*** In merito rileviamo quanto segue.

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1 Consulta Nazionale Antiusura O.n.l.u.s. Consulta Nazionale delle Fondazioni e Associazioni Antiusura O.n.l.u.s. Associazione riconosciuta Iscritta.al n 2 del registro delle persone giuridiche della Prefettura di Bari Iscritta al n 30/108 dell elenco tenuto dal Ministero dell Economia e delle Finanze Iscritta all albo delle Associazioni Antiracket della Prefettura di Bari Membro della Consulta Ecclesiale degli Organismi Socio-Assistenziali Ai Parlamentari italiani - sulla incentivazione del gioco e del gioco d azzardo - sulla richiesta di una campagna pubblicitaria che evidenzi i danni del gioco d azzardo La Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura d Italia sottopone all attenzione degli Onorevoli Parlamentari le seguenti sue osservazioni in merito alle discussioni in atto sulla regolamentazione del gioco in genere e sull apertura di Casinò in alcuni Comuni d Italia ( almeno uno per Regione). Le offre come contributo costruttivo in vista di provvedimenti legislativi che dovranno essere adottati, secondo quanto anche è riportato sul resoconto della seduta della Commissione Finanze del Senato che ha concluso l indagine conoscitiva su giochi e scommesse e che tra l altro, sul rapporto tra legale e illegale afferma che l espansione del gioco clandestino debba essere contrastata non solo attraverso l attività di repressione, ma anche attraverso un azione di razionalizzazione e di programmazione dell attività del gioco legale caratterizzata dall ampliamento e dalla diversificazione dell offerta di gioco, dalla riduzione generalizzata del prelievo fiscale e dalla capillare estensione della rete di distribuzione in modo da raggiungere un adeguata copertura dell intero territorio nazionale. Queste osservazioni sono il frutto dell impegno quotidiano di quanti lavorano sul piano del volontariato e con grande professionalità in tutte le Fondazioni italiane a favore delle vittime dell usura, che danneggia senza interruzione vaste fasce sociali e sempre più ampi settori dell impresa, piccola e media, che fanno percepire, oggi più di prima, impellente il dovere di farlo. Tra le vittime dell usura contiamo, infatti, le vittime del gioco, non solo clandestino, ma anche legale, sia esso gestito direttamente dallo Stato o affidato ad altre agenzie. In merito rileviamo quanto segue. Da diversi anni si è andato costituendo nel Parlamento Italiano un fronte "pro gioco", che si va rafforzando continuamente e che provvede a presentare sempre nuove proposte di legge al fine di ottenere l'apertura di Casinò in diversi Comuni d'italia, dopo aver già moltiplicato, oltremodo, le occasioni di gioco e di gioco d'azzardo. A questo proposito ricordiamo che sono state autorizzate e sono in funzione attualmente circa sale di "scommesse sportive", capillarmente distribuite nei quartieri; operano in molti

2 comuni e quartieri circa 300 sale per il gioco del Bingo ed altre 120 se ne potranno aprire; durante le Festività di Natale si sono portate a tre le estrazioni settimanali del lotto; si propaganda due volte la settimana l'offerta di vincite plurimilionarie nel superenalotto. Sono, queste, soltanto alcune delle puntate di denaro prospettate come occasioni "libere" di gioco regolamentato dallo Stato, ma che, di fatto, sono propagandate con insistenza tale da essere imposte alla coscienza collettiva, come un fattore indispensabile del costume imperante. Nella nostra gente si sta così formando una persuasione comune secondo la quale il "gioco" debba considerarsi una "priorità" nella scala delle esigenze della vita. Sempre più diffusamente si pensa che il non giocare, "equivalga a perdere la faccia". Il "giocare", all'opposto, entra sempre più in quei fattori che sono posti alla base dell'orgoglio personale: se non si gioca non ci si sente una "personalità". Questo significa colmare un vuoto di obiettivi costruttivi con visioni della personalità e della vita illusorie e distruttive. In tempi come i nostri di forte spinta consumistica e di forte vuoto occupazionale, la prospettiva del gioco vincente è seducente ed alienante e contribuisce a moltiplicare quell'atteggiamento di "parassitismo" perverso e contagioso, quale c'è dato ravvisare nell'atteggiarsi di tante persone, non solo giovani, che si caratterizzano per la pretesa di volere di tutto e di dover avere di tutto e di nulla dover meritare. Nel frattempo, da più parti, un'esperienza ormai diffusa e consolidata ci mette sotto gli occhi le gravi conseguenze del gioco e i medici, i terapeuti, gli psicologi e i sociologi, tutti concordi, ci avvertono del grave ammalarsi di chi si dedica al gioco. Disponiamo di una vasta documentazione clinica, proveniente da centri di recupero e di istituzioni scientifiche ed universitarie nazionali ed internazionali, che non lascia dubbi. Il giocatore si ammala gravemente, nella sua mente, nel suo equilibrio psichico e nei suoi comportamenti, con alterazione dannosa sul piano delle relazioni personali, famigliari e sociali e da potenziale risorsa di umanità, quale poteva essere in tutti i rapporti, si stravolge in essere dannoso, problematico a se stesso e a tutti gli altri, con conseguente rovina delle famiglie, delle imprese, e con aggravio di alti costi a carico dei privati e dello Stato stesso per la cura del male da gioco. Come già per il fumo - il monopolio frutta 23 mila miliardi di vecchie lire, ma lo Stato spende 27 mila miliardi per curare le malattie da fumo, con in più la morte di persone l'anno! - così per il gioco: i costi della riparazione dei danni supereranno certo i ricavi dei prelievi fiscali. Tra i Parlamentari, invece, s'insiste nell'affermare che i proventi da gioco sono e saranno più ancora, per le casse dello Stato, un guadagno netto, all attualità delle cose, necessario. Ma questa è pura illusione! Ogni giocatore, che si ammala o che si aliena dai suoi doveri di lavoro per il gioco, è anche per lo Stato un lavoratore di meno ed una spesa di più. Ci domandiamo allora : quale dottrina economica può mai insegnare che si fa sana economia aiutando le risorse a stravolgersi in perdita? quale affidabilità può meritare chi getta fumo negli occhi, continuando a dire che, con i proventi dal gioco, si potranno risanare opere d arte?

3 Nel caso delle sale Bingo, in particolare, si è gettato davvero fumo negli occhi, facendo intravedere un "oasi" occupazionale nel deserto della disoccupazione. Studi seri facevano da tempo notare che, nel conto dei nuovi posti di lavoro, che si prevedeva di "creare" con l'impianto delle sale Bingo, un calcolo realistico e responsabile doveva contare il numero dei nuovi occupati sottratto del numero di quanti avrebbero perduto il lavoro per fare posto ad esse. Un caso per tutti: a Napoli la sala Bingo, aperta nei pressi di Piazza Garibaldi, ha preso il posto dell'upim, nella quale lavoravano certamente più persone di quante oggi lavorano in quella sala Bingo. I conti occupazionali non tornano e bisogna pur dire che non si è voluto dare ascolto a chi già per tempo faceva ben notare che i conti non sarebbero tornati. Tra i Parlamentari si sente fare anche un altro discorso: il gioco clandestino dilaga Dobbiamo fronteggiare questo problema Ci incombe pertanto il compito di regolamentare il gioco ed anche il gioco d'azzardo Il gioco clandestino si combatte mediante il gioco legale Quindi bisogna regolamentare il gioco che si fa in clandestinità. Sulla base di questo ragionamento un numero consistente di Parlamentari costituisce e infoltisce un fronte trasversale pro-gioco, che non si darà pace fin quando non avrà fatto regolamentare "il gioco", e soprattutto il "gioco d'azzardo". E in forza di questa persuasione, tanto avvertita e vissuta, molti di loro si sono messi a presentare sempre nuove istanze pro-gioco. Ma questo discorso, a ben valutarlo, è decisamente errato ed ipocrita. E' errato perché quel "gioco clandestino" e quel "gioco clandestino d'azzardo" sono certamente cattivi, non perché "clandestini", ma "cattivi" in se stessi, in quanto mandano in rovina persone, famiglie ed imprese. Sono, quindi, "cattivi" sotto il profilo economico, fisico e morale. E questa cattiveria del gioco è reale e non può non essere riconosciuta; la "clandestinità" risulta solo una ulteriore "aggiunta" di perversità. Bisogna, quindi, combattere il male del gioco. Se si conviene in questa analisi, si vede bene che certamente non si combatte né il male del "gioco cattivo" né la sua "clandestinità" legalizzandolo. Legalizzarle il gioco significa "organizzarlo", o consentire di "organizzarlo", favorendo ciò che, nuocendo alla persona, alla famiglia e all'impresa, nuoce alla civile convivenza e all'economia stessa della Stato e arricchisce solo chi c è dietro le quinte. In più, l'organizzazione legale del "gioco cattivo" mette in atto anche, in forza della legge, una propaganda nefasta, che, lungi dallo "svuotare" il gioco illegale e "clandestino", ne incrementa la domanda da parte di quanti subiscono le suggestioni della propaganda e delle comunicazioni di massa. E così col gioco legalizzato si tradisce la qualità di vita civile della convivenza nazionale, ingannando la coscienza personale e collettiva, che finisce con l'illudersi di "fare una cosa buona" giocando per il fatto stesso che fa una cosa legale. Resta universalmente acquisito che, dovunque qualcuno si dia al gioco, nel giocatore si annulla l'uomo responsabile, il figlio riconoscente e collaborativo, il coniuge sano e provvido, il

4 cittadino che lavora e che paga le tasse e il credente sapiente e virtuoso. Tutto questo patrimonio umano, costituito dall'uomo sano e civilmente abile, si annulla e viene sostituito dal "giocatore" vuoto ed illuso, vizioso e dannoso. Questa è la realtà. Nessun intendimento di vero "Bene comune", quale ogni politica sana deve cercare e perseguire, può ritenersi compatibile con un qualunque favoreggiamento del "gioco cattivo" e del male ad esso conseguente. A non vedere quanto detto ci si condanna a farsi e a mostrarsi palesemente "illusi" e tali da illudere "gli altri". E se tale atteggiamento entra nei Legislatori, gli effetti disastrosi si ingigantiscono, per la forza e la seduzione di leggi perverse, che progettano cause di mali che a seguito della loro forza normativa non possono non produrre. Sentiamo anche dire che il male previsto di un certo numero di malati potrà essere "riparato" da adeguate leggi dirette a garantire la cura dei malati. E questa prospettiva, presentata come rassicurante, aggrava la dimostrazione di "illusione" da parte di chi si autorizza a produrre mali incurabili con la prospettiva falsa che la cura potrà riparare i danni prodotti, quando è invece vero che un uomo sano non equivale ad un uomo guarito e che le cure delle affezioni mentali e psichiatriche non sono certamente riconosciute capaci di guarire. Concludendo e riassumendo, anche allo stato attuale della migliore scienza, gli argomenti che vengono adottati, in sede Parlamentare, per la legalizzazione del "gioco" e del "gioco d'azzardo" o per l'apertura di diversi "Casinò" in altrettanti Comuni d'italia, sono quelli che abbiamo su esposti e si riducono a questi: 1. Sono necessari alle casse dello Stato i proventi delle tasse sul gioco. 2. Dalla legalizzazione del gioco si avranno nuovi posti di lavoro. 3. Per combattere il gioco illegale bisogna legalizzare il detto gioco, in modo da poter dare la possibilità di fare legalmente ciò che si fa illegalmente, al fine di sottrarre la gestione del gioco alla malavita organizzata e non. Dalle cose dette precedentemente risulta, invece, dimostrato quanto segue: 1 - Dalla legalizzazione del gioco non provengono attivi di cassa per l'erario dello Stato, anzi aggravi di spesa, come per il monopolio del tabacco. 2 - Dalla legalizzazione del gioco non ci sarà incremento di lavoro né stabilità di lavoro. 3 - Con la legalizzazione del gioco non si toglierà dalle mani della malavita né si ridurrà per essa l'affare del gioco, ma lo stesso Stato diventerà malavitoso ed incentivatore del gioco legale ed anche clandestino, con potenziamento della malavita.

5 Al Legislatore e al Governo incombe supremo il dovere di provvedere e di servire il vero "Bene Comune" della Nazione e dei popoli. Lo Stato deve, perciò, impegnarsi a combattere la malavita e tutti gli affari della clandestinità malavitosa. Per questo, non deve mai pensare di farsi promotore di imprese malavitose, né deve far proprio ciò che la malavita progetta e gestisce in profitto proprio e danno delle persone. Si tenga presente che la politica del nostro Stato è già responsabile di una forte spinta al gioco: -con sei scommesse di milioni di euro settimanali; -con l'autorizzazione all apertura, per legge, di sale da gioco sul territorio nazionale, dove sono consentite scommesse fino a delle vecchie lire; -con l'apertura per legge, di 800 sale Bingo su tutto il territorio nazionale, vera trappola per espropriare i pensionati, le casalinghe ed i giovani del loro bassissimo reddito di sopravvivenza; -con il portare a tre estrazioni settimanali il gioco popolarissimo del lotto. A tutto questo si aggiunga il volere, ancora di più, incentivare il gioco con l'apertura di Casinò in 20 Comuni d'italia, mentre è stato già chiesto da diversi parlamentari l apertura di Casinò in ben 84 Comuni del territorio nazionale e tutto ciò quando l'italia totalizza già il 9% dei giocatori mondiali, seconda in classifica solo agli Stati Uniti. Dove sarà mai la Repubblica fondata sul lavoro! Potrà essere mai costituzionale una legge che distoglie dal lavoro e rende incapaci di lavorare? Chiediamo allo Stato, in controtendenza, che, come ultimamente è stato fatto per il fumo, venga promossa una campagna pubblicitaria che evidenzi i danni del gioco d azzardo e che intorno alle scuole, in particolare quelle nei rioni più popolari, non venga promossa la pubblicità dei giochi d azzardo e che soprattutto i ragazzi vengano educati ad un uso più responsabile del danaro, la cui mancanza è una delle cause principali del sovraindebitamento e del rischio di usura. P. Massimo Rastrelli S.J. Mons. Alberto D Urso Presidente Nazionale Segretario Nazionale