Proiezioni per le famiglie. Documentazione
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- Ernesto Di Carlo
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1 Proiezioni per le famiglie. Documentazione Bologna, 3 aprile 2017
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3 Sommario Dati di input... 4 Analisi preliminari... 6 Popolazione residente in convivenza... 6 Le famiglie per numero di componenti... 7 Le famiglie per tipologia... 8 Metodologia di proiezione Risultati... 11
4 Dati di input Annualmente si dispongono di dati molto dettagliati sulla popolazione mentre le informazioni relative alle famiglie sono relativamente scarse e con dettaglio spesso non soddisfacente. Il bilancio demografico restituisce annualmente il numero di famiglie e di convivenze e il numero di persone che vi risiedono distinte per sesso ma non contempla nessuna informazione sulla struttura per età di questi due sottogruppi. Tantomeno sono contemplate informazioni relative a dimensione e struttura delle famiglie. L unica fonte che permette l incrocio nei dati con tale dettaglio è il censimento della popolazione che, di contro, ha il limite di essere effettuato ad intervalli di tempo molto ampi. Il confronto tra due censimenti consecutivi rende evidenti le eventuali differenze ma è poco informativo rispetto ai percorsi che hanno portato a quelle differenze. Nei periodi intercensuari le caratteristiche delle famiglie possono essere stimate sulla base di alcune indagini campionarie che hanno come popolazione di riferimento quella residente in famiglia. Le stesse non si prestano di conseguenza ad analizzare anche l evoluzione della popolazione in convivenza. Tra le indagini campionarie che permettono stime annuali, in questa sede è stata preferita l indagine continua sulle forze di lavoro. Anche se non diretta allo studio delle relazioni familiari, l unità di base del campione dell indagine è la famiglia e questo rende possibile l adozione di un ottica familiare nell analisi dei dati. Inoltre, il campione su cui si basa questa indagine è tra i più numerosi tra le indagini campionarie condotte da Istat sugli individui e, anche per questo motivo, permette alcune stime a livello provinciale mentre per nessuna delle indagini campionarie appositamente svolte per l analisi dei cambiamenti nelle famiglie italiane è prevista una rappresentatività a livello provinciale. La natura campionaria dei dati impone ovviamente maggiori accortezze rispetto al dato censuario ma, nel rispetto delle caratteristiche dell indagine e dell incertezza che accompagna le stime (errore campionario), l indagine sulle forze di lavoro si è rivelata uno strumento utile anche per l analisi delle strutture familiari. Nell indagine continua sulle forze di lavoro le informazioni demografiche di base e la relazione di parentela con la persona di riferimento vengono rilevate per tutti i componenti della famiglia mentre solo a quelli di 15 anni o più è rivolto il questionario vero e proprio, atto a raccogliere le informazioni dettagliate sulla condizione lavorativa e non lavorativa individuale. Ai fini delle proiezioni l indagine continua sulle forze di lavoro viene utilizzata per monitorare le caratteristiche demografiche delle famiglie (dimensione e tipologia). Le stime campionarie per regione e province relative a distribuzione delle famiglie per tipologia e dimensione suono state utilizzate sia per lo studio di caratteristiche e andamenti, sia per attualizzare le stime provenienti dall ultimo censimento al fine di costruire i parametri di partenza della proiezione. L indagine continua sulle forze di lavoro è stata utilizzata anche per definire la relazione esistente tra le due classificazioni delle famiglie, per dimensione e tipologia. I dati del bilancio demografico sono stati utilizzati per controllare l andamento del numero di residenti in convivenza mentre l attualizzazione di poste e distribuzione per sesso ed età per l anno base delle proiezioni ha sfruttato congiuntamente i dati del bilancio demografico, i dati dell ultimo censimento della popolazione e quelli provenienti dalla rilevazione della popolazione su base anagrafica condotta dall Ufficio di Statistica della Regione. Dal infatti l acquisizione dei dati anagrafici a livello individuale permette di distinguere la popolazione residente in convivenza e residente in famiglia e di stimarne la struttura per età e sesso. La diversa natura dei dati utilizzati e combinati per pervenire ai parametri di partenza del modello impongono attenzione da un lato alla coerenza delle definizioni e dall altro ai riferimenti temporali.
5 Le stime derivanti dall indagine continua sulle forze di lavoro sono espresse in media annua, i dati del bilancio demografico si riferiscono al dell anno e la rilevazione della popolazione residente condotta dalla Regione ha a riferimento il primo gennaio dell anno.
6 Analisi preliminari Popolazione residente in convivenza I dati del bilancio demografico indicano che la consistenza della popolazione residente in convivenza oscilla tra e unità all incirca, dal 2004 ad oggi. I residenti in convivenza rappresentano, nello stesso arco di tempo, una quota variabile tra 0,58 e 0,66 per cento della popolazione complessiva. Figura 1. Popolazione residente in convivenza in Emilia-Romagna. Anni dal 2003 al 2015 Fonte: elaborazioni su dati Istat Bilancio demografico Pur con delle oscillazioni, si nota che il numero di residenti in convivenza è stato tendenzialmente in diminuzione dal 2003 al 2010 per poi cominciare lentamente a crescere fino ad oggi. Il censimento del 2001 aveva rilevato oltre 32mila residenti in convivenza (0,82% della popolazione totale) mentre al censimento del 2011 poco più di 25mila persone risiedevano in una residenza collettiva (0,58%). A fronte di una popolazione complessiva aumentata di oltre 341 mila unità tra i due ultimi censimenti, la popolazione residente in convivenza è diminuita poiché sono calati i tassi di residenza in convivenza a tutte le età, in particolare alle età anziane. Figura 2. Tassi di residenza in convivenza per classi di età e sesso. Emilia-Romagna. Anni 2001 e Fonte: elaborazioni su dati Istat - Censimento della popolazione e delle abitazioni Il grafico mostra che, indipendentemente dal periodo, il vivere in una residenza collettiva è una condizione più probabile per le persone sopra i 65 anni, in particolare se donne. Tra i giovani tale condizione è molto meno diffusa è più probabile per gli uomini. Tra i due ultimi censimenti si registra una diminuzione dei tassi di residenza in convivenza sostanzialmente generalizzato e particolarmente evidente proprio dove più diffusa, cioè tra le persone anziane.
7 Le famiglie per numero di componenti L analisi delle famiglie mostra che la dimensione media delle stesse è in diminuzione da oltre quarant anni, di pari passo con la diminuzione del numero di figli in esse presenti e con l aumento della propensione a formare famiglie da soli. Nel decennio la dimensione media è scesa da 2,39 a 2,25 componenti e i dati anagrafici indicano per il 2015 una dimensione media familiare di 2,22 componenti. Nello stesso decennio intercensuario è proseguito l aumento del numero di famiglie formate da un solo individuo, sia tra la popolazione anziana, sia tra i giovani adulti. Figura 3. Tassi specifici di capifamiliarità per classi di età e sesso per le famiglie di un solo componente. Emilia- Romagna. Anni 2001 e Fonte: elaborazioni su dati Istat - Censimento della popolazione e delle abitazioni La condizione di fare famiglia da solo risulta più diffusa nel 2011 rispetto al 2001 in tutte le classi di età e per entrambi i sessi. Si conferma il differenziale di genere che vede in famiglie di un solo componente gli uomini, tra la popolazione sotto i 55 anni, e le donne nelle età più anziane con un divario che si accentua dopo i 75 anni. Fatte salve le famiglie unipersonali di persone anziane, ad essere indicati come persona di riferimento della famiglia sono soprattutto gli uomini che per tutte le dimensioni familiari e le classi di età mostrano tassi di capifamiliarità decisamente superiori rispetto alla popolazione femminile di pari età. I tassi di capifamiliarità per dimensione mostrano che dai 55 anni in poi è più probabile vivere in una famiglia di uno o due componenti mentre alle età adulte si è soprattutto capifamiglia di famiglie di 3, 4 o 5 componenti. Figura 4. Tassi specifici di capifamiliarità per classi di età e sesso e dimensione della famiglia da 2 a 5 componenti. Emilia-Romagna. Anni 2001 e Fig. 4_1 Famiglie di 2 componenti Fig. 4_2 Famiglie di 3 componenti
8 Fig. 4_3 Famiglie di 4 componenti Fig. 4_4 Famiglie di 5 componenti Fonte: elaborazioni su dati Istat - Censimento della popolazione e delle abitazioni Tra gli ultimi due censimenti risultano sostanzialmente stabili i tassi di capifamiliarità sia maschili sia femminili per le famiglie di 2 componenti, con una unica variazione positiva rilevabile per la popolazione molto anziana; per questa fascia di popolazione si osserva quindi contemporaneamente una diminuzione della quota di coloro che vivono in una residenza collettiva e un aumento di coloro che vivono in famiglia, particolarmente in famiglie di 1 o di 2 componenti. Per le famiglie da 3 componenti in su si osserva una diminuzione dei tassi complessivi risultato però della combinazione di tassi di capifamiliarità in diminuzione per gli uomini e in aumento per le donne. Le famiglie per tipologia Rispetto alla distribuzione per tipologia, nel decennio in Emilia-Romagna, come a livello nazionale, aumentano soprattutto le famiglie uni personali (+43,5%), le famiglie monogenitoriali (+24,3%) e le coppie senza figli (+7,8%) mentre si osserva una diminuzione delle coppie con figli (-4,7%). I tassi di capifamiliarità per tipologia familiare, data la stretta relazione tra tipologia e dimensione della famiglia, ricalcano quelli per dimensione già osservati. Si osserva per le tipologie analizzate una prevalenza di capifamiglia tra gli uomini nelle fasce di età centrali tranne che tra le famiglie monogenitoriali. Ad essere capifamiglia in questo caso sono soprattutto donne tra i 35 e i 54 anni. Figura 5. Tassi di capifamiliarità per sesso e classi di età delle famiglie monogenitoriali. Emilia-Romagna. Anno Fonte: elaborazioni su dati Istat - Censimento della popolazione e delle abitazioni Il profilo per età evidenzia da un lato l effetto delle rotture delle unioni tra coppie giovani e adulte con la prevalenza di figli che convivono con le madri e dall altro la presenza di famiglie formate da un genitore anziano con uno o più figli, presumibilmente anch essi anziani. Le due classificazioni delle famiglie, per dimensione e tipologia, non sono tra loro indipendenti. Naturalmente c è coincidenza tra il numero di famiglie di dimensione 1 e quelle nella tipologia unipersonale, ma un legame sussiste anche tra le altre dimensioni e tipologie. Ad esempio se in una
9 famiglia è presente una coppia allora la dimensione è di minimo 2 persone e sale a 3 persone se oltre alla coppia è presente almeno un figlio. Ancora, se la tipologia familiare indica la presenza di 2 o più nuclei allora la dimensione è minimo 4 componenti. Figura 6. Relazione tra dimensione e tipologia familiare. Emilia-Romagna. Anno Fonte: elaborazioni su dati Istat - Censimento della popolazione e delle abitazioni Le indagini campionarie mostrano che questa relazione si è mantenuta stabile nel tempo.
10 Metodologia di proiezione Il metodo utilizzato per derivare consistenza, dimensione e tipologia delle famiglie è il classico metodo dei tassi di capifamiliarità che si basa sulla relazione tra la popolazione residente in famiglia di una certa età e sesso e la possibilità che si tratti della persona di riferimento di una famiglia (sia cioè un capofamiglia). Per l applicazione dei tassi di capifamiliarità è quindi necessario innanzitutto scomporre la popolazione residente complessiva, stimata dalle proiezioni di base, tra residenti in famiglia e in convivenza. Per giungere a tale distinzione si parte dalle proporzioni di persone residenti in convivenza che, applicate alla popolazione residente complessiva restituiscono la quota di popolazione residente in convivenza per ciascun incrocio provincia-sesso-classe di età. Questa operazione richiede che la matrice delle proporzioni sia stimata per ciascun anno di proiezione, dal 2015 al Una volta ottenuta la popolazione residente in convivenza si ricava, per differenza con la popolazione complessiva, la quota di popolazione residente in famiglia. Quest ultima diventa la base per ricavare consistenza, dimensione e tipologia delle famiglie. I tassi di capifamiliarità per sesso e classe di età vengono calcolati sia per dimensione della famiglia (da 1 a 6+ componenti) sia per tipologia. La classificazione delle famiglie per tipologia si basa sulla relazione esistente tra i componenti della famiglia, o, meglio, sulla relazione tra ciascun componente della famiglia e la persona di riferimento della stessa. Un primo criterio è quello basato sulla presenza o meno di uno o più nuclei dove per nucleo si intende l esistenza di una relazione del tipo coniugale o di tipo genitore-figlio (con figlio celibe/nubile). Questo primo criterio porta a distinguere le famiglie tra: senza nucleo, con un solo nucleo, con 2 o più nuclei. Le famiglie senza nuclei possono essere ulteriormente disaggregate in famiglie unipersonali e altre famiglie, dove vi sono cioè 2 o più persone, ma manca tra queste un legame coniugale o di tipo genitore-figlio. Le famiglie con un solo nucleo possono invece essere classificate sulla base del legame nucleare tra i diversi componenti e quindi in coppie, con figli o senza figli, e genitore (madre o padre) con figli. Un ulteriore distinzione riguarda la presenza o meno di componenti della famiglia esterni al nucleo definendo così le famiglie con o senza membri isolati. un tipico esempio è la famiglia formata da una coppia (il nucleo) e il genitore di uno dei due componenti la coppia o il fratello o un amico/a. Con i dati censuari il livello di dettaglio che si può raggiungere nella classificazione per tipologie è molto raffinato, dettaglio che per loro natura, non può essere raggiunto con dati di natura cmapionaria. Ai fini della proiezione si è tenuto conto di presenza/assenza di un nucleo e del tipo di relazione nucleare presente mentre è stata tralasciata la distinzione tra presenza/ assenza di membri isolati. La classificazione adottata si compone così di 7 categorie e rappresenta un compromesso tra le esigenze conoscitive, l affidabilità del sistema informativo di base e l incertezza della proiezione. le categorie utilizzate per rappresentare le tipologie familiari in fase di proiezione sono: - famiglie unipersonali - altre famiglie senza nucleo (di due o più componenti) - famiglie con 1 nucleo coppia con figli - famiglie con 1 nucleo coppia senza figli - famiglie con 1 nucleo monogenitore madre con figli - famiglie con 1 nucleo monogenitore padre con figli - famiglie con 2 o più nuclei La metodologia di proiezione prevede anche un sistema di vincoli che garantiscano la coerenza tra le classificazioni per dimensione e tipologia, coerenza dovuta dal fatto che le due classificazioni non sono tra loro indipendenti ma legate da relazioni ben definite. In maniera molto intuitiva basti pensare che il
11 numero di persone che vive in famiglie di un solo componente coincide evidentemente con il numero di famiglie unipersonali. Allo stesso modo, se in una famiglia è presente una coppia allora la dimensione è almeno 2 componenti così come è almeno 3 componenti se si tratta di una coppia con figli. Ipotesi Nell impostazione scelta l evoluzione futura del numero e della tipologia delle famiglie riflette l evoluzione futura della struttura per età e sesso della popolazione e delle variabili demografiche (comportamenti riproduttivi, migrazioni, sopravvivenza). Non sono state fatte ipotesi specifiche sulla propensione a formare o sciogliere le unioni o su eventuali cambiamenti nella propensione dei nuclei familiari a coabitare con altri nuclei. La scelta è dettata da un lato dalla difficoltà del fare ipotesi su parametri che coinvolgono un alto numero di scelte individuali e dall altro proprio perché si vuole dare risalto all effetto del cambiamento della struttura della popolazione di base sulle strutture familiari. L unica ipotesi evolutiva adottata riguarda i tassi di residenza in convivenza che si suppone possano contrarsi ancora ma ad un ritmo più lento di quello osservato tra i censimenti 2001 e 2011: la variazione osservata tra questi due istanti temporali viene spalmata su tutti i 20 anni di proiezione. Questa ipotesi, come osservato nell analisi preliminare dei dati di base, comporta implicitamente un aumento della popolazione, in particolare anziana, che vive in famiglie di 1 o 2 componenti. La relazione tra la classificazione per dimensione e tipologia della famiglia viene mantenuta fissa per tutto il periodo di proiezione a quella osservata al censimento del 2011 poiché la stessa relazione risulta confermata anche dai dati dell indagine continua sulle forze di lavoro per il periodo Risultati Lo scenario di riferimento delle proiezioni di base mostra che la popolazione residente in Emilia- Romagna potrebbe subire solo lievi variazioni numeriche tra 2015 e 2035 a fronte di cambiamenti consistenti nel rapporto tra le generazioni. La sostanziale stabilità potrebbe verificarsi per una compensazione tra aumento della popolazione anziana e diminuzione della popolazione giovane. A parità di scelte abitative l aumento della popolazione anziana potrebbe riflettersi in un aumento del numero di famiglie di piccole dimensioni cioè quelle dove, ci dicono i dati attuali, si collocano maggiormente gli anziani, portando ad una tendenziale diminuzione della dimensione media familiare. Figura 7. Numero medio di componenti per famiglia. Emilia-Romagna. Anni e proiezione Fonte: elaborazioni su dati Istat ; Regione Emilia-Romagna
12 Nella stessa direzione di diminuire il numero di componenti medio delle famiglie va anche il calo prospettato per il numero di nati che porta ad una diminuzione delle famiglie composte da una coppia con uno o più figli (famiglie di 3 o più componenti): tipologia per la quale si è già registrato un calo del 5% tra le ultime due tornate censuarie. Figura 8. Distribuzione percentuale delle famiglie per numero di componenti. Emilia-Romagna. Anno 2015 e proiezione anni 2025 e Fonte: elaborazioni su dati Istat 2015; Regione Emilia-Romagna 2025,2035 La proiezione di una diminuzione della popolazione in età giovane-adulta potrebbe pesare in generale sul numero di coppie e, a lungo andare, interrompere il trend di aumento che si osserva per le coppie senza figli (+8% tra i censimenti 2001 e 2011). A parità di instabilità coniugale nel tempo, le famiglie formate da un solo genitore che in oltre l 80% di casi è la madre potrebbero risentire sia della diminuzione dei nati sia di quella della popolazione giovane e adulta e restare abbastanza stabili nel tempo. Figura 9. Distribuzione percentuale delle famiglie per tipologia. Emilia-Romagna. Anno 2015 e proiezione anni 2025 e I dati completi per tutti gli anni di proiezione e fino al livello provinciale sono consultabili alla pagina consultazione dati.
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