INTERREG IN EMILIA-ROMAGNA L ATTUAZIONE IN REGIONE DELL INIZIATIVA COMUNITARIA DEDICATA ALLA COOPERAZIONE TRANSEUROPEA

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1 INTERREG IN EMILIA-ROMAGNA L ATTUAZIONE IN REGIONE DELL INIZIATIVA COMUNITARIA DEDICATA ALLA COOPERAZIONE TRANSEUROPEA

2 DIREZIONE GENERALE PROGRAMMI, INTESE, RELAZIONI EUROPEE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE INTERREG IN EMILIA-ROMAGNA L ATTUAZIONE IN REGIONE DELL INIZIATIVA COMUNITARIA DEDICATA ALLA COOPERAZIONE TRANSEUROPEA

3 Realizzazione di Michele Migliori con la collaborazione di Lucia Cannellini, Mario Cerè, Lodovico Gherardi, Giuliana Ventura e Rita Fioresi e Claudia Ziosi (Ervet Emilia Romagna Valorizzazione economica territorio SpA) Le schede sui progetti sono state redatte da ERVET SpA Rita D Andrea, Agnese Tassinari ed Elena Terenziani per conto della Regione Emilia-Romagna La traduzione delle schede è stata curata da Asha Elizabeth Mugan Si ringraziano inoltre i colleghi per il prezioso contributo informativo fornito nella realizzazione delle schede progetto: Bartolini Paola, Bertini Silvano, Bertuzzi Massimo, Callegari Susanna, Capozzi Clelia, D Alesio Sergio, Derari Maria Filomena, Dondi Clarissa, Ferilli Guido, Ferrari Carla Rita, Grassi Silvia, Leoni Stefania, Maini Elisabetta, Mestroni Luca, Pacini Paola, Preti Alberto, Ramponi Barbara, Spiga Raffaele, Spinazzola Margherita, Spreafico Eugenio, Stanzani Luisa, Tubertini Lilia; per i progetti del territorio: Altobello Franca, Franceschini Chiara, Liuzzo Eleonora, Marsano Manuela, Mazzotti Giuliana, Montanari Raffaella, Morini Paola, Ottaviani Laura, Ranieri Carlotta, Ravaioli Virginia, Rosselli Luca, Rossi Elisa Con la collaborazione del Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi

4 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA PRESENTAZIONE Il processo di integrazione europea, nel corso degli ultimi decenni, ha radicalmente modificato lo spazio europeo, eliminando o riducendo fortemente le frontiere economiche e agevolando la libertà di circolazione. Una trasformazione di tale portata ha offerto alle regioni europee nuovi ambiti di cooperazione e nuove opportunità di lavoro comune attraverso progetti integrati e condivisione delle migliori prassi. Con l ingresso dei dieci nuovi paesi membri ed il successivo allargamento dell Unione Europea ad altri paesi entro il 2007 e la conseguente revisione in corso della Politica di Coesione, si aprono nuovi scenari e mutati paradigmi entro cui le regioni europee sono chiamate ad operare per approfondire l integrazione e colmare i divari, ancora a volte significativi, tra i diversi territori dell Unione. A questo si aggiunge l avvio della nuova politica di prossimità con i paesi terzi dell area balcanica e dell Europa orientale e dell area mediterranea. Desidero, in particolare, soffermarmi qui sull importanza dello strumento della cooperazione oltre i confini nazionali, riaffermata dall Unione con il terzo rapporto sulla coesione e con i successivi documenti di revisione dei Fondi strutturali e delle prospettive finanziarie per il prossimo periodo di programmazione In tale contesto già oggi il programma comunitario INTERREG che è attualmente alla sua terza fase di realizzazione - sta finanziando significative iniziative di cooperazione in importanti settori quali l ambiente, i trasporti, il turismo, la società dell informazione, la cultura. In questo lavoro sono coinvolti sia attori istituzionali che attori socio-economici di molti territori dello spazio europeo che, divenendo partners sui progetti in attuazione, stanno realizzando una vasta rete di relazioni, vero tessuto connettivo di un Europa del dialogo e della collaborazione. La regione Emilia-Romagna nelle sue varie articolazioni istituzionali ha, da sempre, considerato come prioritaria la ricerca di metodi di programmazione e concertazione territoriale. In tale direzione l iniziativa INTERREG ha un grande valore aggiunto: la possibilità di allargare ed estendere questa esperienza proiettandola in una dimensione sovranazionale e confrontandola con esperienze di altre regioni europee. Giunti ormai a metà della terza fase attuativa e, di fronte alla prospettiva di un azione comunitaria rafforzata nel prossimo periodo di programmazione, abbiamo deciso di raccogliere e presentare le esperienze progettuali sviluppate nell ambito dei vari programmi INTERREG e che vedono come protagonisti: l Amministrazione regionale, numerosi Enti locali regionali ed altri soggetti pubblici e privati del nostro territorio. È un esperienza importante e un notevole know how che stiamo acquisendo. È nostra intenzione, da un lato valorizzarlo, attraverso la condivisione con tutti i soggetti interessati, dall altro di capitalizzarlo, nella nuova stagione della cooperazione territoriale europea che si aprirà nel 2007 con l inizio del nuovo periodo di programmazione. BRUNO MOLINARI Direttore Direzione Generale Programmi Intese Relazioni europee Cooperazione internazionale Regione Emilia-Romagna

5 5 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 1. Cenni sull evoluzione politica comunitaria di coesione socio-economica 7 2. La nuova politica di prossimità 9 3. La politica di coesione europea: obiettivi, strumenti, programmi 9 4. L iniziativa comunitaria INTERREG III Quadro generale L attuazione L organizzazione italiana I programmi INTERACT ed ESPON I programmi INTERREG in Emilia-Romagna INTERREG III Sezione A Programma Transfrontaliero Adriatico INTERREG III Sezione B Cooperazione transnazionale Programma CADSES Programma MEDOCC INTERREG III Sezione C Cooperazione interregionale L organizzazione della Regione Emilia-Romagna I progetti Interreg a partecipazione regionale 27 III A Iniziativa comunitaria Interreg III Sezione A - Cooperazione transfrontaliera Transfrontaliero Adriatico 29

6 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 6 III B Iniziativa Comunitaria Interreg III Sezione B - Cooperazione transnazionale CADSES (Spazio dell Europa Centrale, Adriatica, Danubiana, Sud Orientale) 57 III B Iniziativa Comunitaria Interreg III Sezione III B - Cooperazione transnazionale MEDOCC (Mediterraneo Occidentale) 109 III C Iniziativa Comunitaria Interreg III Sezione III C - Cooperazione interregionale Zone del programma: Nord, Sud, Ovest, Est 145

7 7 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 1. CENNI SULL EVOLUZIONE DELLA POLITICA COMUNITARIA DI COESIONE SOCIO-ECONOMICA La politica di coesione dell Unione europea nasce con l obiettivo di realizzare una concreta integrazione, operando affinché si riducano le disparità tra i territori dello spazio europeo. Si fonda su principi di solidarietà, progresso economico e sociale e rappresenta l effettivo intervento dell Unione Europea sul territorio comunitario. Si concretizza attraverso il cofinanziamento di programmi e progetti formulati dalle Regioni, in accordo con i Governi nazionali, ed approvati dalla Commissione europea. La coesione si è consolidata nel corso degli anni come una delle principali politiche comuni. Il suo fondamento giuridico si trova nel Trattato di Roma laddove gli Stati firmatari fanno riferimento, nel preambolo, all esigenza di rafforzare l unità delle loro economie e di garantirne lo sviluppo armonioso riducendo il divario fra le diverse regioni ed il ritardo di quelle più svantaggiate. Per dare concretezza all azione, nel corso degli anni seguenti vengono poi istituiti degli strumenti finanziari che prendono forma nei Fondi strutturali settoriali: Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (1958), Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (1975), Fondo di coesione (1992), Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (1994). Alcune tappe significative hanno poi contrassegnato, al livello comunitario, la sua evoluzione. Le successive riforme dei Trattati dell UE hanno rafforzato la base giuridica dell azione comunitaria per la coesione: con l Atto Unico europeo, nel 1986, viene inserito un nuovo Titolo V denominato Coesione economica e sociale ; con il Trattato di Maastricht (1992) la coesione è proclamata uno degli obiettivi fondamentali dell UE accanto all unione economica e monetaria ed al mercato unico; il Trattato di Amsterdam (1987) conferma l importanza della coesione e inserisce inoltre un paragrafo sull occupazione. L articolo 158 stabilisce che La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo di quelle più svantaggiate o insulari, comprese le zone rurali. Sul piano operativo nel 1989, con l adozione dei regolamenti specifici si dà avvio alla prima programmazione pluriennale degli interventi ( ) sostenuti dai principi base della nuova politica regionale: Concentrazione delle risorse su priorità specifiche (gli obiettivi geografici e/o settoriali); Addizionalità delle risorse comunitarie rispetto alle risorse nazionali; Partenariato come processo di coinvolgimento progressivo nell attuazione dei programmi delle Regioni e degli Enti territoriali dei diversi Stati membri. Le risorse comunitarie destinate ai Fondi strutturali, in questa prima fase ammontavano a 68 miliardi di ECU (base prezzi del 1997) con l impegno di aumentare successivamente le risorse fino ad arrivare all equivalente di un terzo del bilancio comunitario complessivo. Nella successiva fase di programmazione ( ) vengono destinati alla politica di coesione circa 177 miliardi di ECU (a prezzi 1999). Nel 1998, con la presentazione del documento programmatico titolato Agenda 2000, la Commissione europea promuove una nuova riforma dei Fondi per il periodo di programmazione attualmente in corso Con tale riforma, approvata dal Consiglio europeo di Berlino nel 1999, vengono ulteriormente modificate le regole di utilizzo dei Fondi e viene assegnata alla coesione un ammontare di risorse pari a 213 miliardi di Euro. Strumenti specifici appositamente creati (ISPA e SAPARD) sostengono le politiche strutturali di pre-adesione nei paesi candidati dell Europa centro orientale nel periodo Come conseguenza dell ingresso già nel 2004 di 10 dei 12 Stati candidati, nel periodo i dieci stati divenuti membri non usufruiscono più degli strumenti di preadesione e partecipano alla programmazione comunitaria prevista con risorse pari a circa 21,6 miliardi di Euro. Attualmente la politica di coesione tende quindi a concentrare gli aiuti nelle aree più arretrate, con gravi carenze delle infrastrutture e della formazione e scarso dinamismo economico, ma con il prossimo periodo di programmazione post 2006 dovrà sostenere l azione dell Unione Europea di fronte ad una nuova realtà, caratterizzata da: una Unione allargata ad altri Stati membri ed aperta ai Paesi confinanti delle aree del Mediterraneo e dei Balcani una concorrenza inasprita sui mercati mondiali una rivoluzione tecnologica che

8 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 8 richiede un sempre più rapido adattamento. A tal proposito la Commissione europea, nel febbraio di quest anno, in occasione della presentazione del Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale, ha presentato il progetto per innovare ulteriormente la politica comune di coesione e che prevede un pacchetto finanziario di 336,1 miliardi di Euro da utilizzare nel periodo 2007/2013. Il progetto della Commissione si basa sull individuazione di priorità principali che riflettono i contenuti della cosiddetta Strategia di Lisbona e Goteborg, finalizzata a creare entro il 2010 un economia competitiva, dinamica e basata sulla conoscenza e sullo sviluppo sostenibile. Nell ambito di un numero limitato di temi chiave (innovazione nell economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi, accessibilità e servizi d interesse economico generale) sono stati individuati tre priorità (obiettivi): 1) CONVERGENZA, attraverso il sostegno alla crescita economica ed occupazionale delle regioni europee meno sviluppate, per le quali la Commissione europea propone un ammontare di risorse comunitarie pari a 264 miliardi di Euro; 2) promozione della COMPETITIVITÀ regionale e dell occupazione nelle altre aree europee, con risorse proposte pari a 57.9 miliardi di Euro 3) promozione della COOPERAZIONE territoriale europea con risorse pari a 13,2 miliardi di Euro. Nel mese di luglio la Commissione europea ha presentato le proposte di regolamenti che costituiranno la base giuridica della nuova politica di coesione e dei programmi di attuazione dei nuovi obiettivi; si tratta di un pacchetto di cinque proposte 1 relative a: disposizioni generali sui Fondi strutturali; disposizioni specifiche per il Fondo europeo di sviluppo regionale; disposizioni specifiche per il Fondo sociale europeo; disposizioni specifiche per il Fondo di coesione; istituzione del Gruppo europeo di Politiche comuni base degli interventi strutturali 2007/2013 cooperazione transfrontaliera (GECT) quale nuovo strumento di cooperazione a disposizione delle autorità regionali e locali per la gestione di programmi transfrontalieri. Per completare ed integrare il quadro della riforma, la Commissione ha inoltre presentato due proposte di regolamento su due nuovi fondi europei 2 : che agiranno in sinergia con i Fondi strutturali: il Fondo europeo per lo sviluppo rurale (FESER), con una dotazione di 88 miliardi di Euro, finanzierà programmi territoriali dedicati alla ristrutturazione delle zone rurali; il Fondo europeo per la pesca (FEP), con una dotazione di 4,96 miliardi di Euro, per interventi strutturali nel settore. Su tali proposte e sul pacchetto finanziario relativo saranno aperti negoziati fra Stati membri e Commissione euro- politiche obiettivi fondi europei interessati Politica di coesione Convergenza FESR/FSE/Fondo di coesione Competitività FESR/FSE Cooperazione territoriale FESR Politica di sviluppo rurale FESER Politica strutturale Pesca FEP pea, che dovranno definire l ammontare di risorse finanziarie destinate ad ogni Stato e le linee programmatiche degli interventi progettuali che saranno ammessi al finanziamento. La chiusura dei negoziati e l approvazione dei programmi proposti dagli Stati e concertati in sede di negoziato, è prevista nel corso del 2005, per lasciare spazio, nel 2006 alla programmazione pluriennale per l utilizzo delle risorse e, a partire dal 2007, all avvio delle attività. 1 Le proposte fanno riferimento ai documenti della Commissione europea COM(2004)492, 493, 494, 495, Le due proposte fanno riferimento ai documenti della Commissione europea COM(2004) 490, 497.

9 9 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 2. LA NUOVA POLITICA DI PROSSIMITÀ Unitamente al processo di allargamento, conclusosi con l ingresso di dieci nuovi stati nell Unione europea il 1 maggio 2004, la Commissione europea ha posto le basi per nuove adesioni proseguendo il negoziato con la Bulgaria, la Romania e la Turchia ed ha confermato il processo di stabilizzazione ed associazione nel quale si iscrive il percorso verso l adesione all UE dei paesi balcanici occidentali. Rientrano in tale ottica le iniziative della Commissione europea per rafforzare il sostegno istituzionale e per avviare partenariati nei confronti di tali paesi. In questo quadro si colloca la nuova politica di prossimità proposta dalla Commissione europea con la comunicazione del marzo 2003 Europa ampliata-prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali 3 che fa riferimento ai paesi confinanti con le attuali frontiere esterne terrestri e marittime dell Unione, quali Russia, Ucraina, Moldova e Bielorussia ed i paesi del Mediterraneo meridionale che partecipano al partenariato euromediterraneo. Una successiva comunicazione della Commissione del luglio 2003 Preparare il terreno per un nuovo strumento di prossimità 4 ha reso esplicita l azione europea che si attuerà attraverso un approccio in due tempi: a) nel periodo tramite un migliore coordinamento fra gli strumenti esistenti per la cooperazione interna (INTERREG) ed esterna (Phare-CBC, Tacis-CBC, MEDA, CARDS) e l elaborazione o la trasformazione di programmi già operativi in programmi di prossimità ; b) istituzione ed introduzione, dopo il 2006, di un nuovo strumento finanziario per il supporto comunitario alla cooperazione transfrontaliera e transnazionale (Strumento europeo di prossimità). L obiettivo della Politica europea di prossimità mira a condividere con i paesi vicini i benefici dell allargamento del 2004, vale a dire la stabilità, la sicurezza e il benessere, in modo diverso dall adesione all UE, tramite la possibilità di partecipare a varie iniziative dell Unione Europea ed attraverso una stretta cooperazione politica, di sicurezza, economica e culturale. La Commissione europea ha in tal senso proposto un metodo per raggiungere tali obiettivi che consiste nel definire insieme a questi paesi dei piani di azione concordati e differenziati che riguarderanno settori essenziali: dialogo politico, politica di sviluppo economico e sociale, commercio, giustizia ed affari interni. Tale approccio è presentato in una specifica comunicazione della Commissione europea del maggio 2004 Politica europea di prossimità Documento d orientamento 5. Le priorità stabilite dai piani d azione saranno il riferimento per il sostegno finanziario dell UE ai paesi interessati attraverso gli strumenti di cooperazione esterna esistenti e, a partire dal 2007, con lo Strumento europeo di prossimità. 3. LA POLITICA DI COESIONE EUROPEA: OBIETTIVI, STRUMENTI, PROGRAMMI Sembra utile tracciare il quadro generale di attuazione della politica di coesione a livello comunitario, per inquadrare lo spazio entro cui opera l iniziativa comunitaria INTERREG, oggetto principale di questa pubblicazione. Gli strumenti Nel periodo la Commissione europea attua la politica di coesione sostenendo specifici programmi finanziati da 5 Fondi europei a finalità strutturale (FS): 1. FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale finalizzato principalmente al sostegno di investimenti in infrastruttu- 3 Documento della Commissione europea COM(2003) 104 del Documento della Commissione europea COM (2003) 393 del Documento della Commissione europea COM (2004) 373 del

10 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 10 re, alle PMI ed a progetti generatori di occupazione; 2. FSE - Fondo Sociale Europeo per il sostegno alla formazione ed all inserimento professionale; 3. FEOGA - Fondo Agricolo di Orientamento e Garanzia per il sostegno allo sviluppo rurale ed alle imprese agricole; 4. SFOP - Strumento finanziario di Orientamento della Pesca per investimenti in tale settore; 5. Fondo di Coesione attivo solo negli Stati membri meno prosperi e finalizzato al sostegno di investimenti nel settore ambientale e dei trasporti. Gli obiettivi L utilizzo di tali Fondi è concentrato su tre obiettivi principali: sviluppo delle regioni più arretrate (obiettivo 1) dove si concentra il 22% della popolazione dell UE-15 con uno stanziamento del 70% delle risorse finanziarie; la riconversione economica e sociale di zone con problemi strutturali (aree industriali, rurali, urbane) (obiettivo 2) che coinvolge il 18% della popolazione UE-15 ed uno stanziamento di risorse finanziarie comunitarie pari all 11,5% del totale; l ammodernamento dei sistemi di formazione ed avviamento al lavoro (obiettivo 3) nelle regioni non rientranti nell obiettivo 1, con uno stanziamento pari al 12,3% delle risorse. I tre obiettivi principali sono completati dall attuazione di quattro iniziative comunitarie che interessano problematiche specifiche e che assorbono complessivamente il 5,35% del bilancio dei FS: 1. la cooperazione transeuropea attuata in tre forme - transfrontaliera, transnazionale, interregionale- (INTERREG III); 2. lo sviluppo rurale promosso da operatori locali (LEADER plus) 3. la lotta contro le disuguaglianze e le discriminazioni nell accesso al mercato del lavoro (EQUAL) 4. la rivitalizzazione di zone urbane degradate (URBAN II). Il settore della pesca usufruisce di finanziamenti particolari al di fuori delle aree obiettivo 1 (0,5% del bilancio complessivo). Infine, con una parte di risorse pari a circa lo 0,5% del totale assegnato, vengono finanziate direttamente dalla Commissione europea interventi a sostegno di strategie di sviluppo innovative (Azioni innovative) con priorità verso le tematiche collegate all innovazione tecnologica, alle tecnologie dell informazione, allo sviluppo sostenibile. A completamento della normativa che regola l utilizzo dei FS approvata nel 1999, la Commissione europea ha presentato una comunicazione specifica relativa alle linee direttrici per i programmi (comunicazione 1999/C 267/02). I programmi I FS sono parte del bilancio comunitario ma la loro modalità di gestione è determinata secondo i principi del decentramento e della sussidiarietà e coinvolgono, oltre alla Commissione europea, le Amministrazioni degli Stati membri. Le azioni si svolgono con i seguenti livelli di responsabilità: la Commissione europea negozia ed approva i programmi elaborati e proposti dagli Stati e concede i contributi finanziari; gli Stati (attraverso il livello di governo regionale) gestiscono i programmi, selezionando i progetti, controllando e valutando l andamento della loro attuazione; la Commissione partecipa alle fasi di sorveglianza e di verifica dei sistemi di controllo messi in atto dai singoli Stati. Caratteristica della politica di coesione è anche il sistema di dialogo concertato che le Amministrazioni responsabili dell attuazione dei programmi attivano nei confronti degli attori economico e sociali del mondo produttivo ed associativo dei rispettivi territori di competenza. Questo dialogo permanente, durante tutto il processo di programmazione ed attuazione degli interventi, assicura l impegno ed il consenso necessario indispensabile per una corretta attuazione di azioni di sviluppo locale.

11 11 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 4. L INIZIATIVA COMUNITARIA INTERREG III 4.1 Quadro generale Fra i diversi strumenti che l Unione Europea ha attivato per favorire l integrazione e la competitività delle regioni europee, INTERREG è l iniziativa mirata alla promozione di attività di cooperazione fra soggetti, pubblici e privati, del territorio comunitario e soggetti degli stati esterni confinanti. Lanciata dalla Commissione europea nel 1990, l iniziativa è alla sua terza fase di attuazione dopo INTERREG I ( ) e INTERREG II ( ). L iniziativa è finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che per il periodo ha stanziato complessivamente per tale programma milioni di Euro (prezzi 2002). Con il finanziamento di progetti sostenuti da partner di diversi paesi vengono perseguiti obiettivi comuni in molteplici ambiti : sviluppo economico assetto del territorio salvaguardia del patrimonio culturale tutela ambientale creazione di reti di servizi trasporti società dell informazione cooperazione in materia di ricerca e sviluppo tecnologico Agli operatori che partecipano a INTERREG III è data la possibilità di realizzare progetti di esteso ambito geografico con riferimento a realtà diversificate ma attuati e gestiti in modo concertato e con ricadute di risultato che superano i confini nazionali ed in grado di influenzare lo sviluppo regionale e locale. Gli orientamenti che ne definiscono le linee di attuazione sono illustrati in due comunicazioni della Commissione del 28 aprile 2000 (Comunicazione 2000/C 143/08 recentemente modificata dalla Comunicazione 2004/C226/02 del 2 settembre 2004) e C(2001) 1188 del 7 maggio Gli orientamenti descrivono i principi, gli obiettivi generali, le componenti ed il sistema di preparazione, approvazione ed attuazione degli interventi. L iniziativa si sviluppa attorno a tre sezioni con distinti ambiti geografici e programmi di intervento: la cooperazione transfrontaliera (INTERREG III Sezione A) intesa a promuovere uno sviluppo regionale integrato tra regioni frontaliere limitrofe, compresi i confini esterni e alcune regioni marittime. L obiettivo è potenziare la cooperazione transfrontaliera economica e sociale mediante strategie e programmi di sviluppo congiunti. In questa sezione sono ammissibili le zone situate lungo i confini interni ed esterni della Comunità definite al livello amministrativo III della nomenclatura delle unità statistiche territoriali (NUTS III). In linea generale ogni frontiera fra due Stati beneficia di un programma specifico. Per il periodo , sono 53 i programmi III A che riguardano regioni di frontiera e che, con il recente ampliamento, saranno destinati ad aumentare. Le tematiche prioritarie sviluppate in questi programmi fanno riferimento a: promozione dello sviluppo urbano, rurale e costiero; incentivi all imprenditorialità e allo sviluppo delle PMI; promozione dell integrazione del mercato del lavoro e dell integrazione sociale; condivisione di risorse e strutture nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico; incentivi alla tutela dell ambiente, risparmio energetico e promozione energia rinnovabile; miglioramento di reti e servizi nel campo dei trasporti, dell informazione e della comunicazione; cooperazione istituzionale, giuridica ed amministrativa; la cooperazione transnazionale (INTERREG III Sezione B) tra autorità nazionali, regionali e locali ai fini della promozione di una maggiore integrazione territoriale tra ampi raggruppamenti di regioni europee, per realizzare uno sviluppo sostenibile, armonioso ed equilibrato nella Comunità e una migliore integrazione territoriale con i paesi di nuova adesione, candidati ed altri paesi terzi limitrofi. I programmi della cooperazione transnazionale fanno riferimento a 10 spazi geografici del territorio continentale dell Unione europea e 3 che hanno come base geografica i territori d oltremare dell UE. I temi prioritari sviluppati dai programmi fanno riferimento a: strategie operative di sviluppo territoriale a livello transnazionale, compresa la cooperazione tra città e tra zone urbane e rurali al fine di promuovere uno sviluppo policentrico sostenibile; promozione di sistemi di trasporto

12 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 12 efficienti e sostenibili e miglioramento dell accesso alla società dell informazione; promozione dell ambiente e sana gestione del patrimonio culturale e delle risorse naturali, in particolare di quelle idriche; promozione dell integrazione tra regioni marittime e regioni insulari; promozione della cooperazione integrata delle regione ultra periferiche. la cooperazione INTERREGionale (INTERREG III Sezione C) che ha come obiettivo di rendere più efficaci le politiche e gli strumenti di sviluppo regionale attraverso lo scambio di informazioni, la condivisione di esperienze e la creazioni di reti di cooperazione fra autorità pubbliche regionali e locali ed enti equivalenti di tutte le regioni europee. Le azioni sono attuate attraverso quattro programmi operativi che fanno riferimento ad aree geografiche dello spazio europeo: Nord, Ovest, Sud, Est Sezione A Cooperazione TRANSFRONTALIERA Italia/Francia Italia/Svizzera Italia/Austria Italia/Slovenia Transfrontaliero Adriatico Italia/Albania Italia/Grecia I programmi Interreg III a partecipazione italiana INTERREG III Sezione B Cooperazione TRANSNAZIONAE Medoc Cadses Spazio Alpino Archimed + Altri 9 programmi attivi sul territorio comunitario Sezione C Cooperazione INTERREGIONAE Zona Sud Zona Est Zona Ovest Zona Nord Sito web della Commissione europea sul programma INTERREG comm/regional_policy/interreg3/ index_it.htm Italia/Francia/Isole + Altri 45 programmi attivi sul territorio comunitario

13 13 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 4.2. L attuazione La Commissione ha affidato agli Stati membri, organizzati in comitati transnazionali ed autorità di gestione decentrate, l elaborazione e la realizzazione dei Programmi di cooperazione afferenti a INTERREG III. Ad ogni spazio di cooperazione corrispondono un Programma Operativo ed un equivalente Complemento di Programmazione che, secondo la normativa comunitaria in vigore, contiene gli elementi dettagliati relativi all attuazione e gestione del programma. Ciascun programma prevede poi strutture comuni di cooperazione delegate dalla Commissione europea a gestire le azioni ad esso riferite, attraverso il finanziamento diretto di progetti di cooperazione selezionati tramite procedure di bandi transnazionali. La Commissione europea si riserva il compito di supervisione e controllo. Le strutture comuni di cooperazione sono stabilite in comune accordo tra i diversi paesi partecipanti sulla base della normativa comunitaria di riferimento (Reg. CE 1260/1999 Disposizioni generali sui Fondi strutturali e Comunicazione C(2000) 1101 del 28 aprile 2000 Orientamenti della Commissione per l attuazione dell Iniziativa INTERREG III ). In particolare per ogni programma sono previsti: Autorità di Gestione AG (Managing Authority MA/ Autorité unique de Gestion AUG) È l organo responsabile del funzionamento dell intero programma nei confronti della Commissione. Possiede inoltre competenze specifiche che possono variare a seconda dell area di cooperazione di riferimento. Autorità di Pagamento AP (Paying Authority PA/ Autorité unique de Paiement AUP) È l autorità responsabile dei pagamenti dei fondi FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) ai capofila di progetto, della gestione complessiva dei flussi finanziari e del monitoraggio del programma. Comitato di Sorveglianza CS (Monitoring Committee MC/Comité de Suivi CS) È l organo di supervisione del programma. Ne fanno parte rappresentanti dei diversi Stati membri coinvolti. Comitato di Gestione o Pilotaggio CG (Steering Committee SC/ Comité de Programmation CP) È l organo responsabile dell approvazione dei progetti ammessi al finanziamento. Ne fanno parte rappresentanti dei diversi Stati membri coinvolti. Segretariato Tecnico Congiunto STC (Joint Tecnichal Secretariat JTS/Secrétariat conjoint SC) È il braccio operativo dell Autorità di Gestione e degli altri organi di gestione. Tra i suoi compiti vi è quello di redigere una valutazione dei progetti presentati ai bandi in funzione di criteri di eligibilità e di priorità. Tale valutazione sarà poi utilizzata dal Comitato di Gestione quale base di partenza per selezionare i progetti. Punti di Contatto /Assistenza Tecnica (Contact Points) Previsti a livello nazionale; possono far riferimento al Segretariato Tecnico Congiunto del programma (es. Cadses Contact Point) oppure possono essere disgiunte dalle strutture comuni di cooperazione e fornire un assistenza all Amministrazione centrale capofila e/o alle Amministrazioni regionali e locali coinvolte (es. Assistenza tecnica programma Medoc).

14 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 14 Schema di struttura gestionale dei programmi INTERREG Livello decisionale di programma Livello decisionale nazionale Comitato di sorveglianza Comitato di gestione Livello esecutivo di programma Coordinamenti nazionali Contact points Autorità unica di gestione Segretariato tecnico cngiunto Autorità unica di pagamento

15 15 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA Iter dei progetti Comitato di Pilotaggio/Programmazione CP Sulla base di indicazioni del programma propone criteri di eligibilità dei progetti Comitato di Sorveglianza CS Approva criteri per la selezione dei progetti Approva disciplinare per bandi Segretariato Tecnico Congiunto STC Emana bandi e riceve le proposte di progetto Verifica condizioni di ammissibilità e propone lista con graduatoria dei progetti Comitati nazionali Ricevono lista con graduatorie dei progetti e si esprimono sulle valutazioni effettuate dal STC Comitato di Pilotaggio Approva i progetti Autorità di Gestione AUG Firma i contratti di progetto Capofila del progetto Controfirma i contratti di progetto ed è responsabile dell attuazione del progetto

16 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA L organizzazione italiana L Italia è interessata da: otto programmi di cooperazione transfrontaliera (INTERREG III Sezione A): ALCOTRA-Italia/Francia; Italia/Svizzera, Italia/Austria, Italia/Slovenia, Transfrontaliero adriatico, Italia/Albania, Italia/Grecia, Isole- Italia/Francia; quattro spazi di cooperazione transnazionale (INTERREG III Sezione B), CADSES (Central Adriatic Danubian South Estern Space), MEDOC (Mediterraneo Occidentale), SPAZIO ALPINO e ARCHIMED (Arco Sud Mediterraneo); La cooperazione interregionale III C è allargata a tutti i quattro spazi previsti ma si concentra in particolare sugli spazi Sud ed Est ai quali devono far riferimento i partner italiani che si propongono come capofila di progetto. Il Ministero Infrastrutture e Trasporti è l Amministrazione centrale italiana per l iniziativa INTERREG. In particolare è la Direzione Generale per i Programmi Europei a seguire l attuazione ed il coordinamento nazionale dei diversi programmi afferenti all iniziativa. La Direzione coordina inoltre le attività di assistenza tecnica finalizzata ad informare e fornire supporto ai partecipanti a progetti INTERREG, in particolare per quanto riguarda la cooperazione transnazionale e interregionale. Referenti nazionali per singolo programma Nell ambito di quest attività, attraverso incarichi a soggetti specializzati, la Direzione cura inoltre la certificazione di primo livello delle spese sostenute nell ambito dell esecuzione dei progetti con riferimento ai programmi III B e C. La Direzione ricopre inoltre l incarico di Autorità di gestione del programma CADSES e MEDOC. L indirizzo, il coordinamento e la valutazione dei programmi e delle istruttorie dei progetti realizzate dalle competenti strutture di ciascun programma sono attività svolte da Comitati nazionali, composti da rappresentanti delle Regioni coinvolte e delle Associazioni degli Enti Locali oltre che da rappresentanti delle diverse Amministrazioni centrali. Responsabile Interreg III Fabio Croccolo croccolo.f@mint.rupa.it Programma Cadses Monica Straniero monica.straniero@mail.llpp.it Programma Medoc Zaira Piazza zaira.piazza@mail.llp.it Programma Archimed Rita Grasso rita.grasso@mail.llpp.it Programma Spazio Alpino Giulia Toti giulia.toti@mail.llpp.it Programmi transfrontalieri Claudio Gramaccioni Programma III C sud Laura Canale interreg3csud@mail.llpp.it Programma III C est Gabriella Irace gabriella.irace@mail.llpp.it Responsabile Espon e Interact Cinzia Zincone cinzia.zincone@mail.llpp.it Paola Boscaino paola.boscaino@mail.llpp.it Sito Web Ministero Infrastrutture e trasporti I Comitati nazionali sono complessivamente 6 di cui: 4 specifici per ogni spazio di cooperazione transnazionale (CADSES, MEDOC, SPAZIO ALPINO, ARCHIMED); 1 specifico per le attività di cooperazione interregionale (INTERREG III Sezione C); 1 specifico per il programma INTE- RACT. La funzionalità ed il supporto operativo dei Comitati nazionali è assicurata dalla Direzione Generale per i Programmi europei del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Un accordo fra Governo e Regioni, raggiunto in sede di Conferenza Stato/Regioni del maggio 2004, regolamenta la cooperazione interistituzionale nei programmi INTERREG III Sezione B e Sezione C prevedendo, fra l altro, l istituzione della Vicepresidenza dei Comitati, assegnata a rappresentanti delle Regioni e Province Autonome. Nello stesso accordo si è, inoltre, istituita la Conferenza dei Comitati nazionali come luogo di confronto fra le diverse tematiche emerse nei vari programmi e con funzioni di raccordo fra tutte le Regioni. Rappresentanti delle Regioni e province Autonome sono inoltre presenti nei diversi Comitati transnazionali di Sorveglianza e di Pilotaggio.

17 17 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA 4.4 I programmi INTERACT ed ESPON INTERACT Segretariato at ÖIR Managementdienste GmbH Franz-Josefs-Kai 27 A Wien t: t: interact@interact-eu.net Sito web: Referenti Il programma INTERACT, approvato dalla Commissione europea nel dicembre 2002, è parte dell iniziativa INTER- REG III, è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ed ha come obiettivo principale quello di aumentarne l efficacia e l efficienza. Oltre a mettere in collegamento le strutture di cooperazione comune delle diverse sezioni e dei vari programmi INTERREG, Interact è finalizzato a: individuare i punti di forza e debolezza delle diverse iniziative attraverso lo scambio di informazione; realizzare banche dati relative alle diverse esperienze in corso; migliorare il collegamento fra i diversi strumenti comunitari di cooperazione interna ed esterna alla Unione europea; fornire supporti a potenziali partners di progetti INTERREG dei paesi di nuova e futura adesione. Beneficiari del programma sono in particolare enti ed organismi già coinvolti in progetti INTERREG. Il programma ESPON (European Spatial Planning Observation Network) è un programma-studio approvato, nel giugno 2002, dalla Commissione europea nel quadro di INTERREG III ed in applicazione dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (documento quadro sulla pianificazione territoriale a livello europeo adottato nel 1999 dai ministri competenti per la pianificazione territoriale). ESPON Unità di Coordinamento CRP Henri Tudor Technoport Schlassgoart 66, rue de Luxembourg L-4221 Esch-sur-Alzette GRAND-DOUCHÉ DE LUXEMBOURG Telephone: Telefax: Mail: info@espon.lu Sito web: Finanziato dal Fondo di sviluppo regionale (FESR), il programma si prefigge di costituire un osservatorio in rete sulla gestione del territorio europeo attraverso il finanziamento di progetti mirata a: indagine della dimensione territoriale delle politiche di coesione e di altri strumenti comunitari aventi un impatto sulla gestione del territorio, individuazione di scenari ed indicatori di sviluppo territoriale, valutazione dell impatto delle politiche comunitarie e nazionali con particolare riferimento a INTERREG. Il programma prevede una stretta collaborazione tra istituti di ricerca ed enti pubblici di gestione territoriale; l attuazione prevede il coordinamento del Ministero dell Interno lussemburghese e coinvolge tutti gli stati membri. In Italia è stato costituito il Comitato nazionale di sviluppo spaziale che, formato da rappresentanti delle Regioni, delle Associazioni degli Enti Locali e dei Ministeri con competenze di pianificazione territoriale, costituisce la sede per il confronto sui temi che riguardano le politiche territoriali ed urbane con specifico riferimento all osservatorio territoriale europeo ESPON.

18 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA I PROGRAMMI INTERREG IN EMILIA-ROMAGNA L Emilia-Romagna è presente: nel quadro della Sezione A nel Programma Transfrontaliero Adriatico, che coinvolge al livello territoriale regionale le quattro province adriatiche Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna,, Rimini; nel quadro della Sezione B in due spazi di cooperazione transnazionale (CADSES e MEDOC); nel quadro della Sezione C con riferimento particolare all area Est. 5.1 INTERREG III Sezione A - Programma Transfrontaliero Adriatico La Comunicazione della Commissione europea del maggio 2000 relativa agli orientamenti per l attuazione di INTER- REG III non prevedeva l arco adriatico italiano fra le aree ammissibili alla cooperazione transfrontaliera. Nell agosto 2001, a seguito di un negoziato con le autorità italiane, la Commissione Europea ha modificato gli orientamenti 6 6 Commissione CE 2001/C239/02 del dell iniziativa comunitaria INTERREG III rendendo eligibili per la Sezione A tutte le provincie adriatiche italiane. I paesi della sponda orientale dell adriatico coinvolti nel programma sono Croazia, Serbia-Montenegro, Bosnia- Erzegovina e Albania. Aree di cooperazione transfrontaliera adriatica Le sette Regioni adriatiche italiane Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia hanno elaborato congiuntamente un programma operativo che è stato approvato dalla Commissione europea nel dicembre Le risorse finanziarie complessive previste dal Programma Operativo ammontano a 101,01 milioni di euro di cui 50,5 di risorse comunitarie FESR, 35,35 di contributo statale 15,15 di risorse regionali e 8,.08 di contribuzioni private. Il programma è finalizzato ad avviare attività di cooperazione fra le due sponde adriatiche fra autorità pubbliche e soggetti privati e prevede quattro assi di intervento articolati in misure: Asse 1: Tutela e valorizzazione ambientale, culturale ed infrastrutturale del territorio transfrontaliero riguarda interventi di interesse prevalentemente pubblico, relativamente all ambiente, all energia, ai trasporti, alle telecomunicazioni, all assetto del territorio ed alla cultura; Asse 2: Integrazione economica dei sistemi produttivi transfrontalieri riguarda interventi di interesse prevalentemente privato, relativamente alla competitività ed al rafforzamento delle PMI industriali, artigianali, turistiche, agricole e della pesca; Asse 3: Azioni di rafforzamento della

19 19 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA cooperazione: riguarda interventi di sistema relativamente al rafforzamento istituzionale, all armonizzazione dei sistemi, alla promozione della democrazia, all occupazione, alla sicurezza, alla promozione sociale ed alla qualificazione delle risorse umane; Asse 4: Assistenza Tecnica all attuazione del PO: riguarda interventi per l assistenza all attuazione del programma in particolare per azioni di informazione, pubblicità, valutazione, monitoraggio, sorveglianza e controllo. Nel quadro dell attuazione del programma le regioni italiane hanno individuato la Regione Abruzzo quale Autorità Asse 1 Misura 1.1 Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale ed ambientale del territorio e miglioramento dell efficienza energetica Misura 1.2 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture e delle reti transfrontaliere dei trasporti e delle telecomunicazioni Comune di Gestione (AdG) con responsabilità diretta nella gestione amministrativa del programma e che si avvale del Segretariato tecnico congiunto che ha sede a L Aquila. Le altre strutture comuni organizzative e di funzionamento del programma sono: Comitato di Sorveglianza composto da un rappresentante per ciascuna regione italiana e ciascun Paese Balcanico, con il compito di sovrintendere all attuazione del programma esaminare lo stato di avanzamento ed i risultati conseguiti; Programma transfrontaliero adriatico Asse 2 Misura 2.1 Miglioramento della competitività e della cooperazione Misura 2.2 Cooperazione transfrontaliera e libero scambio nel settore primario, pesca inclusa e secondario Asse 3 Misura 3.1 Qualificazione delle risorse umane, aggiornamento professionale e iniziative innovative sulla promozione sociale e sul mercato del lavoro Misura 3.2 Rafforzamento istituzionale e della cooperazione nella comunicazione e nella ricerca e tra istituzioni per armonizzare i sistemi Autorità di Gestione Regione Abruzzo Direzione Affari della Presidenza Servizio Attività Internazionali Palazzo Branconi, Piazza S. Silvestro L Aquila cooperazioneaq@regione.abruzzo.it marina.marino@regione.abruzzo.it Comitato congiunto di pilotaggio costituito da un rappresentante per Asse 4 Misura 4.1 Assistenza tecnica alle strutture comuni Misura 4.2 Valutazione, informazione, pubblicità e cooperazione Referenti Sito web Segretariato Tecnico Congiunto INTERREG IIIA Transfrontaliero Adriatico Piazzale Santa Maria di Collemaggio, L Aquila Tel: Fax: info@interardriatico.org ciascuna Regione italiana e Paese Balcanico con il compito principale di selezionare i progetti da finanziare attraverso l applicazione di criteri di selezione concordati con il Comitato di Sorveglianza. Nelle prime selezioni, espletate nei mesi di marzo e di maggio 2004 sono stati approvati 68 progetti di cui 12 vedono la partecipazione di soggetti istituzionali dell Emilia-Romagna e con un impegno di risorse comunitarie FESR pari a circa 5,2 milioni di Euro. Misura 1.3 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture turistiche e culturali Misura 2.3 Cooperazione transfrontaliera nel settore del turismo e della cultura Misura 3.3 Lotta alla criminalità e miglioramento della sicurezza

20 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA INTERREG III Sezione B - Cooperazione transnazionale Programma CADSES Il programma CADSES interessa la più vasta area geografica di cooperazione. È lo spazio compreso tra l Europa centrale e l area adriatico danubiana fino alla Grecia. È stato approvato dalla Commissione nel dicembre del 2001 con Decisione C(2001) 4013 e prevede un ammontare di risorse pari a 237,48 milioni di Euro di cui 128,71 milioni di risorse comunitarie FESR. Le azioni previste si focalizzano su quattro priorità strategiche e possono sviluppare diverse attività quali la realizzazione di studi, pianificazione di progetti di dimostrazione e sviluppo, azioni pilota, scambi di know-how e di esperienze fra attori dello sviluppo territoriale, analisi e studi di fattibilità per investimenti, investimenti di piccole dimensioni, valutazioni di programmi e politiche. La gestione del programma è affidata al Ministero italiano Infrastrutture e Trasporti che agisce sia come Autorità di gestione che come Autorità comune di pagamento. Il Segretariato Tecnico Congiunto ha sede a Dresda (Germania). La lingua ufficiale del programma è l inglese. Al giugno 2004 il programma è in fase di revisione; ciò con l obiettivo di aggiornarlo alle raccomandazioni contenute nella valutazione di medio termine della Commissione europea per adeguarlo all ingresso dei nuovi stati membri. Tale variazione ha comportato una modifica aggiuntiva di risorse finanziarie comunitarie. La Commissione Europea ha colto l occasione di questa obbligatoria modifica dei documenti di programmazione per proporre nuove linee guida e trasformare il programma CADSES in un Nuovo Strumento di Prossimità secondo i nuovi orientamenti comunitari. Sul versante dell attuazione, al giugno 2004 sono stati espletati due bandi nell ambito dei quali sono stati approvati complessivamente 73 progetti con un impegno di 97,4 milioni di euro di risorse FESR. La Regione Emilia-Romagna è presente in 12 progetti con un impegno di risorse comunitarie FESR pari a circa 3,8 milioni di Euro. Ad altri 7 progetti partecipano Enti del territorio regionale.

21 21 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA Programma operativo Cadses Asse 1 Promozione dello sviluppo territoriale e azioni per la coesione economica e sociale Asse 2 Sistemi di trasporto efficienti e sostenibili e accesso alla società dell informazione Asse 3 Promozione e gestione del paesaggio e del patrimonio naturale e culturale Asse 4 Tutela dell ambiente, gestione delle risorse e prevenzione del rischio Misura 1.1 Sostegno a strategie congiunte e ad azioni di implementazione Misura 2.1 Sviluppo di sistemi di trasporto per uno sviluppo sostenibile Misura 3.1 Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale Misura 4.1 Promozione della tutela dell ambiente e gestione delle risorse Misura 1.2 Pianificazione dello sviluppo urbano, promozione delle reti urbane e della cooperazione Misura 2.2 Miglioramento dell accesso alla conoscenza e alla società dell informazione Misura 3.2 Tutela e valorizzazione de patrimonio naturale Misura 4.2 Promozione della gestione del rischio e prevenzione delle calamità Misura 1.3 Pianificazione dello sviluppo rurale Misura 1.4 Impatto territoriale legato all immigrazione Misura 3.3 Tutela e valorizzazione del paesaggio Misura 4.3 Promozione della gestione integrate delle risorse idriche e prevenzione delle inondazioni Autorità di Gestione Fabio Croccolo Ministero Infrastrutture e Trasporti Divisione Interreg Via Nomentana, ROMA IT Tel Fax Croccolo.f@mint.rupa.it Referenti Contact point italiano Segretariato Tecnico Congiunto Giuseppe Crimaudo (Coordinatore) An der Kreuzkirche 6 Ministero Infrastrutture e Trasporti P.O. Box Divisione Interreg D Dresden (Germany) Via Nomentana, 2 Tel ROMA IT Fax Tel cadses@jts.dresden.de Fax Cadses@grupposoges.it Sito web

22 INTERREGINEMILIA-ROMAGNA Programma MEDOCC La Regione Emilia-Romagna partecipa, per la prima volta, al programma già presente nella seconda fase di programmazione INTERREG ( ) e che interessa l area occidentale del Mediterraneo. Il programma è stato approvato dalla Commissione europea il 27 dicembre 2001 con Decisione C(2001) 4069 e prevede un ammontare di risorse pari a 194,34 milioni di Euro di cui 103,82 di partecipazione comunitaria a titolo del FESR. Ha come obiettivo principale quello di contribuire all integrazione economica del bacino del Mediterraneo ed accompagnare la messa in opera della zona di libero scambio euromediterranea attraverso azioni di sostegno sia all accrescimento della competitività territoriale sia al rafforzamento della coesione dello spazio e della cooperazione favorendo l integrazione interistituzionale e le iniziative di cooperazione transnazionale fra gli Stati Membri e i Paesi Terzi della riva sud del Bacino mediterraneo. A seguito dell adesione al programma di Grecia (nel 2003) e Malta (nel 2004), le risorse totali assegnate al programma ammontano a 214,97 milioni di Euro di cui 119,29 di FESR. I progetti fanno riferimento a quattro priorità strategiche e dieci misure di attuazione che si focalizzano sullo sviluppo territoriale, l accessibilità ed il sistema dei trasporti, la società dell informazione, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale. La gestione del programma è affidata al Ministero italiano Infrastrutture e Trasporti che agisce sia come Autorità di gestione che come Autorità comune di pagamento. Il Segretariato Tecnico Congiunto ha sede a Roma. La lingua ufficiale del programma è il francese. Sul versante dell attuazione, al giugno 2004 sono stati espletati 3 bandi nell ambito dei quali sono stati approvati complessivamente 77 progetti con un impegno di 72,3 milioni di euro di risorse FESR. La Regione Emilia-Romagna è presente in 14 progetti FESR pari a circa 1,6 milioni di Euro. Ad altri 4 progetti partecipano Enti del territorio regionale Anche per il programma MEDOCC, al giugno 2004, è in corso la verifica per il suo adeguamento agli orientamenti comunitari relativi alla strategia comunitaria euromediterrranea ed al Nuovo Strumento di Prossimità per i paesi MEDA.

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