Ministero per i beni e le attività culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell Emilia-Romagna

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1 Convegno: Carpi, Palazzo dei Pio 20/21 novembre 2012 A sei mesi dal sisma. Primo rapporto sui beni culturali in Romagna Abstract martedì 20 novembre Tradizione e territorio: l architettura religiosa come testimonianza diffusa nei paesi colpiti dal sisma Paola Grifoni Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio L evento sismico che ha colpito l e la Romagna ha avuto un singolare impatto sul territorio. Maggiormente colpiti, infatti, sono stati gli edifici monumentali, soprattutto chiese e campanili. La risonanza a livello mediatico è stata inversamente proporzionale alla vastità dei danni, quasi sicuramente a causa della poca notorietà degli edifici. Molto si è parlato senza che sia stato approfondito l aspetto squisitamente storico-artistico sulle peculiari tipologie degli edifici religiosi del territorio, sui materiali costruttivi e sul modo di murare degli emiliani. I danni hanno consentito di verificare di fatto la precarietà delle tipologie costruttive e la inconsistenza dei materiali utilizzati. Il filo conduttore di questi mesi è stato la ricostruzione: dove era e come era, demolire e ricostruire A tutt oggi, pure esercitazioni accademiche. Il primo aspetto pratico è quello delle macerie: come rimuoverle garantendo la sicurezza degli operatori e poi iniziare ad operare. I danni del sisma nel ferrarese Antonella Ranaldi Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì- Cesena e Rimini Nel ferrarese sono stati colpiti molti piccoli comuni, in particolare quelli più prossimi all epicentro Mirabello, Buonacompra, Sant Agostino, Vigarano, Casumaro, Poggio Renatico, Bondeno, nomi quasi sconosciuti ai più prima del sisma del 20 maggio, che ha toccato anche Ferrara e, con particolare accanimento ed estensione, i centri abitati più ad ovest del modenese. Il 23 maggio, sorvolando le aree colpite dal sisma con il capitano dei carabinieri del Nucleo patrimonio culturale, sembrava ci fosse stato un bombardamento mirato, bombe di precisione che avevano centrato soprattutto chiese, torri, municipi, il nostro patrimonio culturale, oltre a case rurali e purtroppo nefasti capannoni industriali, dove la scossa diurna del 29 maggio ha provocato le vittime sul luogo di lavoro a San Felice sul Panaro. Nel paesaggio piatto e aperto della pianura, attraversata dai canali d acqua, nelle terre delle bonifiche storiche dei Bentivoglio e di Borso d Este, si incontrano oggi granai e case rurali abbattute dal terremoto. Non c è qui il campanile di Giotto, ma comunque un patrimonio culturale diffuso e identitario delle persone e dei luoghi. 1

2 Ci sono stati danni gravi soprattutto alle chiese, strutture più vulnerabili nei timpani delle facciate caduti o ruotati, nelle aule, implose su se stesse per la tipologia della costruzione senza strutture di contrasto o di contenimento e per le esili murature, evidentemente non pensate per resistere al terremoto, che in queste terre resta un evento raro ma non unico. Nel ferrarese si era infatti registrato un terremoto nel 1570, troppo lontano per conservarne la memoria e orientare l arte del costruire verso soluzioni più adatte a resistere a tali eventi, con incatenamenti e murature più legate tra loro. I campanili hanno subito rotazioni e disassamenti suscitando accorate preoccupazioni per il pericolo di collasso e di caduta sulle vicine chiese e sui caseggiati. Per molti di essi sembrava non ci fosse nulla da fare per le condizioni proibitive che impedivano agli stessi VVFF di intervenire. C è stato un tira e molla alla ricerca delle soluzioni possibili, sotto una pressione mediatica che premeva in direzione opposte con i toni dell invettiva. Insistere affinché non si procedesse all abbattimento delle strutture ha portato ad interventi di incastellatura, chiusura delle lesioni, bloccaggio dei cinematismi. I tanti crolli, come quello dell oratorio Ghisilieri, della chiesa di Buonacompra, della Torre di Palazzo Lambertini, sede municipale di Poggio Renatico, danno solo la misura degli altrettanti danni parziali, diffusi ed estesi al nostro patrimonio culturale. Danni riparabili che richiedono interventi urenti per porre riparo a quadri fessurativi importanti o meno, per procedere alla ricollocazione delle parti smontate, quindi ad interventi più definitivi e pensati di riparazione e prevenzione. La loro fattibilità diventa priorità e solo più in là si potrà ragionare sulle ricostruzioni. A sei mesi dal sisma, dopo l emergenza dei primi e dei molti interventi di messa in sicurezza che sono stati eseguiti, si lavora al recupero delle macerie, alle verifiche e alle sistematiche valutazione dei danni e degli interventi da realizzarsi, esercitando il controllo proprio della nostra funzione nell ottica della Tutela e delle Linee guida di verifica del rischio sismico, seppur nell incertezza dei finanziamenti. Il caso Pieve di Cento. La Collegiata: qualità, caratteristiche del patrimonio artistico nel centese e il suo stato di conservazione Luigi Ficacci Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Il centro di raccolta e cantiere di primo intervento nel Palazzo Ducale di Sassuolo. La collaborazione con l Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e l Opificio delle Pietre Dure: attività svolte e prospettive future Stefano Casciu Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Sin dai primissimi momenti seguiti alle scosse del 20 maggio, è apparsa subito evidente la grave entità dei danni subiti anche dal patrimonio culturale mobile, conservato soprattutto nelle chiese colpite dal sisma, e di conseguenza l'urgente necessità di individuare procedure e luoghi per 2

3 il recupero delle opere d'arte coinvolte in modo da provvedere alla loro messa sicurezza e al loro ordinato deposito, sia per garantirne la sicura conservazione e la tracciabilità nel tempo, ma anche in vista di interventi immediati e futuri di manutenzione e/o di vero e proprio restauro. L'intervento rende conto di quanto è stato fatto sinora (grazie alla collaborazione fra Direzione Regionale, Soprintendenze ai Beni SAE di Modena e di Bologna, Vigili del Fuoco, Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna e Diocesi coinvolte) per l'organizzazione dei ritiri delle opere mobili da tutta l'area del cratere sismico, per il loro deposito presso il Centro di raccolta nel Palazzo Ducale di Sassuolo, individuato come luogo sicuro ed attrezzato, nonché per l'organizzazione e l'avvio del cantiere di primo intervento e restauro dei beni, allestito in collaborazione tra Direzione Regionale, Soprintendenza SBSAE di Modena e Reggio, ISCR ed OPD. Il cantiere ha già avuto una prima fase di attività nel mese di settembre, nella forma di cantiere didattico dei due Istituti Centrali, e a breve riprenderà i lavori. L attività della Soprintendenza per i beni archeologici nell emergenza Sisma 2012 Dott. Filippo Maria Gambari Soprintendente per i beni archeologici dell -Romagna Nei recenti eventi sismici l attività della S.B.A., operante in tutta la Regione, si è dispiegata attivando subito il caratteristico radicamento nella realtà territoriale, anche grazie ai rapporti con Ispettori Onorari e gruppi di volontariato, per la tempestiva raccolta d informazioni sui danni ai beni di settore e la ricerca della documentazione archeologica (come rilievi di stratigrafia degli elevati) per i monumenti lesionati. Il proprio personale tecnico ha operato trasversalmente sia sul piano delle competenze per il restauro che su quello della valutazione della statica strutturale, a partire dai musei archeologici ma anche nelle squadre di valutazione dei danni. Specifico è stato il contributo professionale di settore per la problematica della gestione delle macerie e del recupero dei beni in edifici crollati. Sono in corso di programmazione progetti di valorizzazione per non interrompere l attività culturale e didattica collegata all archeologia nelle realtà colpite. Le conseguenze del terremoto sugli archivi e l'opera della Soprintendenza archivistica Stefano Vitali Soprintendente per i beni archivistici dell -Romagna Il terremoto, pur non causando distruzioni o danni irrimediabili al patrimonio archivistico, ne ha messo a rischio consistenti porzioni in molti comuni e parrocchie delle province di Modena, Ferrara e Bologna. Nel tracciare un quadro degli effetti del terremoto, la relazione indicherà le linee generali che hanno contraddistinto l'intervento della Soprintendenza, le modalità operative adottate e i risultati conseguiti, soffermandosi in particolare sulle criticità che caratterizzano la fase di passaggio dall'emergenza alla ricostruzione. Recupero dei patrimoni librari e ripresa dei servizi bibliotecari Rosaria Campioni Soprintendente per i beni librari e documentari - Istituto per i Beni Culturali della Regione - Romagna 3

4 La Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione -Romagna che opera nell ambito dell Istituto per i beni culturali prosegue il monitoraggio, avviato all indomani del sisma del 20 maggio, dell evoluzione della situazione delle biblioteche comunali nella vasta area colpita con sopralluoghi diretti e grazie al costante dialogo con i bibliotecari e coi referenti per le biblioteche delle quattro province colpite. Per quanto riguarda i patrimoni librari nei casi di sedi gravemente danneggiate si è reso necessario - con l aiuto imprescindibile dei Vigili del fuoco - il trasferimento in locali più sicuri (Cavezzo, Finale, San Felice sul Panaro e Mirandola). Rimane aperta la complessa questione delle modalità e dei tempi di restauro degli edifici storici. Nei centri attualmente privi di una sede idonea si tratta ora, caso per caso, di collaborare con le amministrazioni locali per individuare le soluzioni più opportune, anche temporanee, per non far venire meno un servizio fondamentale per la comunità. Va riconosciuto tuttavia che la comunità bibliotecaria si è da subito mobilitata per assicurare almeno i servizi essenziali, in particolare il prestito di libri (con bibliotende, bibliobus e casette di legno dedicate) e la promozione della lettura con diverse iniziative dedicate soprattutto ai bambini. Dalla Lista dei danni alla Mappa del tesoro. La creazione del database e dell'archivio cartografico GIS come opportunità per conoscere, organizzare, gestire il patrimonio culturale dei territori colpiti dal sisma Ilaria Di Cocco; Antonino Libro Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell -Romagna Subito dopo la prima scossa di terremoto si è attivata, presso l UCR della Direzione Regionale per i Beni Culturali, la raccolta di tutti i dati e le segnalazioni dei danni al patrimonio culturale. In pochi giorni le informazioni raccolte e i sopralluoghi speditivi effettuati erano già migliaia. Per questo motivo si è subito cercato di creare banche dati e cartografie per identificare i beni colpiti, ma progressivamente sono emerse gravi criticità: i dati ricevuti infatti erano estremamente eterogenei quanto a denominazione dei beni, affidabilità delle fonti, quantificazione dei danni. Si è quindi reso necessario il passaggio da semplici elenchi excel ad un vero e proprio database relazionale Access, che collegasse in modo coerente tutte le informazioni riguardanti ciascun complesso architettonico danneggiato, ovvero identificazione, numero dei beni colpiti, progetti di pronto intervento, messa in sicurezza, restauro/ripristino presentati e autorizzati, interventi di rimozione delle macerie, quantificazione del danno. I dati sono così stati provvisoriamente inseriti sulla base delle segnalazioni e quindi sottoposti progressivamente a verifica grazie alle schede di rilevamento danno A/B/C compilate nel corso dei sopralluoghi. Oggi, a sei mesi dal sisma, è possibile presentare un sistema di consultazione integrato GIS di dati e cartografie costantemente aggiornato, che permette di orientare e rendere più efficace l intervento dell UCR sul territorio colpito. Tale esperienza potrebbe essere preziosa sia per la gestione di emergenze analoghe, sia per un auspicabile estensione a tutto il patrimonio culturale, nella pratica ordinaria, di un simile metodo di conoscenza. La sua dotazione è doverosa soprattutto come forma di registrazione preventiva dei beni potenzialmente a rischio. 4

5 mercoledì 21 novembre San Francesco Ground zero di Mirandola Graziella Polidori Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio L'intervento si apre con una rassegna dei luoghi che dal punto di vista storico e architettonico rendono pregevole e culturalmente rilevante la zona della cosiddetta Bassa Modenese. Il sisma del maggio 2012, pur avendo ferito indelebilmente e tragicamente questa terra, sembra ora aver ridestato quegli interessi e quelle attenzioni mancati nel passato in questa misura. In particolare, l'intervento focalizza l'attenzione su Mirandola e sulla chiesa di San Francesco, luoghi particolarmente devastati dal terremoto. Ricordate le testimonianze storico documentarie dalla costruzione tardo medioevale della chiesa fino ai recenti restauri del 1925, si sottolinea la funzione identitaria che la chiesa ha ricoperto per tutti questi secoli, rimanendo la chiesa dei mirandolesi prima della costruzione del Duomo. Verranno fornite precise puntualizzazioni sugli elementi architettonici risalenti al XIV secolo, che rendevano la fisionomia tardo gotica di questa chiesa così tanto evidente; verrà anche sottolineata l'opera di riassetto urbanistico che i Pico intrapresero alle soglie della nuova stagione umanistico rinascimentale e che operarono nel pieno segno dell'armonia. La chiusura dell'intervento é, infatti, tutta atta a sostenere che il recupero di ciò che rimane, oltre ad essere un atto dovuto alla comunità, debba essere parte di un più ampio e armonioso progetto di revisione di tutta l'area circostante. La proposta finale è quella di conservare la chiesa di San Francesco ma in uno stato di rovina, all'interno di un centro storico riqualificato: una traccia nobilitata a simbolo di identità dei luoghi, stimolo alla riqualificazione e memoria solenne di una ferita. Ville e palazzi storici della pianura bolognese colpiti dal sisma colpiti dal sisma. Primi interventi messi in atto dai proprietari privati per fronteggiare l emergenza e organizzare i restauri Leonardo Marinelli Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Il grande patrimonio storico-architettonico formato dalle ville e dai palazzi suburbani della pianura bolognese è stato significativamente colpito dal sisma del 20 e 29 maggio. Si tratta in larga misura delle residenze di campagna che la nobiltà senatoria bolognese cominciò ad edificare a partire dal XVI secolo all interno delle vaste proprietà terriere di famiglia e costituivano, al tempo stesso, la rappresentazione monumentale del potere ed il centro ordinatore del disegno del territorio. Una parte cospicua di questi grandi edifici versava, ancor prima degli eventi sismici, in stato di collabenza più o meno accentuata per l abbandono o semi abbandono in cui erano ridotti a causa delle notevolissime difficoltà gestionali che al giorno d oggi essi comportano. Questo stato di fatto è venuto clamorosamente in evidenza con il terremoto i cui danni si sono sommati, aggravandoli, a quelli già esistenti causati dalla carenza di manutenzione. In molti casi tuttavia, l evento sismico, pur nella sua drammaticità, ha sortito l effetto positivo di convincere finalmente i proprietari, peraltro obbligati dalla legge alla conservazione dei beni cul- 5

6 turali in loro possesso, a predisporre i primi interventi di messa in sicurezza e ad avviare i necessari progetti di manutenzione e miglioramento strutturale. La presente esposizione propone una carrellata di casi significativi sia per l importanza architettonica degli edifici presi in esame sia per la complessità degli interventi previsti. Lo stato dei monumenti ferraresi e gli interventi del Ministero nei Musei Statali di Ferrara Gabriele Pivari Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì- Cesena e Rimini Gli edifici monumentali di Ferrara oggi sono in sicurezza ma necessitano di lavori di recupero definitivo e di opere di miglioramento sismico. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha provveduto alle opere di pronto intervento nei Musei Statali della città e sta predisponendo progetti e lavori di recupero. Interventi di miglioramento sismico della Rocca di Reggiolo. La scelta di un intervento non mimetico Elisabetta Pepe Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio La Rocca di Reggiolo, il monumento simbolo del paese, in area reggiana è tra gli edifici più danneggiati dal sisma del maggio Le alte murature libere che la delimitano, le quattro torri angolari che svettano oltre la sommità del muro di cinta, il mastio isolato al centro dell area configurano una struttura intrinsecamente vulnerabile. A sei mesi dal terremoto le prime proposte di intervento di riparazione dei danni e di miglioramento sismico: le preliminari ipotesi progettuali si orientano, in parte, nella direzione di un intervento non mimetico. Recupero delle macerie di beni culturali: un tema interdisciplinare Nicoletta Giordani Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio In riferimento al quadro normativo (D.L. 6 giugno 2012, n. 74) che prevede l intervento del MiBAC nell attività di rimozione/recupero delle macerie provenienti dal crollo di edifici tutelati, sin dalle prime fasi successive al Sisma, la Direzione Regionale UCR ha avviato diversi cantieri in sinergia con gli Enti territoriali e le Diocesi. Verranno presentate le criticità affrontate, le metodologie di intervento e le risorse umane utilizzate su diverse tipologie di beni architettonici: l Oratorio Ghisilieri di Sant Agostino, frazione San Carlo (FE), gli edifici di culto e le torri medievali di San Felice Sul Panaro (MO), il Castello delle Rocche e Palazzo Borsari di Finale (MO). 6

7 Recupero e rimozione delle opere d'arte in emergenza Silvia Gaiba Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le prov. di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Gli interventi di recupero, rimozione e messa in sicurezza dei beni mobili all'interno dei siti danneggiati dal sisma: dai primi interventi delle prime ore fino al costituirsi di linee metodologiche condivise fra le diverse Istituzioni. Alcuni esempi significativi. Le opere d'arte riunite nel centro di raccolta di Palazzo Ducale di Sassuolo: tipologie dei danni subiti, procedura di classificazione e creazione della banca dati SICaR Marco Mozzo Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio La comunicazione intende illustrare il complesso lavoro che la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio sta svolgendo per l organizzazione e la schedatura delle opere ricoverate presso il Centro di raccolta di Palazzo Ducale di Sassuolo. In particolare, si darà un quadro riepilogativo delle principali tipologie di danno che presentano le opere, delle procedure metodologiche che si stanno seguendo per la loro classificazione e l assegnazione a ciascuna di esse di un codice di priorità per la successiva operazione di pronto intervento. Il lavoro svolto sta progressivamente confluendo nella banca dati ospitata nel sistema informatico SiCAR (Sistema Informatico per i Cantieri di Restauro), già adottato in precedenza dal MiBAC, di cui si mostreranno i primi risultati. Il recupero degli archivi terremotati. Problemi e modalità operative Giovanna Caniatti; Maria Lucia Xerri Soprintendenza Archivistica per l -Romagna Nel corso dell intervento verrà illustrato il lavoro svolto dalla Soprintendenza Archivistica dell -Romagna per il recupero degli archivi comunali e parrocchiali delle zone interessate dal sisma, descrivendo le modalità operative messe in atto, i diversi attori coinvolti nelle operazioni di recupero, le soluzioni adottate - anche in riferimento alle diversificate condizioni nelle quali si è operato - e le criticità incontrate. Sarà inoltre presentato il recupero dell Archivio comunale di Sant Agostino (FE) che ha costituito un caso significativamente complesso sia per la precarietà della sua collocazione che per la cospicua mole della documentazione. Rimozioni di opere d'arte mobili nel territorio della diocesi di Bologna: alcuni casi particolari Elena Rossoni Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Nell'ambito della metodologia adottata e delle problematiche incontrate nel corso dei trasferimenti delle opere d'arte dalle chiese o dai palazzi danneggiati dal sisma, verranno presentati alcuni casi di particolare complessità e che hanno richiesto interventi specifici: 7

8 - Pinacoteca di Cento: trasferimento in diverse giornate di ben 247 dipinti e di circa 400 opere di grafica - Chiesa di San Carlo e San Benedetto di San Carlo di Sant'Agostino: recupero in diverse giornate dei beni mobili nella chiesa crollata, con un particolare approfondimento sull'estrazione dalle macerie del dipinto di Guercino e Gennari raffigurante Sant'Antonio da Padova - Chiesa del Rosario di Cento: recupero dell'assunta del Guercino e decisioni prese in merito alla conservazione in loco delle opere sino all'esecuzione dei lavori. L'accesso a Chiese e Palazzi danneggiati dall'evento sismico. Difficoltà tecniche e responsabilità Valter Melotti Dvd Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Modena Le attività del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna dopo il sisma Cap. Ciro Imperato Comandante Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Sin dalle prime ore successive al primo terremoto del 20 maggio 2012, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna (reparto specializzato dell Arma dei Carabinieri per il contrasto delle violazioni di legge in materia di patrimonio culturale con competenza sull - Romagna) ha operato in stretta sinergia con le articolazioni periferiche del MiBAC, recandosi immediatamente sulle località terremotate per rendersi conto dei danni causati al patrimonio storico culturale emiliano e poter effettuare da subito le prime operazioni di messa in sicurezza delle opere d arte contenute all interno delle Chiese e degli altri monumenti crollati. Le attività sono proseguite con l esecuzione quotidiana di servizi preventivi e repressivi nelle aree terremotate, volti a contrastare il rischio di furti o di fenomeni di sciacallaggio dei monumenti storici, congiuntamente ai reparti dell Arma territorialmente competenti ed alle altre FF.PP. Particolare attenzione è stata riservata a Chiese ed Oratori isolati. Le opere recuperate di maggior pregio sono state scortate dal Nucleo congiuntamente all Arma Territoriale fino alla Reggia di Sassuolo ed agli altri depositi temporanei. I controlli effettuati di giorno, di notte, da terra e dall alto con l ausilio del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì sino alla data odierna hanno scongiurato il pericolo di trafugamenti delle opere contenute negli immobili danneggiati. Il ruolo degli Enti ecclesiastici in qualità di proprietari di Beni culturali Don Mirko Corsini Incaricato per il sisma della Conferenza Episcopale dell'-romagna 8

9 Primi interventi di messa in sicurezza di edifici snelli danneggiati dal sisma prof. Carlo Blasi Università di Parma La messa in sicurezza dei campanili ha creato problematiche particolari con rilevanti implicazioni sociali. La presenza di un campanile, infatti, anche se non gravemente danneggiato, impone la creazione intorno di un ampia zona rossa di sicurezza, che spesso coinvolge edifici non danneggiati e viabilità importanti. La richiesta dei cittadini e dei sindaci è stata spesso quella di una immediata demolizione, senza considerare le difficoltà, i costi e la perdita totale del bene; è stato pertanto necessario trovare con urgenza per ogni campanile soluzioni rapide e condivise sia per la messa in sicurezza delle strutture, sia per consentire alle persone di riprendere la loro vita normale. Le tecniche adottate sono state varie, in funzione delle caratteristiche dei manufatti e dei danni subiti: fornite sotto forma di brevi "linee guida", sono state per lo più applicate rapidamente dai comuni, rendendo così possibile il salvataggio dei campanili e costituendo un precedente significativo per il futuro. 9

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