REGIONE LIGURIA PER COMPETERE. Innovazione e internazionalizzazione per le imprese liguri. Vademecum

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1 REGIONE LIGURIA LIGURIA AGGREGARE PER COMPETERE Innovazione e internazionalizzazione per le imprese liguri 1 Vademecum per la creazione di consorzi, associazioni temporanee di imprese, joint venture contrattuali e reti di imprese

2 RENZO GUCCINELLI Assessore regionale allo sviluppo economico 2 Quando ho assunto l incarico di Assessore nella prima giunta del presidente Burlando, ho dovuto confrontarmi con la legge regionale sui Distretti Industriali, ereditata dalla giunta Biasotti. Le critiche rivolte alla legge dalle parti sociali avevano concreti motivi di fondatezza. In Liguria non sono mai esistiti reali distretti industriali. La vecchia legge ministeriale 317 individuava in Fontanabuona un solo distretto, mai sorto e dove non si erano sviluppate realtà di cooperazione interaziendale. L amministrazione Biasotti intervenne creando per legge 10 nuovi distretti, sparsi sul territorio regionale con un criterio non corrispondente a reali esigenze del sistema delle imprese. Questi distretti non hanno mai funzionato. Hanno creato sovrastrutture burocratiche con i comitati di distretto, ma non hanno partorito progetti significativi. Si avviava intanto un ripensamento su politiche industriali che puntavano solo sui distretti. Nell epoca della globalizzazione dei mercati, il limite dei distretti era dato dal fatto che avessero una delimitazione territoriale. Ma la legge, tra fondi regionali e risorse europee, aveva una cospicua dotazione finanziaria che non potevamo sprecare. L abbiamo corretta prevedendo il concetto di FILIERA: imprese non vicine territorialmente potevano cooperare; abbiamo semplificato le possibilità di aggregazioni economiche, coinvolgendo le associazioni di categoria come stimolatori. Qualche buon risultato è stato raggiunto: per la prima volta, in una regione così complessa come la Liguria, sono nati alcuni consorzi e altri sono in dirittura d arrivo. La vecchia legge regionale è giunta al suo capolinea, Regione e parti sociali insieme devono riflettere su come sostituirla. Nei 5 anni trascorsi abbiamo riformato la legge sui distretti, fatto la nuova legge sull internazionalizzazione, varato il piano regionale del commercio, rilanciato il piano triennale dell artigianato, lavorato sul rafforzamento e sull aggregazione dei Confidi: manca forse una legge che sostenga i processi di aggregazione tra imprese, dalle forme tradizionali del consorzio o delle associazioni temporanee d impresa (ATI e ATS) alla nuova legge sulle reti d impresa. Le nostre imprese devono divenire più strategiche, in grado di posizionarsi sul mercato globale, anche senza muoversi da casa. Gli osservatori economici dicono che per alzare la testa di fronte alla crisi occorre affacciarsi sui mercati internazionali. Il sistema delle piccole e medie imprese, (il 99% delle imprese liguri), deve pensare di crescere: dobbiamo provvedere con testarda caparbietà a far crescere il sistema delle imprese nel suo complesso: abbiamo toccato con mano come uno dei sistemi più indicati sia quello dei consorzi e dei processi di aggregazione economica.

3 MARCO MERLI Presidente CNA Liguria Lo sforzo di tutti noi per supportare le imprese che vogliono cogliere i momenti favorevoli si deve concentrare su tre cardini in cui c è la possibilità di rinascere: Rete, innovazione e internazionalizzazione. Oggi le imprese si aggregano per sviluppare fatturato ed aumentare o riprogettare il proprio posizionamento strategico. La CNA è oggi l associazione decisamente più vitale e che ha più operato in questo campo. Aggregarsi è d importanza fondamentale, perché non significa solo internazionalizzazione, ma anche innovazione di mercato, di processo e di prodotto, per poter oggi accedere agli importanti finanziamenti europei, i nuovi bandi P.O.R. che ci accompagneranno per i prossimi 5 anni. CNA Liguria ha l obiettivo di mettere a fuoco i punti di forza e di debolezza della nostra Regione, per procedere nella creazione di aggregazioni di impresa, fornendo supporto e consigli alle imprese. In queste pagine raccontiamo il nostro saper fare rete, le testimonianze, le idee di tutti i nostri consorzi e delle CNA Provinciali, vero motore dell aggregazione. E ci sono anche proposte per potenziare lo stare assieme e creare sviluppo economico, nuovi posti di lavoro e salvaguardare quegli esistenti. Ieri come oggi l impresa diventa attore di una svolta che si basa sul territorio, senza delocalizzazioni comode, senza voli pindarici, ma con il lavoro quotidiano e l ingegno che è l unica vera forza: il made in Italy, vero, pensato e realizzato qui, con la qualità e la cura dei particolari dell artigiano, inteso non solo come categoria ma come modello d impresa. Negli ultimi anni sono 237 le microimprese che CNA Liguria ha aiutato a presentarsi all estero per vendere sui mercati stranieri. Sono più di 50 le imprese che sono entrate nelle nostre aggregazioni. Fra fatturato interno ed esterno ad esse abbiamo sviluppato più di 3 milioni di euro, che vanno ad aumentare ogni anno. Nel 2011 avremo altre 40 imprese che andiamo ad aggregare e ipotizziamo almeno 1 milione in più di fatturato. Stiamo dimostrando con i fatti che insieme le piccole imprese ce la possono fare, questo progetto è possibile. È l inizio di una possibile rinascita ed è anche una rivoluzione culturale. Aggregarsi diversifica la mentalità dell imprenditore, e prepara le aziende a raccogliere le opportunità che si presentano insieme al cambiamento. Sta a noi tutti - associazioni, enti pubblici, banche - e al rapporto, da sempre costruttivo con le forze sindacali, creare nuove opportunità di lavoro. E tutti insieme dobbiamo dire: noi ci crediamo. 3

4 INDICE Il ruolo e il modello della CNA nelle aggregazioni d impresa Il modello per l aggregazione di imprese, Quali forme giuridiche?, il Consorzio, la Società Consortile coop e srl, l Associazione Temporanea di imprese e l Associazione temporanea di Scopo (ATI e ATS), la Joint Venture e la Rete d impresa pag 4 Le esperienze di La Spezia, Genova, Savona, Imperia - Parlano i Presidenti Provinciali di CNA Massimo Giacchetta (Genova), Giancarlo Micolucci (Imperia), Claudio Pomodoro (La Spezia), Giuseppe Barberis (Savona) e alcuni rappresentanti di consorzi liguri promossi da CNA (Guliana Vatteroni, Gianna Malco, Felice Paredi, Flavia Ponzini) pag 14 Uniti si vince!, intervista con il Prof. Enzo Rullani pag 20 La crisi e le possibili vie d uscita, Nicola Caprioni, Segretario CNA Liguria pag 27 Innovazione, rete, internazionalizzazione saranno i cardini dello sviluppo, Marco Merli Presidente CNA Liguria pag 30 4 Per informazioni sui finanziamenti, sui bandi P.O.R., sull aggregazione delle imprese, sul credito e altri servizi: CNA Liguria Via XII Ottobre 2/ Genova Tel info@liguria.cna.it CNA La Spezia Via Padre Giuliani La Spezia Tel laspezia@cna.it CNA Imperia Vicolo S. Lazzaro, Sanremo Tel presidenza@im.cna.it CNA Genova Via San Vincenzo 2 - Piano I Genova Tel info@cna.ge.it CNA Savona Via Paleocapa 22/ Savona Tel infocna@cnasavona.it Supplemento alla rivista CNAINFORMA n. 3/2010. Reg. Trib. di Genova n. 34/68 dell 1/10/1968 Direttore responsabile Roberto Buffagni - Redazione e Amministrazione Via San Vincenzo 2 - Genova Novembre 2010 Testi di Carla Scarsi e Lucia Compagnino

5 Il Dipartimento Politiche Industriali di CNA Nazionale ha predisposto l ufficio Reti e Mercato che si propone di supportare le strutture territoriali nell organizzazione dei processi aggregativi, per dare una risposta coerente con le logiche del mercato. L obiettivo dello sportello di CNA Liguria è attuare una ricognizione delle esperienze esistenti sulla base delle quali strutturare un modello-tipo di servizio sulle reti d impresa. Il progetto utilizza inoltre la rete internet come strumento di diffusione e di socializzazione delle conoscenze all interno del sistema CNA Liguria. IL MODELLO CNA LIGURIA PER L AGGREGAZIONE DI IMPRESE Che cos è e come funziona Lo sportello CNA Liguria propone alle imprese un percorso che segue indicativamente questi passaggi: 1. Per prima cosa vengono fornite informazioni utili per comprendere cosa siano le reti e quali siano le implicazioni dell operare in rete con altre imprese. 2. Vengono di conseguenza illustrate le potenzialità e i limiti dell operare attraverso forme di aggregazione; 3. Vengono forniti i servizi e gli strumenti utili alla nascita di un aggregazione. 4. Il supporto viene fornito per tutta la durata del processo di aggregazione e orientamento al mercato. L insieme degli strumenti elaborati ed a disposizione del percorso rappresenta il modello. 5 Le fasi del progetto 1. Animazione ed informazione alle imprese CNA Liguria organizza seminari tematici sul territorio, per migliorare il livello di conoscenza delle imprese sui processi di aggregazioni e le loro forme, sui vantaggi e sugli eventuali punti di debolezza, e illustra il supporto che può fornire. Nel corso dei seminari viene consegnata agli imprenditori una scheda molto semplice di pre-adesione, che consente a CNA Liguria di acquisire le informazioni utili in merito all interesse manifestato dall impresa. 2. Analisi ed identificazione del gruppo La seconda fase prevede la verifica dei contatti, l analisi delle schede di contatto compilate dalle imprese e la loro sistematizzazione in base alle caratteristiche delle imprese. Vengono somministrati questionari più strutturati, che possono essere compilati anche usufruendo del supporto di un funzionario CNA Liguria. 3. Accompagnamento alla definizione del progetto industriale

6 6 Le nuove aggregazioni devono poi essere supportate per avviare le attività ed essere guidate nella fase di start-up. Le attività di questa fase potrebbero riguardare il supporto nell elaborazione di un progetto industriale adeguato alla realizzazione delle attività previste e desiderate. Questo progetto serve ad identificare l obiettivo che le imprese vogliono raggiungere attraverso la forma aggregativa: un nuovo prodotto? l approccio ad un nuovo mercato? un prodotto finito attraverso l integrazione della filiera? 4. Strumenti a supporto della costruzione di aggregazione Le imprese che decidono di portare avanti un idea di sviluppo imprenditoriale in forma aggregata, devono necessariamente individuare gli strumenti in grado di agevolare e regolare il funzionamento della rete. Quest analisi deve essere comparata in merito ai diversi e molteplici strumenti giuridici disponibili nel nostro ordinamento (consorzio, ATI, società, contratto di rete, etc) per rintracciare quello più adatto alle specifiche esigenze. È necessario poi definire e condividere le regole di governance dell aggregazione. Può quindi essere molto utile l adozione di un Codice etico per rafforzare la propria entità, per favorire un processo di auto-selezione delle imprese e acquisire un valore aggiunto nei confronti degli stakeholders. Si può procedere anche all eventuale certificazione della rete. 5. Formazione alle imprese La formazione alle imprese rappresenta un aspetto fondamentale lungo tutto il processo di aggregazione. Nel modello che CNA Liguria applica viene proposto un percorso formativo strutturato in vari moduli. 6. Banca dati e monitoraggio delle aggregazioni La banca dati sulle aggregazioni nate con il supporto di CNA Liguria aiuta a monitorare lo stato di salute dell aggregazione stessa, ne valuta i benefici in termini di produttività, di competitività e di presenza sui mercati. È previsto l utilizzo di due format. Il primo è un questionario di rilevazione delle reti/aggregazioni. Il secondo questionario è costruito per valutare, con cadenza annuale, il funzionamento delle diverse forme di aggregazione, l eventuale raggiungimento dell obiettivo, il processo evolutivo e di sviluppo, il posizionamento nel mercato, lo sviluppo di prodotti/ servizi elaborati o commercializzati congiuntamente, il miglioramento delle competenze del capitale umano delle aziende appartenenti all aggregazione. Tale attività, coordinata poi a livello nazionale, può essere utile a far emergere eventuali problemi o difficoltà a fronte dei quali è possibile elaborare proposte e soluzioni da sottoporre all attenzione del decisore politico.

7 AGGREGAZIONE D IMPRESA: QUALI FORME GIURIDICHE? Qui di seguito segnaliamo in modo molto sintetico i punti di forza delle possibili aggregazioni d impresa. Poiché la legislazione può subire modifiche, quanto indicato è da valutare più approfonditamente con i tecnici CNA in fase di costituzione, quando le aziende avranno scelto il percorso adatto al loro obiettivo. CONSORZIO CON ATTIVITÀ ESTERNA (Art CC) Forma consortile costituita da sole imprese. Numero minimo: 2. Può operare anche verso non soci. Dotato di partita Iva e di autonomia patrimoniale. Statuto Sociale obbligatorio. Quota sociale minima: 25,82 Euro. Organi sociali: Assemblea Soci e Consiglio di Amministrazione. Non obbligatoria la presenza del Collegio Sindacale. Per le obbligazioni contratte dal Consorzio per conto di uno o più consorziati, risponde sia il Consorzio che il consorziato interessato. Agevolazioni fiscali solo se le imprese sono almeno 5 e tutte PMI. Vantaggi Assenza di controlli esterni tipici delle società consortili cooperative. Non previsto un capitale sociale minimo per la costituzione come nelle società consortili Srl. Il Bilancio d Esercizio non va iscritto al Registro Imprese. Svantaggi Non dotato di personalità giuridica. Responsabilità solidale tra Consorzio e socio per conto del quale il consorzio contrae obbligazioni. Entrata ed uscita dei soci devono essere iscritte al Registro Imprese, previo pagamento dell Imposta di Registro. Il Consorzio può fallire come una normale impresa. È conveniente per Le imprese che intendono aggregarsi attraverso una forma giuridica snella ma dotata di regole interne solo in parte dettate dal Codice Civile e, quindi, con possibilità di creazione delle stesse in sede di redazione dello Statuto Sociale. Possibilità di partecipazione a bandi regionali per la concessione di incentivi finanziari. Caratteristiche fiscali Se il numero delle imprese associate è almeno 5, tutte sono PMI e lo Statuto prevede il divieto assoluto di distribuzione di utili, c è l applicabilità dell agevolazione prevista dall articolo 7 Legge 240/81 (non tassazione degli utili reinvestiti entro il secondo esercizio successivo). Per il resto la disciplina fiscale è simile a quella di una normale società di capitali. Iter burocratico Notaio per costituzione; iscrizione Atto costitutivo presso Registro delle Imprese. Costi Costituzione: entro i 2000 euro. Gestione: a partire da 3500 euro annui, dipende dalla tipologia di attività e dalla sua dimensione. 7

8 8 SOCIETÀ CONSORTILE COOP (Art TER CC) Forma consortile costituita da sole imprese. Numero minimo: a) 3 se tutte imprese individuali ; b) 9 se anche imprese non individuali. Può operare anche verso non soci. Dotata di partita Iva e di personalità giuridica. Statuto Sociale obbligatorio. Quota sociale minima: 25 Euro. Organi sociali: Assemblea Soci, Consiglio di Amministrazione e, solo al superamento di certe dimensioni, Collegio Sindacale oppure, in caso di applicazione di disciplina Spa, necessario Revisore Contabile Esterno. Per le obbligazioni contratte dalla Società, risponde questa con il suo patrimonio. Stessa cosa per le obbligazioni contratte dalla Società per conto di uno o più consorziati, salvo diverso orientamento del Giudice. Vantaggi Non è previsto un capitale sociale minimo per la costituzione come nelle società consortili Srl. Forma giuridica già diffusa e conosciuta. Entrata ed uscita dei soci non richiedono adempimenti presso il Registro Imprese. Possibilità di prevedere la figura del socio finanziatore. Possibilità di prevedere il prestito sociale. Svantaggi Forma consortile soggetta, ogni due anni, a controlli da parte del Ministero Attività Produttive. Limitata possibilità, in sede di redazione dello Statuto Sociale di creare regole ad hoc. Può fallire come una normale impresa. Obbligo di devolvere il 3% degli utili annuali al Fondo Mutualistico per lo sviluppo della Cooperazione. Di regola, nelle assemblee sociali, ogni impresa ha un solo voto. Limitata possibilità di attribuire un voto plurimo. È conveniente per Le imprese che intendono aggregarsi attraverso una forma giuridica già conosciuta dal mercato e dagli operatori. Assenza di costi burocratici per entrata ed uscita dei soci e, quindi, adatta nel caso di elevato turn over delle imprese associate. Possibilità di partecipazione a bandi regionali per la concessione di incentivi finanziari. Caratteristiche fiscali Limitata tassazione degli utili di Esercizio. Se il numero delle imprese associate è almeno 5, tutte sono PMI, ogni impresa non detiene più del 20% del capitale sociale e lo Statuto prevede il divieto assoluto di distribuzione utili: applicabilità dell agevolazione prevista dall articolo 7 Legge 240/81 (non tassazione degli utili reinvestiti entro il secondo esercizio successivo). Iter burocratico Notaio per costituzione; iscrizione Atto costitutivo presso Registro delle Imprese ed Albo delle Cooperative. Costi Costituzione: entro 3000 euro.; Gestione: a partire da 3500 euro annui dipende dalla tipologia di attività e dalla sua dimensione.

9 SOCIETÀ CONSORTILE SRL (ART TER CC) Forma consortile costituita da sole imprese. Numero minimo: 2. Può operare anche verso non soci. Dotata di partita Iva e di personalità giuridica. Statuto Sociale obbligatorio. Quota sociale minima: non prevista. Capitale Sociale minimo obbligatorio: Euro. Organi sociali: Assemblea Soci, Consiglio di Amministrazione e, solo al superamento di certe dimensioni, Collegio Sindacale. Per le obbligazioni contratte dalla Società, risponde questa con il suo patrimonio. Stessa cosa per le obbligazioni contratte dalla Società per conto di uno o più consorziati, salvo diverso orientamento del Giudice. Vantaggi Forma giuridica già diffusa e conosciuta. Personalità giuridica. Possibilità, in sede di redazione dello Statuto Sociale di creare regole ad hoc Non vi è obbligo di devolvere il 3% utili annuali come nelle società consortili coop. Nelle Assemblee sociali, ogni socio ha un voto proporzionale al capitale sociale sottoscritto. Svantaggi Entrata ed uscita dei soci richiedono l intervento del Notaio ed adempimenti presso il Registro Imprese. Può fallire come una normale impresa. Attenzione al capitale sociale: in caso di riduzione per perdite, è necessario ricapitalizzare con intervento del Notaio. È conveniente per Le imprese che intendono aggregarsi attraverso una forma giuridica già conosciuta dal mercato e dagli operatori. Possibilità di partecipazione a bandi regionali per la concessione di incentivi finanziari. Caratteristiche fiscal Se il numero delle imprese associate è almeno 5, tutte sono PMI, ogni impresa non detiene più del 20% del capitale sociale e lo Statuto prevede il divieto assoluto di distribuzione utili: applicabilità dell agevolazione prevista dall articolo 7 Legge 240/81 (non tassazione degli utili reinvestiti entro il secondo esercizio successivo). Iter burocratico Notaio per costituzione; iscrizione Atto costitutivo presso Registro delle Imprese. Almeno 25% del capitale sociale va versato in sede di costituzione. Costi Costituzione: entro 3000 euro. Gestione: a partire da 4000 euro annui dipende dalla tipologia di attività e dalla sua dimensione. 9 ASSOCIAZIONE TEMPORANEA TRA IMPRESE (ATI) Forma di aggregazione non societaria né consortile. Costituita da sole imprese. Numero minimo: 2. Non è dotata di partita Iva né di Statuto Sociale obbligatorio. Non è dotata di capitale sociale o fondo consortile. Organi sociali: non sono previsti ma possibilità di disciplinare le regole per il governo dell aggregazione. Non è previsto il Collegio Sindacale né vi sono controlli esterni. ATI Orizzontali: tutte le imprese sono obbligate solidali. ATI Verticale: solo la capogruppo è obbligata solidale con le altre imprese.

10 10 segue ATI Vantaggi Forma giuridica snella e priva di burocrazia. È un mandato con rappresentanza. Svantaggi Responsabilità solidale dell impresa capogruppo. È conveniente per Le imprese che intendono aggregarsi attraverso una forma giuridica molto snella e priva di adempimenti burocratici. Diffusa nell ambito degli appalti pubblici. Possibilità di partecipazione a bandi regionali per la concessione di incentivi finanziari. Caratteristiche fiscali Non vi sono regole ad hoc. Iter burocratico Notaio per costituzione solo se l ATI intende partecipare ad appalti pubblici oppure a bandi regionali/nazionali per la concessione di incentivi finanziari. Pagamento dell imposta di registro in misura fissa. Non sono previsti adempimenti al Registro delle Imprese. Costi Costituzione: entro 1500 euro. Gestione: i costi di gestione sono in capo alle singole imprese partecipanti e dipendono dalla tipologia di attività e dalla sua dimensione. Nota: Esiste l ATS (Associazione temporanea di scopo) che qui non viene trattata perché la filosofia è la stessa dell ATI. L ATS si differenzia perché in genere sono coinvolti anche soggetti diversi dalle imprese e quindi preminente è la finalità ( scopo o progetto) per cui si procede ad associarsi. JOINT VENTURE CONTRATTUALE Forma contrattuale associativa. Collaborazione strategica tra imprese, a carattere temporaneo, con la quale di norma due o più società si accordano o per svolgere in comune una qualche attività imprenditoriale o per costituire una nuova società. Vantaggi Le JV contrattuali vengono preferite quando, per gli scopi delle parti, la joint venture è solo uno strumento per ripartire costi e spese di progetto e non autonomo centro di profitto. Dato che non danno luogo a un nuovo soggetto giuridico, autonomo e distinto rispetto ai venturer, hanno i seguenti vantaggi: assenza di formalità e rapidità nella costituzione della joint venture; immediata trasparenza fiscale, in quanto il riflesso fiscale delle attività comuni viene imputato direttamente in capo ai partner, in misura proporzionale ai contributi apportati alle attività comuni; più facile via di uscita qualora, per un qualsivoglia motivo, i

11 venturer vogliano risolvere anticipatamente la collaborazione. Partecipazione ai risultati in proporzione alla prestazione apportata da ciascun partecipante. Svantaggi La JV contrattuale non è utile quando la JV sia destinata ad operare sul mercato, direttamente e con attività distinte rispetto a quelle dei singoli partner. L assenza di personalità giuridica od anche di soggettività giuridica, rende di norma responsabili in solido le imprese partecipanti. È conveniente per Società che non intendono creare nuovi soggetti autonomi, ma solo collaborazioni limitate nel tempo, ripartendo così costi e spese. Caratteristiche fiscali Nella JV contrattuale si ha un principio di trasparenza fiscale per cui l imposizione è in capo ai singoli partner. Iter burocratico La JV contrattuale non richiede di norma particolari iter procedimentali. Nel caso in cui la JV operi nell Unione Europea, andrà valutata sulla base della specifica normativa comunitaria. Costi La JV contrattuale non ha ovviamente particolari costi di costituzione, che in ogni caso dipendono dalla complessità del contratto e delle regole quindi di funzionamento. I costi di gestione sono a carico dei singoli partecipanti e dipendono ovviamente dalla tipologia di attività e complessità della stessa. 11 CONTRATTO DI RETE DI IMPRESA, regolata dalla Legge 30 luglio 2010, N. 122 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) Con il contratto di rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell oggetto della propria impresa. Il contratto può anche prevedere l istituzione di un fondo patrimoniale comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti, l esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stesso. Il contratto deve essere redatto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. Alle imprese appartenenti ad una delle reti di imprese riconosciute competono vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, nonché la possibilità di stipulare convenzioni con l A.B.I. nei termini definiti con decreto del Ministro dell economia e delle finanze.

12 12 IL RUOLO DELLA CNA NELLE AGGREGAZIONI D IMPRESA In risposta alla crescente pressione competitiva, le imprese stanno oggi sperimentando nuove forme organizzative per migliorare il proprio posizionamento sul mercato. Imprese e imprenditori, con sempre maggiore frequenza, individuano percorsi di aggregazione e di cooperazione che, pur mantenendo l autonomia imprenditoriale, consentono di operare in maniera più strutturata e specializzata. I modelli sono molto diversi e in evoluzione, in quanto frutto di un processo di continuo adattamento e di apprendimento. Tutti però presentano alcune caratteristiche comuni: Condivisione di un progetto e di una strategia finalizzata al raggiungimento di un obiettivo comune, o alla soluzione di un problema, che può essere la realizzazione di un nuovo prodotto o di un prodotto finito, il superamento della condizione di subfornitura, l allargamento dei mercati, la realizzazione di innovazioni di processo, organizzative etc. Legami stabili tra imprese diverse, in genere complementari alla filiera, che restano autonome. Il legame fiduciario, elemento fondamentale che tiene insieme la rete. Condivisione di investimenti collettivi legati agli aspetti immateriali della produzione (design, progettazione e sviluppo, servizi al cliente, pubblicità, ecc). La collaborazione tra imprese può creare una serie di vantaggi: Accesso a economie di scala nella produzione e nell uso della conoscenza. Questo aspetto è particolarmente importante per l imprenditoria diffusa di micro e piccole imprese che da sole non sono in grado di sostenere gli investimenti immateriali necessari per accedere a nuove competenze e nuove relazioni. Favorire una tacita o esplicita divisione del lavoro e la reciproca specializzazione di ciascuno in competenze e funzioni particolari. Ciò consente a ciascuna impresa di raggiungere, nella specifica funzione, livelli qualitativi molto elevati. Consentire la ripartizione tra più soggetti del rischio d impresa e del fabbisogno finanziario connesso agli investimenti necessari al raggiungimento di un obiettivo condiviso. Consentire alle imprese più piccole di muoversi sul mercato con una maggiore forza competitiva. Una prima ricognizione La realtà è molto complessa e difficile da inquadrare in schemi precisi e, al di là delle teorie e delle numerose definizioni fornite dall analisi socioeconomica, abbiamo pensato di osservare alcune delle esperienze maturate a livello locale, nell ambito del sistema CNA.

13 Si tratta di una prima indagine, assolutamente parziale e non esaustiva, che va approfondita ed integrata con altre esperienze e però ci consente di fare alcune considerazioni di carattere generale: Esiste una domanda, più o meno esplicita, da parte del mondo imprenditoriale. La voglia di aggregarsi, o di individuare forme di collaborazione, parte dall iniziativa dei singoli intorno ad un idea (spesso si tratta di imprese che operano nella subfornitura), per la produzione di un nuovo prodotto, per acquisire nuove commesse che singolarmente non potrebbero essere acquisite o condividere conoscenze di mercato. In alcuni casi la spinta può venire da un momento di crisi dell impresa committente, in tal caso le imprese che lavorano in conto terzi sono spinte a collaborare alla ricerca di nuovi mercati. Il ruolo di una figura imprenditoriale di leadership è ricorrente. Nelle aggregazioni analizzate è emersa una forte connotazione locale. I rapporti sono agevolati dalla vicinanza fisica e dai rapporti di conoscenza, a volte anche di tipo famigliare, che si creano tra gli imprenditori. La fiducia è un elemento imprescindibile. Una delle maggiori difficoltà incontrate dalle imprese è la capacità di lavorare in gruppo, di assumere decisioni condivise, gestire la soluzione dei conflitti. Le aggregazioni più competitive sono quelle che, dopo un lungo percorso, hanno individuato un sistema di regole e si sono date strumenti per definire obiettivi, comportamenti, interni ed esterni, valutazione dei risultati. Cosa sta facendo CNA Nei processi aggregativi CNA può svolgere un ruolo importante: Portare a sintesi le conoscenze e le esperienze maturate a livello locale sull evoluzione dei processi in corso, utili a codificare i bisogni e le esigenze reali delle imprese e, su questa base, dialogare con l amministrazione, che dovrà regolamentare e dare applicazione alle disposizioni sulle reti e sui distretti produttivi. Accompagnare e assistere le imprese nei percorsi di riorganizzazione e di costruzione delle filiere produttive. L associazione può facilitare i percorsi di aggregazione, creando momenti di incontro e di confronto, aiutando le imprese nell individuazione e nell utilizzo degli strumenti più adatti e nella ricerca delle soluzioni. Favorire processi di collaborazione, a vari livelli al fine di migliorare la conoscenza del mercato e rendere più agevoli i processi di avvicinamento e posizionamento commerciale. Ponendosi come rete di reti, CNA può divenire il collante relazionale per accrescere le competenze e per migliorare la competitività delle imprese. 13

14 CLAUDIO POMODORO Presidente CNA La Spezia La politica delle aggregazioni è uno degli obiettivi della CNA della Spezia. Laddove vi siano imprenditori che comprendono l assoluto valore della loro impresa, ma anche la difficoltà ad entrare in gara per candidarsi a fornire servizi e produzioni, allora CNA si attiva innanzi tutto con i suoi associati, ma comunque in tutte le direzioni, per favorire tali iniziative, che spesso ci portano in contatto con realtà imprenditoriali altrimenti sconosciute e soprattutto ci fanno toccare con mano la difficoltà di essere impresa oggi. In Italia e soprattutto nelle piccole provincie spesso l aggregazione è la carta più utile per far crescere la dimensione dell imprenditore e conseguentemente della sua impresa. GIULIANA VATTERONI per il Consorzio Restauratori Il restauro 14 Il Consorzio Il restauro nasce cinque anni fa da un gruppo di restauratori che opera nella provincia della Spezia, in particolare Santo Stefano Magra e Sarzana, con l obiettivo di poter partecipare ad appalti pubblici a cui le singole imprese da sole non avrebbero potute accedere. Opera, infatti, soprattutto nel campo del recupero legato all edilizia, ovvero stucchi, affreschi, restauro ligneo, dipinti. A seguito delle difficoltà che rischia di attraversare il settore dopo l entrata in vigore del D.M. 53 del 2008 (che rischia di espellere dal mercato migliaia di restauratori), le imprese di restauro della provincia della Spezia hanno pensato di cominciare a far crescere il Consorzio, che ad oggi conta solo alcune imprese, allargandolo ad un numero più ampio di imprese e con specificità ulteriori (doratura, carta, altri dipinti, affreschi). GIANNA MALCO per il Consorzio Demolitori Riutilizza Il consorzio Riutilizza promosso da CNA ha al proprio interno alcune imprese di recupero di materiali ferrosi e altri materiali ed è in grado di fare demolizioni industriali di ogni genere. L esperienza parte all inizio del 2005 da un idea semplice: specializzare per tipologia di intervento alcune imprese che hanno aderito e mettere a fattor comune alcune raccolte, in modo da ottimizzare la qualità delle lavorazioni. Con il Consorzio, le piccole imprese sono riuscite a discutere con enti e grandi imprese per risolvere le questioni. Anziché la ricerca di fornitori al massimo ribasso abbiamo offerto un servizio in grado di dare maggior valore alle lavorazioni, recuperando di più e meglio. In alcuni casi siamo stati in grado di trasformare alcuni costi in risorse e quindi siamo riusciti a offrire un servizio a prezzi vantaggiosi con una qualità largamente superiore.

15 MASSIMO GIACCHETTA Presidente CNA Genova Oggi viene richiesto di avere interlocutori unici: non possiamo più pensare che ci siano committenti che disperdono le energie per servizi che vengono forniti da più prestatori. I lavori devono avere prestatori unici. Pertanto fin da quando l anno scorso si sono celebrate le assemblee da cui sono usciti i nuovi gruppi dirigenti, sia CNA Genova sia CNA Liguria hanno posto negli assist strategici la rete d impresa e la realizzazione - laddove è possibile e in tutti i settori merceologici - di consorzi di imprese associate, che divengano punto di riferimento anche per quelle non associate. L adesione ai consorzi è pubblica, le imprese non associate possono vedere che le imprese si sviluppano, si rafforzano, aumentano il loro fatturato e diventa un loro desiderio entrare nelle aggregazioni. I consorzi nascono all interno dalla politica di CNA, ma non sono chiusi ed esclusivi solo per le imprese CNA. Occorre trasmettere una nuova cultura agli associati che sì, piccolo è bello, ma insieme è ancora più bello. CNA Genova ha creduto forse per prima nell ipotesi aggregativa. Il CONISTER è infatti il consorzio più antico nella CNA ligure. Poi è nato il consorzio 1ONE ed entro il mese di novembre vedrà la luce il consorzio dei SERVIZI al trasporto, che avrà come primo obiettivo la gestione degli autoparchi dei porti liguri (Genova, Vado, La Spezia). Nascerà inoltre a Genova nei primi mesi del 2011 il consorzio della Comunicazione, e sarà composto da aziende che si muovono in tutti i settori, dal web all editoria, dall insegnistica alla promozione pubblicitaria, passando per la fotografia. E soprattutto l informatica e l ICT. La filiera della comunicazione ligure aveva l esigenza di partecipare con maggiore efficacia alle gare d appalto pubbliche e private, oggi troppo spesso appannaggio di imprese di maggiori dimensioni e spesso di altri territori, nonostante il settore in Liguria e conti circa imprese con almeno addetti. Uno dei vantaggi sarà la possibilità delle aziende riunite nel consorzio di accedere a forme di protezione del credito non possibili nel caso di imprese singole con ridotti volumi di fatturato. Un consorzio - come gli altri, del resto - a livello regionale, necessario per fare massa in una Regione piccola come la nostra. CNA è anche questo. 15

16 16 FELICE PAREDI Consorzio 1ONE Liguria In Liguria opera circa il 18% delle imprese nazionali del settore della nautica da diporto ed esprime un occupazione di circa il 13%. Di queste imprese, la maggioranza occupa meno di 15 dipendenti, anche se si registrano imprese specializzate nella componentistica e automazione con circa 50 dipendenti. Le imprese associate alla CNA di questo comparto sono 890 e la platea di questo settore è molto ampia. La filiera della nautica si contraddistingue per la diffusa presenza di mestieri e per l alta professionalità e specializzazione acquisita dalle piccole imprese nelle varie e complesse fasi del processo produttivo. Il consorzio 1ONE, (Organization Nautical Enterprises), Liguria - Progettazione e forniture per la nautica, formato da 14 imprese liguri leader nella fornitura e subfornitura della cantieristica e dei grandi yacht ha detto il Presidente del consorzio Felice Paredi - è nato a Genova nel 2009 con il patrocinio delle istituzioni locali e sotto la spinta delle associazioni di categoria. Grazie alle competenze delle imprese che lo compongono, si pone sul mercato nazionale e internazionale come un soggetto capace di garantire un offerta di eccellenza nell ambito della costruzione e della riparazione, potendo offrire una vasta gamma di prodotti e di servizi. Che vanno dalla progettazione e realizzazione di impianti meccanici, elettrici, idraulici, entertainment, elettronici e di riscaldamento alla lavorazione di metalli e plexiglass alla verniciatura. Dalla realizzazione di arredamenti, accessori in ottone, oblò e porte in alluminio anodizzato alla lavorazione su fasciame e sovrastrutture, dalla progettazione e fornitura di impianti pre-cablati alla forgiatura di ancore. Il Consorzio nasce dalle missioni all estero che CNA Liguria ha progettato. In quelle occasioni gli operatori che hanno dato vita al Consorzio si sono conosciuti e hanno progettato un aggregazione. 1ONE, grazie alle competenze acquisite in ambito nazionale è in grado di fornire un Servizio chiavi in mano disponibile anche per produzioni in outsourcing in mercati internazionali con livelli qualitativi tipici del made in Italy. CONSORZIO CON.I.S.TER. Il consorzio CON.I.S.TER. opera sul territorio ligure dal È un consorzio composto da 25 imprese, in grado di eseguire lavori di edilizia, impiantistica elettrica e meccanica, carpenteria metallica, lavori stradali, raccolta di rifiuti speciali e bonifiche ambientali. È in grado di realizzare interventi in quota con tecniche alpinistiche senza l ausilio di strutture portanti, ed è specializzato nella realizzazione di manufatti e nella manutenzione global service di qualsiasi struttura. Svolge la sua attività sia per Enti pubblici che per Clienti privati. CON.I.S.TER. ha conseguito la Certificazione del Sistema di gestione per la qualità in conformità alle norme UNI EN ISO 9001:2008, ed è in possesso delle attestazioni SOA in categoria OG1 classifica V e OG6 classifica II. Il Sistema di gestione per la qualità adottato dal consorzio, è condiviso dalle imprese associate e consente di migliorare i processi aziendali per offrire sempre maggiori garanzie ai suoi Clienti. Tra i principali Clienti il Consorzio annovera: l Azienda Ospedaliera Universitaria San Mar-

17 tino, l Ospedale Galliera, l Ospedale Gallino, la Provincia di Genova, l Accademia Italiana della Marina Mercantile, SIRAM SpA, GEFI SpA, SABA Italia S.p.A., Amministratori di condominio ed altri committenti privati. Presidente del Consorzio è l Ing. Flavia Ponzini titolare di una delle Imprese consorziate, che racconta come sia stato possibile realizzare questo progetto: L idea è stata quella di mettere insieme l esperienza e le professionalità delle nostre imprese, raccogliendo competenze diverse, per offrire al cliente un unico interlocutore. Consorziare le imprese ha significato anche aumentare la capacità di lavoro e impegno per affrontare commesse che singolarmente le stesse non avrebbero mai potuto realizzare. CON.I.S.TER. offre al Cliente, oltre che il vantaggio di un unico interlocutore, anche la certezza di costi competitivi, la conformità alle vigenti normative in materia di sicurezza e ambiente, la certificazione dei lavori eseguiti. Dopo cinque anni di attività non possiamo che esprimere un giudizio positivo per quello che abbiamo realizzato, nostro obiettivo è quello di crescere ancora, coinvolgendo nuove imprese per affrontare commesse sempre più impegnative; riteniamo che crescere e diversificare l attività sia l unico modo per affrontare e superare questo periodo di crisi, che inevitabilmente ha colpito anche i nostri settori di attività. GIUSEPPE BARBERIS Presidente CNA Savona Dall esame dei dati relativi all andamento delle iscrizioni all Albo degli Artigiani relativo alla nostra provincia si potrebbe dire che, a differenza della cifra nazionale, ove le imprese artigiane appaiono un po in ritardo rispetto al dato generale - commenta Giuseppe Barberis, presidente CNA Savona a Savona le imprese artigiane sono leggermente in crescita, sia rispetto alla media di crescita delle imprese in generale della Regione, sia rispetto al dato della crescita nazionale delle imprese artigiane. È un passaggio importante, per una regione che ancora tre mesi fa perdeva imprese proprio nell artigianato e rispetto alla realtà di alcune regioni che continuano a perdere, anche in questo trimestre. Al di là di questi valori confortanti, dobbiamo sottolineare che i problemi non sono certo scomparsi. Nelle scorse settimane il presidente della Regione Claudio Burlando ha annunciato sulla stampa locale un ulteriore drammatico taglio per le risorse a sostegno delle imprese. Alla Regione non verrà più trasferito il Fondo Unico Industria di 17 milioni di Euro, che erano da anni trasferiti dallo Stato alle Regioni per supportare le leggi a sostegno degli investimenti imprenditoriali, oggi passate di competenza alle Regioni. Rimangono le competenze, ma non ci sono più i soldi, proprio nel momento più delicato per migliaia di imprese. Per quanto riguarda il costituendo Consorzio dei trasporti SLO SERVIZI LOGISTICI OPERATIVI (Scarl), l idea di costituire un soggetto economico in grado di rispondere alle opportunità e alle necessità che il mercato offre e pone all autotrasporto, ma più in gene- 17

18 rale al trasporto, è da diverso tempo nell agenda di CNA FITA (l associazione CNA dell autotrasporto). Lo scorso anno l Autorità Portuale di Genova ha segnalato la possibilità di gestire alcun spazi. Questa opportunità ha accelerato il ragionamento sopra sviluppato e l idea è diventata dare vita come CNA FITA ad un soggetto che possa gestire questa ed altre situazioni analoghe. Si sono quindi svolti incontri tra imprenditori interessati a costituire il consorzio da una parte, e tra le associazioni dell autotrasporto di Genova per trovare un accordo per essere pronti a gestire eventuali aree e quindi siamo arrivati a costituire un consorzio di secondo livello. Tutte le 4 province hanno risposto ed hanno già costruito una rete di imprese pronte ad entrare nel Consorzio. 18 GIANCARLO MICOLUCCI Presidente CNA Imperia Un consorzio delle imprese alimentari per conquistare nuovi mercati. La provincia d Imperia ha da sempre la propria economia basata su tre fattori principali: il turismo, la floricoltura/ agricoltura e il comparto alimentare. Nella provincia d Imperia questo è l unico settore d impresa ad avere in rapporto alla popolazione residente una percentuale d incidenza superiore alla media nazionale. D altra parte la più grande industria locale è l Agnesi che opera nel settore alimentare, e non a caso la legge sui distretti industriali individuò proprio nella nostra provincia l unico distretto alimentare ligure... Notissimo è il settore oleario, con una contemporanea presenza di imprese agricole, artigianali, commerciali e industriali. Abbiamo una cospicua presenza d imprese che lavorano nella filiera dell olio producendo olive, pasta d oliva, acciughe sott olio, tonno, sgombri, pomodori secchi, verdure sott olio, pesto, salsa di noci ecc: un altro comparto importante è quello della pasta: a Imperia, come del resto in tutta la Liguria, c è una diffusa abitudine al consumo di pasta fresca, alimentata anche dalla presenza turistica. Esistono poi imprese che offrono prodotti tradizionali e molto apprezzati come farinata, sardenaira, focaccia, o imprese specializzate del segmento dolciario. Inoltre c è una qualificata produzione di vino, tra i quali il celebre Rossese, ma anche Pigato e Vermentino, qualche piccolo

19 caseificio e salumificio, produttori di miele, birra, caffè e altro. La caratteristica dominante tra questi produttori è l alta qualità del prodotto. Piccole quantità vendute direttamente o diffuse generalmente solo in ambito locale, non perché non sarebbero apprezzate vista la generalizzata qualità dei nostri produttori ma per difficoltà organizzative delle singole imprese. Dobbiamo reagire, coalizzare le eccellenze di tutta la regione, farci ascoltare da Regione e Camere di Commercio, pretendere contributi e programmi. Ritengo che le imprese imperiesi potranno fare la loro parte se penseranno in grande, se ragioneranno su come affrontare la rivoluzione sui mercati, la Grande Distribuzione, la globalizzazione. Solo unendoci in un grande sforzo comune e avendo di mira obiettivi strategici mirati avremo la possibilità non solo di sopravvivere, ma di svilupparci e di crescere. Da qui il progetto di costituire un consorzio per la filiera dell alimentare a cui stanno rispondendo aziende di tutta la Liguria. 19

20 Uniti si vince! Intervista al professor ENZO RULLANI, docente alla Venice International University 20 1) Ci potrebbe raccontare in sintesi le ragioni che hanno portato CNA a individuare, a livello nazionale, le aggregazioni di impresa in rete come uno strumento importante di innovazione e di riposizionamento competitivo? Cominciamo da una constatazione: le nostre imprese cominciano a vedere la fine del tunnel, ma, anche quelle che sono più vicine ad uscire dalla crisi sanno che dovranno prima possibile intraprendere un processo importante di riposizionamento competitivo. Facendo ripartire quel lavoro di ripensamento del proprio modello di business che aveva preso forma a metà del decennio e che la gelata della crisi successiva ha forzatamente interrotto. Il riposizionamento nasce da un problema che interessa tutte le imprese, piccole e grandi, nella manifattura e nei servizi. L Italia dal 2000 in poi si è trova a competere nei suoi settori con produttori che utilizzano a piene mani i fattori low cost (lavoro, energia, ambiente, regole) di grandi paesi emergenti. Non si tratta solo di imprese cinesi, indiane, turche ecc., ma anche di multinazionali che in questi paesi spostano le loro lavorazioni e conoscenze. O che si attrezzano per comprare a prezzi convenienti da fornitori locali. È una tendenza massiccia, destinata a dominare i prossimi dieci, venti anni. Non deriva solo dalle capacità intellettuali e tecniche che stanno prendendo forma nei paesi emergenti, ma anche dalla convenienza delle filiere internazionali (a cui noi stessi partecipiamo) di spostare nei paesi low cost lavorazioni standard che possono usare fattori localizzati con un risparmio sul costo della lavorazione, del pezzo o del prodotto finito. Ed è una tendenza economicamente rilevante per i paesi sviluppati perchè alimenta il surplus di cui oggi possono godere produttori americani o tedeschi che concentrano nelle loro imprese le fasi critiche (la ricerca, l ideazione, la progettazione, la comunicazione, il marchio, la rete di vendita, la garanzia di qualità al consumatore finale) di filiere distribuite spesso in decine di altri paesi, molti dei quali low cost. Naturalmente questa tendenza ha l effetto di un terremoto nelle filiere produttive, anche in quelle italiane: i committenti più dinamici o più grandi si muovono ad una scala superiore a quella del singolo paese o della singola regione, e ciò facendo mettono in concorrenza gli artigiani, i fornitori di servizi, i lavoratori e i territori tra cui potrebbero teoricamente scegliere per questa o quella funzione. La pressione per un aumento competitivo della produttività si riversa dunque su tutte le fasi e le funzioni della filiera. La Liguria non fa eccezione: ciascuna impresa si deve chiedere in cosa è diversa dalle altre imprese che potrebbero sostituirla (altrove) e su cosa la sua diversità può fare leva per reggere la sfida competitiva che le viene in questo modo portata e che, di per sé, può essere bene (se innesca una risposta innovativa diffusa) ma può anche risolversi in un disastro (se induce le aziende a chiudere o a fuggire, magari ripiegando intanto sull attendismo o sulla difensiva). L Italia, in questo processo di estensione delle filiere e di sfruttamento delle differenze tra

21 localizzazioni alternative ha due handicap addizionali rispetto agli altri paesi europei: da un lato ha meno multinazionali che possano sostenere questa cattura del surplus delle supply chains globali in base agli investimenti immateriali che le alimentano; dall altro ha scoperto da poco, e con scarso preavviso, di essere diventata un paese high cost, rispetto ai nuovi concorrenti che fanno prezzi e quote di mercato nella nuova economia globale post Non siamo i primi e non siamo gli ultimi a trovarci spiazzati dal lato dei costi, rispetto a questa svolta della concorrenza internazionale. Americani, tedeschi e giapponesi hanno per tempo adattato le loro economie ad un regime di costi elevati (più elevati di altri paesi). Un po hanno abbandonato settori a basso valore aggiunto, e un po hanno decentrato importanti parti delle loro filiere a subfornitori esteri, a prezzi convenienti. Tra cui molti subfornitori italiani, allora considerati capaci di fornire flessibilità e creatività a basso costo. Ma oggi ci siamo: bisogna, volenti o nolenti, correggere questo svantaggio di costo di cui soffriamo con un corrispondente aumento della produttività, ossia del valore prodotto mediamente da ogni ora del nostro lavoro e da ogni euro del nostro capitale investito. Come fare allora? Sulla carta, la ricetta è abbastanza chiara: non basta razionalizzare o meccanizzare quello che c è, occorre dar mano ad un progetto più ambizioso, che modifica i modelli di business attuali, realizzando un diverso uso della conoscenza. Dunque la risposta a questo problema implica un cambiamento importante anche nei prodotti e nei processi gestiti dalle aziende È diventato necessario per molte imprese un upgrading della qualità fornita al cliente, intesa non tanto come prestazioni (materiali) del prodotto o come scalata verso l alto di gamma. Ma più semplicemente come maggior valore del prodotto legato al suo carattere innovativo o personalizzato (per il cliente), nonché ai significati, alle esperienze, alle identità, ai servizi collegati al suo uso. L upgrading qualitativo è qualcosa che riguarda anche la subfornitura, in cui la qualità si ottiene passando dalla fornitura del pezzo, lavorato su specifiche del cliente, ad un ruolo di collaborazione attiva col committente nel rinnovo della sua gamma di prodotti e nella formulazione di offerte che risultino in sintonia con le esigenze del consumatore finale. Che cosa serve per questa metamorfosi del rapporto tra l impresa e il suo mercato? Da un lato ciascuna impresa anche di piccola o piccolissima scala ha spazio, in termini di valore, solo se riesce a produrre e fornire ai clienti conoscenze più originali e più duttili, capaci di acquistare un maggior valore ai suoi occhi; dall altro, le buone idee così ottenute devono essere sfruttate con moltiplicatori elevati, allargando al massimo il loro bacino di ri-uso con l acquisizione di nuovi clienti e lo sviluppo di applicazioni in luoghi, settori, usi differenti da quello di origine. Originalità delle idee e ampiezza del loro mercato possono effettivamente elevare la produttività e i ricavi delle aziende che le mettono in pratica, ma c è un ostacolo grave da superare: tutte e due le strade implicano un elevato flusso di investimenti immateriali: nella ricerca, nel capitale umano, nei marchi, nella rete commerciale, nella predisposizione di adeguati servizi al cliente. Le imprese, di fronte a questa esigenza, si trovano con un doppio impasse: non hanno abbastanza soldi per fare gli investimenti richiesti; devono accettare livelli di rischio elevati, più elevati che in passato, data la natura imma- 21

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