DOMANDE di RIEPILOGO
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- Paolina Leoni
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1 DOMANDE di RIEPILOGO UNITA C - LA STRUTTURA DEL BILANCIO Lez2 Il capitale dell impresa Definizioni alternative di capitale Domanda 1 Chiarire il duplice significato di capitale per l impresa. Il capitale nell impresa può essere osservato da due angolazioni: 1. come impiego in forme alternative di attività (per es. attività operative, inerenti alla produzione/commercializzazione di beni realizzati dall impresa, e attività finanziarie inerenti al possesso di liquidità e varie tipologie di titoli); 2. come finanziamento mediante forme alternative di passività (per es. capitale azionario, fornito dai proprietari dell impresa, debiti finanziari concessi dagli intermediari creditizi e autofinanziamento proveniente dall accumulo di profitti non distribuiti). Domanda 2 Quali obiettivi rispecchiano le diverse definizioni di capitale dell impresa secondo i soggetti che lo domandano (i managers) o che lo forniscono (i proprietari e i creditori)? Per i managers che sono preposti alla gestione dell impresa è centrale l autonomia finanziaria (l autofinanziamento), allo scopo di essere il più possibile indipendenti dai condizionamenti del mercato dei capitali nel perseguire i loro obiettivi di crescita dell impresa e di stabilità del controllo; per i proprietari invece è fondamentale una definizione che rifletta l assunzione dei rischi (capitale di rischio e indebitamento), finalizzata alla massimizzazione del profitto ossia del valore dell impresa; per le banche infine è importante focalizzare l attenzione sulla liquidità dell impresa e sulle garanzie di restituzione del capitale, che consentono di depotenziare il rischio del credito.
2 Il capitale in ottica manageriale Domanda 1 A quali aree viene collegato il capitale dell impresa da parte dei managers, allo scopo di prendere decisioni e condurre la gestione aziendale? Le due aree su cui i managers dedicano costantemente la propria attenzione sono: l area operativa, che riguarda l attività di produzione e vendita di beni e servizi; l area finanziaria, che contempla sia la diversificazione del capitale (tra attività alternative operative e finanziarie), allo scopo di depotenziare il rischio, sia l acquisizione di risorse dal mercato, allo scopo di finanziare le attività, minimizzando i costi in presenza di rischi specifici relativi alle diverse passività. Domanda 2 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni del capitale dal lato degli impieghi: KI = AT POC = KO + AF KO = AO POC = AOI + KOC KOC = AOC POC Il capitale investito (lordo) si ottiene detraendo dalle attività totali le passività operative circolanti (debiti commerciali e altre passività operative), allo scopo di separare il capitale investito in due componenti: il capitale operativo e le attività finanziarie, in sintonia con le due aree decisionali e gestionali sulle quali si focalizza il management dell impresa. La citata deduzione delle passività operative circolanti viene ovviamente effettuata dall insieme delle attività operative dell impresa, allo scopo di ottenere una misura netta di tali attività, che viene definita capitale operativo. Quest ultimo comprende sia le attività operative immobilizzate (immateriali e materiali), sia la componente a breve termine, definita capitale operativo circolante. Il capitale operativo circolante è ottenuto come differenza tra le attività operative circolanti (magazzino, crediti commerciali e altre attività operative) e le passività operative circolanti suddette, con lo scopo di pervenire a una misura netta del capitale operativo a breve termine. Domanda 3 Come i managers effettuano la scelta di ripartire il capitale investito tra componente operativa e componente finanziaria? E come i proprietari dell impresa vorrebbero che avvenisse la scelta?
3 I managers cercano una struttura ottimale del capitale (o meglio soddisfacente, date le condizioni di razionalità limitata nell ambito delle quali prendono le decisioni), tenendo conto sia del rendimento, sia del rischio delle attività operative e di quelle finanziarie: una alta avversione al rischio operativo li induce a scegliere una struttura con elevata incidenza delle attività finanziarie, accrescendo le partecipazioni (diversificazione operativa) o la liquidità (diversificazione finanziaria) per contenere il rischio operativo e di razionamento del credito. I proprietari vorrebbero invece che i managers si concentrassero sull attività operativa e che non diversificassero le componenti del capitale investito, allo scopo di valutare meglio il rischio dell attività svolta dall impresa e, in base a questa informazione, scegliere la struttura ottimale del proprio portafoglio, che rifletta la propria avversione al rischio senza dover considerare anche quella dei managers. Domanda 4 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni del capitale dal lato del finanziamento: KI = PAF = FE + FI FE = KS + DF FI = FD + (KN KS) = FD + (RS + RU + RE) Il capitale investito (lordo), dopo aver dedotto dalle passività la componente operativa circolante (debiti commerciali e altre passività operative), corrisponde all insieme delle passività finanziarie. Il capitale investito dal lato del finanziamento nell ottica manageriale viene distinto in fonti di finanziamento esterne e fonti di finanziamento interne, allo scopo di isolare la parte di capitale raccolto dal mercato (capitale sociale versato e debiti finanziari) da quella derivante dall accumulo di profitti lordi non distribuiti (autofinanziamento). Quest ultima corrisponde all insieme dei fondi (ammortamento, spese e rischi futuri e relativi al personale) e della parte di capitale netto costituita dalle riserve, dal residuo utili degli esercizi precedenti (al netto delle perdite pregresse) e dal reddito dell esercizio. Domanda 5 Come i managers effettuano la scelta di finanziare il capitale investito mediante ricorso al mercato o all autofinanziamento? I managers cercano una struttura ottimale dei finanziamenti (o meglio soddisfacente, date le condizioni di razionalità limitata nell ambito delle quali prendono le decisioni), tenendo conto sia del costo, sia del rischio di ciascuna fonte finanziaria alternativa: la preferenza è per una struttura con elevata incidenza delle fonti interne, che assicurano assenza di costi fissi per la remunerazione del capitale e minori condizionamenti dal mercato. (continua)
4 La scelta fra capitale sociale e debiti finanziari dipende invece dai costi relativi (il costo dell indebitamento è minore del costo del capitale azionario) e dai rischi impliciti alle due fonti. In genere si preferisce massimizzare l indebitamento, preservando però una quota di capitale sociale adeguata a depotenziare gli svantaggi connessi ai costi fissi del debito e al rischio di un suo razionamento. Domanda 6 Quali fattori spiegano le differenze osservate nella struttura del capitale investito delle diverse imprese? I fattori principali che differenziano la struttura del capitale di imprese diverse sono di natura sia oggettiva (caratteristiche tecnologiche del settore e dimensione aziendale), sia soggettiva (le preferenze manageriali e i condizionamenti provenienti dai finanziatori esterni), sia di mercato (ciclo economico e grado di concorrenza). Domanda 7 Il capitale operativo circolante è sempre positivo nelle imprese? Il capitale operativo circolante può risultare negativo, se le passività operative circolanti eccedono le attività operative circolanti. Questa possibilità è reale nella grande distribuzione commerciale, ove il grado d integrazione verticale è molto basso e i clienti pagano in contanti, mentre i fornitori sono pagati con dilazione. Oppure può scaturire da scelte manageriali volte a finanziarsi con il capitale circolante, minimizzando le scorte di magazzino (con tecniche just in time), accelerando gli incassi e decelerando i pagamenti. Solo in casi estremi il valore negativo del capitale operativo circolante eccede (in valore assoluto) il valore positivo delle attività operative immobilizzate, creando una situazione anomala di negatività del capitale operativo investito. In questo caso particolare è opportuno analizzare la composizione del capitale investito prima di dedurre dalle attività le passività operative circolanti. Domanda 8 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni del capitale: KIT = KI ATI = KOT + AF KOT = KO ATI = KT + KOC KIT = FE + FIT, ove FIT = FI ATI
5 Le relazioni ripropongono quelle indicate nelle precedenti domande 2 e 4 di questa sezione con un unica variante: da entrambi i lati sono state dedotte le attività immateriali o intangibili, a causa dell elevata soggettività implicita nella loro valutazione. Si ottiene così, dal lato degli impieghi, il capitale investito tangibile e il capitale operativo tangibile, quest ultimo comprendente solo le immobilizzazioni materiali (il capitale tecnico) e il capitale operativo circolante; dal lato dei finanziamenti, la deduzione è stata effettuata dalle fonti interne, ridefinendole come fonti interne tangibili
6 Il capitale secondo l ottica proprietaria Domanda 1 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni del capitale: KIN = KI FD = KON + AF KON = KO FD KIN = KN + DF Se deduciamo tutti i fondi dal capitale investito (lordo) e dal capitale operativo (lordo) perveniamo a misure nette degli stessi concetti di capitale; dal lato dei finanziamenti residuano il patrimonio netto e i debiti finanziari. Questa struttura del capitale è in sintonia con l ottica dei proprietari dell impresa, in quanto alla separazione tra area operativa e finanziaria negli impieghi contrappone l assetto proprietario del finanziamento: il capitale proprio o di rischio dei soci e l indebitamento verso i terzi, che comporta per l impresa un onere fisso e il vincolo di rimborso. Domanda 2 Quale struttura del capitale desiderano i creditori e i proprietari dell impresa? I creditori vorrebbero un elevata quota di patrimonio netto allo scopo di ridurre la probabilità d insolvenza e fallimento dell impresa, in quanto un eccesso d indebitamento potrebbe impedire al management di onorare il contratto per il servizio (gli interessi) e il rimborso del prestito. I proprietari sono invece in linea di principio indifferenti alla composizione dei finanziamenti, purché l impresa remuneri il patrimonio dei soci in proporzione al rischio finanziario crescente che si accollano con l aumento dell indebitamento. Nella realtà i proprietari preferiscono una struttura fortemente indebitata, in quanto in base alla legislazione vigente gli interessi sono deducibili dal reddito fiscale (sul quale si commisurano le imposte), purché però non si esasperi tale scelta, rischiando il fallimento in caso di difficoltà economico-finanziarie dell impresa. Domanda 3 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni del capitale: KON = KN + DN DN = DF AF Le relazioni coincidono con quelle indicate nella domanda 1 di questa sezione, con una semplificazione: le attività finanziarie sono state tolte dal lato degli impieghi, lasciandovi solo il capitale operativo netto, per dedurle dai debiti finanziari sul lato dei finanziamenti, allo scopo di pervenire al concetto di indebitamento finanziario netto. Nell ottica dei proprietari questa modifica trova la sua motivazione nell ipotesi che le attività finanziarie abbiano la stessa natura dei debiti
7 finanziari e che siano di entità non rilevante. Spesso invece le preferenze manageriali contrastano questa ipotesi e comportano un valore negativo dell indebitamento finanziario netto, sconsigliando così di effettuare questa semplificazione.
8 Il capitale secondo l ottica bancaria Domanda 1 Si commentino e si memorizzino le seguenti classificazioni per destinazione: ATN = AT FA = AIN + AC AIN = ATI + KTN + AFI, ove KTN = KT FA ATN = PPN + PC PPN = KN + (FD FA) + DFL Le precedenti relazioni ripropongono quelle indicate nella domanda 3 relativa alla classificazione delle attività e nella domanda 3 relativa alla classificazione delle passività, entrambe inserite alla fine della lezione precedente. L unica variante sta nell aver sottratto il fondo ammortamento dalle attività totali (dalle attività immobilizzate e in particolare dal capitale tecnico) e dalle passività permanenti, allo scopo di definire concetti di attività e passività nette. Sono queste le relazioni su cui si incentra l attenzione degli istituti creditizi, volti alla ricerca di un equilibrio tra fonti e impieghi dell impresa in base alla scadenza, allo scopo di erogare il credito senza incorrere in rischi eccessivi d insolvenza. Le condizioni richieste dalle banche non sono però rigide, ma differenziate a seconda della dimensione e della reputazione dell impresa e delle garanzie di terzi che essa può fornire. Domanda 2 Definire il capitale circolante netto e spiegarne la rilevanza nella concessione del credito. KCN = AC PC = PP AI = PPN AIN. Il capitale circolante netto è una misura della capacità dell impresa a fronteggiare i suoi debiti a breve termine (le passività correnti) con impieghi convertibili in moneta nel breve periodo (le attività correnti). Necessariamente questa capacità implica il ricorso a finanziamenti a lungo termine (le passività permanenti) in eccesso rispetto agli impieghi di analoga durata (le attività immobilizzate). Nella concessione del credito pertanto le banche cercano di imporre all impresa un capitale circolante netto positivo, erogando finanziamenti di diversa durata temporale allo scopo di realizzare questo equilibrio tra fonti e impieghi.
9 Domanda 3 Definire il margine primario di struttura e spiegarne la rilevanza nella concessione del credito. MS = KN AIN. Il margine primario di struttura è una misura della capacità dell impresa nel finanziare le sue attività immobilizzate nette con capitale fornito dai proprietari (il patrimonio netto), consentendo così alla banca di erogare il credito con il minimo rischio. In molte imprese intensive di capitale immobilizzato risulta MS < 0, in quanto esse tendono a dotarsi di un patrimonio netto inferiore all ammontare di tali attività, per cui la banca deve impegnarsi anche nel finanziamento a lungo termine, cercando almeno di imporre KCN > 0, che viene di conseguenza definito margine secondario di struttura.
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