NOTIZIE DAL MONDO CAMERALE

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1 ================================================================================== Gennaio/ n. 1/2006 NOTIZIE DAL MONDO CAMERALE RELAZIONE DEL PRESIDENTE della Camera di Commercio di Vercelli Giovanni Carlo Verri sull andamento socio-economico in provincia nell Anno 2005 Tempo di bilanci, in questi primi giorni del 2006, alla Camera di Commercio, per analizzare l andamento economico provinciale dell anno appena trascorso, iniziato in un clima di incertezza per una ripresa economica globale e che ha purtroppo confermato come il settore industriale rappresenti il vero nodo critico dell economia italiana. Questo comparto sta attraversando una crisi che nel confronto storico non trova eguali per durata, protraendosi infatti da ben quattro anni. L enfasi che tradizionalmente viene posta sul settore industriale è legata all importanza che lo stesso riveste, particolarmente in ambito regionale e provinciale, sia in termini assoluti che per capacità di generare indotto. La produzione manifatturiera, in una realtà come quella vercellese caratterizzata da una forte vocazione industriale, costituisce il più importante indicatore della congiuntura economica, direttamente monitorato dal sistema camerale piemontese. I dati definitivi disponibili sono ancora quelli inerenti il terzo trimestre del 2005, tradizionalmente il periodo meno indicato per valutazioni sul ciclo economico contenendo al proprio interno il dato di agosto. Relativamente alla provincia di Vercelli, inserita in un contesto, quello piemontese, che ha visto nel terzo trimestre un dato globale che ha segnato il 18 trimestre consecutivo in negativo della produzione industriale, avevamo registrato nel corso del 2004 un lieve miglioramento di tendenza. Come evidenziato in sede di commento ai risultati del 2004, non si parlava di un ciclo di ripresa congiunturale ma, più semplicemente, la performance dello scorso anno era stata vista come un parziale recupero di quote di produzione, rispetto ad un triennio di difficile congiuntura industriale piuttosto diffuso. Il giudizio è purtroppo ribadito dai dati del 2005, con un primo trimestre che ha registrato una flessione della produzione del 4,3% a livello regionale e del -2,5% nella realtà vercellese, un secondo trimestre che per la nostra provincia segna un calo del 3,9%, superiore al -3,5% della media piemontese. Poco confortanti i primi dati globali della produzione industriale del terzo trimestre, che parlano di un calo regionale del 4,5% e del -4,9% con riferimento alla nostra realtà provinciale. Le flessioni maggiori a livello Piemontese hanno interessato il settore moda (tessile, abbigliamento e calzature) e quello autoveicolare. Il primo, particolarmente importante per la nostra provincia, ha risentito della concorrenza dei prodotti dei Paesi emergenti, in particolar modo della Cina che, a partire da gennaio, ha vissuto un forte incremento del proprio export di prodotti tessile a causa del venire meno delle barriere imposte dall accordo multifibre. Sommario Notizie dal mondo camerale Pag. n. 1 Indici dei prezzi Istat Pag. n. 7 Sportello per l Internazionalizzazione Pag. n 8 Notizie dalla Comunità Europea Pag. n. 9

2 Se nel primo trimestre dell anno in corso il tessile-abbigliamento locale sembrava in lieve ripresa (contrariamente alla media regionale si registrava un dato positivo nella produzione di + 3,3%) i rilievi del secondo trimestre denunciano una diminuzione della produzione di ben -5,3 punti percentuali rispetto al 2004, con un crollo nel terzo trimestre, con un dato della produzione che ha segnato un 18,5% in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno. La situazione dell industria metalmeccanica nel suo complesso è improntata alla stazionarietà, con recuperi e perdite nel succedersi dei trimestri (-2,4% nel primo, + 1,7% nel secondo, -1,1% nel trimestre del 2005) che tradiscono una situazione di stallo, comunque di tenuta rispetto al dato regionale (-4,0% il calo della produzione nel terzo trimestre). Andamento della produzione industriale nelle province piemontesi IV trim 04 I trim 05 II trim 05 III trim 05 Variazione % sullo tesso trimestre anno precedente ,8-1,6-3,1-4,6 2,2 2,4 0,2-0,6 1,3-1,1-3,3-5,4 3,0 0,3-1,8-1,5-1,5-2,0-3,4-5,7-3,3-4,9-5-4,9 5,9 4,9 4,5 1,5 1,4-2,5-3,9-4,8-1,9-3,5-3,6-4,3-8 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Piemonte Fonte: Unioncamere Piemonte, 136 Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera piemontese La deludente evoluzione dell attività produttiva rappresenta un ulteriore conferma di una generale fase di ristagno dell intera economia italiana, in atto dal secondo trimestre del 2001, che di certo non poteva risparmiare la nostra provincia. La difficoltà principale della produzione industriale è da ricercarsi nella persistente debolezza della domanda finale, sia nella componente nazionale che in quella estera. Ciò che più ha preoccupato nel corso del 2005 sono le modalità in cui si è realizzata la caduta, accompagnata da un calo delle esportazioni e dalla diminuzione degli investimenti in beni strumentali. Non volendo fornire un quadro a sole tinte fosche sottolineiamo come proprio dall indagine del III trimestre 2005 siano emersi piccoli segnali di cambiamento di tendenza, rilevati tanto a livello regionale quanto provinciale, con previsioni positive specie verso il mercato estero. Ottimisticamente occorre sottolineare come prima di ogni ripresa ci sia una crisi più o meno marcata. Ed in Piemonte e nel vercellese la crisi ci è stata ed ha lasciato segni ben evidenti e drammatici risvolti sul fronte occupazionale. A lungo e da più parti si è parlato della funesta concorrenza asiatica e dei Paesi emergenti in generale per tentare di spiegare le difficoltà del nostro sistema produttivo. In effetti la crisi non è stata determinata da una carenza della domanda globale (il commercio mondiale sta infatti crescendo al ritmo del 5% annuo) ma da cause concorrenti: da un lato certo l emersione di economie competitive ma dall altro il ritardo dei produttori locali nell affrontare la nuova concorrenza con l innovazione dei prodotti. Diventa compito delle aziende piemontesi trovare soluzioni per fronteggiare l attuale contesto negativo. Per rimediare alla situazione è inutile appellarsi alla domanda globale e sperare in una ripresa senza cambiare le basi della nostra economia: bisogna lavorare sull offerta e non sperare nel traino di qualche locomotiva economica esterna. 2

3 Occorre individuare più fronti sui quali agire, sollecitare il mercato con proposte tecnologiche sempre più innovative e considerare come fattore strategico il processo di aggregazione delle imprese locali, troppo piccole per fronteggiare i costi crescenti della ricerca e del presidio dei mercati. Una forma di rilancio su nuove fondamenta può richiedere anni per compiersi ma nel caso del Piemonte ha alcune basi che paiono solide. Sono programmati massicci investimenti infrastrutturali che, a fianco del semplice effetto sul reddito connesso alla spesa, potenzieranno la competitività delle localizzazioni piemontesi. L incrocio dei due corridoi Lisbona-Kiew e Genova-Rotterdam avverrà all interno della nostra Regione, rafforzandone la vocazione manifatturiera che dovrà compiere però lo sforzo di veder crescere la quota di produzione di alto contenuto tecnologico. L investimento dell Italia in conoscenza, comprendente la spesa in R&S, per formazione degli addetti e per software è tra i più bassi dei paesi Ocse. Nella maggior parte dei Paesi industriali il settore privato finanzia il 60-70% del totale della spesa in R&S contro una quota italiana del 50%. Il settore pubblico non può certo sottrarsi alle responsabilità inerenti il sostegno al sistema produttivo ma si impongono scelte verso interventi mirati, di reale interesse per il rilancio del territorio, magari produttivi di risultati sul medio-lungo periodo. Interventi la cui onerosità comportano l azione congiunta di più attori istituzionali, pubblici e privati. Proprio il superamento di ogni logica di parte, la concertazione, l unione di risorse e mezzi deve ispirare coloro mi riferisco ad enti pubblici e istituzioni private, associazioni di categoria, sindacati che a vario titolo operano sul territorio. La Camera di commercio ha recentemente varato, con l approvazione in Consiglio lo scorso 21 novembre, il proprio Programma Pluriennale per il periodo , non a caso ispirato a principi di scenario condiviso, maturato attraverso il dialogo con tutti i principali attori istituzionali locali pubblici e privati, in accordo con altre iniziative promosse a sostegno del territorio, come il Patto Territoriale della Provincia di Vercelli, di cui l Ente camerale è tra i sottoscrittori e tra i primi ad aver individuato specifiche risorse, grazie alla quota di incremento del diritto annuale. Il documento di programmazione, liberamente consultabile anche sul sito istituzionale della Camera di commercio, in modo più compiuto esplicita le considerazioni accennate nella presente relazione ed individua precise linee di azione per perseguire il rilancio del territorio provinciale. La crisi industriale impone scelte legate alla diffusione tecnologica a favore delle PMI (tra le attività avviate la collaborazione con Univer e Politecnico per la realizzazione di check-up tecnologici tra le imprese, la partecipazione al progetto regionale della rete Rupar 2 per l allargamento della banda larga a tutto il territorio), ad una incisiva politica di internazionalizzazione (in questo caso l Ente camerale ha avviato iniziative particolarmente indirizzate alle imprese dimensionalmente più piccole, che spaziano dagli sportelli informativi locali ai primi progetti di apertura di Desk all estero, come il caso di Sofia in Bulgaria e San Paolo in Brasile). Di certo non vengono dimenticati gli altri settori, anzi buona parte delle iniziative varate o programmate rivestono valenza per il loro carattere di intersettorialità. Si è accennato alle grandi opere infrastrutturali, la cui valenza non è certo limitata al settore manifatturiero. Ma che rischierebbero paradossalmente di isolare il territorio se non si procedesse contemporaneamente alla soluzione delle carenze locali: per tale ragione il Piano pluriennale promuove il completamento delle opere viarie di vitale importanza per la provincia ed il potenziamento delle interconnessioni ferroviarie con la linea ad alta velocità, i sistemi aeroportuali, il polo fieristico di Milano. Il tema dell innovazione e qualità del prodotto è esteso dal documento di programmazione a tutte le eccellenze del territorio, dall agroalimentare (progetti di certificazione qualità del riso) al manifatturiero. I numerosi programmi avviati nel campo del marketing territoriale (distretto del commercio, marchi qualità strutture ricettive, dotazione di infrastrutture espositive, turismo sportivo giovanile) sono indirizzati alla valorizzazione delle risorse locali coinvolgendo la pluralità dei settori economici, commercio e turismo in primis. Comune interesse rivestono gli interventi in ambito Formazione e Ricerca, con l ampliamento del già avviato Incubatore di imprese innovative e i progetti di raccordo tra mondo della scuola e realtà imprenditoriale. Ancora da ricordare l impegno che l Ente camerale ha profuso in ambito creditizio, avviando intese per iniziative volte a facilitare l accesso ai finanziamenti per le nuove imprese, mediante l abbattimento dei tassi di interesse. Gli auguri di inizio anno sono quindi particolarmente sentiti, per un 2006 foriero di felici sviluppi per Vercelli e provincia. 3

4 Prorogata la promozione di Legalmail: la casella di posta elettronica certificata è gratuita fino al 30 giugno 2006 Si comunica che, al fine di dare ulteriore impulso alla diffusione delle caselle Legal Mail, è stata prorogata la gratuità della fornitura delle caselle di posta elettronica certificata alle imprese ed ai professionisti che operano con il registro imprese fino al 30 giugno 2006: tale proroga coinvolge non solo le nuove adesioni al servizio, ma anche le caselle già operative. La gratuità comprende: L'attivazione gratuita Un numero di invii illimitato Al termine della gratuità, la casella resterà operativa solo per la ricezione dei messaggi. Per maggiori informazioni: - Rinnovo del marchio di identificazione entro il 31 gennaio 2006 Gli assegnatari di marchio di identificazione per metalli preziosi dovranno provvedere nel mese di gennaio al rinnovo del marchio di identificazione per l anno Per effettuare il rinnovo, è sufficiente eseguire il pagamento entro il 31 gennaio 2006 dei seguenti importi: 1) Euro 32:aziende artigiane iscritte all Albo delle imprese artigiane; 2) Euro 32:laboratori annessi ad aziende aventi prevalente attività commerciale e banchi metalli preziosi; 3) Euro 129:aziende industriali con meno di 100 dipendenti; 4) Euro 258:aziende industriali con più di 100 dipendenti. Le imprese di cui ai punti 3 e 4 dovranno presentare, direttamente all Ufficio o tramite fax al numero 0161/598248, l autocertificazione sul numero dei dipendenti occupati al I titolari dei marchi riceveranno per posta i bollettini di conto corrente postale intestati alla Camera di Commercio di Vercelli - Piazza Risorgimento, 12 - causale 8284, per effettuare il versamento. Qualora i bollettini non fossero pervenuti agli assegnatari dei marchi entro il 20 gennaio, è consigliabile chiamare l Ufficio Metrico della Scrivente. Per informazioni: Ufficio Metrico Piazza Risorgimento, 12 Vercelli - Tel.:0161/ Fax: Fax 0161/ ufficio.metrico@vc.camcom.it RILASCIO DELLE CARTE TACHIGRAFICHE PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO I Regolamenti CE 3821/85 e 2135/98 prevedono l introduzione in tutta Europa dei cronotachigrafi digitali sugli automezzi di nuova immatricolazione. Il cronotachigrafo è un apparecchiatura che consente il controllo dei tempi di guida e di riposo di tutti i conducenti di veicoli adibiti ai trasporti professionali quali: veicoli di massa massima autorizzata superiore a 3,5 tonnellate adibiti al trasporto merci veicoli che trasportano più di 9 persone, incluso il conducente Le carte tachigrafiche sono i dispositivi che permettono di identificare il soggetto che opera con il tachigrafo digitale, sia esso un conducente di camion, pullman o autocarro, un autorità di controllo, un officina di manutenzione o un azienda proprietaria del veicolo. Contengono un sistema di conservazione di dati, relativamente alle operazioni che vengono svolte con il tachigrafo digitale. 4

5 Esistono quattro tipi di carta, ognuna con una diversa funzione in relazione al soggetto che la deve utilizzare: Carta del Conducente Carta dell Officina Carta dell Azienda Carta dell Autorità di controllo Le carte sono rilasciate dalle Camere di Commercio, individuate dalla normativa nazionale quali Autorità di rilascio in Italia (D.M. n. 361 del 31 ottobre 2003). Per richiedere le carte tachigrafiche è necessario rivolgersi all Ufficio Registro Imprese della Camera di Commercio in Piazza Risorgimento 12, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 12:30. I diritti di segreteria per il rilascio delle carte tachigrafiche ammontano a 37,00. Per informazioni: Massimo Stara Tel.: 0161/ Fax: massimo.stara@vc.camcom.it secondo piano, è obbligatoria la prenotazione. Proroga termine presentazione denunce uve DOC Secondo quanto comunicato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali la data di presentazione della denuncia delle uve DOC è stata uniformata a quella di presentazione della dichiarazione generale di produzione vitivinicola e quindi il temine ultimo di presentazione sarà il giorno mercoledì 25 gennaio Si ricorda che i diritti di segreteria sono dovuti nella misura di 5 euro per ogni destinazione dell'uva denunciata e che la presentazione del modello può avvenire anche nelle sedi camerali decentrate. Tasse e imposta di bollo per deposito brevetti La legge finanziaria 2006 ha abolito le tasse di concessione governativa sui brevetti nazionali: invenzioni industriali, modelli di utilità, modelli ornamentali. Inoltre è stata abolita l'imposta di bollo sulla copia in originale del verbale di deposito dei rispettivi brevetti: modulo A per le invenzioni industriali, modulo U per i modelli di utilità, modulo O per i modelli ornamentali. All'atto del deposito l'utente deve aver pagato i soli diritti di segreteria e deve contestualmente consegnare una sola marca da bollo da 14,62 euro per il ritiro della copia autentica. Per informazioni: Ufficio Marchi e Brevetti Piazza Risorgimento, 12 Vercelli - Tel.:0161/ Fax 0161/ Iscrizione al Registro delle Imprese diventa ancora più facile Approvato disegno di che razionalizza le procedure. Ecco cosa prevede il nuovo regolamento Nel novembre scorso il senato ha approvato il ddl di conversione del decreto legge n.203 del 2005 (il c.d. decreto fiscale collegato alla legge finanziaria 2006), che all art. 1 contiene le norme per la semplificazione delle procedure di iscrizione al registro delle imprese e al repertorio delle notizie economiche e amministrative, gestiti dalle camere di commercio. Il Registro delle Imprese è una delle pietre angolari su cui si fonda l edificio del mercato e la sua trasparenza. Ma è necessario fare della buona manutenzione a questa costruzione complessa perché sia sempre al passo con le esigenze delle aziende, dei professionisti, dei consumatori. 5

6 Il varo del decreto fiscale è importante perché apre la strada all emanazione del nuovo regolamento del Registro che, a distanza di dieci anni dal primo, potrà adeguare il suo funzionamento a innovazioni importanti come la recente riforma del diritto societario e la massiccia introduzione della firma digitale nella vita delle Camere di commercio e delle imprese. L art.1 del decreto fiscale stabilisce la delega per l adeguamento del regolamento istitutivo del Registro delle imprese, emanato nel 1995 alla vigilia dell entrata in vigore del Registro stesso. Il nuovo regolamento, da emanare su proposta del Ministero delle Attività Produttive, dovrà prevedere in particolare: 1) la razionalizzazione delle forme di pubblicità per le imprese, in coordinamento con le disposizioni di riforma del diritto societario 2) la semplificazione delle procedure di iscrizione, modifica e cancellazione delle imprese per recepire le nuove modalità di collegamento telematico con le pubbliche amministrazioni e l'utilizzo del portale per i servizi integrati per le imprese 3) l'integrazione della modulistica del registro delle imprese per l'attivazione automatica dell'iscrizione agli Enti previdenziali (INPS e INAIL) 4) la disciplina semplificata delle misure da adottare in caso di smarrimento, distruzione o malfunzionamento del dispositivo di firma digitale (smart-card) 5) l'individuazione delle informazioni da riportare nel repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA) e di interventi diretti ad evitare duplicazioni di adempimenti a carico delle imprese. Imprese di Installazione Impianti - Autoriparazione - Pulizia - Facchinaggio: Procedura di inizio attività secondo l'art. 19 della legge 241/1990 Imprese (non artigiane) di Installazione Impianti - Autoriparazione - Pulizia - Facchinaggio Nuove formalità dal 1 gennaio 2006 Nel quadro delle riforme normative per la semplificazione amministrativa e la competitività delle imprese introdotte nel corso del 2005, il legislatore è intervenuto sulla struttura dei due complementari istituti della denuncia di inizio attività e del silenzio assenso. Come sempre avviene nel caso di riforme di vasto impatto, l applicazione delle nuove norme ha comportato una fase di studio, di adattamento agli schemi preesistenti e di messa a punto degli strumenti giuridici ed organizzativi. Il Registro delle Imprese di Biella ha ora terminato la fase preparatoria e inizierà ad applicare la nuova procedura di inizio attività disciplinata dall'art. 19 della legge 241/1990 dal 1 gennaio Si sottolinea che la novità riguarda per ora soltanto le imprese non artigiane. La procedura in questione ricalca a grandi linee lo schema operativo istituito dalla disciplina del commercio al dettaglio (D. Lgs. 114/1998). L'imprenditore è tenuto a presentare una dichiarazione di inizio almeno 30 giorni prima di avviare la propria attività, e deve completare la procedura abilitante con una comunicazione da inoltrare il giorno stesso dell'inizio. 6

7 I dati sui consumi delle famiglie piemontesi sono stati presentati mercoledì 21 dicembre. L indagine sulla spesa per consumi delle famiglie dei capoluoghi di provincia piemontesi, realizzata dall Ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte nell ambito dei progetti promossi dall Osservatorio regionale del commercio con il finanziamento della Regione Piemonte, è giunta ormai alla sua quinta edizione. Utilizzando una metodologia già sperimentata dalla Camera di commercio di Torino e prendendo come modello la rilevazione ufficiale Istat sui consumi delle famiglie in ambito nazionale, sono state condotte, in tre distinte settimane dell anno, alcune rilevazioni su un campione complessivo di 647 nuclei familiari residenti nei capoluoghi di provincia del Piemonte. L obiettivo della ricerca è analizzare la struttura qualitativa, il livello e l andamento dei consumi nel tempo, sondando le abitudini di acquisto delle famiglie piemontesi e le loro preferenze nelle scelte di consumo, nella consapevolezza che, anche in un contesto territoriale circoscritto come quello regionale, le abitudini dei consumatori possono essere significativamente articolate e presentare differenze tra i vari territori provinciali. Dopo il saluto del Vice Presidente Unioncamere Piemonte Alessandro Barberis, che ha scusato l assenza del Presidente Renato Viale, e dell Assessore regionale al commercio Giovanni Caracciolo, Roberto Strocco e Sarah Bovini, dell Ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte, hanno analizzato nel dettaglio i dati relativi alla spesa delle famiglie piemontesi, rispettivamente per i consumi alimentari e non alimentari. Patrizia Vernoni, della Regione Piemonte, ha poi delineato una possibile relazione fra dinamica della spesa e struttura distributiva. A conclusione dei lavori sono intervenuti il Direttore Commercio e Artigianato della Regione Piemonte Marco Cavaletto e il Direttore di Unioncamere Piemonte Massimo Deandreis. Conoscere il livello e la stratificazione della spesa delle famiglie costituisce un presupposto essenziale per le scelte di consumatori e imprese ha dichiarato Barberis. Questo contribuisce alla trasparenza del mercato, per la quale le camere di commercio si impegnano attivamente. L indagine evidenzia una crescente fatica dei piemontesi a mantenere costante il livello dei consumi, difficoltà che si verifica in un periodo nel quale il ricorso al credito al consumo è sempre più frequente. Certo esiste una condizione di bassi salari e di pensioni non più adeguate al costo della vita, ha commentato l Assessore Caracciolo, ma è indubbio, come sostengono gli esperti, che il consumo è figlio di certezze. Per rilanciare i consumi occorre quindi creare un clima di fiducia unito ad aspettative di miglioramento dell occupazione e dei redditi. Questo è il compito della politica del governo regionale. L indagine collega il modello di consumo al ceto di appartenenza e si ritorna a parlare di bisogni da soddisfare e non di aspirazioni da ricercare. Obiettivo della politica regionale è quello di rendere il consumo un atto di libera scelta e non legato all appartenenza ad un ceto sociale. I risultati principali delle analisi La famiglia piemontese spende in media euro ogni mese, l 1,6% in meno rispetto all anno precedente, circa 40 euro in valore assoluto. In una congiuntura economica negativa caratterizzata da prospettive future ancora incerte, le famiglie piemontesi hanno polarizzato le proprie spese verso i beni più strettamente indispensabili e non comprimibili. La spesa per consumi ha registrato una frenata dovuta ad una serie di circostanze negative. In primo luogo, le famiglie sono convinte di aver perso parecchio potere d acquisto, anche a causa della risonanza mediatica data agli aumenti dei prezzi di benzina, utenze domestiche, servizi. È una sensazione sociale praticamente unanime quella di affrontare oggi una vita diventata decisamente più cara, e i comportamenti legati ai consumi rispecchiano questa opinione. 7

8 Inoltre, le famiglie percepiscono che la tanto attesa crescita del reddito derivante dagli sgravi fiscali non è stata così rilevante come si auspicava. Un terzo motivo risiede poi nel fatto che le famiglie piemontesi hanno investito parecchie risorse finanziarie in acquisti immobiliari e si trovano in media con una crisi di liquidità maggiore che in passato. In ultimo, l incertezza sul futuro tende ad agevolare un comportamento conservativo che mira prevalentemente al risparmio, pur in presenza di tassi molto bassi, quando non nulli o addirittura negativi in termini reali. L effetto della riduzione percepita del potere d acquisto si fonde, inoltre, con un complesso fenomeno di riordino delle priorità sui diversi prodotti e servizi, nel quale si profilano nuove esigenze e nuovi valori insiti nei comportamenti d acquisto. Aumentano le spese non facilmente comprimibili, legate alle funzioni abitative e comunicative, mentre restano stabili quelle relative al tempo libero e ai divertimenti e diminuiscono le spese per la sanità e i prodotti alimentari, per i quali il consumatore tende a privilegiare un comportamento d acquisto più attento ad offerte, promozioni, sconti e ai cosiddetti primi prezzi. A livello territoriale, viene scalzato il primato di Biella che perdurava da quattro anni. Le famiglie vercellesi hanno dichiarato mediamente sia spese alimentari che non alimentari superiori a quelle delle altre città, per cui si pongono al vertice della graduatoria di quest anno. Biella slitta al terzo posto, superata anche dalle famiglie novaresi, che mantengono la terza posizione. Torino e Cuneo, pur rimanendo nelle ultime due posizioni, recuperano il gap rispetto alle altre città. Nel 2005 si è rilevata una contrazione di circa 50 euro mensili della spesa per i consumi alimentari, che si attesta a quota 307 euro a fronte dei 359 rilevati lo scorso anno. Si tratta di una diminuzione piuttosto consistente (pari, in termini percentuali, al -14,6%), da imputarsi essenzialmente ad una ricerca più attenta dei consumatori verso prodotti alimentari di minor prezzo, o in offerta o venduti presso catene distributive considerate più economiche. Una conferma di questo atteggiamento, segnale di una percezione di perdita progressiva della propria capacità d acquisto, proviene anche dalle strategie promozionali del settore distributivo moderno: l aumento dei prodotti alimentari in offerta, pubblicizzati nei vari volantini promozionali e negli spot televisivi è una strategia attenta a toccare le leve psicologiche giuste per attirare il consumatore, che sembra proprio privilegiare i prodotti più economici. 8

9 La spesa per consumi alimentari è stata declinata a seconda dell età del capofamiglia, della sua condizione e posizione professionale, della sua residenza e del reddito dichiarato. È interessante sottolineare quattro aspetti principali: 1) la forbice fra la spesa delle famiglie con capofamiglia giovane (di età inferiore ai 65 anni) e quelle con capofamiglia anziano (sopra i 65 anni) è notevolmente ampia, quasi 55 euro. Anche la composizione del paniere è differente: le famiglie meno giovani tendono a spendere una quota relativamente maggiore della propria spesa alimentare in frutta e verdura e in latticini, mentre le famiglie più giovani spendono di più in dolci e bevande 2) esiste una differenza di spesa alimentare a seconda che il capofamiglia sia occupato o meno: lo scarto si aggira intorno ai 20 euro mensili (314 euro per le famiglie con capofamiglia occupato, a fronte dei 295 euro dei nuclei con a capo una persona non occupata). Oltre al fatto di possedere o meno un lavoro, è determinante anche la posizione professionale: le famiglie con a capo un imprenditore o un libero professionista spendono mensilmente di più rispetto alle famiglie di impiegati, operai o lavoratori flessibili. Non si tratta probabilmente di un maggior livello di consumo, ma di una scelta qualitativa (e di prezzo) differente 3) anche per le famiglie, oltre che per le imprese, la spesa pro capite per consumi alimentari scende all aumentare della numerosità dei componenti. Si tratta del fattore di scala, ben conosciuto dalle imprese. In altre parole, i single spendono, a livello pro capite, più di una famiglia di due persone, e lo scarto aumenta al crescere del numero dei membri della famiglia. Nonostante l industria alimentare e la Gdo abbiano già da tempo portato avanti una politica di prodotto basata su porzioni sempre più piccole, i single si trovano (complice anche la deperibilità dei prodotti alimentari) a spendere proporzionalmente di più 4) la spesa per consumi alimentari è in funzione diretta del reddito disponibile. È utile precisare che si tratta del reddito familiare e non di quello medio, per cui un reddito alto non significa automaticamente agiatezza, ma molto più probabilmente corrisponde a situazioni familiari con più entrate e più persone che lavorano. Senza tener conto di questo preambolo si potrebbe rilevare una straordinaria differenza, pari a circa 100 euro, fra i consumi alimentari dei redditi alti e di quelli bassi, argomentando quindi un eccezionale disuguaglianza sociale. Pesando i dati con la numerosità familiare (che nelle famiglie con reddito alto è poco meno del doppio rispetto alle famiglie con reddito basso), la situazione si re-equilibra decisamente, addirittura con una spesa pro capite maggiore per le famiglie con reddito basso rispetto alle altre. Le spese per l abitazione costituiscono anche nel 2005 il capitolo più importante del budget della famiglia piemontese. I costi per l affitto, le spese condominiali, l assicurazione per furto e incendio e l imposta sui rifiuti ammontano complessivamente a 651 euro mensili contro i 604 dello scorso anno. La quota sui consumi complessivi è del 26,9%, in crescita rispetto al 2004, quando il peso delle uscite per l abitazione era del 22,5%. Per confrontare i comportamenti di spesa delle famiglie in affitto con quelli delle famiglie che occupano abitazioni a titolo di proprietà, e per uniformarsi alla metodologia utilizzata dall Istituto statistico nazionale, al canone di locazione viene comparato un fitto figurativo (pari a quanto le famiglie proprietarie o che occupano l abitazione a titolo gratuito dovrebbero pagare se fossero in affitto). Anche nel 2005 emerge come la tendenza delle famiglie piemontesi sia quella di acquistare l abitazione: solo il 26% del campione, infatti, vive in una casa in affitto. La percentuale di locatari raggiunge il minimo regionale nella provincia di Biella (12,9%) e si attesta sul valore massimo a Torino, dove più di una famiglia su tre vive in una casa in affitto. All interno delle spese classificate direttamente come abitazione figurano anche i costi condominiali, mediamente pari a 51,93 euro mensili, quelli per l assicurazione della casa (21,08 euro mensili) e le uscite per l imposta sui rifiuti (37,60 euro mensili). 9

10 L utilizzo di un abitazione comporta inoltre dei costi per le utenze domestiche, che rappresentano circa il 7,2% dei consumi totali. La spesa mensile per combustibili, gas, acqua e riscaldamento autonomo e centralizzato è di 173,66 euro mensili, con un picco di 237 euro a Vercelli. Con 237,96 euro mensili, arredi, apparecchiature e servizi per la casa impegnano infine il 9,8% del budget familiare, quota in crescita rispetto allo scorso anno, quando il peso esercitato sui consumi complessivi era dell 8,4%. La diversificazione territoriale appare piuttosto significativa: a Vercelli si spendono mediamente 441,85 euro mensili, mentre ad Alessandria si raggiungono appena i 130 euro. Le spese per l abitazione, le utenze domestiche e i costi per arredi, apparecchiature e servizi per la casa sono indubbiamente connesse alle caratteristiche delle famiglie. Imprenditori e liberi professionisti sono la categoria professionale che spende di più per l affitto, le spese condominiali, l assicurazione per furto e incendio e l imposta sui rifiuti (1004 euro mensili), mentre per i medesimi capitoli di spesa un operaio vede uscire dalla propria cassa familiare 574,29 euro al mese. Per i combustibili sono gli impiegati a spendere la cifra più bassa (166 euro), mentre per gli arredi i dirigenti attingono dal budget familiare in maniera rilevante, spendendo ben 680 euro mensili. Al netto dell acquisto di autoveicoli, la famiglia piemontese ha sostenuto nel 2005 spese mensili pari a 343 euro per trasporti e comunicazioni, una fetta del budget familiare pari al 14,2%. Il costo mensile per carburanti risulta pari a 96,58 euro; se a questo dato si aggiunge il prezzo pagato per autolavaggio, parcheggi ed autostrada, il valore sale a 101,5 euro mensili. La seconda spesa in ordine di importanza, legata al settore trasporti, è quella sostenuta per il pagamento di bollo e assicurazione auto: l importo complessivo mensile è di 77,1 euro. Questo dato si incrementa in misura significativa se il valore medio viene calcolato non sul totale delle famiglie, ma sul numero complessivo di quelle che hanno dichiarato di pagare bollo e assicurazione. In questo secondo caso la spesa media si attesta sui 93,4 euro. Al capitolo comunicazione (telefono fisso, cellulare, collegamento ad Internet) la famiglia piemontese dedica mediamente 101,5 euro al mese. All interno di questa categoria di spesa si scorporano 45,8 euro per il telefono fisso, 41,7 per il cellulare, 6,4 euro per il collegamento ad Internet e qualche altra risorsa per l eventuale acquisto di un nuovo apparecchio telefonico fisso o mobile. 10

11 Nonostante l incremento di alcuni costi non comprimibili nel bilancio della famiglia piemontese c è ancora spazio per tempo libero e divertimenti: la fetta di budget dedicata a questa tipologia di consumo passa infatti dal 4,3% dello scorso anno al 4,5% del All interno di questa categoria sono ricomprese voci eterogenee che vanno dall acquisto di alcuni beni durevoli, quali ad esempio la macchina fotografica, all utilizzo di svariati servizi come cinema, spettacoli e attività sportive. Nel 2005 la famiglia media piemontese ha dedicato al tempo libero circa 110 euro al mese. Focus sui comportamenti di consumo Il commercio equo e solidale si configura come un settore in continua evoluzione, che cresce a ritmi lenti ma costanti, con associazioni che, pur rimanendo di medie dimensioni, danno vita a gruppi che si inseriscono capillarmente sul territorio. In Piemonte più di un terzo delle famiglie del campione ha dichiarato di consumare prodotti del commercio equo e solidale: nello specifico, il 31% ha sostenuto di acquistarli qualche volta, mentre il 3% li consuma con regolarità. A livello territoriale, le famiglie astigiane e cuneesi sembrano le più sensibili al fenomeno, con quote rispettivamente pari al 55% e al 47% del campione provinciale. Dall analisi dei comportamenti dei consumatori piemontesi rispetto ai prodotti biologici emerge che, come lo scorso anno, circa 2 famiglie su 3 acquistano, più o meno regolarmente, questo tipo di prodotti; di queste, la quasi totalità (l 88%) destina a tale spesa una piccola quota del proprio budget. Non si è notata, rispetto al 2004, una tendenza verso un maggior utilizzo del biologico, che rimane un prodotto di nicchia; l esigenza di trasparenza e qualità sembrerebbe essere soddisfatta anche dai distributori della Gdo, che promuovono i prodotti della loro filiera qualità. I maggiori fruitori dei prodotti biologici rimangono le persone anziane, che fanno maggior attenzione alla qualità del proprio cibo, e le famiglie che destinano tali prodotti all alimentazione dei figli. I prodotti biologici più diffusi sulle tavole dei piemontesi risultano la frutta, la verdura e i succhi di frutta, ma si segnalano anche marmellate, farina, pasta, yogurt, cereali, riso e miele. In un panorama dei consumi tendenzialmente stazionario a livello nazionale, si è assistito in questi ultimi due anni ad una crescita sostenuta del credito al consumo. Il 18,5% delle famiglie ha dichiarato di ricorrere, saltuariamente o frequentemente, al pagamento rateale dei propri acquisti. 11

12 Si tratta della stessa percentuale dello scorso anno, con la medesima correlazione con l età del capofamiglia: sono maggiormente predisposte le famiglie giovani rispetto a quelle più anziane, nelle quali acquistare a rate ha ancora connotati psicologici negativi. Indagando le motivazioni che hanno portato alla scelta dell acquisto rateale, il campione si è diviso quasi equamente a metà, con il 56% che ha dichiarato di aver acquistato a rate poiché altrimenti non avrebbe potuto, contro il 44% che ha effettuato tale scelta perché comoda e conveniente. Tali percentuali si polarizzano in base alla variabile reddito: per le famiglie con reddito elevato, l acquisto rateale rappresenta prevalentemente una comodità, mentre per quelle con reddito basso è una necessità, senza la quale non ci sarebbe l acquisto. A seguito dell incremento degli utenti di Internet, le dimensioni degli acquisti on line cominciano a diventare rilevanti: ad oggi si può affermare che, fra i 18 milioni di navigatori, ci sono più di 3 milioni di italiani che fanno acquisti in rete. Analizzando l andamento del fenomeno a livello regionale, si osserva come le famiglie piemontesi abbiano manifestato un buon grado di apertura verso questo canale: il 15% del campione ha infatti effettuato saltuariamente acquisti on line nell ultimo anno precedente la rilevazione, mentre l 1% ha fatto ricorso frequentemente al canale dell e-commerce. Sono apparse più fiduciose nei confronti del commercio elettronico le famiglie di Asti e Torino, le coppie con figli e i nuclei più giovani. Impiegati, imprenditori e lavoratori in proprio sono le categorie professionali più attente a questo sistema innovativo di vendita, che gode di maggiori preferenze tra le famiglie con redditi medi o elevati. Per quanto riguarda la tipologia di prodotti, si acquistano prevalentemente libri, cd, abbigliamento e attrezzature sportive; Internet viene usato anche per la prenotazione di vacanze, l acquisto di biglietti aerei e per il pagamento dell assicurazione auto e delle ricariche telefoniche; infine, seppur in forma più sporadica, si è ricorsi all e-commerce anche per l acquisto di prodotti alimentari. Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa e Relazioni esterne Unioncamere Piemonte Grace De Girolamo, Annalisa D Errico Tel , ufficio.stampa@pie.camcom.it RAPPORTO SULL'INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL PIEMONTE Osservatorio permanente sulla proiezione internazionale della regione Per rispondere ad una permanente esigenza conoscitiva e di supporto alle policies regionali Unioncamere Piemonte, Ires Piemonte, Itp Investimenti Torino Piemonte e Centro Estero Camere Commercio Piemontesi hanno collaborato per il terzo anno consecutivo al Rapporto sull Internazionalizzazione del Piemonte, presentato il 14 dicembre. L obiettivo del Rapporto è realizzare un vero e proprio monitoraggio del grado d internazionalizzazione della regione inteso come proiezione commerciale, sociale e culturale. La collocazione geografica del Piemonte ha favorito tale vocazione, ma sono la competitività e il dinamismo imprenditoriale locale che contribuiscono a svilupparla in forme sempre più innovative e capillari. Accanto all interscambio di merci e servizi, un ruolo importante nell internazionalizzazione è rivestito dagli investimenti diretti esteri in entrata e dagli investimenti piemontesi all estero. Oltre ai fenomeni economici tradizionali giocano un ruolo rilevante nell internazionalizzazione anche altri fattori che sempre più vengono riconosciuti alla base dello sviluppo economico e sociale, come la dotazione di capitale umano, la conoscenza, la natura delle relazioni istituzionali. Il Rapporto è arricchito, inoltre, dall esame di casi reali di imprese che hanno programmato diverse strategie aziendali per l internazionalizzazione, e dalla creazione di un indice sintetico del grado di "apertura" del Piemonte in rapporto alle altre regioni italiane. Per informazioni: studi@pie.camcom.it 12

13 UNIONCAMERE PIEMONTE Unioncamere Piemonte riunisce le otto Camere di commercio della regione e le loro aziende speciali in un sistema a rete. È inoltre la porta di accesso alla rete camerale regionale, nazionale ed internazionale. LA RETE Colleghiamo otto Camere per favorire l efficienza Unioncamere Piemonte garantisce il coordinamento della rete delle Camere di commercio regionali e dei loro centri ed aziende speciali, ed è il nodo di una rete sempre più ampia:102 Camere di commercio italiane associate all Unioncamere nazionale, le relative società specializzate, Eurochambres e le 62 Camere di commercio italiane all estero, rappresentate da Assocamere. Il circuito ha poi un rapporto privilegiato con le associazioni di categoria locali, nazionali ed europee. Il modello a rete integra istituzioni forti e strutturate territorialmente, come le Camere di commercio e gli enti vicini alla missione camerale, valorizzando le diverse competenze. La rete regionale Il sistema camerale regionale Le Camere di commercio hanno sede nei capoluoghi di provincia: Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano Cusio Ossola, Vercelli. Le Aziende speciali Create dalle Camere di commercio per rispondere ad esigenze specifiche del mondo imprenditoriale. Alessandria: ASFI, per la formazione delle imprese, ASPERIA, per la promozione economica del territorio, CER.T.OR, per la certificazione del titolo dell oro e dei metalli preziosi. Asti: Azienda Speciale per la Promozione Economica e la Regolazione del Mercato. Cuneo : Centro estero Alpi del mare, per la promozione della produzione locale. Novara : EVAET, ente per la valorizzazione delle attività economiche e turistiche. Torino : Centro Congressi Torino Incontra, struttura congressuale all avanguardia nel centro della città. Vercelli: ASFIM, per formare imprenditori e manager. Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi Il Centro estero, che nasce nel 1976 con la partecipazione di enti pubblici e privati, lavora a stretto contatto con Unioncamere Piemonte e la Regione per l attuazione di iniziative rivolte allo sviluppo dei rapporti commerciali con l estero. Tra le sue attività sono compresi servizi di informazione, assistenza e promozione. Presso il Centro Estero opera inoltre il Consorzio Piemontese di Formazione per il Commercio Estero, ente per la progettazione, la promozione e la gestione di programmi di formazione per lo sviluppo internazionale delle imprese. I Laboratori Chimici Istituiti presso la Camera di commercio di Torino e di Vercelli, eseguono accertamenti tecnici e analisi su materie disciplinate da leggi e regolamenti. La Rete italiana Unione Italiana delle Camere di commercio Associa e rappresenta il sistema camerale a livello nazionale, promuovendone i rapporti con le istituzioni in Italia e all estero. Unioncamere realizza servizi per le Camere di commercio e per le imprese e coordina studi e ricerche, oltre ad avere partecipazioni e rappresentanze in associazioni, società, consorzi e istituti di credito. Si avvale anche di proprie società specializzate, tra cui Infocamere per la gestione dei servizi telematici del sistema camerale. La Rete internazionale L ufficio Unioncamere Piemonte a Bruxelles Una sede di rappresentanza nel cuore dell Europa. 13

14 Eurochambres È l organismo che rappresenta presso l Unione Europea le oltre Camere di commercio in 34 paesi europei, pari a più di 14 milioni di imprese. Ha sede a Bruxelles e informa sulla legislazione, i finanziamenti e i programmi comunitari, oltre che sulle opportunità di scambio con i mercati esteri. Assocamere Estero Le Camere di commercio italiane all estero, 62 in 38 paesi, sono libere associazioni di operatori e di imprese. Riunite da Assocamere Estero e localizzate in città come New York, Parigi, Londra e Tokyo, promuovono le relazioni economiche con aziende straniere interessate al mercato italiano. PREMIO UNIONCAMERE "SCUOLA, CREATIVITA' E INNOVAZIONE" II EDIZIONE L Unioncamere dà il via alla II edizione del Premio Scuola, Creatività e Innovazione, rivolto agli studenti delle scuole medie superiori. L iniziativa, aperta a gruppi di studenti che, coordinati da un docente, dovranno sviluppare un idea creativa espressa in forma progettuale, si articola su due livelli, uno provinciale e l altro nazionale, e si suddivide in due sezioni Prodotti innovativi e Servizi innovativi. I progetti, in prima istanza, saranno esaminati da una Commissione provinciale, per il nostro territorio nominata dalla Camera di Commercio di Vercelli, che formulerà delle graduatorie a livello locale. Le graduatorie saranno inviate ad Unioncamere, la quale, a sua volta, nominerà una Commissione nazionale per valutare i progetti primi classificati di ogni graduatoria provinciale e premierà, fra questi, i vincitori nazionali. Il Concorso prevede, per i progetti vincitori a livello nazionale, l assegnazione di borse-premio destinate agli studenti che hanno attivamente partecipato alla realizzazione dei migliori progetti. Per ciascuna delle due sezioni, è riconosciuta: al progetto 1 classificato, una borsa-premio pari a Euro 5.000, al progetto 2 classificato, una borsa-premio pari a Euro 2.500, al progetto 3 classificato, una borsa-premio pari a Euro Ai docenti dei primi 3 gruppi classificati a livello nazionale, per ciascuna delle due sezioni, verrà riconosciuto un compenso, previa presentazione di un saggio illustrativo del momento di ideazione e dell attività del gruppo coordinato. Agli Istituti scolastici, cui appartengono gli studenti che hanno realizzato i progetti classificati nella graduatoria nazionale ai primi cinque posti per ciascuna sezione del Premio, sarà attribuita una dotazione di Euro 500 finalizzata all acquisto di supporti didattici (attrezzature di laboratorio, biblioteca ecc). L iscrizione al Concorso: dovrà essere effettuata, per non più di un progetto, dal Preside dell Istituto scolastico; dovrà essere redatta secondo il modulo allegato al Regolamento; dovrà essere trasmessa sia alla Camera di commercio di Vercelli sia ad Unioncamere - indicando sulla busta Premio Unioncamere Scuola, Creatività e Innovazione ; dovrà essere accompagnata dalla registrazione al sito web dovrà essere effettuata entro e non oltre martedì 31 gennaio p.v. I progetti: dovranno essere elaborati seguendo le istruzioni riportate nella Guida alla scheda progettuale; dovranno presentare elementi concreti di fattibilità e sostenibilità economica; dovranno essere corredati dall elenco nominativo degli studenti che hanno attivamente partecipato alla realizzazione del lavoro; 14

15 dovranno essere inseriti sul sito web nell apposita sezione; dovranno essere trasmessi all Ente camerale veneziano; dovranno essere compilati e presentati entro e non oltre lunedì 15 maggio p.v. Le scuole interessate sono invitate a prendere visione dei materiali relativi al Premio (di seguito allegati), che sono disponibili anche sul sito web di Unioncamere La domanda di partecipazione e i progetti dovranno essere inviati a: Camera di commercio di Vercelli. Ufficio Studi/Statistica - Piazza Risorgimento, Vercelli Tel.: 0161/ Fax: 0161/ statistica@vc.camcom.it Unioncamere Camere di commercio d Italia - Piazza Sallustio, Roma Tel.: 06/ Fax: 06/ sonia.carbone@unioncamere.it 15

16 INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI E IMPIEGATI ANNO MESE INDICE Variazione percentuale rispetto al corrispondente periodo 2005 (base 1995 = 100) dell anno precedente di due anni precedenti intero rid. 75% affitti Gennaio 123,90 1,6 1,2 3,6 Febbraio 124,30 1,6 1,2 3,8 Marzo 124,50 1,6 1,2 3,6 Aprile 124,90 1,7 1,275 3,8 Maggio 125,10 1,7 1,275 3,8 Giugno 125,30 1,6 1,2 3,9 Luglio 125,60 1,8 1,35 3,9 Agosto 125,80 1,8 1,35 3,9 Settembre 125,90 1,9 1,425 3,7 Ottobre 126,10 2,0 1,5 3,8 Novembre 126,10 1,8 1,35 3,5 Dicembre 16

17 SPORTELLO PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE PRESSO LA CCIAA L ORIGINE DELLE MERCI Lunedì 6 Febbraio 2006 dalle ore 14:00 Gattinara Corso Valsesia, 111 c/o Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione G. Pastore Premessa Il seminario vuole fornire ai partecipanti indicazioni utili per perfezionare ed aggiornare le competenze in materia internazionale. Argomenti L origine non preferenziale/comune e l origine preferenziale con Paesi legati alla CE da accordi reciproci o non Il certificato di origine I certificati di circolazione e le dichiarazioni sostitutive in fattura, cumulo bilaterale, no drawback Conseguenze amministrative e penali per la non corretta dichiarazione di origine Le indicazioni di provenienza da apporre sui prodotti: il MADE IN e l Accordo di Madrid Informazioni vincolanti per l origine Il seminario è rivolto ai Titolari, ai Responsabili e agli Amministrativi Commerciali estero delle piccole e medie imprese. Mezza giornata: ore 14-18:30. La partecipazione è gratuita con invio scheda di adesione compilata al fax , Scadenza adesioni: lunedì 30 gennaio 2006 Il piano commerciale per l estero: strumenti e tecniche per essere più competitivi nei mercati internazionali Mercoledì 18 Gennaio 2006 Borgosesia Lingottino Viale Varallo, 33 Premessa Lavorare con l estero è un obiettivo di molte piccole e medie imprese. Tuttavia i mercati internazionali sono sempre più selettivi e per affrontare con successo la vendita all estero oggi occorre essere preparati ed agire con metodo. 17

18 Il seminario vuole fornire ai partecipanti strumenti e suggerimenti operativi per conseguire i risultati attesi con l impiego combinato delle strategie commerciali tradizionali e dei nuovi strumenti della comunicazione digitale. Obiettivi: sensibilizzare i partecipanti sull evoluzione dei mercati internazionali far emergere l importanza della pianificazione dell attività di vendita nel contesto di mercati ad elevata competitività individuare le azioni necessarie per rendere più incisiva ed efficace l azione di mercato dell impresa Argomenti I fattori di successo nella vendita al cliente estero nel 2006 Definire gli obiettivi: punto di partenza per un piano di internazionalizzazione Conoscere i punti di forza della propria offerta: come individuarli e valorizzarli Ricerca e selezione dei Partners commerciali all estero Tecniche per presentare al meglio l Azienda e i suoi prodotti La promozione tradizionale e quella virtuale: dalla Fiera alla Rete Gestione del rapporto con il cliente/partner estero Il servizio alla clientela come fattore di competitività Il seminario è rivolto ai Titolari e ai Responsabili Commerciali estero delle piccole e medie imprese. La metodologia di formazione è molto coinvolgente e prevede l utilizzo di frequenti giri di lavoro, liste di controllo, discussioni guidate e analisi di casi aziendali. Una giornata: ore 9-13 e La partecipazione è gratuita. Scadenza adesioni: venerdì Le aziende interessate per maggiori informazioni e per comunicazione di partecipazione possono contattare GLOBUS Sportello per l Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Vercelli: Rag.a Elena Baldin - tel. 0161/ fax 0161/ elena.baldin@vc.camcom.it. 18

19 NOTIZIE DALLA COMUNITÀ EUROPEA U.E. FOCUS 4 Corte di Giustizia: regime di sgravio di gruppo, perdite delle controllate estere La Corte di giustizia ha stabilito nella causa C-446/03 Marks & Spencer che un regime di sgravio di gruppo che non consente ad una società controllante di dedurre dal suo reddito imponibile le perdite delle sue controllate stabilite all estero è, in linea di principio, compatibile con il diritto comunitario. Tuttavia, è contrario alla libertà di stabilimento escludere la possibilità per la controllante residente, di dedurre dal suo reddito imponibile le perdite subite dalle controllate non residenti, se essa dimostra che tali perdite non sono state e non possono essere prese in considerazione nello Stato di residenza delle dette controllate. La società britannica Marks & Spencer possedeva filiali nel Regno Unito ed in diversi Stati membri. Nel 2001 essa ha cessato le sue attività nell'europa continentale, in considerazione delle perdite registrate. La Marks & Spencer ha chiesto alle autorità tributarie britanniche uno sgravio fiscale di gruppo per le perdite sofferte dalle sue filiali belga, tedesca e francese. La normativa britannica consente alle società residenti di uno stesso gruppo di procedere tra loro ad una compensazione dei loro profitti e delle loro perdite, ma nega tale possibilità se le perdite derivano da controllate che non sono registrate nel Regno Unito e che non vi svolgono attività economiche. La Corte constata che la normativa britannica rappresenta una restrizione alla libertà di stabilimento. Una tale restrizione può essere ammessa solo se persegue un obiettivo legittimo compatibile con il Trattato ed è giustificato da motivi imperativi di interesse generale. Inoltre, occorre che essa sia idonea a garantire la realizzazione dell'obiettivo in questione e che non ecceda quanto necessario per il suo raggiungimento. Alla luce dei tre elementi di giustificazione fatti valere dagli Stati membri, e cioè: - Salvaguardare una ripartizione equilibrata del potere impositivo tra i diversi Stati membri interessati, di modo che i profitti e le perdite vengano trattati simmetricamente nell'ambito di uno stesso sistema tributario; - Evitare il rischio del duplice uso delle perdite che esisterebbe qualora esse fossero prese in considerazione nello Stato membro della controllante e nello Stato membro delle controllate; - Evitare il rischio di evasione fiscale che esisterebbe qualora le perdite non fossero prese in considerazione negli Stati membri delle controllate. All'interno di un gruppo di società potrebbero essere organizzati trasferimenti di perdite in direzione di società registrate negli Stati membri che applicano i tassi di imposizione più elevati ed in cui, di conseguenza, è maggiore il valore fiscale delle perdite, la Corte considera che la normativa britannica persegua obiettivi legittimi compatibili con il Trattato CE e rientranti tra i motivi imperativi di interesse generale. Tuttavia, la Corte ritiene che la normativa britannica non rispetti il principio di proporzionalità, e cioè che essa ecceda quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti, in una situazione in cui: 19

20 - la controllata non residente ha esaurito le possibilità di presa in considerazione delle perdite esistenti nel suo Stato di residenza per l'esercizio fiscale considerato nella domanda di sgravio, nonché degli esercizi fiscali precedenti e - le perdite della controllata estera non possono essere prese in considerazione nel suo Stato di residenza per gli esercizi fiscali futuri né da essa stessa, né da un terzo, in particolare in caso di cessione a quest'ultimo della controllata. Di conseguenza, qualora, in uno Stato membro, la controllante residente dimostri alle autorità tributarie che tali condizioni sono soddisfatte, è contrario alla libertà di stabilimento escludere la possibilità per quest'ultima di dedurre dal suo reddito imponibile in tale Stato membro le perdite subite dalla sua controllata non residente. 4 Verso una base imponibile comune per le imprese europee Il Parlamento Europeo ha adottato nella Plenaria di dicembre la relazione di Pier Luigi BERSANI (PSE, IT) sul regime fiscale delle imprese nell'unione europea che afferma la necessità di una riforma della base dell'imposta sulle società. Lo scopo è quello di far progredire la nuova strategia di Lisbona, così da assicurare la parità di trattamento tra imprese, la semplificazione amministrativa e la riduzione dei costi. La relazione constata che le imprese europee attive nel mercato interno sono intralciate da ostacoli fiscali, da problemi di doppia imposizione e da elevati costi di conformità quando investono o operano all'interno di un altro Stato membro. Inoltre, l'attuale mancanza di chiarezza circa l'effettiva pressione fiscale e la tendenza alla concorrenza sulle aliquote possono determinare un esaurimento del gettito fiscale facendo crescere la pressione su altre forme di prelievo. D'altra parte, è evidenziato come gli ostacoli posti dalla grande diversità delle basi imponibili applicate a livello nazionale alle imprese che hanno attività transfrontaliere nell'unione europea, si ripercuotano negativamente sulla crescita economica e sulla competitività delle imprese, sia nel mercato interno che sul mercato internazionale. Secondo i deputati occorre una più stretta cooperazione tra gli Stati membri in tema di basi imponibili delle società per eliminare gli ostacoli fiscali legati a problematiche specifiche quali la compensazione transfrontaliera dei profitti e delle perdite, la fissazione dei prezzi di trasferimento ai fini fiscali, le operazioni di fusione ed acquisizione, le operazioni transfrontaliere di ristrutturazione e il pagamento dei dividendi tra società consociate. E' inoltre affermata la necessità di una riforma della base dell'imposta sulle società per le società operanti nel mercato interno. La relazione accoglie positivamente le nuove proposte della Commissione riguardanti l'instaurazione di una base imponibile comune consolidata a livello europeo per le grandi società e l'applicazione sperimentale del sistema della "tassazione dello Stato di residenza" alle PMI. Una base imponibile comune consolidata per le società a livello europeo A parere dei deputati l armonizzazione consentirebbe l'eliminazione delle barriere poste dai diversi regimi fiscali nazionali, la semplificazione amministrativa e la riduzione degli oneri burocratici e dei costi di conformità, la creazione di condizioni comuni e di parità di trattamento per le società che hanno sedi in diversi Stati membri e l'eliminazione dei problemi speculari della doppia tassazione e dell'evasione fiscale. Il modo migliore per giungere alla creazione di una base imponibile comune consolidata a livello europeo, per i deputati, è la definizione di un quadro di norme comuni per mezzo di un regolamento che preveda l'elaborazione di un metodo di consolidamento, nonché di un meccanismo di ripartizione, tra gli Stati membri interessati, della base imponibile, che consentano alle società di compensare e consolidare globalmente i profitti e le perdite a livello di tutta l'unione europea. Altrimenti, è proposto di ricorrere al meccanismo della cooperazione rafforzata per consentire alla grande maggioranza dei paesi europei di progredire in questo campo, offrendo agli altri Stati membri la possibilità di parteciparvi in una fase successiva. La relazione preconizza un approccio graduale. In un primo tempo si tratterebbe di introdurre una base imponibile comune consolidata facoltativa, che lasci alle imprese la scelta tra le basi imponibili nazionali esistenti e la base imponibile a livello europeo. In seguito si procederebbe ad una valutazione finalizzata a vagliare l'opportunità di un passaggio ad una base imponibile comune consolidata obbligatoria. La Commissione e gli Stati membri sono esortati a far sì che i tempi necessari al raggiungimento di un accordo tecnico e politico per l'introduzione della base imponibile comune consolidata siano stringenti e finalizzati all'obiettivo di avere una proposta legislativa da parte della Commissione entro il

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