Bisogna dare atto al Ministro Bassanini di darsi. molto da fare per modernizzare la Pubblica. Leggo sui giornali che l azione di delegificazione ha

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1 Bisogna dare atto al Ministro Bassanini di darsi molto da fare per modernizzare la Pubblica amministrazione. Leggo sui giornali che l azione di delegificazione ha portato alla soppressione di circa duemila e seicento leggi. Certo, rispetto alle oltre centomila, fra leggi e regolamenti, presenti nell ordinamento può sembrare una goccia nel mare, senza dimenticare che ad una delegificazione a livello nazionale si sta talvolta accompagnando una proliferazione legislativa ed un eccesso di regolamentazione a livello locale. Ma, perlomeno, il Ministro ha tracciato una strada, ha dato inizio ad un processo che dovrà trovare seguito con la redazione dei testi unici e

2 l introduzione di leggi ghigliottina, che abrogano in automatico tutte le leggi di settore non ricomprese nella legge stessa. Il Ministro sta portando avanti anche un altro importante processo, l informatizzazione degli atti della Pubblica Amministrazione, il cosiddetto e.government. Non si tratta semplicemente di far usare il computer ai dipendenti pubblici. Si tratta di rivedere tutti i processi amministrativi affinché questi avvengano per via informatica, in modo che il documento cartaceo sia sostituito da quello informatico e che fra le amministrazioni non vi sia Io scambio di carta ma di files digitali. Strumenti quali la firma digitale, il protocollo informatico, la carta d identità elettronica, il collegamento

3 informatico fra le amministrazioni, porteranno ad un sistema di formazione e conclusione degli atti amministrativi assai più rapido, e, quindi, ad autorizzazioni amministrative rilasciate in tempi più brevi. In particolare la firma digitale e la carta d identità elettronica non interessano solo i rapporti all interno delle amministrazioni pubbliche. Interessano, soprattutto, quelli fra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Ma, come insegna l esperienza dello sportello unico non basta mettere un dipendente pubblico davanti ad un computer, perché tutto fili liscio e diventi più rapido. Quel che bisogna rivedere e semplificare sono le procedure, i rapporti fra i diversi uffici.

4 Non si può negare che in alcune realtà gli sportelli unici stiano funzionando abbastanza bene. E mi fa piacere sottolineare come fra i casi d eccellenza vi sia una città emblematica come Palermo. Ma proprio l esperienza degli sportelli unici ci insegna come lo svecchiamento della macchina burocratica non si possa fare per legge. E' la mentalità dei burocrati che deve cambiare. Bisogna lottare contro la volontà di preservare la propria fetta di potere amministrativo, nella convinzione che proprio l'autorizzazione risieda la ragione stessa del proprio esistere, del proprio esserci. E sono proprio meccanismi come quelli dello sportello unico, come le conferenze di servizi, come il silenzio-

5 assenso, che costringono le amministrazioni a svecchiarsi, a rendersi finalmente moderne e funzionali. Le prime esperienze degli sportelli unici ci insegnano anche un altra cosa. In molti casi, le associazioni di categoria hanno svolto nei confronti dello sportello unico una vera e propria funzione di front-office, nel senso che molte delle pratiche sono state approntate e preparate dalle associazioni le quali hanno poi provveduto a presentarle agli sportelli unici per conto delle imprese. Ma non è certo questo il primo caso in cui strutture che nascono dalle Associazioni di categoria diventano il frontoffice delle amministrazioni. Basta pensare ai Caf-impresa, i Centri di Assistenza Fiscale, dall esperienza ormai quasi decennale, che svolgono diverse ed importanti funzioni per conto dell amministrazione finanziaria. Questa è certamente una delle strade da percorrere per

6 realizzare concretamente il principio di sussidiarietà orizzontale fra Amministrazioni pubbliche e società civile. Ovunque è possibile unire i propri sforzi per ottenere una maggiore efficienza del sistema, lì vi è spazio per una proficua collaborazione. Un altro esempio. Nel caso della firma digitale Confcommercio si sta attivando per divenire il tramite delle imprese per tutte le questioni attinenti alla sottoscrizione elettronica, mediante l'appoggio ad uno degli otto certificatori ufficiali. Mediante le strutture Confcommercio, l impresa potrà ricevere tutte le informazioni necessarie sul funzionamento della firma e acquistare il kit, cioè la smart-card necessaria per sottoscrivere gli atti informatici.

7 Non si tratterà solo di distribuire il soft-ware ma anche e soprattutto di registrare il cliente in modo che la firma elettronica potrà essere consegnata pronta all uso. Nei programmi futuri Confcommercio non dovrà costituire semplicemente un terminale attraverso cui l impresa potrà colloquiare in forma digitale con gli uffici pubblici, ma dovrà in qualche modo divenire partner della pubblica amministrazione mettendo a disposizione dove possibile strutture e personale. In qualche modo, questa funzione è già stata anticipata da Ministro Bassanini nel recente Forum di Napoli, in cui Egli ha anticipato il progetto secondo cui alcuni esercizi commerciali saranno dotati di terminali collegati in rete con le amministrazioni pubbliche, onde consentire anche ai cittadini privi di computer di dialogare con gli uffici pubblici. Ed è quello che si sta facendo a Reggio Calabria, dove

8 sono in corso di diffusione le smart-card con la firma digitale e chi è privo di computer protrà ricorrere a lettori installati presso gli uffici decentrati del Comune, presso le scuole e presso le Associazioni professionali e di categoria. Questa è la strada da seguire. Creare, ovunque possibile, sinergie fra pubblico e privato in modo da ottimizzare le risorse ed ottenere il migliore servizio al prezzo più equo.