PROGETTO DI ZONA. AGESCI Forlì AGESCI

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1 PROGETTO DI ZONA AGESCI Forlì AGESCI

2 AGESCI Zona di Forlì P R O G E T T O D I Z O N A Un po di numeri, che descrivono la nostra realtà attuale Nella zona di Forlì sono presenti 17 gruppi che operano in 21 realtà parrocchiali: S. Mercuriale (Fo1), S. Maria del Fiore (Fo1), Cappuccinini (Fo2), S. Caterina (Fo3), Ravaldino (Fo14), S. Biagio (Fo14), Regina Pacis (Fo6), Romiti (Fo7), Villanova (Fo7), S. Paolo (Fo8), S. Rita (Fo10), Villafranca (Fo10), Coriano (Fo11), S. Giovanni Evangelista (Fo12), Ca Ossi (Fo 13), San Martino in Strada (S.Martino1), Predappio (Predappio1), Forlimpopoli (Forlimpopoli1), Meldola (Meldola1), Bertinoro (Bertinoro1), Rocca S. Casciano (Rocca S. Casciano1). Di questi 17 gruppi 12 sono nel Comune di Forlì e gli altri 5 in altrettanti comuni del circondario (Forlimpopoli, Bertinoro, Meldola, Predappio, Rocca) Nel 2012 i capi censiti nei gruppi sono 312, gli AE 18, altri 37 sono censiti in zona e svolgono vari incarichi o servizi in supporto alla zona, nelle pattuglie PC, Ambiente, nella rivendita Il Gallo, nei Foulards Blancs e nell associazione La Traccia che si occupa della gestione delle case scout. I ragazzi censiti sono invece 1596 distribuiti in 25 branchi (625 L/C), 27 reparti (642 E/G) e 16 clan (329 R/S). PREMESSA sui valori di fondo e sul progetto Il cammino continua In questi anni è aumentato il senso di appartenenza associativa, grazie allo stile di confronto e di collaborazione vissuto dai capi nelle Branche e grazie al lavoro del Consiglio di Zona in cui il dialogo costruttivo e la circolazione delle esperienze hanno avviato le basi per una maggiore condivisione e corresponsabilità della Zona. Essere capi, non fare i capi Siamo persone prima che capi e siamo coscienti che la nostra missione educativa si realizza con ciò che trasmettiamo in parole e azioni, ma soprattutto con la testimonianza di ciò che siamo nel profondo. Se noi oggi siamo chiamati ad essere capi è perché un Altro per primo ci ha affascinati, accolti ed amati per quello che siamo: sentiamo così di potere, a nostra volta, accogliere ed amare i nostri ragazzi, con entusiasmo e voglia di spenderci gratuitamente. Sono molte le sfide educative che ci mettono alla prova, ma siamo consapevoli di stare giocando un buon gioco in cui possiamo progredire tutti insieme, condividendo le nostre competenze metodologiche-educative, il nostro spirito di servizio e sforzandoci di essere (v. progetto nazionale) sentinelle di positività per i nostri ragazzi e per chi vive ed opera accanto a noi. Desideriamo quindi vivere il nostro servizio educativo in armonia con tutti gli aspetti della nostra vita (famiglia, lavoro, studio, ) e anche senza fazzolettone ci sentiamo chiamati a testimoniare nella Chiesa e nella società il nostro essere cristiani e scout. Gli ambiti del nostro progetto Come Agesci ci diamo un progetto per migliorare l intenzionalità e la concretezza della nostra azione educativa. Abbiamo scelto di mantenere quattro ambiti di intervento per distinguere meglio i diversi elementi su cui impegnarci come Zona, ma siamo consapevoli che vari obiettivi sono tra loro intrecciati e interdipendenti; per esempio non c è solidità nei capi senza radicamento nella fede, così come non c è sviluppo duraturo senza presenza nel territorio e formazione capi. Abbiamo inoltre pensato di celebrare i 90 anni dello scoutismo forlivese nel 2013 con una route dei capi e crediamo che questo evento possa offrire l opportunità di vivere i quattro ambiti di questo progetto in un esperienza forte e unificante. Siamo pure convinti che la scelta di poche priorità concretizzate nei luoghi istituzionali dell associazione possa rendere il lavoro della Zona più ordinato ed efficace nei prossimi quattro anni e anche meglio verificabile al termine del quadriennio. Abbiamo quindi scelto di orientare il nostro cammino in queste direzioni: 1. Trasmettere la fede sentendosi chiesa 2. Vivere il territorio e raccontarlo 3. Mantenere la qualità e promuovere il cambiamento 4. Investire nella formazione permanente.

3 1. Fede e Chiesa diocesana Il precedente progetto di Zona ha favorito una maggiore collaborazione dell Agesci con le altre associazioni diocesane e stimolato ad una maggior partecipazione degli scout agli eventi diocesani promossi dalla Pastorale Giovanile, evidenziando nello stesso tempo alcuni problemi riguardanti la rappresentanza dell associazione, il coinvolgimento della base e lo stile pesante di questi eventi. Consapevoli che la fede è un dono di Dio, che noi capi possiamo solo preparare e custodire per noi stessi e per i nostri ragazzi, offrendo significative esperienze di crescita spirituale all interno delle unità e delle parrocchie, riteniamo che la partecipazione ad alcuni eventi diocesani sia fondamentale per aumentare la consapevolezza del nostro essere Chiesa. Senza moltiplicare gli eventi, crediamo che la Zona debba responsabilizzare le Comunità Capi nella scelta, le branche nella preparazione e i singoli capi nella testimonianza. La carenza di assistenti e l aumento dell età nei sacerdoti della nostra diocesi, così come il dibattito regionale sul percorso di iniziazione cristiana all interno delle unità, pongono l associazione di fronte a nuove sfide. Mentre va sicuramente consolidato il cammino di condivisione con il Vescovo e gli assistenti, la Zona può impegnarsi in queste direzioni: cercare collaborazioni con nuove figure ministeriali (consacrati, diaconi, laici preparati ), sostenere i capi con iniziative interne che migliorino le loro competenze in campo biblico teologico e promuovere la partecipazione dei capi a occasioni esterne di formazione. Riteniamo quindi prioritari i seguenti Far crescere nei capi il senso di appartenenza alla Chiesa Curare la formazione del capo catechista che pensiamo di concretizzare così: Cura delle relazioni con le altre associazioni ecclesiali Organizzazione di un convegno sul tema dell iniziazione cristiana Organizzazione di momenti di incontro e confronto con vescovo, AE e parroci Organizzazione di occasioni formative sul tema fede (catechesi per CoCa, momenti di spiritualità, incontro con figure significative nei momenti istituzionali ) Divulgazione di occasioni formative presenti in diocesi (proposte dell Ufficio Catechistico; Laboratori della fede; ) Confronto di esperienze con le diverse realtà della Diocesi per un arricchimento reciproco Coinvolgimento nella preparazione degli eventi diocesani Approfondimento del tema catechesi in unità (promuovendo il confronto di esperienze e la diffusione di strumenti) Riscoperta e valorizzazione del servizio di capo come vocazione e testimonianza.

4 2. Territorio L Agesci è sicuramente fra le associazioni giovanili più importanti del nostro territorio: siamo riconosciuti e cercati sia dalle Istituzioni, con le quali il Comitato di Zona ha costruito buone relazioni, sia da altre associazioni, con le quali abbiamo collaborato per la realizzazione di iniziative pubbliche comuni. Per quanto riguarda l educazione alla cittadinanza e il lavorare in rete si è notato un diverso approccio fra i gruppi del forese (già ben organizzati) e quelli cittadini (in cui prevale maggiormente la delega). L attività della Pattuglia di Protezione Civile ha dato una notevole visibilità alla nostra associazione presso la cittadinanza e le amministrazioni. Continuando in questa direzione, ci sembra però opportuno realizzare un miglior raccordo fra la Pattuglia PC con i gruppi e con i capi a supporto della zona, in modo da favorire una maggiore partecipazione. Pur rimarcando la specificità della nostra missione educativa, riteniamo di poter migliorare la nostra presenza nel territorio in termini di testimonianza. Anche in quest ottica può essere sfruttata la ricorrenza nel 2013 del 90 dello scoutismo forlivese. La fiducia nel futuro, lo spendersi per le nuove generazioni, l impegno per il bene comune e l attenzione per l ambiente sono aspetti ordinari della nostra vita scout. Migliorare la nostra consapevolezza su queste tematiche, rispondendo in maniera propositiva alle sollecitazioni che provengono dal territorio anche imparando a non subirle-, significa mantenere vivi questi valori in una società in cui sembrano essere sempre più rari. Va inoltre consolidata e migliorata l esperienza di comunicazione all interno e all esterno della zona, curando maggiormente il collegamento coi gruppi, sia per quanto riguarda il sito di zona sia nella collaborazione con il giornale diocesano Il Momento, senza trascurare altre possibilità nell ambito della stampa locale. Tenendo conto infine dell evoluzione della società nel nostro territorio riteniamo di doverci porre maggiormente di fronte al problema dell integrazione fra culture, con l ingresso nelle nostre unità degli immigrati di seconda generazione. Riteniamo quindi prioritari i seguenti Migliorare la consapevolezza dei capi di vivere il territorio attraverso il servizio Rendere la presenza scout sul territorio più efficace, significativa e concreta (partecipazione dei gruppi e comunicazione) che pensiamo di concretizzare così: Conoscenza e Eventi di branca diffusione delle sul territorio attività specifiche con attenzione della Pattuglia alle zone prive Ambiente, della PPC e di scoutismo dei Foulards Blancs Confronto sulle Collaborazione solida esperienze e ordinaria con Il legate Momento all ingresso in Sensibilizzazione ai unità di ragazzi temi del consumo immigrati. critico Cura del sito di zona (eventi gruppi, news, ) e dei rapporti con la stampa locale Cura dei rapporti con le Istituzioni (Comuni, Provincia, Ente Parco ) Maggiore coordinamento con le Pattuglie PC e Ambiente Collaborazione con le altre associazioni Protagonisti nel territorio con il proprio servizio e capaci di raccontarlo

5 3. Associazione e Sviluppo Il precedente progetto e il lavoro fatto sullo sviluppo ci consegnano una strada ormai tracciata su cui è necessario continuare a camminare. Dar fiducia all impegno educativo dei gruppi, conoscere le diverse realtà, accompagnare i gruppi in difficoltà, attuare una formazione specifica in Consiglio di Zona e mettere in circolo le buone prassi hanno permesso di instaurare un clima favorevole alla condivisione e alla corresponsabilità della zona. Consapevoli che lavorare per uno sviluppo che dia qualità alla proposta scout sia un continuo divenire, riteniamo che l impegno sullo sviluppo debba seguire due filoni: il mantenimento qualitativo dell esistente, anche come capacità di affrontare con chiarezza di intenti e fiducia reciproca le situazioni critiche, e la promozione dello sviluppo vero e proprio. Promuovere significa avere sensibilità, occhi ed orecchi attenti ai bisogni educativi del territorio. Queste due filoni non solo guardano nella stessa direzione ma si sostengono l un l altro perché sono parte della stessa progettualità. E difficile sopravvivere se non si guarda lontano, è rischioso guardare lontano se non si hanno piedi forti e ben piantati. L esperienza vissuta insieme in questi anni ci ha reso consapevoli come da soli non si vada da nessuna parte. Crediamo quindi che i gruppi siano chiamati a vivere il proprio scoutismo superando il pensiero debole dell autoreferenzialità, a condividere lealmente le proprie situazioni in zona, sperimentando anche l efficacia della contaminazione buona e lavorando in un clima fraterno e sereno. Nella sua capacità progettuale la Zona saprà essere propositiva verso se stessa e verso l esterno, scegliendo come prioritari i seguenti Consolidare la qualità della proposta scout presente nei gruppi Favorire uno sviluppo sostenibile nel tempo attraverso le seguenti concretizzazioni: Progetto di sviluppo Definizione di un Coordinamento Sensibilizzazione dei nel territorio con piano di sviluppo proficuo degli Iabz col Capi a portare il attenzione annuale, per far il comitato come proprio servizio all esistente e al punto come zona e osservatorio dove serve nuovo possibile Monitoraggio dell andamento dei gruppi Sostegno e accompagnamento alle Coca dei gruppi in difficoltà condividere risorse e bisogni Formazione specifica dei capi gruppo per sostenerli nella loro programmazione, anche mettendo in circolo le diverse esperienze privilegiato sulla vita delle unità Approfondimento della riflessione sui percorsi verso la partenza

6 4. Formazione Capi Crediamo che la nostra competenza di capi unita alla solidità di persone testimoni delle scelte della partenza farà la felicità degli altri e dunque la nostra ecco perché è fondamentale impegnarci per crescere e formarci sia nella conoscenza del metodo scout che nelle scelte di valore che ci contraddistinguono. Il precedente progetto di Zona ha favorito la formazione dei capi nel Consiglio di Zona con la proposta di temi e argomenti utili ai Capigruppo e di conseguenza alle Co.Ca, ha stimolato le Branche nell approfondimento metodologico e formativo, e ha posto le basi per la creazione di una rete di formatori in zona. Sono linee di lavoro che, sia nelle tematiche che nelle modalità, riteniamo di dover continuare a perseguire, nella consapevolezza che la qualità del nostro servizio passa dalla solidità e dalla competenza dei capi cui vengono affidati i ragazzi delle nostre unità. E importante che i capi siano sostenuti da una forte motivazione e che sempre più siano resi consapevoli che il loro servizio è risposta ad una chiamata. Sono compiti della Zona sia favorire la formazione permanente dei capi, proponendo occasioni di partecipazione e di crescita anche oltre l aspetto metodologico, sia stimolare la maturazione di una coscienza associativa, che sappia guardare oltre il proprio gruppo o il proprio territorio, aiutando ogni capo a superare l autoreferenzialità della singola Co.Ca. La Zona deve quindi fornire valide occasioni di formazione per i capi nei luoghi istituzionali (Consiglio di Zona - Branche Convegni), curando in maniera specifica i percorsi di inserimento di giovani capi nel tirocinio e dei capi di provenienza extra-associativa. Si ritiene infine di poter cominciare ad utilizzare la rete dei formatori della zona per rispondere in maniera puntuale ed efficace alle specifiche richieste delle Co.Ca. Riteniamo quindi prioritari i seguenti Contribuire alla crescita metodologica e associativa dei capi della zona Curare in maniera particolare la crescita dei giovani capi nel tirocinio e degli adulti di provenienza extra-associativa che pensiamo di concretizzare così: Rete formatori al servizio delle Co.Ca e della Zona Proposta di adeguate attività per capi di provenienza extra-associativa e per capi tirocinanti Incontro con le Comunità Capi Attività formative finalizzate alla crescita al ruolo e nel ruolo di Capogruppo Organizzazione di una route dei capi nel 2013 Relazione efficace tra IABZ Comitato Consiglio di zona, al fine di coordinare le proposte formative degli incontri di branca Preparazione degli eventi di branca come occasione formativa e di confronto fra i capi Promozione del confronto fra stili e tradizioni dei gruppi in vista degli eventi di zona, cercando di vivere uniformemente la proposta dell evento stesso. Dare maggiore solidità ai nostri capi, fornendo occasioni di formazione permanente e di confronto

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