI LEOPARDI a Tarquinia è una di quelle di cui si parla più frequentemente nei manuali di arte etrusca, oltre ad essere bella, infatti, è di altissimo livello stilistico. La necropoli in cui è inserita è patrimonio mondiale dell umanità UNESCO. Questa tomba datata intorno al 480 a.c., artisticamente è ancora fortemente legata alla tradizione arcaica; lo si vede dalla costruzione architettonica e, in particolare, dalla tecnica pittorica : le immagini sono bidimensionali e non c è nemmeno un tentativo di chiaroscuro. Il soffitto è a doppio spiovente, con motivo a scacchiera policromo, mentre il fascione centrale presenta motivi a cerchi colorati. In fondo, nel frontoncino dall aspetto trapezoidale, permane la tradizione antica dei leopardi che si fronteggiano: metafora della morte. Al di sotto, la scena del banchetto, è quella tipica di un momento quotidiano, sono presenti, infatti, le donne, che in Grecia non avrebbero potuto partecipare. Tutto intorno vi è una tipica profusione di magnifiche stoffe, rappresentate con la sintassi decorativa locale. Nella parete sinistra della tomba c è il corteo con i musici, e una persona con in mano delle scatolette; sull altro lato ci sono scene di danza. Scandiscono lo spazio dell immagine principale le tre klinai, i letti sopra cui si banchetta e, sopra ognuna di queste le tre coppie che partecipano al pasto. Sembrerebbe quasi tutto rientrare nella tradizione greca del triclinio, e invece si nota una caratteristica atipica : ci sono le piante. Il banchetto non si svolge all interno, come avviene nelle raffigurazioni greche, ma all aperto. Questa connotazione fa recuperare alla scena tutta la sua valenza funeraria; se questo non è un banchetto quotidiano, fatto in casa, vuol dire che celebra un occasione particolare, e probabilmente quella in cui avveniva il funerale e che seguiva l esposizione del defunto. Sulla parete di fondo si svolge una splendida scena di banchetto. I convitati stanno sdraiati su coperte a quadri, sui giacigli conviviali, all'aria aperta, perché ci sono degli alberi dietro a loro. I sei convitati sono audaci e pieni di vita come i danzatori, conservano dentro di sé la vita, una vita piena di bellezza e ricchezza. Giacciono a coppie, uomo e donna, sdraiati entrambi sul giaciglio, in atteggiamento curiosamente affettuoso. Le due donne a capotavola sono chiamate eteree, cortigiane, soprattutto a causa dei capelli biondi, che pare fossero una caratteristica preferita tra le donne di piacere. Gli uomini sono scuri e abbronzati, nudi fino alla cintola. Le donne, disegnate sulla roccia color crema, sono affascinanti e indossano vesti leggere, con ricchi mantelli attorno alle anche. Hanno una certa aria libera e audace e, forse, sono davvero cortigiane. L'uomo a capo tavola tiene, tra pollice ed indice, un uovo e lo mostra alla donna con i capelli biondi sdraiata vicino a lui, la quale allunga la mano sinistra come a toccargli il petto. Egli regge, nella mano destra, una grande coppa di vino, per la baldoria.

5 La collina dei Monterozzi, lunga circa 6 Km. e sede della principale necropoli cittadina, si estende parallela alla costa tirrenica, tra questa e l'altura della Civita dove sorgeva la città etrusca. Le tombe coprono praticamente tutto il colle, se ne conoscono più di seimila, per la maggior parte camere scavate nella roccia e sormontate da tumuli. Sono proprio questi ultimi, oggi ormai appena visibili sul terreno perché spianati dai lavori agricoli (ma, solo un secolo fa, se ne contavano più di 600), che hanno dato al colle il nome popolare ed espressivo. La serie straordinaria di tombe dipinte - ne conosciamo circa rappresenta il nucleo più prestigioso della necropoli che resta, per questo aspetto, la più importante del Mediterraneo, tanto da essere definita da M. Pallottino "il primo capitolo della storia della pittura italiana". L'uso di decorare con pitture i sepolcri delle famiglie aristocratiche é documentato anche in altri centri dell'etruria, ma solo a Tarquinia il fenomeno assume dimensioni così ampie e continuate nel tempo: esso é infatti attestato dal VII al II sec. a.c., cioè per quasi tutta la durata della vita della città. Nel settore di necropoli attualmente aperto al pubblico é possibile ammirare alcuni degli ipogei dipinti più celebri, come le tombe delle Leonesse, dei Leopardi, della Caccia e della Pesca etc. La visita della cosiddetta necropoli Scataglini, un suggestivo angolo integralmente scavato, consente inoltre al visitatore di capire come dovesse in origine presentarsi la città dei morti.

6 IL BANCHETTO IN ETRURIA Il banchetto come momento socialmente importante nella comunità è un'usanza che gli Etruschi derivano nelle sue caratteristiche principali dal mondo greco. Possediamo numerose raffigurazioni antiche di scene di banchetto, tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di contesti legati al mondo funerario, dalle pareti affrescate di tombe, come a Tarquinia, ai bassorilievi dei segnacoli funerari (stele e cippi) o delle urne cinerarie. Gli studiosi, riguardo al significato di tali raffigurazioni, hanno avanzato varie ipotesi che possono riassumersi in quattro teorie fondamentali: I - Il banchetto raffigurato sarebbe la rievocazione delle cerimonie funebri tenute in onore del defunto. II - Il banchetto sarebbe l'immagine della vita dei beati nell aldilà. III - Il banchetto sarebbe il ricordo della vita terrena vissuta. IV - Il banchetto avrebbe la funzione di rallegrare il defunto durante la vita vissuta da quest'ultimo nell'aldilà, cioè nella propria tomba. Probabilmente nessuna di queste ipotesi, presa singolarmente, può essere accettata in toto, ma ognuna contiene una parte di verità. Alcuni studiosi (S. De Marinis) interpretano le scene di convivio come rievocazione del reale banchetto che doveva essere consumato, nel giorno dei funerali e probabilmente in ricorrenze fisse, in onore del defunto, presso o all interno della tomba medesima. Per alcune raffigurazioni di banchetti, come quelle della Tomba della Caccia e Pesca a Tarquinia, non si devono ricercare significati particolari, ma visti i contesti delle pitture in un ambito di vita quotidiano, queste scene vanno interpretate come strettamente legate alla vita di ogni giorno. La seconda ipotesi, evidenziata da alcuni studiosi, non risulta valida per i monumenti funebri del VI-V secc. a.c. Infatti, nelle tombe di questo periodo non vi sono elementi che indichino che l azione si svolge nell aldilà. Più tardi, per rappresentare il banchetto negli Inferi, troviamo raffigurate le divinità stesse, come Ade e Persefone della Tomba Golini I di Orvieto (TR) percorso. Spesso, accanto alla stanza funeraria, nei sepolcri antichi si trovano una sala da pranzo e persino una cucina. Gli scavi archeologici hanno talvolta rivelato l esistenza diletti da banchetto (klìnai) tutt intorno alla tavola su cui venivano a celebrare i parenti del defunto. L antichità di questi usi funerari è attestata dal fatto che, talvolta, attorno alla tavola funebre si trovano sedie (e non letti) eredità di epoche in cui si mangiava ancora sdraiati. Dai dati archeologici è infatti evidente che il banchetto etrusco subì un evoluzione nel corso del tempo. Se esaminiamo il cinerario di Montescudaio (PI) (Museo Archeologico - Topografico, sala di Pisa), del VII secolo a.c., vediamo, realizzata plasticamente sul coperchio dell ossuario, una piccola tavola rotonda apparecchiata alla quale sta seduto in trono (lo schienale di questo è perduto) un uomo; accanto a lui è riprodotta una piccola figura femminile, probabilmente una serva. Il grande vaso che si trova di fronte al gruppo, simile al cratère greco, serviva per mescolare l'acqua con il vino nel corso del banchetto.

7 Questo tipo di banchetto è molto diverso da quello che appare raffigurato nel corso del VI e del V secolo a.c., per esempio sulla cassa di un urna proveniente da Chiusi oppure sulla base cilindrica di un cippo funerario proveniente dal medesimo territorio. I convitati sono distesi sulle klìnai; davanti a loro compaiono le tavole su cui sono disposte le vivande e i servitori pronti ad accudirli. Vi sono anche suonatori che allietano i commensali, i cani pronti a raccogliere gli avanzi della mensa e alcune decorazioni vegetali per la sala: ramoscelli e ghirlande. Quest ultime - simbolo funerario - appese alle pareti della sala e tenute in mano da qualche commensale oppure portate agli invitati dai servitori, fanno pensare piuttosto a un immaginario banchetto avvenuto nell oltretomba che a uno reale. Possiamo presupporre, che anche i conviti terreni non fossero molto diversi da quelli attribuiti all aldilà. L evoluzione nella tipologia del banchetto è dovuta al successivo influsso greco orientale, giunto in Etruria a partire dalla metà del VI secolo a.c. Da questo momento in poi si perde l originario carattere famigliare evidenziato dal cinerario di Montescudaio (PI). I banchettanti, in seguito, risulteranno distesi sulle klìnai a coppia, appoggiati col gomito sinistro su di un cuscino, in un ambientazione vivacizzata dalla raffigurazione di animali: non solo il cane, come in Grecia, ma anche oche, anatre ecc. Flautisti e danzatori fanno parte integrante del banchetto, come nella tradizione greca. Gli scrittori antichi spesso esagerarono riferendo dei licenziosi costumi etruschi. Posidònio di Apamea, filosofo e scienziato greco del II-I secc. a.c., evidenzia che gli Etruschi mangiavano due volte al giorno, un vero lusso per un greco (dal momento che in Grecia il pranzo di metà giornata era frugale). Evidentemente, Posidonio generalizza questo discorso a tutta la società etrusca, mentre probabilmente esso era valido solo per i ceti più abbienti, che potevano ostentare così la loro ricchezza. Il coperchio di sarcofago tradizionalmente denominato dell obeso è diventato il simbolo dell obesus etruscus di cui scrivono Virgilio (Georgiche, II, 193) e Catullo (39,11) ma, certo, gli aristocratici etruschi non dovevano risultare tutti così e il nostro coperchio andrà piuttosto considerato un ritratto tipologico, vòlto a compiacere aspettative di status. Un altro aspetto peculiare del banchetto etrusco che scandalizzò letteralmente gli scrittori greci è la presenza della donna di condizione sociale libera fra i convitati, spesso al fianco del consorte. In Grecia, infatti, le uniche donne che partecipavano a queste manifestazioni erano etère o schiave, mai le legittime spose degli invitati. Durante il banchetto, inoltre, non mancavano i giochi, tra i quali erano particolarmente popolari quello dei dadi e quello del kòttabos, quest'ultimo arrivato dalla Sicilia e assai in voga nel IV secolo a.c.. GLOSSARIO Klìne (plurale klìnai) - Vocabolo greco per indicare in generale il letto, talvolta da banchetto.

8 Kòttabos - Gioco che consisteva nel colpire con il vino contenuto in una coppa un disco di metallo messo in equilibrio sudi un asta. Etèra - Termine usato nel mondo greco per indicare una cortigiana libera nel comportamento e in possesso di certo gradodi cultura, superiore a quello delle altre donne. Posidònio di Apamea - Filosofo e scienziato greco ( a.c.) originario della città siriaca di Apamea. Suo maestro fu lo stoico Panèzio. Delle sue opere ci sono pervenuti ventitre titoli e una serie di frammenti.

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