UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRIESTE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRIESTE"

Transcript

1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRIESTE FACOLTA DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL EDUCAZIONE Tesi di laurea in Psicologia di gruppo IL DISAGIO ADOLESCENZIALE E LA SUA EVOLUZIONE IN ETÀ SCOLARE Relatore: Chiar.mo Prof. ENZO KERMOL Laureanda: CAVO ROBERTA Correlatore: Chiar.ma Prof.ssa SABRINA VENTRE Anno Accademico

2 INDICE Introduzione Pag. 6 CAPITOLO I Disagio, Disadattamento, Devianza come percorso evolutivo 1.1 Il concetto di disagio Il disadattamento tra disagio ed emarginazione Il concetto di devianza 14 CAPITOLO II L Adolescenza: età di evoluzioni e di possibile disagio 2.1 L adolescenza: alcune ipotesi interpretative ed i problemi psicologici dell adolescente I compiti evolutivi tipici dell adolescenza Sviluppo sessuale e risonanze psicologiche Sviluppo intellettuale e risonanze psicologiche Sviluppo del concetto di sé e risonanze psicologiche Diversi modi di vivere l adolescenza 30 2

3 CAPITOLO III Il disagio: le sue nuove espressioni ed i fattori scatenanti 3.1 I nuovi volti del disagio adolescenziale Alcuni dei possibili fattori del disagio psicologico dell adolescente Il ruolo della famiglia Il ruolo del gruppo Il ruolo della scuola 46 CAPITOLO IV Adolescenza e scuola 4.1 Il disadattamento e l insuccesso scolastico come espressione di disagio Il disadattamento scolastico L insuccesso scolastico La dispersione scolastica Comportamenti giovanili, esiti scolastici e disagio sociale 71 3

4 CAPITOLO V I progetti e le azioni per la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione del successo formativo 5.1 Le esperienze precedenti ed i punti forti Le azioni in atto Il progetto Morpurgo Esperienza personale effettuata all interno del progetto Morpurgo 85 Considerazioni conclusive 113 APPENDICE APPENDICE BIBLIOGRAFIA 138 4

5 A chi mi è stato accanto e non ha mai smesso di credere in me. 5

6 INTRODUZIONE Il termine disagio, sempre più utilizzato nel nostro linguaggio quotidiano quando si affrontano le problematiche relative al mondo minorile, è usato spesso come sinonimo di disadattamento, emarginazione, devianza; infatti, tutti questi termini indicano dimensioni diverse dello stare male. L uso-abuso che quotidianamente facciamo di questo concetto rappresenta il punto di partenza di questo lavoro, che si propone come obiettivi l analisi della sua naturale manifestazione in ambito scolastico e le possibili tecniche di prevenzione ed, eventualmente, appoggio nel caso di evoluzione in devianza. Il processo di crescita e di sviluppo dell uomo è da lungo tempo oggetto di discussione da parte di numerose discipline (pedagogia, antropologia, sociologia e medicina), ma l adolescenza, come fase più incerta e problematica della vita di ogni individuo, ha attirato l attenzione degli studiosi solo a partire dai primi decenni del secolo XX. I problemi, le contraddizioni e i compiti evolutivi indicati come tipici di questa età sono: crisi di identità, acquisizione di un nuovo tipo di pensiero, insorgenza di nuovi interessi e acquisizione di una nuova struttura corporea. In relazione a ciascuno di questi compiti evolutivi l adolescente vive difficoltà più o meno rilevanti, a cui non sempre riesce a reagire positivamente; molte volte, soprattutto quando il minore incontra difficoltà a gestire i cambiamenti, possono sorgere in lui sentimenti di inadeguatezza, impotenza, ansia, tensione, disagio e atteggiamenti tendenti all auto emarginazione. Tale disagio, però, non va inteso come forma patologica di disadattamento e/o di emarginazione, ma come una condizione naturale di difficoltà e di stress, che o- gni adolescente sperimenta nel proprio processo di crescita. Queste difficoltà sono dovute alla fatica di reggere il gioco della complessità dei percorsi e delle scelte che un contesto sempre più differenziato sembra richiedere ed a cui l adolescente reagisce con risposte ambivalenti, insicure e talvolta devianti. Con questo lavoro intendo dare, anche sulla base di esperienze vissute, una risposta alle domande più frequenti che si incontrano nell affrontare questo tema. 6

7 Cosa si intende per disagio? In che misura l adolescenza è l età più a rischio per il suo insorgere? Perché la sua evoluzione in età scolare porta ad atteggiamenti di disadattamento nell ambito scolastico e/o di rifiuto dello stesso? Le risposte a tutti questi interrogativi sono state da me ricercate sia nella letteratura esistente in materia di condizione giovanile, sia nell esperienza personale che ho maturato lavorando con minori, che in maniera più o meno evidente, vivono una condizione di disagio. La prima parte è strutturata nella discussione di tesi avanzate da autori contemporanei che si occupano di disagio adolescenziale e considerano l adolescenza come età privilegiata per i mutamenti e per l insorgenza dello stesso. Nella seconda parte verrà posta attenzione al mondo adolescenziale nell universo scolastico, più sensibile ed esposto ai cambiamenti, che evidenziano nuove espressioni di disagio comportamentale, e che, per la loro diffusione, assumono il ruolo di patologie sociali. Infatti le percentuali degli adolescenti che rifiutano fino all abbandono il mondo scuola hanno assunto dimensioni tali che hanno portato le istituzioni nazionali ed i partiti politici a prendere posizioni al riguardo. In questo contesto la necessità di uniformarsi alle regole del gruppo, spesso divergenti da quelle imposte dal mondo scolastico, porta l adolescente a cercare sicurezze, che non sempre trova nelle figure degli adulti, in azioni eclatanti, con valenza negativa, però lontana dalla loro reale volontà. La necessità di appartenere ad un gruppo, primo giudice nell universo adolescenziale, garantisce, a chi si sente privo di identità, di usufruire di una identità collettiva in attesa di quella personale: risulta rassicurante stare insieme, senza sapere quello che si è, in attesa di sentirsi qualcuno. Il ricorso al gruppo è infatti sempre un tentativo di dimenticare o negare le proprie difficoltà ad affrontare una realtà troppo dolorosa e pesante. Per garantirsi l appartenenza al gruppo si tende ad abbandonarsi ad atteggiamenti di sfida alle regole, di rifiuto alle imposizioni, alla ricerca di limiti, che spesso non vengono imposti nella misura o nella maniera adeguata. Ecco perché risulta fondamentale attuare i primi approcci dei programmi di prevenzione all interno del gruppo. 7

8 L ultima parte è riservata all esposizione del progetto Morpurgo, che, partendo dall osservazione delle situazioni di rischio e di disagio sociale, cerca di definire i contorni specifici della problematica e di individuare nuove forme di intervento, focalizzate all identificazione delle più opportune azioni di prevenzione e di sostegno, identificabili attraverso un rapporto univoco con il corpo insegnante e con la collaborazione delle famiglie, che risultano anch esse essere un punto di riferimento importante per i minori. La famiglia, infatti, da sempre garantisce alle persone il soddisfacimento di alcuni bisogni primari: il bisogno psicologico di sicurezza, di stare bene, di ausilio nell affrontare le prime esperienze di vita, eccetera. Oltre ad essere il luogo della risposta ai bisogni psicologici e biologici tipicamente umani, la famiglia è anche l area della riproduzione del sistema sociale sia a livello della conservazione della specie sia della cultura sociale, intesa come insieme dei codici e delle tecniche del vivere. La famiglia è un sistema di relazione, ovvero un insieme di persone che sono protagoniste di un interazione attraverso cui formano un tutto, un unità, pur senza perdere la loro identità individuale. Un tutto che influenza la loro individualità così come questa influenza il tutto, dove, quindi, non è possibile capire il comportamento e l atteggiamento del singolo membro se non lo si rapporta a quelli degli altri membri e dell insieme. Quindi all interno della famiglia le relazioni tra le persone sono il tessuto connettivo che consente loro la naturale formazione del sistema. Va comunque evidenziato che ci possono essere sistemi di relazioni che favoriscono la realizzazione personale dei membri della famiglia ed altri che, al contrario, la ostacolano o, addirittura, essendo patologici, fanno ammalare alcuni di essi. Occorre poi anche tenere presente che la famiglia, come primo sistema di riferimento per imparare a relazionarsi con l esterno, è il luogo in cui la persona apprende le tecniche di comportamento sociale, che poi dovrà attuare. Questo rende la famiglia un luogo simbolico, ovvero un luogo in cui la percezione della realtà interna ed esterna della persona viene organizzata, strutturata e dotata di significato e, quindi, un luogo dove la persona costruisce il mondo che abita. 8

9 Quindi la famiglia ha un ruolo fondamentale nell avventura dell umanizzazione. Famiglia che, però, risulta inadeguata laddove gli adulti che la formano non riescono ad essere riferimento ed esempio positivo per le nuove generazioni. Una famiglia che non si apre al tempo della storia contribuisce ad introdurre nel percorso della civilizzazione una misura di distruttività. Basti pensare a come i ragazzi, che non possono contare su questa esperienza di costruzione del mondo all interno della loro famiglia, normalmente incontrano il fallimento nel loro percorso formativo all interno della scuola. In un contesto diverso come quello scolastico, infatti, le relazioni interpersonali possono creare delle interazioni di non facile risoluzione soprattutto per degli adolescenti lasciati in balia degli eventi. Ecco perché, laddove la famiglia (i cui compiti non dovrebbero essere surrogabili) dovesse presentare un qualsiasi tipo di difficoltà, è bene attivare programmi di cooperazione con le risorse più adeguate presenti sul territorio, per rispondere alle eventuali situazioni di disagio. Il sopra citato Progetto Morpurgo, a cui ho preso parte, vuole essere un tentativo di fusione e di applicazione di questi programmi, rivolgendosi principalmente: ai minori compresi tra i sei e quindici anni d età, con disagio sociale e difficoltà di carattere emozionale, relazionale e comportamentale, la cui incidenza sull adattamento scolastico può essere più o meno rilevante, ma sicuramente significativa; ai minori stranieri della medesima fascia d età, che si trovano in situazioni di disagio causato da fattori linguistici e culturali differenti da quelli di origine; alle famiglie degli stessi, che si trovano in difficoltà a garantire e ad esercitare adeguatamente le funzioni genitoriali. Le modalità d intervento previste dal progetto sono state molteplici a seconda della gravità della situazione che man mano si veniva ad affrontare. Nell elaborare il tutto intendo utilizzare l esperienza maturata all interno di questo progetto, che mi ha permesso di affinare la capacità di osservazione e di individuazione delle problematiche più emergenti ed urgenti dei minori, che si rivela- 9

10 no molto importanti nelle dinamiche di relazione, di comunicazione e socializzazione tra i minori ed il contesto scolastico che questi vengono ad affrontare. 10

11 CAPITOLO I Disagio, Disadattamento, Devianza come percorso evolutivo 1.1 Il concetto di disagio Il termine disagio è abbastanza recente nel suo significato ed è pressoché assente nei principali dizionari di sociologia, psicologia e pedagogia; piuttosto sommarie sono le definizioni nella letteratura scientifica consultata. Nelle scienze psicologiche è usato per indicare uno stato soggettivo di sofferenza psichica o come categoria descrittiva della condizione giovanile. Risulta pertanto difficile trovare una definizione teorica sufficientemente approfondita ed unica di cosa esso sia. Neressini e Ranci (1992) 1 definiscono il disagio come la manifestazione, presso le giovani generazioni, delle difficoltà di assolvere ai compiti evolutivi che vengono loro richiesti dal contesto sociale per il conseguimento della identità personale e per l acquisizione delle abilità necessarie alle soddisfacenti gestioni delle relazioni sociali. Consonante è la definizione del Milanesi (1992), 42 il quale definisce il disagio come la difficoltà a gestire la complessità e, all interno di questa, a far fronte alle contraddizioni dei processi di socializzazione, di identificazione e di maturazione complessiva verso l età adulta. Intrinsecamente coerente è l interpretazione di M. L. Pombeni (1994), la quale sostiene che 43 l adolescente sperimenta un sentimento di disagio e percepisce una condizione di inadeguatezza del sé quando incontra difficoltà nel trovare risposte 1 Neressini F., Ranci E., Disagio giovanile e politiche sociali, Nis, Roma, 1992, pag. 3. Studiosi che hanno tentato di definire i confini dell immaginario giovanile: vale a dire di quell insieme relativamente coerente di rappresentazioni e di simboli atti a descrivere e a presentare la figura del giovane, per come essa viene elaborata culturalmente nell ambito della nostra società. 42 Milanesi G., Il disagio giovanile nella società complessa, in La rivista del volontariato, n 3, 1992, pagg Pombeni L., Disagio adolescenziale e prevenzione: dalle conoscenze alle strategie di intervento in B. Zani (diretta da), Le dimensioni della psicologia sociale, Nis, Roma, 1994, pagg

12 adeguate alla soluzione di un compito o quando è pressato da un sovraccarico di situazioni critiche connesse a differenti tipologie di compiti evolutivi e quindi il suo impegno, emotivo e strategico, si distribuisce in maniera improduttiva su più versanti contemporaneamente. Come si può notare, il focus delle definizioni si concentra sostanzialmente su due dimensioni comuni a cui tutti gli adolescenti devono far fronte nella loro difficile transizione verso l età adulta: i compiti evolutivi i condizionamenti derivanti dal continuo confronto con la società complessa. Descritto in questi termini il disagio giovanile appare essere una condizione esistenziale vagamente diffusa, non patologica, prodotta dalle difficoltà che ogni adolescente si trova ad affrontare in situazioni di cambiamento; una condizione naturale di difficoltà e di stress che l adolescente può sperimentare nel proprio processo di crescita. In altre parole è un malessere esistenziale connesso agli squilibri che il processo di costruzione dell identità produce. 1.2 Il concetto di disadattamento tra disagio ed emarginazione Ben diverso è, invece, il concetto di disadattamento con cui il disagio è spesso confuso. Con il termine disadattamento indichiamo quella situazione o stile comportamentale che si manifesta con una modalità alterata nel rapporto tra l individuo e il suo ambiente e si esprime attraverso l assunzione di condotte particolari per il contesto nel quale si attuano. Si può argomentare, quindi, che il disadattamento ricorre ogni qualvolta un individuo non riesce ad integrarsi nel suo ambiente storico e socio-culturale per motivi che possono essere in parte inerenti all individuo stesso ed in parte al contesto sociale in cui vive. Il concetto di disadattamento, oggetto di studio della psico-pedagogia, ha conosciuto una notevole evoluzione dagli anni 50 ad oggi, con significativi sposta- 12

13 menti di attenzioni dai deficit del soggetto disadattato alla sua interazione con le strutture sociali. Tale evoluzione è stata possibile anche grazie alle riflessione avviata da Piaget 4 nell ambito dei processi di elaborazione mentale con il concetto di adattamento, inteso come equilibrio tra assimilazione e accomodamento, e sviluppato poi in campo sociologico da Merton 5 e dalla scuola funzionalista che, ponendo l accento sui processi di interazioni sociale, considerano forme di adattamento la conformità, l innovazione, il ritualismo, la rinuncia e la ribellione. Di queste, le prime tre possono essere definite forme di adattamento vero e proprio in quanto indicano aspetti di consonanza e di integrazione sociale; le ultime due possono essere considerate forme di disadattamento in quanto l una (la rinuncia) è volta verso la passività e l autoesclusione, l altra (la ribellione) tasta l affermazione della propria soggettività 6. Alla luce di tali considerazioni si può ipotizzare che la massima differenza tra disagio e disadattamento sia da rintracciare nel fatto che il disadattamento è uno stare male con gli altri per l incapacità di integrarsi nell ambiente in cui si vive; il disagio, al contrario, è uno stare male con se stessi, anche per l incapacità di accettare se stessi e i propri limiti. 4 Piaget J., Il giudizio morale del fanciullo, Giunti Barbera, Firenze, Lo studioso afferma che dopo lo sviluppo sessuale e nel corso dell'adolescenza, i ragazzi conquistano più esperienza nell'uso della logica simbolica, arrivando a formulare ipotesi, idee e sistemi di volere del tutto personali. Inoltre nello studio per la formazione delle strutture intellettuali afferma che il periodo adolescenziale è caratterizzato dallo sviluppo di un nuovo tipo di pensiero ipoteticodeduttivo (pensiero ipotetico-deduttivo nel quale giocano un ruolo preminente la rappresentazione di situazioni puramente possibili, ipotetiche e la capacità di cogliere anche in modo complesso e nella loro forma astratta i rapporti logici, e di utilizzarli correttamente in procedimenti induttivi e deduttivi rigorosi). 5 Merton R., teorico americano della scuola funzionalista. Corrente dominante del pensiero sociologico anglosassone e nordamericano. Merton ha dato un contributo allo studio della condizione giovanile nella interpretazione del comportamento dissociale. L'autore divide la realtà sociale in struttura culturale, definita come quel complesso organizzato di valori normativi che regolano il comportamento comune dei membri di una determinata società o gruppo, e struttura sociale che è quel complesso organizzato di rapporti sociali in cui i membri delle società sono variamente implicati. L'attenzione di Merton si concentra sui differenti modi di adattamento individuale agli orientamenti delle società, specificando che le categorie che descrivono e raccolgono tali diversi modi si riferiscono non alle personalità, ma al comportamento di ruolo in situazioni specifiche, cioè alle posizioni occuppate dagli individui nel sistema sociale. 6 Regoliosi L., La prevenzione del disagio giovanile, Nis, Roma, 1994, pagg L'autore individua i fattori predisponesti ovvero indicatori che esprimono una qualsiasi inclinazione a percorsi di disagio, abuso o dipendenza, in tale modo riducendo l'evento preventivo e una funzione di controllo e di riduzione del danno. 13

14 Come il disagio, anche il disadattamento si caratterizza per il fatto di rimanere al di sotto della soglia di visibilità sociale e per il suo essere difficilmente comunicabile. In stretto rapporto con la condizione di disadattamento sono anche i concetti di emarginazione e di marginalità. Questi termini, infatti, seppur con qualche apparente somiglianza, indicano situazioni differenti: per marginalità si intende una concreta condizione sociale, mentre l emarginazione è un processo. Fra i due concetti, però, vi è una stretta interazione in quanto l emarginazione consegue il disadattamento, mentre la marginalità può essere sia causa del disadattamento che effetto dell emarginazione. Ciò perché 7 l emarginazione, a differenza della devianza, denota come il disagio sia non tanto un comportamento o un ruolo, ma una condizione sociale, caratterizzata dalla permanente esclusione dal sistema dei diritti-doveri e dall accesso ad una serie di risorse normalmente disponibili che, al contrario, individuano l area o condizione della normalità. Cosi definite, devianza ed emarginazione designano fenomeni distinti ed almeno in parte sovrapponibili, ma non coincidono con quel malessere diffuso che viene indicato come disagio giovanile. 1.3 Il concetto di devianza Nel concetto di devianza entra in gioco una valutazione di tipo sociologico e/o normativo. Il dizionario di sociologia 8 definisce deviante quell atto, comportamento, o espressione, anche verbale, del membro riconosciuto di una collettività, che la maggioranza dei membri della collettività stessa giudicano come uno scostamento o una violazione, più o meno grave sul piano pratico e su quello ideologico, di determinate norme o aspettative o credenze che essi giudicano legittime, a cui di fatto aderi- 7 Neressini.F., Ranci C., Disagio giovanile e politiche sociali, Nis, 1992, pagg Gallino L., Dizionario di sociologia, Unione Tipografica Editrice Torinese, 1978, pagg

15 scono e al quale tendono a reagire con intensità proporzionale al loro senso di offesa. In base a tale interpretazione il concetto di devianza corrisponde all acquisizione di un ruolo o di una identità sociale, individuale o di gruppo, che si raggiunge mediante l assunzione di comportamenti che infrangono una norma socialmente condivisa e che diventano socialmente visibili a causa dell intervento delle agenzie di controllo sociale. In un ottica psicopedagogica, invece, il Corsi 9 (cfr. Enciclopedia pedagogica, a cura di M. Laeng 1989) considera i comportamenti devianti come espressione di una immaturità biologica selettiva e persistente: selettiva in quanto non dipende da un ritardo evolutivo ed è circoscritta solo ad alcuni aspetti della personalità; persistente in quanto non viene risolta e superata dal normale processo di crescita, ma si traduce in una fissazione patologica. Generalmente parliamo di devianza come infrazione manifesta di una norma socialmente condivisa: infrazione che viene sempre associata alle responsabilità individuali di chi assume comportamenti irregolari, i quali sono considerati intenzionali nel caso di devianza e non intenzionali nel caso di disagio. Il motivo per cui si è spesso portati a confondere la devianza con il disagio è da ricercare in una sostanziale analogia fra le vicende che hanno accompagnato lo sviluppo del concetto di devianza nella teoria sociologica e le valutazioni che riguardano il concetto di disagio nell ambito degli studi sulla condizione giovanile. Non di rado i due concetti si sono sovrapposti ed intersecati in un continuo rincorrersi di rimandi; probabilmente, a generare la confusione, è la progressiva acquisizione di nuovi significati, che si affiancano ai precedenti, e la mancata formulazione di un quadro teorico generale che ne consenta una precisa definizione. Aver parlato fin qui di disadattamento, emarginazione, disagio e devianza come di concetti distinti tra loro, non significa che tra essi non vi siano dei nessi ed un eventuale evoluzione. 9 Laeng M., (a cura di), Enciclopedia pedagogica, volume 11, Editrice la Scuola, Brescia 1989 pagg

16 L emarginazione può essere la base di un futuro disagio o la punta emergente di condotte devianti, anche se molte volte taluni comportamenti, pur infrangendo le prescrizioni normative, non raggiungono la soglia di visibilità sociale oltre la quale scattano i meccanismi sanzionatori di controllo, ma sono ugualmente causa di malessere. D altra parte il disagio può presentarsi anche come fattore di accelerazione verso l assunzione di condotte devianti ed attivare un processo di negazione del sé. Regoliosi 10 nelle sue diverse ricerche, discutendo come può verificarsi il passaggio dal disagio alla devianza, considera le condotte devianti come il prodotto finale di un itinerario personale e sociale del giovane, iniziato con un disagio adolescenziale non risolto (perché non adeguatamente supportato), proseguito con esperienze di disadattamento (causato da condizionamenti ambientali) e aggravato da processi di emarginazione e di svantaggio sociale. Quando il comportamento non è più accettato dalla comunità sociale, in quanto contrastante e particolarmente aggressivo nei confronti della norma corrente, allora viene etichettato come deviante. E facile che questo etichettamento risulti essere l estrema attribuzione di una impropria e negativa identità, nella quale il ragazzo stesso alla fine si riconosce. L andamento del fenomeno fin qui descritto potrebbe essere cosi schematizzato: 10 Regoliosi L., La prevenzione di disagio giovanile, Nis, Roma, 1994, pagg

17 IL PERCORSO DEL DISAGIO Crisi adolescenziale Società complessa Disagio evolutivo Disagio socio-culturale Disagio cronicizzante Deprivazioni Disadattamento Condizionamenti ambientali Svantaggio sociale Processi di emarginazione Comportamenti aggressivi non adattivi Fattori rischio specifici Devianza Stigma Occorre comunque evidenziare che il percorso delineato da Regoliosi non è certo obbligatorio. Variabili come la differenza di sesso, il ceto sociale, il diverso contesto familiare, la provenienza da paesi stranieri ed altri variabili connesse ad esperienze personali, possono incidere in modo determinante sulle modalità di risposta, dando vita ad itinerari soggettivi. 17

18 CAPITOLO II L adolescenza: età di evoluzione e di possibile disagio 2.1 L adolescenza: alcune ipotesi interpretative ed i problemi psicologici dell adolescente Il processo di crescita e di sviluppo dell uomo è da lungo tempo oggetto di discussione, ma l adolescenza, intesa come la stagione della vita più incerta e problematica, ha attirato un attenzione particolare solo a partire dal XX secolo. La letteratura di cui oggi disponiamo ed il grande interesse mostrato per l argomento da psicologi, medici e giuristi, rendono il tema dell adolescente un crocevia affollato, con notevoli contributi di varie discipline. L interesse della medicina, della psicologia e della pedagogia è rivolto prevalentemente ai cambiamenti fisiologici dell età, agli apprendimenti intellettuali e sociali ed agli sconvolgimenti che si determinano nella mente dell adolescente. La sociologia e l antropologia, invece, discutono soprattutto il ruolo della società e delle tradizioni culturali nel modo di reagire degli adolescenti e nella ritualizzazione delle crisi adolescenziali. La parola adolescenza deriva dal verbo latino adolescere che significa crescere, maturare e sta a designare il periodo di transizione dalla condizione di dipendenza tipica dell infanzia a quella di autosufficienza dell età adulta: occupa approssimativamente un periodo di tempo che va dai anni ai 18 circa, anche se, come tutte le situazioni di transizione, è difficilmente circoscrivibile ad un arco di tempo rigidamente predefinito. Per questa ragione l inizio dell adolescenza viene segnato individualmente in rapporto ai fenomeni biologici e ai problemi socio-psicologici del contesto di vita, mentre la sua conclusione viene ricondotta all acquisizione, da parte del soggetto, delle capacità di organizzare consapevolmente le proprie esperienze di vita e di relazionarsi in maniera autonoma con il contesto sociale. Quale processo di transizione, essa si realizza ad opera di un certo numero di pressioni: Alcune di esse, cioè quelle fisiologiche ed emotive, sono interne, mentre 18

19 altre sono esterne all individuo ed hanno origine nei coetanei, nei genitori, negli insegnanti e più in generale nella società stessa 11. A volte le pressioni esterne spingono l individuo a passare alla maturità con un ritmo più veloce di quanto egli vorrebbe, mentre altre volte agiscono da freno, sottraendolo di nuovo a quella libertà e indipendenza che considera ormai un suo legittimo diritto. Per questo motivo l adolescenza è considerata anche come un evento stressante, o meglio come una fase del ciclo della vita particolarmente intrisa di cambiamenti e di situazioni critiche, che può costituire per il soggetto una potenziale fonte di stress e di disagio, nel momento in cui debba essere affrontata 12. Riguardo a questo processo di transizione sono state finora avanzate tantissime ipotesi. In passato, nell ambito della psicologia evolutiva, alcune teorie basavano i loro argomenti sull esperienza personale e su considerazioni filosofiche, mentre oggi si basano su studi sistematici, sull osservazione controllata e sulla ricerca sperimentale. Il primo studio organico dell adolescenza è stato quello dello psicologo americano Stanley-Hall 13, oggi considerato il padre fondatore di una psicologia dell adolescenza scientificamente fondata. La sua interpretazione si basa su tre tesi fondamentali: l adolescenza vista come una nuova nascita rispetto a quella del bambino e come un radicale rinnovamento di tutti gli aspetti della personalità. Esiste una netta contrapposizione fra il bambino e l adulto sia nel modo di guardare che di relazionarsi: il bambino tende a rivolgere la sua attenzione verso la realtà esteriore, mentre l adolescente è costantemente orientato verso la sua vita interiore; 11 Coleman J.C., La natura dell'adolescenza, Il Mulino, Bologna, 1983, pagg Pombeni L., Disagio adolescenziale e prevenzione: dalle conoscenze alle strategie di intervento in B. Zani (diretta da), Le dimensioni della psicologia sociale, Nis, Roma, 1994, pag Petter G., I problemi psicologici dell' adolescenza e della preadolescenza, Nis, Roma, 1993, pagg Lo studioso Stanley-Hall ha pubblicato nel 1904 il primo lavoro sistematico sull'adolescenza, concepita come una seconda nascita, nel corso della quale le strutture della personalità si rinnovano completamente. Hall riteneva che vi fosse una netta discontinuità tra lo sviluppo infantile e quello adolescenziale, a causa dei differenti atteggiamenti di base. Infatti mentre il bambino è orientato prevalentemente verso l'esterno e muove alla conquista del mondo, l'adolescente viceversa è orientato verso l interno, totalmente centrato sulla riflessione intorno al suo mondo interiore. 19

20 il passaggio dall infanzia all adolescenza quale forma drammatica e tempestosa di sviluppo; il passaggio dall infanzia all età adulta ed il suo carattere drammatico e contraddittorio quale fenomeno conseguente allo sviluppo e alla maturazione sessuale. In opposizione alla teoria di Hall alcuni autori 14, ponendo l accento su un a- spetto particolare, dimostrano, invece, una certa continuità nello sviluppo: Freud in rapporto allo sviluppo sessuale; Erikson riguardo alla formazione dell identità e Piaget relativamente allo sviluppo delle strutture intellettuali. S. Freud, contemporaneamente agli studi americani di Hall sull adolescenza, interpreta il processo evolutivo in termini concettuali nuovi, legati alla sperimentazione psicoterapeuta ed ispirati ad una concezione dinamica dei processi psichici. In questa interpretazione l adolescenza è vista in una prospettiva di continuità, nella quale il periodo di latenza funge da mediazione fra l infanzia e l esplosione della pubertà 15. La concezione psicoanalitica avanza l ipotesi che al termine della fase puberale emergono differenti istinti che disturbano l equilibrio psichico acquisito alla fine dell infanzia, causando un rivolgimento emotivo interno e, per conseguenza, accentuando fortemente il carattere vulnerabile della personalità. A questo stato di cose si aggiungono altri due fattori: la ricerca di oggetti da amare fuori dalla famiglia e l uso di meccanismi di difesa psicologica per far fronte agli istinti e all ansia. In base a tale ipotesi, Blos 16 considera l adolescenza come il secondo processo di formazione dell individualità rispetto al primo che giunge a compimento verso la fine del terzo anno. Tra i due momenti egli evidenzia molti caratteri comuni, tra cui: l urgente bisogno di cambiamenti psicologici che consentano l adattamento dell individuo alla maturazione; 14 Erikson, Freud S., Piaget mettono in evidenza lo stretto rapporto che intercorre fra le esperienze infantili e la situazione adolescenziale. 15 Coleman J.C., La natura dell'adolescenza, Il Mulino, Bologna, 1983, pag Blos P., L' adolescenza, F.A.I., 1987, studioso di indirizzo psicoanalitico che ha tentato di connettere le componenti sociali con gli elementi psicologici personali. 20

21 l accentuarsi del carattere vulnerabile della personalità; la condizione psicopatologica specifica, conseguente all impatto dell individuo con le vere difficoltà. Un altro interessante contributo della teoria psicanalitica è l attribuzione di particolare rilievo alla formazione dell identità e a possibili crisi di identità. Questo aspetto della teoria è strettamente associato al nome di Erik Erikson 17, il cui approccio teorico si ricollega a quello di Blos, per quanto concerne il concetto di personalità difficile o disturbata ed il tema delle inquietudini adolescenziali. Secondo Erikson 18 un aspetto centrale dello sviluppo adolescenziale è l acquisizione di una identità personale che, pur se conseguita in modi diversi nelle differenti culture, ha un elemento comune in tutte le tradizioni: l idea che il fanciullo, al fine di acquisire una solida identità adulta, debba sempre ricevere un valido riconoscimento delle proprie conquiste durante l infanzia (fiducia di base). A tale proposito egli sottolinea che l uomo, dall inizio alla fine della sua esistenza, è organizzato in gruppi di natura storico-geografica: famiglia, classe, comunità, nazione. Egli è quindi in ogni suo momento contemporaneamente un organismo, un Io ed un membro di una società ed è sempre coinvolto in tutti e tre di questi processi di organizzazione: il suo corpo è esposto alla tensione e al dolore, il suo Io all angoscia ed in quanto membro della società, egli è sensibile al panico che può invadere il suo gruppo, ed è proprio in queste condizioni che ognuno ricerca e sviluppa un identità matura, il più possibile stabile. Un altro contributo rilevante sulla natura dell adolescenza è dato da Lewin, il quale come Erikson, ammette l influenza della cultura sul comportamento della persona, e sostiene che un ambiente psicologicamente instabile durante il periodo adolescenziale produce instabilità nell individuo. 17 Erikson E. Nella psicologia troviamo un contributo più specifico per l'elaborazione di alcuni dei concetti chiave utilizzati per spiegare il comportamento adolescente e/o giovanile. Primo riferimento è all'opera di Erikson: secondo la scuola psicoanalitica, l'adolescenza ha inizio con la maturazione biologica, ma ha una durata varia, strettamente connessa con le vicende del conflitto fra Io ed Es. Erikson indica nel raggiungimento della identità dell'io o nella diffusione dell'identità l'esito positivo o negativo della crisi adolescenziale. Analizza come il processo attraverso il quale si giunge alla i- dentità si svolga in modo differenziato in contesti culturali. 18 Erikson E., Infanzia e società, Edizione Avio, Roma, 1996, pagg

22 Secondo Lewin 19 il soggetto e il suo ambiente sono un insieme di fattori interdipendenti: se le mete raggiunte durante il processo di sviluppo, soddisfano bisogni e desideri, essi hanno valenza positiva, se invece impediscono il soddisfacimento hanno valenza negativa e minacciano o danneggiano il futuro sviluppo, procurando frustrazione e disagio. Come è evidente tutte le principali posizioni teoriche, sebbene differiscono tra loro su molti aspetti, sono tuttavia concordi nel ritenere che l adolescenza è un periodo di possibile forte disagio nel corso dello sviluppo umano. 2.2 I compiti evolutivi tipici dell adolescenza I compiti evolutivi tipici, a cui ogni adolescente deve far fronte nel suo processo di crescita, sono: lo sviluppo fisico, con il passaggio da una struttura corporea ancora di tipo infantile a quella di un adulto; lo sviluppo sessuale, con il superamento del conflitto di Edipo e lo spostamento degli investimenti libidici verso l esterno della famiglia; lo sviluppo intellettuale, con un nuovo tipo di pensiero ipotetico-deduttivo e l acquisizione di maggiore autonomia cognitiva; lo sviluppo del concetto di sé, con l acquisizione di una proprio identità matura e la conquista dell indipendenza psicologica dagli adulti. Tutto ciò accompagnato dall esigenza di integrazione con un nuovo gruppo di coetanei, di un buon inserimento all interno delle strutture scolastiche e la successiva preparazione ad una attività lavorativa, che caratterizzerà l intero periodo della vita adulta. In rapporto a ciascuno di questi compiti evolutivi si presentano difficoltà più o meno rilevanti a cui l adolescente non sempre riesce a reagire positivamente: pos- 19 Lewin K. : il gestaltista più interessato ad affrontare i problemi del rapporto individuo-società, organizzò un discorso globale composto di costrutti dinamici a loro interdipendenti, per cui l'adolescenza, in quanto momento particolare dello sviluppo, può essere definita in base ad alcune precise proprietà dinamiche da cui possono essere tratti concetti adeguati per spiegare comportamenti e atteggiamenti degli adolescenti. 22

23 sono instaurarsi situazioni conflittuali, sentimenti di inadeguatezza, ansia, tensione e stati di vero e proprio disagio con risposte talvolta devianti. Il processo di crescita può essere vissuto come doloroso e difficile da sopportare a lungo. È per questo che solitamente l adolescente cerca altre vie, o rifugiandosi tra i coetanei, o tornando indietro fino a diventare di nuovo bambino nella propria famiglia, oppure allontanandosi da essa, scegliendo di isolarsi, vivendo avventure e lottando per avere successo fino a conquistarsi uno status autonomo. Può, inoltre, reagire a questo stato di disagio e di conflitto camuffando le proprie insoddisfazioni sotto un manto di menzogne, di finzioni, di insincerità, eccetera, che si possono presentare attraverso, ad esempio, il disadattamento scolastico. Il punto cruciale della sua condizione è legato al grado di sofferenza del disagio che egli riesce a tollerare, nel tentativo di riuscire a conquistarsi una propria i- dentità autonoma di adulto. I termini crisi o disagio riferiti all adolescenza descrivono perciò non tanto la repentinità con cui questi compiti evolutivi si verificano, ma la loro intensità. Nel delineare una situazione di crisi è pertanto opportuno guardare più da vicino le risonanze psicologiche che i vari compiti evolutivi determinano nell adolescente. 2.3 Sviluppo fisico e risonanze psicologiche. Il motivo principale che induce a prestare attenzione allo sviluppo corporeo è da ricercare nel fatto che la presenza o assenza di determinate abilità fisiche ha notevole influenza sul concetto di sé. Infatti, la trasformazione dell aspetto corporeo, che è molto più rapida ed evidente di quella verificatasi negli anni precedenti, suscita nel ragazzo una sorta di insicurezza circa l immagine di sé, che durante l ultimo periodo della fanciullezza era diventata per lui qualcosa di stabile e fonte di sicurezza 20. Con l adolescenza le sue abilità motorie ed espressive, di cui ne andava fiero, sembrano improvvisamente diverse e le parti del corpo, cresciute troppo rapidamen- 20 Petter G., I problemi psicologici dell adolescenza e della preadolescenza, 1993, Nis, Roma, Pagg

24 te, tendono a sfuggire al controllo neuro-muscolare conquistato con fatica negli anni precedenti: la voce non sembra più obbedire alla volontà e può cambiare tono improvvisamente; i movimenti divengono meno coordinati e il suo modo di camminare più goffo. Queste situazioni sono di per sé fonte di tensione e di stress per l adolescente e creano disagio soprattutto quando dal confronto con i coetanei e- mergono differenze, disarmonie e sproporzioni fra le diverse parti del corpo, che sono vissute come svantaggiose o come difetti, e ai quali si è soliti attribuire più importanza di quella che hanno in realtà. Si tratta sicuramente di particolarità come ad esempio una dentatura irregolare, gambe storte, mani grosse, spalle piccole, fianchi larghi, un certo grado di miopia e cosi via. Ciò che colpisce, in questi casi, è l eccessivo rilievo psicologico che questi caratteri assumono per chi ne è portatore. Insomma pare proprio che l adolescente abbia difficoltà ad accettare i cambiamenti. Queste preoccupazioni, fonte di malessere e di disagio, sembrano attenuarsi negli anni successivi fino a scomparire quasi del tutto al termine dell adolescenza, quando il ragazzo acquisisce ed accetta la propria immagine. 2.4 Sviluppo sessuale e risonanze psicologiche. L irruenza della pubertà e le conseguenti trasformazioni di alcune parti del corpo costituiscono un altra importante caratteristica dell adolescenza. La maturazione puberale, con una serie di trasformazioni sollecitate da mediatori chimici (gli ormoni), dà origine a numerosi cambiamenti fisici, come la comparsa di peli nella zona pubica, l inizio del ciclo mestruale, lo sviluppo del seno e il cambiamento del tono della voce. Si tratta di trasformazioni che possono costituire una fonte diretta di preoccupazioni o di situazioni conflittuali soprattutto per le ragazze che, a differenza delle modificazioni riscontrabili nei ragazzi, con la prima mestruazione avvertono in maniera netta lo stacco tra i due periodi (infanzia e adolescenza). 24

25 Questo brusco passaggio può suscitare nelle ragazze sentimenti diversi e opposti, come la gioia per quello che succede e l accettazione di sé, ma anche sentimenti di ansia e rifiuto, che possono essere causa di imbarazzo nelle situazioni sociali. Spesso l adolescente, quindi, tende a mascherarli attraverso atteggiamenti di emarginazione dal gruppo e comportamenti incongrui nelle situazioni e/o nei compiti che la società gli impone. Per il ragazzo la maturazione sessuale è meno drammatica, ma non per questo fonte di minor disagio. I mutamenti che costituiscono i segni più visibili di tale maturazione non sono immediati come per le ragazze, ma avvengono in modo piuttosto graduale e non danno luogo a grosse crisi. Anche se in maniera minore, essi, comunque, possono costituire una fonte diretta di tensione, stress e disagio sia nel sociale che nei gruppi di coetanei. Per il ragazzo un importante fonte di malessere è l atto masturbatorio, che può essere condizione di ansia se è vissuto negativamente come qualcosa di vergognoso e di proibito. Fino a poco tempo fa regnava la convinzione che la masturbazione fosse la causa diretta di disturbi psichici più o meno gravi (stordimenti, emicranie, stanchezza, insonnia, debolezza generale e persino pazzia). Benché tale convinzione non abbia fondamento scientifico, è accertato che la condanna implicita o esplicita della masturbazione ha una risonanza negativa nella psiche dell adolescente e rappresenta la punta emergente di disagio esistenziale più o meno permanente. 2.5 Sviluppo intellettuale e risonanze psicologiche Nell adolescenza una delle aree di sviluppo meno accessibili ad un osservatore esterno è quella cognitiva, che non presenta segni esteriori ben visibili, come invece accade per lo sviluppo fisico. Eppure sono proprio le trasformazioni di quest area che presentano incessanti ripercussioni su numerosi comportamenti ed atteggiamenti dell adolescente. 25

26 Il lavoro di Piaget 21, punto di partenza più sicuro per un esame dello sviluppo cognitivo durante il periodo adolescenziale, considera lo sviluppo quantitativo e qualitativo delle strutture intellettive come il passaggio ad un nuovo modo di pensare, una integrazione ed una trasformazione lenta, che può procedere con ritmi diversi, a volte anche a ritroso per poi progredire, prima che si affermi pienamente il nuovo modo di pensare di tipo logico-formale. Ma perché Piaget definisce questo livello di struttura mentale come pensiero ipotetico-deduttivo? L espressione ipotetico-deduttivo racchiude in se due caratteristiche fondamentali di tale pensiero: è ipotetico perché si tratta di un pensiero che è ormai in grado di utilizzare, come punto di partenza di un ragionamento, non più soltanto le situazioni reali, constatabili percettivamente o sperimentate poco prima, ma anche situazioni ipotetiche; deduttivo perché si tratta di un pensiero il quale, partendo da certe ipotesi, trae delle conseguenze sulla base di rapporti che gli sono noti e che permettono di collegare un affermazione con un altra ovvero una proposizione con un'altra 22. Le prime manifestazioni del pensiero formale possono comparire verso la fine della scuola elementare e procedere gradualmente sino all età adulta, presentandosi prima in un area e poi in un altra. Studi svolti negli ultimi decenni hanno evidenziato come Piaget sia stato troppo ottimista nell affermare che la maggioranza degli adolescenti tenda a pensare per operazioni formali già a anni; altri evidenziano, infatti, come solo una minoranza di adolescenti riesce a raggiungere pienamente lo stadio delle operazioni formali a 16 anni. Di solito questo stadio o viene raggiunto più tardi, oppure non viene raggiunto affatto: possiamo infatti incontrare molte persone fra gli adulti che tendono a ragionare per ipotesi isolate, rifiutando ogni possibile cambiamento. Le cause di questo ritardo sono da addebitare a fattori concreti, quali: le pressioni dell am- 21 Piaget: studioso dello sviluppo delle strutture intellettuali, afferma che il periodo adolescenziale è caratterizzato dallo sviluppo di un nuovo tipo di pensiero ipotetico-deduttivo (pensiero ipotetico deduttivo nel quale giocano un ruolo preminente la rappresentazione di situazioni puramente possibili ipotetiche e la capacità di cogliere anche in modo riflesso, e nella loro forma astratta, i rapporti logici, e di utilizzarli correttamente in procedimenti induttivi e deduttivi rigorosi. 22 Petter G., I problemi psicologici dell adolescenza e della preadolescenza, Nis, Roma, 1993, Pagg

27 biente sociale, l immagine di sé, gli atteggiamenti dei genitori e l ambiente domestico in cui si vive. Non possiamo, però, trascurare di ricordare che lo sviluppo cognitivo, caratterizzato dall acquisizione di nuove capacità, interviene in vario modo anche sull affettività e sugli atteggiamenti sociali del ragazzo, anche se è difficile accertare quanto i cambiamenti emotivi siano influenzati da quelli intellettivi e viceversa. Gli stessi cambiamenti intellettivi sono per l adolescente una concausa della sua crisi e allo stesso tempo del suo superamento, quindi un fattore importante nella formazione della personalità e nella visione globale e personale del mondo. Sono infatti l aumento delle capacità intellettive, il pensiero critico e l acquisizione di nuove forme di astrazione-generalizzazione che portano l adolescente a considerare la società ed i valori in modo differente da quanto aveva fatto precedentemente. In questa fase, più che in ogni altro momento, l adolescente si accorge delle incongruenze sociali, e diventa molto critico anche nei confronti degli adulti che lo circondano. A queste situazioni reagisce con un affannosa ricerca di un compagno ideale e/o leader: spesso si rifugia nel gruppo con cui cerca di risolvere alcune contraddizioni sociali o di colmare i sensi di colpa generati dai suoi scostamenti dalle regole della comunità. Un particolare aspetto dello sviluppo cognitivo è anche il pensiero morale. L atteggiamento di ogni adolescente di fronte al problema dei valori è di solito critico e/o di rifiuto. Tra le teorie avanzate per spiegare lo sviluppo dei concetti morali tra i giovani, quello cognitivo-evolutivo di Piaget 23 costituisce senz altro l approccio più strutturato. Piaget parla di giudizio morale e ne descrive due stadi principali: la fase detta del realismo morale o morale dell obbedienza, in cui gli adolescenti interpretano azioni ed esprimono i giudizi su base oggettiva e concreta; la fase della moralità, della cooperazione e della reciprocità, in cui la valutazione ed i giudizi di merito sulla moralità delle azioni e dei fatti osservati sono e- spressi su base soggettiva o della intenzionalità. 23 Piaget J., Il giudizio morale del fanciullo, Giunti Barbera, Firenze,

28 2.6 Sviluppo del concetto di Sé e risonanze psicologiche Abbiamo già visto che l adolescente diventa sempre più capace di porsi di fronte alla realtà in modo nuovo, assumendo posizioni nei confronti di sé stesso, degli altri e del mondo. Questo lungo cammino, sia psicologico che morale, viene generalmente indicato come conquista dell identità. Tale conquista si concretizza come risposta a quattro quesiti, che ogni adolescente si pone nel corso degli anni: Chi sono io? Quale è il fine della mia vita? Perché sono al mondo? Perché mi avete messo al mondo? A questi interrogativi l adolescente cerca di rispondere attraverso l assunzione di comportamenti di autonomia/dipendenza, conformismo/ribellione, spontaneità/riserbo, progettualità/passività. È opportuno ricordare che la formazione dell identità non è prerogativa dell adolescenza: ogni individuo, fin dai primi giorni di vita, è una persona differente da tutte le altre e cerca di costruirsi una identità personale in base alle proprie capacità fisiche e mentali, che gli permetteranno di fronteggiare le diverse situazioni con comportamenti che lo rendono unico e inconfondibile. Tale processo, tuttavia, pur avendo avuto inizio durante l infanzia, trova il suo punto culmine nell adolescenza: è in questi anni che il concetto di sé subisce sia un consolidamento che un cambiamento, cui si è fatto cenno. Esaminando la formazione dell identità nell adolescenza non si può trascurare di dare una risposta a due interrogativi fondamentali: quando è stabile l immagine di sé in un adolescente? fino a che punto il cambiamento dell immagine di sé concorre alla formazione di un disturbo della personalità o ad un possibile stato di disagio? Per rispondere a questi interrogativi sono state fatte una serie di ricerche longitudinali che hanno evidenziato come l immagine di sé, che un ragazzo costruisce negli anni, tende a restare stabile nel periodo adolescenziale, soprattutto se positiva; tende a divenire meno stabile se invece negativa. Per quanto riguarda il secondo interrogativo, l elenco dei fattori che concorrono allo sviluppo dell idea di sé risulta alquanto lungo e complesso, con variabili che 28

29 vanno dalle più evidenti, quali i cambiamenti fisici, alle più latenti, come gli stati emozionali. Altri studi hanno evidenziato come una bassa o alta stima di sé è legata ad un insieme di fattori quali la depressione, l ansia, un basso rendimento scolastico, l incapacità nelle relazioni sociali, la constatazione di non possedere in misura adeguata certe qualità altamente desiderabili, quali la fiducia in sé stessi, un forte impegno nel lavoro, la capacità di far colpo sugli altri e di godere la fiducia altrui. A questo elenco occorre aggiungere altri due fattori importanti: l immagine del proprio corpo e la dissonanza del contesto. In particolare è stata dimostrata l importanza che l autogradimento o, al contrario, la non accettazione del proprio corpo ha sulla formazione del concetto di sé, così il far parte di una minoranza o il semplice sentirsi inferiore nel gruppo. Sembra chiaro a questo punto che non solo l immagine fisica, ma anche il retroterra familiare, e le situazioni emotive vissute nel sociale possono incidere sulla formazione dell identità, così come l ambiente sociale e lo stile di vita. Secondo G.Petter il cammino, che porta alla formazione e al consolidamento dell identità nel ragazzo, passa attraverso fasi che si configurano come: identità vissuta (infanzia e fanciullezza) identità cercata (pre-adolescenza) identità riflessa (adolescenza). L identità vissuta è riferita ai primi 12 anni di vita, anni in cui assistiamo all apparire di : la percezione di essere una individualità a sé, separata dalla madre e con una propria autonomia, la percezione della propria categoria sessuale di maschio o femmina, la scoperta di avere un corpo come gli altri, ma allo stesso tempo diverso il riconoscimento di abilità fisiche e psichiche che costituiscono l unità della persona. Il secondo periodo, generalmente indicato come identità cercata, è caratterizzato dalla ricerca sempre più attiva di situazioni nuove da sperimentare. Il terzo periodo, l identità riflessa, coincide con l adolescenza ed è caratterizzata da una riflessione centrata sulla persona e dalla ricerca di una immagine di sé 29

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

Anno Scolastico 2007 2008. Progetto di Tirocinio Animazione Musicale

Anno Scolastico 2007 2008. Progetto di Tirocinio Animazione Musicale Istituto di Istruzione Superiore L.R. D.M. 14/06/1946 e Paritario provvedimento del 28/02/2001 "Gesù Eucaristico" Indirizzi: Socio-Psico-Pedagogico Linguistico via Monte, 52-75019 Tricarico MT tel. + fax

Dettagli

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? Il Lavoro di cura fisica e psichica necessaria al benessere e alla crescita del bambino è parte integrante del Progetto Educativo

Dettagli

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Accettazione della malattia diabetica e la famiglia Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Malattia cronica Condizione patologica che dura tutta la vita Medico deviazione da una norma biologica. Oggettività

Dettagli

Progetto. Educazione alla salute e psicologia scolastica

Progetto. Educazione alla salute e psicologia scolastica Progetto Educazione alla salute e psicologia scolastica Il progetto di psicologia scolastica denominato Lo sportello delle domande viene attuato nella nostra scuola da sei anni. L educazione è certamente

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Project Cycle Management

Project Cycle Management Project Cycle Management Tre momenti centrali della fase di analisi: analisi dei problemi, analisi degli obiettivi e identificazione degli ambiti di intervento Il presente materiale didattico costituisce

Dettagli

L adozione di un bambino già grande e l arrivo dell adolescenza Marco Chistolini Adolescenza adottiva L adozione è una condizione esistenziale che ha tratti comuni e profonde differenze. Questo assunto

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI I I figli crescono Primo incontro 25.11.06 La scuola superiore: l adolescente l tra scuola e famiglia Secondo incontro17.02.07 La relazione tra genitori e figli adolescenti:

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

Argomenti: - La consapevolezza di sés - Il concetto di sés - La stima di sés - Le influenze esterne

Argomenti: - La consapevolezza di sés - Il concetto di sés - La stima di sés - Le influenze esterne Lo sviluppo del sé MODULO 14 1. Individualità e identità di genere 2. Lo sviluppo del sé 3. Continuità e discontinuità Argomenti: - La consapevolezza di sés - Il concetto di sés - La stima di sés - Le

Dettagli

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere

Dettagli

L intelligenza numerica

L intelligenza numerica L intelligenza numerica Consiste nel pensare il mondo in termini di quantità. Ha una forte base biologica, sia gli animali che i bambini molto piccoli sanno distinguere poco e molto. È potentissima e può

Dettagli

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA INSEGNANTI DI RIFERIMENTO: Scainelli Stefania e Pallotti Alessandra PREMESSA - L INGRESSO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA. L ingresso alla Scuola dell Infanzia è una tappa

Dettagli

Cosa ci può stimolare nel lavoro?

Cosa ci può stimolare nel lavoro? a Cosa ci può stimolare nel lavoro? Quello dell insegnante è un ruolo complesso, in cui entrano in gioco diverse caratteristiche della persona che lo esercita e della posizione che l insegnante occupa

Dettagli

MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo

MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo - L individualità - Lo sviluppo dell identità di genere - La costruzione e lo sviluppo del sé - Continuità e discontinuità nello sviluppo - Traiettorie

Dettagli

Formazione genitori. I percorsi

Formazione genitori. I percorsi Formazione genitori Sappiamo che spesso è difficile trovare un po di tempo per pensare a come siamo genitori e dedicarci alla nostra formazione di educatori, sappiamo però anche quanto sia importante ritagliarsi

Dettagli

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità ANALISI DEL TITOLO Per prima cosa cercheremo di analizzare e capire insieme il senso del titolo di questo lavoro:

Dettagli

La ricerca empirica in educazione

La ricerca empirica in educazione La ricerca empirica in educazione Alberto Fornasari Docente di Pedagogia Sperimentale Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Il ricercatore ha il compito di trovare relazioni

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato

Dettagli

ORIENTARE = EDUCARE ALLE SCELTE

ORIENTARE = EDUCARE ALLE SCELTE ORIENTARE = EDUCARE ALLE SCELTE Porre l individuo in grado di prendere coscienza di sé, di progredire per l adeguamento dei suoi studi e della sua professione rispetto alle mutevoli esigenze della vita

Dettagli

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità (abstract) Da LA FORMAZIONE COME STRATEGIA PER L EVOLUZIONE DEI SERVIZI PER I DISABILI Provincia di Milano 2004 A cura dello Studio Dedalo Rifocalizzare

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Assertività. Un adeguata comunicazione deve avere al meno tre elementi. Assenza Di paure o Inibizioni sociali. di sé

Assertività. Un adeguata comunicazione deve avere al meno tre elementi. Assenza Di paure o Inibizioni sociali. di sé Assertività Un adeguata comunicazione deve avere al meno tre elementi Presenza di Affinate Abilità interpersonali Assenza Di paure o Inibizioni sociali Buona immagine di sé Privata e professionale ESSERE

Dettagli

Sport e benessere psicofisico dell adolescente. Giuseppina Speltini Università di Bologna

Sport e benessere psicofisico dell adolescente. Giuseppina Speltini Università di Bologna Sport e benessere psicofisico dell adolescente Giuseppina Speltini Università di Bologna Adolescenza e società contemporanea Adolescenza prolungata, soprattutto in Italia rispetto agli altri Paesi UE Segni

Dettagli

PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA EDUCATIVO-PREVENTIVA anno scolastico 2012/2013 Scuola dell Infanzia Don Antonio Dalla Croce Monteforte d Alpone a cura di: Sara Franchi PREMESSA La proposta di questo progetto

Dettagli

Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco.

Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco. Il laboratorio teatrale è un occasione di scambio e confronto reciproco in

Dettagli

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura Progetto per le attività laboratoriali Anno 2012-2013 Giochi nel mondo Laboratorio di intercultura Premessa: Oggi, più di ieri, ci si rende conto che le nuove generazioni hanno bisogno di una proposta

Dettagli

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin Anno 2004/2005 LA FIGURA DEL FORMATORE CSI -LE SUE PECULIARITÀ E LA SUA MISSION- CORSO SNES-CSI PER FORMATORI Bologna, 3 dicembre 2005 Lara Rossin 1 INTRODUZIONE Non si insegna e non si può insegnare,

Dettagli

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina CURRICULUM DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE/EDUCAZIONE FISICA Nella stesura del curriculum di Scienze Motorie e Sportive/Educazione Fisica si

Dettagli

è lo spazio che intercorre tra gli obiettivi degli interessati che hanno la volontà di

è lo spazio che intercorre tra gli obiettivi degli interessati che hanno la volontà di Sessione La negoziazione Introduzione INTRODUZIONE Il presente modulo formativo ha lo scopo di aiutare il manager a riesaminare le dinamiche interpersonali e le tecniche che caratterizzano una negoziazione

Dettagli

IL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta. Valeria Aquaro

IL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta. Valeria Aquaro IL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta Valeria Aquaro E essenzialmente un attività di AIUTO, con proprie e specifiche caratteristiche. Si è sviluppata a partire dagli anni 60 come fenomeno sociale

Dettagli

I DISTURBI COMPORTAMENTALI

I DISTURBI COMPORTAMENTALI IC1 PESCANTINA A.S. 2013-2014 I DISTURBI COMPORTAMENTALI Ins. Francesca Bonafini Ins. Gisella Di Marco Associazione Nuovi Talenti Speciali BES: BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE MACROCATEGORIA CHE COMPRENDE MOLTE

Dettagli

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL 20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL DOTT. ANDREA TOSI Chi sono i miei interlocutori Quale è il mio ruolo Quale situazione devo affrontare Quale richiesta mi viene effettuata Cosa faccio io di fronte

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

Questionario di interessi professionali Q.I.P.

Questionario di interessi professionali Q.I.P. Questionario di interessi professionali Q.I.P. Gli interessi professionali Nella vita di una persona, la scelta del percorso formativo e della professione rappresentano momenti importanti e significativi.

Dettagli

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona

Dettagli

La Leadership efficace

La Leadership efficace La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2

Dettagli

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI GIORNATE DI SUPPORTO ALLA FORMAZIONE DEI REFERENTI PER LA DISLESSIA DELLA LOMBARDIA 22 Aprile 2008 DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI Rosy Tavazzani Montani PERCHE L INSEGNANTE DOVREBBE

Dettagli

Capitolo VII. Trasmissione, conservazione e cambiamento culturale

Capitolo VII. Trasmissione, conservazione e cambiamento culturale I processi comunicativi Uno dei veicoli più importanti di diffusione della cultura è il linguaggio, al cui proposito occorre rilevare che: tra linguaggio e pensiero esiste un complesso processo di interazione

Dettagli

Servizi di psicologia per la famiglia, per i genitori e i figli

Servizi di psicologia per la famiglia, per i genitori e i figli www.centroap.it Servizi di psicologia per la famiglia, per i genitori e i figli TEST DI RIUSCITA SCOLASTICA PER LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO svolto sul sito del Centro AP www.orientastudenti.it

Dettagli

LIFE SPAN PSYCHOLOGY Prof Anna Pelama7 AA 2013-14

LIFE SPAN PSYCHOLOGY Prof Anna Pelama7 AA 2013-14 LIFE SPAN PSYCHOLOGY Prof Anna Pelama7 AA 2013-14 1 Psicologia dell età evolutiva Per molto tempo l oggetto principale è stato lo sviluppo dalla nascita alla fine dell adolescenza Necessità pratiche: Ø

Dettagli

LA RICERCA INFERMIERISTICA

LA RICERCA INFERMIERISTICA Prof. ssa Eufemia Renzi LA RICERCA INFERMIERISTICA DIAPOSITIVA N. 2 IL SIGNIFICATO DI RICERCA INFERMIERISTICA La ricerca infermieristica opera su due grandi aree interdipendenti: quella teorica nursing

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

ALL. A Competenze chiave di cittadinanza

ALL. A Competenze chiave di cittadinanza ALL. A Competenze chiave di cittadinanza Cosa sono Dove se ne parla Riferimenti europei L intreccio Nel dettaglio A cosa servono Cosa contrastare Come si acquisiscono Le competenze chiave di cittadinanza

Dettagli

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

L uso e il significato delle regole (gruppo A) L uso e il significato delle regole (gruppo A) Regole organizzative: devono essere rispettare per far sì che la struttura possa funzionare e che si possa vivere in un contesto di rispetto reciproco; Regole

Dettagli

LA COPPIA TRA GENERATIVITÀ E GENITORIALITÀ

LA COPPIA TRA GENERATIVITÀ E GENITORIALITÀ LA COPPIA TRA GENERATIVITÀ E GENITORIALITÀ www.lezione-online.it 1 PREFAZIONE Da sempre la letteratura psicologica, pedagogica e scientifica propone modelli che sovente, negli anni, perdono di valore e

Dettagli

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009 RICERCA-AZIONE ovvero l insegnamento riflessivo Gli insegnanti sono progettisti.. riflettono sul contesto nel quale devono lavorare sugli obiettivi che vogliono raggiungere decidono quali contenuti trattare

Dettagli

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I.

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Non esiste, al giorno d oggi, un parere unanime della comunità scientifica sulla definizione di intelligenza. In generale, potremmo dire che è

Dettagli

Visita il sito www.epc.it

Visita il sito www.epc.it Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO Benedetta Baquè Psicologa - Psicoterapeuta I BISOGNI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI Ogni bambino ha diritto a crescere in una famiglia, la propria o se questa non

Dettagli

Scuola dell Infanzia Parrocchiale San Domenico Via C.P. Taverna n.6 20050 Canonica di Triuggio Tel.0362.997127 P.I. 00985860964

Scuola dell Infanzia Parrocchiale San Domenico Via C.P. Taverna n.6 20050 Canonica di Triuggio Tel.0362.997127 P.I. 00985860964 Pagina 1 di 7 PREMESSA E FINALITA La sezione primavera nasce, all interno della scuola dell Infanzia nel settembre 2007 come sperimentazione messa in atto dal Ministro Fioroni e continua fino ad oggi.

Dettagli

LAVORO DI GRUPPO. Caratteristiche dei gruppi di lavoro transnazionali

LAVORO DI GRUPPO. Caratteristiche dei gruppi di lavoro transnazionali LAVORO DI GRUPPO Caratteristiche dei gruppi di lavoro transnazionali Esistono molti manuali e teorie sulla costituzione di gruppi e sull efficacia del lavoro di gruppo. Un coordinatore dovrebbe tenere

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare

Dettagli

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Tornare a «danzare la vita» dopo un intervento al seno Micaela Bianco I passaggi Coinvolgimento medici e fisioterapiste

Dettagli

I disturbi di comprensione del testo scritto

I disturbi di comprensione del testo scritto I disturbi di comprensione del testo scritto Le difficoltà nella comprensione del testo sono pervasive e difficili da identificare. L insegnante avverte una sensazione di disagio nell interazione con il

Dettagli

Indice. 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 LEZIONE MONITORARE UN PROGETTO FORMATIVO. UNA TABELLA PROF. NICOLA PAPARELLA Indice 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3 2 di 6 1 Il

Dettagli

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari Cosa è il BULLISMO Il termine bullismo è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno

Dettagli

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30 Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30 Da dove siamo partiti La Diocesi e la Caritas hanno cercato sempre più di configurarsi come

Dettagli

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI SETTORE VIII SERVIZI SOCIALI, POLITICHE GIOVANILI E SPORT PROGETTO DOPOSCUOLA PINOCCHIO 1 PREMESSA Nell'ambito del programma degli interventi e servizi socio-assistenziali,

Dettagli

POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting)

POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting) POLO EDUCATIVO CITTADINO Analisi degli ostacoli AREA RELAZIONE (problem setting) 1 Quali sono le dimensioni rilevanti di questo ostacolo: LA RELAZIONE EDUCATIVA è SALTATA? 1. Unico preside con molti insegnanti

Dettagli

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete

Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione. Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Monitoraggio fasi finali del progetto e valutazione Elementi di caratterizzazione del progetto della rete Oggetto problema Osservazioni rispetto all autoanalisi Oggetto definito e area di riferimento Coerenza

Dettagli

Scuola Triennale di Counseling Integrato. CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP. Formazione teorico - pratica. Empowerment

Scuola Triennale di Counseling Integrato. CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP. Formazione teorico - pratica. Empowerment Scuola Triennale di Counseling Integrato CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP Formazione teorico - pratica Empowerment Più attenzione sulle risorse che sui problemi. Roma, 7 giugno 2017 www.felicianocrescenzi.com

Dettagli

AUTOEFFICACIA E PRESENTAZIONE SPORT-LAB

AUTOEFFICACIA E PRESENTAZIONE SPORT-LAB AUTOEFFICACIA E PRESENTAZIONE SPORT-LAB DOCENTE PROF.SSA ALESSANDRA CAMPEDELLI SECONDO CICLO DEL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER LE ATTIVITA DI SOSTEGNO DIDATTICO AGLI ALUNNI CON DISABILITA A.A. 2015 Il

Dettagli

G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA La proposta educativa La proposta Psicomotoria educativa rivolta a bambini dai 2 ai 6 anni, tende ad una armonica formazione della personalità vista come

Dettagli

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile.

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile. COMPETENZE DIGITALI Competenze digitali o digital skills. Un approccio in 3D, un mutamento in corso. L immersività generata dagli ambienti multimediali ci sollecitano un esigenza nuova e educabile: sviluppare

Dettagli

Spinoza e il Male. Saitta Francesco

Spinoza e il Male. Saitta Francesco Spinoza e il Male di Saitta Francesco La genealogia del male è sempre stato uno dei problemi più discussi nella storia della filosofia. Trovare le origini del male è sempre stato l oggetto principale di

Dettagli

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo

Dettagli

Ricerca «Ragazzi in gioco» 2014. Paolo Molinari, IRES FVG

Ricerca «Ragazzi in gioco» 2014. Paolo Molinari, IRES FVG Ricerca «Ragazzi in gioco» 2014 Paolo Molinari, IRES FVG Un intervento di ricerca azione partecipata Un percorso di ascolto costruito assieme a gruppo di adolescenti e ragazzi (piano di lavoro, strumenti,

Dettagli

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento Premessa Ad Meliora è anche Sicurezza. Ci rivolgiamo principalmente ad aziende operanti nel settore del terziario erogando: corsi di adempimento normativo: in funzione della tipologia di azienda e dei

Dettagli

CONVEGNO ABITARE È SAPERE DOVE DEPORRE GLI ABITI. Chieri, 19 febbraio 2010 LAVORI DI GRUPPO GRUPPO A RAPPRESENTAZIONI E CODICI DELL ABITARE

CONVEGNO ABITARE È SAPERE DOVE DEPORRE GLI ABITI. Chieri, 19 febbraio 2010 LAVORI DI GRUPPO GRUPPO A RAPPRESENTAZIONI E CODICI DELL ABITARE CONVEGNO ABITARE È SAPERE DOVE DEPORRE GLI ABITI Chieri, 19 febbraio 2010 LAVORI DI GRUPPO GRUPPO A RAPPRESENTAZIONI E CODICI DELL ABITARE La relazione che segue costituisce una sintesi dei contenuti emersi

Dettagli

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice INSEGNAMENTO DI LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE (PARTE III) PROF. VINCENZO BONAZZA Indice 1 L ipotesi -----------------------------------------------------------

Dettagli

A.D.H.D. DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE E DELL IPERATTIVITA Negli ultimi anni, con una frequenza superiore rispetto al passato, si sente parlare di bambini e adolescenti iperattivi o con problemi

Dettagli

-Dipartimento Scuole-

-Dipartimento Scuole- CONSULTORIO AUGUSTA PINI -Dipartimento Scuole- 1 SERVIZI e PROGETTI ATTIVATI NELL ANNO 2012/2013 NELLE SCUOLE D INFANZIA DI BOLOGNA. RELAZIONE PER L ISTRUTTORIA PUBBLICA SUL TEMA I servizi educativi e

Dettagli

Indice. Giuseppe Galli Presentazione... 1

Indice. Giuseppe Galli Presentazione... 1 Indice Presentazione... 1 Livelli di realtà... 5 1. Realtà fisica e realtà fenomenica... 5 2. Annullamento dell identità numerica tra oggetto fisico e oggetto fenomenico... 8 3. Individualità degli oggetti

Dettagli

La famiglia davanti all autismo

La famiglia davanti all autismo La famiglia davanti all autismo Progetto Ministeriale di Ricerca Finalizzata - 2004 (ex art. 12 bis d. lgs. 229/99) Ente Proponente Regione Lombardia Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale Responsabile

Dettagli

La Convenzione Onu sui diritti dell infanzia La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità Recepimento e pratica in Lombardia

La Convenzione Onu sui diritti dell infanzia La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità Recepimento e pratica in Lombardia La Convenzione Onu sui diritti dell infanzia La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità Recepimento e pratica in Lombardia Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Preambolo,

Dettagli

Autoefficacia e apprendimento

Autoefficacia e apprendimento Autoefficacia e apprendimento Definizione di autoefficacia Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente

Dettagli

PER UN PROTAGONISMO POSITIVO dei SOGGETTI in FORMAZIONE

PER UN PROTAGONISMO POSITIVO dei SOGGETTI in FORMAZIONE PER UN PROTAGONISMO POSITIVO dei SOGGETTI in FORMAZIONE Motivare / Coinvolgere / Recuperare/ Valorizzare/ Giovane e Studente oggi Cambiamenti profondi a livello di: Strutture familiari Sistema formativo

Dettagli

I tirocini terapeutico - riabilitativi nelle comunità del dipartimento. progetti di inclusione socio-lavorativa

I tirocini terapeutico - riabilitativi nelle comunità del dipartimento. progetti di inclusione socio-lavorativa I tirocini terapeutico - riabilitativi nelle comunità del dipartimento progetti di inclusione socio-lavorativa SerT del Dipartimento hanno costruito negli anni una gnificativa esperienza nel settore dell

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria

Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria RESPONSABILI DEI PROGETTI E DEI CORSI DI FORMAZIONE: dott.ssa Mena Caso (Psicologa, Psicoterapeuta) cell. 32081422223

Dettagli

Relatore: Paula Eleta

Relatore: Paula Eleta A scuola nessuno è straniero Firenze, 30 settembre 2011 Sessione: L integrazione comincia dai più piccoli Una scuola aperta che guarda al futuro Percorsi interculturali e di integrazione presso le Scuole

Dettagli

SCHEDA VALUTAZIONE DOCUMENTO SOGGETTO A REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA

SCHEDA VALUTAZIONE DOCUMENTO SOGGETTO A REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA titolo documento SCHEDA VALUTAZIONE DOCUMENTO SOGGETTO A REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA SCOPO e CAMPO DI APPLICAZIONE Il presente modulo costituisce la scheda da utilizzare per la valutazione del processo

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli