coltivazione Innesto Piccoli tunnel su bancali destinati all attecchimento delle piantine dopo l innesto

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1 Innesto Piccoli tunnel su bancali destinati all attecchimento delle piantine dopo l innesto In orticoltura, particolarmente nel settore delle colture protette, l attuale congiuntura è ancora profondamente segnata dall uscita di scena (2005) del bromuro di metile principio attivo leader della fumigazione del terreno per circa 40 anni. Il conseguente vuoto è stato finora parzialmente colmato impiegando vecchi principi attivi quali 1,3D, Cloropicrina, Metham-Sodio, Dazomet alcuni dei quali sono a loro volta in revisione o prossimi a essere messi fuori commercio. Questa condizione di precarietà ha riaperto in maniera pressante il problema di come gestire, sotto serra, il terreno sottoposto, in questi anni, a condizioni di degrado della fertilità integrale dalle tecniche colturali finora impiegate. La congiuntura attuale rappresenta l occasione per una svolta nella direzione di un orticoltura protetta a ridotto impatto ambientale. In questa ottica si devono prendere in considerazione tutti i possibili strumenti utili a definire soluzioni tecniche alternative nella gestione del terreno. Uno di questi strumenti è l innesto erbaceo. L innesto è una tecnica collaudata per alcune specie orticole (essenzialmente Cucurbitacee e Solanacee) e richiede un attenta valutazione delle condizioni in cui impiegarlo. Si tratta di una tecnica che permette di non ricorrere a trattamenti chimici di disinfezione del terreno ricorrendo all impiego di portinnesti resistenti a uno o più parassiti tellurici. La necessità del ricorso a piante innestate si pone, per il momento, in presenza di terreni dichiaratamente contaminati. Dal punto di vista del miglioramento genetico, l innesto costituisce una strada atta a ridurre i tempi per l impiego di materiale genetico resistente a patogeni ma ancora privo delle caratteristiche richieste alle parti della pianta di interesse commerciale. Sala per l attecchimento attrezzata per la completa climatizzazione dell ambiente Sala per l innesto con tavoli di lavoro e nastri trasportatori delle piante 2

2 innesto L efficacia dell innesto non poggia solo sul grado di resistenza espresso da un portinnesto verso un certo patogeno poiché è sempre più evidente che l ottenimento di protezione nonché di produzioni soddisfacenti dipende anche da un altro fattore. Infatti, parallelamente a quanto accade in frutticoltura con l uso di portinnesti resistenti alla stanchezza del terreno, anche in orticoltura si possono ottenere risultati efficaci quanto più il portinnesto usato appartiene a una specie botanicamente differente ma compatibile con quella coltivata. In tal caso, in genere, il portinnesto possiede un elevata vigoria ed è capace di favorire risposte vegeto-produttive della varietà innestata superiori a quanto si osserverebbe nella stessa varietà non innestata. Tuttavia, è da sconsigliare il ritorno continuo di un portainnesto sullo stesso terreno poiché aumenterebbe il rischio che venga superata la resistenza genetica da parte di ceppi patogeni virulenti. Dunque, pensare di perpetuare monosuccesioni colturali o successioni di pochissime specie semplicemente ricorrendo a portinnesti resistenti, per ovviare al problema posto dai parassiti tellurici, è un errore in partenza. Diffusione dell innesto del pomodoro e caratteristiche dei portinnesti Il pomodoro rappresenta la specie più innestata in assoluto essendo stati prodotti nel 2008, 14,7 milioni di pezzi con un incremento quasi triplo di piante prodotte rispetto al Questo aumento è tutto legato alla produzione in Sicilia dove, tra l altro, è molto aumentata la domanda di piante innestate da impiegare in cicli di coltivazione lunghi sia in suolo che fuori suolo. Il pomodoro viene innestato per il 90% su portinnesti ibridi interspecifici di Lycopersicon hirsutum x L. esculentum e per il restante 10% su ibridi di pomodoro. Beaufort e Maxifort sono gli interspecifici più impiegati seguiti da He Man. Soltanto Energy, tra gli ibridi di pomodoro, conserva una piccola quota di mercato pari al 9%. La preferenza per gli ibridi interspecifici è spiegata sia dalla richiesta di piante più vigorose sia dalle resistenze ver- Numero totale di piante innestate prodotte in Italia nel 1998, nel 2005 e nel 2008 ripartito per aree geografiche (Valori x.000) Nord Centro Sud Isole Italia Piante innestate di pomodoro in Italia distribuite per settore geografico dal 2000 al Portinnesti di pomodoro più impiegati in Italia nel 2008 (i dati sono espressi in percentuale) Diffusione dell innesto in Italia Nella tabella a lato sono mostrate le quantità totali di piante innestate prodotte in Italia nel 1998, nel 2005 e nel Il numero totale di piante innestate ha superato i 47 milioni nel 2008 con un incremento dell 89 % rispetto a quanto rilevato nel Questo dato rappresenta in modo chiaro il favore crescente che le piante innestate stanno incontrando presso gli orticoltori proprio da quando il bromuro di metile è andato fuori commercio. Il 92 % della produzione stimata riguarda il settore dell orticoltura professionale 3

3 so i parassiti tellurici. In particolare, rispetto alla radice suberosa causata da Pyrenochaeta lycopersici, i portinnesti ibridi interspecifici garantiscono un livello di resistenza nettamente superiore ai portinnesti ibridi di pomodoro. Rispetto a Fusarium oxysporum f.sp. radicis-lycopersici i portinnesti ibridi interspecifici hanno mostrato buona affidabilità così come per la resistenza a Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici e a Verticillium dahliae. Rispetto ai nematodi galligeni del genere Meloidogyne spp., nessun portinnesto è completamente resistente. La temperatura del terreno gioca un ruolo importante nel superamento della resistenza. In base a diverse sperimentazioni i portinnesti ibridi di pomodoro appaiono più resistenti degli ibridi interspecifici. Distribuzione dei vivai e contributo produttivo (in parentesi) suddivisi per regioni nel Produzione in vivaio Produrre piante innestate è un operazione condotta prevalentemente in vivai specializzati data la necessità di programmazione delle semine di portinnesti e nesti (che spesso vanno sfalsate), l alta richiesta di lavoro e attenzione in tutte le fasi di allevamento e innesto, la necessità di strutture dedicate, il rischio di impresa. La produzione di una pianta innestata di pomodoro in vivaio comprende tre fasi: - allevamento dei portinnesti e dei nesti; - innesto vero e proprio; - attecchimento delle piante innestate e il successivo ambientamento. I tempi di semina e di allevamento di portainnesto e marza possono variare a seconda del metodo d innesto utilizzato, della regolarità di germinazione e del vigore del portinnesto e del nesto. Distribuzione dei vivai e contributo produttivo La Sicilia Sud-orientale (Provincia di Ragusa), con sei vivai che producono il 72,4 % delle piante innestate in Italia, è leader del settore. L altro polo produttivo nazionale si trova nelle Marche dove un solo vivaio produce oltre il 18 % del totale Oltre al pomodoro, le specie orticole più innestate sono l anguria con 10,6 milioni di piante, il melone con 8,2 milioni, la melanzana con11,8 milioni, il peperone con 1.2 milioni e il cetriolo con piante Strutture vivaistiche destinate all allevamento di portinnesti, nesti e piante già innestate in Campania 4

4 innesto Una differente tipologia di bancali di attecchimento in un vivaio della Basilicata Esistono diversi metodi d innesto alcuni dei quali vengono di seguito brevemente descritti: - Innesto per approssimazione: i due bionti sono allevati nello stesso contenitore per una quindicina di giorni; poi sono praticati dei tagli complementari sui fusticini che sono approssimati e tenuti serrati mediante carta stagnola o altro. L attecchimento, come per tutte le piante innestate, è effettuato in un locale con Filare di Pomodoro di Sorrento non innestato con piante affette da fusariosi Differenti tecniche di innesto erbaceo 5

5 Equilibri fisiologici delle piante innestate La teoria delle capacità funzionali fornisce un quadro interpretativo dei fenomeni di incompatibilità che possono manifestarsi su piante innestate in fase di coltivazione. Secondo questa teoria, il grado di riuscita della simbiosi tra portainnesto e nesto dipende da variazioni quantitative dei flussi nutritivi che dalle radici vanno alla parte aerea e viceversa. Questi flussi sono, ovviamente, influenzati dall efficienza delle connessioni vascolari del punto di innesto, dalle caratteristiche del terreno, dall ambiente, dall epoca di coltivazione elevata umidità e temperature sui C e richiede 6-7 giorni con progressivo ambientamento delle piantine. - Innesto a spacco in testa. Il portinnesto viene allevato per circa trenta giorni, poi viene capitozzato e tagliato verticalmente; nello spacco viene inserita la marza foggiata a cuneo. I bionti sono tenuti uniti mediante mollette. - Innesto per perforazione laterale. Tempi e modalità di allevamento analoghi al metodo precedente. Portinnesto capitozzato e, all ascella degemmata dell ultima foglia, viene praticato un foro sul fusto nel quale viene inserita la marza di appropriata dimensione. Non v è necessità di attrezzi per serrare i bionti. - Innesto alla Giapponese. Presenta due varianti: giunzione obliqua e giunzione trasversale. In entrambi i casi, i tempi di allevamento delle piantine sono ridotti a una ventina di giorni, la preparazione di portinnesto e nesto è molto semplificata, sono usate guaine di silicone morbido o mollette per la tenuta in posto dei bionti. Nell innesto alla Giapponese la regolazione delle condizioni microclimatiche in attecchimento richiede molta attenzione poiché si lavora su piantine dai tessuti più teneri e suscettibili alla disidratazione. Le epoche di semina di portinnesti e nesti sono coeve quando si impiegano materiali ibridi dotati di regolarità di germinazione (per es.: pomodoro su ibridi di pomodoro). Quando, invece il portinnesto è un ibrido interspecifico presenta in genere lentezza e scalarità di germinazione per cui va seminato da 4 a 15 giorni prima del nesto. Questa caratteristica degli interspecifici è stata oggetto di miglioramenti da parte delle ditte sementiere. Il metodo di innesto più diffuso per il pomodoro, come per altre solanacee, è quello a taglio obliquo alla giapponese. In Italia, Incidenza percentuale delle superfici coltivate con piante orticole innestate sul totale ripartito tra pieno campo e serre in Giappone nel 2003 Coltura Pieno campo e tunnel Superficie (ha) Innestato (%) Giappone Superficie (ha) Serre Innestato (%) Cetriolo Anguria Meloni Pomodoro Melanzana Peperone (1) (1) Principalmente peperoni dolci; (2) dati non disponibili. Fonte: Y.M. Lee,

6 innesto l innesto è un operazione ad alto impiego di manodopera e non sembra destinato a una massiccia meccanizzazione come è accaduto in Giappone e Corea del Sud paesi con elevato impiego di piante innestate. Dopo una fase di valutazione condotta specialmente nei vivai più grandi con macchine agevolatrici o automatizzate, l orientamento preponderante è per cantieri di lavorazione manuali con uso di macchine agevolatrici solo per la movimentazione dei vassoi o vasetti contenenti le piante da innestare o innestate. Uno dei motivi principali della scelta di innestare a mano sta nella necessità di contenere i costi dovuti a piante allevate e scartate perché non adatte all innesto automatico; l innesto a mano permette di innestare la maggior parte del materiale allevato mentre l impiego di macchine determina un alto numero di piante scartate perche non rispondenti ai canoni richiesti per l innesto automatizzato. Pertanto, l innovazione principale che un vivaio mette in atto sta nel dotarsi di strutture adeguate a gestire nel modo più razionale e appropriato le diverse fasi del ciclo di produzione di una pianta innestata in modo da ottimizzare i tempi di produzione e ridurre al massimo i costi. Il costo di una piantina innestata è in media intorno a 0,70 e rappresenta uno dei punti critici sui quali l agricoltore decide la convenienza all impiego di piante innestate. Diffusione dell innesto in Estremo Oriente In Giappone e Corea del Sud l innesto erbaceo ha cominciato a diffondersi nella pratica colturale sin dagli anni 60. Attualmente interessa un ben definito gruppo di specie ortive anche se le attività di ricerca si estendono in diverse direzioni. Cocomero, cetriolo, meloni orientali e retati tra le Cucurbitacee e pomodoro e melanzana tra le Solanacee sono le ortive più innestate. In questi due Paesi, l innesto rappresenta una tecnica di grande diffusione e affidabilità grazie, evidentemente, ad un progressivo accumulo di conoscenze empiriche e sperimentali Campi di applicazione e risultati Alle piante di pomodoro innestato si ricorre esclusivamente per colture in serra. La ricchezza del panorama varietale coltivato in Italia richiede, nel momento in cui si vuole considerare il ricorso all innesto, una preliminare verifica degli equilibri fisiologici delle Incidenza percentuale delle superfici coltivate con piante orticole innestate sul totale ripartito tra pieno campo e serre in Corea del Sud nel 2003 Coltura Pieno campo e tunnel Superficie (ha) Innestato (%) Corea Superficie (ha) Serre Innestato (%) Cetriolo Anguria Meloni Pomodoro Melanzana Peperone (1) (1) Principalmente peperoni piccanti Fonte: Y.M. Lee, Pomodoro della cultivar Marmande innestato su KNVF e allevato a due branche 7

7 Particolare di pianta avvizzita con fruttuficazioni già presenti combinazioni d innesto. Le esperienze sperimentali che si sono stratificate negli ultimi 12 anni costituiscono una fotografia di quanto suddetto e delle problematiche che si presentano al variare delle combinazioni di innesto. Sono note, per es., le segnalazioni di collassi improvvisi di piante innestate appena entrate in fase di fruttificazione dopo essersi sviluppate in modo apparentemente normale. In genere queste segnalazioni provenienti da Sicilia, Liguria, Sardegna, Campania, hanno riguardato piante innestate con varietà tipiche della tipologia Marmande, Cuor di Bue, Sorrentino tutte caratterizzate da frutti grossi e costoluti o varietà a frutti piccoli come Naomi e Camelia. Osservazioni accurate hanno permesso di appurare la scarsa compatibilità di qualche portainnesto (He man) con varietà come Cuor di Bue o Sorrentino. L individuazione dei portinnesti più adatti ha permesso di conseguire risultati eccellenti sia sotto il profilo produttivo che sotto quello della difesa da patogeni tellurici. Nel caso della tipologia di pomodoro San Marzano, invece, l innesto su portinnesti ibridi interspecifici come KNVF, DRO 100, Beaufort, He Man ha mostrato seri limiti alla sua diffusione in contesti fortemente affetti da verticilliosi o fusariosi. In questi casi, infatti, è stato riscontrato che le piante innestate reagivano a queste tracheomicosi con reazioni di ipersensibilità e morte dell intera pianta mentre le stesse varietà non innestate sopravvivevano seppur attaccate. Di segno contrario è, invece, il successo registrato in Sardegna innestando la varietà Camone su interspecifici come Beaufort e He Man per contrastare il Fusarium oxysporum f.sp. radicis-lycopersici. Inoltre, prove effettuate in Campania e in Sicilia con altre tipologie varietali (Rita, Daniela, Arletta, gli stessi cherry Naomi e Camelia) hanno messo in evidenza che la protezione comples- Pomodoro San Marzano, cv 20SMEC, innestato sul portinnesto He Man e attaccato da fusariosi Imbrunimenti vascolari di una pianta non innestata e morta per fusariosi 8

8 innesto Piante di Pomodoro di Sorrento innestate con sintomi di avvizzimento non parassitario siva delle piante assicurata dai portinnesti ibridi interspecifici è accettabile pur essendo stata verificata una sensibilità ai danni da nematodi galligeni. Nel complesso le produzioni ottenute con le piante innestate sono state maggiori dei testimoni non innestati in terreni dove sussisteva un effettiva incidenza di danni parassitari. Infine, un ulteriore campo di applicazione delle piante innestate è rappresentato dal loro impiego per contrastare condizioni di salinità delle acque irrigue. Anche in questo caso la selezione dei portinnesti è premessa indispensabile per raggiungere risultati soddisfacenti. Sintomi di necrosi sui fasci vascolari del colletto del portinnesto attaccato da fusariosi Apparato radicale vigoroso del portainnesto Maxifort innestato con pomodoro di Sorrento Danni da fusariosi sotto serra su piante di San Marzano innestate 9

9 Pomodoro Naomi in fruttificazione, innestato e allevato a due branche Particolare di una pianta con quattro steli: punto di cimatura con emissione di due branche principali Forme di allevamento delle piante innestate Le piante innestate possono essere allevate a monofusto con investimenti di 2,5 3 piante m -2, tuttavia è ormai molto diffuso l allevamento di un numero inferiore di piante per metro quadrato allo scopo di ridurre i costi di investimento in piante innestate. In tali casi l investimento può essere ridotto a 1,5 piante m -2, allevando due steli per pianta o a 1 pianta m -2 allevando tre-quattro steli per pianta e mantenendo investimenti unitari di almeno 3 piante. Queste soluzioni sono state una delle concause della maggiore diffusione di portinnesti ibridi interspecifici che essendo più vigorosi sono in grado di sostenere lo sviluppo di più di uno stelo per cicli di coltivazione lunghi. è il caso della coltivazione del pomodoro in serra in Sardegna, in Sicilia, in Campania attuata in ciclo lungo con impianti di agosto-settembre o in doppi cicli con impianti ad agosto e gennaio. In genere, l allevamento di più fusti è adottato anche per contenere la pezzatura dei frutti di cultivar come Camone o tipo Cherry; d altra parte è stato accertato che allevando su due steli cultivar con frutti di pezzatura media o grande non si sono avute riduzioni di pezzatura. Ovviamente, arrivare a gestire colture con tre-quattro steli per pianta è cosa più complessa e rischiosa se si pensa agli effetti sulla produzione di una qualsiasi avversità a carico dell apparato radicale o di veloce propagazione come batteri osi e virosi. L impostazione delle piante a più steli viene data mediante cimatura dello stelo principale effettuata in vivaio o dopo il trapianto. La prima soluzione comporta un incremento del costo della piantina al vivaio e un rischio di batteriosi. Altra linea operativa è quella che non prevede la cimatura dell asse principale, lasciando sviluppare uno-due germogli ascellari che determinano il rallentamento dello sviluppo della cima principale e il raggiungimento in breve tempo di una pianta di buona uniformità. Particolare di una pianta con quattro steli: punto di biforcazione di due steli su una delle due branche Veduta di una serra con pomodoro innestato e allevato a quattro fusti 10

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