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1 società testo a cura della redazione foto di Stefano Pesarelli In Tanzania una latteria sociale La fabbrica dellatte 22 africa numero

2 produce salute e lavoro A Nyombe, in una regione arretrata ma ricca di pascoli, centinaia di allevatori hanno migliorato le condizioni di vita delle loro famiglie grazie a un piccolo caseificio, realizzato con aiuti italiani Si chiama Kiwanda cha maziwa, in lingua locale La fabbrica del latte. È un iniziativa di solidarietà promossa in Tanzania da un associazione di volontariato bolognese, il Cefa, in collaborazione con il gruppo industriale Granarolo. Il piccolo caseificio realizzato nel distretto di Nyombe è il cuore pulsante di un progetto più vasto e ambizioso - denominato Africa Milk Project - che punta a sviluppare una vera e propria filiera del latte, capace di valorizzare il lavoro di circa quattrocento piccoli allevatori, migliorando al tempo stesso l alimentazione della popolazione locale. La latteria sociale produce latte fresco di ottima africa numero

3 società TANZANIA È il più grande Paese dell Africa orientale. Grande e complesso. Malgrado goda da molti anni di stabilità politica e sviluppo economico, la Tanzania deve ancora risolvere gravi problemi sociali. Solo il 40% della popolazione ha l elettricità, il 61% vive in condizioni di povertà, il 38% non ha accesso all acqua potabile. L aspettativa di vita è di 49 anni, 11 bambini su 100 non raggiungono i 5 anni di età. Solo il 5% delle strade è asfaltato e 1 tanzaniano su 3 deve camminare almeno mezz ora per arrivare a un pozzo d acqua. Il 28% degli adulti risulta essere analfabeta, mentre il tasso di abbandono scolastico durante la scuola primaria raggiunge il 57%. La popolazione bovina, composta tradizionalmente da zebù, è stata arricchita di mucche da latte. Nel distretto di Nyombe vi è un ampia disponibilità di foraggio per le mucche da latte 24 africa numero

4 qualità, integro e sicuro, che viene distribuito con successo sul territorio. «Il prodotto proviene solo da bestiame vaccinato e controllato da veterinari», puntualizza Marco Benassi, direttore del Cefa. «Gli allevatori beneficiano di un adeguata formazione, attraverso incontri e seminari, e naturalmente godono di un reddito dignitoso». Per ogni litro consegnato al caseificio, guadagnano 425 scellini, 100 in più di quanto viene percepito dai produttori di altre zone del Paese. A beneficiare del progetto non sono solo Un camion frigorifero usato per il trasporto del latte fino e Dar es Salaam, la capitale economica. Il progetto ha spinto i produttori a creare una cooperativa denominata Njolifa (Njombe Livestock Farmers Association) africa numero

5 società Un operaia tra due bacini in acciaio usati per la produzione della mozzarella Fino a pochi anni fa i bambini di Nyombe venivano nutriti con il latte in polvere, che però veniva diluito nell acqua sporca provocando seri problemi alla salute dei piccoli. SOSTIENI IL PROGETTO La latteria sociale di Nyombe, in Tanzania, è promossa dal Cefa, un organizzazione non governativa di volontariato internazionale fondata nel 1972 da alcune cooperative agricole bolognesi. Il progetto può essere sostenuto da chiunque: per esempio è possibile adottare a distanza una classe di alunni tanzaniani, per garantire la distribuzione di un pasto completo giornaliero nelle mense scolastiche di Nyombe. Dove, ovviamente, non manchi il latte africa numero

6 c è anche la donna lattuga Il Kenya che non ti aspetti fare notizia, di recente, è stata una donna che i media keniani hanno A battezzato Lady Lattuga. A luglio la signora Michelle Odhiambo, attivista dell associazione People for the Ethical Treatment of Animals, si è confezionata un abito vegetale, intrecciando foglie di insalata e spinaci, ed è scesa in strada per protestare contro il consumo di carne che, a suo dire, «uccide animali innocenti e contribuisce ad affamare la povera gente». Lo scorso dicembre la vibrante capitale keniana ha ospitato il primo congresso delle associazioni vegetariane dell Africa centrale e orientale. E sempre a Nairobi si terrà nel 2014 un analoga kermesse a livello continentale. Pare che il movimento vegetariano, nelle sue varie versioni e scuole di pensiero, stia prendendo piede a sud del Sahara. Dal Sudafrica alla Nigeria, dal Togo all Etiopia si moltiplicano le associazioni che boicottano il consumo della carne e del pesce, promuovendo in cucina l uso esclusivo di verdure, cereali, funghi e soia (importata, ovviamente, dai cinesi). In Africa, a dire il vero, non è difficile trovare nuovi seguaci della dieta meat-free: almeno 400 milioni di persone, rivela la Fao, sopravvivono ogni giorno con poveri pranzi a base di polente o riso conditi da brodi vegetali: vegetariani per forza. International Vegetarian Union: Il latte viene consegnato in appositi centri di raccolta. Gli allevatori, in genere, possiedono da una a cinque mucche e i profitti derivanti dall allevamento di un singolo capo si aggirano sui 40mila scellini al mese (circa 21 euro) i mandriani ma anche i dipendenti dello stabilimento - in tutto circa mille famiglie tanzaniane - che pastorizzano il latte bovino e lo lavorano per produrre yogurt e formaggi. L attività ha avuto un sorprendente successo commerciale. I negozi e i ristoranti di Dar es Salaam si contendono mozzarelle, provoloni e caciotte, e la produzione viene regolarmente esaurita. «Entro la fine del 2012, l intero progetto sarà gestito in piena autonomia dai lavoratori tanzaniani», puntualizza Benassi. «Perché questa è la nostra priorità: fornire alle popolazioni del posto strumenti e capacità in grado di migliorare il reddito famigliare, salvaguardare il territorio e garantire la distribuzione di un alimento che soprattutto per i bambini non ha eguali». Le donne hanno un ruolo importante nella cooperativa, tanto che oggi le allevatrici sfiorano il 50% e si contano diversi gruppi composti di sole donne africa numero

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