LA CRISI DEL 1929 LE RADICI DELLA CRISI NEGLI U.S.A.

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1 LA CRISI DEL 1929 LE RADICI DELLA CRISI NEGLI U.S.A. Malgrado i problemi che aveva comportato la ricostruzione economica dopo la Grande Guerra, nessuno si aspettava che l economia mondiale precipitasse, a partire dal 1929, in una profonda depressione. Comunque sia le origini della crisi degli anni trenta e soprattutto le ragione della sua gravità e della sua durata vanno ricercate nell evoluzione dell economia nordamericana e nell influenza degli U.S.A. su quella mondiale. Dopo la guerra gli U.S.A. godettero di una vigorosa crescita economia e divennero leader dell economia mondiale. L aumento della produttività permise un notevole incremento della produzione e della domanda, sopratutto dei prodotti di consumo durevoli, dall automobile agli elettrodomestici. Un altro settore che ebbe uno sviluppo significativo fu quello delle costruzioni. La diffusione dell elettricità e dell automobile, inoltre, facilitava gli spostamenti e rendeva possibile l urbanizzazione di aree che prima era considerate molto lontane dal centro; molti americani, infatti, andarono a vivere nei sobborghi, in case più grandi e con pi comfort, con le nuove comodità rese possibili dall'elettricità (frigorifero, telefono, lavatrice, illuminazione). La disponibilità di queste innovazioni generò molto ottimismo in America tanto che si parla di felici anni venti. Al diffuso clima favorevole collaborava poi anche la borsa, con una crescita importante delle quotazioni, che animò molta gente ad arrischiare i propri risparmi, creando così una bolla speculativa, specialmente dopo che nel 1928 fu eletto presidente il repubblicano Hoover, uomo ben disposto verso il mondo degli affari. Ai primi di settembre del 1929, però, la borsa cessò di crescere e successivamente i titoli cominciarono a cadere molto in fretta, più in fretta di come erano aumentati. Fu l inizio della peggiore crisi del capitalismo, una crisi che si estese a livello mondiale: La depressione degli anni trenta. Una delle disfunzioni strutturali che la crisi mise in primo piano fu la situazione dell agricoltura nordamericana. I problemi agricoli erano iniziati subito dopo la prima guerra mondiale e riguardavano due settori: Le piccole aziende produttrici di grano: In questo settore si verificò contemporaneamente sia un calo del consumo interno sia un aumento della concorrenza. La caudata del consumo interno era dovuta la maggiore benessere della

2 popolazione che consentiva di sostituire il pane con altri alimenti. A questi problemi si aggiunsero gli effetti della ripresa dell Europa e dei prezzi più competitivi delle altre potenze esportatrici di grano. Dunque le esportazioni calarono moltissimo e il risultato fu che in pochi anni il prezzo di vendita del grano che incassava il produttore si ridusse alla metà. Il settore della coltivazione del cotone: Il problema qui riguardava i lavoratori e l organizzazione della produzione; i lavoratori che lavoravano nelle monocolture di cotone solitamente lavoravano in aziende piccole e tecnicamente arretrate, che risultavano poco competitive rispetto a quelle grandi, le quali avevano introdotto varietà produttive. In realtà i principali problemi dell agricoltura americana degli anni venti erano quelli originati dalla situazione finanziaria delle aziende agricole. Durante la guerra la domanda Europea aveva fatto aumentare i prezzi e molti agricoltori cominciarono per questo ad investire per ampliare e modernizzare le loro aziende, questi investimenti spesso, però, erano a credito. La risposta della produzione agricola ai miglioramenti introdotti, però, fu molto lenta e il frutto dei nuovi investimenti arrivò quando i prezzi già stavano calando. Il problema era che molti contadini, indebitati, non riuscivano con le loro entrate a coprire i costi di gestione e quelli finanziari e ciò causò moltissimi pignoramenti di aziende. Per quanto riguarda l industria, invece, come abbiamo già detto, dopo la guerra si registrò una forte crescita della produzione e della produttività dovuto alla diffusione delle innovazioni tecnologiche della seconda rivoluzione tecnologica. L aumento della produttività è collegato a due fattori: I salari: nel 1929 la massa salariale era maggiore del 7% rispetto al 1920, tuttavia la sensazione generale era quella di miglioramento del livello di vita. I prezzi di vendita: l aumento della produttività non si riflette sui prezzi di vendita che diminuiscono solo di poco, per questo motivo si determinò una grande accumulazione dei profitti che accentuò ancora di più la disuguaglianza nella distribuzione del reddito degli U.S.A. Comunque sia in questa situazione di crescita la produzione aumentò più rapidamente del potere di acquisto della maggior parte della popolazione, per cui in molti settori industriali si verificò un eccesso di capacità produttiva; i settori più colpiti furono quelli dei beni di consumo durevoli.

3 Speculazione e crollo della borsa del 1929: Nel 1929 tutti i paesi importanti, eccetto la Francia, videro diminuire lavoro attività economica; tuttavia secondo la maggior parte dei paesi non stava succedendo nulla di che, anzi sembrava soltanto essere un lento calo dopo il raggiungimento di un massimo relativo. Durante gli anni che precedono il 1929, in America, ci fu una fortissima speculazione borsistica che sfociò poi sfortunatamente nel crollo della borsa di Wall Street nell ottobre del Ricordiamo che, per definizione, c è speculazione borsistica quando gli investitori pensano solo al ricavo della vendita futura delle azioni acquistate, per cui l importo che sono disposti a pagare non corrisponde ai prevedibili dividendi dell impresa ma alla speranza di poter vendere le azioni le azioni a prezzi maggiori. Una delle cause principali della speculazione fu sicuramente l eccesso di capitale, tuttavia non fu l unica. La speculazione fu accresciuta anche da altri fattori, come la propaganda e le facilitazioni per investire in borsa. Alla diffusione dei guadagni che si ottenevano in borsa con l aumento delle quotazioni, enfatizzati da mezzi di comunicazione come la radio, si aggiunsero le dichiarazioni ottimistiche di politici e grandi imprenditori. Anche il comportamento del sistema bancario aiutò a far crescere la speculazione: di fronte alla riduzione della domanda di credito le banche iniziarono a mettere a disposizione consulenti per consigliare ai clienti investimenti in borsa. Complessivamente indirizzo verso la borsa risparmi di molte persone che prima non avrebbero mai pensato a questa forma di investimento. Gran parte di questo risparmio non veniva investito direttamente in borsa, ma attraverso le cosiddette società di partecipazioni (simili agli attuali fondi di investimento), imprese che hanno nell attivo del bilancio, dunque imprese che hanno condizioni patrimoniali che controllano, solo titoli quotati in borsa. La quotazione di queste società dipende dall andamento del pacchetto di titoli in portafoglio, in pratica dalla fiducia del pubblico, dimostrata dalla capacità di raccogliere capitali. Il fattore più importante di speculazione, però, fu la generalizzazione dell investimento a credito. L agente di borsa, ossia il broker, accettava ordini di acquisto con una parte del pagamento differito, ossia in un secondo momento; l importo dilazionato (ossia da pagare dopo) poteva arrivare anche al 90% dell investimento, ossia si poteva comprare titoli pagando appena il 10% del loro valore (erano investimenti a debito). Il broker pagava il resto, trattenendo le azioni a garanzia della parte di pagamento a termine e utilizzava le stesse azioni come garanzia per ottenere credito da finanziatori o banche. L afflusso di capitali e l effetto moltiplicatore degli acquisti a credito fece aumentare moltissimo le quotazioni e nel frattempo i guadagni poteva essere favolosi.

4 Tutta questa speculazione può essere spiegata dalla mancanza di regolamentazione e con la riluttanza da parte delle autorità a prendere misure che sarebbero state sicuramente impopolari. Tuttavia, il 9 agosto 1929, venne adottata una prima decisione destinata a frenare la speculazione: la Federal Reserve Bank di New York aumentò il tasso di sconto, ossia quanto le banche devono pagare per farsi prestare i soldi dalle banche centrali, dal 5% al 6%. Contemporaneamente cominciò a manifestarsi una diminuzione dei crediti ai broker. L indice du borsa arrivò al suo punto più alto il 19 settembre e comico a cadere velocemente dal 3 ottobre: le offerte di acquisto si andarono diradando, segno che non affluivano nuovi capitali in borsa. Allora cominciò il panico e la fretta per liquidare le posizioni, che provocarono l accelerazione della caduta. La velocità della caduta aumentò sempre di più anche a causa degli investimenti a credito: il calo delle quotazioni faceva si che i titoli depositati non coprissero il debito che la gente aveva con i broker e dunque i debitori non erano in condizione di rimborsare quanto dovuto: i debitori lasciavano i loro titoli ai broker in quanto a questo punto gli conveniva ma d altro canto il broker cercava di vendere prima possibile i valori che aveva a garanzia. In altre parole possiamo dire che all apice della crisi del 29 il prezzo di vendita delle azioni è più basso del prezzo di acquisto, dunque alle persone conviene lasciarle ai broker quale azioni e non pagare più il debito, ma il problema si sposta sui broker, come si diceva, indebitati con le banche. Il martedì nero, 29 ottobre 1929, furono offerti in vendita 29 milioni di titoli, senza praticamente ordini di acquisto.a partire da questo momento la borsa continuò al ribasso fino al 1932 e non recuperò il livello di prima del crollo fino al CAUDTA DELLA PRODUZIONE E DELL OCCUPAZIONE Il disordine finanziario si converte in depressione quando attacca la produzione. La crisi finanziaria rendeva molto più difficile la creazione di nuove imprese o la realizzazione di nuovi investimenti,; ciò influenzava negativamente direttamente il settore dei beni strumentali e indirettamente i fornitori di materie prime. Una parte delle imprese si vide costretta a chiudere o a ridurre l attività, lasciando molti lavoratori nella disoccupazione. La diminuzione della capacità dia acquisto dei disoccupati, infine, trasmise la crisi a settore dei beni di consumo.

5 La caduta dell occupazione fu poi accompagnata da un incremento dei salari reali dei lavoratori occupati, in quanto anche se le retribuzioni scendevano, lo facevano con ritardo rispetto ai prezzi. Questo perché i cambiamenti dei prezzi sono più elastici di quelli dei salari in quanto non tutti i lavoratori sono intercambiabili e, per giunta, una parte di essi ha salari protetti da accordi o difesi dai sindacati. Questo fenomeno riguardante i salari impediva alle imprese la riduzione dei costi allo stesso ritmo di quella dei prezzi dei prodotti che vendevano e ciò contribuì a ad aumentare la disoccupazione. Si consideri il seguente schema: Eccesso offerta Diminuzione dei prezzi Aumento degli stock Maggiori fallimenti Maggiori licenziamenti Aumento disoccupazione Calo della domanda

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