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2 Trame di senso Collana a cura dell Istituto Comprensivo Statale - Savignano sul Rubicone (FC) Lingua Buone prassi Quaderno n. 2 a cura di Nadia Nanni - Paola Fabbri 3

3 Trame di senso Collana a cura dell Istituto Comprensivo Statale - Savignano sul Rubicone (FC) Quaderno n. 2 Lingua Buone Prassi Idee e pratiche Edizione: luglio 2012 Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione non autorizzata. Editing: Paola Fabbri Stampa: interna all Istituto Comprensivo Statale - Savignano sul Rubicone (FC) 4

4 Indice Presentazione del gruppo di Ricerca Parlare è incontrarsi a cura di Nadia Nanni 9 Scuola dell Infanzia Buone Prassi Ascolto, Divento, Racconto Ascolto, Divento, Racconto Ascolto, Divento, Racconto Sento, ascolto, immagino e creo 31 Scuola Primaria Alcune Idee da tradurre in Buone Prassi Riflessione sull ascolto La testa tra le nuvole Il libro delle vacanze Percorso di ascolto, comprensione e narrazione Ascoltare il silenzio 41 Buone Prassi (Pratiche sperimentate) Leggere per conoscere e riconoscersi A scuola senza paura Attività di accoglienza L albero dell amicizia Leggere per leggere La rete dell amicizia Il gioco del traduttore Teodora e draghetto Le avventure di Pinocchio Il circolo di Samoa 75 Scuola Secondaria di I grado Alcune Idee da tradurre in Buone Prassi Strategie per ascoltare in modo attento e consapevole Ascoltare, che fatica! Ascoltare con il cuore Raccontare e raccontarsi I rumori interiori ed esterni che disturbano l ascolto 87 Buone Prassi (Pratiche sperimentate) Il silenzio e l ascolto quali pratiche per apprendere a scrivere in cooperative learning 91 5

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6 GRUPPO DI RICERCA SULLA LINGUA PARLARE È INCONTRARSI ANNO SCOLASTICO Componenti: Biotti Antonella Boghi Albertina Brighi Maria Rosa Colombo Anna Di Egidio Diana Di Lembo Elena Fabbri Paola Finazzi Teresa Furino Dalia Grindatto Antonella Gualtieri Maria Luisa Landi Mavi Luciano Giuseppina Massi Barbara Montanari Laura Papa Claudia Anna Pia Vecchi Gina Raffaelli Patrizia Tognacci Mariagrazia Vernocchi Maria Teresa Visani Luciana Referente: Nadia Nanni 7

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8 Presentazione di Nadia Nanni Referente del Gruppo di Ricerca Parlare è incontrarsi L esercizio del silenzio alternato all ascolto e alla produzione di parola autentica (non di chiacchiera) aiuta a potenziare la persona nel suo essere multipreposizionale e nel produrre proposizioni e proposte. La persona può aprirsi nell intera gamma delle preposizioni (di, da, a, in, con, su, per, tra, fra) e in più evolute strutture sintattiche. Una buona e dinamica identità sviluppa l intera gamma delle preposizioni per riconoscersi soggetto nell incontro con altri soggetti. Occorre evocare la consapevolezza dei legami tra i soggetti, con le idee e le cose, far sentire e capire che si viene da una storia e si guarda avanti. Il nostro mondo-della-vita è struttura di bisogni e di attese reciproche. La proposta è di andare verso un educazione ecologica per recuperare lingua. Marina Seganti Dal Manifesto del Convegno regionale scuola dell infanzia. F.A.R.O. Via dai rumori, poche chiacchiere, un po di silenzio, parole autentiche marzo 2012 Leggendo il Manifesto del citato Convegno Regionale, ho ri-trovato il senso del lavoro che il nostro Gruppo di Ricerca ha cercato di condurre in questo anno scolastico Dopo l intenso lavoro svolto lo scorso anno, lavoro che ha visto il nostro gruppo di ricerca di istituto, fortemente impegnato nell elaborazione di un curriculum in verticale, all inizio di questo anno ci siamo posti l obiettivo di individuare buone pratiche, percorsi didattici sul tema dell ascolto. 9

9 Dal Curriculum di Istituto dell Istituto Comprensivo di Savignano sul Rubicone: Anche l ascolto, gioco armonico tra parola e silenzio, risulta una competenza di base su cui, in un percorso verticale, la scuola è tenuta a investire; educare alla pazienza dell attesa e alla scoperta della potenza comunicativa del silenzio, è premessa imprescindibile per lo sviluppo di qualsiasi relazione e attività didattica all interno della classe. Saper ascoltare significa aver conquistato il tempo della ricezione e della rielaborazione, senza i quali non c è alcuna progressione né sviluppo. Significa appropriarsi di un ordine che si traduce in metodo e, ancor più, in uno spazio-tempo democratico in cui a tutti è consentito esprimersi e interagire. Acquisire la competenza relazionale all ascolto significa coltivare un terreno fertile, quale humus di ogni possibile apprendimento. Creare armonia fra parola e silenzio, fra ascolto fuori e ascolto dentro sé: è forse un impresa assai ardua da realizzare nell attuale mondo ridondante di rumori, di suoni, di parole spesso prive di significatività. Ardua, ma non impossibile. Lavorare in tale senso sull ascolto, per quanto inattuale possa sembrare, è invece quanto di più profondo, in quanto educatori, possiamo compiere. Significa agire nell ambito della relazione perché questa precede e determina fortemente il momento propriamente cognitivo. Ascolto è prestare attenzione all altro, sapere ascoltare nel profondo le parole spesso non-dette, prive di suono articolato, ma ugualmente potenti. Come insegnanti tendiamo ad attribuire valore all oralità e alla parola detta, ancora di più se è la nostra di docenti, spesso esercitata in classe in monologhi: poco è lo spazio dedicato all ascolto vero e ancora di meno quello del silenzio. Forse quella che prefiguro è un utopia: mi piacerebbe pensare ad una scuola a dimensione umana, dove l avventura della conoscenza non esclude l incontro con la persona che deve apprendere, con i suoi desideri, con i suoi bisogni, i suoi sogni, le sue potenzialità. 10

10 Mi piacerebbe pensare ad una scuola che vede davvero nel discente, una possibilità possibile, da prendere per mano ed accompagnare nella sua crescita in un mondo attuale e futuro quanto mai complesso, ad affrontare il quale nemmeno noi adulti siamo ben preparati. Ascolto, non mero atteggiamento passivo, ma ascolto attivo così come ci dice Marianella Sclavi. Da Sette Regole dell Arte di Ascoltare (Sclavi, 2000) 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. 2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. 3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sé. 11

11 In una società complessa quale quella attuale, ogni forma di comunicazione deve avere una struttura dinamica che sia capace di accoglienza reciproca. Ignorare o non considerare l alterità e la diversità inevitabile di chi abbiamo davanti, porta a forme di crisi nelle dinamiche di accoglienza e reciproca convivenza. Oggi più che mai, come educatori, è bene essere consapevoli di ciò. Essere buoni osservatori significa quindi anche essere dei narratori interculturali. Non solo. Gemma Corradi Fiumara scrive che se fossimo artigiani dell ascolto anziché maestri del dire potremmo forse promuovere una diversa convivenza degli umani. Il significato dell ascolto etimologicamente parlando, vuol dire dare retta, tenere dritte le orecchie, rizzarle per ascoltare. Non è sufficiente però limitarsi a percepire suoni e parole: occorre l intenzionalità e la volontà di accogliere e interpretare ciò che l interlocutore ci sta dicendo. La nostra disponibilità a fare silenzio è fondamentale nell ascolto, per non farci influenzare da chi o da ciò che ci circonda. Noi siamo le nostre parole; nulla ci tradisce quanto le nostre parole. Maurizio Baldini Decidere poi quali parole siano quelle che ci contraddistinguono, implica la piena consapevolezza della polisemia di ciascuna di esse ed il peso che ognuna ha per noi. Mutare il modo con cui noi affrontiamo il mondo, significa cambiare le parole ed i silenzi. Non si deve temere se, per trovare le parole giuste, dobbiamo fare silenzio. Le parole, nel silenzio, hanno bisogno di attesa e ascolto attivo e partecipe per non perdere di vista l altro (o noi stessi) con la sua storia e i suoi significati personali. 12

12 L ascolto è un viaggio verso l altro attraverso se stessi. Duccio Demetrio Imparare dunque a fare silenzio, prima di tutto dentro noi stessi è determinante per ascoltare l altro. Quando l ascolto ascolta se stesso, quando si esamina nelle sue ragioni, in ciò che si prefiggeva ed è riuscito ad ottenere: tutto ciò è lavoro metacognitivo, è atto del conoscere che si interroga sul suo metodo e sulle sue promesse. Duccio Demetrio. 13

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16 ASCOLTO, DIVENTO, RACCONTO... Laboratorio di lettura e drammatizzazione Scuola dell Infanzia Valle Ferrovia Quali intenzionalità/direzioni di senso ci hanno mosso? la parola..crea e costruisce esperienze, identità e significati, rivela agli altri e a noi stessi il nostro essere possibile (P.O.F. Istituto Comprensivo di Savignano sul Rubicone) E attraverso il nostro dire che agiamo nel mondo che ci circonda, che conosciamo noi stessi e gli altri, che acquisiamo e produciamo cultura nella sua accezione più ampia del termine (cfr. Sentieri per Cercare, Curriculum Lingua, Finalità). La lingua e la parola sono il luogo dove creatività e immaginazione si incontrano, attraverso cui sentire e vivere l esperienza dell altro dentro di sé. Per Heidegger il linguaggio è la casa dell essere : la parola racconta, costruisce l esperienza e il futuro. Solo in essa le cose diventano e sono (cfr. Sentieri per Cercare, Modi di Essere, Parola che costruisce). Chi è stato coinvolto? Il laboratorio di lettura e drammatizzazione è rivolto ai bambini di 5 anni della scuola dell Infanzia Valle Ferrovia di Savignano sul Rubicone che frequentano l orario pomeridiano. I bambini, di 5 anni, presenti in 4 sezioni su 5 della scuola, il pomeriggio vengono divisi in 2 gruppi. Le insegnanti delle sezioni Rossa e Arancione, Maria Grazia Bertani, Elisa Vignali, Fosca Farnedi e Barbara Massi, seguono i due gruppi. 17

17 Quale argomento ha sostenuto la prassi? Gli Orientamenti de 1991, nei campi di esperienza I discorsi e le parole e Messaggi, forme e media, in parte ripresi dalle Indicazioni del 2007, ponevano l attenzione sulla capacità comunicative dei bambini della scuola dell infanzia. Conseguire una reale capacità di comunicazione richiede che la scuola promuova l esercizio di tutte le funzioni (personale, interpersonale, euristica, immaginativa e poetica, referenziale, argomentativa, metalinguistica Ascoltare fiabe, racconti, riassumere una breve vicenda presentata sotto forma di lettura o racconto, contribuiscono a far acquisire ai bambini, nelle forme del pensiero narrativo, gli strumenti per comprendere il mondo naturale e sociale e per costruire la propria identità. L interazione tra lingua orale e scritta si sviluppa attraverso una serie di attività, di situazioni ricche di stimoli, fonti di informazioni ed immagini, in grado di stimolare la curiosità per la lingua, i suoi codici e i modi di scriverla.. (crf. Orientamenti del 1991). Accostandosi alla lettura, familiarizzando con i libri, attraverso la conversazione e la formulazione di ipotesi su contenuti dei testi letti, le attività drammatico-teatrali, il bambino sviluppa competenze sul piano del ragionamento e del pensiero, della comunicazione e conversazione aprendosi alla lettura e a tutte le esperienze trasversali ad essa correlate: emozionalità, relazione, apprendimento. Quale metodologia per la costruzione dell esperienza? Dall ascolto di fiabe e racconti parte il nostro laboratorio. In grande gruppo i bambini seguono la narrazione, da parte dell insegnante, di una favola o di un racconto, a cui segue la conversazione sui contenuti dei testi letti, sulle esperienze simili che i bambini possono avere vissuto. Dal testo nascono cartelloni costruiti da tutti i bambini, con un breve riassunto di esso e/o drammatizzazioni, con preparazione di costumi e musica per mettere in scena la narrazione. Per ogni testo, le insegnanti preparano una scheda con alcune domande. Il bambino disegnerà una faccina sorridente o triste per esprimere il proprio 18

18 apprezzamento o meno sul testo ascoltato. All insegnante, che verbalizzerà, spiegherà i motivi della sua scelta. Infine, disegnerà una scena di esso. Quale organizzazione è stata attivata (tempi, spazi, materiali, forme relazionali piccolo grande gruppo, età?) Il laboratorio è partito nel mese di ottobre per concludersi nel mese di maggio, ha coinvolto i bambini di 5 anni, che frequentano l orario pomeridiano. Gli spazi utilizzati sono stati le due sezioni del pomeriggio: Arancione e Gialla, il salone, la biblioteca con l angolo morbido. Le attività sono state realizzate sia in grande che in piccolo gruppo con l utilizzo di tutti i materiali a disposizione: carta di diversa qualità, colla, tempere, materiale di recupero, stoffa, sabbia, colori a matita..e di varie tecniche: pittura, collage, acquarello, campitura, disegno. Le attività hanno avuto ritmi distesi, diluite nel tempo. Quali i processi e le risultanze? Per tutti i testi raccontati sono stati realizzati cartelloni che, man mano, venivano appesi nei corridoi adiacenti alle sezioni. Alla fine dell anno, verrà consegnato ad ogni bambino, un libro contenente tutte le schede dei testi. Nel periodo precedente il Natale e nel mese di Giugno, i bambini hanno rappresentato al resto della scuola alcune favole: Pollicino, Il Mago di Natale, Il Pifferaio Magico, Il Gigante Egoista. Tutti i cartelloni sono stati fotografati, così come alcuni momenti salienti del laboratorio. Le drammatizzazioni sono state filmate. Il materiale verrà poi inserito in dvd per essere consegnato alle famiglie. Come hanno risposte i bambini, le famiglie, la comunità locale? I bambini hanno risposto positivamente: l esperienza ludica diventa il motore delle attività. L insegnante è il regista della situazione: propone stimoli, coinvolge i bambini in tutte le fasi di elaborazione della narrazione, da quella verbale a quella teatrale vera e propria. E un esperienza creativa e 19

19 positiva che ha rafforzato l appartenenza al gruppo: il pomeriggio infatti i bambini di 5 anni escono dalle loro sezioni e si mischiano in due macro gruppi. Il laboratorio ha incontrato il gradimento degli alunni, che chiedevano di poter loro scegliere le storie da ascoltare. La partecipazione è sempre stata vivace, in particolare per le drammatizzazioni: la possibilità di esibirsi di fronte ai propri compagni veniva vissuta con trepidante attesa.. Anche i genitori sono stati coinvolti dai bambini: a loro raccontavano le storie del pomeriggio, i preparativi per lo spettacolo e alle insegnanti questi ultimi chiedevano, durante le assemblee di sezione, maggiori informazioni. Come si sono sentiti i docenti? Gestire il gruppo pomeridiano di bambini può essere più arduo: all inizio bambini e insegnanti devono conoscersi maggiormente, i primi accusano, inoltre, la stanchezza della mattinata appena trascorsa, appaiono più irritabili, nervosi, con poca capacità di attenzione. Per questo, scegliere di allestire un laboratorio di lettura e drammatizzazione ha permesso di rispondere maggiormente ai loro bisogni. I bambini apparivano più sereni, più disponibili a impegnarsi nelle attività proposte. Quale la valutazione e autovalutazione? La valutazione in itinere è avvenuta tramite l osservazione durante la conversazione; la narrazione da parte dei bambini del testo, per verificare le capacità sintattiche, la coerenza e la coesione, la comprensione di ciò che viene letto o raccontato; la drammatizzazione e la realizzazione delle schede, sia per quanto riguarda le capacità grafico pittoriche sia per quelle linguistiche. Questo continuo riscontro ha permesso di calibrare l attività alle esigenze dei bambini e di rispondere alle loro richieste in maniera più adeguata. Un esperienza positiva con poche ombre di natura organizzativa dovute alle mancate sostituzioni delle colleghe assenti. 20

20 Quale la documentazione e la diffusione dei processi e delle risultanze? La documentazione è avvenuta tramite fotografie, riprese video e produzione grafica. Alle famiglie verrà consegnato un dvd contente il materiale e una raccolta delle opere del proprio figlio, con incluso il progetto del laboratorio. Copia del dvd e del progetto rimarrà nell archivio della scuola. Quali significati pedagogici sono stati costruiti, sono stati condivisi a livello collegiale? All interno del gruppo di ricerca di istituto Parlare è incontrarsi, durante l anno, sono state condivise le buone prassi di lettura di ogni singola scuola, tra le quali quella appena descritta. Narrare, raccontare, raccontarsi, fare teatro, permettono al bambino di scoprire e conoscere maggiormente sé e il mondo che lo circonda e diventano strumenti privilegiati per la formazione integrale del bambino. Insegnante: Massi Barbara 21

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22 ASCOLTO, DIVENTO, RACCONTO... Laboratorio di lettura e drammatizzazione Scuola dell Infanzia Valle Ferrovia Sezioni: bambini di tre, quattro e cinque anni. Quali intenzionalità/direzioni di senso ci hanno mosso? Le fiabe hanno da sempre le gambe lunghe : viaggiano attraverso le frontiere dello spazio e del tempo e si colorano qua e là di immagini, sfumature, colori, sapori e riferimenti diversi. Così, uno stesso personaggio assume un nome, dei modi di vestire, mangiare, abitare differenti da paese a paese, pur mantenendo caratteristiche di fondo comuni. La fiaba è un genere narrativo universale, presente nella tradizione orale di ogni popolo, capace di mostrare al tempo stesso le specificità e le differenze che connotano i diversi gruppi e le molteplici analogie che accomunano le infanzie e le tappe della vita dei grandi e dei piccoli. Nei racconti che si tramandano da una generazione all altra e che si collocano in luoghi distanti fra loro si ritrovano infatti le prove e le conquiste, le sconfitte e le riuscite, il dolore e la gioia, gli affetti e le perdite. Ascoltare e raccontare storie è un evento cruciale, è un dialogo empatico che si colloca nei gesti dell amore e della cura. La narrazione lascia un segno che modifica profondamente, sia chi narra, sia chi accoglie i racconti. Ognuno di noi porta infatti con sé una riserva di fiabe che ha ascoltato e narrato - a cui attinge, che si arricchisce di giorno in giorno, gli fa compagnia e gli racconta il mondo. Perché le storie aiutano sempre a decodificare i fatti e gli eventi, a dare una rappresentazione e un significato alle cose e alle vicende. 23

23 Quale argomento ha sostenuto la prassi? Come il gioco simbolico, le fiabe sono uno strumento potentissimo che aiuta i bambini a sviluppare una loro specifica competenza: la fantasia, attraverso la quale si innescano risorse interiori dove l emozione, l immaginazione ed intelletto si arricchiscono scambievolmente. Le fiabe prendono molto su serio le ansie e i dilemmi esistenziali: da dove vengo? Verso dove vado? Qual è il mio destino? Ci sono alcune fiabe particolarmente vicine alle forti emozioni che vivono tutti i bambini la separazione, la crescita, il passaggio dall avere le cose subito e facilmente alla fatica di poterle conquistare. In tal modo si aiuta il bambino a capire che per poter ottenere certe cose dovrà metterci un po di impegno e di fatica. In ogni cosa infatti, perché ne valga la pena, ci vuol un po di pena. È grazie alla fiaba che, a seconda di come si sente in quel momento, il bambino avrà la possibilità di identificarsi in modo multiforme: certe volte potrà fare il lupo, altre il porcellino spensierato o facilone o saggio e giudizioso (I tre porcellini). Altre volte sarà altre apprezzato o deriso (Il brutto anatroccolo), oppure il furbo o l ingenuo (Cappuccetto Rosso) La narrazione sconfinata consente di raccontare ai bambini il mondo e gli altri, di aprire finestre sul lontano e l altrove, di suscitare curiosità, apertura, attenzione. Una delle modalità più diffuse ed efficaci per fare educazione interculturale nella scuola, per passare dall approccio teorico alle proposte didattiche, è quella narrativa. Una delle modalità più diffuse ed efficaci per fare educazione interculturale nella scuola, per passare dall approccio teorico alle proposte didattiche, è quella narrativa. Raccontare e raccontarsi: le storie narrate e la storia di sé rappresentano i terreni privilegiati dell incontro e dello scambio tra storie d infanzia che hanno radici altrove, ma che condividono i luoghi di vita, le tappe e le sfide della crescita, progetti e orizzonti comuni. La narrazione consente di sviluppare l approccio interculturale, sia sul 24

24 piano cognitivo, proponendo ai bambini informazioni e conoscenze sul mondo; sia sul piano affettivo, modificando le rappresentazioni dell altro e le relazioni con chi viene da lontano. Contribuisce così ad aprire la mente e il cuore perché permette a ogni bambino di: conoscere e riconoscere altri contesti e modi di vivere, altre culture d infanzia ; rintracciare, attraverso le storie, analogie e differenze, comunanze e specificità; valorizzare alfabeti, lingue e scritture diverse e sostenere il bilinguismo dei bambini immigrati; riconoscere frammenti della propria storia e ripercorrere le vicende talvolta dolorose attraverso la storia degli altri. La lingua è uno strumento con il quale giocare ed esprimersi, raccontare, dialogare, pensare logicamente, approfondire logicamente, approfondire le conoscenze, chiedere e dare spiegazioni, sviluppare e condividere un senso d appartenenza e cittadinanza unitaria e plurale. Lo sviluppo di tematiche che mirano alla maturazione di competenze comunicative, relazionali e pro-sociali, sicuramente rispettoso delle caratteristiche psicologiche dei bambini della scuola materna, è in grado di contribuire alla loro crescita cognitiva, alla loro maturazione affettiva, etica e sociale, costituendo, nel quadro delle loro esperienze, un arricchimento concettuale, linguistico e socializzante molto importante. Chi è stato coinvolto? Il laboratorio pomeridiano è stato rivolto ai bambini di 4 anni della Scuola di Valle Ferrovia di Savignano sul Rubicone. I gruppi erano formati da bambini della sezione verde, gialla e blu. Le insegnanti coinvolte sono state della sezione verde Emanuela e Claudia 25

25 Quale organizzazione è stata attivata (tempi, spazi, materiali, forme relazionali piccolo grande gruppo, età?) Il laboratorio è partito nel mese di ottobre per concludersi nel mese di maggio, ha coinvolto i bambini di 4 anni, che frequentano l orario pomeridiano. Gli spazi utilizzati del pomeriggio sono stati la sezione: blu, il salone, la biblioteca con l angolo morbido. Le attività sono state realizzate con l utilizzo di tutti i materiali a disposizione: carta di diversa qualità, colla, tempere, materiale di recupero, stoffa, colori a matita..e di varie tecniche: pittura, collage, acquarello, disegno. Le attività hanno avuto ritmi distesi, diluite nel tempo. Quali i processi e le risultanze? Per tutti i racconti si è fatto una rappresentazione grafica così da formare un libro che verrà dato alla fine dell anno scolastico. Si è scelto un libro principale da narrare per sviluppare le emozioni dei bambini in base ai colori, questo intitolato Il ragno tessitore. Anche questo è stato realizzato dai bambini con vari materiali e poi si sono raccolte le varie sequenze e formato un libro che verrà dato alla fine dell anno. Le drammatizzazioni sono state fotografate. Come hanno risposte i bambini, le famiglie, la comunità locale? I bambini hanno risposto positivamente a questa esperienza. L insegnante è il regista della situazione: propone stimoli, coinvolge i bambini in tutte le fasi di elaborazione della narrazione, da quella verbale a quella teatrale vera e propria. E un esperienza creativa e positiva. I bambini hanno potuto scegliere le varie storie da raccontare e rappresentare. Anche i genitori sono stati coinvolti, perché i loro bambini ritornavano a casa e raccontavano le varie storie narrate a scuola chiedendo informazioni durante l anno scolastico. 26

26 Come si sono sentiti i docenti? Gestire il gruppo pomeridiano di bambini può essere più impegnativo: all inizio bambini e insegnanti devono conoscersi maggiormente, i primi accusano, inoltre, la stanchezza della mattinata appena trascorsa, appaiono più irritabili, nervosi, con poca capacità di attenzione. Per questo, scegliere di allestire un laboratorio di lettura e drammatizzazione ha permesso di rispondere maggiormente ai loro bisogni. Quale la valutazione e autovalutazione? La valutazione in itinere è avvenuta tramite l osservazione durante tutte le attività che si sono svolte. Quale la documentazione e la diffusione dei processi e delle risultanze Saranno dati due libri fatti da ogni singolo bambino sia sulle fiabe narrate e scelte dai bambini che della storia sulle emozioni del ragno tessitore dove saranno inserite le foto della drammatizzazione fatta in salone.. Insegnante: Papa Claudia 27

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28 ASCOLTO, DIVENTO, RACCONTO... Laboratorio di lettura e drammatizzazione Scuola dell Infanzia I Maggio Premessa: La trasmissione orale di storia e racconti, è da sempre stimolo all espressione di stati d animo e sentimenti. La lettura a voce alta nella sua apparente semplicità favorisce una comunicazione positiva e affettiva che influenza in modo rilevante lo sviluppo emotivo della persona. Per il bambino la lettura è un primo approccio all apprendimento lessicale e alle funzioni mentali ma anche uno strumento ideale per trattenere con sé l adulto che in questo modo gli dedica protezione e sicurezza. Finalità: Ho ritenuto importante quest anno valorizzare questo aspetto favorendo l approccio al mondo della lettura e al codice scritto per avvicinare i bambini al mondo simbolico dei libri. Allestire uno spazio dedicato al libro significa costruire un laboratorio di creatività: biblioteca, costruzione libri, costruzione di storie, traduzione in simboli delle storie inventate (percorsi psicomotori, drammatizzazione, creazione di sequenze). L azione didattica non può prescindere dall attività di stimolo per il bambino ad apprendere; il desiderio di leggere non è infatti un espressione naturale ma un acquisizione culturale. La curiosità dei bambini nei confronti delle storie raccontate e inventate si è rivelato nel corso dell anno una risorsa da utilizzare nella costruzione di percorsi didattici. 29

29 Attività e contenuti: Abbiamo così ideato un personaggio che potesse fare da tramite per realizzare esperienze di approccio al libro concepito come un piacere, un personaggio quindi curioso capace di affascinare coinvolgente e misterioso. Questo personaggio si è presentato portando libri di storie da tutto il mondo, libri di animali, libri di ricette e ha invitato i bambini dopo la lettura delle storie a realizzare un libro. Ogni incontro col personaggio è stato emozionante e ha creato attese e aspettative per quello successivo. I bambini hanno risposto con curiosità ed interesse alle varie attività proposte mostrando coinvolgimento e divertimento nel vivere le esperienze e nel realizzarle. Insegnante: Vecchi Gina 30

30 SENTO, ASCOLTO, IMMAGINO E CREO SCUOLA dell infanzia Zona Cesare Insegnare lingua non è mai un fatto scontato in quanto permette di inventare e creare cultura; la lingua è il luogo dove creatività e immaginazione si incontrano, è Vita; essa è un potente mezzo per acquisire, costruire, connettere conoscenze; lingua e parola abitano la medesima casa e offrono, a chi le condivide e incontra, un senso di appartenenza. da Sentieri per cercare Sezioni: bambini di tre, quattro e cinque anni. Premessa: La lettura non può essere un esperienza occasionale, nella scuola dell infanzia è una pratica quotidiana che passa dalla lettura narrativa dell insegnante, alla biblioteca e alla lettura delle scritte presenti in sezione da parte dei bambini. Il nome del mese, il proprio nome accanto al contrassegno, le parole sulle scatole. Contesti diversi per letture diverse. Ai bambini piace moltissimo ascoltarci quando leggiamo loro delle storie ad alta voce: si rilassano, si concentrano, si lasciano incantare dalle storie e dalle immagini che proponiamo loro. L approccio al libro, alla narrazione non si esaurisce con la lettura da parte dell insegnante: a questa si affiancano una serie di attività volte sia alla verifica della comprensione che allo sviluppo della narrazione con altri codici linguistici. Con i bambini le storie, i racconti, le favole costituiscono altresì un materiale importante con il quale possiamo lavorare per migliorare le competenze logiche e linguistiche: la consequenzialità temporale, i rapporti di causa effetto, la ricchezza temporale, la verbalizzazione, la struttura e l articolazione della frase. 31

31 Finalità: - Fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di espressione. - Disponibilità a riconoscere il diritto degli altri alle proprie idee e opinioni - Ascoltare e comprendere; disposizione a risolvere i conflitti con la discussione. - Sviluppare un linguaggio personale, originale, creativo. Maturare un atteggiamento curioso, interessato per la narrazione e la lettura infantile. Attività e contenuti: - Lettura quotidiana: proposta di una letteratura infantile significativa e creativa dal punto di vista didattico e soprattutto educativo. - Familiarizzazione con alcune parole legate al testo. - Drammatizzazione. - Rielaborazione giornaliera della sequenza letta. - Rappresentazione grafica della storia. Metodologia: - Lettura come momento ludico, piacere fisico, momento di libertà e intrattenimento, orientato all ascolto e al racconto dei bambini. - Valorizzazione del pensiero individuale 32

32 Attività: L attività è stata proposta ai bambini di 5 anni in intersezione durante l orario pomeridiano. Realizzazione della storia su cartone da parte dei bambini di Elmer l elefante variopinto, uno dei protagonisti del nostro progetto di plesso, La lettura della storia è avvenuta utilizzando un teatrino di legno, detto Kamiscibay. Il Kamishibay è traducibile come teatro di carta. E un modo di narrare storie originario del Giappone. Infatti è una forma di narrazione che ha avuto origine nei templi buddisti del Giappone nel XII secolo. Il Kamischibay è noto come spettacolo di strada puro ed essenziale, 12/14 immagini per ogni storia. Il racconta storie per spostarsi da un paese all altro utilizzava la bicicletta e su di essa era posizionato il Kamishibay. Venivano utilizzate storie per narrare leggende o per dare insegnamenti di tipo morale. La narrazione con il Kamishibay si realizza posizionando le immagini del racconto sulla struttura di legno, davanti al pubblico. Il narratore si pone dietro e presenta le fiabe leggendo la storia sul retro delle schede, sostituendole via via. In questo modo si crea nei bambini un effetto magico di attesa e anticipazione che favorisce la concentrazione attorno alla storia. Inoltre assistono insieme allo spettacolo: condividendo le emozioni, riconoscono l esperienza del gruppo e sono stimolati a intervenire con forza nella narrazione che, in seguito, sarà fonte di rielaborazione collettiva e di condivisione. Quindi quale migliore strumento se non quello di far realizzare le storie ai bambini ed in seguito proporle ai compagni Criticità: non riscontrate. Aspetti positivi: la prassi sperimentata ha favorito maggiormente la concentrazione attorno alla storia raccontata, migliorato l ascolto e l attenzione da parte dei bambini. I bambini si sentono protagonisti e 33

33 coinvolti in prima persona, in oltre condividono emozioni ed imparano a cooperare insieme per un fine comune. Punti di forza: Far realizzare direttamente le tavole delle storie ai bambini, ha permesso loro di sentirsi coinvolti e protagonisti in prima persona e tutti si sono divertiti ed adoperati per poter dare il proprio contributo alla buona riuscita del lavoro. L attività ha dimostrato che si possono unire, in un'unica finalità, la gioia di raccontare storie e quella di collaborare insieme per realizzare in gruppo la storia in sequenza. Altre considerazioni: Le storie realizzate con tecniche miste hanno coinvolto i bambini di 5 anni stimolando la loro creatività. L utilizzo del Kamischibay per raccontare le storie ha migliorato ancora di più l attenzione da parte dei bambini. Insegnante: Raffaelli Patrizia 34

34 Scuola primaria Alcune Idee da tradurre in Buone Prassi 35

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36 RIFLESSIONE SULL ASCOLTO Scuola Primaria Classi: Terze. Premessa: Educare all ascolto è fondamentale perché saper ascoltare coinvolge ogni momento della vita sia scolastica che extrascolastica. Finalità: Riflessione sul nostro modo di ascoltare/non ascoltare. Attività e contenuti: Ricerca del significato della parola ascolto/ascoltare. Riflessione individuale e di gruppo sull ascolto/non ascolto. Ipotesi /riflessione di comportamenti e atteggiamenti corretti. Raccolta e registrazione del lavoro. Metodologia: Lavoro in circle-time. Insegnante: Boghi Albertina 37

37 LA TESTA TRA LE NUVOLE Scuola Primaria Classi: Terze. Premessa: Avvicinare i ragazzi alla lettura in modo piacevole e divertente. Finalità: Stimolare la narrazione riconoscendola come veicolo di crescita, di elaborazione fantasiosa e di costruzione del pensiero. Attività e contenuti: - Lettura individuale di un capitolo adattato e ridotto Le nuvole dal libro Il diario di Giulio top secret di S. Bordiglioni. - Commento, ricerca dei punti salienti. - Individuazione di domande lasciate in sospeso. - Ricerca di ipotesi per completare la vicenda narrata. - Confronto con il testo integrale. - Coglier il suggerimento dell autore per svolgere attività pratiche. - Dall esperienza all invenzione di storie creative e fantasiose. Metodologia: - Lettura individuale. - Lettura collettiva, di gruppo. - Conversazione, commento, riflessione in gruppo/classe. - Esperienza pratica. - Produzione individuale e personale. Insegnanti: Gherardi Daniela Pergolini Marcella 38

38 IL LIBRO DELLE VACANZE Scuola Primaria Classi: Quarte. Premessa: Progetto di una condivisione generale delle vacanze estive Finalità: - Prestare attenzione all interlocutore. - Esprimere attraverso il parlato spontaneo pensieri, stati d animo e affetti. - Usare diversi registri linguistici. - Saper riassumere un avvenimento personale. Attività e contenuti: - Scegliere e raccontare un momento delle proprie vacanze in modo chiaro e accattivante. - I compagni uditori, dopo aver individuato l episodio relativo alle vacanze altrui, prendono appunti e svolgono a casa un testo-riassunto. Metodologia: - A piccoli gruppi (tre, quattro) gli alunni raccontano alla classe l esperienza significativa prescelta. - I compagni uditori individuano l episodio più coinvolgente. Insegnante: Montanari Laura 39

39 PERCORSO DI ASCOLTO, COMPRENSIONE E NARRAZIONE Scuola Primaria Classi: Quarte. Premessa: Il saper ascoltare non ha significato se non sfocia nel saper parlare e raccontare. Finalità: - Risvegliare esperienze, bisogni, curiosità. - Attivare rapporti logici e collegamenti fra informazioni ricevute in contesti diversi. - Chiarire e consolidare concetti. - Favorire la capacità di esprimersi comunicando. - Individuare le inferenze. Utilizzo di figure retoriche per esprimere stati d animo Attività e contenuti: - Assumere un comportamento di ascolto attento e partecipativo. - Comprendere l argomento, il tono, lo stato d animo di chi parla. - Rispetto delle pause. - Giochi linguistici ( mi piace/non mi piace.). - Drammatizzazione di momenti significativi del testo. - Realizzazione di elaborati grafico-pittorici con tecniche diverse. Metodologia: - Lavoro individuale, a piccolo, a grande gruppo, circle time. - Lavoro a classi aperte. Insegnante: Montanari Laura 40

40 ASCOLTARE IL SILENZIO Scuola Primaria Classi: Quinte. Premessa: L ascolto è il mezzo comunicativo per eccellenza, è il presupposto per ogni tipo di comunicazione; esso implica l intenzionalità del sentire. Per educare all ascolto la prima domanda da porci è: I nostri alunni sanno cos è il silenzio? Finalità: Partire dalla consapevolezza del valore del silenzio non certo il silenzio forzato, ma quello che tranquillizza, che dispone all acquisizione di cose, di parole, di musica, di immagini, di emozioni per aiutare i bambini ad assumere una corretta abitudine all ascolto. Attività e contenuti: - Riconoscere nel silenzio la prima strategia per attivare un ascolto consapevole; - Registrare suoni e rumori percepiti (stato di silenzio); - Prendere atto dei ritmi del nostro corpo; - Distinguere aspetti positivi e negativi; - I luoghi del silenzio; - Esprimere/rappresentare il silenzio con parole/immagini/suoni/gesti/ emozioni - Registrare a sorpresa alcuni minuti di lezione; riascoltare, commentare e fare riflessioni; - La catena del silenzio (ognuno dà la mano al compagno invitandolo a fare il silenzio, l insegnante chiude la catena). 41

41 Metodologia: - Creare situazioni favorevoli al rilassamento (palestra); - Attività a piccolo/grande gruppo; - Classi aperte; - Circle time (cercando di coinvolgere anche i più restii); - Far riflettere sulle diverse situazioni dando disposizioni a gruppi diversi e poi riunirsi per confrontare gli elaborati/le opinioni Insegnante: Diana Di Egidio 42

42 Scuola Primaria Buone Prassi (Pratiche sperimentate) 43

43 44

44 Classi: Prime LEGGERE PER CONOSCERE E RICONOSCERSI Topino timidino Scuola primaria Aldo Moro Premessa: In classe 1^ la convivenza, nei primi tempi, è tutta da costruire.gli alunni provenienti da scuole materne diverse hanno necessità di conoscersi e di stabilire nuove relazioni fra loro. La narrazione di una storia offre la possibilità di identificarsi nei personaggi, trovare rassicurazione e condividere le emozioni. La scelta del libro non può essere casuale, tutto deve avere un senso e produrre risultati soddisfacenti. Il libro diventa così un mezzo indispensabile e soprattutto magico per stare con i bambini, per condividere storie, per vivere insieme tutte le emozioni che queste storie sanno suscitare. La storia di Topino timidino si rivela adeguata alla situazione. Il protagonista, Topino, non riesce mai a far sentire la sua presenza e così mentre gli altri si divertono, giocano, fanno festa, lui resta sempre ai margini e la sua voce è così impercettibile che per tutti è invisibile. Ma il lieto fine è in agguato ed imprevisto, Topino, mostrando un coraggio impensabile, riesce a far fuggire un terribile gatto, urlando con voce fortissima che nemmeno lui sapeva di avere. Il protagonista diventa l eroe del giorno, ricercato e ammirato da tutti e capisce di aver sempre avuto dentro di sé quella forza, ma di non essere mai riuscito ad esprimerla sentendosi sempre inferiore e inadeguato. Quanti bambini di fronte a una nuova situazione si sentono ai margini, timorosi, invisibili, incapaci di allacciare nuove relazioni e amicizie. La narrazione di una storia in un ambiente accogliente e adeguato crea attesa, eccitazione, curiosità, condivisione di sentimenti e di identificazioni. E un 45

45 momento dove lo stupore e la meraviglia suscitati dall ascolto lasciano spazio alla fantasticheria, alla creazione di un altrove immaginario in cui si confondono mondi vissuti e mondi sognati. Il piccolo ascoltatore potrà così scoprire che vale la pena stare in silenzio e ascoltare la voce dell insegnante che libera le parole dalla pagina, per evadere dalla realtà ed entrare in questi mondi possibili offerti dal libro, popolando il silenzio che si è creato attorno a lui di nuove immagini di nuove presenze che si intrecciano in un vortice di realtà e fantasia, un vortice in cui egli cerca di riconoscersi e ritrovarsi. Così l ascolto, gioco armonico fra parola e silenzio, risulta una competenza di base su cui la scuola è tenuta a investire; educare alla pazienza dell attesa e alla scoperta comunicativa del silenzio è premessa imprescindibile per lo sviluppo di qualsiasi relazione e attività didattica all interno della classe. (da Sentieri per cercare) Finalità: Favorire la capacità di ascolto; Incentivare la curiosità e l attesa; Favorire la relazione; Favorire l identificazione nei personaggi. Attività e contenuti: Lettura del libro Topino timidino. Presentare il personaggio con le sue caratteristiche. Narrazione della storia a più voci. Saluto del personaggio diventato eroe. Disegnare il personaggio. Metodologia: Costruzione angolo delle storie con cuscini e luce soffusa; Creare attesa; Lettura della storia modulando la voce in base alle caratteristiche dei personaggi. Le insegnanti: Bertozzi Emma Rollo Maristella Finazzi Teresa Vernocchi Maria Teresa 46

46 A SCUOLA SENZA PAURA Scuola Primaria Dante Alighieri Classi: Prime e Quinte Attività e contenuti: Nel corso dell estate, pensando ai nostri nuovi alunni e desiderando accompagnarli alla scoperta della scuola come nuovo contesto di convivenza in modo ludico e gioioso, siamo andate alla ricerca di personaggi e di storie. Abbiamo scelto Lele, protagonista del libro Lele e Maramà perché i nostri alunni si potessero identificare nella sua storia (un elefantino che ha una fifa tremenda e non vuole andare a scuola) per affrontare con serenità un nuovo percorso educativo, ambientarsi armoniosamente nella nuova scuola e stabilire relazioni positive con i compagni. Il primo giorno i bambini hanno trovato un immagine gigante dell elefantino realizzata per loro da Lisa, una bimba di quarta elementare. L immagine, così vicina al loro modo di disegnare, ha destato la curiosità di tutti e ha suscitato alcune domande. Abbiamo preso spunto per introdurre il personaggio e lasciare l attesa per la lettura a più voci della storia, che è avvenuta solo il giorno seguente. L alternanza delle voci e la gestualità nella narrazione hanno favorito l attenzione e l ascolto, creando momenti di silenzio e di distensione che hanno permesso a ciascuno di loro di esprimere sentimenti ed emozioni. La presenza di un bimbo con una grave disabilità, che nessuno conosceva in quanto proveniente da un altra Scuola dell Infanzia, ci ha indotto a lavorare anche sulla paura della diversità. L alunno, oltre a frequentare la 47

47 classe, usufruisce di uno spazio adeguato alle sue particolari necessità. A tal fine si è ritenuto opportuno preparare, proprio in tale ambiente e insieme ai bambini, l accoglienza del compagno attraverso una riflessione sulla diversità scaturita dalla storia del piccolo Oliver. Il giorno seguente i bambini attenti e curiosi hanno accolto il nuovo amico con silenziosa naturalezza; gli hanno donato cuoricini colorati con i quali si sono presentati uno ad uno ed hanno comunicato, con un semplice gesto, il loro affetto. Tale clima ha favorito momenti di ascolto reciproco e di integrazione. La storia di Lele e Maramà è stata rielaborata dai ragazzi delle classi quinte che hanno incontrato i piccoli di prima in un momento speciale di continuità attraverso musica, drammatizzazione ed elaborati artistici. Giocando sull attesa pensiamo di proseguire il nostro lavoro sull ascolto con nuovi testi che abbiano come tema l amicizia ed il rispetto delle regole Le insegnanti: D Apice Clara Grindatto Antonella Tognacci Mariagrazia 48

48 ATTIVITA DI ACCOGLIENZA degli alunni delle classi prime da parte degli alunni di classe quinta Scuola Primaria Dante Alighieri Classi: Quinte Alla fine dello scorso anno abbiamo accolto i bambini delle scuole dell Infanzia del territorio che avrebbero frequentato il nostro plesso (Dante Alighieri); in quella occasione abbiamo formato coppie nominando i nostri alunni, delle allora classi quarte, tutor affidandogli un compagno più piccolo. Ai piccoli è stato presentato un lavoro che gli alunni più grandi avevano realizzato: un video libro, la Storia di Otto, con disegni e voci degli alunni. Alla fine si sono seduti ai banchi e a coppie e hanno svolto un attività creativa con un tangram individuale, che hanno potuto portare con loro. 49

49 L accoglienza 2011 è quindi partita con l arrivo dei ragazzi di quinta in un aula in cui i piccoli li attendevano. Qui i ragazzi hanno presentato la lettura animata del libro Lele e Maramà, testo individuato dalle insegnanti delle prime come sfondo per l accoglienza, con una piccola coreografia, e una parte del testo in rima, cantata in coro con l accompagnamento alla chitarra del magnifico Fabio. L obiettivo dell attività proposta è stemperare l ansia che hanno i bambini quando varcano la soglia della scuola, per conoscere un nuovo ambiente e relazionarsi con nuovi compagni paritari, con compagni più grandi, con nuovi insegnanti. Quindi abbiamo scelto di valorizzare gli aspetti emotivo-relazionali ed affettivi, organizzando una accogliente emozione, partendo dagli aspetti cognitivi dell apprendimento. 50

50 I ragazzi di quinta, hanno lavorato in piccoli gruppi; ogni gruppo ha sviluppato un capitolo. Sono stati realizzati dei pannelli con il titolo del capitolo, un sottotitolo che sintetizzava il contenuto e un disegno. Velocemente è stata costruita una piccola coreografia in cui il gruppo presentava i diversi capitoli, nello stile dell antico Cunto siciliano. La formula magica per dominare la paura, è stata cantata in coro, con una improvvisazione musicale di Fabio alla chitarra. I bambini più piccoli hanno gradito l interpretazione della storia che già conoscevano perché letta delle loro maestre. Successivamente i bambini si sono riconosciuti e hanno riformato le coppie di tutoraggio formate lo scorso giugno; ogni bambino ha disegnato se stesso su un foglio predisposto a diversa altezza i fogli sono stati poi 51

51 incollati, formando una lunga striscia con l alternanza del grande e piccolo È in corso di preparazione una piccola spettacolarizzazione dello stesso testo; a piccoli gruppi sono state affidate le parti e saranno predisposte maschere di carta che permetteranno l avvicendamento di diversi bambini nello stesso ruolo, per poter permettere la partecipazione di più bambini alla stessa attività espressiva. Insegnanti: D Apice Clara Marchi Marica 52

52 L ALBERO DELL AMICIZIA Scuola Primaria Classi: Seconde. Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino. Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro. Tutti li chiamiamo amici e ce sono di molti tipi. Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici Periodo di attuazione: Inizio anno scolastico Attività di accoglienza. Motivazioni: Il progetto nasce dal desiderio di accompagnare i bambini alla scoperta della diversità, intesa non solo come presenza di bambini di altre culture, ma anche come valorizzazione della diversità/unicità di ciascuna persona. L elemento di stimolo è scaturito, in particolare, dall arrivo nella classe 2 A di due alunni da diverse regioni d Italia nonché dalla presenza all interno della classe, di bambini di etnie diverse, dalla conseguente curiosità dei bambini e soprattutto dalla necessità di attivare strategie di accoglienza e integrazione. Perché l albero? L immagine dell albero ci è sembrata la più adatta a rendere l idea dell incontro e del rimescolamento tra culture e storie. Generato da singole radici e origini, l albero cresce ricevendo dal luogo in cui vive la linfa vitale, espandendo i suoi rami verso il cielo, l aria, la luce del sole verso il futuro. 53

53 Utilizzando una metafora tratta dal mondo vegetale quella del bosco rende efficacemente l idea delle diversità che compongono un tutto omogeneo e armonico, dell uno e del molteplice, della differenza in mezzo alle tante differenze. Piante e alberi differenti vivono infatti uno accanto all altro, originandosi da radici diverse, ma crescendo sotto lo stesso cielo con forme, cortecce, foglie, rami e morfologie proprie. La fisionomia dei gruppi di bambini che incontriamo oggi a scuola, assomiglia sempre di più ad un intreccio-mosaico di differenze: di colore, aspetto, lingua, religione; assomiglia ad un bosco che accoglie alberi e piante diverse che hanno però tutte uno stesso orizzonte e un progetto comune da costruire insieme. Finalità: Ascoltare e ascoltarsi per conoscersi e divenire amici Stimolare in ogni bambino l insorgere dell empatia verso l altro. Offrire l opportunità di conoscere meglio sé stessi attraverso il confronto con chi appare diverso da sé. Rafforzare l autostima dei bambini, affinché acquisiscano maggiore sicurezza e fiducia in sé, condizione basilare per poter instaurare una relazione positiva con gli altri. Porre le condizioni per aprirsi con fiducia all altro permettendo il superamento di paure, diffidenze e il consolidamento dei rapporti amicali. Considerare la diversità come ricchezza. Impegni: Il progetto, ponendo un attenzione particolare alla dimensione dell accoglienza vista come momento di incontro e di dialogo, prevede da parte delle insegnanti: Obiettivi condivisi; Affinamento delle competenze di ascolto e comunicazione; La creazione di un contesto ricco e stimolante. 54

54 Attività e contenuti: L attività può iniziare con una di narrazione sul tema dell amicizia, in modo da introdurre il tema dell accoglienza -accogliere l altro- e dell incontrarsi per stare bene insieme. Viene predisposto l albero che accoglierà le foglie, realizzando semplicemente una sagoma su di un cartoncino o utilizzando dei veri e propri rami da piantare in un vaso contenente della terra. Ai bambini viene chiesto di riportare su del cartoncino colorato l impronta della propria mano e di ritagliarla. In tal modo ogni impronta assume la funzione di foglia. Ogni foglia è nominale, ossia riporta il nome del bambino che l ha realizzata. Successivamente, in assetto circolare, ciascun alunno viene invitato a presentarsi ai suoi compagni, ad esprimere un personale pensiero sull amicizia e ad incollare la propria foglia tra i rami dell albero. A conclusione dell attività si indirizza l attenzione degli alunni sull albero che si è costruito per riflettere sull importanza di tutte le piccole foglie, che benché diverse, unendosi insieme, hanno ottenuto un tutto armonico ed omogeneo. Un attività alternativa alla presente, con le medesime finalità, è La Rete dell amicizia. Incontrarsi significa scoprire che ognuno di noi possiede aspetti simili ed aspetti differenti da tutti gli altri, che le opinioni possono essere diverse, ma ugualmente da rispettare, per capire quanto possa essere bello scoprirsi amici. Insegnanti: Colonna Emanuela Di Lembo Elena Saccotelli Arcangela 55

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