Corso di Introduzione ai METODI e alle TECNICHE del SERVIZIO SOCIALE Anno accademico 2016/2017 (prof. MARCO GIORDANO)

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1 Il CASE MANAGEMENT COMUNITARIO (2 a parte) Corso di Introduzione ai METODI e alle TECNICHE del SERVIZIO SOCIALE Anno accademico 2016/2017 (prof. MARCO GIORDANO)

2 Case Management Comunitario Il superamento del concetto di «UTENTE DESIGNATO» La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO»

3 Il superamento del concetto di «UTENTE DESIGNATO» Definizione: si intende la persona che il servizio ha definito come «utente - fruitore principale» dell intervento. Portatore della difficoltà Rete sociale (primaria) Associazioni (rete intermed.) Altri utenti «analoghi» Il Case Manager interviene su Care Giver / Datore di cure Natural Helper (volontari informali) Rete secondaria

4 Il superamento del concetto di «UTENTE DESIGNATO» A ben vedere la varietà delle «fonti della domanda» può già instradare ad uno sguardo che superi l idea dell «utente designato». La richiesta giunge dalla persona che ha la difficoltà Si rifiuta di coinvolgere la rete / non si rifiuta di coinvolg. la rete La richiesta proviene da un familiare dalla rete sociale esterna al nucleo familiare da un associazione, da un cittadino da un professionista dei servizi pubblici La persona con difficoltà può rifiutarsi o accettare di partecipare

5 Case Management Comunitario Il superamento del concetto di «UTENTE DESIGNATO» La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO»

6 La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» Stereotipo: Chi ha un problema/difficoltà prova il maggiore bisogno di cambiamento BRAIN STORMING: vi vengono in mente situazioni nelle quali la difficoltà vi ha bloccati? Se sì, perché?

7 La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» BRAIN STORMING: Vi vengono in mente situazioni nelle quali la difficoltà può bloccare (anziché spingere al cambiamento)?

8 La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» Sofferenza TROPPO INTENSA, induce alla negazione, all evitamento cambiare significa «attraversare un intenso dolore» Sofferenza REITERATA / CRONICA, induce alla rassegnazione, azzera aspettative di miglioramento positivo, annulla la speranza

9 La Introduzione diade «MOTIVAZIONE ai METODI e alle TECNICHE / del SOFFERENZA» SERVIZIO SOCIALE

10 La Introduzione diade «MOTIVAZIONE ai METODI e alle TECNICHE / del SOFFERENZA» SERVIZIO SOCIALE Quando le persone adottano un comportamento inadeguato per uscire dalla crisi, il sollievo sarà temporaneo e la situazione di crisi inevitabilmente destinata a ricomparire Gesti impulsivi (violenza, dipendenza, tentativi di suicidio) Si sviluppa un assuefazione alla crisi, che impedisce il cambiamento, anziché favorirlo

11 Case Management Comunitario Il superamento del concetto di «UTENTE DESIGNATO» La diade «MOTIVAZIONE / SOFFERENZA» L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO»

12 L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO» Permettono l attivazione di 5 «fattori che aiutano» l utente 1) l incontro di simili che permette il confronto sociale 2) La creazione di nuovi legami 3) La rivelazione di sé 4) La chiarificazione del problema 5) L informazione

13 Introduzione ai METODI e alle TECNICHE del SERVIZIO SOCIALE L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO» In ITALIA, 3 milioni di persone coinvolti in gruppi di mutuo-aiuto Soprattutto gruppi sulle DIPENDENZE (Alcool, Droghe, Gioco ) Soprattutto gruppi su HANDICAP e problemi SANITARI

14 L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO» VARI TIPOLOGIE - Riorganizzazione della propria condotta (dipendenze, anonimo alcoolisti ) mettendo in comune le esperienze VIDEO AA - Condivisione dei vissuti tra persone affette da malattie gravi (donne operate al seno, ) o disabilità VIDEO CoordDown - Sostegno pratico, tramite servizi offerti ai soci (handicap, persone sordo-cieche) [ VIDEO LFD - Studio, ricerca, prevenzione (Ass. Nazionale per la lotta contro l AIDS )

15 L impegno a sviluppare il «MUTUO-AIUTO» VARI TIPOLOGIE - GRUPPI DI MUTUO-AIUTO «CONDOTTI/MODERATI» DA UN ESPERTO FACILITATORE - GRUPPI DI MUTUO-AIUTO AUTO-GESTITI DEFINIZIONE: un gruppo OMOGENEO di persone che si RIUNISCONO AD INTERVALLI REGOLARI per un periodo di tempo lungo al fine di CONDIVIDERE CHI COSA&QUANDO PERCHÈ

16 COME SI «AVVIA» UN GRUPPO DI MUTUO-AIUTO? - ASSICURARSI CHE PRESSO LA «POPOLAZIONE BERSAGLIO» ESISTA IL BISOGNO - VERIFICARE SE UN GRUPPO DI MUTUO-AIUTO GIÀ ESISTE NELLA COMUNITÀ - METTERSI IN CONTATTO CON GRUPPI DI MUTUO-AIUTO GIÀ ESISTENTI IN ALTRE COMUNITÀ PER CHIEDERE CONSIGLI, SUGGERIMENTI - RELAZIONARSI CON PROFESSIONISTI E ALTRE PERSONE CHE CONOSCANO LA POPOLAZIONE E CHE POSSONO COLLABORARE NEL FAR PARTIRE IL GRUPPO - FORMARE UNA PICCOLA EQUIPE DI PERSONE DIRETTAMENTE COINVOLTE (è fondamentale che questa piccola equipe comprenda alcune persone che saranno «fruitori/partecipanti» al gruppo) - PUBBLICIZZARE LA NASCITA DEL GRUPPO - COLLOQUIARE CON LE SIGNOLE PERSONE INTERESSATE, PER PREPARARE IL PRIMO INCONTRO DI GRUPPO

17 Alla prossima lezione! Ci vediamo Lunedì 22 maggio ( ) Aula G2

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