ECONOMIA URBANA. Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre. Contatti:
|
|
- Emilio Corsi
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre Contatti:
2 ECONOMIA URBANA E REGIONALE Economia Urbana 2
3 TEORIA DELLA CRESCITA E DELLO SVILUPPO REGIONALE Economia Urbana 3
4 INTRODUZIONE La teoria della crescita e dello sviluppo regionale ha fondamenti tipicamente macroeconomici Il concetto di spazio uniforme-astratto identifica questo filone. La crescita economica regionale è la capacità di un sistema economico locale di trovare, e di ricreare continuamente, uno specifico e appropriato ruolo all interno della divisione internazionale del lavoro attraverso l uso efficiente delle risorse possedute. I meccanismi di sviluppo locale sono identificati solo nella diversa dotazione di risorse e di fattori produttivi, nelle ineguali condizioni di domanda e di struttura produttiva tra regioni La crescita può essere intesa sia di breve che di lungo periodo. Economia Urbana 4
5 Ha come obiettivo quello di identificare gli elementi e le determinanti che possono spiegare il sentiero di sviluppo di un sistema locale, analizzarlo sia in termini di crescita assoluta (ottica di efficiente allocazione delle risorse), sia in termini di crescita relativa tra regioni, per interpretare le disparità regionali e i possibili sentieri di convergenza o divergenza nei livelli e nei tassi di crescita del reddito (ottica di equità distributiva) L attenzione si sposta dalle scelte localizzative alla definizione dei processi di sviluppo economico su scala sub-nazionale. Analizza la capacità di un sistema locale di sviluppare le attività presenti o di attirarne di nuove dall esterno per generare benessere, ricchezza e condizioni per uno sviluppo duraturo. Capacità di un sistema regionale di trovare e mantenere uno specifico e appropriato ruolo nella divisione internazionale del lavoro. Economia Urbana 5
6 Il sottosviluppo e gli squilibri regionali emergono in presenza di una differente capacità di sfruttamento e organizzazione delle risorse locali (economiche, ambientali, fisiche e umane) e di attrazione di nuove risorse e attività. Teoria della crescita e dello sviluppo regionale: cerca di spiegare quali elementi interni alla regione determinare la capacità di crescere e quali processi esterni possono rafforzare o indebolire tale capacità. Teorie della crescita regionale: prodotto o reddito pro capite Teorie dello sviluppo locale: elementi tangibili e intangibili (fattori immateriali e capitale sociale) Economia Urbana 6
7 1) Modelli classici e neoclassici: processo di crescita in chiave di efficienza produttiva, divisione del lavoro in senso smithiano, di produttività dei fattori produttivi, dinamica dei salari, dei redditi e del benessere individuale. 2) Modelli di crescita che analizzano l uso di risorse date (nel breve periodo) considerando ampie riserve di lavoro. 3) Modelli di crescita più moderni che interpretano il sentiero di crescita come un problema di competitività, dinamica di lungo periodo, con costanti processi di innovazione. Economia Urbana 7
8 1) Obiettivo di interpretare le condizioni necessarie per innescare un processo di sviluppo e come lo sviluppo si caratterizzi in modo differenziato nel tempo (teoria degli stadi di sviluppo). 2) Obiettivo di individuare le determinanti che generano occupazione e reddito nel breve periodo, ipotizzando capacità produttiva (stock di capitale) non utilizzato e ampie riserve di lavoro. La crescita non dipende dalla struttura e dalla dinamica dell offerta (che può espandersi indefinitamente) ma dallo sviluppo della domanda di beni prodotti localmente (teoria della domanda). 3) Meccanismi economici che permettono alla regione di uscire dalla povertà, di garantir un certo livello di benessere e di reddito pro capite agli individui. Si agisce sulla produttività dei fattori con cui ottenere incrementi di salario e reddito pro capite e su processi di specializzazione produttiva con lo sfruttamento di vantaggi comparati (teoria della specializzazione). Economia Urbana 8
9 Diverse concezioni di spazio utilizzate nelle diverse teorie della crescita. Prime teorie dello sviluppo regionale: spazio uniforme-astratto, uno spazio all interno del quale le condizioni di offerta (dotazione fattoriale, struttura settoriale e produttiva) e di domanda (gusti e preferenze dei consumatori) sono identiche ovunque (teorie neoclassiche della crescita e stadi di sviluppo, teoria della base di esportazione e teoria delle dotazioni fattoriali). Uno spazio di questo tipo permette di utilizzare modelli macroeconomici aggregati. Sono teorie della crescita regionale, dove interessa interpretare l andamento del reddito come indicatore sintetico di sviluppo, perdendo però informazioni qualitative. Nelle teorie dello sviluppo locale si adotta una concezione di spazio diversificato-relazionale, che ipotizza l esistenza di polarità ben precise nello spazio geografico e di specifici rapporti tra individui, società, territorio (massima espressione nella teoria dei distretti industriali, dei milieu innevateur, delle learning regions). Economia Urbana 9
10 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo Una delle più antiche teorie dello sviluppo applicabili all economia del territorio. Nasce come primo tentativo di affiancare ad un analisi di localizzazione delle attività produttive un interpretazione delle implicazioni delle sceltelocalizzative sui meccanismi di sviluppo. Lo sviluppo regionale è costituito dal susseguirsi di fasi, successive l una all altra, ognuna delle quali caratterizzata da una produttività fattoriale e da un rapporto capitale/lavoro crescenti, che spiegano il raggiungimento di livelli di benessere e di ricchezza pro capite sempre più elevati. 1) FASE DI AUTARCHIA: in cui il sistema economico locale è in condizioni di autosufficienza in un economia di sussistenza: tutto ciò che è prodotto localmente è utilizzato per il consumo locale. Economia Urbana 10
11 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo 2) FASE DI SPECIALIZZAZIONE: si mette in moto grazie alla creazione di alcune infrastrutture di trasporto, che danno luogo alla possibilità di scambio di beni agricoli e alla specializzazione dell economia locale nella produzione di beni primari. 3) FASE DI TRASFORMAZIONE: dell economia da economia agricola a industriale, grazie al decollo di attività industriali strettamente connesse alla lavorazione di prodotti primari (prodotti agricoli e delle attività estrattive) e alle necessità di una crescente popolazione (attività edilizia) 4) FASE DI DIVERSIFICAZIONE: delle attività manifatturiere, grazie alla crescente richiesta di beni intermedi, alla crescita del reddito e alla conseguente comparsa di nuovi settori che rispondono ad esigenze di consumo della popolazione in crescita e sempre più diversificate Economia Urbana 11
12 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo 5) FASE DI TERZIARIZZAZIONE: espansione delle attività terziarie, in risposta alle esigenze di un industria avanzata. Teoria che mette in forte rilievo la specializzazione produttiva che diventa fonte di una crescente produttività del lavoro (concezione smithiana): gli incrementi di produttività derivano da processi di produzione sempre più indiretta, suddivisa in fasi, cicli e processi specializzati in senso verticale. Sottolinea l importanza nel sentiero di sviluppo di una crescita contemporanea di diversi settori e diversi investimenti infrastrutturali in un processo di sviluppo bilanciato. Nello sviluppo bilanciato risiedono vantaggi ed esternalità, fonti di rendimenti crescenti a livello territoriale e forze motrici della crescita locale. Economia Urbana 12
13 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo 1) Esternalità derivanti da meccanismi di interdipendenza tra diversi settori, attraverso legami input-output garantiscono uno sviluppo diffuso in tutta l economia locale 2) Esternalità nei meccanismi tra domanda e offerta, che permettono processi di sviluppo cumulativo, sulla base della crescita dell offerta in linea con la struttura delle preferenze dei consumatori locali 3) Esternalità che nascono dalla presenza di investimenti in infrastrutture differenti, con progetti integrati (particolare attenzione alle infrastrutture di trasporto da cui dipende l espansione del mercato. Sottosviluppo come permanenza forzata all interno di una fase Economia Urbana 13
14 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo Cause del sottosviluppo legate alle condizioni interne all area, ad esempio ridotta capacità di espansione per carenza di risparmio (vi ricordate il modello keynesiano???); oppure insufficiente domanda (dimensione ristretta del mercato). Vincoli esterni: regione integrata in un sistema di regioni più sviluppate, i meccanismi di domanda-offerta e di interdipendenza settoriale, stimolata da una domanda interna di produzioni avanzate, possano mettersi in moto nelle regioni limitrofe più avanzate (rischio di crescente divergenza). Implicazioni di policy: nelle prime fasi di sviluppo le politiche di sviluppo si devono incanalare verso investimenti pubblici in pochi grandi e diversificati settori, presenti in modo ragguardevole a livello locale per minimizzare le dispersioni verso altre regioni. Economia Urbana 14
15 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo Il circolo vizioso del sottosviluppo Economia Urbana 15
16 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo EFFETTI SULLA DISPARITÀ REGIONALE Metà anni 60. Williamson presenta una riflessione circa l evoluzione dei divari regionali all interno di un paese. Lo sviluppo si presenta nelle prime fasi concentrato e polarizzato nelle aree centrali del paese, e solo successivamente si diffonde in aree più periferiche e ai settori più deboli. Sviluppo a due velocità che comporta nelle prime fasi dello sviluppo economico di un paese il divario regionale cresce, per poi ridursi quando il reddito nazionale raggiunge un determinato livello. L aumento del divario nelle prime fasi tra regioni forti e deboli è riconducibile a effetti di spiazzamento a favore dell economia forte. Economia Urbana 16
17 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo EFFETTI SULLA DISPARITÀ REGIONALE Effetti di spiazzamento: Emigrazione di lavoro selettiva (qualificato) da aree deboli a aree forti Flussi di capitali verso le regioni più ricche, attratti da domanda più elevata, dalla presenza di infrastrutture e servizi e da un più ampio mercato potenziale Allocazione di una quota elevata di investimenti pubblici nelle aree forti Limitati scambi interregionali di risorse che non generano nei primi stadi effetti di trascinamento dell area povera da parte dell area ricca Economia Urbana 17
18 1) Struttura produttiva: Teoria degli stadi di sviluppo EFFETTI SULLA DISPARITÀ REGIONALE Meccanismi positivi: Creazione di nuovi posto di lavoro anche in aree meno sviluppate (il flusso migratorio si riduce) Minore attrattività delle aree più avanzate per effetto di saturazione dei mercati e congestione fisica (elevati costi del suolo e riduzioni del saggio di profitto) Crescita degli investimenti pubblici nelle aree deboli Nascita di effetti di trascinamento dell area forte su quella debole Economia Urbana 18
19 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share La composizione settoriale di una regione spiega il suo tasso di crescita. Regioni a prevalente attività agricola hanno produttività fattoriale più contenuta, un più basso rapporto capitale/lavoro e un tasso di crescita più limitato a differenza di regioni industrializzate che registrano elevai tassi di sviluppo. Nella teoria degli stadi di sviluppo si usano solo tre settori, agricoltura, industria e servizi e si ipotizza che all interno di ciascun settore ci sia identica produttività, valida per tutte le regioni. Sono ipotesi irrealistiche, perché all interno di un settore la produttività può essere molto diversa tra diverse attività, e la stessa attività può avere produttività diversa a seconda della regione. Economia Urbana 19
20 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share Anni 50, analisi della relazione tra struttura produttiva e crescita regionale attraverso l analisi del tasso di crescita regionale relativo di una regione, attraverso la metodologia statistica nota come SHIFT-SHARE analysis. Il tasso di crescita di una regione è influenzato da tre elementi: 1) la struttura industriale; 2) la produttività dei settori; 3) la dinamica della domanda e delle preferenze dei consumatori Nell ipotesi che una regione abbai la stessa composizione settoriale della nazione e i settori produttivi abbiano uguale produttività, allora il tasso di crescita regionale coincide con quello nazionale. Spesso invece il tasso di crescita regionale si scosta da quello nazionale. Economia Urbana 20
21 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share Tasso di crescita regionale: y r = y * + s s rappresenta il differenziale tra tasso di crescita nazionale e regionale, tale differenziale detto shift può dipendere da due effetti: Effetto di composizione della struttura settoriale della regione, detto effetto mix, che nasce dalla presenza nella regione di settori che a livello nazionale mostrano una dinamica più accentuata MIX = n i= 1 E E 0 ir 0 r E E 1 in 0 in E E 1 n 0 n Economia Urbana 21
22 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share E rappresenta la variabile settoriale analizzata (occupazione, valore aggiunto, esportazioni), i definisce i settori, n e r identificano la nazione e la regione. Tra parentesi c è la differenza tra l incremento nel periodo di tempo da 0 a 1 della variabile nel settore i a livello nazionale e l incremento medio nazionale. Questa differenza è moltiplicata per il peso relativo del settore nell economia locale Effetto di competizione della struttura settoriale regionale, effetto dif, che deriva da una maggiore capacità dell economia regionale di sviluppare in media ogni settore a tassi superiori a quelli dei corrispondenti settori nazionali DIF = n i= 1 E E 0 ir 0 r E E 1 ir 0 ir E E 1 in 0 in Economia Urbana 22
23 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share In questo caso il termine tra parentesi indica l incremento del settore i a livello regionale rispetto all incremento dello stesso a livello nazionale. L incremento è pesato con il peso relativo dl settore nell economia locale. Diversa produttività dello stesso settore in diverse aree (effetto DIF). Se applicato ad una composizione regionale molto disaggregata, l analisi shift-share permette di cogliere l apporto di ciascun settore alla determinazione del differenziale di crescita regionale. Questo approccio consente di separare gli effetti strutturali (effetto MIX) da quelli congiunturali (effetto DIF) ed evidenziare i motori dello sviluppo regionale: elementi della domanda (effetto MIX) ed elementi dell offerta e di competitività locale (effetto DIF). Economia Urbana 23
24 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share Condizioni di sviluppo favorevoli alla regione: - molti settori si trovano al di sopra della retta a 45 (aree A, D, E), rappresentano una capacità di crescita locale superiore a quella nazionale (effetto DIF favorevole) - molti settori si trovano nelle aree a destra della retta che rappresenta la media settoriale nazionale (aree A, B, C), se la regione si specializza in questi settori la crescita locale è sorretta da una domanda crescente a livello nazionale (effetto MIX favorevole) Economia Urbana 24
25 2) Struttura produttiva: analisi shift-share share Condizioni di sviluppo favorevoli alla regione: - molti settori si trovano al di sopra nell area A, registrano sia l effetto MIX che l effetto DIF favorevole, o nell area B in cui la dinamica regionale è più debole ma sufficiente a mantenere un livello di sviluppo complessivamente elevato (settori al di sopra della media regionale) - molti settori si trovano nelle aree D o E, in cui la competitività dei settori locali è così elevata da compensare la condizione di crisi in cui si trovano i settori a livello nazionale. La limitata domanda nazionale per quei beni è più che compensata dalla competitività delle imprese locali che riescono a mantenere e sviluppare quote di mercato (distretti industriali italiani che negli anni 70 sono rimasti competitivi nonostante la crisi generata dagli shock petroliferi) Situazioni di crisi per l economia locale: - molti settori si trovano nell area C, dove la crescita della domanda nazionale non è sufficiente a compensare la scarsa competitività delle imprese locali - molti settori si collocano in F e G, settori in crisi a livello nazionale e che a livello locale hanno tassi di crescita ancora più bassi Economia Urbana 25
26 2) Struttura produttiva: Centro-Periferia Approccio della centralità-perifericità che individua nella distanza dal centro delle attività economiche la causa del ritardo di svluppo. La centralità geografica rappresenta un eleemnto a favore dello sviluppo mentre la perifericità ne costituisce un ostacolo. Accesso a informazioni, conoscenza tecnologiche, mercati di sbocco dei beni, mercati dei fattori produttivi è condizione necessaria per lo sviluppo dell economia locale. In periferia ci sono maggiori costi di trasporto, di accesso alle informazioni, ritardi nell adozione delle innovazioni tecnologiche. Modello che funziona bene nell interpretare il processo di sviluppo europeo (gli USA hanno un modello di sviluppo opposto, dove le coste sono le aree più dinamiche) Economia Urbana 26
ECONOMIA URBANA. Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre. Contatti:
ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre Contatti: costanti@uniroma3.it ECONOMIA URBANA E REGIONALE Economia Urana 2 TEORIA DELLA CRESCITA E DELLO SVILUPPO REGIONALE
DettagliCapitolo cinque. La teoria del commercio internazionale. Una visione d insieme sulle teorie del commercio internazionale
Capitolo cinque La teoria del commercio internazionale Una visione d insieme sulle teorie del commercio internazionale 5-3 Si ha libero scambio quando un governo non cerca di influenzare, con contingentamenti
DettagliSe il progresso tecnico non è lo stesso in tutti i paesi le conclusioni non valgono.
Convergenza Il modello neoclassico prevede due tipi di convergenza: convergenza condizionata: è la convergenza nei livelli di reddito per addetto ed è condizionata dalla propensione al risparmio s del
DettagliPRIMA PARTE: POLITICHE MACROECONOMICHE
PRIMA PARTE: POLITICHE MACROECONOMICHE 1 In questa parte del corso: Utilizzeremo i modelli del corso di Economia politica (macroeconomia) e ne analizzeremo in maggiore profondità le implicazioni di politica
DettagliRipasso Macroeconomia. Economia del territorio e dello sviluppo
Ripasso Macroeconomia Economia del territorio e dello sviluppo Principali variabili macroeconomiche PIL reale, PIL nominale e PIL pro capite Tasso di disoccupazione Tasso di inflazione PIL: produzione
DettagliCapitolo 6. La produzione. A.A Microeconomia - Cap. 6-1
Capitolo 6 La produzione A.A. 2010-2011 Microeconomia - Cap. 6-1 Il comportamento dell'impresa Tre fasi distinte di analisi nello studio del comportamento dell'impresa: 1. Tecnologia di produzione 2. I
DettagliCAPITOLO XXIV Cambiamento e aggiustamento strutturale
CAPITOLO XXIV Cambiamento e aggiustamento strutturale Valuteremo i programmi di aggiustamento strutturale, distinguendo tra Beni commerciali e non-commerciabili Riduzione e cambiamento nella composizione
Dettagli3.a STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO
3.a STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO A Mercantilisti e fisiocratici ( 600, 700) Mercantilisti ( 600): la ricchezza viene dalla valuta, ossia dall esportazione (predatoria)
DettagliC.d) Equilibri multipli
C.d) Equilibri multipli o L evidenza empirica sui processi di convergenza nei livelli di produttività tra le regioni europee suggerisce l esistenza di Club di convergenza, ovvero di gruppi di regioni che
DettagliUniversita di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche Anno Accademico Corso di Macroeconomia Lezione 11
Universita di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche Anno Accademico 2016-2017 Corso di Macroeconomia Lezione 11 1 Come si misura il tenore di vita Ci spostiamo dallo studio
DettagliCommercio e sviluppo. Apertura al commercio e sostituzione delle importazioni
Commercio e sviluppo Apertura al commercio e sostituzione delle importazioni Vantaggi del passaggio al libero scambio Nella teoria standard del commercio l apertura al libero scambio è welfare improving
DettagliIndice. Presentazione dell edizione italiana Ringraziamenti dell Editore Guida alla lettura
Indice Presentazione dell edizione italiana Ringraziamenti dell Editore Guida alla lettura PARTE I Concetti di base XI XII XIII 1 Le basi dell economia 1 1.1 Introduzione 1 1.1.1 Scarsità ed efficienza:
DettagliECONOMIA REGIONALE. lo spazio uniforme-astratto. IV. Struttura produttiva e sviluppo
ECONOMIA REGIONALE Teorie della crescita regionale: lo spazio uniforme-astratto IV. Struttura produttiva e sviluppo 1 Le differenti interpretazioni di crescita e sviluppo / 1 Teorie dello sviluppo regionale:
DettagliECONOMIA URBANA. Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre. Contatti:
ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre Contatti: costanti@uniroma3.it ECONOMIA URBANA E REGIONALE Economia Urbana 2 INTRODUZIONE L attività economica nasce, cresce
DettagliIl sistema produttivo italiano. I fatti e le loro rappresentazioni
Il sistema produttivo italiano I fatti e le loro rappresentazioni Crisi petrolifera del 1973 crisi idea di modernità sviluppo inteso come percorso lineare Italia diversa da un paese proteso verso la modernità
DettagliCamera del lavoro Pavia 4 Giugno 2012 Giornata studio
Camera del lavoro Pavia 4 Giugno 2012 Giornata studio Stefano Lucarelli (Università di Bergamo) con la collaborazione di Giancarlo Beltrame (Università di Bergamo) e Roberto Romano (CGIL Lombardia) stefano.lucarelli@eco.unipv.it
Dettagliorganizzazione sociale separazione tra luoghi di produzione e luoghi di consumo sistema economico con dimensione spaziale
Economisti del XVI e XVIII secolo Cantillion, Quesnay, fisiocratici terra possesso e coltivazione della terra proprietario agricolo 2 tipi di relazioni: relazioni verticali relazioni orizzontali Costi
DettagliInvestimenti Diretti Esteri (FDI) e Imprese Multinazionali Sanna-Randaccio Lezione 29
Investimenti Diretti Esteri (FDI) e Imprese Multinazionali Sanna-Randaccio Lezione 29 Effetti del IDE sul paese d origine Effetti del IDE sul paese ospitante: il ruolo della capacità di assorbimento delle
DettagliI ESERCITAZIONE MACROECONOMIA
I ESERCITAZIONE MACROECONOMIA Il debito pubblico Definizione Perché si rapporta il debito pubblico con il PIL? L interpretazione ricardiana del debito pubblico Il debito pubblico italiano Da cosa dipende
DettagliDATI ISTAT SULLA FORZA LAVORO
DATI ISTAT SULLA FORZA LAVORO Provincia di Piacenza: Forze di lavoro e tassi di disoccupazione, occupazione e attività, medie annue 2000/2002 2000 2001 2002 FORZE DI LAVORO OCCUPATI 107 110 111 maschi
DettagliCrescita economica, produttività e tenore di vita
Crescita economica, produttività e tenore di vita Introduzione Negli ultimi due secoli ci sono stati ingenti cambiamenti nel benessere della popolazione i fattori alla base del tenore di vita di una nazione
Dettagli10 IL MERCATO DEL LAVORO
IL MERCATO DEL LAVORO 10.1 Il quadro nazionale L andamento del mercato del lavoro nel contesto nazionale può essere un utile strumento per meglio inquadrare le dinamiche occupazionali conosciute a livello
DettagliLe previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
GOMMA E MATERIE PLASTICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore della gomma e della plastica; come misura dell
DettagliCommercio internazionale con mercati non concorrenziali. Giuseppe De Arcangelis 2015 Economia Internazionale
Commercio internazionale con mercati non concorrenziali Giuseppe De Arcangelis 2015 Economia Internazionale 1 Schema della lezione Ripasso di microeconomia: rendimenti di scala crescenti e differenziazione
Dettagli3 LA PRODUZIONE DI RICCHEZZA
3 LA PRODUZIONE DI RICCHEZZA Per analizzare l evoluzione della congiuntura economica nel territorio lecchese e cogliere l intensità con cui la crisi si è ripercossa sull economia provinciale, appare opportuno
DettagliEconomia del Lavoro 2010
Economia del Lavoro 2010 Capitolo 4 L equilibrio del mercato del lavoro - 1 Abbiamo visto le conseguenze dell equilibrio in un unico mercato del lavoro concorrenziale (es. efficienza). Ma una economia
DettagliRaúl Prebisch e la teoria della dipendenza
Raúl Prebisch e la teoria della dipendenza Raúl Prebisch (1901-1986) Raúl Prebisch è nato a Tucumán, in Argentina, nell aprile del 1901. Morì a Santiago del Cile nel 1986 1923: laurea in Economia presso
DettagliSTATISTICHE IN BREVE. Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni La struttura delle imprese e dell occupazione
STATISTICHE IN BREVE Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni 2007-2010 La struttura delle imprese e dell occupazione Nel 2010, secondo l ATECO 2007, le imprese attive nell industria e nei
DettagliLe previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
SERVIZI ALLE IMPRESE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dei servizi alle imprese; come misura dell attività
DettagliCorso di Politiche Economiche Europee Prof. Gianfranco Viesti
Dipartimento di Scienze Politiche - Università di Bari Corso di Politiche Economiche Europee Prof. Gianfranco Viesti Modulo 11 Costi e Benefici dell Euro L adesione all unione monetaria comporta sempre
DettagliIl modello AD-AS. Modello semplice
Il modello AD-AS Modello semplice Introduciamo i prezzi Fino ad ora abbiamo ipotizzato che i prezzi fossero dati e costanti. Si trattava di una ipotesi semplificatrice che poteva valere nel breve periodo.
DettagliDiscussione di : Integrazione economica internazionale e occupazione in Italia Rapporto CER
Discussione di : Integrazione economica internazionale e occupazione in Italia Rapporto CER Giorgia Giovannetti Università di Firenze Roma, 10 marzo 2017 I principali messaggi del Rapporto Consolidamento
Dettagli8MODULO. L economia e il mondo
L economia e il mondo 1 8MODULO Coloro che sono favorevoli al... scambio affermano che esso permette a ogni paese di... nella produzione dei beni e servizi per i quali ha più... e di consumare i beni di
DettagliEconomia delle Imprese Multinazionali
Economia delle Imprese Multinazionali Geografia economica Davide Castellani Università di Perugia Facoltà di Economia Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica davide.castellani@unipg.it Il successo
DettagliCorso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti
Facoltà di Scienze Politiche Università di Bari Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti Modulo 3 La teoria neoclassica del commercio internazionale Krugman-Obstfeld, cap. 4 Copyright Ulrico
DettagliCittà e distretti di fronte alla crisi
VII edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali Città e distretti di fronte alla crisi Marcello Pagnini Banca d Italia, Bologna Evoluzione dei divari di produttività tra
Dettagli1.2.3 Lacrescitauniforme La regola d oro dell accumulazione del capitale e l inefficienzadinamica
INDICE Presentazione dell edizione italiana... Premessa... Prefazione... vii xxi xxiii Introduzione.... 1 I.1 L importanzadellacrescita... 1 I.2 Fatti stilizzati riguardanti la crescita economica...........
DettagliProgresso tecnologico e crescita
Lezione 14 (BAG cap. 13) Progresso tecnologico e crescita Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia Progresso tecnologico e tasso di crescita Il progresso tecnologico può manifestarsi
DettagliLa competitività economica del Ticino
ConfronTi-economia 22 Nov 2012 La competitività economica del Ticino Mini Valentina PhD Economics Valentina.mini@usi.ch introduzione Mapping the competitive environment of an organization helps to form
DettagliPubblica Amministrazione e Sviluppo Locale Lo sviluppo ineguale
Pubblica Amministrazione e Sviluppo Locale Lo sviluppo ineguale Massimo La Nave I limiti e le critiche alla teoria dello sviluppo equilibrato Le teorie neoclassiche dello sviluppo economico non sono in
DettagliAlcune domande. Da che dipende la disoccupazione? Da che dipende l inflazione?
Alcune domande 4 Da che dipende la disoccupazione? Da che dipende l inflazione? Ci sono anche tante altre domande. Per esempio: Che cosa è il PIL? E perché è importante? Perché in certi periodi l attività
DettagliCapitolo 1 La macroeconomia come scienza. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 1: La macroeconomia come scienza 1
Capitolo 1 La macroeconomia come scienza 1 Il percorso L oggetto di studio della macroeconomia: Quali sono i problemi importanti? I modelli macroeconomici: Che cosa sono Come si usano A che cosa servono
DettagliLe previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione
GOMMA E MATERIE PLASTICHE Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione Il valore aggiunto prodotto dalla fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche rappresenta lo 0.6
DettagliCorso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti
Facoltà di Scienze Politiche Università di Bari Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti Modulo 5 Due approfondimenti: Vernon e la dinamica del commercio; Porter e il vantaggio competitivo
DettagliLA STRATEGIA DI LISBONA E I MODELLI SOCIALI EUROPEI DI SOSTENIBILITA
9 CONVEGNO INTERNAZIONALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI Modena, 17-18-19 marzo 2011 EUROPA 2020: PROSPETTIVE COMPARATE E AZIONE TRANSNAZIONALE Exit strategies per i mercati del lavoro, le relazioni industriali
DettagliLa modernità di un settore maturo
La modernità di un settore maturo Giampiero Pesenti Mediobanca The Italian Industrial Conference Milan, 1st October 2004 0 Lo scenario internazionale del settore delle costruzioni Gli effetti di lungo
DettagliLa dimensione del Bilancio Comunitario è molto contenuta; molto federale americano o del bilancio pubblico degli Stati Uniti.
Corso Politiche Economiche Europee Appunti lezione 30 ottobre Docente MG Briotti LA POLITICA DI COESIONE DELL UNIONE EUROPEA (Paragrafo 4.3 del Rapporto Sapir) TUE. Obiettivo dell Unione rafforzamento
DettagliL OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO
Corso di laurea in Scienze Internazionali e diplomatiche Corso di Macroeconomia a.a 2016-2017 L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO Saveria Capellari a.a. 2016-2017 L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO
DettagliSTRUTTURA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI
27 novembre 2014 Anno 2012 STRUTTURA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI Nel 2012, le imprese attive dell industria e dei servizi di mercato sono 4,4 milioni e occupano
DettagliEvoluzione del ruolo del MARKETING nell impresa
Evoluzione del ruolo del MARKETING nell impresa Orientamento alla vendita Orientamento al cliente Orientamento al Mercato Orientamento al prodotto 1 EVOLUZIONE DEL RUOLO DEL MARKETING NELL IMPRESA (1)
Dettagli6014 Principi di Economia Domanda e Offerta aggregate (Cap. 33)
614 Principi di Economia Domanda e Offerta aggregate (Cap. 33) Fluttuazioni Cicliche Modello di domanda e offerta aggregate Utilizzato per spiegare fluttuazioni cicliche Breve periodo, dove non vige dicotomia
DettagliDalla microeconomia alla macroeconomia
Dalla microeconomia alla macroeconomia MICROECONOMIA: studio dei comportamenti individuali Economia politica MACROECONOMIA: studio dei comportamenti collettivi Lo studio dei comportamenti collettivi deve
DettagliL AMBIENTE PER L IMPRESA
L AMBIENTE PER L IMPRESA Contesto generale all interno del quale l impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni Insieme di attori Insieme di condizioni (vincoli e opportunità) AMBIENTE ESTESO AMBIENTE
DettagliIncontri con gli studenti sulle principali funzioni della Banca d Italia
Incontri con gli studenti sulle principali funzioni della Banca d Italia Università Kore Enna, aprile - maggio 2016 L economia siciliana e la lunga crisi Giuseppe Ciaccio Divisione Analisi e ricerca economica
DettagliDisparità ampie e in aumento
Disparità ampie e in aumento Il dualismo dell economia italiana ha origini lontane, che certamente non dipendono dalle tendenze emerse nel corso degli ultimi anni. Si tratta di un divario storico, che
DettagliCapitolo 1: La macroeconomia come scienza. homepage: https://sites.google.com/site/minnitianto77/teaching/macroeconomia
Antonio Minniti Professore Associato Dipartimento di Scienze Economiche Università degli Studi di Bologna Piazza Scaravilli 2 40126 Bologna tel: +39 051 2098486 e-mail: antonio.minniti@unibo.it homepage:
DettagliINNOVAZIONE TECNOLOGICA E SVILUPPO INDUSTRIALE NEL SECONDO DOPOGUERRA
SERIE CONTRIBUTI RICERCHE PER LA STORIA DELLA BANCA D'ITALIA VOLUME X INNOVAZIONE TECNOLOGICA E SVILUPPO INDUSTRIALE NEL SECONDO DOPOGUERRA Scritti di Cristiano Antonelli Federico Barbiellini Amidei Renato
DettagliLa crescita economica, II. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 8: La crescita economica, II 1
La crescita economica, II 1 Il progresso tecnologico nel modello di Solow L efficienza del lavoro La funzione di produzione del modello di Solow: F(K,L) Può essere generalizzata per tenere conto della
DettagliL economia della Valle d Aosta
L economia della Valle d Aosta L economia della Valle d Aosta è in graduale recupero L economia della Valle d Aosta è in graduale recupero Il miglioramento però ha interessato solo parte dell economia
DettagliL AMBIENTE PER L IMPRESA
L AMBIENTE PER L IMPRESA Contesto generale all interno del quale l impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni Insieme di attori Insieme di condizioni (vincoli e opportunità) AMBIENTE INTERNO AMBIENTE
DettagliOccupazione e disoccupazione
Lezione 20 1 Occupazione e disoccupazione L occupazione ha una fortissima importanza sociale, e pone molti problemi di rilevazione. In questa lezione vediamo come la definizione di occupazione fa emergere
DettagliIn un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio.
In un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio. Domande a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non
DettagliEsempi di integrazione tra Matematica Statistica ed Economia
IV^ Conferenza AEEE Italia Trento, Muse 3 giugno 2017 Workshop matematica-statistica Esempi di integrazione tra Matematica Statistica ed Economia 1. Rappresentazioni grafiche 2. Calcoli 3. Potente è la
DettagliCorso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti
5-1 Dipartimento di Scienze Politiche Università di Bari Corso di Economia Internazionale 2016-17 Prof. Gianfranco Viesti Modulo 1 Il vantaggio comparato Hill, cap. 5 (prima parte), integrato C.W.L. Hill,
DettagliInternazionalizzazione delle imprese e del lavoro. Giuseppe De Arcangelis 2015 Economia Internazionale
Internazionalizzazione delle imprese e del lavoro Giuseppe De Arcangelis 2015 Economia Internazionale 1 Movimento dei fattori produttivi e della produzione Capitale e imprese Investimenti diretti esteri
DettagliLo sviluppo internazionale delle imprese attraverso la crescita esterna
Lo sviluppo internazionale delle imprese attraverso la crescita esterna Corso di economia e gestione delle imprese industriali 20 dicembre 2005 Le acquisizioni internazionali nella prospettiva della RBV
DettagliModello IS-LM. I due mercati rilevanti sono:
17-5-2017 Modello IS-LM Sintetizza il funzionamento del sistema economico rappresentato da due variabili chiave Y, il livello del PIL o del reddito, ed r, tasso di interesse. Ipotesi iniziali: I prezzi
DettagliBlanchard, Macroeconom ia Una prospettiva europea, I l Mulino Crescita: i fatti principali
Capitolo XI. Crescita: i fatti principali 1. Come si misura il tenore di vita Ci spostiamo dallo studio delle determinanti della produzione nel breve e nel medio periodo, quando dominano le fluttuazioni,
DettagliCapitolo II LE DEBOLEZZE STRUTTURALI DELL ECONOMIA ITALIANA. II.1 La Performance dell Economia nell ultimo Decennio
Capitolo II LE DEBOLEZZE STRUTTURALI DELL ECONOMIA ITALIANA II.1 La Performance dell Economia nell ultimo Decennio I recenti dati di contabilità nazionale confermano un passaggio difficile per l economia
DettagliCapitolo 3. Occupazione e disoccupazione
Capitolo 3. Occupazione e disoccupazione Le rilevazioni sul mercato del lavoro hanno cadenza trimestrale e riguardano le consistenze degli occupati e dei disoccupati. I dati annuali sono medie di quelli
DettagliUn continente in crisi? 26 Giugno 2006 Riccardo Faini
Un continente in crisi? 26 Giugno 2006 Riccardo Faini I dati dell Europa La performance di crescita La dinamica della produttività Il mercato del lavoro Un declino irreversibile? 1970 2000 % change World
DettagliProduttività e riallocazione delle risorse in Italia e in Lombardia: anni
BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A Produttività e riallocazione delle risorse in Italia e in Lombardia: anni 2005-2013 Corrado Abbate (Istat), Andrea Linarello (BdI) e Andrea Petrella (BdI) MILeS2016,
DettagliSviluppo, stagnazione e convergenza
CORSO DI POLITICA ECONOMICA AA 2014-2015 Sviluppo, stagnazione e convergenza DOCENTE PIERLUIGI MONTALBANO pierluigi.montalbano@uniroma1.it e U. Triulzi 2009 Sviluppo e stagnazione Mentre nel periodo classico
DettagliL economia politica si suddivide in due branche principali
L economia politica si suddivide in due branche principali Microeconomia: si occupa del comportamento dei singoli mercati e dei singoli operatori/soggetti economici. Macroeconomia: studia il funzionamento
DettagliLa teoria neoclassica della crescita economica
La teoria neoclassica della crescita economica La teoria neoclassica della crescita sostiene che la crescita economica è causata da: aumento della quantità di lavoro L utilizzata (crescita della popolazione)
DettagliEconomia politica: MACRO vs. MICRO
Economia politica: MACRO vs. MICRO L economia politica, nell ambito delle scienze sociali, è la scienza che studia il comportamento umano in relazione all allocazione di risorse scarse MICROeconomia: studia
DettagliLe piccole e medie imprese Giulio Cainelli
Le piccole e medie imprese Giulio Cainelli Università degli Studi di Padova e CERIS-CNR, Milano Il problema dimensionale nella teoria economica un sistema produttivo cresce in base a due meccanismi dinamici:
DettagliLe previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione
TRASPORTI E COMUNICAZIONI Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione Il comparto dei servizi di trasporto e comunicazioni, producendo circa l 8.4 per cento del Pil italiano, rappresenta
DettagliCorso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti
Dipartimento di Scienze Politiche Università di Bari Corso di Economia Internazionale 2016-17 Prof. Gianfranco Viesti Modulo 2 Fattori produttivi e commercio internazionale Krugman-Obstfeld, cap. 4 Copyright
DettagliIl mercato del lavoro in Veneto tra vecchie e nuove disuguaglianze
Venezia-Mestre, 16 marzo 2016 Il mercato del lavoro in Veneto tra vecchie e nuove disuguaglianze Letizia Bertazzon Veneto Lavoro, Osservatorio & Ricerca Una proposta di lettura Forte intreccio tra disuguaglianze
DettagliALLEGATO 8 SMART SPECIALIZATION STRATEGY. smartpuglia regionepuglia. luglio Il sistema di valutazione e monitoraggio (a cura di Arti)
ALLEGATO 8 Il sistema di valutazione e monitoraggio (a cura di Arti) smartpuglia 2020 luglio 2014 SMART SPECIALIZATION STRATEGY regionepuglia 8Il sistema di valutazione e monitoraggio (a cura di Arti)
DettagliLezione 9 La crescita economica il modello di Solow
Lezione 9 La crescita economica il modello di Solow 1 La questione della crescita non è altro che un nuovo abito per un annosa questione, che occupa da sempre chiunque si interessi all economia: il presente
DettagliECONOMIA URBANA. Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre. Contatti:
ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università Roma Tre Contatti: costanti@uniroma3.it LA MICROECONOMIA LO STUDIO DEL COMPORTAMENTO DEI SINGOLI AGENTI IN UN SISTEMA ECONOMICO Economia
DettagliLA REGIONE FUNZIONALE DEL LUGANESE
LA REGIONE FUNZIONALE DEL LUGANESE Alcuni dati di sintesi*: Popolazione: 145 214 (42% Ti) Superficie: 295 Km/q (11% Ti) Pil procapite: +11.3% rispetto al Pil pc ticinese Pil: 46% del Pil ticinese Occupazione:
DettagliGEOGRAFIA ECONOMICA PRIMO QUADRIMESTRE
GEOGRAFIA ECONOMICA PRIMO QUADRIMESTRE Modulo 1: La globalizzazione del mondo moderno: Geopolitica del mondo attuale Conoscere e comprendere i fattori della globalizzazione Sapere fare una analisi geopolitica
DettagliIDENTIKIT DELLE IMPRESE E DELLE FILIERE DEL BELLO E BEN FATTO
IDENTIKIT DELLE IMPRESE E DELLE FILIERE DEL BELLO E BEN FATTO Giovanni Barbieri Direttore statistiche strutturali su imprese ed istituzioni, commercio estero e prezzi al consumo Stefano Menghinello Dirigente
DettagliProgetto di mappatura della Filiera Tessile Pratese
in collaborazione con: Progetto di mappatura della Filiera Tessile Pratese Indagine sui produttori di filati e lanifici RICERCA SULLA FILIERA TESSILE DEL DISTRETTO PRATESE Indagine sui lanifici e sui produttori
DettagliIl contesto: gli inizi degli anni 90
Il contesto: gli inizi degli anni 90 Agli inizi degli anni 90 ed in maniera più accentuata al passare degli anni, l evidenza empirica sembra non essere spiegata dalla teoria. La competizione di costo da
DettagliIL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI
IL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI 1 Maturità di un settore non significa mancanza di opportunità. I settori maturi costituiscono la spina dorsale delle economie dei paesi industrializzati. Anche
DettagliLA REGIONE FUNZIONALE DEL LOCARNESE E VALLEMAGGIA
LA REGIONE FUNZIONALE DEL LOCARNESE E VALLEMAGGIA Alcuni dati di sintesi*: Popolazione: 68 070 (20% Ti) Superficie: 1 120 Km/q (41% Ti) Pil procapite: -24.6% rispetto al Pil pc ticinese Pil: 15% del Pil
DettagliIl modello di Harrod (1939) e Domar (1946)
Il modello di Harrod (1939) e Domar (1946) Modello pensato per spiegare come far aumentare la produzione in una situazione di sotto-utilizzo della capacità produttiva. Ingrediente fondamentale per lo sviluppo
DettagliPartecipazione femminile al mercato del lavoro in Abruzzo: caratteri e dinamiche
PARTECIPAZIONE FEMMINILE al MERCATO del LAVORO in ABRUZZO Partecipazione femminile al mercato del lavoro in Abruzzo: caratteri e dinamiche Marcella Mulino Francesca Tironi Facoltà di Economia Università
DettagliEconomia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 14/15)
Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 14/15) Soluzione Prova intermedia (15 novembre 2014) 1. (11 p.) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, India e Stati Uniti, due fattori, capitale
DettagliCapitolo 9 La produzione. Robert H. Frank Microeconomia - 4 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 9 La produzione Dopo la teoria del (la scelta razionale del) consumatore OGGI INIZIAMO LA SECONDA (E CENTRALE) PARTE DEL CORSO: TEORIA DELLA PRODUZIONE E DELLA STRUTTURA DEI MERCATI LA PRODUZIONE
DettagliEconomia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 11/12)
Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 11/12) Soluzione Esame (28 gennaio 2012) Prima Parte 1. (9 p.) Si supponga che le imprese che producono personal computers siano identiche tra loro
DettagliRapporto Cer Integrazione internazionale innovazione spunti di discussione sergio de nardis - Nomisma - Università Roma tre,
Rapporto Cer Integrazione internazionale innovazione spunti di discussione sergio de nardis - Nomisma - Università Roma tre, 17-02-2014 tre aspetti Specializzazione o dimensione penalizzante? Italia/Germania
DettagliIl sistema della subfornitura artigiana per il settore dei mezzi di trasporto terrestre in Toscana
Laboratorio di Economia dell Innovazione Keith Pavitt Il sistema della subfornitura artigiana per il settore dei mezzi di trasporto terrestre in Toscana Regione Toscana Sala Pegaso P.zza del Duomo, 10
DettagliSCENARI 2015 PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO. Liberalizzazione dei mercati e crescita economica: prospettive per il settore agroalimentare
SCENARI 2015 PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO Liberalizzazione dei mercati e crescita economica: prospettive per il settore agroalimentare Federalimentare Ismea Centro Studi Confindustria Settembre
DettagliCapitolo 1. Introduzione
Capitolo 1 Introduzione Economia politica: definizione L economia politica è la scienza che studia il modo in cui le società umane si sono organizzate o potrebbero organizzarsi per produrre e distribuire,
DettagliLe previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
ALIMENTARE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore delle industrie alimentari e delle bevande; come misura dell
Dettagli