IMPRESE DI IMMMIGRATI E DISTRETTO INDUSTRIALE: UN INTERPRETAZIONE DELLO SVILUPPO DELLE IMPRESE CINESI DI PRATO*.

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1 IMPRESE DI IMMMIGRATI E DISTRETTO INDUSTRIALE: UN INTERPRETAZIONE DELLO SVILUPPO DELLE IMPRESE CINESI DI PRATO*. Stato e Mercato, n.98, agosto 2013, pp Gabi Dei Ottati Università di Firenze gabi.dei@unifi.it 1. Introduzione Il numero delle imprese di immigrati nelle economie sviluppate è molto cresciuto negli ultimi decenni, anche in conseguenza dei cambiamenti economici, sociali, tecnologici e politicoistituzionali avvenuti in molte parti del mondo. Questo fenomeno più di recente ha interessato anche l Italia dove, in poco tempo, ha assunto una dimensione di rilievo, se si considera che a fine 2011 l imprenditoria straniera rappresentava poco meno del 10% del totale dei titolari registrati presso le Camere di Commercio italiane (Unioncamere 2012, p.346). In Italia, come altrove, le imprese di immigrati non si distribuiscono uniformemente né sul territorio, né fra i settori. Dal punto di vista territoriale, si concentrano sia nelle grandi aree urbane, sia nelle aree manifatturiere, soprattutto se caratterizzate da agglomerazioni di piccole e medie imprese come nei distretti industriali. Mentre nelle aree urbane le imprese di stranieri svolgono per lo più attività terziarie ad elevata intensità di lavoro poco qualificato, nei distretti industriali le imprese di immigrati svolgono generalmente attività di subfornitura nel settore di specializzazione del distretto. 1 Fra le imprese di immigrati nei distretti industriali sono particolarmente diffuse quelle di immigrati cinesi. Diversamente dagli immigrati di altre nazionalità, molti cinesi immigrati in Italia tra gli anni Novanta e Duemila hanno avviato laboratori nei settori dell industria leggera tipica dei distretti italiani 2. Fra questi ultimi Prato costituisce forse il distretto più noto, essendo stato a lungo il caso di studio privilegiato di Giacomo Becattini (e dei suoi collaboratori), studioso a cui si deve la riscoperta e lo sviluppo del concetto di distretto industriale, anche grazie alle ricerche svolte a Prato (Becattini 1979 e 2000; Dei Ottati 2003). Dopo qualche decennio di notorietà legata allo sviluppo delle sue imprese tessili, da qualche tempo Prato ha attratto sempre più l attenzione, soprattutto dei media, a causa del moltiplicarsi delle imprese di abbigliamento di immigrati cinesi Difatti, a Prato le imprese di immigrati cinesi non sono al massimo qualche centinaio come in altri distretti della moda (Intesa Sanpaolo 2010, pp ), ma diverse migliaia, tanto da collocare Prato di gran lunga al primo posto fra le province italiane come quota di imprese straniere (23%) sul totale di quelle registrate (Unioncamere 2012, p.357). Nonostante la crescente attenzione dell opinione pubblica su questo eccezionale sviluppo delle imprese cinesi 3, esso resta per lo più incomprensibile e, talvolta, viene anche indicato come causa della crisi del distretto tessile pratese. Avendo dedicato molto del mio tempo allo studio di quest ultimo, il principale obiettivo della presente ricerca è stato quello di riuscire a comprendere l enigma cinese di Prato. A tale scopo, oltre alle conoscenze personalmente accumulate sul distretto pratese, ho utilizzato tutte le ricerche sui cinesi di Prato che sono state pubblicate e alcuni documenti amministrativi di cui ho potuto avere la disponibilità. Inoltre, per le informazioni relative all evoluzione quantitativa dell immigrazione cinese a Prato ho fatto ricorso principalmente ai dati del Comune per la popolazione, e a quelli della Camera di commercio per quanto riguarda le imprese. Tuttavia, * Per aver letto e commentato precedenti versioni di questo articolo ringrazio Giacomo Becattini. Ringrazio anche i referees della rivista che con le loro osservazioni mi hanno indotto a esplicitare meglio l interpretazione del caso oggetto di questo articolo. Infine, il mio ringraziamento va a tutti coloro che con la loro disponibilità hanno contributo alla raccolta di informazioni senza le quali questa ricerca non sarebbe stata possibile. 1 Sull imprenditoria straniera in alcuni distretti italiani si veda Barberis Nel 2007 le imprese di immigrati cinesi nei distretti italiani erano oltre e costituivano il 31% del totale di quelle nei settori dei beni per la persona (abbigliamento, pelletteria, tessile) localizzate nei distretti italiani (Lombardi et al. 2011, pp. 7-8). 3 Per una raccolta di saggi sui cinesi a Prato si veda Johanson et al (2009) 1

2 sapendo che i dati quantitativi non sarebbero stati sufficienti, non tanto a causa dell immigrazione e del lavoro irregolare, quanto perché non forniscono alcuna informazione sui rapporti fra le imprese dei pratesi e quelle dei cinesi e, soprattutto, sui rapporti economici e sociali fra immigrati, parte essenziale della ricerca sono state 24 interviste in profondità fatte a testimoni privilegiati (fra i quali 9 cinesi) in un arco di tempo che va dall ottobre 2009 a luglio Il complesso delle informazioni quantitative e qualitative raccolte ed elaborate è stato presentato in occasione di vari seminari a Prato e a Firenze e in alcuni convegni 5. Per l interpretazione mi sono avvalsa della letteratura sull imprenditoria immigrata. Tuttavia, poiché nessuno dei diversi approcci mi sembrava capace di spiegare completamente l enigma cinese di Prato, come precisato nel paragrafo 2, dopo qualche iniziale titubanza, ho integrato uno degli approcci presenti in letteratura col concetto di distretto industriale. Questo perché la concentrazione territoriale e settoriale delle imprese di immigrati cinesi che si era formata a Prato verso la fine del secolo scorso, insieme alla trasformazione di una parte di questi immigrati da subfornitori in imprenditori finali di pronto moda, ha dato luogo alla formazione di un sistema produttivo integrato e dinamico in cui, come nel distretto industriale, elementi di mercato e di comunità combinandosi fra loro si sostengono a vicenda. Diversamente dai distretti italiani dei decenni scorsi, tuttavia, l ispessimento localizzato delle relazione economiche e sociali del sistema cinese di Prato ha un estensione transnazionale, caratteristica che assume un particolare valore in tempi di globalizzazione. 2. Imprese di immigrati: cenni ai principali approcci interpretativi e al concetto di distretto industriale Come accennato sopra, la formazione di imprese di immigrati nelle società sviluppate costituisce un fenomeno in espansione, pertanto esso è stato oggetto di numerosi studi. Malgrado ciò, a causa della complessità del fenomeno migratorio e della varietà delle sue manifestazioni, ancora oggi è difficile comprendere come alcuni gruppi di immigrati, anche in mancanza di un istruzione adeguata e perfino della conoscenza della lingua del paese di accoglienza, possano diventare imprenditori e magari anche aver successo, come nel caso degli immigrati cinesi di Prato oggetto di questo articolo. Pertanto, prima di soffermarsi sulla sintetica ricostruzione della immigrazione cinese a Prato negli ultimi venti anni (.3) e sulla sua spiegazione ( 4), di seguito si accenna ai principali approcci interpretativi dell imprenditoria immigrata emersi dalla letteratura 6. Nonostante la ricchezza e la varietà degli spunti interpretativi presenti nelle ricerche sull argomento, nessuno da solo è sembrato in grado di dar conto in modo soddisfacente del caso qui analizzato, senza considerare specificatamente anche il tipo di organizzazione produttiva formata da questi immigrati e, in particolare, di come in essa le forze sociali cooperano con le forze economiche (Marshall 1972, p.396). Così, incoraggiata dalle considerazioni di Rath e Kloosterman (2000, pp ) che invitano a estendere l approccio teorico in tema di imprenditoria immigrata verso altre tradizioni di ricerca che 4 Le interviste, registrate e trascritte, hanno coinvolto oltre a 6 imprenditori di pronto moda cinesi, testimoni significativi del mondo delle istituzioni e dell economia fra cui: 4 tra amministratori e funzionari del Comune con responsabilità nell ambito dell immigrazione, 1 funzionario della prefettura, 2 presidenti di associazioni imprenditoriali, 1 sindacalista, 1 lavoratore dipendente cinese, 2 commercialisti, 1 consulente aziendale, 1 direttore di banca, 1 mediatore culturale, 1 ricercatore del centro per l immigrazione, 1 responsabile di un associazione ci cinesi di seconda generazione, 1 responsabile della Caritas, 1 esponente della Diocesi di Prato. 5 Fra i convegni in cui parte dei risultati della ricerca sono stati presentati si ricordano la China in the World Conference organizzata dalla Monash University il settembre 2011 a Prato; l International Conference Zhejiang and Veneto, organizzata dall Università Ca Foscari, il 2 dicembre 2011 a Venezia, la Conferenza internazionale su Large emerging countries: threats and opportunities for European firms organizzata dalla rivista Economia e Politica Industriale presso l Università di Parma il giugno 2012 e The third Wenzhouese diaspora symposium, organizzato dalla Wenshou University a Wenzhou il ottobre Per una rassegna della letteratura sull imprenditoria immigrata si veda Ambrosini 2011, pp e Barberis

3 possano dimostrarsi fruttuose, ho utilizzato il concetto di distretto industriale 7 nella spiegazione del caso pratese, integrandolo con l approccio che tiene conto congiuntamente dei fattori dal lato della domanda (condizioni di mercato e istituzionali nel contesto di accoglienza al momento dell immigrazione) e dell offerta (caratteri socio-culturali del gruppo di immigrati). Da un rapido esame della letteratura sulle imprese e il lavoro autonomo degli immigrati nelle società sviluppate si possono individuare tre filoni di ricerca principali, concettualmente distinti anche se con sovrapposizioni. Un primo filone di ricerca sottolinea come fattori esplicativi dell imprenditorialità i caratteri socioculturali del gruppo di immigrati (offerta) che, specialmente in contesti di accoglienza ostili, favoriscono il formarsi di comunità etniche connotate da forte solidarietà fra i membri. Questo, a sua volta, permette la mobilitazione e l uso efficiente delle risorse interne al gruppo e quindi il successo imprenditoriale, soprattutto in attività di intermediazione (Bonacich 1973). Ancora la solidarietà e le reti sociali interne al gruppo di immigrati, in particolari circostanze (Light, Sabagh, Bozorgmehr e Der-Martirosian 1994) danno luogo alla formazione di economie di enclave (Wilson e Portes 1980) le quali generano per gli immigrati che ne fanno parte opportunità di promozione economica e sociale, altrimenti non disponibili (Portes 1995, pp.27-38; Zhou 2004). Un secondo filone di ricerca sulle imprese di immigrati pone l accento sui fattori strutturali o di domanda di lavoro autonomo nelle economie sviluppate. Questo non solo come effetto della successione ecologica negli strati inferiori del lavoro autonomo abbandonati dagli autoctoni (Aldrich e Reiss 1976), o come ripiego perché la discriminazione impedisce l accesso a occupazioni ritenute migliori, ma anche come conseguenza dei cambiamenti economici, sociali, demografici e politico istituzionali verificatisi negli ultimi decenni. Questi cambiamenti, in buona parte collegati ai processi di globalizzazione e liberalizzazione dei mercati e alla riduzione dell intervento pubblico nell economia, hanno infatti creato opportunità imprenditoriali per gli immigrati, soprattutto nelle grandi aree urbane (Sassen 1991; Engelen 2001). Un terzo filone interpretativo è quello che collega fra loro tre diversi aspetti: le opportunità derivanti dalle trasformazioni delle economie sviluppate, l assetto regolativo-istituzionale dei diversi contesti di immigrazione, i caratteri socio-culturali degli immigrati. In ordine di tempo, il primo contributo di questo filone è il cosiddetto modello interattivo (Waldinger, Altrich, Ward 1990). Questo modello individua come fattori esplicativi dell imprenditorialità immigrata da una parte la specifica struttura delle opportunità con la quale gli immigrati si confrontano nella società di accoglienza, e dall altra i tratti socio-culturali degli immigrati dai quali in gran parte dipendono le risorse disponibili per realizzare i progetti imprenditoriali. Il modello interattivo, pur sottolineando il ruolo dell etnicità e limitandosi ad accennare agli aspetti della regolazione politica, costituisce un significativo avanzamento nella comprensione dell imprenditorialità degli immigrati. Uno sviluppo successivo di tale modello è quello della cosidetta mixed embeddedness (Kloosterman, van der Leun e Rath 1999; Kloosterman e Rath 2001) in cui un ruolo esplicativo essenziale è attribuito agli aspetti regolativi formali (leggi e regolamenti) e informali (prassi delle associazioni di categoria ad esempio) del contesto di accoglienza. Inoltre, in un contributo più recente. Kloosterman (2010) fa fare un ulteriore passo avanti allo schema interpretativo della mixed embeddednes, articolandolo dal lato dell offerta e da quello della domanda. In particolare, dal alato dell offerta introduce la variabile capitale umano fra le risorse individuali dell aspirante imprenditore, consentendo in questo modo di tener conto dei nuovi flussi di immigrati con elevati livelli di istruzione e della diversa accessibilità dei mercati. Dal lato della domanda, la struttura delle opportunità viene suddivisa in base al potenziale di crescita dei mercati, distinguendo i mercati con domanda in 7 Il concetto di distretto industriale, derivato dagli scritti di Alfred Marshall, è stato riscoperto da Giacomo Becattini (1979) e successivamente sviluppato da lui e da altri studiosi italiani per dar conto dello sviluppo industriale della cosiddetta Terza Italia (Bagnasco 1977): sviluppo caratterizzato da concentrazioni territoriali e settoriali di piccole e medie imprese specializzate. Tra le raccolte di contributi sul concetto di distretto industriale di studiosi italiani si vedano Becattini 1987; Brusco 1989; Dei Ottati

4 crescita da quelli con domanda che si riduce, così da poter fare delle previsioni sull evoluzione nel tempo delle imprese di immigrati nei diversi contesti economici. Come già accennato, i fattori considerati dalle ricerche del terzo filone interpretativo sopra richiamato si sono dimostrati utili anche per spiegare l avvio del flusso migratorio dei cinesi di Prato e la formazione dei loro laboratori di subfornitura. Tuttavia, con la trasformazione di parte delle imprese cinesi da subfornitrici a committenti e la conseguente crescita della concentrazione territoriale e settoriale delle imprese e della popolazione cinese si è venuta a formare un organizzazione socio-economica peculiare che presenta i caratteri essenziali del distretto industriale. Questo perché come nel distretto industriale vi è compresenza in un area territorialmente circoscritta di una comunità di persone e di una popolazione numerosa di piccole imprese specializzate che tendono ad interpenetrarsi a vicenda (Becattini 1989 p.112). Inoltre, come nel distretto industriale vi è divisione del lavoro fra le imprese per lo più di uno stesso settore e la crescita economica avviene attraverso la nascita di nuove imprese. Ancora, la divisione del lavoro fra le imprese viene integrata grazie all ispessimento localizzato delle relazioni economiche e sociali fra le persone che vi operano. Tali relazioni sono caratterizzate da competizione perché, a causa delle basse barriere all entrata e dell aspirazione a mettersi in proprio, in ogni fase vi sono più imprese in concorrenza fra loro; allo stesso tempo tali relazioni sono anche caratterizzate da cooperazione reciproca perché le persone hanno consapevolezza di appartenere ad uno stesso gruppo sociale con valori, aspirazioni e norme di comportamento condivise (Dei Ottati 1986); consapevolezza che la crescita economica per moltiplicazione di imprese fra loro interdipendenti e lo sviluppo istituzionale rafforzano, così riproducendo imprenditorialità e concorrenza da un lato e solidarietà e integrazione dall altro. A conclusione di questo breve inquadramento concettuale occorre notare che vi è una differenza fra il modello del distretto industriale come teorizzato per spiegare la industrializzazione della cosiddetta Terza Italia e il caso dei cinesi di Prato. Grazie alla densità delle relazioni sociali ed economiche con parenti ed amici rimasti in Cina ed emigrati altrove - favorite dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione - il sistema produttivo locale dei cinesi di Prato ha un estensione transnazionale (Sassen 1995). 3. Immigrazione cinese nel distretto di Prato e formazione di un sistema transnazionale del pronto moda. Prato come distretto industriale si è affermato nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale quando la sua industria laniera si sviluppò in modo straordinario non solo in termini quantitativi, ma ciò che più sorprendeva, perché tale sviluppo era avvenuto a seguito della crisi delle imprese verticalmente integrate, sostituite dalla moltiplicazione di piccole imprese specializzate. Dopo circa un trentennio di crescita praticamente ininterrotta, verso la metà degli anni Ottanta, la domanda di tessuti cardati di lana rigenerata (tipico prodotto pratese) diminuì e il sistema produttivo locale attraversò un periodo di alcuni anni di crisi dal quale uscì all inizio degli anni Novanta con un struttura ridimensionata nel numero delle imprese (soprattutto di subfornitura) e degli addetti tessili, trasformato nel tipo di prodotti (da tessuti di lana rigenerata di qualità medio-bassa a tessuti di lana e di altre fibre, di qualità medio-alta) e in parte nell organizzazione (impiego di semilavorati prodotti all esterno del distretto, non di rado all estero) (Dei Ottati 1995, pp ). Negli anni della grande crescita, accanto alla produzione di tessuti cardati di lana rigenerata, si era sviluppata la maglieria, settore che pur essendo stato ridimensionato dalla crisi degli anni Ottanta, contava ancora oltre un migliaio di imprese alla fine di quel decennio. Con la ripresa produttiva degli anni Novanta, i maglifici di Prato incontravano sempre più difficoltà a trovare lavoranti a domicilio e subfornitori autoctoni disposti a cucire i capi di maglieria. È allora che iniziano ad arrivare a Prato i primi cinesi. Si trattava di immigrati già presenti in Toscana e in particolare a Campi Bisenzio, dove immigrati provenienti da Wenzhou nella provincia 4

5 del Zhejiang si erano inseriti come lavoratori autonomi nella pelletteria fin dall inizio degli anni Ottanta (Tassinari 1994). La città di Wenzhou si trova in un area prevalentemente montagnosa caratterizzata da un agricoltura povera. Pertanto i suoi abitanti, per integrare il magro raccolto, storicamente si erano dedicati all artigianato e al commercio dei manufatti locali, anche in aree lontane (Liu A. 1992). Questo aiuta a comprendere perché all indomani della riforma economica da parte del governo cinese, in questa zona, fin dai primi anni Ottanta, si ha, da un lato, la nascita di numerose microimprese nei settori dell industria leggera e, dall altro, la ripresa dell emigrazione alla ricerca dell affermazione economica attraverso un lavoro autonomo (Wu 2009). Prato si presentava quindi come un contesto favorevole per questi immigrati, in quanto a chi disponeva di competenze semplici (come saper azionare una macchina da cucire), di una modesta somma di denaro (per acquistare qualche macchina da cucire usata) e della capacità di lavoro di familiari o amici, permetteva di realizzare subito l aspirazione di avviare un attività in proprio. È così che in appena un decennio il numero dei cinesi a Prato cresce considerevolmente: i cinesi residenti nel Comune di Prato passano da poco più di un centinaio nel 1990 a nel Nello stesso periodo, in Provincia di Prato le imprese di immigrati cinesi registrate alla Camera di Commercio diventano (fig.1). Per tutto il primo decennio l immigrazione cinese a Prato non ha incontrato ostacoli. In primo luogo perché andava a colmare una domanda di lavoro a domicilio e di subfornitura nella maglieria e poi sempre più nell abbigliamento che altrimenti sarebbe rimasta insoddisfatta. In secondo luogo, perché gli immigrati cinesi che avviavano un laboratorio di cucitura affittavano o acquistavano da ex-artigiani tessili i capannoni 9 rimasti vuoti a seguito della ristrutturazione industriale o del mancato ricambio generazionale, contribuendo così ad aumentare significativamente il reddito di questi ex-artigiani. Tutto ciò, insieme alla positiva esperienza dell immigrazione dal centro e dal sud Italia verificatasi a Prato nei decenni del grande sviluppo (Giovani, Leonardi, Martelli 1996) e ad istituzioni locali non ostili 10 ha fatto sì che gli immigrati cinesi a Prato fossero inizialmente percepiti come una risorsa. Pertanto, per tutti gli anni Novanta il loro inserimento nel distretto di Prato è facile e in gran parte simile a quello avvenuto in altri distretti industriali (Bigarellli 2012). Caratteri socio-culturali specifici di questi migranti (aspirazione al lavoro autonomo, importanza dei legami familiari, etica del lavoro e del risparmio) si combinano con opportunità che si aprono nella struttura produttiva locale, dando avvio al processo di nascita dei laboratori cinesi e alle conseguenti catene migratorie (Waldinger, Aldrich e Ward 1990). Vi sono tuttavia delle differenze che preludono agli sviluppi successivi. La prima differenza riguarda l inizio e la consistenza del fenomeno migratorio: a Prato l immigrazione cinese inizia alla fine degli anni Ottanta, in anticipo rispetto a gran parte degli altri distretti italiani e si sviluppa in concomitanza con la ripresa produttiva degli anni Novanta (Becattini e Dei Ottati 2006). Di conseguenza l agglomerazione di imprese cinesi che si forma a Prato è notevolmente più grande di quella che si forma negli altri distretti (Intesa Sanpaolo 2010, pp ). Un altra differenza riguarda il fatto che a Prato i cinesi non si inseriscono nell industria principale del distretto (il tessile), bensì in un settore secondario (la maglieria) allora in crisi, e favoriscono lo sviluppo di un nuovo modo di produzione, il pronto moda, praticamente assente a Prato prima del loro arrivo, e di un settore, l abbigliamento, trascurato dagli imprenditori locali. 8 Trattandosi di dati ufficiali è probabile che sottostimino l effettiva entità del fenomeno migratorio 9 Questi capannoni si concentrano per lo più in un area urbana a ridosso del centro storico, denominata città-fabbrica, perché caratterizzata dalla compresenza di residenze e spazi produttivi. 10 In particolare gli Amministratori comunali, rendendosi conto della rilevanza e della complessità di questo nuovo flusso di immigrazione, fin dal 1994, istituiscono presso l Assessorato delle Politiche sociali, un Centro di ricerca per l immigrazione diretto da docenti universitari esperti di sinologia, affiancati da mediatori culturali e consulenti, con lo scopo di studiare il fenomeno, oltre a quello di offrire servizi agli immigrati. Sulla politica di immigrazione a Prato negli anni Novanta si veda Campomori (2005). Sull attività di ricerca del Centro si vedano Ceccagno 2003 e 2004; Ceccagno e Rastrelli

6 Prima dell arrivo dei cinesi, i maglifici e le allora poche imprese di confezioni di Prato lavoravano in programmato, cioè secondo un calendario produttivo in cui l ideazione del campionario avveniva diversi mesi in anticipo rispetto alla produzione e alla vendita. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta la crescente variabilità e frammentazione della domanda di abbigliamento, soprattutto femminile, ha portato ad un progressivo accorciamento delle serie produttive e dei tempi intercorrenti fra l ideazione e la vendita, fino a giungere al cosiddetto pronto moda, ossia ad un modo di produzione in cui i tempi di progettazione, fabbricazione e vendita sono così ridotti da tendere a sovrapporsi. Quest ultima modalità produttiva si sviluppa a Prato, prima nella maglieria e poi sempre più nell abbigliamento, con l arrivo dei cinesi e la moltiplicazione dei loro laboratori, in cui si lavora anche di notte e il fine settimana. Così alla fine degli anni Novanta a Prato si era formata la più grande agglomerazione di imprese cinesi (di cui oltre l 80% nell abbigliamento) e la più numerosa (dopo quella di Milano) comunità d immigrati cinesi d Italia, la stragrande maggioranza dei quali provenienti da Wenzhou. Parte di questi immigrati sono in Italia da oltre un decennio e risiedono a Prato da diversi anni, dove lavorano come subfornitori di imprese prevalentemente locali, ma in qualche caso anche di altre regioni italiane. Durante questi anni essi hanno imparato le competenze necessarie a svolgere le diverse fasi della produzione di abiti pronto moda, e in qualche caso hanno anche instaurato relazioni che consentono loro di avviare i primi rapporti diretti con la distribuzione (Colombi 2002, p.32). A questo punto, alcuni imprenditori, grazie all esperienza acquisita e al loro inserimento nel contesto di immigrazione, in aggiunta alle relazioni economiche e sociali nell ormai numerosa comunità cinese di Prato, fanno un salto imprenditoriale e si trasformano da subfornitori a produttori in proprio di pronto moda (Kloostermann e Rath 2001). Si tratta di una trasformazione importante per lo sviluppo delle imprese cinesi di Prato, perché avere rapporti diretti col mercato consente guadagni ben superiori a quelli ottenibili come subfornitori, in particolare quando, come in questo caso, vi è asimmetria contrattuale fra le parti a sfavore dell imprenditore immigrato. Inoltre, questa trasformazione alimenta il processo di moltiplicazione di nuove imprese cinesi. Così, tra la fine degli anni Novanta e l inizio del nuovo secolo, nascono a Prato le prime imprese finali (cioè specializzate nella realizzazione dei modelli e nella commercializzazione dei prodotti) di pronto moda di proprietà di immigrati cinesi. L esempio dei pionieri è presto imitato da altri immigrati cinesi che dispongono dell esperienza e delle relazioni necessarie per effettuare un analogo salto imprenditoriale.. Questa trasformazione non cambia solo le prospettive di sviluppo economica degli imprenditori che la realizzano, ma anche quelle del sistema di cui fanno parte. Difatti, negli anni successivi alla formazione delle imprese finali cinesi si verifica una vera a propria esplosione di imprenditorialità, fra i cinesi di Prato: in un decennio il numero delle loro imprese in Provincia di Prato passa da poco più di mille a quasi Questo non solo perché la nascita delle imprese finali cinesi favorisce la moltiplicazione dei laboratori di subfornitura cinesi, nell abbigliamento, bensì perché lo sviluppo economico e demografico innescato dal boom del pronto moda promuove la formazione di imprese anche in altri settori. Da una parte, il crescente numero di immigrati cinesi, richiamati a Prato dalla possibilità di trovare lavoro ed eventualmente di diventare imprenditori, genera una domanda di beni e servizi di consumo che apre nuove opportunità imprenditoriali nel commercio al dettaglio, nella ristorazione, nei servizi alla persona, in quelli di trasporto, di telecomunicazione e così via. D altra parte, il boom dei pronto moda produce una domanda di attività ausiliarie sia di tipo manifatturiero, come la tintura dei capi di abbigliamento, sia terziarie come i servizi professionali, o quelli di riparazione e compra-vendita di macchine da cucire e, soprattutto, il commercio all ingrosso e l importazione di prodotti tessili e dell abbigliamento (tab. n. 1). 6

7 Fig. 1. Numero di imprese di immigrati cinesi in Provincia di Prato nell abbigliamento e in tutti i settori: confezione tutte Fonte: Nostra elaborazione dati Camera di Commercio di Prato anni Tab. 1. Numero di imprese di immigrati cinesi per settore di attività in Provincia di Prato: 2001, 2005, 2010 Settori 2001 % 2005 % % var % % var % var Tessile 68 4, ,68 139, ,02 49,08 257,35 Abbigliamento , ,15 40, ,50 99,29 180,10 Articoli in pelle 26 1, ,84 73, ,90 104,44 253,85 Mobili 9 0,60 / 0,00-100, ,91 / 388,89 Altro manifattura / / 48 1,97 / 49 1,01 2,08 / TOTALE MANIFATTURA , ,64 49, ,35 95,06 190,80 Costruzioni / / 13 0,53 / 26 0,54 100,00 Alimentari e bevande / / 10 0,41 / / 0,00-100,00 / Commercio ingrosso , ,07 294, import/export 8,39 106,09 712,00 Commercio al dettaglio 76 5, ,02 93, ,56 82,99 253,95 Altro commercio / / / / / 6 0,12 / / Ristorazione 15 1, ,90 46, ,91 540,91 840,00 Bar 9 0, ,45 22,22 / 0,00-100,00-100,00 Transporti/ Agenzie di viaggio / / 6 0,25 / 8 0,17 33,33 / Comunicazioni/Money transfers / / 22 0,90 / / 0,00-100,00 / Agenzie immobiliari 8 0, ,35 312, ,57 130,30 850,00 Credito e assicurazioni / / / / / 10 0,21 / / Servizi informatici / / 6 0,25 / 21 0,43 250,00 / Servizi Professionali e tecnici / / 6 0,25 / 29 0,60 383,33 / Altro servizi / / / / / 36 0,74 / / TOTALE SERVIZI , ,85 191, ,70 117,82 534,17 Altro 37 2, ,98-35, ,41-16,67-45,95 Totale generale , ,00 62, ,00 98,28 222,88 Fonte: nostra elaborazione dati Camera di Commercio di Prato 7

8 Difatti, poco dopo l avvio dei primi pronto moda nascono anche imprese di commercio all ingrosso e di importazione-esportazione gestite da cinesi. Questa ulteriore trasformazione degli imprenditori cinesi è favorita dalle relazioni che essi intrattengono con parenti e amici rimasti in Cina; relazioni che permettono loro di individuare facilmente a chi rivolgersi per acquistare o far fare i prodotti di cui vi è domanda in Italia e in Europa, e viceversa. Allo stesso tempo, però, le relazioni che essi hanno con gli imprenditori cinesi di Prato e con grossisti e altri acquirenti italiani ed europei permettono loro di trovare con facilità gli acquirenti delle merci importate. Così il loro inserimento nel contesto di immigrazione e i frequenti rapporti col luogo di origine permettono ad una parte di questi immigranti di diventare imprenditori transnazionali. La nascita delle imprese finali cinesi determina un cambiamento organizzativo nel sistema delle imprese di questi immigrati. Si sviluppa considerevolmente la divisione del lavoro fra le imprese, in quanto le imprese finali cinesi si avvalgono delle imprese di parenti e compaesani, prima come subfornitori e poi, via via che nascono nuove attività gestite da cinesi, anche come grossisti, importatori, contabili, tintori, trasportatori o agenti immobiliari. Ogni impresa finale commissiona la produzione a una pluralità di subfornitori di fiducia. Spesso, questi ultimi, a loro volta, si avvalgono di altre imprese di loro fiducia specializzate in fasi diverse del processo produttivo: dal taglio alla cucitura, alla rifinizione e allo stiro. Tutte queste imprese sono per lo più localizzate vicine alla impresa committente perché i tempi del pronto moda sono così stretti che spesso la consegna avviene entro le ore dall ordine. Una tale organizzazione produttiva, basata sulla divisione del lavoro fra le imprese integrate fra loro da rapporti stretti e frequenti, generalmente si accompagna all agglomerazione territoriale delle imprese che ne fanno parte. E così che la crescita degli immigrati cinesi di Prato e delle loro attività si concentra nell area dove essi hanno avviato i laboratori fin dall inizio degli anni Novanta: la vecchia città fabbrica si trasforma nella nuova Chinatown di Prato. La concentrazione territoriale di piccole imprese in cui imprenditori e lavoratori, quando non sono parenti. provengono per lo più dalla stessa città e condividono una cultura ed un esperienza migratoria comune, unita alla divisione del lavoro fra imprese che svolgono in prevalenza attività simili e complementari, intensifica i rapporti fra questi immigrati e favorisce la consapevolezza di appartenere ad uno stesso sistema economico, oltre che ad uno stessa comunità di persone. Questo perché la divisione del lavoro fra le imprese, da una parte, accresce l ispessimento localizzato delle relazioni economiche e sociali necessarie per coordinare le varie attività svolte da imprese diverse, per lo più appartenenti alla stessa filiera produttiva. D altra parte, lo sviluppo economico per moltiplicazione di imprese specializzate, aprendo nuove opportunità agli aspiranti imprenditori, riproduce sia l imprenditorialità, sia la solidarietà fra le persone appartenenti a tale sistema. Oltre all intensificazione dei rapporti fra immigrati cinesi promossa dall organizzazione produttiva da essi formata, la crescita della concentrazione economica e demografica di questi immigrati favorisce anche la formazione di istituzioni informali come un insieme di norme implicite condivise e formali, come associazioni di vario tipo. Difatti, fra i cinesi di Prato si sviluppano diverse associazioni: la più importante è quella che riunisce gli imprenditori originari di Wenzhou, ma ve ne sono anche altre, come l associazione degli immigrati provenienti dal Fujian, o l associazione generale del Commercio Italo-Cinese. Trattandosi di associazioni di imprenditori, una parte importante delle loro attività riguarda la promozione degli affari, ma sempre di più queste associazioni svolgono anche un ruolo di collegamento con le autorità politiche ed economiche del luogo di provenienza di questi immigrati Tali associazioni svolgono inoltre attività di interesse generale per la comunità cinese, come la gestione di scuole. In aggiunta alle associazioni di imprenditori si sono formate anche diverse associazioni religiose. In breve, lo sviluppo dei pronto moda non ha generato solo una crescita quantitativa della collettività cinese di Prato, ma ha prodotto anche un cambiamento qualitativo nella sua organizzazione, rafforzando e intrecciando i legami economici e sociali al suo interno. Diversamente dai primi anni Novanta, all inizio del nuovo secolo gli immigrati cinesi a Prato costituiscono una realtà economica, sociale e demografica di rilievo che non può passare 8

9 inosservata. Il loro numero è molto aumentato e la loro presenza si è concentrata in alcune zone della città, trasformandole al punto da renderle estranee alla popolazione che vi abita da sempre. Inoltre, l evoluzione organizzativa del sistema delle imprese cinesi conseguente alla nascita delle imprese finali di pronto moda ha comportato insieme ad un infittirsi e rafforzarsi delle relazioni interne al sistema cinese a Prato e nelle sue propaggini esterne (in Cina e nei luoghi della diaspora cinese), una contemporanea riduzione delle relazioni con l economia e la società di accoglienza. Questo perché la nascita delle imprese finali di pronto moda cinesi ha comportato una forte riduzione dei rapporti di subfornitura con committenti locali, essendo generalmente preferite le relazioni interne al sistema cinese. Inoltre, poiché i tessuti prodotti dalle imprese pratesi sono di qualità e prezzo elevati (rivolgendosi a segmenti di mercato medio-alti), mentre gli abiti prodotti dagli immigrati cinesi sono per lo più di basso prezzo (rivolgendosi prevalentemente a fasce basse di mercato), anche i rapporti di compravendita di tessuti fra pronto moda cinesi e produttori di tessuti pratesi, nel complesso, restano limitati. Questo anche perché con la nascita delle imprese cinesi di importazione e commercio all ingrosso, gran parte dei tessuti utilizzati dai pronto moda di Prato sono importati da tali imprese, soprattutto dalla Cina 11. La straordinaria crescita dei cinesi di Prato che fa seguito alla nascita delle imprese finali e alla trasformazione organizzativa sopra tratteggiata si realizza proprio negli anni in cui la locale industria tessile, cuore dell economia e della stessa identità pratese, soffre una crisi prolungata e profonda. Questo, insieme ai problemi generati in una città relativamente piccola come è Prato dalla presenza di decine di migliaia di immigrati con una lingua e una cultura così diverse (i cinesi residenti nel Comune di Prato a fine 2012 superano i su una popolazione di ), muta la percezione che i pratesi hanno di questi immigrati e delle loro imprese (Rastrelli 2003, pp.70-79). In sintesi, lo sviluppo straordinario per quantità e qualità delle imprese degli immigrati cinesi di Prato, avvenuto contemporaneamente all acuirsi della crisi del sistema tessile locale ha determinato un ribaltamento nella rappresentazione di questi immigrati da parte dei pratesi, passando da risorsa a emergenza (La nazione, Prato, ). Così, mentre nei primi anni Novanta gli immigrati cinesi venivano generalmente percepiti come produttori e quindi come soggetti da promuovere, successivamente si afferma sempre più la loro rappresentazione di persone che, per arricchirsi, violano sistematicamente la legge, e, pertanto,come soggetti da contrastare e reprimere. 4. Cause dell eccezionale sviluppo dei cinesi di Prato Dopo aver ripercorso lo straordinario sviluppo degli immigrati cinesi di Prato ed aver accennato al ribaltamento nella percezione di questi immigrati da parte della società di accoglienza, di seguito si analizza il complesso dei fattori alla base di tale sviluppo. Prima, però, è necessario almeno menzionare quelle che comunemente vengono ritenute le principali cause del successo economico degli imprenditori cinesi di Prato, e cioè l impiego di connazionali immigrati clandestinamente, e l economia sommersa. I controlli effettuati specialmente negli ultimi anni dalla polizia nei laboratori dei cinesi di Prato hanno accertato come prevedibile - che essi impiegano anche immigrati irregolari. Tuttavia, l immigrazione irregolare non è un fenomeno nuovo e, soprattutto, non riguarda solo gli immigrati cinesi, né solo Prato, bensì anche gli immigrati che hanno un diverso luogo di provenienza e di immigrazione, in Italia e all estero 12. Nonostante ciò, lo sviluppo economico degli immigranti cinesi di Prato non ha uguali, né in Italia, né in Europa, pertanto, l impiego di connazionali 11 A titolo indicativo si fa notare che il valore delle importazioni di prodotti tessili dalla Cina in Provincia di Prato nel corso del primo decennio del nuovo secolo passa da 61 milioni di euro nel 2002 a 170 milioni di euro nel 2010, rappresentando rispettivamente il 10% delle importazioni tessili della provincia nel 2002 e il 34,5% nel 2010 (dati della Camera di Commercio di Prato) 12 Secondo le stime dell ISMU ( Iniziative e Studi sulla Multietnicità), nel 2005 gli immigrati cinesi irregolari presenti in Italia erano l 11,4% del totale, corrispondenti a circa persone, ma nello stesso anno gli immigrati irregolari provenienti dall Ukraina erano il 22,4% corrispondenti a persone e quelli provenienti dal Marocco erano il 14,2% corrispondenti a quasi clandestini ((Fasani 2009, pp.104-5). 9

10 immigrati irregolarmente non sembra sufficiente a spiegare la grande espansione di questa comunità. L altro fattore spesso sottolineato come causa del successo dei cinesi di Prato è l economia sommersa, ossia la pratica di svolgere attività economiche senza osservare le norme vigenti nel paese di immigrazione in materia di rapporto di lavoro, di previdenza sociale, di fisco e di contributi locali. I controlli effettuati nelle imprese cinesi di Prato hanno confermato che l economia sommersa è praticata da tali imprese, pertanto una graduale emersione è necessaria. Malgrado ciò, poiché l economia sommersa non è una caratteristica solo delle imprese cinesi di Prato, bensì costituisce una pratica diffusa in numerose economie etniche 13 ed è presente anche nell economia generale, in particolare in Italia e soprattutto nelle regioni meno sviluppate 14, sembra difficile attribuire la rapida crescita dei cinesi di Prato solo o principalmente alle pratiche informali e all economia sommersa. Se il lavoro di immigrati irregolari e l economia sommersa non bastano a spiegare lo sviluppo dei cinesi di Prato, perché altrimenti le aree in cui più diffusa è l illegalità sarebbero le più prospere anziché le meno sviluppate, allora bisogna cercare altri fattori, meno evidenti, ma importanti per comprendere il dinamismo di questi immigrati. Come si è visto, inizialmente i cinesi sono stati attratti a Prato dalla possibilità di inserirsi come lavoratori autonomi per la cucitura di capi di maglieria. L inserimento come subfornitori delle locali imprese di maglieria, settore nel quale il numero delle imprese diminuiva nonostante l utilizzo dei laboratori cinesi, non avrebbe però permesso l eccezionale sviluppo di questi immigrati, se il lavoro autonomo dei cinesi con la loro velocità di consegna e i bassi compensi non avesse favorito la diffusione a Prato di un nuovo modo di produzione e di un nuovo settore: l abbigliamento pronto moda, caratterizzato da prodotti alla moda, rapidità di consegna e prezzi contenuti. Il mercato degli abiti pronto moda era infatti in espansione, non solo per i prezzi convenienti, ma anche per il cambiamento degli stili di vita nelle società sviluppate, nelle quali la crescente variabilità della domanda, in particolare di abbigliamento, induceva grossisti e catene di negozi ad effettuare acquisti sempre più frazionati e a richiedere consegne sempre più veloci. Pertanto, la crescita delle imprese cinesi è dovuta, prima allo sviluppo a Prato di un nuovo modo di produzione (il pronto moda) e di un nuovo settore (l abbigliamento), e, successivamente, alla capacità di una parte di questi immigrati di trasformarsi da subfornitori a imprenditori finali di pronto moda, inserendo così le loro imprese e, indirettamente, il sistema delle imprese cinesi di Prato in un mercato in crescita.(kloosterman 2010, pp.35-36). Difatti, gli abiti pronto moda delle imprese cinesi di Prato non riforniscono solo gli ambulanti, i grossisti e sempre più anche le catene di negozi dell Italia, ma anche quelli di altri paesi europei, come Spagna, Francia, Germania e in particolare dei paesi dell Europa dell est. Non mancano inoltre contatti commerciali anche in paesi più lontani come gli Stati Uniti o il Giappone. L accesso degli imprenditori cinesi al mercato del pronto moda non è stato possibile solo per le caratteristiche dei loro laboratori e per lo spirito di iniziativa di alcuni imprenditori maggiormente inseriti nel contesto di immigrazione, bensì grazie anche alle specifiche caratteristiche del contesto pratese (Toccafondi 2005). Questo perché il distretto di Prato, essendo un centro reputato nel mondo per i suoi prodotti tessili made in Italy, è abitualmente frequentato da molti acquirenti e operatori della moda, italiani ed esteri. Pertanto, la localizzazione a Prato ha contribuito al successo dei pronto moda cinesi, favorendo, prima l apprendimento delle conoscenze produttive, e poi l accesso ai mercati rilevanti (Kloosterman e Rath 2001). Inoltre, la struttura delle opportunità presente nel contesto pratese ha favorito anche l accesso a competenze essenziali altrimenti non disponibili. Per operare con successo nel pronto moda bisogna saper individuare i modelli che sono più richiesti dal mercato ed essere anche in grado di replicare abiti simili a quelli che incontrano il 13 Per il caso degli imprenditori islamici in Olanda, si veda Kloosterman et al Secondo le stime dell Istat, in Italia nel 2009 gli occupati irregolari erano oltre , corrispondenti al 10,5% dell occupazione complessiva. Inoltre, sempre secondo l Istat le unità di lavoro irregolare in Italia nel 2008 costituivano in media l 11,9% del totale, ma con forti variazioni fra le diverse regioni, andando da un incidenza percentuale minima dell 8,5% in Emilia Romagna ad un massimo di 26,6% in Calabria ( 10

11 favore dei consumatori, velocemente e a basso costo. Per fare ciò è cruciale disporre delle competenze per disegnare un campionario e per realizzare i prototipi. A Prato, gli imprenditori cinesi hanno potuto facilmente acquistare tali competenze, difficili da apprendere in poco tempo, ma indispensabili per avviare le imprese finali di pronto moda, rivolgendosi a stilisti e modellisti italiani, la cui qualificazione è nota e apprezzata nel mondo. Difatti, mentre la manodopera impiegata nei laboratori è costituita da immigrati cinesi, le imprese finali di pronto moda utilizzano solitamente italiani come stilisti e modellisti, oltre che nella commercializzazione, soprattutto a causa della insufficiente padronanza della lingua, (Marsden, Caserta 2010, pp. 21; 25-26). L accesso al mercato dell abbigliamento pronto moda ed alle competenze stilistiche necessarie per operarvi costituiscono certo fattori importanti, ma da soli non sembrano sufficienti a spiegare l eccezionale sviluppo dei cinesi di Prato, senza tener conto anche dei caratteri della loro organizzazione produttiva e della sua estensione transnazionale. Come si è visto, con lo sviluppo del pronto moda e la moltiplicazione dei laboratori cinesi, in relativamente pochi anni a Prato si era formata una notevole concentrazione di imprese cinesi, per lo più operanti nel settore dell abbigliamento (fig.1). E a questo punto che alcuni immigrati cinesi con più esperienza e con più relazioni, sia nella comunità di immigrati, sia nel contesto di accoglienza, effettuano il salto imprenditoriale da subfornitori a imprenditori finali. Come già sottolineato, questa trasformazione accelera il processo di formazione di nuove imprese, sia di quelle specializzate nelle diverse attività relative alla produzione e alla vendita di abiti pronto moda, sia di quelle che vanno a soddisfare una domanda di beni e servizi proveniente da una popolazione di imprese e di persone in rapida crescita. In particolare, con la nascita delle imprese finali di pronto moda cinesi si sviluppa la divisione del lavoro fra le imprese di questi immigrati. I lavoratori dipendenti che sono immigrati regolari ed hanno acquisito competenze ed esperienza sufficienti avviano un proprio laboratorio, grazie alle risorse finanziarie accumulate lavorando e all aiuto di familiari e amici. Questi ultimi sono inoltre utilizzati come lavoratori nelle nuove imprese che si aggiungono a quelle già esistenti, alimentando le catene migratorie. In questo modo l agglomerazione di imprese e di persone cresce considerevolmente e si articola al suo interno. Difatti, ogni impresa finale generalmente si rivolge a più subfornitori (in genere fra 5 e 10) ed ogni subfornitore può lavorare per più committenti. Le imprese di subfornitura non di rado appartengono a qualche membro della stessa famiglia del committente (Marsden e Caserta 2010, p.17) o ad altri immigrati di fiducia. Committenti e subfornitori, così come datori di lavoro e lavoratori, sono uniti dalla consapevolezza di appartenere ad uno stesso gruppo sociale; la comune appartenenza comporta un vincolo di solidarietà che l esperienza migratoria, specialmente se il contesto d immigrazione è ostile, contribuisce a rafforzare 15 (Portes e Sensenbrenner 1993, pp ). La struttura produttiva derivante dal processo di moltiplicazione delle imprese e di divisione del lavoro fra di esse dà luogo al progressivo infittirsi ed estendersi delle relazioni economiche fra le imprese e le persone. D altra parte, il fatto che i rapporti economici avvengano per lo più tra familiari e immigrati dello stesso gruppo fa sì che le relazioni economiche interagiscano sistematicamente e inestricabilmente con rapporti sociali che, essendo fra membri della stessa 15 A proposito del rapporto fra imprenditore e lavoratore nelle imprese cinesi di Prato Ceccagno scrive : Con il passare del tempo, diventa evidente come la nicchia produttiva cinese sia anche il risultato di una visione condivisa fra datori di lavoro e operai, una visione che implica sfruttamento e autosfruttamento ma che include anche accordi interni negoziati ed è percepita come favorevole per entrambi. Infatti, sia gli imprenditori che gli operai percepiscono questa organizzazione del lavoro come la migliore e più rapida strada verso il raggiungimento del successo. I lavoratori sono disposti a lavorare molte ore, non solo perché spesso non sono nelle condizioni di fare altrimenti o perché il mercato richiede disponibilità di questo tipo, ma anche perché aspirano a raggiungere essi stessi la posizione di datore di lavoro. Perciò percepiscono lo sfruttamento e l autosfruttamento temporaneo come la via più rapida disponibile verso la realizzazione dei propri obiettivi (anche se in realtà questa strada non è accessibile a tutti)..perciò si rischia una lettura parziale e inattuale del fenomeno se si percepisce solo la relazione paternalistica, di sfruttamento e di dipendenza tra i datori di lavoro e gli operai,, senza notare il patto di mutuo interesse che li lega (per un periodo di tempo che percepiscono limitato soltanto ad alcuni anni). (Ceccagno, 2008, pp.87-88, enfasi aggiunta) 11

12 comunità, implicano solidarietà reciproca. Così, l infittirsi delle relazioni economiche conseguente alla divisione del lavoro e moltiplicazione delle imprese, intrecciandosi con le relazioni sociali esistenti fra le persone che vi operano forma un tessuto, invisibile ma tenace, che unisce in un sistema integrato e dinamico tutte le attività economiche da essi svolte. Si tratta di un sistema integrato perché l ispessimento localizzato delle relazioni economiche e di quelle sociali a cui si è fatto riferimento sopra facilita la circolazione delle informazioni e riduce i costi di ricerca di partners in affari, e quelli di contrattazione ed esecuzione dei contratti fra questi immigrati. Questo perché i rapporti economici vengono per lo più conclusi con persone appartenenti alla stessa comunità nella quale vigono delle norme implicite di comportamento condivise il cui mancato rispetto è sanzionata dai membri della comunità (Portes e Sensenbrenner 1993, pp ) 16. Questa particolare struttura produttiva in cui vi è divisione del lavoro verticale e orizzontale fra le imprese e basse barriere all entrata, combinandosi con rapporti sociali fra appartenenti ad una stessa comunità, rende possibile una forma speciale di integrazione della divisione del lavoro dentro le imprese e soprattutto fra le imprese: una forma di integrazione in cui l efficienza economica dipende più da rapporti di reciprocità che di autorità, come avviene nella forma di integrazione verticale tipica delle organizzazioni gerarchiche. Si tratta di una forma di integrazione in cui i bassi costi di transazione (a causa dei legami sociali e della interdipendenza economica) consentono di superare i limiti delle piccole imprese familiari, i cui confini si confondono nel fitto intreccio delle relazioni che le uniscono, e grazie alle quali informazioni, prodotti finiti e semilavorati, lavoro e denaro si muovono con grande fluidità. In questo modo la scala produttiva da cui dipende l efficienza economica diventa quella dell intero sistema, invece di quella della singola impresa. E poiché tale scala è rilevante le imprese di questo sistema, benché piccole, in quanto integrate fra loro sono in grado di competere con quelle più grandi nel mercato generale 17. Un altro elemento distintivo di tale sistema è il suo dinamismo. Questo perché esso è caratterizzato dalla continua nascita di nuove imprese familiari che si aggiungono o sostituiscono quelle esistenti 18. La nascita di nuove imprese in parte è conseguenza dell aspirazione di queste persone alla mobilità economica attraverso il lavoro autonomo. La nascita di nuove imprese dipende però anche dalle opportunità che si aprono nell ambiente in cui le persone si trovano. In proposito, poiché la struttura produttiva è caratterizzata dalla divisione del lavoro fra le imprese, le barriere all entrata per gli aspiranti imprenditori si mantengono basse. Inoltre, l intreccio dei rapporti economici e sociali, da un lato, favorisce l apprendimento per esperienza lavorando nelle imprese di familiari e compaesani e, dall altro, facilita sia la possibilità di venire a conoscenza delle opportunità che si aprono, sia la possibilità di ottenere il sostegno materiale e immateriale di cui l aspirante imprenditore ha bisogno per tentare l avventura 19. Tutto ciò fa sì che la struttura produttiva di questo sistema di imprese cresca per così dire orizzontalmente e si adatti ai cambiamenti esterni, soprattutto a quelli dal lato della domanda, in modo tale che il sistema nel suo complesso si mantenga vitale, proprio attraverso il rinnovamento delle sue imprese e, assieme ad esse, attraverso la continua ridefinizione dell intreccio dei rapporti che le uniscono. Prima di accennare agli effetti economici delle relazioni che gli immigrati intrattengono con parenti e conoscenti rimasti in Cina ed emigrati altrove, è opportuno chiarire che i vantaggi in termini di efficienza e, quindi, di potenziale di sviluppo complessivo e di mobilità economica dei suoi membri (anche se non di tutti) evidenziati sopra non riguardano qualsiasi agglomerazione di imprese di persone di uno stesso gruppo sociale, né tanto meno le imprese di immigrati che sono relativamente disperse in un ambiente estraneo. Tali vantaggi si producono solo in quei casi nei quali un gruppo 16 Sull importanza delle norme implicite nel funzionamento del distretto industriale si veda Dei Ottati 1986 e Brusco Sulla divisione del lavoro caratteristica del distretto industriale e la sua integrazione si veda Becattini 1989; Dei Ottati Sull elevato numero di iscrizioni e di cancellazioni delle imprese cinesi di Prato si veda Marsden e Caserta 2010, p Sull apprendimento per esperienza e il percorso tipico di mobilità economica e sociale nel distretto industriale si veda Brusco 1995, pp

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