DECRETO SVILUPPO: UN ANNO DOPO

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1 Ministero dello Sviluppo economico DECRETO SVILUPPO: UN ANNO DOPO Francesco Pacifici Segreteria Tecnica del Ministro Ancona, 2 dicembre 2013

2 Le imprese devono diversificare le proprie fonti di finanziamento rispetto al canale bancario «Il risparmio deve affluire alle imprese attraverso un ritorno alla crescita del credito bancario ma anche con un maggiore accesso diretto al mercato dei capitali che riduca la dipendenza dalle banche. Si tratta di recuperare un ritardo strutturale del nostro sistema finanziario In rapporto al Pil (i prestiti alle imprese) sono passati da più del 59 per cento nel novembre del 2011 a circa il 55 nel settembre del La sfavorevole congiuntura continua a pesare sia sulla domanda sia sull offerta di prestiti; quest ultima risente dell aumento del rischio di credito delle imprese e dei connessi fenomeni di selezione avversa... Le difficili condizioni del credito rendono necessario il ricorso a canali alternativi per finanziare imprese solide e con buone prospettive di crescita. Offrendo i servizi necessari ad accompagnare queste imprese sul mercato dei capitali, le banche possono sostenere i propri ricavi e al tempo stesso ridurre i rischi; andranno evitati conflitti di interesse L allocazione efficiente del risparmio è condizione necessaria affinché la nostra economia possa collocarsi stabilmente su un sentiero di crescita equilibrata. Richiede un sistema finanziario vitale, in grado di sostenere l iniziativa imprenditoriale e l innovazione, di alimentare un circolo virtuoso tra crescita economica e risparmio.» Ignazio Visco, Governatore della Banca d Italia Giornata Mondiale del Risparmio del 2013 Roma, 30 ottobre

3 che eroga una quota elevata di risorse nel confronto internazionale Struttura finanziaria delle imprese (dati 2011) 100% 5% 80% 27% 25% 23% 24% 60% 15% 24% 28% 13% 44% Debiti commerciali Equity Prestiti a MLT 40% 36% 29% 28% 55% 18% Prestiti a BT Titoli di debito 20% 0% 22% 11% 18% 17% 10% 7% 12% 4% 4% 1% Italia Francia Germania Spagna Regno Unito 3

4 Le risorse disponibili negli ultimi anni non sono state investite in maniera ottimale L economia italiana ha perso slancio negli ultimi vent anni principalmente a causa della riduzione registrata dalla produttività manifatturiera (misurata in termini di Total Factor Productivity TFP) Il motivo di questa perdita di dinamismo è riconducibile ad una errata politica di investimento delle risorse, che sono state indirizzate prevalentemente verso i settori con la minore produttività 4

5 Dopo anni di credito facile (e male allocato), èarrivato il credit crunch Prestiti alle società non finanziarie e principali driver della domanda di credito (giugno 1998=100) Prestiti alle società non finanziarie Investimenti fissi Produzione industriale L entrata nell UEM ha reso più facile l accesso al credito Il credito è divenuto commodity e variabile indipendente Il banco centrismo è aumentato Il credito bancario nel nostro Paese per molti anni, a partire dal 2000, ècresciuto in misura ben superiore alla dinamica dei fondamentali economici (investimenti, produzione). Come si èvisto, queste risorse sono state male allocate Dal picco di novembre 2011 si sono persi 86 miliardi di credito bancario alle imprese, 41 miliardi solo negli ultimi 12 mesi Il deleveraging degli attivi potrebbe assumere connotati ancora più ampi. Solo per effetto di Basilea 3, gli impieghi al settore privato in Italia potrebbero 5 contrarsi di miliardi (stime rispettivamente di McKinsey e di Morgan

6 e l incremento dei costi di finanziamento per le imprese 8 Tassi sui prestiti fino a 1 milione da 1 a 5 anni di durata alle società non finanziarie (%) Spagna Italia Germania Francia L incremento dei tassi sui titoli di Stato italiani ha avuto anche la conseguenza di peggiorare le condizioni creditizie per le imprese, in precedenza allineate a quelle praticate in Germania e in Francia Anche le imprese che riescono ad accedere al credito, quindi, si trovano in una condizione difficile sullo scenario competitivo internazionale, pagando rispettivamente 180 e 210 p.b. in più rispetto alle concorrenti tedesche e francesi 6

7 La triplice tenaglia che comprime gli impieghi L attuale scenario regolamentare e macroeconomico nel quale operano le banche italiane limita fortemente la capacità di erogare credito. Le criticità: L entrata in vigore della normativa di Basilea 3, con requisiti patrimoniali e vincoli alla gestione della liquidità più severi e pro ciclici, si èrivelata una occasione mancata per orientare maggiormente il nostro sistema bancario verso il mercato. L adozione dei rating interni e di modalità quasi automatiche di valutazione del merito creditizio, ha indebolito la capacità delle banche di valutare i profili di rischio, con il risultato di accrescere il risk warehousing L incremento delle sofferenze e dei crediti problematici, effetto di una crisi economica che ha fortemente ridotto la capacità dei prenditori di far fronte alle obbligazioni contratte. Secondo gli ultimi dati della Banca d Italia, a settembre 2013 le sofferenze lorde sfiorano i 145 miliardi di euro, quelle nette superano i 75 miliardi (che rappresentano il 3,8% degli impieghi) Il permanere di uno strutturale funding gap tra raccolta e impieghi, in particolare per quanto riguarda le esposizioni a lungo termine, a causa del flight to quality degli investitori internazionali 7

8 La struttura del debito delle imprese necessita quindi di un ripensamento di portata storica L eccessiva dipendenza delle imprese dal canale bancario per l ottenimento di risorse finanziarie deve essere rapidamente superata. Ènecessario individuare una exit strategy per il nostro sistema produttivo, puntando su: Una cornice normativa e fiscale più favorevole all incremento del capitale investito nel nostro tessuto imprenditoriale. Strumenti come l ACE e le obbligazioni subordinate e partecipative costituiscono un incentivo importante per la capitalizzazione delle imprese e vanno quindi potenziati Una valorizzazione delle tecniche di valutazione del credito, per ridurre il risk warehousing da parte delle banche ed evolvere verso assetti di intermediazione maggiormente orientati al mercato La finanza d impresa nel contesto competitivo globale nel quale operano oggi le nostre imprese rappresenta una fondamentale e imprescindibile leva competitiva 8

9 I Decreti Sviluppo hanno cambiato lo scenario di riferimento Con i due Decreti Sviluppo nel 2012 sono stati introdotti gli strumenti per aprire un circuito d intermediazione diretto tra risparmio e investimento In particolare, sono stati rimossi molti ostacoli all accesso e alla sollecitazione al mercato dei capitali da parte di emittenti finora esclusi, come le imprese non quotate anche di media e piccola dimensione L obiettivo è quello di indirizzare stabilmente parte delle risorse a lungo termine (previdenza, accumulazione, investimento) disponibili nel sistema finanziario, finora prevalentemente investite in asset sovereign o corporate estero, verso una nuova asset class: le obbligazioni emesse di medio/grandi imprese non quotate e dalle PMI nazionali. Il meglio del nostro tessuto imprenditoriale ( Quarto Capitalismo ), un universo composto da 5 15 mila imprese, diviene così visibile sui radar degli investitori nazionali e internazionali I bond emessi dalle imprese italiane costituiscono un interessante opportunità in particolare per gli investitori internazionali alla ricerca di rendimenti elevati. Il Piano Destinazione Italia intende sfruttare al meglio questo potenziale 9

10 per diverse tipologie di imprese Le nuove normative non si applicano soltanto all universo delle microimprese e a quelle prive di una forma societaria adeguatamente strutturata per il ricorso al mercato dei capitali Medesimo trattamento fiscale Diverso trattamento Cd grandi emittenti (società quotate) Grandi imprese Medie e piccole imprese Microimprese, società di persone, cooperative, artigiane, familiari 10

11 perseguendo alcuni importanti obiettivi per il nostro tessuto economico Le finalità della riforma introdotta con i Decreti Sviluppo sono numerose: Liberalizzazione della finanza d impresa per aumentare la competizione nel settore finanziario e per ridurre il costo del credito per le imprese Riduzione della dipendenza del tessuto produttivo dal credito bancario e dal credito a breve termine, instaurazione di rapporti più strutturati e di lungo periodo tra banche e clienti Meno risk warehousing per le banche e maggiori opportunità di finanziamento per le imprese Incremento dei volumi intermediati dal mercato dei capitali, creazione di una specifica asset class per il Corporate Italia Rafforzamento della dotazione patrimoniale delle imprese e riduzione dei vincoli finanziari alla crescita 11

12 I contenuti della riforma In concreto, le misure previste dai Decreti Sviluppo hanno disciplinato l emissione di strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio lungo termine (obbligazioni), anche a contenuto partecipativo Sono stati eliminati i limiti previsti dall articolo 2412 del codice civile (doppio del capitale sociale) alle emissioni obbligazionarie quotate da parte delle società per azioni È stata estesa anche alle società non quotate che emettono titoli di debito: la deducibilità degli interessi passivi secondo le stesse regole previste per le società quotate, con riferimento ai titoli quotati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, ovvero a quelli sottoscritti da investitori qualificati che non detengano più del 2% del capitale la deducibilità dei costi di emissione l esenzione della ritenuta alla fonte sui proventi corrisposti su titoli negoziati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di Stati membri dell UE o di Paesi in White List, allo scopo di evitare una 12 doppia imposizione

13 Risultati già raggiunti Issuer Issue Rating Issue Date Coupon (%) Size ( mln) Fincantieri SpA NR/NR nov-13 3,9 300 Marcolin Spa B2/B- nov-13 8,5 200 Filca Cooperative BBB+ set-13 6,0 9 Cassa del Trentino SpA A3/NR ago-13 3,5 70 Primi sui Motori SpA NR/NR ago-13 9,0 1,7 Manutencoop Facility Management SpA B2/B+ lug-13 8,5 425 Gamenet SpA B1/B+ lug-13 7,3 200 Salini Costruttori SpA NR/BB- lug-13 6,1 400 Ferrovie dello Stato SpA BBB/BBB+ lug-13 4,0 750 CAAR SpA NR/NR lug-13 6,5 3 Sisal Holding Istituti di Pagamento B1/BB- mag-13 7,3 275 Buscaini Srl NR/NR apr-13 7,0 10 Wind Acquisition Finance SA* Ba3/BB- apr-13 FRN 150 Wind Acquisition Finance SA* Ba3/BB- apr-13 6,5 550 (**) Team System Holding SpA B2/B apr-13 7,4 300 Zobele Holding SpA B2/B gen-13 7,9 180 Cerved Technologies SpA B2/B gen-13 FRN 250 Cerved Technologies SpA B2/B gen-13 6,4 300 Cerved Technologies SpA B3/CCC+ gen-13 8,0 230 Rottapharm Ltd* Ba3/BB- nov-12 6,1 400 Guala Closures SpA B1/B nov-12 FRN 275 Nota: (*) Emissioni da veicolo estero (**) importo in dollari Queste misure, entrate pienamente in vigore alla fine del 2012, hanno già reso possibili numerose operazioni di emissione, di diversa taglia dimensionale In genere le singole emissioni ammontano a qualche centinaio di milioni di euro, ma anche le imprese più piccole iniziano a fare ricorso al mercato L entità complessiva delle emissioni ha superato quota 5 miliardi. Diverse operazioni sono in corso di strutturazione e saranno perfezionate a breve In molti casi, le emissioni sono finalizzate ad allungare l orizzonte temporale dei finanziamenti e a ridurne gli oneri, in confronto con fonti alternative 13

14 Prossimi passi: gli strumenti Allo scopo di rafforzare la capacità degli emittenti più piccoli di intercettare flussi finanziari anche internazionali, diversi investitori stanno costituendo dei Fondi dedicati all investimento nei mini bond. Il meccanismo di funzionamento di tali strumenti può ricalcare questo schema: Banca originator SGR Quote Senior GARANZIE BEI PMI emittenti mini bond Sottoscrizione Mini bond Fondo che investe in mini bond Prezzo di Sottoscrizione Quote Quote Mezzanine Quote Junior Fondo europeo per gli investimenti Banca originator, fondi di garanzia pubblici (?) 14

15 Prossimi passi: le facilitazioni fiscali L obiettivo di ampliare la diffusione degli strumenti di finanza d impresa oggetto della riforma viene perseguito anche attraverso specifiche misure di eliminazione di vincoli di natura fiscale: Rimodulare in senso agevolativo la fiscalità indiretta sui finanziamenti garantiti (ipoteche, pegni su azioni, su quote di Srl, su inventario e su proprietà intellettuale), bancari e non. Si prevede un particolare impatto di una tale misura sulle emissioni di bond di entità più piccola, ossia i mini bond, che con ogni probabilità saranno emessi in forma secured Estendere la possibilità di costituire un privilegio speciale sui beni mobili destinati all esercizio dell attività di impresa, attualmente previsto solo per i crediti bancari, anche a garanzia dei titoli obbligazionari. Viene così data la possibilità alle imprese che intendono emettere bond di evitare il ricorso a forme di garanzia alternative, come le ipoteche immobiliari Disapplicare la ritenuta d acconto sui proventi corrisposti ai fondi obbligazionari chiusi detenuti da investitori qualificati, realizzando l obiettivo di rendere fiscalmente neutro l intervento di tali fondi 15

16 Prossimi passi: gli interventi normativi Stanno per essere presentati alcuni interventi normativi, sempre finalizzati a facilitare ulteriormente l utilizzo dei nuovi strumenti: Rivitalizzare le cartolarizzazioni, semplificando le relative procedure (ad esempio, viene meno la necessità di cessione in blocco dei crediti) ed estendendo l applicazione della specifica disciplina anche alle operazioni aventi ad oggetto le obbligazioni e i titoli similari, con l effetto atteso di consentire la creazione di nuovi veicoli di investimento operanti come sottoscrittori di tali obbligazioni Accrescere la diffusione delle obbligazioni,dei relativi titoli cartolarizzati, nonché delle quote dei fondi che investono prevalentemente in tali obbligazioni, nei portafogli degli investitori istituzionali, rendendoli ammissibili come attivi a copertura delle riserve tecniche delle imprese di assicurazione e compatibili con le disposizioni in materia di limiti di investimento per i fondi previdenziali Includere tra le attività idonee come garanzia delle obbligazioni collateralizzate emesse dalle banche (complementari ai covered bonds ), anche le obbligazioni societarie detenute e i crediti alle PMI 16

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