significa: CHIAMARE INSIEME, mettere insieme parti diverse, trovare un accordo tra posizioni concorrenti. La seconda è composta da cum e dividere,

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1 DALLA CONCILIAZIONE ALLA CONDIVISIONE DELLE RESPONSABILITA In Famiglia e nel lavoro: siamo uguali? Roma 14 Dicembre Confederazione UIL Sala Bruno Buozzi - Mi piace iniziare questo mio intervento con una frase, tratta dal libro Il dovere dell uomo di Giuseppe Mazzini, La famiglia è la Patria del cuore. All interno della quale si condividono gioie, dolori, affanni, piaceri: in una parola... Conciliare e poi Condividere. Entrambe parole che derivano, dal latino, la prima concilium, parola composta che significa: CHIAMARE INSIEME, mettere insieme parti diverse, trovare un accordo tra posizioni concorrenti. La seconda è composta da cum e dividere, sostantivo quest ultimo che potrebbe avere una valenza negativa, ma che anteponendogli il giusto prefisso, diventa subito positivo e propositivo. Perché, nella vita è il modo in cui guardi le cose che può cambiare del tutto la prospettiva: dividere significa separare, disunire, ma dividere qualcosa con qualcuno, ovvero compartire, vuol dire prendere parte della vita dell altro, regalare una parte di noi agli 1

2 altri, non essere egoisti, ma fare un pezzettino di strada insieme. Questo, in relazione alla nostra specifica attività di sindacalisti, si chiama empowerment sociale in quanto tutti i soggetti sono impegnati in una condivisa assunzione di responsabilità per il bene comune. Avere un idea e unire le energie per realizzarla, condividere è la strada migliore per sentirsi meno soli in un mondo sempre più individualista e per essere felici insieme a chi ci sta accanto. Ecco, perché il voler condividere le responsabilità familiari, dà più forza e coraggio ad affrontare la quotidianità, soprattutto lavorativa; il coinvolgimento a vivere e prendersi cura del nucleo familiare, aiuta anche a conoscersi più profondamente, a non rimanere sempre sulla superficie delle cose e dei rapporti e, contestualmente, aiuta nelle relazioni esterne alla famiglia stessa. Conciliare, nasce con un esplicita connotazione di genere: fino a poco tempo fa, la conciliazione era considerata un compito esclusivamente delle donne e, facendo riferimento alla natura femminile e materna contrapposta alla natura maschile più aperta all esterno, era tempo che anche per le donne si trovasse un giusto equilibrio tra i diversi ruoli di madre, moglie, lavoratrice, le diverse responsabilità, produttiva e riproduttiva, e i diversi tempi, quello dedicato alla cura della casa e dei figli, quello dedicato al lavoro e, non dimentichiamolo, quello dedicato a sé. Se questo è il preambolo, e siamo sicure che lo è, diviene chiaro che la conciliazione famiglia-lavoro non è un problema solo di donne, e neanche una questione di genitori, o semplicemente di pari opportunità, come molti intendono, ma diventa questione sociale, strettamente correlata al diritto e alla possibilità di essere, fare i genitori, in piena condivisione dei compiti, di essere cittadina/o a tutto campo, con 2

3 l obiettivo di raggiungere un adeguato benessere sociale e familiare: ed è proprio nel raggiungimento di questo obiettivo che deve dimostrarsi la forza del sindacato confederale attraverso lo strumento che gli è più naturale: la negoziazione fino all attuazione di un concreto e agito welfare territoriale e aziendale. Contestuale al ragionamento sulla condivisione dei compiti, è la riflessione sulla parità di genere che, al di là delle ormai ben note necessità di superamento delle diversità con il fine di una dichiarata equità sociale, costituisce uno dei presupposti per il raggiungimento degli obiettivi di crescita sostenibile, di occupazione, di competitività e coesione sociale per il nostro Paese. Pertanto è fondamentale che la parità di genere resti al centro delle strategie politiche e sindacali in quanto percorso obbligato per superare le sfide vecchie e nuove di questi anni. Politiche che devono essere considerate da parte delle Istituzioni investimenti a lungo termine e non costi a breve termine, e parte integrante delle misure che permetteranno al Paese di uscire dalla crisi, sostenere la produttività e costruire un'economia più forte per il futuro; un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata presuppone un'organizzazione moderna del lavoro, quel benessere organizzativo all interno delle Aziende che permetta, alle Imprese stesse di affrontare al meglio i tanti cambiamenti nel mercato del lavoro e alle lavoratrici e ai lavoratori, conciliando e condividendo la quotidianità della famiglia e del lavoro, la possibilità di sentirsi parte integrante del progetto e della crescita sociale ed economica nazionale. La possibilità di formare giovani donne e uomini in grado di conciliare e condividere lavoro e famiglia avrebbe senz altro un impatto diretto sulla loro occupazione e sulla 3

4 loro posizione nelle Imprese, nonché sulla loro retribuzione e indipendenza economica lungo l'intero arco della vita; la sfida importante consiste nell'attuare politiche i cui obiettivi siano la ricerca di strumenti e incentivi anche per nuove assunzioni di donne e uomini. Le politiche nazionali devono inoltre tener conto del numero crescente di famiglie monoparentali, costituite nella maggior parte dei casi da un solo genitore ed è evidente che c'è bisogno di una prospettiva più ampia, che metta al centro delle politiche Istituzionali e Sindacali il lavoro come fattore produttivo e la parità uomodonna sul mercato del lavoro come obiettivo di un'economia che deve funzionare bene per tutti. E noi come Sindacato da sempre riformista dobbiamo continuare ad essere un punto di riferimento per tutti i cittadini, perché capaci di rappresentare e portare avanti dei progetti che vadano sempre oltre le azioni della politica, promuovendo sempre nuove forme di tutela, attraverso vere e proprie riforme, come dovrebbe essere il passaggio dalla conciliazione alla condivisione delle responsabilità tra Donne e Uomini, tra Imprese e Lavoratori, tra Stato e Cittadini. Concludo Impariamo a dare e a darci, sapendo che poi condividendo, ne riceveremo anche in cambio; guardiamo oltre per creare, con l obiettivo della ricerca della felicità sociale, che non si realizza nella spasmodica ansia di denaro o potere, ma nella coscienza di aver fatto ogni giorno una piccola azione positiva per il bene comune. 4

5 Apriamoci al bello e agli altri: è l unica strada per rendere la nostra permanenza su questa Terra la più piacevole e bella possibile. Grazie Luana Bellacosa Responsabile Coordinamento Regionale UILCA Pari Opportunià e Politiche di Genere di Roma e Lazio 5