Decisione N. 891 del 29 gennaio 2016

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1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) CARRIERO (NA) BLANDINI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) PICARDI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) BARTOLOMUCCI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore PICARDI LUCIA Nella seduta del 22/09/2015 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La controversia sottoposta alla cognizione del Collegio attiene alla contestazione della validità di due linee di credito revolving utilizzabili con carta di credito concesse dall intermediario nonché del carattere usurario dei tassi d interesse da quest ultimo applicati. I fatti oggetto del procedimento possono essere così riassunti. Il ricorrente, in sede di reclamo, lamentava che le linee di credito suddette fossero state concesse in assenza di apposito contratto; precisava infatti che, come rilevabile dalla documentazione fornitagli su richiesta, l invio delle carte di credito e l attivazione del fido erano avvenuti sulla base di due finanziamenti finalizzati, stipulati rispettivamente il 23 aprile 2007 e il 17 aprile 2010, presso due rivenditori convenzionati. Sosteneva pertanto la violazione dell obbligo di forma scritta previsto dall art. 117 del TUB, nonché dell art. 3 del D.lgs. n. 374/1999 per essere state le carte di credito in questione collocate da soggetti non abilitati. Contestava inoltre la natura usuraria dei tassi applicati alle predette linee di credito posto che risultavano escluse dal calcolo dei TAEG le spese di tenuta conto, quelle di assicurazione e altre comunque mai pattuite; affermava inoltre l applicazione di un TAN Pag. 2/6

2 variabile. In considerazione di ciò chiedeva all intermediario la rideterminazione del saldo depurato da tutti gli importi arbitrariamente computati. Avendo ricevuto riscontro negativo dall intermediario, il ricorrente si rivolge all Arbitro Bancario Finanziario chiedendo: a) di dichiarare la nullità dei contratti e delle eventuali clausole di interessi, spese ed oneri assicurativi, attesa la mancata quantificazione e pattuizione degli stessi, nonché la conseguenziale usurarietà del tasso applicato; b) di accertare a seguito dei dovuti riconteggi dell intermediario à dell eventuale debito o credito residuo, con specificazione del capitale e del tasso d interesse applicato; c) di accertare l assenza di valida pattuizione scritta degli interessi e spese applicati ai finanziamenti revolving, nonché l illegittima variazione del tasso nominale annuo; d) di accertare l applicazione di tassi di interesse oltre il tasso soglia antiusura; e) di condannare l intermediario alla restituzione di qualsiasi somma percepita quale pagamento di interessi in quanto risultante oltre il tasso antiusura e, comunque, non pattuito ; f) di condannare l intermediario alla restituzione anche ex art c.c. di quanto indebitamente percepito per interessi, dall inizio dei rapporti, ovvero anche dal 1 gennaio 2009, mediante un ricalcolo senza applicazione di interessi passivi di alcun genere, spese e costi di assicurazione; g) di accertare e dichiarare che alcuna spesa, costo di assicurazione e tenuta conto è dovuto in quanto non previsto contrattualmente e, per l effetto, condannare l intermediario alla restituzione di quanto indebitamente percepito con tali causali; h) di accertare e dichiarare l inadempimento dell intermediario per non aver corrisposto gli estratti conto, con indicazione del tasso nominale annuo, in violazione dell art. 117 del TUB; i) di accertare e dichiarare la nullità del contratto di finanziamento revolving in questione in quanto in contrasto con l art. 3 del D.lgs. 25 settembre 1999, n. 374, il quale prevede che gli intermediari finanziari, per la promozione e la conclusione di contratti di finanziamento, devono avvalersi di agenti in attività finanziaria iscritti all apposito albo. In sede di controdeduzioni l intermediario resistente precisa di aver concesso al ricorrente, nel mese di aprile 2007, un finanziamento finalizzato all acquisto di un bene presso un fornitore convenzionato, rimborsabile in n. 60 rate da 12,30 con TAN 0% e TAEG 2,31%. Sulla base di tale contratto veniva successivamente concessa una linea di credito revolving utilizzabile tramite carta. In data 17 aprile 2010 il ricorrente presentava una richiesta di apertura linea di credito con carta anch essa accolta per finanziare l acquisto presso altro fornitore convenzionato di un bene per un importo di 521,46 ed un importo massimo autorizzato di 1.400,00. Stante il perdurante inadempimento, in relazione a entrambe le linee di credito il cliente veniva dichiarato decaduto dal beneficio del termine, con note dell 11 marzo 2013 e del 31 gennaio 2014 e gli veniva intimato il pagamento dell importo risultante a suo debito pari a 4.298,49 per la linea di credito concessagli ad aprile 2007 e a 1.796,58 per quella concessagli ad aprile Fatta questa premessa, l intermediario asserisce che i contratti sono stati stipulati in forma scritta e prevedono in modo analitico il tasso d interesse (TAN e TAEG) e tutti gli altri oneri dovuti in corso di rapporto. In relazione alla linea di credito concessa nell aprile 2007 eccepisce, comunque, l incompetenza temporale dell Arbitro dato che la pretesa nullità del contratto per mancanza di forma scritta costituisce un vizio genetico del medesimo stipulato precedentemente al 1 gennaio Con riferimento ad entrambe le linee di credito eccepisce poi la carenza di preventivo reclamo in ordine alla nullità per violazione dell art. 3 del D.lgs. n. 374/1999. Quanto alla contestazione relativa alla presunta clausola di variabilità del tasso che non sarebbe stata pattuita, il resistente ne contesta la genericità osservando che non si comprende a cosa il ricorrente si riferisca; precisa in proposito che nessuna delle due linee Pag. 3/6

3 di credito prevede un tasso variabile. Qualora il ricorrente avesse voluto riferirsi alla clausola che legittima le modifiche unilaterali ex art 118 del TUB, l intermediario precisa che la medesima, presente in entrambi i contratti, è stata approvata espressamente per iscritto dal cliente e le modifiche sono state sempre effettuate in conformità della norma di legge, senza che il ricorrente avesse mai esercitato il diritto di recesso a lui spettante. Con riferimento all asserita usurarietà del tasso applicato ai finanziamenti, l intermediario sottolinea di avere sempre calcolato il relativo TEG in conformità alle Istruzioni della Banca d Italia e segnala che il medesimo non ha mai superato il tasso soglia tempo per tempo vigente, come risulta dai prospetti allegati; aggiunge che in relazione al primo finanziamento non era prevista alcuna copertura assicurativa avendovi il cliente espressamente rinunciato. L intermediario evidenzia, ancora, di avere regolarmente inviato al ricorrente rendiconti periodici con l indicazione dei tassi applicati (di cui allega alcuni campioni ) senza mai ricevere contestazioni sul punto da parte di quest ultimo. Infine, quanto all asserita violazione del D.lgs. n. 374/1999, osserva che tale normativa non vieta espressamente ai rivenditori dei beni e servizi finanziati di promuovere e collocare carte revolving; una diversa interpretazione è stata ipotizzata per la prima volta dalla Banca d Italia con la comunicazione del 20 aprile 2010 successiva al collocamento di entrambe le carte e un divieto espresso è stato introdotto solo dall art. 12, comma 1, lett. a) del D.lgs. n. 141/2010, entrato in vigore a ottobre dello stesso anno. Osserva che quand anche vi sia stata una violazione della disciplina dell agenzia in attività finanziaria, questa non potrebbe comunque essere sanzionata con la nullità del contratto collocato fuori sede. In virtù delle considerazioni sopra esposte, l intermediario chiede al Collegio di dichiarare il ricorso irricevibile e comunque di respingerlo in quanto infondato. DIRITTO La questione sulla quale il Collegio è chiamato a pronunciarsi attiene alla legittimità del contratto c.d. Multiconto, tipologia di finanziamento che viene stipulata in occasione della richiesta da parte del cliente di un prestito finalizzato all acquisto di un bene o di un servizio, mediante un modulo prestampato che contiene, altresì, la facoltà di chiedere ulteriori finanziamenti ad uso rotativo, spesso connessi all utilizzo di carta di credito da attivare per via telefonica. Non sembra superfluo ricordare che l operazione di finanziamento oggetto di contestazione è stata complessivamente censurata dall Autorità garante della concorrenza e del mercato nell adunanza del 24 maggio 2011 (Provvedimento n ), nonché dalla Banca d Italia, che ne ha vietato la commercializzazione. Essa è stata, inoltre, più volte portata all attenzione dei Collegi ABF nonché del Collegio di coordinamento, il quale, riconoscendo la sostanziale autonomia dei finanziamenti attivati telefonicamente (anche in relazione allo iato temporale tra contratto iniziale e successivi riutilizzi ), si è espresso nel senso della nullità di tali ulteriori contratti (cfr. Collegio di coordinamento dell ABF, decisione n. 3257/2012). Ebbene, il caso di specie si pone nell ambito delle questioni concernenti le modalità di stipula dei ridetti contratti, con specifico riferimento al requisito della forma scritta; il ricorrente lamenta, infatti, la violazione dell art. 117 TUB chiedendo che sia dichiarata la nullità di due contratti di finanziamento utilizzabili mediante carta revolving (e delle eventuali clausole di interessi, spese e oneri assicurativi) con tutte le conseguenze derivanti da siffatto accertamento. Pag. 4/6

4 Ciò posto, la richiesta del ricorrente, nella parte in cui demanda al Collegio l accertamento di un vizio originario del primo dei contratti in esame concluso nel 2007, non può essere conosciuta dall ABF. Ai sensi del paragrafo 4, sezione I, delle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, emanate dalla Banca d Italia il 12 novembre 2011, il limite di competenza temporale dell ABF è quello del 1 gennaio 2009 (cfr., al riguardo, Collegio di coordinamento dell ABF, decisione n. 72/2014). Per questa parte, dunque, il ricorso è irricevibile. Il rigetto della domanda di accertamento della nullità dell operazione di finanziamento in esame assorbe logicamente anche la richiesta di parte attrice rivolta alla restituzione delle somme indebitamente percepite dall intermediario a titolo di interessi e spese in quanto eccedenti il tasso antiusura e comunque non pattuite. Dalle ragioni sopra evidenziate discende, a contrario, che il Collegio ha il potere di verificare la sussistenza di eventuali cause d invalidità dell atto costituente la base causale per l attivazione della carta di credito revolving (cfr. sul punto Collegio ABF di Napoli, decisione n. 2962/2015). Nel caso di specie, però, l attivazione della carta collegata al primo contratto risale al 2008, collocandosi dunque anch essa al di fuori del perimetro della competenza temporale dell ABF. Può, invece, ritenersi sussistente la competenza dell Arbitro medesimo in merito al secondo contratto stipulato nel Al riguardo, il Collegio considera infondate le doglianze del ricorrente incentrate sul mancato rispetto della forma scritta imposta ex art. 117 del TUB nonché sul difetto di legittimazione a stipulare il contratto medesimo da parte di un rivenditore autorizzato, in violazione dell art. 3 del D.lgs. n. 374/1999. Quanto al primo profilo, è agli atti la richiesta del cliente che fa esplicito riferimento all apertura di una linea di credito revolving utilizzabile anche mediante una carta di credito, entro il limite massimo di 5.000,00. Il rigetto della domanda di accertamento della nullità del contratto per difetto della forma scritta assorbe anche l ulteriore doglianza riguardante il difetto di una valida pattuizione scritta degli interessi e delle spese applicati al finanziamento revolving. In ordine al secondo aspetto, vale la pena di ricordare che l art. 121, comma 1, lett. h), del TUB (come modificato dal D.lgs. n. 141/2010) espressamente definisce intermediario del credito, oltre agli agenti in attività finanziarie e ai mediatori creditizi, qualsiasi altro soggetto, diverso dal finanziatore, che nell esercizio della propria attività commerciale o professionale svolge, a fronte di un compenso in denaro o di altro vantaggio economico oggetto di pattuizione e nel rispetto delle riserve di attività previste dal Titolo VI-bis, almeno una delle seguenti attività: 1) presentazione o proposta di contratti di credito ovvero altre attività preparatorie in vista della conclusione di tali contratti; 2) conclusione di contratti di credito per conto del finanziatore. A fronte di tale quadro normativo e della contestualità sussistente nel caso in questione fra la concessione del prestito finalizzato e la richiesta di una linea di credito revolving da parte del cliente, il Collegio pur essendo propenso a superare l eccezione di carenza di preventivo reclamo sollevata sul punto dall intermediario resistente, per il principio della ragione più liquida ritiene di dover valorizzare le indicazioni desumibili dalla disciplina in tema di credito al consumo e di poter escludere la fondatezza della doglianza del ricorrente relativa all abusivo collocamento della linea di credito predetta. Procedendo all esame delle altre domande articolate dal ricorrente, il Collegio rileva la genericità delle richieste finalizzate ad ottenere l accertamento dell eventuale debito o credito residuo in capo al ricorrente nonché dell applicazione da parte dell intermediario di interessi usurari e dell eventuale accertamento della variabilità del tasso applicato alla carta revolving. Va osservato in proposito che è preclusa al Collegio alcuna valutazione in Pag. 5/6

5 ordine alla congruità delle percentuali di TAEG e TAN applicate al contratto (anche in relazione al tasso soglia dell usura), oltre che delle varie voci di costo connesse al finanziamento: tale valutazione, infatti, relativa ad entità economiche determinate dalle parti sulla base della loro autonomia negoziale, ha una chiara natura consulenziale che esula dalla cognizione di questo Arbitro (cfr., in luogo di molte, Collegio ABF di Napoli, decisione 6056/2013). Per quanto concerne la domanda di restituzione, in subordine, di quanto indebitamente percepito per interessi successivamente al 1 gennaio 2009, fermo restando che non si può giungere ad un risultato diverso dall inammissibilità di richieste al di fuori dell ambito di competenza temporale di questo Collegio attraverso un operazione di sostanziale frazionamento del petitum (cfr. Collegio ABF di Napoli, decisione n. 5593/2015), preme segnalare che dalla documentazione versata in atti non sembra emergere violazioni della normativa antiusura con riferimento a nessuno dei due contratti in rassegna. Ne discende che anche la domanda subordinata formulata dal ricorrente non può trovare accoglimento. Infine, con riferimento alla richiesta di accertare l inadempimento dell intermediario all obbligo di inviare gli estratti conto, preme evidenziare che il ricorrente non ha offerto alcun riscontro probatorio a sostegno della propria doglianza. Occorre ricordare che a norma dell art c.c. chi vuol fare valere un diritto deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento; ne discende che la carenza di prova non può che ripercuotersi, in termini negativi, nella sfera giuridica del ricorrente e condurre al rigetto della domanda (cfr., fra le altre, Collegio ABF di Napoli, decisione n. 6165/2015). Il Collegio non accoglie il ricorso. P.Q.M. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6