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1 Sped. in Abbonamento postale, art. 2 comma 20c. legge 662/96, Filiale di Torino, n. 12/2010, Torino - Tassa riscossa - Taxe perçue Anno 37 - Dicembre n. 12 Pro Natura Notiziario obiettivo ambiente Parchi addio? La Giunta Regionale del Piemonte ha recentemente predisposto un disegno di legge che modifica l attuale normativa sulle aree protette. Diciamo subito che se tale documento verrà approvato nella sua integrità, si completerà l opera (in realtà già iniziata dalla Giunta Bresso) di affossamento di 30 anni di politica dei parchi. Politica che aveva posto il Piemonte tra le Regioni più virtuose nel settore: una delle poche in grado di non sfigurare nel paragone con gli Stati esteri più avanzati nel campo della protezione dell ambiente. Vediamo quali sono gli aspetti più critici del parto di Cota e Casoni, rispettivamente Presidente ed Assessore ai Parchi della nostra Regione, evitando tuttavia di entrare in dettagli per quanto riguarda gli aspetti più prettamente tecnici, quali ad esempio la pianificazione e l organizzazione degli Enti di gestione. Intanto, già dalle modifiche apportate agli scopi della legge emerge con chiarezza cosa intendano i nostri amministratori per area protetta: una zona che deve produrre reddito, non importa in che modo e con quali sacrifici. Infatti, alla remuneratività economica viene riconosciuto un ruolo primario, di fatto prevalente su ogni considerazione di carattere protezionistico. Ovviamente, siamo tutti d accordo che nei parchi, a fianco delle esigenze di tutela ambientale, devono essere promossi interventi di valorizzazione. Questi, però, non posso essere considerati il fine unico per cui si istituiscono le aree protette e devono essere adottati solo fatte salve le primarie esigenze di salvaguardia. Altre perle del ddl riguardano le cosiddette zone naturali di salvaguardia, che erano una delle varie modalità di tutela previste dalla normativa regionale: di fatto si trattava di preziose aree di collegamento tra parchi o riserve, sottoposte a vincoli solo leggermente attenuati a quelli dei parchi veri e propri, con però la possibilità di esercitarvi la caccia. Nello scorso giugno la Corte Costituzionale ha stabilito l incongruità di questo istituto, affermando che se si tratta di un area protetta, allora la caccia deve essere vietata. Naturalmente, i nostri amministratori non si sono nemmeno sognati di accentuare il regime protezionistico nelle zone di salvaguardia, né di trasformarle, come richiesto dalle Associazioni ambientaliste, in aree contigue. No, hanno preferito scorporare tali zone dal sistema delle aree protette, rimandando la definizione delle loro modalità di gestione a chissà quando. Risultato: se il ddl verrà approvato la superficie protetta in Piemonte si ridurrà di circa un terzo ed alcuni parchi, tra cui in particolare il sistema delle aree protette del Po, si vedranno ridimensionati in misura notevolissima, fino al 90% nel caso del tratto cuneese. Il tutto, evidentemente, per non scontentare il mondo venatorio, il quale, nonostante il numero di praticanti sia in costante calo, è ancora in grado di esercitare pressioni a livello politico di grande efficacia. Il ddl prevede che eventuali modifiche dei confini delle aree protette possano venire adottate con delibera di Giunta. La procedura appare poco democratica: infatti, dal momento che una modifica di confini incide profondamente nelle caratteristiche e nella funzionalità di un area protetta, sembrerebbe logico prevedere un esplicito pronunciamento da parte dell intero Consiglio Regionale. La limitazione del numero dei Consiglieri degli Enti Parco a 5 risulta eccessiva e non in grado di garantire la rappresentatività a tutte le forze sociali interessate. In particolare, è inaccettabile la mancata partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni professionali agricole ed ambientaliste, come peraltro espressamente previsto dalla Legge nazionale che disciplina la materia delle aree protette. Da rilevare inoltre come nei nuovi Consigli la Regione detenga la maggioranza, dal momento che ad essa compete l espressione del Presidente e di due ulteriori Consiglieri. Il ddl abroga la Legge Regionale n.36/1989 (che prevede e disciplina interventi di riequilibrio faunistico nelle aree protette) e la sostituisce con norme la cui finalità appare quella di rendere più accessibili gli abbattimenti di fauna all interno delle aree protette. Poiché proprio la tutela della fauna selvatica è uno dei punti qualificanti dell esistenza delle suddette aree protette, ci pare che le nuove norme siano troppo permissive e non in linea con una corretta gestione. In particolare, va evidenziato come gli interventi di prelievo possano venire affidati a cacciatori che esercitano la loro attività nell ambito degli Ambiti Territoriali di Caccia o dei Comprensori Alpini in cui ricade il territorio protetto: in tal caso, l attività si configura come caccia cosa vietata dalla normativa nazionale. Piero Belletti Continua il dissesto del territorio La storia drammaticamente ogni anno si ripete. E bastata una pioggia un po più abbondante per mettere in ginocchio buona parte d Italia compresa la nostra regione, che, per fortuna, non ha assistito agli eventi tragici del recente passato. Mi riferisco al 1994 ed al 2000 quando pochi giorni di pioggia torrenziale autunnale crearono un disastro immane in tutto il Piemonte. Che cosa è successo allora ed oggi? Eventi meteorologici tipici dell autunno quando le massa d aria fredda irrompono sul Mediterraneo ancora caldo, hanno scaricato una ingente quantità d acqua. Simili fenomeni, sono sempre avvenuti, senza creare però situazioni drammatiche. Oggi, la montagna e la pianura non sono più quelle che hanno accompagnato per secoli la storia dell uomo. E vero che negli ultimi anni piove in modo diverso (e secondo gli esperti in futuro sarà ancora peggio): le precipitazioni sono più violente, temporalesche, concentrate in poco tempo. Ma è altrettanto vero che, quando l acqua arriva al suolo, acquista una velocità di scorrimento tre, quattro volte superiore rispetto a quanto succedeva in passato, perché l acqua scivola sull erba non più tagliata delle nostre montagne, sulle tante strade asfaltate, vere ferite nelle scoscese pendici alpine, sui terreni disboscati e cementificati perché occupati da seconde case usate sempre più di rado, da capannoni che ricoprono il suolo ed offendono l estetica ed il buon gusto, da parcheggi. Quando, quest acqua raggiunge il suo letto naturale, è costretta a correre più velocemente, chiusa tra pareti di cemento che hanno modificato gli argini, la stessa ampiezza dell alveo. E allora succede il disastro. Diceva il cuneese Gian Romolo Bignami, pianificatore territoriale, una delle ultime voci a gridare contro lo scempio della nostra terra: paghiamo l abbandono della montagna, perché con la scomparsa degli uomini è venuto meno un importante presidio sul territorio; e paghiamo il dissesto della pianura, coperta, quasi senza soluzione di continuità, da cemento ed asfalto. Che cosa ci hanno insegnato le alluvioni degli anni passati? Nulla o quasi. Impunemente abbiamo continuato a costruire addirittura dentro il letto dei fiumi, approfittando anche dei contributi pubblici; abbiamo ricostruito ponti e strade pronti per essere nuovamente portati via dall alluvione successiva; abbiamo effettuato qualche piccolo, ma sporadico intervento, sui corsi d acqua, senza affrontare il problema in modo organico dalla sorgente alla foce. La manutenzione dei corsi d acqua deve essere continua e non affidata al caso o all emergenza; occorre ripristinare gli argini naturali, non cementarli; occorre creare aree di sfogo lungo il corso, non edificare capannoni nel loro letto; è necessario regimare il passaggio dell acqua, non asportare a casaccio la ghiaia. Insomma, fare sistemazione idraulica rimettendo in sesto da monte a valle i letti dei corsi d acqua, controllando in alta quota le briglie andate fuori uso, ridando naturalità ai fiumi che per colpa nostra l hanno persa. Tutto ciò richiede denaro, ma deve essere accompagnato dall educazione della popolazione che deve imparare a rispettare il territorio ed i fenomeni naturali. Domenico Sanino 1

2 2 Tecnologia contro abbandoni di rifiuti Da tempo il Parco del Po Torinese si è dotato di tecnologia idonea a perseguire l inquietante e dispendioso fenomeno dell abbandono dei rifiuti. Una telecamera è già stata installata circa un anno orsono nei pressi di Torino e da allora molte sono state le denunce penali e le sanzioni amministrative contestate per abbandono di rifiuti. Ora con l aiuto di fotocamere (fototrappole) utilizzate per fotografare gli animali, il Servizio di Vigilanza del Parco riesce a monitorare anche aree di più difficile controllo, quali, ad esempio, a Saluggia i boschi che si trovano dopo la località Ponte degli Assassini, luogo storico per l abbandono abusivo dei rifiuti. Grazie a queste tecnologie, i guardiaparco, insieme alle Polizie municipali di Torrazza e Saluggia, sono riusciti a identificare due persone che avevano prima demolito una struttura con tetti in eternit, materiale facilmente riconoscibile utilizzando fotografie scattate dal satellite oramai a disposizione degli enti, abbandonando poi tale materiale nei pressi della località Ponte degli Assassini, dove, in mezzo ai cespugli, erano piazzate le attrezzature fotografiche. Dall analisi delle fotografie scattate in loco dalle foto-trappole e dalle fotografie satellitari, trovare il luogo in cui era stata demolita la struttura e quindi identificare i responsabili non è stata cosa difficile. Il lavoro congiunto delle Polizie municipali e dei guardiaparco, oltre alla obbligata denuncia penale, ha fatto in modo che fossero i responsabili a smaltire il materiale abbandonato e non il Comune, con costi che sarebbero rimasti a carico della collettività; in tal modo sono state risparmiate risorse finanziarie che potranno essere meglio spese per aumentare i servizi alla collettività, anziché per riparare il danno fatto da qualcuno. Purtroppo quest area risulta ancora un luogo di abbandono di rifiuti, ma si spera di risolvere il problema chiudendo la strada con una catena e dando le chiavi solo agli aventi diritto, ripulendo poi l area e lasciandola alla fruizione a piedi da parte di tutti. Spesso si riscontrano, nella gestione dei nostri rifiuti, leggerezze che possono costare piuttosto care. Un esempio per tutti: i vari soggetti che puliscono cantine e che lasciano biglietti con il numero di telefono attaccati ai lampioni piuttosto che nei bar. Questi soggetti sono delle imprese riconosciute? Sono iscritti all albo gestori ambientali? Come smaltiscono i rifiuti? Affidare i propri rifiuti senza verificare tali aspetti può costare, in caso di abbandono, una denuncia penale in concorso di colpa con chi li ha abbandonati, quindi in qualsiasi caso vengano affidati i rifiuti ad altri occorre pretendere la documentazione del corretto smaltimento; nel caso in cui questa non venga consegnata è opportuno avvisare le Polizie municipali o i guardiaparco. L Ente Parco del Po continuerà a vigilare e a fornire consigli, con l augurio che le Zone di Salvaguardia (aree protette nelle quali si riscontra la stragrande maggioranza dei casi di abbandono di rifiuti) rimangano in gestione all Ente Parco e vengano stralciate le proposte di modifica al Testo Unico delle Aree protette, predisposte dalla Giunta regionale e attualmente in discussione, che fanno temere pericoli per queste zone. Gianni Abbona Rifiuti, come ridurli? Il cementificio Buzzi-Unicem di Robilante si è dichiarato disponibile a bruciare nei forni di cottura clinker o (è ) tonnellate l anno di combustibile derivato da rifiuti prodotto nello stabilimento Ideagranda o proveniente dall Ecodeco di Verzuolo. Già lo sta facendo, ma con quantitativi più ridotti. In questo modo il cementificio assumerebbe il ruolo di inceneritore. C è un po di preoccupazione nella popolazione della valle Vermenagna perché non si sa quali danni alla salute possano derivare dall uso di rifiuti come combustibile, nonostante tutte le misure di protezione adottate dall industria. Secondo alcuni il danno è decisamente inferiore all uso del carbone o degli altri combustibili naturali; secondo altri no. Il problema sta a monte e, prendendo a riferimento quanto sta succedendo a Napoli, per evitare di trovarsi nella necessità di bruciare i rifiuti o accatastarli in discarica, l unica soluzione è non produrli. Se si vuole evitare la creazione di inceneritori o l utilizzo dei cementifici a tale scopo, basta ridurre la produzione di rifiuti e aumentare la raccolta differenziata. Ridurre i rifiuti è possibile; anzi c è chi è riuscito a fare in modo di non produrne affatto, come da anni predica l americano Paul Connett, candidato al premio Nobel. I rifiuti rappresentano un problema colossale nei confronti dei quali fatichiamo a trovare soluzioni adeguate. L Italia ne produce ogni anno oltre 100 milioni di tonnellate, di cui un buon 30% è gestito dalla malavita organizzata che dal loro smaltimento illegale ricava una cifra faraonica. Quattro passi tra i Musei con Pro Natura Mercoledì 15 dicembre 2010, ore 14,30-15,30 Visita al Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso presso il palazzo Istituti Anatomici dell Università, via Pietro Giuria 15, Torino Il 27 novembre 2009 a Torino è stato riaperto il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso ; a cento anni dalla morte di Cesare Lombroso ( ), si riallestisce quindi il suo museo, unico al mondo. Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, scritti e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e dai carcerati. Il mercoledì l ingresso al Museo è gratuito; dovremo pagare la guida, fornita dall Ufficio Scuola della Città: contributo di tre euro per ogni partecipante, da versare all accompagnatore di Pro Natura prima della visita. Iscrizioni presso la Segreteria di Pro Natura Torino, via Pastrengo 13 (lunedì-venerdì 14-19, sabato 9-12, tel ), entro martedì 7 dicembre fino ad esaurimento dei posti disponibili (25). La visita si effettuerà con un minimo di 8 iscritti. Quattro passi in montagna...a due passi da Torino di Piero Belletti - Euro 12,00 Disponibile presso la sede di via Pastrengo 13, Torino. Corso di informatica Pro Natura Torino e L Arca del Re Cit, in collaborazione con l associazione Anziché anziano, organizzano dal prossimo gennaio in via Millio 20, Torino, un corso di informatica composto di 13 lezioni da 90 minuti ciascuna. Contributo totale 50. Per informazioni telefonare al E i cuneesi come si comportano? In modo per nulla virtuoso. Gli ultimi dati forniti dal Cec (il Consorzio Ecologico cuneese) relativi al 2009 segnalano che ogni cittadino di Cuneo ha prodotto 1,770 chilogrammi di rifiuti al giorno, vale a dire 646 chilogrammi all anno, di cui il 45% è stato differenziato; tutto il resto è finito nel tal quale e in buona parte in discarica. Non sono molto diversi i dati degli altri comuni, per cui si arriva ad una produzione di quasi un chilo e mezzo al giorno nei 54 comuni del Consorzio. Troppo! Di fronte a queste cifre non c è altra soluzione che ridurre la produzione di rifiuti, premiando i cittadini virtuosi e penalizzando gli indifferenti. Meno rifiuti significa non solo evitare di ricoprire il territorio con nuove discariche e non inquinare l aria con gli inceneritori, ma contrastare lo sporco mercato che spesso esporta i rifiuti più pericolosi nel Sud Italia o nei paesi poveri dell Africa o del Medio Oriente. Certamente non è facile arginare lo strapotere delle organizzazioni mafiose; basti pensare che nel 1989 l Italia fu tra i primi paesi a volere un protocollo sulla prevenzione dell inquinamento del Mar Mediterraneo provocato dai movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi. Nel 1996 il protocollo, noto come Convenzione di Barcellona, venne adottato, ma poi l Italia non l ha mai ratificato (lo hanno fatto solo la Tunisia, Malta ed il Marocco!). Perché? Quali interessi ruotano intorno a questo problema? Intanto, ognuno di noi può e deve cercare di fare qualcosa per ridurre la produzione di rifiuti. Non si richiedono sforzi ciclopici o radicali cambiamenti del tenore di vita. Bastano piccoli accorgimenti, in apparenza banali, ma che rappresentano la classica goccia che alla fine crea un oceano. Si pensi ai sacchetti di nylon utilizzati per la spesa che senza fatica alcuna potrebbero essere sostituiti da una borsa di stoffa da riutilizzare quasi all infinito. Forse non si ha idea della montagna di sacchetti che ogni anno utilizziamo e poi eliminiamo in discarica. Proviamo a fare un calcolo. Consideriamo solo 100 sacchetti per famiglia all anno (sono ben di più). A Cuneo ci sono circa famiglie che quindi utilizzano 2 milioni e 300 mila sacchetti! Altri piccoli suggerimenti alla portata di tutti: - Limitare l uso dei contenitori di plastica sostituendoli con vetro, carta e cartone. - Comperare prodotti sfusi o, almeno, con un solo imballaggio, e confezioni ricaricabili. - Riusare, riparare, riciclare quanto più possibile i vari oggetti della vita quotidiana ed eliminarli, nella raccolta differenziata, solo quando non è più possibile un loro utilizzo. - Sforzarsi di acquisire una mentalità ed un modo di agire rispettosi dell ambiente. Domenico Sanino

3 Torino-Lione: osservazioni al progetto Dopo un laborioso e approfondito lavoro che ha visto impegnati rappresentanti delle Associazioni ambientaliste, di Comitati No TAV, e di tecnici esperti nei vari settori connessi al progetto della tratta internazionale della linea Alta velocità Torino-Lione, è stato prodotto un corposo documento (circa 100 pagine) di Osservazioni inoltrate al Ministero dell Ambiente e alla Regione Piemonte. Chi è interessato può consultare sul sito di Pro Natura Torino (torino.pro-natura.it) le approfondite Osservazioni che affrontano tutti gli aspetti del progetto e che hanno contribuito a rendere pubbliche alcune criticità sfuggite ad Amministratori locali, ad esempio quelli di Susa, tanto che frettolosamente l arch. Virano ha annunciato modifiche rispetto a quanto previsto. Ci riferiamo nello specifico alla questione dei materiali di scavo estratti dalla galleria: era previsto il loro trasporto con autocarri passando all interno della città di Susa per portarli al luogo di deposito e alla partenza della teleferica che doveva poi depositarli nella zona del Moncenisio (la Carrière du Paradis). Quando, a seguito dell evidenziazione del problema, Gemma Amprimo sindaco di Susa si è resa conto di cosa sarebbe successo nella sua città e ha espresso parere negativo al progetto in occasione di una riunione della Conferenza dei servizi, nell arco di tre giorni si è modificata la modalità di trasporto dei materiali di scavo, annunciando che si sarebbero utilizzati i treni per portare tali materiali nelle aree al confine fra le province di Torino e Vercelli. Ne è seguita l ovvia sollevazione dei sindaci di alcuni comuni della tratta ferroviaria Torino-Milano, preoccupati sia per il deposito dei materiali, sia per gli inconvenienti che il transito giornaliero di un maggior numero di convogli sulla linea avrebbe arrecato al normale transito dei treni che giornalmente trasportano i pendolari. In data 29 settembre 2010 la Federazione nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente e WWF, facendo seguito a quanto deciso all interno del gruppo di lavoro allargato, hanno inviato al Ministro dell Ambiente e alla Direzione Valutazioni Ambientali una lettera per chiedere l interruzione della procedura di VIA relativa Pro Natura Torino in Puglia Il viaggio dei soci di Pro Natura Torino si terrà dal 30 aprile al 7 maggio Visiteremo la zona del Salento, con i punti più importanti a livello naturalistico, archeologico e culturale di questo territorio: Porto Selvaggio, la baia di Uluzzo, Gallipoli, Castro, la Grotta Zinzulusa, il Dolmen Li Scusi, Torre Guaceto, Egnazia, le oasi WWF del Monte S. Elia e delle Cesine. Il Programma definitivo sarà a disposizione da lunedì 20 dicembre 2010 presso la segreteria di Pro Natura Torino in via Pastrengo 13, Torino. Le iscrizioni inizieranno lunedì 17 gennaio 2011, alle ore 15, presso la sede di Pro Natura Torino, in via Pastrengo 13. alla tratta italo-francese della Nuova linea ad Alta Velocità Torino-Lione individuata quale soluzione del tracciato in Italia in variante avviata da Lion Turin Ferroviaire con Avviso al pubblico del 10 agosto La pubblichiamo qui di seguito. Le sottoscritte Associazioni ambientaliste riconosciute, alla luce della carenze e delle lacune riscontrate, meglio specificate qui di seguito, chiedono l interruzione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, avviata il 10 agosto 2010, ex articolo 165 del Dlgs n. 163/2006, sul progetto preliminare e lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), elaborati da Lyon Turin Ferroviaire, relativi alla tratta italo-francese della Nuova linea ad Alta Velocità Torino-Lione, individuata quale soluzione del tracciato in Italia in variante. Infatti, la documentazione presentata da Lyon Turin Ferroviaire a giudizio delle scriventi associazioni: 1. Non è accompagnata da un analisi costi-benefici e da un piano economicofinanziario così come stabilito dall articolo 4, comma 134 della Legge Finanziaria 2004 (l. n. 350/2003), ma soltanto da valutazioni socio-economiche ampiamente lacunose. 2. Presenta una Relazione di Incidenza che non risponde ai requisiti richiesti dalla Direttiva 92/43/CEE, né a quelli previsti dalle leggi italiane che l hanno recepita, in particolare il DPR 357/97 ed il DPR 120/03, né alle Leggi regionali vigenti in materia (DPGR 16/R/01 e LR 19/09). 3. Non consente di valutare correttamente l opzione zero, e quindi le alternative, poiché non vengono resi disponibili per il pubblico gli esiti di valutazioni riguardanti l Opzione Zero e l Opzione Zero senza Gronda, che - come è confermato nella Sintesi non tecnica - sono relativi al progetto ancora non presentato della cd tratta italiana, entrando così in contrasto con quanto stabilito dall art. 184, c. 1 del DLgs n. 163/ Non presenta un quadro completo e credibile degli aspetti idrogeologici, geologici e geotecnici (in particolare con riferimento al tunnel dell Orsiera), che soddisfi quanto richiesto all art. 164 e all Allegato XXI del DLgs n. 163/2006. Pertanto, le sottoscritte Associazioni ambientaliste riconosciute chiedono l interruzione della procedura avviata da Lyon Turin Ferroviaire lo scorso 10 agosto, ex art. 165 del Dlgs n. 163/2006, e il conseguente avvio di una nuova procedure di VIA, una volta che sarà resa disponibile tutta la documentazione nella sua completezza necessaria al regolare svolgimento dell istruttoria. Successivamente, anche a seguito di una ulteriore lettera inviata il 15 ottobre 2010 da Federazione nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente e WWF, il Direttore generale del Ministero dell Ambiente ha risposto con la lettera che pubblichiamo qui di seguito. Si fa riferimento alla vostra nota del , con la quale nel richiamare le precedenti note inviate alla scrivente Direzione, datate 29 settembre e 8 ottobre (è la lettera che accompagnava il documento con le Osservazioni) richiede l interruzione della procedura di VIA, attualmente in corso, sul progetto preliminare dell opera in oggetto, rilevando Numerose, gravissime lacune della documentazione elaborata da LTF. A tale riguardo si rappresenta quanto segue. Preliminarmente, preme rilevare che tutte le note citate nella Vostra in oggetto, sono state debitamente inviate alla Commissione Tecnica di verifica dell Impatto Ambientale VIA/VAS per le valutazioni di competenza ai fini istruttori. Per quanto attiene alla richiesta di interruzione della procedura e di nuova pubblicazione, le motivazioni rappresentate nelle citate Vostre note possiedono mero carattere tecnico e, pertanto, rientrano nell ambito di valutazione tecnica di competenza della Commissione Tecnica VIA. Alla Commissione è inviata copia della nota citata in oggetto e relativo allegato. Ora attendiamo di conoscere le valutazioni che la Conferenza dei Servizi esporrà in merito alle nostre Osservazioni, mentre per quanto riguarda il Cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte il Ministero dell Ambiente ha espresso approvazione dando quindi il via alla fase operativa. Ma anche su questa parte del progetto non cessa la nostra attenzione per scongiurare che partano i lavori, con grave danno per le caratteristiche ambientali e archeologiche della zona interessata. Sede di Pro Natura nel periodo natalizio La sede di Pro Natura, in via Pastrengo 13, Torino (tel ) rimarrà chiusa lunedì 27 dicembre e venerdì 24 e 31 dicembre Nei giorni rimanenti verrà osservato l orario pomeridiano Burchvif: nascerà un nuovo bosco Un piccolo dosso al Campo della Sciura è stato concesso, in comodato gratuito per vent'anni, al Burchvif, l associazione di Borgolavezzaro (NO) aderente a Pro Natura Piemonte e Federazione Pro Natura. Grazie alla generosità del signor Luigino Zucca di Olevano un appezzamento di terreno di circa 1500 metri quadrati si va ad aggiungere alla più vasta iniziativa in corso da anni. Il terreno è localizzato a meno di un centinaio di metri dai confini dell'oasi detta Campo della Sciura ed è un piccolo dosso in cui sono già presenti alcune querce e qualche noce. L'intenzione è quella di realizzarvi un boschetto puro di querce, vegetazione che si affermerebbe senza il disturbo delle attività umane. I lavori di sistemazione e di messa a dimora di alberi ed arbusti inizieranno appena possibile compatibilmente con le condizioni atmosferiche. I volontari sono già stati allertati ma tutti coloro che leggono e sono disponibili per mettere a dimora un albero saranno assai graditi (e in un eccesso di gratitudine ci si potrà anche spartire il vinbrulè). Sarà data tempestiva notizia del giorno delle piantumazioni. 3

4 4 Torino: bonifiche di Spina 3 Spigolando in rete Ancora sul lupo Il dibattito sul lupo, in particolare per quanto riguarda la compatibilità della sua presenza con lo svolgimento delle attività agro-pastorali, è sempre più vivace. Esternazioni aberranti da parte di politici ed amministratori sono purtroppo sempre più frequenti, cosa che non lascia presagire nulla di buono sul futuro del predatore. Riportiamo alcuni stralci dello scritto di un tal Giuseppe Altobello, abruzzese, che ci pare meritino l onore della cronaca. Il testo integrale del documento è presente sul sito: i/alto/vie.htm. Ora io che studio il lupo nella sua vita, nelle sue abitudini e nei danni che arreca, vedo che i suoi misfatti aumentano di giorno in giorno e che mentre prima si limitava alla rapina di qualche pecora incustodita, ora arriva non solo all assalto in piena regola o in grande stile degli ovini, dei vitelli e dei puledri, ma anche ad attentare con audacia crescente alla vita umana. E quando i lupi imparano ad addentare la nostra carne non la dimenticano tanto facilmente! Durante l inverno il lupo diventa maggiormente pericoloso per l uomo, poiché allora esso non sa come sedare gli acuti stimoli della fame, non potendo nemmeno scavare il terreno, indurito dai geli, per trovare animali diversi: topi, talpe, rettili, anfibi ed insetti Io posso sembrare un pavido e un catastrofico, ma sono semplicemente uno studioso della fauna nostrana e mi sento in dovere di far conoscere il pericoloso errore che si commette lasciando liberamente propagare questa specie che riesce tanto nociva. Che si può fare, se non per distruggerla, almeno per limitarne il moltiplicarsi? APPUNTAMENTO Sabato 18 dicembre 2010, alle ore 16, nella sala Arancio dell Educatorio della Provvidenza, corso Trento 13, Torino (zona pedonale Crocetta Politecnico) la prof.ssa Paola Cuscinello presenterà: I grandi parchi americani del Far West Immagini a colori realizzate durante un suo recente viaggio. Soci, familiari e amici sono cordialmente invitati. Tonnellate di terra sono da anni in movimento in Spina 3. Non verso l auspicabile discarica specializzata in rifiuti industriali. Costava troppo! Ma sui terreni ex-industriali, su cui s è preferito fare la messa in sicurezza sul posto. Sono stati così abbattuti (quasi) tutti gli edifici industriali (una vera e propria cittadella industriale, costituita dalla Michelin, dalla Savigliano e dai tre stabilimenti delle Ferriere ex-fiat) ed è rimasta la gran parte dei terreni, impregnata di lasciti delle lavorazioni. Alti valori di metalli pesanti nella terra e nelle acque di falda: questo è stato rilevato una decina d anni fa dall ARPA e dalle imprese specializzate in bonifiche. Poi i valori d inquinamento risulterebbero essere diminuiti, si sono costruite le residenze sopra un materassino bentonitico protettivo, si sta realizzando il Parco Dora. Nel frattempo solo una volta l oracolo ha parlato ufficialmente: la conferenza stampa del settembre 2008, quando l ARPA ha presentato le proprie controdeduzioni pubbliche alle denunce del compianto dottor Topino. Poi il silenzio. Tanto più assordante perché punteggiato da ripetute richieste di chiarimenti da parte del Comitato Dora Spina Tre che, tra accessi agli atti, partecipazione a Commissioni consiliari comunali e provinciali, lettere circostanziate alle Autorità, ha collezionato una bella quantità di documenti, tutti inseriti nella sezione Bonifiche del proprio sito Non riempie d orgoglio il fatto che il sito suddetto sia l unico posto visitabile per avere un minimo d informazioni su un argomento così rilevante per la salute dei cittadini: quelli che abitano nelle case costruite sul suolo delle fabbriche dismesse e quelli che frequenteranno il futuro Parco Dora. Non depone a favore delle varie Amministrazioni, che sono responsabili, anche penalmente, della salute dei cittadini, il fatto che esse, abbiano sparso, in questi ultimi 3 anni, solo sottovalutazione del problema o promesse d informazione finora mai praticate. L ultima delle quali, da parte dell Assessore comunale al Verde pubblico, durante la riunione delle sesta commissione comunale, tenutasi il 16 settembre scorso. Nel frattempo, negli ultimi mesi, sui quotidiani cittadini sono comparse notizie di fumi e cattivi odori provenienti da Envi Park e misteriose pozze verdastre sul Passante ferroviario (metà agosto 2010), vasche scavate e subito riempite nel comprensorio Valdocco e deposito di pietrisco contenente amianto non messo in sicurezza nel cantiere del Passante ferroviario, lungo corso Mortara (settembre 2010). Infine sono venute conferme giornalistiche che le acque di falda (utilizzate, ad esempio, nei cantieri del Passante ferroviario) hanno ancora una presenza di cromo esavalente di 4 volte superiore alla legge. Nel frattempo, procedono i lavori del Parco, ma siamo certi che vengano costantemente praticate le precauzioni nella gestione del materiale di scavo e riporto? Le Amministrazioni, nel frattempo si ribaltano le responsabilità: il Comune di Torino sul Ministero (che finanzia e gestisce i tre lotti più grandi) e sulla Provincia (che deve certificare la bontà delle bonifiche). Abbiamo sentito anche autorevolmente sostenere che chi è proprio interessato all argomento, può chiedere l accesso agli atti comunali, o rivolgersi allo sportello del Comitato Istituzionale, quello creato coi costruttori immobiliari. Ma l informazione sulla propria salute può essere solamente su domanda o è un diritto per tutti? Se le cose sono state fatte bene perché non tirare fuori le carte e metterle a disposizione, ad esempio presso le due Circoscrizioni coinvolte? Ad onor del vero, poco o nulla attente al problema. Ad oggi restano dubbi sul contenuto delle polveri prodotte dai lavori, che sono rilevate (con che cadenza non è dato a sapere) dalle centraline (una delle quali posta presso l asilo di via Orvieto). Resta fuori norma l inquinamento della falda, segnatamente in termini di cromo esavalente. Restano dubbi sugli effetti dell attenuazione naturale controllata degli inquinanti in falda e sulla phytoremediation dei terreni, cui è affidata la seconda parte delle bonifiche. Si spera insomma che la Natura assorba col tempo i veleni che le fabbriche hanno prodotto. Ma con tutti i soldi che sono stati spesi in Spina 3, e le occasioni di profitto aperte, non è un po poco affidarsi ai silenzi dei responsabili e alla pazienza della Natura? Ezio Boero, Comitato Dora Spina Tre Un altra malaugurata causa contribuisce attualmente a non limitare la moltiplicazione del pericoloso mammifero, ed è la mancanza in commercio di una buona qualità del veleno più adatto per la sua uccisione: la stricnina. Bastava, in altri tempi, un po di carne avvelenata con lievi dosi di stricnina per trovare dei lupi morti o sul posto od a breve distanza Per tutte queste ragioni, ad evitare che il lupo, da pauroso ricordo storico torni ad essere viva e palpitante realtà; ad evitare che esso continui liberamente a moltiplicarsi, insistentemente a distruggere il bestiame, impunemente ad attentare alla vita umana, mi sia lecito chiedere a S.E. il Ministro per la Economia Nazionale che in ogni tempo, in ogni luogo e a qualunque persona sia permessa l uccisione del lupo e che sia sempre concesso un adeguato premio in danaro che stimoli ognuno ad ucciderlo con tutti i mezzi a propria disposizione Ah, dimenticavamo. Lo scritto dell Altobello risale al 1924 e, per quanto fosse nettamente criticabile già allora, oggi ci pare veramente al di fuori di ogni logica. Attenzione, però: come dicevamo poc anzi, molti ancora oggi la pensano come l Altobello. E passi per i pastori, che vengono in effetti direttamente coinvolti dall attività del lupo. Il guaio è che anche alcuni amministratori, che hanno una responsabilità diretta della gestione della fauna selvatica, la pensano così. Collina morenica Rivoli-Avigliana Con l approvazione della Legge regionale n.23 Valorizzazione e conservazione dei massi erratici di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico approvata all unanimità il 12 ottobre 2010 dal Consiglio regionale del Piemonte e promulgata il 21 ottobre 2010, continua e si rinnova con maggiore entusiasmo l impegno di Pro Natura Torino e in particolare del Gruppo Collina morenica per attuare iniziative tese a concretizzare quanto previsto dalla legge. Il successo della Mostra Sentinelle di pietra e delle iniziative collegate è stato notevole e nei mesi scorsi è stata rifatta la segnaletica della Via dei Pellegrini da Rivoli ad Avigliana. Sarà nostro impegno mantenere informati soci e lettori.

5 Ikea a La Loggia? La polemica continua Del possibile insediamento di un centro commerciale IKEA a La Loggia abbiamo già parlato nello scorso numero di Obiettivo Ambiente. Ora torniamo sull argomento riportando il testo di una lettera che abbiamo inviato al Presidente della Provincia di Torino, concordando sulle perplessità espresse in merito al progetto. Se la Provincia pare agire con cautela, c è purtroppo da registrare un atteggiamento opposto da parte di molti sindaci della zona, nonché del parroco della stessa La Loggia, i quali invece privilegiano ipotetici futuri posti di lavoro rispetto al dissesto del territorio e all abbandono dell utilizzazione agricola di terreni che sono tra i più fertili del torinese. Se questo atteggiamento dei sindaci può essere comprensibile (anche se non condivisibile), stupisce la presa di posizione della Chiesa locale, dalla quale ci saremmo aspettati una visione più ampia dei problemi e, soprattutto, la condivisione di scelte ad ampio respiro e di ricaduta più generalizzata sulla collettività. Ai soci di Pro Natura Torino Ricordiamo che sono aperti i rinnovi e le nuove iscrizioni a Pro Natura Torino. Usando il conto corrente n o passando in segreteria, via Pastrengo 13, Torino (ore da lunedì a venerdì; ore 9-12 il sabato) si può versare la quota per il 2011 con i seguenti importi. Quota annua: 25 euro. Giovani sotto i 18 anni: 12,50 euro. Sostenitori: da 50 euro in poi. Pro Natura Torino, preso atto positivamente delle dichiarazioni del Presidente Saitta riportate dai principali quotidiani e delle sue dichiarazioni al TG3 Piemonte circa la contrarietà della Provincia di Torino alla realizzazione di nuovi grandi centri commerciali nella zona a Sud di Torino nei comuni di La Loggia e Nichelino, ne condivide ampiamente gli indirizzi. Pro Natura Torino ritiene che tali indirizzi siano coerenti con le indicazioni del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino recentemente approvato, in cui si evidenziano i devastanti fenomeni di consumo di suolo libero e di aree agricole di pregio, caratterizzate da suoli ad elevata produttività; in particolare nell'area Sud nei territori indicati vi è già stato un elevato consumo di suolo ad opera di grandi centri commerciali e attività legate all'intrattenimento e allo sport (Moncalieri, 45 Parallelo e zona Carpice, Mondo Juve tra Nichelino e Vinovo ed altro ancora) che va decisamente contenuto. Oltretutto tali proposte di nuovi centri commerciali rischiano di avere un forte impatto anche sulle contigue aree incluse nel Sistema delle Aree Protette del Parco Fluviale del Po e sullo stesso parco di Stupinigi con le tenute del Mauriziano. Pro Natura Torino sottolinea i rilevanti problemi legati agli accessi e alla mobilità veicolare, che già ora sono critici, che indurrebbero la necessità di nuove infrastrutture stradali e svincoli autostradali con un consumo ulteriore di suolo. I mitici nuovi posti di lavoro promessi corrispondono in molti casi a lavoro precario, e comportano per converso la sparizione di altri posti di lavoro in attività agricole, commerciali e artigianali diffuse sul territorio. Condivisibile è infine la scelta prioritaria di indicare siti industriali dismessi per la localizzazione di nuovi centri commerciali. Rimane purtroppo il rammarico che scelte altrettanto coraggiose non siano state fatte negli scorsi anni per Mediapolis nella piana canavesana di Albiano, malgrado l'opposizione delle associazioni ambientaliste ad un accordo di programma che ha visto purtroppo la Provincia di Torino come promotrice di una scelta così impattante sul paesaggio e vaste aree agricole. Progetto Orcobeach Il cosiddetto progetto Orcobeach prende il nome dalla zona lungo le rive dell Orco, a monte della confluenza nel Po, in comune di Chivasso, che d estate è particolarmente affollata di bagnanti. Il progetto prevede: una struttura ricettiva e di servizio, composta da due corpi per un ampiezza di 469,4 mq e una superficie di influenza complessiva pari a mq. Poi ci sono gli Impianti sportivi: una piscina, un campo da tennis, 3 campi da calcetto e un percorso golfistico a 3 buche, affiancato da un campo pratica per una superficie complessiva di mq. Nella zona centrale è previsto un bacino destinato alla pesca sportiva. L opera verrebbe a trovarsi all interno del SIC (Sito Interesse Comunitario) e ZPS (Zona Protezione Speciale) Confluenza Po- Orco-Malone IT , che ospita l habitat prioritario foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (ontano nero e frassino maggiore) e in cui sono segnalate numerose specie di uccelli, invertebrati, rettili e pesci. Rispetto a questo progetto, Legambiente e Pro Natura hanno presentato delle osservazioni. Una di queste riguarda l ambito urbanistico e antropico in cui verrebbe ad inserirsi il progetto, sottoposto a un persistente e cospicuo consumo di suolo. In realtà, il valore ambientale di tutta questa zona è molto elevato, se teniamo conto che viene ad inserirsi nel sistema di aree del progetto Corona Verde. Pubblichiamo una lettera, con richiesta di chiarimenti, inviata da Legambiente Piemonte e Pro Natura Torino all Agenzia Interregionale per il Po. I sottoscritti Vanda Bonardo, in qualità di Presidente dell associazione ambientalista Legambiente Piemonte e Valle d Aosta, Emilio Delmastro, in qualità di Presidente di Pro Natura Torino Onlus, Domenico Cena, presidente del Circolo Legambiente di Chivasso e Piero Meaglia, in rappresentanza di Pro Natura Torino, avendo rilevato che - nel Programma generale di Gestione dei Sedimenti (PGS) per i corsi d acqua piemontesi, elaborato dall Autorità di Bacino del Po nel maggio 2007, nella parte relativa allo Schema di programma di gestione per il Torrente Orco, la scheda inerente al Tronco 01, da confluenza Po a monte ponte A4 TO-MI, Tavole 01-C, 01-D contiene le seguenti segnalazioni: Criticità insediamenti in prossimità della sponda destra a valle del ponte ex Strada Statale 11 potenzialmente interessati da fenomeni di dinamica dell alveo. Intervento di adeguamento strutturale e prolungamento dell opera di sponda esistente in destra a valle del ponte ex Strada Statale 11. Avendo rilevato inoltre che nella documentazione relativa alla Morfologia fluviale nel Piano Stralcio Fasce Fluviali e nel Piano Assetto Idrogeologico, nella parte riguardante le Schede descrittive della morfologia degli alvei, è presente una scheda dedicata al fiume Orco in cui, rispetto alla parte attinente alla confluenza Orco in Po, si legge: Le sponde risultano interessate da fenomeni erosivi pressochè continui, di notevole intensità, sia in destra che in sinistra. Tale forte instabilità del corso d'acqua non determina in generale rischi per infrastrutture, in quanto non ne sono presenti in prossimità delle sponde. Risulta in ogni caso probabile la cattura di due laghi di cava posti in destra. Si richiede: - Se il vostro ente sia a conoscenza che il Piano Esecutivo Convenzionato in questione, recentemente approvato in via definitiva dal Comune di Chivasso, prevede: la realizzazione di impianti sportivo-ricreativi e relative strutture di servizio in un area di mq lungo la sponda destra dell Orco, a meno di 1 km di distanza dalla confluenza con il Po. La struttura ricettiva e di servizio sarà composta da due corpi paralleli costituenti l edificio denominato Club House, tale struttura (dell ampiezza di 469,4 mq, per una superficie di influenza complessiva pari a mq) in acciaio e legno sarà smontabile e sopraelevata di 1 m dal piano campagna per esigenze idrauliche. Gli Impianti sportivi (una piscina costituita da due vasche rettangolari delle dimensioni di 6,8 x 15,8 m, con annessa area relax, un campo da tennis e 3 campi da calcetto) saranno prevalentemente ubicati nella zona nord dell area di progetto, mentre nella porzione sud si estenderà il percorso golfistico a 3 buche affiancato da un campo pratica per una superficie complessiva di mq. Nella zona centrale si procederà all allestimento di un bacino destinato alla pesca sportiva, grazie alla rimozione del setto che attualmente separa due laghi di cava esistenti. Si fa anche rilevare che - Gli insediamenti in prossimità della sponda destra a valle del ponte ex Strada Statale 11 potenzialmente interessati da fenomeni di dinamica dell alveo, che non risultano neppure nella scheda allegata alla Morfologia fluviale nel Piano Stralcio Fasce Fluviali e nel Piano di Assetto Idrogeologico, si trovino esattamente nella zona in cui è prevista la realizzazione del PEC in questione, che quindi verrebbe a trovarsi in una zona ad alta criticità. - L intervento di adeguamento strutturale e prolungamento dell opera di sponda esistente in destra a valle del ponte ex Strada Statale 11 è previsto proprio di fronte alla zona dove si collocherebbe il PEC, dalla parte verso il fiume e molto vicino ad esso. - Infine, i due laghetti di cava sono gli stessi di cui la vostra scheda prevede la probabile cattura da parte del fiume Orco. Si richiede quindi, se la realizzazione delle strutture previste dal progetto in questione rientri nel rispetto delle norme disposte dal vostro ente per questo tipo di interventi, dato che, come detto nelle osservazioni presentate dalle nostre associazioni, l intervento è previsto in fascia B, in zona particolarmente critica dal punto di vista idraulico e geologico. 5

6 6 Per i cittadini l'acqua non è una merce Dal primo gennaio 2010 la gestione dell'acqua di Parigi è tornata al Comune che ha deciso di non rinnovare il contratto ai due giganti Veolia e Suez. Sono già più di quaranta le città francesi che, considerate le deludenti esperienze con i privati, hanno compiuto tale scelta. Quanto possa essere sconveniente per i cittadini la privatizzazione lo sanno bene i cittadini di Firenze ai quali Publiacqua, società per azioni in mano alla multinazionale Acea, ha imposto un aumento delle tariffe del 9,5%. Motivo? Un calo dei consumi ha reso necessario far pagare di più le utenze, dato che la tariffa deve coprire costi operativi, investimenti e remunerazione del capitale, come stabilito dalla legge. Ad Aprilia (Latina) oltre famiglie dal 2005 rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, società con il 46.5% di azioni in mano a Veolia, la più grande multinazionale dell acqua, pagandole, invece, al Comune. Protestano per un aumento del 300%. Il decreto Ronchi, approvato dal Parlamento nel novembre 2009, impone l'ingresso dei privati nella gestione degli acquedotti. Le società per azioni pubbliche come l'acda che gestisce il servizio di Cuneo e di altri 68 comuni, dovrebbero, entro la fine del 2011, cedere almeno il 40% delle loro azioni ad un socio privato che abbia i compiti operativi. Il 31 marzo sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma dal Forum italiano dei movimenti per l acqua, insieme a moltissime associazioni, tre quesiti referendari. Un solo referendum, infatti, avrebbe ottenuto l'abrogazione del Decreto Ronchi, avrebbe, cioè, cancellato l'obbligo della privatizzazione. La campagna referendaria mira ad ottenere che la gestione degli acquedotti sia solo ed esclusivamente pubblica, ovvero avvenga attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. È evidente che le società private, spesso multinazionali, hanno come obiettivo la realizzazione di utili. Uno dei referendum mira a eliminare i profitti dal bene comune acqua, un'assurdità che il caso di Firenze ha reso evidente. La campagna ha avuto un successo inaspettato, nonostante i mezzi di comunicazione più conosciuti l'abbiano praticamente ignorata. Nell'arco di 3 mesi si sono superate più di 1 milione e 400mila firme. Mai si era raggiunta questa cifra in Italia. All'estero la campagna è seguita con molta attenzione. Come ha raccontato Ugo Mattei, uno degli estensori dei quesiti, negli Stati Uniti le vicissitudini di Silvio Berlusconi sono abbastanza trascurate. Invece il fatto che i cittadini si stiano attivando, in un paese considerato a sovranità limitata, per dire no alle multinazionali viene ritenuto un precedente importante. Il percorso dei referendum prevede, una volta ottenuti i pareri favorevoli della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, che si vada al voto nella primavera del In questa occasione sarà il raggiungimento del quorum la nuova impresa da compiere, ma l'interesse dimostrato dai cittadini ai vari banchetti fa ben sperare. Un altro motivo di incertezza saranno le possibili elezioni anticipate. I referendum secondo l'attuale legislazione non possono svolgersi nello stesso anno delle elezioni politiche. In questo caso i firmatari verrebbero defraudati di un diritto previsto dalla Costituzione, in quanto alla fine del 2011 tutti gli enti avrebbero già dovuto procedere alla cessione di quote ai privati. Si sta attivando una mobilitazione per ottenere un provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e l'approvazione di una legge che consenta, nel caso si renda necessario, di svolgere la consultazione entro il Alla provincia di Cuneo era stato assegnato, in base alla popolazione, l'obiettivo di firme. Obiettivo raddoppiato con firme regolarmente certificate. Sergio Dalmasso Riscoprire Superga APPUNTAMENTO Giovedì 9 dicembre 2010, alle ore 18.00, presso il Museo regionale di Scienze Naturali, via Giovanni Giolitti 36, Torino, i curatori ed gli autori presenteranno il libro: Superga! Cronache, luoghi ed identità in un secolo di cartoline A cura di Fabrizio Bertolino ed Enrico Mottura e con il contributo di Stefano Camanni, Massimo Condolo, Franco Correggia, Graziano Delmastro, Francesca Ellena, Lucetta Fontanella, Matteo Massara, Franco Ossola, Cinzia Rej, Letizia Ruo Rui, Simone Schiavi, Alberto Selvaggi Edizioni Parco della Collina Torinese e Fondazione Negri, Brescia, 2010 Pagine 220, immagini 240, euro 42,00. In occasione dell incontro la pubblicazione sarà acquistabile al costo ridotto di 36,00 euro. Corsi e ricorsi della Collina torinese Il DVD, dedicato al ricupero dei sentieri è disponibile presso la sede di via Pastrengo 13, Torino. Cascina Bert Proseguono, anche se frequentemente ostacolati dalla pioggia, i lavori di restauro della casa rurale sulla collina torinese concessa in comodato dal Comune di Torino a Pro Natura Torino ed è stato completato il rifacimento del tetto. Un numeroso gruppo di soci ha partecipato domenica 24 ottobre a una bella passeggiata con visita alla zona archeologica del Bric San Vito presso l Eremo e successiva discesa a Cascina Bert dove si è consumato il pranzo al sacco seguito da un allegra castagnata con vin brulè. Nell occasione si è preso visione dell antico forno del pane restaurato grazie anche ad una generosa offerta in memoria di Paola Mangiotti da parte della sorella Maria Luisa. In primavera si prevede di organizzare una giornata con iniziative che confluiranno a Cascina Bert e in quell occasione il forno verrà utilizzato per preparare il pane. Ringraziamo coloro che ci hanno inviato nuove offerte: Morino Baquetto Franca, 5; Buratti Maria Antonietta, 5; V.V.G., 25; Bessé Arietti Elsa, 10; Comina Pier Giorgio, 50; Gallina Emma, 5; Gallo Pietro, 30; Stefano e Paola, 25; Alberto Fernanda, 20; Crocetti Adriana, 25. Viviamo in tempi difficili, segnati da instabilità, incertezze, fluttuazioni caotiche, oscillazioni fuori controllo. Le ragioni sono moltissime. Tra le tante, una (solo apparentemente accessoria e secondaria) è rappresentata dalla progressiva perdita di identità e di senso dei luoghi. Con queste parole Franco Correggia, presidente dell associazione astigiana Terra, Boschi, Gente e Memorie introduce la nuova pubblicazione dal titolo Superga! Cronache, luoghi e identità in un secolo di cartoline, frutto dell incontro tra Fabrizio Bertolino, Presidente del Parco della Collina Torinese ed appassionato di storia locale, ed Enrico Mottura, esperto di tutto ciò che riguarda la cosiddetta Montagna di Torino, oltre che grande collezionista di cartoline. Si tratta di un libro che si pone in forte continuità con l opera di riscoperta e valorizzazione delle valenze paesaggistiche, naturalistiche, storiche ed architettoniche del territorio collinare avviata a partire dalla metà degli anni ottanta da Paride Bruzzone, consigliere di Pro Natura Torino, con la collana editoriale dei Quattro passi e proseguita dal Coordinamento associativo di cui Pro Natura rappresenta l elemento capofila. Ma il libro contiene anche un avvertimento sui guasti dell abbandono delle pratiche di cura e coltura del territorio, sulla ininterrotta invasione cementizia. Analogo forte allarme venne lanciato nel 1981 nella pubblicazione La collina di Torino: materiali per un confronto a cura di Valter Giuliano, Marco Parenti e Patrizia Vaschetto, edito proprio da Pro Natura Torino. Ma il tutto con un immenso valore aggiunto segnala ancora Correggia rispetto ad un approccio trattatistico tradizionale: la straordinaria sequenza di immagini materializzata in una ricca serie di cartoline che hanno come oggetto Superga, la sua Basilica, il suo paesaggio, le sue memorie. Il corpus di immagini proposte copre un arco temporale di oltre un secolo e consente un formidabile excursus (vissuto in modo diretto, grazie all icastica immediatezza dello scatto fotografico) sulle trasformazioni che hanno caratterizzato Superga e il suo microcosmo di collina. La successione di fotogrammi offre la possibilità di uno sguardo fugace su scorci, scenari, ambienti, atmosfere, movimenti, gesti, umori, metamorfosi, stilemi e climi culturali che hanno scandito il passato recente di questo frammento di terra piemontese. Guardata in controluce, lascia intuire i contorni incerti e sfuggenti del processo che ha scolpito e modellato quel luogo. E quasi per incanto riporta dissolvenze aurorali, tracce sfumate ed echi perduti che, riaffiorati dalle nebbie del tempo, sanno ancora raccontare storie lontane. Ma questo libro e il suo corredo di immagini consentono, almeno a chi sa mettersi in ascolto, di sentirne il battito cardiaco segreto ed il respiro profondo Le cartoline sono oltre 200, tutte provenienti dalla collezione che Enrico Mottura ha raccolto nel corso di un pluridecennale lavoro di ricerca appassionata.

7 Eugenio Rivoir: un testimone di pace La pace è stata la passione che, nel lontano 1986, ci ha fatto conoscere Eugenio Rivoir. Opportunità, preziose per noi, sono stati due percorsi ecumenici contrassegnati dall impegno per la pace: Beati i costruttori di pace, rete del Piemonte e Valle d Aosta, a cui aderivano in quegli anni numerose realtà ecclesiali e associative impegnate proprio in quella direzione; Strumenti di pace, gruppo ecumenico nato nello stesso periodo all interno della Parrocchia di Gesù Nazareno a Torino, ma aperto alla città e ancora attivo. Camminando si è aperto il cammino: un cammino fatto di ricerche, tentativi, scoperte, sogni. Ecumenismo come via alla pace, la tensione all unità nella pluralità; la pace come via per incontrare l altro, per costruire ponti, per camminare con il diverso. Il pastore Rivoir è stato un fondatore e un appassionato promotore dei due cammini, diversi ma profondamente convergenti: l uno caratterizzato dall allora nuovo impegno ecumenico per la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato, vie irrinunciabili per essere fedeli al vangelo e al futuro. Questo impegno coinvolgente fu espresso in maniera esemplare dal documento torinese Il tempo stringe non a caso uscito il 4 aprile 1988, a 20 anni dalla morte di Martin Luther King, frutto di ricerca, confronto ed elaborazione soprattutto del nostro pastore. Pace e giustizia si baceranno, secondo il salmo 85, il salmo che avremmo poi cantato a Basilea nel L altro cammino caratterizzato in modo particolare dall ascolto condiviso della Parola: convocati dall unico Signore che ci chiama ad annunciare l evangelo della pace, siamo stati educati proprio da Eugenio a leggere insieme la Parola mantenendo e accogliendo le diverse appartenenze a cominciare dalla pluralità delle tradizioni. Accomuniamo oggi queste due esperienze, significanti per la nostra vita, nel desiderio di fare memoria riconoscente di un testimone e onorare il suo cammino di credente e di uomo per la pace. Ora con più forte commozione, vogliamo esprimere riconoscimento a Rivoir per la sua capacità di ascolto, di ricerca, di presenza fedele, di amore per la Parola che da lui ci veniva presentata in maniera nuova. L altro: per noi testimone della Parola. Spesso ci siamo scambiati con lui il valore insostituibile dell incontrare. Grazie, Eugenio, per essere stati incontrati da te. Per Strumenti di Pace e Beati i Costruttori di Pace insieme a tutto il popolo ecumenico di Torino PROSSIMI APPUNTAMENTI Il diritto all uguaglianza nel mondo che cambia Il Comitato d Iniziativa per un Movimento dei Movimenti indìce il suo primo convegno regionale che si terrà a Monforte d Alba, presso la Fondazione Bottari Lattes, sabato 4 dicembre Le relazioni, sui diritti degli immigrati e sul reddito minimo garantito, saranno a cura di Giuseppe Bronzini, magistrato di Cassazione, di Luciano Gallino, docente di Sociologia, di Fredo Olivero responsabile dell Ufficio Stranieri della Caritas. Seguiranno alcune testimonianze da tutti i continenti di partenza dei migranti. Per ulteriori informazioni consultare il sito La sostenibilità delle risorse forestali Il Centro Studi Sereno Regis e il Settore Politiche Forestali della Regione Piemonte, in collaborazione con CinemAmbiente, organizza per il periodo novembre 2010-aprile 2011 un ciclo di incontri (presso il Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi 13, Torino) e proiezioni video (presso il Museo Regionale di Scienze Naturali in via Giolitti 36, Torino) sul tema della gestione delle risorse forestali, al fine anche di promuovere la nascente Biblioteca Forestale Liria Pettineo con sede presso il Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi 13 a Torino. Per il mese di dicembre è prevista una proiezione giovedì 9 alle ore 21 ed un seminario giovedì 16 alle ore 18. Per il programma dettagliato degli incontri si consiglia di consultare il sito Lanza del Vasto La segreteria MIR - Movimento Nonviolento organizza per venerdì 10 dicembre, alle ore 18, presso la sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis, un incontro sulla Comunità dell Arca e sul suo fondatore (con alcune testimonianze video); la serata sarà allietata da una cena conviviale che farà anche da cornice per uno scambio di auguri in vista delle festività di fine anno. Tolstoj: non resistere al male Appunti della lezione di Pier Cesare Bori tenuta il 10 novembre 2010, nel centenario della morte dello scrittore, in un incontro organizzato dal Centro Studi Sereno Regis. «Invece della morte c era la luce». «È finita la morte. Non c è più». Questa conclusione del grande racconto La morte di Ivan Il iã (1886), analoga in vari altri racconti, è tipica del pensiero di Lev Tolstoj ( ). Nel racconto citato c è la teoria di Tolstoj sulla vita, ma in termini narrativi, e non teorici. Per comprendere la vita dobbiamo partire da noi stessi. Ma dentro di noi troviamo una grande contraddizione: c è la tensione al bene (che non è tanto il bene morale, quanto la pienezza di vita, la felicità, la non-morte), ma c è anche l immensa intollerabile frustrazione della sofferenza e della morte. La mia vita passa, mentre rimane la realtà fuori di me. Si può uscire dalla contraddizione con il «risveglio della coscienza razionale». Prima di questa coscienza «non c è stata nessuna vita». Qui «razionale» non significa razionalistico. Tolstoj trae il termine dal libro biblico della Sapienza: una conoscenza sapienziale superiore, una saggezza di vita. La vera vita è qui, non è nello spazio-tempo. Questa consapevolezza si raggiunge con la sottomissione della nostra psiche alla sapienza, al livello superiore di coscienza, che è vita in comune con gli altri esseri di ragione. Quella legge di vita consiste in cinque precetti: non offendere; non praticare disordine sessuale; non giurare non lottare contro il male con il male; amare i nemici. Tolstoj vede il centro della sua fede nella parola evangelica di Matteo 5,39: «Non opponete resistenza al male». Si tratta di non farsi coinvolgere nei metodi del male, della violenza, dell odio, che sarebbe imitare il male per combatterlo. C è un analogia con il discorso di Buddha, «Colui che fa girare la ruota» del Dharma (insegnamento): rifiuto dell aggressività, cioè a-himsa (non-violenza). Tolstoj detesta la guerra, detesta le preghiere della chiesa per la vittoria. Il rifiuto della violenza è un atto grandioso, metafisico. La nonviolenza si capisce praticandola: cambiare se stessi, praticare il distacco. Questi di Tolstoj sono testi moralisti? No. L epigrafe di Anna Karenina dice (con Romani 12,19) che si deve lasciare a Dio il giudizio. Se moralismo significa deontologia kantiana, allora quello di Tolstoj è eudemonismo, ricerca della felicità: tutto è grazia. Come è noto, Gandhi va oltre Tolstoj: la nonviolenza di Tolstoj è anarchico-religiosa, rifiuta ogni organizzazione, anche se fonda alcune comuni. Gandhi estende in politica e impegno storico la rivoluzione morale di Tolstoj. Enrico Peyretti Movimento dei Movimenti e Ambientalismo A quanto scritto nel numero scorso da Dario Cambiano per presentare il Comitato d iniziativa per un Movimento dei Movimenti vorrei aggiungere una nota che penso possa interessare i lettori di «Obiettivo Ambiente» soci di Pro Natura. Quando diciamo che il nostro obbiettivo è di far sì che l intera galassia dei cosiddetti movimenti si coordini noi consideriamo l associazionismo ecologista come parte di questa galassia e ma assegnamo ad esso un importanza particolare. E ciò perché riteniamo che il punto di vista ambientalista fornisca la chiave interpretativa per capire e affrontare la crisi del nostro tempo. Ma queste lotte sarebbero verosimilmente destinate all insuccesso come le molte altre del passato, se non ci fosse la crisi profonda del rapporto uomo/ambiente e la crescente presa di coscienza di essa, grande merito questo del movimento ambientalista nel suo insieme. A salvarci, se conquisterà le menti della maggioranza degli uomini, sarà questa presa di coscienza con la sua carica egalitaria: la presa d atto cioè che dalla catastrofe ambientale non si salveranno come in passato solo i ricchi, ma ognuno si salverà oppure nessuno, a seconda se la comunità umana tutta saprà fare o meno uno sforzo unanime e solidale per giungere attraverso una fase di decrescita serena a uno stile di vita improntato a una sobria semplicità volontaria. Ma perché, se è così che pensiamo, non siamo partiti col tentativo di affratellare, come dice Dario, anzitutto il movimentismo ambientalista? Perché in prima istanza, prime a dare fiducia al nostro tentativo, sono state le comunità di immigrati presenti in Piemonte. Del che siamo stati lieti, perché ciò ci ha dato modo di poter nascere transnazionalisti, un carattere che il movimento dei movimenti del futuro dovrà certamente avere e che permette a noi, piccolo microcosmo, di anticipare ciò che sarà domani, come speriamo, il grande macrocosmo del Movimenti dei Movimenti. Quanto all ambientalismo, siano certi i lettori di «Obiettivo Ambiente», se ciò può loro interessare, che nella nostra «strategia a geometria variabile» non tarderemo molto ad occuparci di esso e dei suoi problemi specifici di coordinamento. E questo per qualcuno di noi sarà piacevole, come tornare a casa. Giuliano Martignetti 7

8 8 La vicenda Mediapolis I consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè (Gruppo Cinque Stelle ) avevano presentato da alcuni mesi una interrogazione in merito al progetto Mediapolis. Recentemente la Giunta della Regione ha fornito la sua risposta di cui riportiamo le parti essenziali. L accordo di programma con Mediapolis Spa è stato firmato il 15 maggio 2009 da Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comuni di Albiano, Ivrea, Caravino e Vestignè. L intesa siglata prevede che vengano definite le modalità per la realizzazione dell iniziativa, in particolare riguardo a come verranno articolati gli interventi successivi che dovranno essere realizzati nell ambito di questo procedimento complesso. Gli elementi che dunque vengono disposti in questa fase sono preliminari ad una successiva programmazione, che sarà poi l asse portante dell iniziativa. [...] L'articolazione dell'accordo per fasi di intervento è giustificato dalla necessità di coordinare gli interventi attraverso un "master plan", che serva al raggiungimento di una equilibrata attuazione di tutti gli interventi infrastrutturali ed urbanistici. L'accordo definisce il processo dell'iniziativa articolandolo in varie fasi. Per tutte queste ragioni, molte considerazioni formulate dai consiglieri interroganti non possono trovare immediata risposta perché il primo segmento dell'accordo di programma non prevede la programmazione delle fasi degli interventi secondo un criterio di priorità già stabilito. Tra l'altro, lo stesso articolo 5 dell'accordo di programma, precisa che gli impegni della Società Mediapolis saranno oggetto di specifico accordo procedimentale, da definirsi all'atto della prima fase di attuazione dell'accordo di programma. Ed è in questa fase che gli obblighi dovranno essere assunti dalla Societa Mediapolis nei confronti degli enti pubblici sottoscrittori. E dovranno essere formalizzati per i tempi di attuazione delle opere e rispetto alle garanzie finanziarie che la società dovrà presentare in modo completo e articolato per l'intera iniziativa. Il piano finanziario dovrà poi essere validato dagli enti istituzionali più rappresentativi in campo finanziario che dovranno garantire la sostenibilità e la solvibilità del soggetto proponente. Anche gli enti pubblici verificheranno la struttura della società. [...] In merito all'ipotesi che la società Mediapolis dichiarasse l'impossibilità a portare a compimento le opere per mancanza di finanziamenti l'accordo di programma ha già previsto che gli interventi diretti alla trasformazione dell'area potranno essere avviati solo dopo l esecuzione delle opere ritenute strategiche per il territorio. Solo il Parco a Tema è previsto nella prima fase, insieme a tutti gli interventi infrastrutturali che rappresentano la parte più rilevante di opere pubbliche dell iniziativa proposta. Infine, a proposito della questione legata ai centri commerciali, è da precisare che le deliberazioni delle conferenze dei servizi relative a ciascuno dei centri prescrivono l'obbligo che l'attivazione dei centri è subordinata all'attivazione del parco a tema. Oltre a questo sussiste l obbligatorietà della realizzazione di tutte le opere viabilistiche ed ambientali prescritte dalla conferenza stessa. Sulla vicenda Mediapolis, la Regione Piemonte sta attuando al momento un'azione di stimolo finalizzata ad acquisire tutti gli elementi necessari per valutare le tappe da seguire, per quanto di competenza degli uffici regionali e di concerto, come è nostra abitudine, con i soggetti istituzionali coinvolti. Notizie in breve PRO NATURA CUNEO Prosegue il ciclo di conferenze di Pro Natura Cuneo che si tengono presso il cinema Monviso, in via XX Settembre, i lunedì alle ore 21. Lunedì 17 gennaio 2011: I bottoni di Napoleone: le molecole che hanno cambiato la storia a cura del prof. Sandro Trucco. Lunedì 31 gennaio 2011: Siberia (in)contaminata a cura del prof. Danilo Di Gangi. FALCO PECCHIAIOLO NEL CUNEESE Il Parco del Po, tratto cuneese, ha presentato lo scorso ottobre a Inverno e Monteleone (PV) i dati delle osservazioni sulla migrazione del Falco pecchiaiolo svolte quest estate nella zona di Paesana. La giornata, dedicata ai campi di osservazione di tutto il Nord Italia, è stata un occasione per presentare l attività del Parco del Po Cuneese che da 13 anni vede impegnati i guardiaparco, supportati da alcuni volontari, dal 19 agosto al 6 settembre, periodo in cui questo rapace torna nei territori di svernamento. Sono quasi 4000 i Falchi pecchiaioli avvistati in volo sulla Valle Po. Il Falco Pecchiaiolo, infatti, nutrendosi di insetti, non resta sui nostri territori in inverno, ma migra verso l Africa, a sud del Sahara, attraversando in gran numero anche il territorio piemontese. Conoscere le rotte di migrazione serve per poter tutelare i punti di passaggio, per esempio in occasione della costruzione di impianti eolici che sono causa di incidenti mortali per gli uccelli. Sapere dove passano gli uccelli migratori serve anche a tutelarli nelle aree interessate dai fenomeni di bracconaggio, che purtroppo ancora oggi affliggono alcune regioni del Mediterraneo. Pro Natura Notiziario obiettivo ambiente Organo delle Associazioni aderenti a Pro Natura Piemonte e alla Federazione nazionale Pro Natura. Redatto presso: Pro Natura Torino ONLUS Via Pastrengo Torino Tel. 011/ Fax 011/ c.c.p Segreteria: tutti i giorni dalle 14 alle 19, sabato dalle 9 alle 12 UNA BIBLIOTECA FORESTALE A TORINO Presso il Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi 13, Torino, è stata recentemente costituita la Biblioteca Forestale e di Ingegneria naturalistica Liria Pettineo, che non prevede il prestito dei volumi, liberamente consultabili nella sede. La Biblioteca, nata dalla collaborazione fra il Centro Studi Sereno Regis e la Direzione Opere Pubbliche, Difesa del suolo, Economia montana e Foreste della Regione Piemonte, dispone di circa 1500 volumi riguardanti tematiche relative all ingegneria naturalistica e al mondo delle foreste, del legno, della costruzione e dell arredamento. Costituisce una sezione della Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis e intende valorizzare la cultura piemontese legata al bosco e alla montagna. E aperta al pubblico lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 16; martedì e giovedì dalle 12,30 alle 18,30. Per maggiori informazioni contattare il dott. Paolo Macina: ENTE PARCHI ASTIGIANI La Riserva naturale speciale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande, gestita dall Ente Parchi Astigiani e particolarmente importante per gli aspetti paleontologici, si trova nel comune di Asti, con una estensione di 297 ettari. Per migliorare la fruizione si sta realizzando un centro di accoglienza, composto di sala riunioni e ricevimento dei visitatori, locale vendita pubblicazioni, blocco servizi oltre a locali per il personale. Il progetto architettonico valorizza gli aspetti delle campagne astigiane: copertura in legno, porticato, serra con struttura portante in legno, utilizzo dei mattoni crudi in terra compressa, che sono una tecnica costruttiva tipica della zona. Informazioni: ATTIVITA SOCIALI DI PRO NATURA TORINO E in preparazione il calendario delle Attività sociali per l anno 2011 e sarà disponibile in sede (via Pastrengo 13) da fine dicembre. Il graffio verde Il civilissimo nord Europa I Paesi scandinavi, è risaputo, sono molto più avanti di noi per quanto riguarda numerosi aspetti di tutela ambientale. Però nemmeno lì mancano situazioni aberranti. Una riguarda l allevamento di animali da pelliccia. Ad un asta tenutasi qualche mese or sono a Copenaghen sono state vendute ben 2 milioni di pelli di visone, tra l altro ad un prezzo del 36% superiore a quello dell anno precedente. Il mercato, quindi, tira. Ma quello che più ci lascia sconcertati è il destino degli animali, o meglio delle loro carcasse, dopo che ne è stata prelevata la pelliccia. Finiscono in un reattore per produrre biocarburante. Due domande sorgono spontanee. La prima: possiamo considerare eco-sostenibile la produzione energetica ottenuta dalle carcasse di visoni? La seconda: dal punto di vista etico, la cosa ci pare accettabile? torino@pro-natura.it Internet: torino.pro-natura.it Registrazione del Trib. di Torino n del Gli articoli possono essere riprodotti citando la fonte. Direttore responsabile ai sensi di legge: Valter Giuliano. Direttore: Piero Belletti. Redazione: Emilio Delmastro, Zaira Zafarana, Marco Cavaletto. Stampa: Grafica Nizza, Collegno (TO). Finito di stampare il 25 Novembre 2010

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