Nuovi interventi terapeutici nel trattamento di sovrappeso e obesità: dal picco glicemico all infiammazione dell organo adiposo

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1 Pier Luigi Rossi - Anna Maidecchi - Marinella Pescari - Vitalia Murgia Nuovi interventi terapeutici nel trattamento di sovrappeso e obesità: dal picco glicemico all infiammazione dell organo adiposo L EVOLUZIONE DELLA FITOTERAPIA

2 DISPENSA TECNICA Nuovi interventi terapeutici nel trattamento di sovrappeso e obesità: dal picco glicemico all infiammazione dell organo adiposo Redazione scientifica a cura di: Pier Luigi Rossi - Anna Maidecchi - Marinella Pescari - Vitalia Murgia

3 Gli autori PROF. PIER LUIGI ROSSI Medico Specialista in Scienza dell alimentazione. Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Docente di Scienza dell Alimentazione (Università degli studi di Bologna, Parma e Repubblica di San Marino). Esperto del Consiglio Superiore di Sanità. Dal 1990 ad oggi, consulente scientifico RAI con presenza in video settimanale su temi di nutrizione clinica e sicurezza alimentare e medicina preventiva. DOTT.SSA ANNA MAIDECCHI Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, specializzata in Farmacia Ospedaliera. Da oltre 10 anni si occupa dello studio e della valutazione dell efficacia e della sicurezza d uso delle piante medicinali all interno del settore Ricerca e Sviluppo dell azienda Aboca, come responsabile delle Ricerche Bibliografiche e degli Studi Preclinici e Clinici. DOTT.SSA MARINELLA PESCARI Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, da oltre 10 anni si occupa dello studio e divulgazione scientifica delle piante medicinali in qualità di responsabile Scientifico della Direzione Formazione dell azienda Aboca. Autrice di articoli e testi divulgativi scientifici. DOTT.SSA VITALIA MURGIA Laureata in Medicina e Chirurgia, specialista in Pediatria. Si occupa da molti anni di formazione in ambito sanitario e pediatrico in particolare. Dal 2001 è professore a contratto presso la scuola di specializzazione in Pediatria dell Università di Padova. Da anni si interessa di Fitoterapia svolgendo attività di docenza in numerosi corsi e convegni. È attualmente docente al Master di 2 livello in Fitoterapia alla Sapienza di Roma e al Master di 2 livello dell Università di Cagliari e Madrid. È autrice di articoli e testi scientifici. Composizione e impaginazione: Ufficio Grafico Aboca S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Riproduzioni anche parziali sotto qualsiasi forma sono vietate senza autorizzazione dell Editore. Copyright 2012 Aboca Edizioni Aboca S.p.A. Società Agricola Stampato presso: FSC CTS Grafica - Città di Castello MATERIALE RISERVATO ESCLUSIVAMENTE A USO PROFESSIONALE NON DESTINATO ALLA DIFFUSIONE AL PUBBLICO

4 Indice INTRODUZIONE: Sani per scelta! Dalla bilancia al metro Il metro della salute Occhi puntati sulla bilancia ma consideriamo anche i centimetri Circonferenza ombelicale Rapporto circonferenza ombelicale/altezza e obesità metabolica Biotipo Nutrizionale Biotipo androide Biotipo ginoide Diagnosi di composizione corporea Invecchiamento anatomico e metabolico Un processo infiammatorio cronico Quando mangiare può essere considerato un fattore di rischio patologico L obesità nasce dall intestino Il picco glicemico e l accumulo di grasso Ruolo ed effetti dell insulina Indice insulinemico Rapporto insulina-carboidrati Glicemia e insulino-resistenza Formazione di emoglobina (Hb) glicata Picco lipemico Come agiscono le sostanze naturali sul picco glicemico e lipemico Approcci nel controllo del peso: caratteristiche dei polisaccaridi che contribuiscono a modulare la risposta glicemica e i lipidi ematici Conosciamo meglio i polisaccaridi non digeribili Policaptil Gel Retard: dalla ricerca sui polisaccaridi non digeribili un esclusivo complesso brevettato Dati sperimentali sulle proprietà chimico-fisiche di Policaptil Gel Retard: capacità di legare e trattenere acqua, viscosità, formazione di massa Studi sulla capacità di Policaptil Gel Retard di agire sull assorbimento dei carboidrati Riduzione della biodisponibilità di carboidrati in un modello di intestino artificiale (Tiny-TIM) Effetti benefici di Policaptil Gel Retard sul metabolismo glucidico in vivo Efficacia di Policaptil Gel Retard nell aumentare l escrezione fecale di carboidrati L influenza di Policaptil Gel Retard sul metabolismo lipidico Efficacia di Policaptil Gel Retard nel ridurre la biodisponibilità di lipidi, acidi biliari e colesterolo L influenza di Policaptil Gel Retard: miglioramento del metabolismo lipidico in vivo Conclusioni sugli studi preclinici

5 5.5 - Studio clinico sull efficacia di Policaptil Gel Retard nel ridurre il peso corporeo nell uomo Studio clinico sulla sicurezza di Policaptil Gel Retard Adipociti e organo adiposo Cellule staminali, preadipociti e adipociti Tessuto adiposo bianco Adipociti bianchi: ipertrofia e iperplasia Adipocita bianco Trigliceridi adipocitari Adipocita bruno Caratteristiche del tessuto adiposo bianco e bruno a confronto Adipociti e gestione dell energia Adipociti e sintesi proteica Funzione secretoria dell organo adiposo Adipociti bianchi: ipossia, ischemia e stress ossidativo Adipociti bianchi e infiammazione Adipociti, macrofagi e infiammazione Adipociti infiammazione e insulino-resistenza Le sostanze naturali che agiscono sugli adipociti The verde...83 Descrizione...83 Costituenti attivi...83 Attività...84 Sintesi degli studi scientifici di rilievo per il controllo del peso corporeo...85 Semi d Uva...90 Descrizione...90 Costituenti attivi...90 Attività...91 Sintesi degli studi scientifici di rilievo per il fisiologico funzionamento del tessuto adiposo...92 APPENDICE: L importanza del controllo del peso in età pediatrica Identificazione dei soggetti a rischio...97 Possibilità di intervento sull obesità infantile Importanza dei polisaccaridi indigeribili nell alimentazione Bibliografia

6 Introduzione: Sani per scelta! La vita è un programma biologico, la cui gestione è diretta e personale. La più moderna ricerca scientifica afferma che le chiavi della salute e della durata della nostra vita dipendono per il 30% dalla genetica ereditata dai nostri genitori, il 20% dal sistema sanitario e il 50% dal nostro stile di vita. Con la nostra volontà decidiamo per il 50% dello stato di salute! Possiamo essere sani per scelta. La medicina degli stili di vita indica nella sana alimentazione la scelta migliore per vivere a lungo e in salute. La prima prevenzione delle patologie croniche degenerative e dei tumori avviene a tavola. Lo stesso processo di decadenza funzionale ed estetica è dipendente soprattutto dai nostri comportamenti alimentari quotidiani. Il cibo infatti è un potentissimo modificatore ormonale: un eccesso di carboidrati fa salire la glicemia che scatena una cascata di eventi biochimici, un eccesso di grassi comporta l aumento di sostanze dannose nel circolo sanguigno, una carenza di proteine, vitamine, minerali, fibra alimentare porta a disfunzioni metaboliche. La salute sta nel piatto. Con questo scritto pertanto proponiamo un breve ma significativo viaggio attraverso le vie metaboliche dell organismo in modo da mettere in evidenza le numerose e importantissime interazioni dei costituenti nutrizionali (molecole) del cibo che ingeriamo con gli organi e i tessuti dell organismo. Consideriamo attentamente quindi che all interno delle cellule entrano singole molecole, non entrano le calorie. Dobbiamo ripensare il cibo come fonte di molecole nutrienti e non più come contenitore di calorie. Le variazioni metaboliche e ormonali giornaliere causate dal cibo ingerito hanno un ruolo primario anche nell invecchiamento anatomico e metabolico del nostro corpo. Il cibo sulla tavola è uguale per tutti come composizione chimica. Ciascuno ha però un suo corpo, unico e diverso dagli altri. Quindi per poter scegliere il cibo più adatto alle peculiari caratteristiche metaboliche di ognuno, occorre prima conoscere il proprio corpo, il proprio Io Biologico, in modo da garantire salute e benessere psico-fisico. Il proprio Io Biologico è la struttura corporea soggettiva e unica. Riscoprire di avere un corpo e non solo sognare una desiderata immagine corporea significa acquistare un metodo consapevole di salute e di alimentazione. Occorre spostare l attenzione dal cibo al corpo. 5

7 1.0 Dalla Bilancia al Metro Conoscere solo il peso corporeo non basta più per la salute e per la longevità! Occorre conoscere la propria composizione corporea e in particolare oltre al peso, la localizzazione della massa grassa. Per vivere a lungo in salute, nel benessere psico-fisico, per recuperare e mantenere il giusto peso forma occorre riscoprire di avere un corpo. Diventa sempre più importante riuscire a monitorare il proprio corpo anche attraverso semplici strumenti di misura che possiamo usare in casa, come il comune metro! Il metro può fornirci un gran numero di informazioni aggiuntive a quelle della bilancia. 1.1 Il metro della salute La conoscenza e la riscoperta delle peculiari caratteristiche del nostro Io Biologico deve partire dalla misurazione di alcune specifiche parti del corpo che servono per identificare la costituzione corporea e il nostro Biotipo nutrizionale. Queste informazioni sono importanti perché diventano la base da cui partire per capire cosa sia necessario fare per ritrovare il peso forma ma sopratutto salute e benessere. Tramite un semplice metro, seguendo il protocollo antropometrico, possiamo quindi iniziare a misurare l altezza e le circonferenze di seguito riportate: Altezza: misurata in centimetri, insieme alla circonferenza del polso serve a definire la taglia corporea. L altezza condiziona il metabolismo cellulare e quindi il peso corporeo. Avere una altezza contenuta vuol dire possedere una minore massa magra muscolare, una struttura corporea più limitata che richiede meno energia rispetto ad una persona più alta. Una persona bassa di statura dovrebbe decisamente mangiare meno rispetto ad una persona alta per la sua differente composizione corporea. Da considerare il fatto che con il passare degli anni si può avere una riduzione di statura, anche significativa, causata dalla riduzione della massa ossea (osteopenia e osteporosi). La riduzione dell altezza procura una diminuzione del metabolismo cellulare, della capacità di bruciare il carico alimentare giornaliero con ulteriore incremento di grasso corporeo. TAGLIA O COSTITUZIONE CORPOREA La taglia/costituzione corporea esprime il rapporto tra l altezza (cm) e la circonferenza del polso della mano dominante (cm) mediante questa formula T.C. = Altezza (cm) Circonferenza polso (cm) TAGLIA Robusta Media Minuta MASCHI < 9,6 9,7-10,3 10,4 FEMMINE < 10,1 10,2-10,9 11 6

8 Circonferenze Collo: dovrebbe essere < 42 cm nell uomo e < 40 cm nella donna. Torace a riposo ed espanso: si misura al di sopra delle mammelle, in condizioni normali e dopo profonda inspirazione (non si devono alzare le spalle) nel momento della massima espansione della gabbia toracica. La differenza nelle due circonferenze indica la personale capacità di respirazione. Braccio dominante: serve per monitorare la presenza muscolare. Polso braccio dominante: serve come prima informazione della costituzione corporea. Addominale o ombelicale: calcolata stando in piedi con i muscoli addominali rilassati, posizionando il metro attorno all addome, all altezza dell ombelico. Fianchi: la circonferenza dei fianchi (HC, Hip Circumference) è un indicatore del tessuto adiposo sottocutaneo addomino pelvico. Radice coscia gamba dominante: indica il rapporto tra la massa grassa e muscolare. Media coscia gamba dominante: indica il rapporto tra la massa grassa e muscolare. Patellare gamba dominante: si misura subito sopra il ginocchio e come le altre circonferenze delle gambe indica il rapporto tra la massa grassa e muscolare: più è alta la differenza tra radice coscia e patellare e più è massiccia la presenza di grasso sottocutaneo con riduzione della massa magra muscolare. Polpaccio gamba dominante. Caviglia gamba dominante. Senza entrare nel particolare delle singole misurazioni focalizziamo la nostra attenzione sulla sempre maggiore importanza che, sulla base di recenti acquisizioni scientifiche, sta assumendo il valore della circonferenza ombelicale misurata all altezza dell ombelico. Consideriamo inoltre come sia diventato prioritario anche nella prevenzione delle patologie degenerative ed estetiche passare dal peso corporeo alla composizione corporea. 1.2 Occhi puntati sulla bilancia ma consideriamo anche i centimetri L obesità viene definita come un eccesso di grasso corporeo in relazione alla massa magra, in termini sia di quantità assoluta, sia di distribuzione in zone anatomiche precise. Per verificare la presenza o meno di un eccesso di grasso comunemente si ricorre all Indice di Massa Corporea (IMC o BMI = Body Mass Index, secondo la definizione americana), che si calcola attraverso la formula seguente: BMI = peso (in kg)/quadrato dell altezza (in metri) = kg/m 2 Un individuo con BMI inferiore a 18,5 viene definito sottopeso, con un BMI compreso tra i 18,5 e i 24,9 viene considerato normale, tra i 25 e i 29,9 si definisce sovrappeso e viene definito obeso un soggetto con un BMI maggiore o uguale a 30. Per valutare l appropriatezza del BMI dei bambini si utilizzano le carte per età e genere dei percentili 7

9 di BMI del CDC di Atalanta (CDC BMI-for-age growth charts -girls or boys link Si considera in sovrappeso un bambino quando ha un valore di BMI compreso tra 85 e 95 percentile e obeso quando il suo BMI>95 percentile. L obesità, a sua volta, viene suddivisa in tre gradi: obesità di I grado con BMI tra i 30 e i 34,9, di II grado con BMI compreso tra 35 e 39,9 e di III grado (detta anche morbigena ) con BMI da 40 in su. Di seguito tutte le classi di peso indicate dal BMI: BMI Tabella 1: Classi di peso per BMI Classe di peso < 18,5 Sottopeso 18,5 24,9 Normopeso 25 29,9 Sovrappeso Obesità di grado I Obesità di grado II >40 Obesità di grado III L Indice di Massa Corporea per la valutazione dell eccesso di peso corporeo, non può essere l unico parametro da considerare. Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) infatti, il BMI fornisce la più utile misura del sovrappeso e dell obesità a livello di popolazione in quanto è la stessa per entrambi i sessi e per tutte le età degli adulti. Tuttavia, essa dovrebbe essere considerata come una guida approssimativa, perché può non corrispondere allo stesso grado di adiposità nei diversi individui. Questo indice ha infatti il limite di considerare il peso corporeo globale senza distinzione tra massa magra muscolare e massa grassa. Pertanto un soggetto con notevole sviluppo di massa magra potrebbe essere classificato come sovrappeso oppure addirittura obeso senza esserlo in realtà. Il peso corporeo su cui si basa il BMI, così come viene determinato dalla bilancia è infatti la somma di massa grassa, massa magra muscolare, acqua corporea e massa ossea. Quello che leggiamo sulla bilancia quindi Box n. 1: Adiposità/obesità viscerale L adiposità viscerale nota come grasso di pancia o clinicamente come obesità centrale (viscerale e sottocutanea addominale) è l accumulo di grasso attorno alle viscere e all interno degli organi solidi intra-addominali, che provoca l aumento della circonferenza addominale. Localizzato all interno della cavità peritoneale, il grasso viscerale è stipato tra gli organi interni e il tronco, in contrapposizione al grasso sottocutaneo localizzato sotto la pelle e al grasso intramuscolare che si trova alternato nel muscolo scheletrico. Il grasso viscerale è composto da più depositi adiposi, inclusi il mesenterico, il tessuto adiposo bianco dell epididimo e il grasso perirenale. Un metodo semplice per misurare l adiposità addominale è la determinazione della circonferenza ombelicale (cioè la circonferenza dell addome misurata all altezza dell ombelico, stando in piedi e con i muscoli addominali rilassati). 8

10 non è la misura effettiva della quantità del nostro grasso e soprattutto non abbiamo dalla bilancia alcuna indicazione sulla sua localizzazione, dato questo assolutamente rilevante per la salute. L eccesso di adipe, localizzato a livello sottocutaneo addominale e all interno della cavità addominale, il cosiddetto grasso viscerale, è un indicatore di rischio patologico e degenerativo, e rispetto al grasso sottocutaneo dei fianchi e degli arti inferiori è più pericoloso per la salute, per l efficienza metabolica e la longevità. Grafico 1: Classificazione del rischio relativo di diabete di tipo 2, correlata all età in base alla circonferenza vita, rapporto vita/fianchi e indice di massa corporea 21 Rischio Relativo di diabete tipo Rapporto vita/fianchi (WHR) Circonferenza vita (WC) Indice di massa corporea (BMI) Decili (WHR, WC o BMI) Il tessuto adiposo bianco addominale è infatti un vero e proprio organo endocrino che produce citochine infiammatorie in misura maggiore del grasso sottocutaneo o periferico. Queste citochine generano uno stato di infiammazione sistemica, che ha un azione negativa sul metabolismo glucidico (insulino-resistenza) e lipidico (eccessivo accumulo di grasso) e conseguentemente aumentano il rischio cardiovascolare. Conoscere solo il peso corporeo quindi non basta più per la salute, occorre conoscere la composizione corporea, e in particolare il rapporto muscolo/adipe e la localizzazione del grasso corporeo, che risulta determinante per la valutazione del rischio della malattia cardiovascolare e del diabete. Come ormai ampiamente dimostrato l Indice di Massa Corporea non permette di distinguere sufficientemente bene i soggetti con aumentati rischi di malattia cardio-vascolare e di diabete dovuti all accumulo di grasso in specifiche zone del corpo diverse dal sottocute. Per valutare meglio questi soggetti, oltre al BMI negli ultimi anni è sempre più diffuso l uso della circonferenza ombelicale che come vedremo risulta essere un indice molto più preciso della quantità di grasso presente all interno dell addome (grasso viscerale e sottocutaneo viscerale). 9

11 Box n. 2 Circonferenza ombelicale nella diagnosi della sindrome metabolica L accumulo di grasso addominale ha assunto un ruolo di primo piano come fattore di rischio, oltre che per le malattie cardiovascolari e diabete, anche per la sindrome metabolica. Sia l NCEP-ATP III (National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III) che la IDF (International Diabetes Federation) hanno indicato che l obesità addominale, quantificabile misurando la circonferenza ombelicale, è di maggiore importanza clinica e diagnostica rispetto al BMI, che rimane una stima dell obesità in generale. L IDF ha fatto un passo avanti, e ha concluso che l obesità addominale è l anomalia fondamentale responsabile dello sviluppo dei componenti che costituiscono la sindrome metabolica ed ha definito dei livelli soglia inferiori rispetto a quelli elaborati nei criteri NCEP- ATP III: rispettivamente non più 102, ma 94 cm per gli uomini e non più 88, ma 80 cm per le donne. Secondo la recente elaborazione della IDF (International Diabetes Federation) il criterio per definire un soggetto affetto da sindrome metabolica è una condizione di elevata circonferenza addominale (> 94 cm per gli uomini e > 80 cm per le donne), in cui coesistono almeno 2 dei 4 seguenti criteri (comuni al NCEP-ATP III): Elevati livelli di trigliceridi: 150 mg/dl o trattamento specifico per questa dislipidemia Ridotti livelli di HDL < 40 mg/dl per gli uomini o < 50 mg/dl per le donne o trattamento specifico per questa dislipidemia Pressione arteriosa 130/85 mmhg o trattamento per l ipertensione precedentemente diagnosticata Glicemia a digiuno 100 mg/dl o precedente diagnosi di diabete di tipo 2 Riepilogando secondo questi nuovi criteri diagnostici per la sindrome metabolica, la circonferenza addominale è quindi il prerequisito per diagnosticare questa condizione. La glicemia a digiuno, una volta considerata un prerequisito, rimane comunque uno dei più importanti fattori di rischio. CHECK-UP SINDROME METABOLICA Numerosi sono i parametri fisiologici da tenere sotto controllo per chi è affetto da sindrome metabolica di seguito le principali analisi emato-cliniche che dovrebbero essere eseguite: GLICEMIA a digiuno * INSULINA a digiuno * C Peptide EMOGLOBINA GLICATA CORTISOLO ematico TESTOSTERONE PROTEINA C REATTIVA TRIGLICERIDI COLESTEROLO TOTALE HDL-LDL ALDOSTERONE OMOCISTEINA * calcolare indice H.O.M.A. (sigla inglese Homeostasis Model Assessment: indicatore di insulino-resistenza) 10

12 1.3 Circonferenza ombelicale La circonferenza della vita (WC, Waist Circunference) o ombelicale, misurata all altezza dell ombelico, è un indice del tessuto adiposo addominale. Essa è una componente standard per la valutazione del soggetto in sovrappeso rispetto alla sua correlazione con il rischio di malattia e morte. Negli ultimi anni la circonferenza ombelicale viene sempre più utilizzata per la determinazione del rischio di malattia cardiovascolare, aterosclerosi, ipertensione arteriosa e dislipidemie. L accumulo di grasso addominale viene infatti correlato alla produzione di uno stato infiammatorio cronico, stato di insulino-resistenza, diabete mellito tipo 2, steatosi epatica, sindrome metabolica, decadenza funzionale ed estetica. Indipendentemente da un possibile rischio di sindrome metabolica, per determinare il rischio di incorrere in malattie degenerative (quali diabete di tipo 2, ipertensione e cardiopatia ischemica), oggi si devono tenere in considerazione sia i valori dell Indice di Massa Corporea, che quelli della circonferenza ombelicale. Pertanto oltre al mantenimento di una condizione di normopeso (BMI tra 18,5-24,9), per gli uomini sarebbe utile avere una circonferenza ombelicale inferiore a 98 cm per restare nell ambito di un basso rischio dismetabolico e vascolare. Arrivare invece a valori che superano i 102 cm è decisamente da considerare fattore di elevato rischio cardiologico e dismetabolico. Tabella n. 2: Classificazione del sovrappeso e dell obesità per BMI, circonferenza addominale e rischio associato di malattie. Definizione BMI Kg/m 2 Classe di obesità Rischio di malattie* rispetto a soggetti con pesocorporeo e circonferenza addominale** Circonferenza vita Uomini 102 cm Donne 88 cm Uomini 102 cm Donne 88 cm Sottopeso < 18,5 Normopeso 18,5 24,9 Aumentato Sovrappeso 25 29,9 Aumentato Elevato 30 34,9 I Elevato Molto elevato Obesità 35 39,9 II Molto elevato Molto elevato > 40 III Estremamente elevato Estremamente elevato * rischio di malattia per diabete di tipo 2, ipertensione e cardiopatia ischemica. ** una circonferenza addominale aumentata può indicare un rischio più elevato anche in soggetto normopeso. Fonte: Preventing and managing the global Epidemic of Obesity: Report of the WHO Consultation of Obesity. WHO, Geneva, June 97 In maniera analoga la donna dovrebbe mantenere il valore di circonferenza ombelicale sotto a 85 cm, perché un valore superiore a 88 cm rappresenta già un grave rischio prognostico. 11

13 In modo particolare le donne in menopausa dovrebbero fare molta attenzione a questi parametri perché in questa fase della loro vita aumenta la tendenza ad accumulare grasso addominale al pari dell uomo, acquisendo tutti i rischi cardiovascolari e dismetabolici tipici del sesso maschile. La presenza di un eccesso di grasso addominale rappresenta quindi di per sé, indipendentemente dal valore di BMI un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2, tanto è vero che sempre secondo l OMS, vi sono evidenze che il rischio di malattie croniche nelle popolazioni aumenti progressivamente da un valore di BMI pari a 21, quindi anche a partire da condizioni di normopeso RAPPORTO CIRCONFERENZA OMBELICALE/ALTEZZA E OBESITÀ METABOLICA La circonferenza ombelicale (cm) e il suo rapporto con l altezza (cm) è un indice di immediata rilevazione che non richiede l utilizzo di tavole di riferimento specifiche per sesso ed età. È accettata dalla ricerca scientifica come indicazione di uno dei fattori di maggior rischio di complicanze cardiovascolari e metaboliche perché esprime un eccesso di massa grassa addominale. Il suo valore non deve superare il valore di 0,55, ad ogni età e sesso. Avere un valore superiore a 0,55 indica un accumulo di grasso addominale, fattore di rischio di malattie cardiovascolari, diabete mellito tipo 2, ipertensione arteriosa, steatosi epatica, aterosclerosi. Circonferenza ombelicale (cm) Altezza (cm) 0,55 La bilancia con la sua indicazione del peso corporeo è e rimane pur sempre un valore primario in rapporto allo stato di salute, ma l indicazione dominante da considerare come parametro guida è l accumulo di grasso addominale individuato con il metro e la misurazione della circonferenza ombelicale. Il peso corporeo può essere nella norma, l Indice di Massa Corporea (IMC) può esprimere il giudizio di normopeso, ma possiamo essere interessati da obesità biochimica-metabolica. Negli ultimi 20 anni è stato suggerito che esistono individui non obesi sulla base del rapporto peso altezza (BMI < 25 kg/m 2 o leggermente aumentato < 27 kg/m 2 ) ma che, così come le persone obese, presentano iperinsulinemia, insulino-resistenza, predisposizione al diabete tipo-2, ipertrigliceridemia e danni prematuri alle coronarie. L esistenza di tali individui è stata per la prima volta proposta agli inizi degli anni 80 da Ruderman et al. ed è stata poi ribadita dallo stesso gruppo di ricerca nel Questi individui definiti dalla letteratura anglosassone Metabolically Obese Normal-Weight (MONW) quindi soggetti normopeso metabolicamente obesi, venivano precedentemente classificati come appartenenti alla categoria dell insulino-resistenza. I principali disordini che presentano i soggetti normopeso metabolicamente obesi sono una diminuita tolleranza al carico di glucosio, nonostante una maggior risposta insulinica, elevati livelli di trigliceridi, aumento delle dimensioni degli adipociti, ma in primo luogo un accumulo centrale di grasso. 12

14 Figura 1: Schematizzazione delle differenze tra soggetti normopeso sani e quelli metabolicamente obesi. Soggetto Normopeso Metabolicamente Obeso (MONW) Metabolicamente Sana Eccesso di grasso viscerale; BMI nella norma; Ridotta massa magra corporea; Ridotta sensibilità all insulina; Fegato grasso; Elevati livelli dei trigliceridi. Ridotto grasso viscerale; BMI nella norma, Massa magra elevata; Buona sensibilità all insulina; Ridotti livelli di grassi nel fegato; Bassi livelli di trigliceridi ematici. La figura 1 schematizza le differenze tra soggetti normopeso sani e quelli metabolicamente obesi. Fattori specifici che sembrano predisporre alla MONW includono inattività fisica (i soggetti MONW hanno generalmente un comportamento di tipo sedentario), una bassa VO2 max (massima capacità aerobica) e un alimentazione meno sana, soprattutto più ricca di grassi saturi e zuccheri semplici, povera in fibre. 1.4 Biotipo Nutrizionale Una ulteriore importante indicazione che si può ottenere con il metro utilizzando i valori delle circonferenze ombelicale e dei fianchi è la definizione del proprio biotipo nutrizionale, un indice che descrive la distribuzione topografica della massa grassa corporea. È necessario calcolare semplicemente il rapporto tra: Circonferenza addominale calcolata all altezza dell ombelico Rapporto = Circonferenza ombelicale Circonferenza fianchi Circonferenza dei fianchi calcolata nel punto più ampio Un valore inferiore a 0,85 indica l appartenenza al biotipo ginoide, mentre un valore superiore a 0,85 (donna), a 0,90 (uomo) indica l appartenenza al biotipo androide. 13

15 1.4.1 BIOTIPO ANDROIDE Avere un valore del rapporto circonferenza ombelicale - fianchi al di sopra di 0,85 (donna) e 0,90 (uomo) significa appartenere al biotipo androide, cioè essere caratterizzato dall accumulo di grasso nel collo, spalle, braccia, seno, torace, zona lombare, zona addominale, sopra l ombelico. Quando i valori risultano superiori a 0,95 e oltre il valore di 1 è presente una ripartizione patologica del tessuto adiposo. Il biotipo androide ha una configurazione corporea cosiddetta a mela. In genere appartengono a questo biotipo gli uomini di ogni età, ma anche donne in premenopausa e avanti con l età. La predominanza della circonferenza ombelicale sul valore della circonferenza dei fianchi è un grave fattore di rischio cardiovascolare. Il biotipo androide risulta pertanto più esposto a malattie cardiovascolari e dismetaboliche rispetto al biotipo ginoide. È stata accertata anche una correlazione tra l accumulo di grasso addominale in eccesso e i valori pressori, ridurre la circonferenza ombelicale pertanto corrisponde anche a riportare il valore della pressione arteriosa verso la normalità. Più si allarga la circonferenza ombelicale, più si accorcia la durata e la qualità della propria esistenza. È più importante e gratificante perdere un centimetro nella circonferenza ombelicale che perdere un chilo di peso corporeo. Usiamo il metro, non solo la bilancia BIOTIPO GINOIDE Avere un valore del rapporto circonferenza ombelicale/fianchi inferiore a 0,85 significa essere un biotipo ginoide caratterizzato dall accumulo di grasso corporeo nella parte inferiore del corpo: fianchi, natiche, cosce, parte dell addome posta sotto l ombelico. Questa distribuzione adiposa è sotto l influenza degli ormoni femminili e persiste nella donna fino alla menopausa, a partire dalla quale il tessuto adiposo aumenta nell addome e nella parte superiore del corpo conferendo una linea corporea simile a quella dell uomo (biotipo androide). Chi appartiene al biotipo ginoide ha una configurazione corporea, cosiddetta a pera : vita sottile con fianchi larghi, proprio come la forma del relativo frutto. Un eccessivo accumulo di grasso nella parte inferiore dell organismo femminile predispone ad alcuni rischi patologici: insufficienza venosa e linfatica agli arti inferiori, varici, cellulite, edemi. Ma il vero rischio di gravi patologie compare quando con l età, inizia lo spostamento della distribuzione della massa grassa dalla parte inferiore alla parte superiore. In questa situazione si modifica il valore del Biotipo Test. Chi ha valori superiori a 0,85 ed oltre, tende a complicanze cardiovascolari, ipertensione arteriosa, diabete mellito tipo 2, aterosclerosi e altre malattie dismetaboliche al pari dei soggetti maschili. La grande predisposizione ad accumulare grasso nei fianchi, glutei e cosce della donna in età fertile risponde a precise finalità, in particolare a garantire un ampia riserva di energia necessaria per contrarre e portare a buon fine una gravidanza e a mantenere il corpo femminile a una temperatura corporea costante. Il corpo femminile ha un basso metabolismo basale, pertanto richiede una minore quantità 14

16 BIOTIPO NUTRIZIONALE Rapporto circonferenza vita-fianchi (WHR) ANDROIDE Rapporto vita/fianchi > 0,90 Uomo > 0,85 Donna GINOIDE Rapporto vita/fianchi < 0,85 Donna MALATTIE CARDIOVASCOLARI SISTEMICHE Ateriosclerosi Ipertensione arteriosa Infarto miocardico Trombosi, emorragia cerebrale Patologie degenerative croniche organi vitali (Diabete mellito, gotta) MALATTIE VASCOLARI LOCALI Capillari Edemi Ulcere arti inferiori Linfopatie e venopatie Cellulite di energia giornaliera per vivere. Questa è stata una scelta protettiva per la donna che in periodi di gravi carestie e carenze alimentari, tanto presenti nei millenni passati, poteva sopravvivere anche con una limitata disponibilità di cibo. Grazie al basso metabolismo corporeo la donna ha ricevuto anche il dono di poter accumulare con relativa facilità grasso corporeo da poter utilizzare per la gravidanza e l allattamento. La ripartizione del grasso soprattutto in sede sottocutanea inoltre, svolge nella donna una vitale funzione di isolante con l ambiente esterno e contribuisce a conservare il calore metabolico interno e la temperatura corporea. La donna per vivere in salute e a lungo dovrebbe appartenere sempre ad ogni età al biotipo ginoide. Sono bastati però pochi anni di abbondanza alimentare per compromettere migliaia e migliaia di anni in cui la Natura ha protetto il corpo femminile. La donna non ha avuto dalla Natura un corpo per vincere l abbondanza alimentare, ma un organismo per vincere la fame e la povertà alimentare. Ridurre l apporto energetico giornaliero è per la donna del terzo millennio un passaggio selettivo vitale, non è solo un banale problema estetico. Lo specchio, la bilancia, il metro, diventano così strumenti quotidiani per conoscere il proprio corpo, che deve essere vissuto come una struttura biologica scaturita da processi di evoluzione naturale. 1.5 Diagnosi di composizione corporea Una scelta prioritaria per chi vuol stare in salute anche se è in condizione normopeso oppure per chi programma di recuperare un sano peso forma è procedere alla diagnosi della composizione corporea, cioè conoscere la ripartizione tra massa grassa, massa magra, ossa e acqua corporea. Fermarsi al solo peso corporeo letto sulla bilancia non basta per stare in salute. Ogni perdita di peso va realizzata solo nella parte grassa, ma se non si conosce il peso dell adipe corporeo prima di iniziare la salutare scelta di riduzione dell eccesso di 15

17 peso corporeo, non si può mai sapere dove è stato perso peso. Perdere massa adiposa senza intaccare massa muscolare permette di alzare il metabolismo cellulare, condizione favorente il mantenimento del miglior peso raggiunto. Per conoscere la propria individuale composizione corporea occorrono precise metodiche e tecniche di diagnostica nutrizionale, come l impedenziometria, la plicometria e la Densitometria assiale a raggi X. Tutte queste metodiche e tecniche vengono utilizzate per una stima della quantità totale di grasso presente nell organismo; tuttavia la quantità effettiva di grasso dipende sia dal numero (iperplasia) che dalle dimensioni (ipertrofia) degli adipociti, cellule costituenti l organo adiposo. L iperalimentazione tende a far incrementare sia l ipertrofia che l iperplasia del tessuto adiposo. L obesità o il sovrappeso dipendono dal grasso corporeo in eccesso, costituito dall aumento del volume e del numero degli adipociti bianchi. Esame per conoscere i valori della resistenza del corpo umano al passaggio di una corrente elettrica di valore costante ad alta frequenza e indotta tramite due elettrodi di iniezione posti nella superficie dorsale della mano e due elettrodi posti nel dorso del piede omolaterale. Misura lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo in zone anatomiche definite: tricipitale, bicipitale, sottoscapolare, sovrailiaca, pettorale, addominale, anteriore coscia. Le pliche indicano nel tempo le modifiche locoregionali della adiposità. Densitometria assiale a raggi X a doppia energia, strumento diagnostico capace di misurare il comparto osseo, muscolare, adiposo dell intero organismo e di specifiche aree anatomiche. 16

18 2.0 Invecchiamento anatomico e metabolico Con il passare degli anni la composizione del nostro corpo si modifica e le principali trasformazioni riguardano una progressiva riduzione della massa magra muscolare, perdita di acqua in particolare acqua intracellulare, costante e continuo incremento della massa grassa per lo più localizzata nell addome, perdita di massa ossea, cedimento degenerativo del tessuto connettivo. Queste condizioni sono le principali cause di invecchiamento anatomico, di decadenza estetica e procurano importanti modifiche nella qualità e durata della vita. La qualità e quantità del cibo quotidiano, gli stili di vita e di lavoro agiscono sulle cellule e sulle strutture anatomiche, modificando giorno dopo giorno il nostro corpo. Dapprima si ha l inizio dell invecchiamento anatomico che porta poi all invecchiamento metabolico-ormonale. Con il passare degli anni questi due processi di decadenza strutturale-anatomica, metabolicaormonale si amplificano e sono interdipendenti fino a raggiungere un punto di non ritorno il cosiddetto break point, che è soggettivo e personale. Ciascuno è responsabile del suo punto di non ritorno, è padrone del cursore della sua vitalità e invecchia in modo diverso dagli altri, anche dai propri genitori e familiari. La struttura genetica infatti è la stessa all interno di una famiglia, ma è diversa l alimentazione e lo stile di vita. Il determinante di salute e di longevità più influente è l alimentazione e va a costituire il 50 % delle cause di malattia e decadenza corporea. La nostra mano che porta il cibo dal piatto alla bocca condiziona la struttura anatomica, metabolica - ormonale, nonché la durata e la qualità della nostra esistenza. 2.1 Un processo infiammatorio cronico La diminuzione del numero delle cellule metabolicamente attive (massa magra muscolare) riduce la capacità di bruciare il carico alimentare giornaliero, che nel fegato viene trasformato in trigliceridi, e questi a loro volta vengono accumulati all interno degli adipociti bianchi: magazzini di stoccaggio di energia non utilizzata. Gli adipociti sono cellule intelligenti, capaci di programmare la loro sintesi proteica. L ingresso dei trigliceridi all interno degli adipociti causa un loro aumento di volume, che progressivamente si rende visibile producendo l incremento della circonferenza ombelicale e l aumento della superficie corporea per espansione del grasso addominale e sottocutaneo. Ogni singolo adipocita non può accumulare quantità illimitate di trigliceridi al suo interno, altrimenti esploderebbe, quindi per evitare la lisi raggiunto un preciso volume, modifica la propria sintesi proteica producendo particolari proteine finalizzate ad impedire ulteriore entrata di trigliceridi al suo interno. Queste proteine hanno un azione protettiva, vitale per l adipocita, ma svolgono una devastante azione infiammatoria su tutto il resto dell organismo, causando patologie degenerative croniche e invalidanti, quali: diabete mellito tipo 2, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica, steatosi epatica, alterazione del profilo ormonale, sessuale, in sintesi infiammazione cronica sistemica, estesa a tutto l organismo. Gli adipociti ipertrofici non ricevono al loro interno l eccesso di trigliceridi introdotti con un abbondante ed errata alimentazione e producendo le proteine infiammatorie (citochine) causano lo sviluppo di nuovi adipociti nell organo adiposo; cosicché la massa adiposa aumenta sempre di più, generando aumento di peso corporeo e condizioni 17

19 di infiammazione cronica irreversibile. Pertanto il nostro corpo progressivamente, giorno dopo giorno può essere intossicato dal cibo ingerito e trasforma la sua struttura anatomica e istologica. Lo spazio extra cellulare con il tessuto connettivo e il collagene degenerato si accresce a discapito dello spazio anatomico occupato dalle cellule. Si riduce la massa magra muscolare e la massa ossea (dapprima osteopenia poi osteoporosi), si perde acqua che si accumula nel tessuto connettivo degenerato formando ritenzione idrica, edemi a gambe e mani e cellulite. L acqua corporea come volume totale è diminuita, mentre è aumentato il volume idrico raccolto fuori dalle cellule perché il numero delle cellule è diminuito. Aumenta la massa adiposa con stato di infiammazione cronica, cedimento del tessuto connettivo su tutti gli organi e tessuti. L inquinamento metabolico da radicali liberi dell ossigeno e la variazione dell acidità tissutale e corporea, nonché la disarticolazione degli ormoni completano il quadro di invecchiamento progressivo del corpo umano. Questo orizzonte biologico con il sole della vita al tramonto si evidenzia talvolta in modo brusco e improvviso, ma dobbiamo considerare che in realtà è un processo graduale iniziato molto tempo prima che non è altro se non il risultato di una ridotta attenzione verso il proprio corpo, di una limitata conoscenza dell anatomia e fisiologia del nostro organismo. Cerchiamo quindi di fornire alcuni contributi di conoscenza sui principali meccanismi che sono alla base della qualità e durata della nostra esistenza. 2.2 Quando mangiare può essere considerato un fattore di rischio patologico Mangiare può essere considerato un fattore di rischio patologico se la scelta degli alimenti non è adeguata alle richieste nutrizionali delle cellule dell organismo. Ogni giorno il nostro corpo per svolgere le proprie funzioni vitali richiede nutrienti principalmente sottoforma di molecole di ossigeno, acqua, carboidrati, proteine e lipidi, insieme a vitamine, minerali ed altre molecole dotate di azione nutraceutica e nutrigenomica. Alle scelte alimentari che facciamo giornalmente, alla qualità dei cibi che assumiamo corrisponde una ripartizione di queste molecole e principi nutritivi che è in grado di condizionare il profilo metabolico e ormonale di ciascuno di noi, nonché il peso corporeo e l accumulo di massa grassa. La conoscenza della fisiologia e della biochimica del corpo umano costituisce pertanto la base scientifica da cui partire ed è essenziale per la scelta giornaliera della nostra alimentazione. Il cibo non è solo calorie. Ogni volta che mangiamo, il sangue e l intero organismo vanno incontro a profonde modifiche metaboliche e ormonali, responsabili del nostro stato di salute, benessere funzionale ed estetico, ad ogni età. Le continue oscillazioni glicemiche e lipemiche post-prandiali condizionano negli anni la capacità di adattamento metabolico e ormonale dell intero organismo. Quando i nostri sistemi metabolici non riescono a rispondere nei giusti tempi biologici agli atti alimentari, il corpo umano inizia la sua fase di break point, di decadenza funzionale che porta alla patologia. Con il passare degli anni si verifica una riduzione della sensibilità dei tessuti e degli organi all insulina, che diminuisce la sua capacità di controllare in maniera efficiente le continue oscillazioni della glicemia post prandiale generando progressivamente condizioni patologiche e invalidanti. 18

20 Occorre gestire quindi con attenzione il variare continuo degli assetti glicemici, lipemici e aminoacidici post prandiali per mantenere un sano peso corporeo e prevenire patologie croniche degenerative. Ciascun atto alimentare è in grado di modificare lo stato di salute, la composizione del sangue e dell intero organismo. Considerare il cibo solo una fonte di calorie è riduttivo e non ci fa comprendere tutte le complesse modificazioni che si realizzano dopo che la nostra mano ha portato il cibo dal piatto alla bocca. Dopo ogni atto alimentare siamo diversi da prima di mangiare. Occorre quindi classificare gli alimenti sulla base della loro composizione molecolare per monitorare gli effetti che questi hanno dopo ogni pasto sui parametri fisiologici; la ricerca scientifica di fatto si sta muovendo su questa linea evidenziando con una grande quantità di prove che lo stato post prandiale rappresenta un fattore primario nella comparsa e sviluppo delle malattie degenerative croniche, sovrappeso, obesità, diabete mellito di tipo 2, steatosi epatica, ipertensione arteriosa, aterosclerosi. È importante pertanto considerare il vitale rapporto tra il cibo e il profilo metabolico e ormonale che si istaura dopo ogni atto alimentare. Ogni volta che noi mangiamo si genera una digestione, un assorbimento di nutrienti a livello intestinale che produce e condiziona i livelli di glicemia, di insulina, di lipemia, di aminoacidi, minerali, vitamine e delle altre molecole che entrano nel nostro metabolismo e diventano parte costituente del nostro corpo. È necessario scegliere attentamente il proprio cibo ad ogni atto alimentare piuttosto che riferirsi genericamente all apporto alimentare giornaliero. Per realizzare una alimentazione compatibile con il nostro intestino e con il nostro profilo ormonale e metabolico occorre essere consapevoli delle variazioni fisiologiche e biochimiche promosse dalle molecole alimentari. Atto per atto alimentare. Il nostro organismo non rimane stabile, in condizione di omeostasi ferma. Abbiamo un organismo vivente che si modifica attimo per attimo e nel suo equilibrato dinamismo biologico genera la vita. Sta qui una delle chiavi, forse la più importante e determinante, del rapporto tra cibo e peso corporeo, sovrappeso e obesità, decadenza funzionale ed estetica. Gran parte della nostra vita giornaliera avviene nella fase post prandiale: dopo colazione, pranzo, cena e dopo spuntini vari. Per definire lo stato di salute potrebbe quindi essere particolarmente utile conoscere come si modificano gli assetti metabolici ed ormonali durante la giornata andando oltre il riferimento alle condizioni basali fornite dalle analisi ematocliniche eseguite essenzialmente al mattino dopo il digiuno notturno. Il sangue è in effetti il tramite attraverso il quale il nostro corpo invia messaggi biochimici ormonali a tutti gli organi e i tessuti. I messaggi metabolici più rilevanti che il sangue porta dopo i pasti sono i valori della glicemia, insulinemia e della lipemia, (il cui profilo è diverso in ognuno di noi) capaci di azioni specifiche su tutte le cellule e in particolare su fegato, adipociti, muscolo, cervello e cute. Il picco glicemico post prandiale ad esempio può essere considerato una delle principali cause di sovrappeso e obesità perché genera una risposta insulinemica che, agendo direttamente sugli adipociti dell organo adiposo, le cellule più sensibili all insulina, favorisce l accumulo in essi di trigliceridi alimentari e di conseguenza l aumento della massa grassa e del peso corporeo. Il controllo del picco glicemico e con esso dell indice insulinemico deve essere considerato 19

21 quindi come scelta prioritaria nel recuperare il proprio personale peso forma e prevenire l obesità e patologie croniche degenerative e di decadenza estetica e funzionale. Per dimagrire, recuperare peso forma, prevenire l obesità non è sufficiente considerare la quantità del cibo assunto ogni giorno e neppure il calcolo giornaliero delle calorie. È necessario conoscere la diversa composizione in principi nutritivi, definita qualità molecolare, degli alimenti ingeriti, la combinazione nutrizionale tra carboidrati, proteine, lipidi e fibre di ogni atto alimentare per garantire un alimentazione compatibile con la capacità di digestione e di assorbimento intestinale al fine di evitare bruschi e rapidi incrementi di glicemia e lipemia post prandiali. Occorre programmare la propria alimentazione scegliendo una salutare ripartizione tra carboidrati, lipidi e proteine superando il semplice calcolo delle Calorie giornaliere: dalle calorie alle molecole. Il periodo post prandiale è la fase metabolica più importante per la salute del corpo umano. Nei capitoli che seguono vogliamo quindi percorrere tutto il viaggio che le molecole dei nutrienti fanno nell organismo dopo ogni pasto per capire come possono arrivare ad influenzare il nostro metabolismo e con esso il peso corporeo. La mano sceglie il cibo e lo porta alla bocca, arrivato nell intestino questo viene digerito a molecole semplici, che sono assorbite in prevalenza nell intestino tenue dove sono collocati i villi intestinali. Essi sono le porte attraverso le quali le molecole nutrienti entrano nel sangue. Fino a quando il cibo è all interno del nostro intestino è fuori di noi, anche se ospitiamo il lungo tubo intestinale nel nostro addome. Il cibo diventa noi solo dopo essere stato assorbito nel sangue. L intestino quindi svolge un ruolo primario nel condizionare sovrappeso e obesità. L intestino e i villi del tenue sono la stazione da dove parte il treno del nostro metabolismo, che fa diverse importanti fermate, tra queste il fegato, organo vitale e regista dell intero metabolismo corporeo. L eccesso di energia introdotta con l alimentazione viene depositata negli adipociti dell organo adiposo. Queste cellule sono la stazione terminale, di arrivo del viaggio alimentare all interno del nostro organismo. Nell ambito degli interventi per il controllo del peso quindi dobbiamo considerare e imparare a controllare due momenti fondamentali: 1. Il periodo post prandiale con la formazione del picco glicemico e insulinemico che si verifica nelle due ore successive al pasto e che precede e condiziona il picco lipemico che si realizza dopo 4-6 ore. (Preveniamo la formazione di nuovo tessuto adiposo partendo dall intestino). 2. La fase di deposito negli adipociti dell eccesso di nutrienti assunti ad ogni pasto. (Interveniamo sull eccesso di grasso già accumulato nell organo adiposo). Queste righe desiderano descrivere il ruolo primario dell intestino, del fegato e dell organo adiposo nel condizionare il deposito di massa grassa nel corpo umano. Noi dobbiamo guardare alla nostra alimentazione con gli occhi delle cellule, considerare le molecole nutrienti che arrivano all interno delle cellule e il loro destino metabolico. Cominciamo con l intestino. 20

22 3.0 L obesità nasce nell intestino Attraverso il controllo dell assorbimento dei nutrienti principali quali glucosio, acidi grassi e aminoacidi, minerali e vitamine, nonché molecole ad azione nutraceutica e nutrigenomica l intestino svolge un importante ruolo nel determinare un sano peso corporeo. L intestino tenue con i suoi villi ha la chiave per ridurre l eccesso di grasso corporeo e di peso. Occorre agire sull intestino per dimagrire. La scelta degli alimenti, il nostro comportamento alimentare sono scelte culturali e sensoriali, che possono variare di epoca in epoca, da continente a continente e possono essere condizionate dalla produzione agraria intensiva ed estensiva, dalla tecnologia alimentare, dai consumi, ma è l intestino che poi fa da filtro, gestisce e riordina ciò che introduciamo con gli alimenti. L intestino è la natura che ordina e genera la vita! Il nostro comportamento alimentare, il nostro stile di vita, di lavoro e di relazione è la cultura! Noi possiamo scegliere gli alimenti da ingerire ma non possiamo comandare l intestino. Esso è un organo svincolato dalla nostra volontà. Così ha voluto la natura! Si stima che passiamo in media 15 anni circa della nostra vita a mangiare. È suggestivo pensare a come questa massa alimentare, superata la bocca, in maniera indipendente dalla nostra volontà, penetra nell apparato gastro-enterico e lo percorre in tutta la sua lunghezza (sette volte la nostra altezza), subendo modifiche digestive fino all assorbimento dei nutrienti alimentari ed eliminazione dei prodotti non digeriti di scarto! Un lavoro vitale, di cui non si ha, spesso, conoscenza e coscienza. Come se l intestino non esistesse! Analizziamolo più da vicino, focalizzando l attenzione sull intestino tenue, con i suoi villi intestinali, che è considerato il cosiddetto secondo cervello che coordina fegato, pancreas, secerne ormoni e programma il transito del cibo nel lungo apparato gastro-enterico. È composto da tre parti: duodeno, digiuno e ileo. Grazie alla particolare struttura della mucosa che lo riveste, l intestino tenue è la sede principale della digestione e dell assorbimento delle molecole introdotte con gli alimenti. Il rivestimento intestinale presenta delle pieghe circolari o pliche che sono ricoperte da numerose piccole estroflessioni definite villi che sono milioni e danno un aspetto vellutato alla mucosa intestinale (vedi figura 2). Ciò che noi mangiamo entra nel nostro organismo attraverso i villi intestinali, fondamentali quindi anche nel condizionare sovrappeso e obesità. L assorbimento intestinale dei nutrienti dipende dall integrità e funzionalità dei villi intestinali, che agiscono come delle vere e proprie porte di ingresso per le molecole nutrienti, indispensabili al metabolismo energetico, alla crescita e alla sopravvivenza delle cellule. I villi svolgono la stessa funzione delle radici delle piante che assorbono i nutrienti nel terreno. Ogni millimetro quadrato dell intestino tenue contiene circa villi intestinali. Si calcola che la mucosa intestinale sia ricoperta da circa 40 milioni di villi. Ogni villo contiene un arteriola, una venula e un vaso linfatico e sulla superficie presenta un epitelio di rivestimento costituito da un singolo strato di cellule assorbenti (enterociti), la cui membrana - rivolta verso il lume - presenta delle sottili estroflessioni citoplasmatiche 21

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